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pietro
14-03-02, 12:04
Notiziario del Campo Antimperialista .... 13 Marzo 2002

http://www.antiimperialista.com

1. ROMA 9 MARZO: GIOIA E RABBIA
un successo inatteso che chiede continuita'

2. IN IRAQ: PRIMA DELL'ATTACCO
Chiusa la lista dei partecipanti

3. GIU' LE MANI DAL MONDO
APPELLO DI CONVOCAZIONE DEL CAMPO 2002. Assisi, 3-10 agosto




1. ROMA 9 MARZO: GIOIA E RABBIA
un successo inatteso che chiede continuita'

Lo confessiamo. Non ci aspettavamo tanta gente. Il merito del grande successo della manifestazione di solidarieta' con l'Intifada, va agli organismi antimperialisti che, raccogliendo l'appello del Forum Palestina, formarono il 19 gennaio il Comitato promotore. Un successo talmente grande che ha gettato nella spazzatura le molteplici, pelose e sconcertanti manovre di chi, prima ha tentato di boicottare la manifestazione, e poi ha provato a mettere il classico "cappello" da ceto politico in nome di una piattaforma "pacifista", "nonviolenta", "equidistante" tra il sionismo genocida e la legittima autodifesa palestinese. Il loro fallimento e' stato a dir poco spettacolare, prova ne sia che si sono rifiutati di intervenire dal palco allestito a P.zza Navona. Per la prima volta dagli anni '70, una manifestazione di massa ha avuto un carattere antimperialista limpido e inequivoco. Buon segno. Molti tra i centomila compagni e compagne hanno disobbedito ai "disobbedienti", hanno sparato sul quartier generale del movimento No-New-Global, dando uno schiaffo alla sua supponenza settaria e allo spirito di parrocchia. La manifestazione e' stata infatti quanto mai unitaria, inclusiva e, quel che conta, autoconvocata davvero da una multiforme rete orizzontale di comitati territoriali, associazioni.
La gioia tuttavia fa a pugni con la rabbia. In queste ore l'esercito sionista sta scatenando contro le citta' palestinesi la piu' massiccia offensiva dall'inizio dell'Intifada. Nessuno puo' dunque mettersi il cuore in pace. La vicenda palestinese chiede una solidarieta' permanente, visto che Israele punta deliberatamente all'escalation, ad alzare il tiro, allo scopo di schiacciare la lotta di liberazione e di obbligare i palestinesi ad abbandonare le loro terre. Come dare continuita' all'onda del 9 marzo? E' stato fissato un incontro nazionale a Firenze attorno al 20 aprile. Ci auguriamo che questo incontro sia quanto piu' partecipato possibile. Potrebbe nascere una rete unitaria, un "Coordinamento 9 marzo". Si dovrebbero gettare le basi di un movimento contro la globalizzazione antimperialista che sia piu' avanzato di quello impaludatosi a Porto Alegre, dove, alle spalle di vuoti proclami massimalisti, e' passato un minimalismo che rivendica una razionalizzazione del capitalismo e concepisce il conflitto come leva per una filantropica concertazione neocorporativa a scala planetaria.

2. IN IRAQ: PRIMA DELL'ATTACCO
Chiusa la lista dei partecipanti

Secondo i media made in USA il Pentagono avrebbe gia' approntato il piano per un nuovo attacco in grande stile all'Iraq. Il pretesto e' la lotta ai regimi che possiedono armi di sterminio di massa. E' quella che Bush definisce la "seconda tappa" della guerra al terrorismo. Tutti i movimenti antimperialisti e anticapitalisti sono chiamati a dare una risposta forte. Non c'e' altra soluzione che costruire un movimento permanente contro la guerra permanente. In questa prospettiva il 24 marzo una delegazione promossa dal Campo Antimperialista si rechera' in Iraq, su invito di numerose associazioni popolari irachene.
A causa dei tempi strettissimi e di non poche difficolta' di caratatre logistico, abbiamo dovuto declinare alcune richieste di partecipazione a questa delegazione,

3. GIU' LE MANI DAL MONDO
APPELLO DI CONVOCAZIONE DEL CAMPO 2002. Assisi, 3-10 agosto

"E tuttavia io continuerò a chiamare
libertà la libertà,
assassinio l'assassinio,
colpa la colpa,
con l'ostinazione di un folle che scava
con le unghie il suo nome sul muro"
Lefkios Zafiriou


Colpiti nei loro simboli più sacri ‹la ricchezza smodata, l¹onnipotenza militare, il dispotismo invulnerabile‹ gli Stati Uniti d¹America, invece di fare un passo indietro, si sono gettati in una isterica escalation militare per rafforzare la loro supremazia mondiale. Bush ha messo in chiaro che l¹aggressione all¹Afganistan, dopo quella alla Jugoslavia, era solo un antipasto. La prossima vittima della sua megalomania imperialista sara' l'Iraq, paese gia' colpito e stremato da un embargo spietato e crudele. E dopo? Nella lista nera dell'Imperatore ci sono la Corea del Nord, l'Iran, la Somalia, Cuba, la Colombia. Qualsiasi paese che non sia disposto a diventare succube degli Stati Uniti, che non accetti di rinunciare alla sua sovranita' nazionale, deve essere spazzato via. La Palestina e¹ il luogo in cui convergono tutte le contraddizioni esplosive del "nuovo ordine mondiale". Israele è infatti il simbolo della ingiustizia assoluta, dell'illegalita' eretta a sistema, della guerra di sterminio come consuetudine, della violazione razzista dei piu' elementari diritti dell'uomo. Il tutto con l'appoggio pieno degli USA e tra l'indifferenza della cosiddetta "comunita' internazionale". Finche' la Palestina non sara' libera tutto il mondo restera' in schiavitu'.

Siamo gia¹ dentro una guerra mondiale, sistemica, ininterrotta. L'obbiettivo finale e' chiaro. Essendo la globalizzazione capitalista un sistema che produce caos e conflitti (Afganistan), che accresce ingiustizie e diseguaglianze (Argentina), gli USA ritengono che la sola maniera per restare al comando, sia rinsaldare le catene con cui tengono soggiogata l'umanita'. Essi puntano a diventare il primo Impero unico mondiale della storia, un sistema piramidale totalitario in cui la Casa Bianca sia sede del governo centrale con tutt'attorno una serie di alleati-satelliti a cui demandare, di volta in volta, la difesa delle frontiere minacciate o di schiacciare ogni opposizione. Siamo giunti al punto che Bush ha stilato un elenco di ben 70 organizzazioni mondiali considerate terroriste e da perseguitare con ogni mezzo. Buona parte di queste sono forze di liberazione nazionale, movimenti guerriglieri con un appoggio di massa, associazioni comuniste o islamiche colpevoli solo di contrastare l'arroganza statunitense. L'Imperatore si e' arrogato il diritto di colpirle come vuole, quando vuole, dove vuole, E siccome non possiamo farci intimorire, anche quest'anno noi inviteremo questi movimenti al nostro Campo, e tutti potranno sentire la loro voce, sapere la verita'.

Siamo davanti ad un colossale piano di destabilizzazione terroristica del pianeta. Bush pone tutta l'umanita' davanti ad un bivio: fermare con la lotta questo disegno paranoico o assecondarlo, combattere per liberta' o accettare la tirannia. Affermando perentoriamente che "chi non sta con noi e' contro di noi", gli USA obbligano ognuno a scegliere: o dalla parte del dispotismo imperialista o dall¹altra. In mezzo non c'e' posto. Chi si schiera con la dittatura puo' limitarsi a chiudere gli occhi, a far finta di non sentire le grida di dolore che giungono da tutti gli angoli del mondo. Chi invece consideri inammissibile lasciare le sorti dell¹umanita¹ in mano al Dottor Stranamore deve avere il coraggio di sostenere la lotta di liberazione dei popoli oppressi, quali che siano siano i metodi coi quali essa si manifesta.

Allo scopo di soffocare ogni voce di dissenso, Bush non ha esitato ad attribuirsi poteri dittatoriali. Negli USA chiunque osi appoggiare la lota di liberazione dei popoli oppressi è inquisito come terrorista, considerato una spia del nemico, perseguitato e infine incarcerato. Gli alleati degli USA, tra cui l' Europa, applicano con zelo questo teorema, adottando legislazioni poliziesche e repressive che trasformano i cittadini in sudditi senza voce e la democrazia in oligarchia. Se la globalizzazione ha gettato l'umanità nello stesso vortice, l'imperialismo sta abbattendo il muro che separava le lotte nel Nord e nel Sud del mondo. La battaglia è la stessa, ovunque sono in gioco la liberta', la democrazia, la possibilita' di un futuro di fratellanza e giustizia ed eguaglianza sociale.
Mai come adesso e' stato importante superare vecchie divisioni, unire le forze antimperialiste, le organizzazioni dei lavoratori, i movimenti di lotta del Forum sociale mondiale. Non per "democratizzare" la globalizzazione ma per farla finita con l'imperialismo.
Un altro mondo e' possibile.
Umanizzare il capitalismo no!

3 marzo 2002