brunik
15-03-02, 17:18
Il Presidente LDC nella morsa del complotto farmacista: i "poteri forti" hanno assoldato, come già per la Signora Wanna Marchi, Carabinieri, Tapiri, Ulivisti e Gianni Letta. Avvoltoi cortigiani.
Grande dichiarazione dell'On. Vittorio Sgarbi, ribadita ieri in TV da Chiambretti: QUALCUNO SI DIVERTE A INFANGARE PROFESSIONALITA'. LA SIGNORA WANNA MARCHI, INGIUSTAMENTE PERSEGUITATA, E' UN MODELLO CULTURALE.
Sgarbi furioso
L'Ulivo chiede
le dimissioni
ROMA — Per il caso Telemarket finisce in croce Vittorio Sgarbi (nella foto). Il sottosegretario ai Beni culturali, nel mirino per il suo ruolo di consulente d'arte della emittente di Corbelli, per l'intera giornata deve difendersi dagli assalti di 'Striscia la notizia' ma anche dagli attacchi in Parlamento e dalle voci che lo vorrebbero in via di siluramento da parte della presidenza del Consiglio.
«Non ci sto a diventare un nuovo caso Taormina», strilla Sgarbi. E replica con furia all'assalto di 'Striscia' che tenta di consegnargli un tapiro d'oro: scaglia per terra la statuetta che gli porge Jimmy Ghione, poi passa agli insulti: «Te lo metti in c... il tapiro». Il tutto finisce in onda nel tg satirico della sera, ma il critico d'arte prepara la contromossa televisiva: chiede ospitalità su RaiDue a Piero Chiambretti «per dimostrare che il caso Corbelli è stato montato, che qualcuno si diverte a infangare professionalità. Wanna Marchi è diventata un modello culturale».
Ma non si mobilitano solo Ricci e compagni. Alla Camera Ulivo e Rifondazione chiedono al ministro Urbani se il rapporto del suo vice con Telemarket «non leda in modo grave le funzioni stesse del Ministero». Anche qui Sgarbi corre a tamponare: «Destino vuole — detta alle agenzie — che la mia attività per Telemarket sia cessata da due mesi. Quelle che vanno in onda sono cassette registrate nel 2000». Intanto gira la voce che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, lo abbia invitato a dimettersi: «Letta? Non si è visto né sentito nessun Letta — smentisce lui —. Ma quali dimissioni?». A fine pomeriggio interviene Urbani: «Non ho discusso del caso Telemarket con Sgarbi — dice — Gliene parlerò se ci saranno gli estremi per farlo». Coinvolgimenti nella vicenda? «Deve chiarirlo Sgarbi. Cadiamo dalle nuvole. Ma ho parlato con il generale Conforti: non ha mai menzionato Sgarbi».
Il critico d'arte però ce l'ha anche con i carabinieri: «Gli uomini di Conforti non hanno competenza nell'inchiesta, si sono mossi su un terreno non loro». E, continuando a difendere Corbelli, difende se stesso. «Corbelli è onesto, ha venduto quadri assolutamente sicuri. E io non faccio nulla che non sia corretto, non c'è un solo quadro che non sia più che buono».
a. font.
LIBERTA' PER WANNA MARCHI, MODELLO CULTURALE DEL XXI SECOLO
LIBERTA' PER CORBELLI, MAGNATE DEL XXI SECOLO
CARABINIERI INCOMPETENTI E FARMACISTI
STRISCIA LA NOTIZIA FAZIOSI E FARMACISTI
LDC
IN WANNA WE TRUST
Grande dichiarazione dell'On. Vittorio Sgarbi, ribadita ieri in TV da Chiambretti: QUALCUNO SI DIVERTE A INFANGARE PROFESSIONALITA'. LA SIGNORA WANNA MARCHI, INGIUSTAMENTE PERSEGUITATA, E' UN MODELLO CULTURALE.
Sgarbi furioso
L'Ulivo chiede
le dimissioni
ROMA — Per il caso Telemarket finisce in croce Vittorio Sgarbi (nella foto). Il sottosegretario ai Beni culturali, nel mirino per il suo ruolo di consulente d'arte della emittente di Corbelli, per l'intera giornata deve difendersi dagli assalti di 'Striscia la notizia' ma anche dagli attacchi in Parlamento e dalle voci che lo vorrebbero in via di siluramento da parte della presidenza del Consiglio.
«Non ci sto a diventare un nuovo caso Taormina», strilla Sgarbi. E replica con furia all'assalto di 'Striscia' che tenta di consegnargli un tapiro d'oro: scaglia per terra la statuetta che gli porge Jimmy Ghione, poi passa agli insulti: «Te lo metti in c... il tapiro». Il tutto finisce in onda nel tg satirico della sera, ma il critico d'arte prepara la contromossa televisiva: chiede ospitalità su RaiDue a Piero Chiambretti «per dimostrare che il caso Corbelli è stato montato, che qualcuno si diverte a infangare professionalità. Wanna Marchi è diventata un modello culturale».
Ma non si mobilitano solo Ricci e compagni. Alla Camera Ulivo e Rifondazione chiedono al ministro Urbani se il rapporto del suo vice con Telemarket «non leda in modo grave le funzioni stesse del Ministero». Anche qui Sgarbi corre a tamponare: «Destino vuole — detta alle agenzie — che la mia attività per Telemarket sia cessata da due mesi. Quelle che vanno in onda sono cassette registrate nel 2000». Intanto gira la voce che il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, lo abbia invitato a dimettersi: «Letta? Non si è visto né sentito nessun Letta — smentisce lui —. Ma quali dimissioni?». A fine pomeriggio interviene Urbani: «Non ho discusso del caso Telemarket con Sgarbi — dice — Gliene parlerò se ci saranno gli estremi per farlo». Coinvolgimenti nella vicenda? «Deve chiarirlo Sgarbi. Cadiamo dalle nuvole. Ma ho parlato con il generale Conforti: non ha mai menzionato Sgarbi».
Il critico d'arte però ce l'ha anche con i carabinieri: «Gli uomini di Conforti non hanno competenza nell'inchiesta, si sono mossi su un terreno non loro». E, continuando a difendere Corbelli, difende se stesso. «Corbelli è onesto, ha venduto quadri assolutamente sicuri. E io non faccio nulla che non sia corretto, non c'è un solo quadro che non sia più che buono».
a. font.
LIBERTA' PER WANNA MARCHI, MODELLO CULTURALE DEL XXI SECOLO
LIBERTA' PER CORBELLI, MAGNATE DEL XXI SECOLO
CARABINIERI INCOMPETENTI E FARMACISTI
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LDC
IN WANNA WE TRUST