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Visualizza Versione Completa : Art. 18: la Confindustria ci riprova!



PROLET
14-03-02, 01:51
ISTITUTO DI STUDI COMUNISTI

KARL MARX – FRIEDRICH ENGELS

istcom@libero.it

http://digilander.iol.it/istcom/istcom




ARTICOLO 18

I vuoti di memoria della Confindustria.

ovvero:

LA CONFINDUSTRIA CI RIPROVA

La tesi della Confindustria, e consequenzialmente dei suoi teorici, è quella che una liberalizzazione della possibilità di licenziamento consente una maggiore occupazione, crea nuove possibilità di occupazione. Esiste, quindi, un rapporto diretto tra licenziamento di una unità ed aumento dell’occupazione.

Sul piano strettamente teorico e scientifico non esiste un tale rapporto: licenziamento ed aumento dell’occupazione rispondono a criteri diversi e sostanzialmente opposti.

L’aumento di occupazione, le nuove possibilità di occupazione sono determinate dalle leggi del mercato, ossia dal ciclo economico, se cioè si è in fase di espansione o in fase recessiva, se cioè quella merce ha un mercato, se esiste una domanda insoddisfatta tale da richiedere un aumento della produzione. L’aumento della produzione non sempre comporta automaticamente un aumento dell’occupazione, entro certi limiti essa può essere soddisfatta aumentando i ritmi di lavoro.

Per esserci aumento di occupazione, per esserci le nuove possibilità di occupazione occorre che tale domanda insoddisfatta sia di una entità tale, e quanto meno di medio-breve periodo, da far divenire conveniente l’aumento di una unità lavorativa. Se è solo un aspetto contingente, in questo caso non conviene aumentare l’occupazione in quella fabbrica. Nelle condizioni date, infine, tale domanda insoddisfatta deve essere di tale entità da superare la massa delle merci invendute nei precedenti cicli produttivi.

Il licenziamento di una singola, o di singole unità lavorative non comporta in nessun caso un aumento dell’occupazione, ma solamente una sostituzione.

Il licenziamento non per chiusura e contrazione della forza lavoro impiegata, il licenziamento di una singola unità risponde invece a criteri e regole dettati dal codice civile, oltreché da quello penale:

scarso rendimento, ecc. Ma questo comporta unicamente ed esclusivamente la sostituzione di quella unità lavorativa con danni nell’immediato all’impresa ed alla produttività, giacché l’unità sostituita deve essere immessa nel ciclo produttivo e di solito occorrono 5-8giornate lavorative prima che la nuova unità impiegata entri a pieno regime.

La Confindustria quindi mente sapendo di mentire.

Gli intellettuali che si fanno paladini di tali teorie mentono sapendo di mentire.

Ma il problema non è quello del mentire ed il sapere di mentire.

La verità è che la Confindustria ci riprova.

La regolamentazione dei licenziamenti individuali, imposta proprio per impedire i licenziamenti individuali e limitare l’arroganza e lo strapotere padronale, imposta sotto il possente movimento di lotta che saliva dalle fabbriche, risale all’accordo del 7. agosto. 1947.

Con tale accordo venivano istituite le Commissioni Interne ed affidata alle Commissioni Interne la complessa materia dei licenziamenti individuali e collettivi.

All’indomani della rottura dell’unità sindacale, 1948, e dentro il più generale attacco al movimento operaio scatenato dalla borghesia, la Confindustria decise di disdettare l’accordo del 7. agosto. 1947. Tale assalto borghese venne preceduto da una massiccia, violenta, prolungata, premeditata, programmata azione di repressione, che combinava tre elementi: la scissione in campo sindacale, la repressione in fabbrica, la repressione statale.

Dal 1948 ai primi mesi del 1950 ci furono

62 operai uccisi, 3.126 operai feriti, di quelli che furono costretti a ricorrete alle cure ospedaliere,

92. 169 arrestati, 19. 306 condannati a 8.441anni di carcere;

licenziati per rappresaglia 674 membri delle Commissioni Interne, 1.128 attivisti della C.G.I.L.

Dopo questo possente ‘ fuoco di sbarramento’ la Confindustria ritenne di essere oramai in grado di procedere alla formalizzazione dei nuovi rapporti di forza, che credeva essere riuscita ad imporre, e quindi procede a disdettare l’accordo del 7. agosto. 1947.

Il motivo che determinò la Confindustria a disdire nel 1950 l’accordo sta nel fatto che in esso erano, appunto, regolamentati i licenziamenti individuali e collettivi.

La Confindustria all’atto della disdetta dichiarò che riteneva ancora applicabile l’accordo Buozzi-Mazzini del 1943, che la lasciavano completamente libera di procedere come meglio le pareva.

Possente ed immediata fu la risposta dell’intera classe operaia, che convinse immediatamente la Confindustria di aver sbagliato calcoli, che le fece toccare con mano come tutto il possente assalto dispiegato non era in realtà servito granché nello spezzare, sfiancare il movimento operaio e sindacale italiano. Dinanzi alla possente controffensiva operaia deve attuare una precipitosa ritirata.

Gli accordi del 18. ottobre e 20. dicembre 1950 stabilivano una nuova e più avanzata disciplina per i licenziamenti individuali e collettivi, affermando nel caso dei licenziamenti individuali il principio della giusta causa.

Da allora l’accordo del dicembre 1950 costituisce una bruciante mortificazione della borghesia italiana, che ritorna ricorrente ad agitarle il sonno e che da oltre cinquant’anni alimenta i suoi più reconditi sogni.

Aveva pensato che la sconfitta elettorale dell’aprile 1948 ed il sostegno attivo dell’imperialismo americano potevano ben costituire base rassicurante per reimporre la sua dittatura in fabbrica e spazzare via la democrazia in fabbrica, perché poi il punto vero di tale attacco era, ed è, esattamente questo: spazzare via la democrazia dalla fabbrica.

La classe operaia e l’intero popolo lavoratore aveva ben assimilato la lezione del fascismo, ossia che se in fabbrica regna la dittatura del padrone, se in fabbrica la democrazia è uccisa, la democrazia non può sopravvivere nel Paese. Essa nasce nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro e si alimenta di questa e da questa si propaga a tutta la società civile.

L’aveva ben assimilata e seppe dare la dura, immediata, possente risposta, tale da imporre alla Confindustria una disordinata e confusa ritirata ed una bruciante ed umiliante sconfitta.

La Confindustria questa volta si è sentita ben più sicura del 1950, la vittoria elettorale del centro destra, ha eccitato i suoi sogni, la presenza diretta, fisica di uno dei suoi al governo le ha fatto perdere qualsiasi prudenza e senso della realtà ed ha ritenuto di poter attuare la rivincita.
Attuare la rivincita per imporre in fabbrica la sua dittatura, per spazzare via la democrazia dalla fabbrica, fare piazza pulita con assemblee, incontri ed imporre un capovolgimento radicale delle relazioni industriali. La libertà di licenziamento è la libertà di mettere fuori chiunque non si adatti a tutti i ritmi e carichi di lavoro, a tutta la flessibilità dell’orario di lavoro: straordinario e orario flessibile – ma questo è l’esatto opposto del creare nuove possibilità di occupazione: ma voi provate a dirlo ai dotti e sapienti docenti ed accademici di economia politica!!. Libertà di licenziamento in realtà è la libertà del supersfruttamento, dello sfruttamento bestiale, in grado di sopperire all’assenza di ammodernamento degli impianti e dei processi produttivi: la vecchia storia della borghesia italiana: mentecatta ed accattona, altro che nuove possibilità di occupazione.

Ma la libertà di licenziamento è anche la libertà di licenziare quanti sono attivi sul piano sindacale e politico in fabbrica, quanti non si dimostrano duttili alle esigenze della produzione in sede elettorale La libertà di licenziamento è la libertà di spazzare via dalla fabbrica qualsiasi istanza di democrazia.

LA CONFINDUSTRIA CI RIPROVA INSOMMA!!

lunedì 11 marzo 2002

www.prolet.too.it

S. M. Ejzenstejn
14-03-02, 21:35
Confindustria ci riprova... ma non ha fatto i conti con milioni di cittadini, lavoratori/trici e padri/madri di famiglia che, in modo civile ma non per questo meno risoluto e determinato, la riporteranno coi piedi per terra.

Cristina
16-03-02, 19:25
Il fatto che Confindustria ci riprovi non mi scandalizza...
Rappresenta gli imprenditori, fa i loro interessi... quindi giustamente si attrezza e si comporta.
Quello che mi scandalizza, che mi lascia veramente con l'amaro in bocca è che il Presidente del coniglio sia succube di confindustria e se ne strabatta di quello che è il bene degli italiani. E che lo faccia, oltrettutto, cercando di venderci queste azioncine di favore a Confindustria come grandi progetti per dare lavoro agli italiani a e soprattutto ai giovani del sud...
mah... che vi devo dire....

Don chisciotte
16-03-02, 20:37
L'articolo 18 dello statuto dei lavoratori prevede che il giudice è tenuto a reintegrare il lavoratore licenziato senza giusta causa nelle aziende con più di15 DIPENDENTI.

La proposta del governo è relativa ad una "sperimentazione" per 4 anni in soli 3 casi:
1) per i lavoratori emersi dal nero;
2) per quei lavoratori la cui assunzione fa superare alle aziende la soglia dei 15 dipendenti;
3) per i lavoratori i cui contratti a tempo determinato siano trasformati in contratti a tempo indeterminato, ma solo per le regioni del Mezzogiorno.

I sindacati affermano che con l'art.18 è in gioco "un elemento di civiltà"...... mi spiegate perchè il sindacato non applica l'art. 18??
mi spiegate perchè il sindacato non si è mai indignato per questo???

Inoltre poichè l'obbligo di reintegro è previsto solo in Italia, Austria e Portogallo dovremmo allora considerare "incivili" le condizioni di tutti i lavoratori francesi, spagnoli, inglesi, tedeschi e svedesi, per i quali non è stata mai prevista la reintegrazione automatica in caso di licenziamento ingiustificato????

Inoltre mi sembra che proprio in Svezia il tasso di disoccupazione sia tra i più bassi, come lo spiegate??
Senza l'art. 18 non dovevano esserci licenziamenti di massa???? Ma dove li vedete!!!!!
La libertà di licenziare è prevista in Germania, Francia e Gran Bretagna, tutti governati da governi di sinistra.... I sindacati di quei paesi sono incivili o ignoranti????

Naturalmente voi "comunisti" non sapete fare altro che criticare senza proporre un bel niente perciò il popolo italiano vota per chi invece delle proposte le fà!!!!!!

S. M. Ejzenstejn
16-03-02, 22:29
Originally posted by Don chisciotte
L'articolo 18 dello statuto dei lavoratori prevede che il giudice è tenuto a reintegrare il lavoratore licenziato senza giusta causa nelle aziende con più di15 DIPENDENTI.

La proposta del governo è relativa ad una "sperimentazione" per 4 anni in soli 3 casi:
1) per i lavoratori emersi dal nero;
2) per quei lavoratori la cui assunzione fa superare alle aziende la soglia dei 15 dipendenti;
3) per i lavoratori i cui contratti a tempo determinato siano trasformati in contratti a tempo indeterminato, ma solo per le regioni del Mezzogiorno.

I sindacati affermano che con l'art.18 è in gioco "un elemento di civiltà"...... mi spiegate perchè il sindacato non applica l'art. 18??
mi spiegate perchè il sindacato non si è mai indignato per questo???

Inoltre poichè l'obbligo di reintegro è previsto solo in Italia, Austria e Portogallo dovremmo allora considerare "incivili" le condizioni di tutti i lavoratori francesi, spagnoli, inglesi, tedeschi e svedesi, per i quali non è stata mai prevista la reintegrazione automatica in caso di licenziamento ingiustificato????

Inoltre mi sembra che proprio in Svezia il tasso di disoccupazione sia tra i più bassi, come lo spiegate??
Senza l'art. 18 non dovevano esserci licenziamenti di massa???? Ma dove li vedete!!!!!
La libertà di licenziare è prevista in Germania, Francia e Gran Bretagna, tutti governati da governi di sinistra.... I sindacati di quei paesi sono incivili o ignoranti????

Naturalmente voi "comunisti" non sapete fare altro che criticare senza proporre un bel niente perciò il popolo italiano vota per chi invece delle proposte le fà!!!!!!

Se ti piace tanto l'estero, vai là a fare i copia&incolla.

Österreicher
16-03-02, 23:05
Originally posted by S. M. Ejzenstejn


Se ti piace tanto l'estero, vai là a fare i copia&incolla.

Perché discrimini sui copia&incolla? Alcuni ti vanno bene ed altri no?

Provate a rispondere e contestare punto per punto quanto affermato da Don Chisciotte e girate la sua innocente domanda ai vostri cari sindacalisti: perché i sindacati non applicano l'articolo 18??? :confused: :confused: :confused:

Ghost Rider
16-03-02, 23:15
Originally posted by Österreicher


Perché discrimini sui copia&incolla? Alcuni ti vanno bene ed altri no?

Provate a rispondere e contestare punto per punto quanto affermato da Don Chisciotte e girate la sua innocente domanda ai vostri cari sindacalisti: perché i sindacati non applicano l'articolo 18??? :confused: :confused: :confused:

DIFENDI I SINDACALISTI? O DON CHISCIOTTE?

http://www.students.cs.uu.nl/~pschutte/pics/art/grider8.jpg

Cristina
17-03-02, 14:06
Originally posted by Österreicher


Perché discrimini sui copia&incolla? Alcuni ti vanno bene ed altri no?

Provate a rispondere e contestare punto per punto quanto affermato da Don Chisciotte e girate la sua innocente domanda ai vostri cari sindacalisti: perché i sindacati non applicano l'articolo 18??? :confused: :confused: :confused:

Mi consta che i sindacati abbiano chiesto di applicare l'articolo 18 anche a loro... Forse sei disinformato.
Quando si scelse di non applicarlo per i partiti, i sindacati, le associazioni eclesiastiche, lo si fece ritendendo che coloro che si impegnavano in questo genere di attività non fossero spinto dalla necessità di lavorare ma da un ideale o una idea.. e che quindi non corressero il rischio di essere sottoposti al licenziamento senza giusta causa.... Ma così facendo, ed è quello che dice ultimamente il sindacato, non si è tenuto conto del personale tecnico o affiliato, ma solo del pesonale, come dire, politico....
Sapete che questa cantilena del ''VOI NON SAPETE PROPORRE MA SOLO CRITICARE'' sta cominciando a diventare ridicola?
Perchè invece che ripetere a vanvera le parole del signor B non provate a leggere anche quello che dicono gli altri.
Quanto all'oggetto del contendere.. mi pareva di essere stata molto chiara rispetto al perchè non mi va che l'articolo 18 venga sospeso per alcune categorie di lavoratori..
Oppure non avete letto il mio post e continuate a ripetere come strani pappagalli ossessionati quello che vi dice il leader maximo?
Quanto agli altri paesi: ognuno di essi ha una diversa storia che lo ha portato ad avere differenti garanzie. Non ci si può limitare all'esame di una soltanto. Se esame deve essere che sia su tutto il sistema....
E poi, siete o non siete per una omogeizzazione di tutti i sistemi europei?
Perchè se lo siete dovete accettare anche quelli che fanno venire il mal di pancia ai vosti ministri e al signor b. come per esempio, il mandato di cattura europeo... e tutte le norme sulla giustizia...
Decidete... sapete, non si può mica avere tutto...
Questo lo pensa il VOSTRO presidente del coniglio... ma aimè per lui .. non è vero.....:rolleyes:

Österreicher
17-03-02, 16:30
Cara "coniglia", probabilmente hai ragione. I grandi sindacati fanno uso indiscriminato del lavoro non regolare o lavoro nero. Come dimenticare il trattamento di quel giovane dipendente calabrese della Cgil, che faceva il tuttofare, salvo poi vedersi ingiustamente invitato a non tornare più sul luogo del delitto. Nemmeno Striscia la Notizia riuscì a farlo regolarizzare, visto che quello di Cofferati fu un intervento da vero attore.

Cristina
17-03-02, 20:21
Originally posted by Österreicher
Cara "coniglia", probabilmente hai ragione. I grandi sindacati fanno uso indiscriminato del lavoro non regolare o lavoro nero. Come dimenticare il trattamento di quel giovane dipendente calabrese della Cgil, che faceva il tuttofare, salvo poi vedersi ingiustamente invitato a non tornare più sul luogo del delitto. Nemmeno Striscia la Notizia riuscì a farlo regolarizzare, visto che quello di Cofferati fu un intervento da vero attore.
E voi volete che il paese si riempia di giovani e anziani (già perchè questa sospensione dell'articolo 18 si applica a chiunque venga assunto ex novo...) come quel giovane calabrese?
Vedo che come al solito tu non rispondi nel merito.. ma ti limiti a fare esempi già citati dal signor b. presidente del coniglio.....
Ma non ragionate mai con la vostra di teste?
P.s
Io non mi offendo se mi chiami coniglia... So di non esserlo.. Io non ho votato il signor B. ;)