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Visualizza Versione Completa : Quali sono le cause del conflitto israelo-palestinese ?



Il Condor
15-03-02, 15:26
Perche' israeliani e palestinesi stanno combattendo questa guerra ?

Per il territorio, nel senso che gli ebrei cercano di espandersi per avere la terra dove far affluire i nuovi immigrati e i palestinesi non vogliono lasciare la terra dove hanno vissuto per secoli ?

Oppure un motivo economico, nel senso che gli arabi sono invidiosi della ricchezza di Israele e si sentono defraudati dell'acqua, delle case, ecc da parte di Israele ?

Oppure religioso, cioe' entrambi vogliono il controllo dei luoghi sacri delle loro religioni e gli islamici vogliono espandere i confini della propria religione come ha insegnato il Profeta ?

Oppure per altri motivi (prego specificare) ?

Il Condor
15-03-02, 15:35
Per me sicuramente cause religiose. Gli islamici non possono convivere pacificamente con gli "infedeli" e lo scopo principale della loro vita e' convertire gli "infedeli" ed espandere la loro religione.

Per questo credo che nella regione non ci sara' mai pace (come nelle altre regioni di confine, tipo Pakistan-India, Sudan meridionale, Cecenia, ex Yugoslavia, ecc), a meno di distruggere definitivamente lo stato di Israele. E anche in quel caso i pacifisti non si illudano: l'attacco si concentrerebbe sul territorio successivo, cioe' Cipro e poi l'Europa sud-orientale).

Il Condor
15-03-02, 15:41
Originally posted by cciappas
tutte queste.
Perchè gli ebrei, in quanto popolo eletto, se non rompono le scatole a qualcuno non sanno vivere.

Gli ebrei sono sempre stati aggrediti. Quando non sono aggrediti, non solo convivono in pace con altre comunita', ma portano anche tanta ricchezza e forza a chi li ospita.

A me si riempie il cuore di gioia pensando a personaggi come Einstein e Fermi che sono stati costretti a lasciare i loro paesi di origine per rifugiarsi negli Usa dove sono stati decisivi per dare a questo magnifico paese l'arma atomica, cioe' una enorme potenza, e poi questa arma e' stata usata per colpire a morte un alleato dei paesi che li avevano rifiutati: quando si dice la legge del contrappasso !

pietro
15-03-02, 17:35
Perche' i sionisti occupano con la forza e la prepotenza una terra che NON è la loro.

gribisi
15-03-02, 17:49
I motivi sono sia etnoreligiosi che economici e territoriali.
Si combatte per il territorio, l' acqua, per odio verso i diversi, i luoghi santi, ecc..
Tra questi motivi non so distinguere motivi "veri" e "di facciata" come spesso fanno i marxisti, perchè secondo me sono tutti motivi veri.
Ritengo però che i motivi ideologici abbiano qualcosa in più, in quanto sono quelli presenti ai primordi del conflitto, mentre espropri, espulsioni di massa e occupazione sono venuti dopo, aggiungendo alle cause ideologiche cause economiche.
In particolare i musulmani non concepiscono che gli infedeli possono avere la sovranità su terre che vengono considerate islamiche, perchè gli ebrei vi sono in maggioranza immigrati nel XIX e XX secolo.
Il non musulmano per loro può esistere solo se sottomesso ai musulmani, come dhimmi.
Inoltre non concepiscono come gli infedeli, compresi noi, possono essere più capaci di risolvere i problemi della vita e della produzione, nonostante il fatto che la religione vera è quella islamica.
Potete giurare che se gli immigrati in Palestina fossero stati arabi e musulmani anzichè ebrei, nulla di quello che è successo, dagli attacchi antisionisti del 1920-21 in poi, sarebbe mai successo.

benny3
15-03-02, 19:37
sottoscrivo il post precedente. bisogna inoltre dire che il confine fra i due paesi non e` solamente il confine fra due stati sovrani, almeno quando tutti e due lo saranno, ma e` anche e soprattutto un confine fra due sistemi, fra due mondi, quasi fra due epoche.
per questo che credo paradossalmente,subito dopo l`inizio dello stato palestinese, e dopo la costruzione del muro voluto da Yeshoshua, potrebbe essere fondamentale creare una specie di Unione doganale fra tutti i paesi dell`area. poiche` solo coinvolgendo tutti i paesi in un progetto comune di sviluppo si possono evitare ricadute belliche.questo e` pero ovviamente un progetto moooolto lontano. per adesso sara` gia` utile che non si ammazzino quotidianamente.

Jan Hus
15-03-02, 21:02
Non c'è dubbio, per me: il conflitto arabo-israeliano è, fondamentalmente, uno scontro fra nazionalismi; quindi, le cause del conflitto sono primariamente territoriali.

Su queste cause s'innesta una serie di altri aspetti che lo esasperano e lo aggrovigliano, al punto che io non credo che esso sarà mai risolto allo stesso modo in cui si sono risolte le controversie nazionalistiche in Europa, per esempio tra Francia e Germania, o tra Germania e Polonia, o tra Russia e Germania.

Per il resto, sottoscrivo pressoché completamente quanto ha scritto l'ottimo gribisi.

Roderigo
15-03-02, 21:24
Originally posted by gribisi
Potete giurare che se gli immigrati in Palestina fossero stati arabi e musulmani anzichè ebrei, nulla di quello che è successo, dagli attacchi antisionisti del 1920-21 in poi, sarebbe mai successo.
Dipende, se quegli immigrati avrebbero, oppure no, espropriato e allontanato la popolazione locale.

R.

Roderigo
15-03-02, 21:33
Originally posted by Il Condor
Perche' israeliani e palestinesi stanno combattendo questa guerra ?
Per il territorio, nel senso che gli ebrei cercano di espandersi per avere la terra dove far affluire i nuovi immigrati e i palestinesi non vogliono lasciare la terra dove hanno vissuto per secoli ?
Oppure un motivo economico, nel senso che gli arabi sono invidiosi della ricchezza di Israele e si sentono defraudati dell'acqua, delle case, ecc da parte di Israele ?
Oppure religioso, cioe' entrambi vogliono il controllo dei luoghi sacri delle loro religioni e gli islamici vogliono espandere i confini della propria religione come ha insegnato il Profeta ?
Oppure per altri motivi (prego specificare) ?
Sono veri tutti i motivi che hai citato. In particolare i primi due, anche se è soprattutto il terzo, il più capace di dare sostegno morale ad una lotta di popolo.
Tuttavia, bisogna dire che il conflitto israelo-palestinese non è solo una lunga sequenza di eventi. Ha le sue fasi e le sue biforcazioni. E non vi è stata sempre e solo guerra, vi sono stati anche periodi di pace, o di pace relativa.
Perciò sarebbe opportuno, se non precisare, almeno aggiungere una domanda. Perchè il conflitto riprende rovinosamente nel settembre del 2000? La mia risposta è che ciò è avvenuto, perchè Israele non è stata disposta a concludere il processo di pace iniziato ad Oslo con la concessione ai palestinesi di un effettivo stato sovrano e indipendente sui territori di Gaza, Gisgiordania e Gerusalemme est. Il governo laburista non è mai andato oltre la concessione di uno stato satellite para-coloniale, il Likud invece esclude l'indipendenza palestinese fin nel suo programma.

R.

Jan Hus
16-03-02, 01:36
Originally posted by Roderigo
il Likud invece esclude l'indipendenza palestinese fin nel suo programma.

Curioso come ciò che è scritto nel programma del Likud faccia premio, per Roderigo, sulle dichiarazioni di Sharon; il quale ha, in almeno un paio di occasioni, affermato di non essere contrario ad un secondo stato palestinese oltre alla Giordania.

Per sostenere la tesi secondo la quale il Likud sarebbe contrario ad un secondo stato palestinese, quindi, Roderigo cita il programma del Likud: il pezzo di carta, il documento.

Invece, il fatto che la Carta Nazionale Palestinese sia stata emendata solo nel 1996, anno più anno meno, non impedisce certo a Roderigo di sostenere, come ha fatto più volte, che gli arabi palestinesi abbiano riconosciuto il diritto di Israele ad esistere fin dal 1988 con la Dichiarazione di Algeri.

Due pesi e due misure: l'interpretazione di tutto quello che fanno e dicono gli arabi palestinesi è sempre la più benevola tra quelle possibili; l'interpretazione di tutto quello che Israele fa e dice è sempre la più malevola tra quelle possibili.

Jan Hus
16-03-02, 01:41
Originally posted by Roderigo
Perchè il conflitto riprende rovinosamente nel settembre del 2000? La mia risposta è che ciò è avvenuto, perchè Israele non è stata disposta a concludere il processo di pace iniziato ad Oslo con la concessione ai palestinesi di un effettivo stato sovrano e indipendente sui territori di Gaza, Gisgiordania e Gerusalemme est.

Questa risposta trascura i fatti essenziali: l'irrigidimento della posizione negoziale degli arabi palestinesi dopo il ritiro di Israele dal Libano meridionale, i piani di rivolta elaborati dall'ANP ancora prima di Camp David e rivelati da un ministro dell'ANP, le dichiarazioni di Arafat dopo il fallimento di Camp David con cui Arafat stesso affermava che gli arabi palestinesi si sarebbero presi con la forza ciò che non avevano ottenuto al tavolo delle trattative.

Un ben strano atteggiamento negoziale: "negoziamo, a condizione che il negoziato comporti l'accettazione delle nostre richieste".

Roderigo
16-03-02, 01:49
Originally posted by Jan Hus
Curioso come ciò che è scritto nel programma del Likud faccia premio, per Roderigo, sulle dichiarazioni di Sharon; il quale ha, in almeno un paio di occasioni, affermato di non essere contrario ad un secondo stato palestinese oltre alla Giordania.
Per sostenere la tesi secondo la quale il Likud sarebbe contrario ad un secondo stato palestinese, quindi, Roderigo cita il programma del Likud: il pezzo di carta, il documento.
Invece, il fatto che la Carta Nazionale Palestinese sia stata emendata solo nel 1996, anno più anno meno, non impedisce certo a Roderigo di sostenere, come ha fatto più volte, che gli arabi palestinesi abbiano riconosciuto il diritto di Israele ad esistere fin dal 1988 con la Dichiarazione di Algeri.
Due pesi e due misure: l'interpretazione di tutto quello che fanno e dicono gli arabi palestinesi è sempre la più benevola tra quelle possibili; l'interpretazione di tutto quello che Israele fa e dice è sempre la più malevola tra quelle possibili.
Il programma del Likud non è solo un pezzo di carta. E' stato anche e soprattutto una pratica di governo. E di opposizione. Di opposizione al processo di pace ed agli accordi di Oslo.
L'attuale proposta di Sharon (stato palestinese sul 40 della Cisgiordania - il 40% di un quinto della Palestina), è soltanto una provocazione. E nessuno la considera come una seria base per rilanciare il processo di pace. Obiettivo che non interessa la destra israeliana.

Anche la Dichiarazione di Algeri, con cui l'Olp riconosceva tutte le risoluzioni dell'Onu, era un pezzo di carta. Ma è stato seguito da atti politici conseguenti, passando per Madrid ed Oslo, e giungendo fino all'emendamento della Carta nazionale palestinese nel novembre 1998.

R.

Roderigo
16-03-02, 02:05
Originally posted by Jan Hus
Questa risposta trascura i fatti essenziali: l'irrigidimento della posizione negoziale degli arabi palestinesi dopo il ritiro di Israele dal Libano meridionale, i piani di rivolta elaborati dall'ANP ancora prima di Camp David e rivelati da un ministro dell'ANP, le dichiarazioni di Arafat dopo il fallimento di Camp David con cui Arafat stesso affermava che gli arabi palestinesi si sarebbero presi con la forza ciò che non avevano ottenuto al tavolo delle trattative.
Un ben strano atteggiamento negoziale: "negoziamo, a condizione che il negoziato comporti l'accettazione delle nostre richieste".
Il terrorismo degli hezbollah ha liberato il Libano meridionale dall'occupazione israeliana. Il negoziato invece non ha liberato Gaza e la Cisgiordania. Si può pretendere che i palestinesi, che continuano a subire l'occupazione, non si accorgano di questa differenza?

Non è vero però, che dopo il ritiro dal Libano, vi sia stato un irrigidimento negoziale da parte palestinese. L'Olp ha sempre inteso la conclusione del processo di pace come l'applicazione della risoluzione dell'ONU 242. Gli israeliani no. Quella risoluzione era già un compromesso. Gli israeliani hanno voluto fare un ulteriore compromesso sulla sua interpretazione, per poi fare altri compromessi sulla sua applicazione. Il compromesso sul compromesso sul compromesso. Questa è sempre stata la flessibilità negoziale israeliana. Ma non poteva durare in eterno. Di certo non poteva superare lo scoglio dello status finale della Palestina.

Israele fece un grave errore nel 1993 a non cercare subito un accordo definitivo che prevedesse l'indipendenza palestinese.

Per quanto riguarda le accuse israeliane su "presunti piani di rivolta dell'Anp" preparati in seguito al fallimento di Camp David, esse si riferiscono ad un discorso tenuto dal ministro delle poste palestinese in Libano. Le affermazioni attribuite sono state ufficialmente smentite dal ministro e il governo israeliano non è mai stato in grado di fornire prove serie a sostegno delle sue accuse.

R.

Jan Hus
16-03-02, 02:15
Originally posted by Roderigo
Il programma del Likud non è solo un pezzo di carta. E' stato anche e soprattutto una pratica di governo. E di opposizione. Di opposizione al processo di pace ed agli accordi di Oslo.
L'attuale proposta di Sharon (stato palestinese sul 40 della Cisgiordania - il 40% di un quinto della Palestina), è soltanto una provocazione. E nessuno la considera come una seria base per rilanciare il processo di pace. Obiettivo che non interessa la destra israeliana.

Anche la Dichiarazione di Algeri, con cui l'Olp riconosceva tutte le risoluzioni dell'Onu, era un pezzo di carta. Ma è stato seguito da atti politici conseguenti, passando per Madrid ed Oslo, e giungendo fino all'emendamento della Carta nazionale palestinese nel novembre 1998.

Neanche la Carta Nazionale Palestinese è un pezzo di carta.

Stai soltanto ribadendo cose che hai già affermato.

Non stai spiegando perché i "pezzi di carta" israeliani abbiano un valore e quelli arabi palestinesi no, a seconda delle tue convenienze; né perchè le parole degli israeliani abbiano un valore e quelle degli arabi palestinesi no.

Jan Hus
16-03-02, 02:30
Originally posted by Roderigo
Il terrorismo degli hezbollah ha liberato il Libano meridionale dall'occupazione israeliana.

Occupazione che, alla luce dei fatti, era quanto mai giusitificata, visto che il territorio libanese continua a fungere da base per azioni contro Israele anche dopo il ritiro.


Originally posted by Roderigo
Il negoziato invece non ha liberato Gaza e la Cisgiordania.

L'ANP non è stata l'IRA; non ha proclamato una tregua per poi rispettarla e portarla al disarmo, sua logica conseguenza.

L'ANP ha negoziato con una mano e tollerato il terrorismo, quando non l'ha incitato, dall'altra.

E mal gliene è incolto, fra l'altro: considerato che fu proprio una recrudescenza di attentati terroristici partiti dalle basi dei territori autonomi e tollerati, quando non addirittura incoraggiati, dall'ANP, a far perdere Perse dopo l'assassinio di Rabin.

Comunque, se è vero che il negoziato non ha liberato la Striscia di Gaza e la Cisgiordania, è anche vero che la bellicosità (verbale, perchè nei fatti i combattenti arabi palestinesi si sono sempre dimostrati molto codardi), è anche vero che è stato il rifiuto pluridecennale del negoziato a ridurre gli arabi palestinesi nelle condizioni attuali.


Originally posted by Roderigo
Si può pretendere che i palestinesi, che continuano a subire l'occupazione, non si accorgano di questa differenza?

E si può pretendere che gli israeliani non si accorgano del fatto che, dopo il 1967, un'aggressione militare dal lato della Cisgiordania è diventata impraticabile?

O che gli arabi palestinesi sembrano capire solo (non anche) il linguaggio della forza?

O che gli israeliani non sappiano che la situazione ha cominciato a degenerare oltre misura proprio con iul ritiro dal Libano?


Originally posted by Roderigo
Non è vero però, che dopo il ritiro dal Libano, vi sia stato un irrigidimento negoziale da parte palestinese. L'Olp ha sempre inteso la conclusione del processo di pace come l'applicazione della risoluzione dell'ONU 242. Gli israeliani no. Quella risoluzione era già un compromesso. Gli israeliani hanno voluto fare un ulteriore compromesso sulla sua interpretazione, per poi fare altri compromessi sulla sua applicazione. Il compromesso sul compromesso sul compromesso. Questa è sempre stata la flessibilità negoziale israeliana. Ma non poteva durare in eterno. Di certo non poteva superare lo scoglio dello status finale della Palestina.

Non si capisce di quali "ulteriori compromessi" parli.

La risoluzione 242 impone un negoziato, non il ritiro unilaterale e incondizionato di Israele dalla Cisgiordania e dalla Striscia di Gaza.


Originally posted by Roderigo
Israele fece un grave errore nel 1993 a non cercare subito un accordo definitivo che prevedesse l'indipendenza palestinese.

Direi che, invece, in retrospettiva fece benissimo.


Originally posted by Roderigo
Per quanto riguarda le accuse israeliane su "presunti piani di rivolta dell'Anp" preparati in seguito al fallimento di Camp David, esse si riferiscono ad un discorso tenuto dal ministro delle poste palestinese in Libano. Le affermazioni attribuite sono state ufficialmente smentite dal ministro e il governo israeliano non è mai stato in grado di fornire prove serie a sostegno delle sue accuse.

Le affermazioni saranno state pure smentite, ma sono state fatte.

Proprio stasera il portavoce del ministero degli esteri di Israele Stulman, da Santoro, si è offerto di mettere a disposizione il discorso della televisione italiana.

Goku
16-03-02, 11:49
Originally posted by Jan Hus


Questa risposta trascura i fatti essenziali: l'irrigidimento della posizione negoziale degli arabi palestinesi dopo il ritiro di Israele dal Libano meridionale, i piani di rivolta elaborati dall'ANP ancora prima di Camp David e rivelati da un ministro dell'ANP, le dichiarazioni di Arafat dopo il fallimento di Camp David con cui Arafat stesso affermava che gli arabi palestinesi si sarebbero presi con la forza ciò che non avevano ottenuto al tavolo delle trattative.

Un ben strano atteggiamento negoziale: "negoziamo, a condizione che il negoziato comporti l'accettazione delle nostre richieste".
_____________________________________

...sono perfettamente d'accordo con Lei.

Una breve,piccola precisazione:l'articolo della Carta Nazionale palestinese che promuoveva la lotta armata ad oltranza come unico metodo da perseguire per ottenere l'autodeterminazione palestinese,fu emendato solo nel dicembre del 1998,durante una sessione plenaria del Consiglio Legislativo palestinese a Gaza,cui assistette anche l'allora presidente USA Clinton,in visita ufficiale in M.O.

Tuttavia,le milizie armate come "Tanzim" e la "Brigata Martiri di Al-Aqsa",emanazioni dirette della "moderata" ANP (più precisamente di al-Fatah,il partito fondato e presieduto da Arafat stesso,componente maggiorotario dell'ANP),non hanno mai cessato di operare attacchi terroristici contro la popolazione civile israeliana,che hanno invece intensificato dallo scoppio (fine settembre 2000) della cosidetta "II° Intifadah",stabilendo addirittura una inquietante sinergia operativa e logistica con le cellule integraliste di Hamas e Jihad Islamica.

Cordiali saluti

DEBORAH
16-03-02, 12:32
Originally posted by Goku

_____________________________________

...sono perfettamente d'accordo con Lei.

Una breve,piccola precisazione:l'articolo della Carta Nazionale palestinese che promuoveva la lotta armata ad oltranza come unico metodo da perseguire per ottenere l'autodeterminazione palestinese,fu emendato solo nel dicembre del 1998,durante una sessione plenaria del Consiglio Legislativo palestinese a Gaza,cui assistette anche l'allora presidente USA Clinton,in visita ufficiale in M.O.

Tuttavia,le milizie armate come "Tanzim" e la "Brigata Martiri di Al-Aqsa",emanazioni dirette della "moderata" ANP (più precisamente di al-Fatah,il partito fondato e presieduto da Arafat stesso,componente maggiorotario dell'ANP),non hanno mai cessato di operare attacchi terroristici contro la popolazione civile israeliana,che hanno invece intensificato dallo scoppio (fine settembre 2000) della cosidetta "II° Intifadah",stabilendo addirittura una inquietante sinergia operativa e logistica con le cellule integraliste di Hamas e Jihad Islamica.

Cordiali saluti


Gli articoli della carte palestinese che prevedono la distruzione di Israele non fu mai emendata. Fu tutto un bluff in occasione della visita di Clinton. In quell'occasione la nuova Carta fu scritta senza tali articoli ma DEVE ANCORA ESSERE APPROVATA.
La Vecchia carta, con tutte le promesse di distruzione dell'-entita' sionista- , il nemico sionista, lo stato di israele, e' tutt'ora in vigore. saluti deborah

DEBORAH
16-03-02, 12:40
Originally posted by gribisi
I motivi sono sia etnoreligiosi che economici e territoriali.
Si combatte per il territorio, l' acqua, per odio verso i diversi, i luoghi santi, ecc..
Tra questi motivi non so distinguere motivi "veri" e "di facciata" come spesso fanno i marxisti, perchè secondo me sono tutti motivi veri.
Ritengo però che i motivi ideologici abbiano qualcosa in più, in quanto sono quelli presenti ai primordi del conflitto, mentre espropri, espulsioni di massa e occupazione sono venuti dopo, aggiungendo alle cause ideologiche cause economiche.
In particolare i musulmani non concepiscono che gli infedeli possono avere la sovranità su terre che vengono considerate islamiche, perchè gli ebrei vi sono in maggioranza immigrati nel XIX e XX secolo.
Il non musulmano per loro può esistere solo se sottomesso ai musulmani, come dhimmi.
Inoltre non concepiscono come gli infedeli, compresi noi, possono essere più capaci di risolvere i problemi della vita e della produzione, nonostante il fatto che la religione vera è quella islamica.
Potete giurare che se gli immigrati in Palestina fossero stati arabi e musulmani anzichè ebrei, nulla di quello che è successo, dagli attacchi antisionisti del 1920-21 in poi, sarebbe mai successo.




"Potete giurare che se gli immigrati in Palestina fossero stati arabi e musulmani anzichè ebrei, nulla di quello che è successo, dagli attacchi antisionisti del 1920-21 in poi, sarebbe mai successo. "

Hai perfettamente ragione e ne e' una dimostrazione lampante la Giordania.
La Giordania non e' mai esistita nella storia delle nazioni. L'inghilterra la creo' per dare un paese da governare alla tribu' beduina degli Hashemiti scacciati dall'Arabia saudita.
La Giordania nacque nello stesso periodo di Israele, situata sulla regione geografica definita Palestina storica, ma nessuno si sogno' di protestare ne' fra gli arabi , ne' nel mondo occidentale.
Di chi era la terra su cui nacque la Giordania?
Nessuno lo sa , tutti sanno pero' che la terra su cui nacque Israele era dei "palestinesi" . Si invento' addirittura un popolo per contrastare Israele.

gribisi
16-03-02, 23:50
Originally posted by Roderigo

Dipende, se quegli immigrati avrebbero, oppure no, espropriato e allontanato la popolazione locale.

R. Gli immigrati in questione non avrebbero espropriato nessuno (non lo fecero nemmeno i sionisti) ma avrebbero comprato la terra.
Essendo etnicamente come la popolazione preesistente, il conflitto non ci sarebbe stato o tutt' al più sarebbe stato percepito, da qualche raro comunista locale, come un conflitto di classe.
Niente a che vedere con l' Inferno che è effettivamente successo.

Roderigo
17-03-02, 00:02
Originally posted by gribisi
Gli immigrati in questione non avrebbero espropriato nessuno (non lo fecero nemmeno i sionisti) ma avrebbero comprato la terra.
Essendo etnicamente come la popolazione preesistente, il conflitto non ci sarebbe stato o tutt' al più sarebbe stato percepito, da qualche raro comunista locale, come un conflitto di classe.
Niente a che vedere con l' Inferno che è effettivamente successo.
Scusa, se non ricordo male, tu stesso sulla questione della terra comprata, tempo fa polemizzavi con Deborah. Non facciamo della storiografia ufficiale israeliana, una storia universalmente accettata. I sionisti hanno comprato parte della terra, parte l'hanno espropriata, parte l'hanno ottenuta illegalmente aggirando le leggi locali, corrompendo i funzionari ottomani, parte l'hanno ottenuta espropriando quella comune, parte l'hanno acquistata dai latifondisti cacciando poi i fittavoli, parte l'hanno acquisita con diatribe di confine. Insomma, non si può negare che la storia del sionismo precedente alla costituzione dello stato di Israele, e anche successiva, è una storia di epropriazioni.

Esistono al modo altri conflitti simili, più o meno, altrettanto gravi. Due li abbiamo visti di recente: quello serbo-kosovaro, e quello turco-kurdo. Qui non vi sono coinvolte questioni religiose, eppure non hanno mantenuto una dimensione nè locale, nè particolarmente circoscritta, sul piano dell'intensità del conflitto.

R.

gribisi
17-03-02, 01:21
Originally posted by Roderigo

Scusa, se non ricordo male, tu stesso sulla questione della terra comprata, tempo fa polemizzavi con Deborah. Non facciamo della storiografia ufficiale israeliana, una storia universalmente accettata. I sionisti hanno comprato parte della terra, parte l'hanno espropriata, parte l'hanno ottenuta illegalmente aggirando le leggi locali, corrompendo i funzionari ottomani, parte l'hanno ottenuta espropriando quella comune, parte l'hanno acquistata dai latifondisti cacciando poi i fittavoli, parte l'hanno acquisita con diatribe di confine. Insomma, non si può negare che la storia del sionismo precedente alla costituzione dello stato di Israele, e anche successiva, è una storia di epropriazioni.

Esistono al modo altri conflitti simili, più o meno, altrettanto gravi. Due li abbiamo visti di recente: quello serbo-kosovaro, e quello turco-kurdo. Qui non vi sono coinvolte questioni religiose, eppure non hanno mantenuto una dimensione nè locale, nè particolarmente circoscritta, sul piano dell'intensità del conflitto.

R. Mi pare che veri espropri ci siano stati solo dopo la fondazione di Israele e la guerra del 1947-49, mentre io mi riferivo al periodo precedente.
Negli altri conflitti cui accenni, non ci sono questioni religiose ma ci sono questioni etniche.
Sembrerebbe che il più delle volte il fattore che spinge alla lotta è quello etnico e/o religioso, che eventualmente favorisce anche la percezione di disuguaglianze economiche, mentre raramente gente etnicamente simile combatte per mere questioni economiche.