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nuvolarossa
15-03-02, 19:18
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Mercoledì 20 marzo: riunione dei Responsabili degli Uffici della D.N.

tratto dal sito web
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nuvolarossa
27-03-02, 19:04
Incontro di La Malfa, Nucara e Santoro con gli intellettuali e i professionisti cooptati nel Consiglio Nazionale

Si è svolta martedì 18 marzo, nella sede del Pri, l'incontro del segretario nazionale on. Nucara e del presidente del partito on., La Malfa e del capo della segreteria politica on. Santoro con gli intellettuali, managers, professionisti cooptati, su proposta della Direzione, nel Consiglio nazionale.

Prof.ssa Lilia Alberghina - Presidente Corso di Laurea in Biotecnologie Università di Milano-Bicocca

Prof. Tommaso Alibrandi - Presidente di Sezione del Consiglio di Stato

Prof. Roberto Balzani - Docente Storia Contemporanea Università di Bologna - Vice Presidente Associazione Mazziniana Italiana

Dr. Alberto Biscarini - Amm.re delegato della Fresnel S.p.A.

Prof. Piero Craveri - Ordinario di Storia Contemporanea - Napoli

Prof. Errico Cuozzo - Ordinario Storia Medioevale e Moderna - Napoli e Roma

On. Mario Di Bartolomei - Ex parlamentare PRI

Prof. Raffaele Feola - Ordinario di Scienze Politiche Università di Napoli

Prof. Tommaso Frosini - Ordinario di Diritto Costituzionale - Università di Sassari

Dr. Francesco Furchì - Presidente Associazione Magna Grecia - Torino

Dr. Massimo Giovannini - Primario Ospedaliero "Sandro Pertini" - Roma

Sig.ra Anita Garibaldi - Presidente Associazione "Mille donne per l'Italia" - Roma

Prof. Rocco Giordano - Responsabile Studi Economici del Centro Studi Sistema Trasporti - FIAT - Torino

Prof. Cesare Greco - Associato Cattedra Cardiochirurgia "La Sapienza" di Roma

Dr. Giacinto Grisolia - Direttore Generale Associazione Nazionale Costruttori - Campania

Prof. Antonio Jannazzo - Ordinario di Storia Contemporanea Università di Palermo

Prof.ssa Maria Teresa Lucarelli - Associata di Igiene Ambientale - Facoltà di Architettura di Reggio Calabria

Prof. Vincenzo Mazzei - Presidente UNCEM della Calabria

Prof. Ernesto Mazzetti - Professore di Geografia Politica Università di Napoli

Dr. Cirillo Orlandi - Presidente di ASSITERMINAL - Esperto di sistemi portuali

Prof. Roberto Palumbo - Preside della Facoltà di Architettura Università "La Sapienza" - Roma

Prof. Guido Pozza - Pro-Rettore Università S. Raffaele - Milano

Dr. Gianni Serrelli - Ragioniere Generale dell'INAIL

Comm. Aldo Spinelli - Presidente della "Spinelli Group"


Il ringraziamento di Nucara

Nell'aprire i lavori della riunione Nucara, dopo aver ringraziato gli intervenuti per la loro adesione alla proposta di fare parte del Consiglio nazionale del partito, ha sottolineato che l'obiettivo della riunione è quello di avere contributi e proposte da discutere in apposite riunioni tematiche del consiglio nazionale stesso , vale a dire dell'organismo deputato a decidere la linea e le proposte politiche dei repubblicani.

Nucara ha messo in luce che questo impegno si svolgerà in piena autonomia e in totale libertà, sia nella scelta dei temi che nei contenuti delle proposte. Il Pri- ha detto Nucara- è un partito che ha avuto da sempre un forte rapporto con gli intellettuali e con i rappresentanti del mondo delle professioni ma questo rapporto si è svolto senza alcun condizionamento perchè i repubblicani non hanno mai subordinato i contributi culturali alle scelte politiche del partito.

E' stata sempre estranea nel Pri la figura dell'intellettuale organico, fiancheggiatore e garante delle diverse attività di partito, tipica della tradizione e della prassi marxista.

Questa linea aperta e libera caratterizzerà ancora il filo del rapporto che riprende oggi con il partito, dopo un periodo difficile che il Pri è riuscito a superare, mantenendo inalterata la sua fisionomia originaria e la sua cultura tradizionalmente minoritaria.

Il saluto di La Malfa

Il presidente del Pri Giorgio La Malfa ha salutato le personalità cooptate nel consiglio nazionale manifestando una grande soddisfazione per la ripresa di consensi del partito in ambienti intellettuali altamente qualificati.

La Malfa ha ricordato che "il Pri ha sempre avuto la capacità di rappresentare ed interpretare le esigenze di progresso e di sviluppo del Paese, trovando una intesa profonda con il mondo della cultura e dell'economia. E' stata una funzione quella che abbiamo esercitato per consentire libertà di espressione e stimoli di proposta ai settori più vitali e produttivi della società italiana, senza barriere ideologiche di sorta, convinti come siamo che la funzione di un partito democratico sia quella di confrontarsi e di collaborare nel solo interesse del Paese.

Per questo il Pri è sempre stato un punto di riferimento per gli ambienti più evoluti della società italiana e non ha mai rinunciato ad esserlo, arginando la pretesa della sinistra marxista di dirigere la cultura ed informarla secondo tesi precostituite e verità inconfutabili".

La Malfa ha anche constatato come la scelta di campo compiuta a Bari il gennaio scorso, "abbia aiutato a ridare interesse e speranza per il futuro del partito, che nell'alleanza dell'Ulivo appariva ormai come soffocato. Oggi la nuova maggioranza necessita più che mai del contribuito ideale e politico dei repubblicani, un contributo di qualità che consenta di dare uno slancio alla coalizione per realizzare quelle riforme di cui il Paese ha urgente bisogno e che il centrosinistra nella passata legislatura ha fallito.

E' un compito molto delicato e difficile il nostro che dovremo riuscire a compiere per mantenere alta la tradizione del Pri. Se vi riusciremo in futuro, come ci siamo riusciti in passato, sarà anche per il vostro contributo.

L'intervento di Santoro

Intervenendo alla riunione degli intellettuali e dei professionisti di area laica cooptati nel Consiglio Nazionale del PRI, il capo della Segreteria Politica on. Italico Santoro ha sottolineato come ruolo storico del mondo laico nel secondo dopoguerra sia stato quello di fare da argine all'egemonia culturale della sinistra. L'on. Santoro ha ricordato tra l'altro l'esempio offerto dal "Mondo" di Pannunzio e, sul terreno del meridionalismo, da "Nord e Sud" di Francesco Compagna.

Questo ruolo è ancora attuale, ha sottolineato Santoro. L'offensiva culturale della sinistra - preoccupata di perdere la sua egemonia nelle scuole, nelle università, nella ricerca - è particolarmente virulenta, fino a presentare l'Italia, come avviene nel Salone del libro a Parigi, come un paese autoritario, sull'orlo di una deriva fascista. Compito degli intellettuali di orientamento laico - e del PRI sul terreno politico - è quello di elaborare contenuti culturali e programmatici che possano contrastare con efficacia le impostazioni della sinistra: questo compito - ha concluso Santoro - potrà essere, anche in questa nuova collocazione politica, una peculiarità dei repubblicani.

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tratto dal sito web
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nuvolarossa
04-04-02, 21:47
Mercoledì 10 aprile alle ore 9.30 riunione della Direzione Nazionale nella sede di Corso Vittorio Emanuele, 326 - Roma

nuvolarossa
12-04-02, 00:04
Documento sulla politica interna approvato a maggioranza dalla Direzione Nazionale del PRI riunita a Roma il 10 aprile 2002

La Direzione, udita la relazione del segretario, on. Francesco Nucara, l'approva.

La D.N. sottolinea come la celebrazione dei Congressi abbia chiarito, sia nello schieramento di centro-destra che in quello di centro-sinistra, la linea di marcia delle rispettive componenti.

La D.N. sottolinea come la proposta emersa dal Congresso di Rifondazione comunista, puntando sull'esaltazione del ruolo dei movimenti "antagonisti", non abbia contribuito a rafforzare il ruolo di quella parte della sinistra, interessata ad elaborare posizioni e contenuti omogenei all'azione di una sinistra di governo.

La D.N evidenzia invece come nella Casa delle Libertà vada emergendo una forte spinta verso l'attuazione di una politica di riforme, quale momento fondamentale del processo di rinnovamento e di sviluppo della società italiana. In tale quadro il PRI sottolinea che rimane prioritario il problema del Mezzogiorno e delle misure tese a lottare contro ogni forma di criminalità organizzata. Appare pertanto indispensabile la realizzazione di quel processo di liberalizzazione del mercato del lavoro, che è indicato nel Libro Bianco predisposto dal Governo.

Il Pri auspica altresì che al centro di questo processo di riforme e di modernizzazione del Paese sia posto il tema strategico dell'istruzione e della ricerca.

Sulla base di tali priorità programmatiche la D.N impegna la Segreteria a ricercare momenti di confronto e di collegamento con le altre componenti della Casa delle Libertà.

Nella votazione si sono registrati n° 5 voti contrari.

Roma, 10 aprile 2002
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tratto dal sito web
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nuvolarossa
09-05-02, 17:29
Una "nuova" questione meridionale

La D. N. del Pri, nella riunione del 10 aprile ha posto al centro della sua iniziativa politica e programmatica il tema del Mezzogiorno e degli interventi necessari al suo rilancio.

Con l'esaurirsi dell'intervento straordinario e la chiusura della "Agenzia per la promozione dello sviluppo del Mezzogiorno" (ex Casmez) il tema del Mezzogiorno è andato progressivamente perdendo mordente sino a diventare marginale, non solo nell'iniziativa del Governo ma nell'impegno programmatico delle stesse forze politiche.

Oggi che nella Casa delle Libertà va emergendo una forte spinta verso l'attuazione di una politica di riforme, quale momento fondamentale del processo di sviluppo e di rinnovamento della società italiana, il Pri coerente con l'impegno meridionalista di Ugo La Malfa e Francesco Compagna, vuole aprire su questo tema un confronto serrato con le stesse forze di maggioranza.

Questa determinazione deriva dalla consapevolezza delle difficoltà in cui versano oggi, sia pure con gradazioni differenti, le regioni meridionali sul terreno dell'occupazione e dello sviluppo. Tali carenze sono dovute per i repubblicani in larghissima parte alle responsabilità di quelle forze politiche che con intenti e finalità diverse vollero negli anni '90 la fine dell'intervento straordinario e la chiusura della Agensud, senza che fosse messa a punto una strategia alternativa.

Tra queste forze ebbe un ruolo sicuramente preminente la Lega di Bossi, ma determinante fu il peso dell'iniziativa dell'allora Pds, che spinse a conseguenze estreme quella linea che negli anni '50 aveva portato il Pci ad opporsi all'istituzione della stessa Cassa del Mezzogiorno. E' di quegli anni la dura polemica culturale di Giorgio Amendola dalle pagine di "Cronache meridionali", la rivista del Pci, contro il meridionalismo laico e riformista di " Nord e Sud" di Francesco Compagna e con le proposte di autorevoli esponenti del mondo cattolico come Pasquale Saraceno.


Ma fu nel 1993, in occasione della chiusura dell'Agensud, che il Pds pensando di cogliere, senza rischi, i frutti elettorali di quell'operazione, non calcolò i danni rilevanti che una decisione dovuta, in larga parte, ad una forte pressione populista alimentata da un vento giustizialista, avrebbe apportato alla debole struttura produttiva del Sud.

Per comprendere quelle contraddizioni occorre ricordare che il meridionalismo del Pci era stato sempre piuttosto approssimativo, declamatorio e basato su un forte raccordo con la politica sindacale della C.G.I.L sempre impegnata, sin dagli anni del dopoguerra al miracolo economico, a tutelare principalmente gli interessi degli occupati delle regioni forti e sviluppate del Nord a scapito dei disoccupati e sottoccupati delle deboli regioni del Sud.

Quella scelta si rivelò pertanto nefasta per il Mezzogiorno, la cui peculiarità era stata sottolineata da una serie di grandi meridionalisti democratici che con analisi e proposte di respiro europeo, avevano fatto del Mezzogiorno una "questione nazionale", che poi perse rapidamente peso e incidenza.

Per questo i repubblicani vogliono oggi rimettere al centro dell'interesse del Governo e delle forze politiche di maggioranza la realizzazione di misure adeguate a far ripartire l'economia e lo sviluppo delle regioni meridionali.

La situazione del Sud non è quella di un tempo; e lo stesso panorama meridionale appare variegato e diversificato tra aree della stessa regione. Ma ci sono problemi che sono comuni e la cui risoluzione può diventare utile per l'intero mezzogiorno: primo fra tutti quello della sicurezza, che è la condizione preliminare per attivare nuovi investimenti.

Secondo i repubblicani, per il rilancio dell'economia meridionale restano cruciali due fronti: le varie forme di intervento pubblico e la riforma del mercato del lavoro. In questo quadro nuove misure volte alla liberalizzazione e ad una maggiore mobilità del mercato del lavoro, unite ad una seria riforma dei sostegni al credito, alla formazione e alla ricerca scientifica applicata favorirebbero la creazione di nuovi posti di lavoro e darebbero impulso a nuovi investimenti.

Il Pri, che ha presentato per le elezioni amministrative del 26 maggio un numero rilevante di liste con il simbolo dell'edera, collegate alla Casa delle Libertà e quasi tutte localizzate nel Mezzogiorno, ha messo questo tema al centro della sua campagna elettorale e dei suoi incontri con i cittadini.

Roma, 9 maggio 2002
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tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
30-05-02, 18:32
Convocata la Direzione Nazionale - Roma 4 giugno h. 10.30. Odg: esame risultati elettorali; convocazione Consiglio Nazionale
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tratto dal sito:
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nuvolarossa
04-06-02, 21:52
Le conclusioni della Direzione Nazionale del 4 giugno

La Direzione Nazionale del P.R.I., nell'approvare la relazione del segretario nazionale sui risultati ottenuti al 1° turno delle elezioni amministrative del 26/27 maggio, sottolinea il significativo avanzamento del P.R.I. sia per il numero delle liste presentate, sia per i voti riportati e le percentuali raggiunte e ribadisce come tali risultati siano stati conseguiti nel quadro dell'alleanza con le forze di centro-destra e di governo.

La Direzione Nazionale rileva in particolare come i positivi risultati ottenuti siano collocati in larga parte nelle regioni del Sud e siano frutto dell'impegno meridionalista del partito.

La Direzione Nazionale in vista del ballottaggio di domenica 9 giugno impegna quelle organizzazioni locali che al 1° turno hanno scelto di candidare sindaci repubblicani in liste autonome dell'Edera, di sostenere nel turno di domenica 9 giugno le coalizioni della Casa delle Libertà.

In questo quadro, esaminate le posizioni dei dirigenti locali di Piacenza e Carrara, ratifica la decisione assunta tempestivamente dalla Segreteria nazionale di sciogliere i relativi organismi locali e di nominare rispettivamente Commissari gli amici Lauro Biondi e Giorgio Medri.

Approva infine la proposta del Segretario di convocare il Consiglio Nazionale per fissare la data e l'o.d.g. del Congresso Nazionale.

Roma, 4 giugno 2002
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tratto dal sito web nazionale
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nuvolarossa
17-06-02, 21:23
La Direzione Nazionale é convocata d'urgenza Martedì 25 giugno alle ore 10.30 a Roma con il seguente Odg: Approvazione bilancio al 31/12/2001; Ratifiche e provvedimenti amministrativi vari; Varie ed eventuali.

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tratto dal sito
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nuvolarossa
25-06-02, 18:54
Il Consiglio Nazionale del Pri è convocato sabato 6 luglio 2002 presso il Centro Congressi Cavour, in Via Cavour n° 50/A alle ore 9.30 con il seguente Odg:
1) Definizione ordine del giorno 43° Congresso Nazionale;
2) Approvazione Regolamento congressuale;
3) Definizione data e sede del Congresso;
4) Varie ed eventuali

*Per un mero errore di battitura non é stato inserito all'ordine del giorno "Esame situazione politica". Pertanto l'odg del 06/07/2002 verrà integrato come sopra.

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tratto dal sito web del
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nuvolarossa
10-07-02, 20:34
Ordine del giorno sulla fecondazione assistita approvato all'unanimità dal Consiglio Nazionale del 6 luglio

Il Consiglio Nazionale del PRI riunito a Roma il 6 luglio 2002 considerato il voto della Camera dei Deputati sull'esame del progetto di legge riguardante la fecondazione assistita

constatato

che il testo approvato restringe la possibilità del ricorso alla fecondazione ed in particolare esclude la fecondazione eterologa,

preso atto

che questo esito è dovuto alla convergenza politica dei cattolici dell'uno e dell'altro schieramento

esprime

vivo disappunto per la scelta della Camera dei Deputati che colloca il paese in un clima controriformistico che oltretutto consentirà alle coppie che abbiano mezzi economici di ottenere all'estero ciò che all'interno è vietato

manifesta

la preoccupazione che conseguenza grave della legge sarà il blocco di fatto della ricerca scientifica nel campo della biogenetica e delle terapie che sono considerate oggi all'avanguardia, e che hanno come base l'utilizzo delle cellule staminali,

impegna

il PRI ad assumere in Parlamento posizioni chiare e puntuali e a riproporre la centralità del valore della ricerca scientifica e dello stato laico, temi che sono parte fondamentale della nostra cultura e dei nostri principi non derogabili.

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tratto dal sito web
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nuvolarossa
10-07-02, 20:40
Le conclusioni del Consiglio Nazionale

L'on. Francesco Nucara, Segretario Nazionale del PRI, ha confermato che in data 25/26/27 ottobre si terrà il Congresso Nazionale del partito.

Nella sua replica Francesco Nucara ha sottolineato la grande importanza del patto per l'Italia raggiunto tra il Governo e le forze sociali, a conferma della possibilità di realizzare le riforme con il metodo della concertazione quando la disponibilità al dialogo prevale sulle opposizioni pregiudiziali. Ha espresso pertanto apprezzamento verso la UIL e la CISL che hanno saputo cogliere i problemi reali dell'economia italiana nella difficile condizione internazionale e collocare nel loro ambito – e valorizzare con le soluzioni raggiunte – le esigenze del mondo del lavoro.

Ha sollecitato poi il governo a dare piena attuazione agli impegni assunti con il patto, con particolare riferimento alle iniziative verso il Mezzogiorno, ed a proseguire sulla linea della trattativa con quella parte del movimento sindacale che ha mostrato senso di responsabilità e volontà di risolvere concretamente i problemi del paese.

Alla luce di queste considerazioni – ha concluso Nucara – il PRI ritiene che uno spazio più ampio debbano avere, nell'ambito della maggioranza, quelle componenti che per la loro storia, per la loro collocazione interna e internazionale, per la loro capacità di analizzare e orientare società complesse come quella italiana, sono in grado di accentuare l'iniziativa riformatrice del governo.

Roma, 6 luglio 2002

nuvolarossa
14-07-02, 11:01
Relazione introduttiva del segretario Nucara al dibattito politico nel Consiglio Nazionale del 6 luglio

Cari amici,

questo Consiglio Nazionale è stato convocato per due ragioni. La prima per approvare gli adempimenti relativi alla celebrazione del Congresso, già deliberato dalla Direzione Nazionale per come prevede lo Statuto.

La seconda per svolgere un dibattito politico sui risultati elettorali e sugli ultimi avvenimenti che hanno interessato la situazione politica nazionale, la vita e le prospettive del governo in carica.

ESAME DEI RISULTATI ELETTORALI

Non vogliamo inoltrarci su cifre e dati, peraltro già discussi in Direzione Nazionale. Il PRI è tornato ad essere, con il turno elettorale del 26 maggio per come affermato sul Corriere della Sera "un partito a dimensione nazionale".

Da un esame approfondito di quei risultati elettorali possiamo ben affermare che c'è stato un successo significativo delle liste del PRI, il cui numero è raddoppiato rispetto a quello delle precedenti elezioni e con una cifra complessiva di voti passata da 13.653 a 21.888.

Come spesso ho sostenuto, dovevamo partire dal Mezzogiorno per dimostrare che il PRI ce la può fare ad esistere e ad avere un suo spazio politico ed elettorale.

Questo risultato conferma che il Mezzogiorno è l'area dove il partito può riprendere una sua espansione, come avvenne in Sicilia a cavallo degli anni '60/'70.

Anche nel centro abbiamo avuto buoni risultati: pensiamo ad Aprilia (quarta città del Lazio) e alla stessa Rieti dove è stata assorbita una miniscissione avvenuta in fase di formazione delle Liste.

Nel centro-nord, a parte Carrara, il Partito con il suo simbolo non è quasi esistito.

E' un problema serio che avremmo voluto affrontare subito, ma che dovrà invece esaminare e analizzare il gruppo dirigente che uscirà dal prossimo Congresso. Prima di chiudere questa parte permettete di esprimere i sensi della mia gratitudine personale e politica a tutti i candidati per il loro oneroso e disinteressato impegno nelle liste dell'Edera ed in particolare agli amici di Reggio Calabria per i lusinghieri risultati elettorali al Comune e alla Provincia dove il PRI ha raggiunto, allo stato, la più alta percentuale tra tutte le province italiane.

CE LA POSSIAMO FARE

Ci sono regioni dove i mezzi finanziari sono inesistenti e tutto viene lasciato all'entusiasmo, davvero travolgente di pochi amici che si battono con orgoglio, con determinazione, con convinzione, con capacità politica ed organizzativa, con amore verso il Partito Repubblicano Italiano e sottolineo Italiano.

PROPRIO PER QUESTA PASSIONE POSSIAMO FARCELA

Nel Mezzogiorno non abbiamo potenti organizzazioni collaterali che aiutano il PRI o i singoli repubblicani, non abbiamo strutture e sezioni di proprietà: abbiamo la consapevolezza di fare una battaglia comune a tutti i repubblicani per il bene del Paese e del Partito.

Le uniche note negative sono venute da Carrara e da Piacenza, dove per ragioni particolari era stata fatta una scelta di assoluta autonomia che non consentiva furbizie e riserve come quelle messe purtroppo in campo al turno di ballottaggio dai dirigenti locali del partito.

La decisione di commissariare Piacenza e Carrara va letta come l'affermazione del "carattere nazionale" del PRI e come difesa della coerenza strategica della sua linea politica.

Esamineremo in Direzione le relazioni dei commissari Medri e Biondi e prenderemo le determinazioni conseguenti.

Riguardo invece al "terremoto" di questa settimana che concerne la vicenda dell'ex Ministro dell'Interno Claudio Scajola concordiamo perfettamente con le espressioni di solidarietà ed apprezzamento che il Presidente del PRI ha espresso nei confronti del Ministro.

Siamo d'accordo con Giorgio La Malfa quando giudica Scajola "per serenità, impegno ed equilibrio uno dei migliori esponenti del governo".

I catastrofisti che si agitano scompostamente anche nel nostro partito, sono serviti. Avremmo voluto semmai che nel PRI ci fosse stato maggiore coraggio e determinazione quando un Ministro dell'Interno in visita ufficiale in Turchia veniva ripreso a ballare con le odalische, ridicolizzando il nostro paese in tutta Europa.

Invece lo stesso fu accolto con grande enfasi all'appuntamento annuale nella sezione repubblicana di S. Pietro in Vincoli alla festa dell' Uva, nonostante fosse da tempo fuori dal partito.

Non posso dire che il segretario nazionale in carica del PRI sia stato accolto con lo stesso calore nelle recenti visite a Ravenna e Cesena in occasione dei rispettivi Congressi.

SITUAZIONE POLITICA NAZIONALE

Berlusconi ha ancora una volta scelto una soluzione che lo ha fatto uscire da "mattatore" da una situazione politicamente difficile e per alcuni aspetti imbarazzante. Merito a lui e merito a Scajola e al suo senso dello Stato dimostrato nella vicenda. Tuttavia debbo dire che mi sarei aspettato una maggiore difesa del ministro da parte della maggioranza.

Non si abbandonano amici di lotte politiche al primo errore che essi possono aver compiuto. Li si difende pubblicamente.

Non vorrei che nell'attuale maggioranza si ripetessero gli errori del '92 con l'applicazione di quella logica perversa "tanto tocca a un altro che m'importa, anzi ne potrei trarre vantaggio".

Questo tipo di logica porterà effetti negativi per tutti: maggioranza e opposizione, come dimostra la storia di questo ultimo decennio.

A quanti pensano che l'azione dell'attuale segretario politico sia appannata dal doppio ruolo che egli esercita nel governo e nel partito vorrei ricordare che, come è tradizione dei repubblicani, un segretario che si lasciasse condizionare politicamente dalla sua presenza nel governo andrebbe rimosso subito: non deve rimanere nemmeno per gestire l'ordinaria amministrazione. E vorrei ricordare a qualche smemorato e a qualche "eterno" giovane che nel '91 ero al governo e in direzione non ebbi esitazione a votare per la crisi, rientrando al governo io e il PRI soltanto 10 anni dopo, nel giugno 2002.

Erano molti i repubblicani presenti in quel governo, ma fummo soltanto in due o tre a sostenere la tesi di Giorgio La Malfa di uscirne. La stessa cosa farei oggi, se se ne ravvisasse la necessità politica.

MA QUESTA NECESSITA' NON C'E'

Anzi ritengo che il nostro raccordo con la maggioranza vada consolidato e reso più organico rispetto a quello stabilito in occasione delle elezioni del 13 maggio 2001.

Abbiamo già approvato gli adempimenti congressuali: dirò qualche cosa sui motivi sostanziali che mi hanno spinto a proporre la celebrazione del Congresso.

Innanzitutto ricordo che il Congresso fu chiesto nel precedente Consiglio Nazionale dall'amico Saverio Collura che è un autorevole esponente della minoranza del PRI.

Tale richiesta fu sostenuta anche da Eugenio Fusignani, che è membro della Direzione, nella sua relazione scritta di segretario provinciale uscente al recente Congresso di Ravenna.

E' un film che abbiamo già visto nel '99: la minoranza chiede il Congresso, la maggioranza ne accetta la richiesta e il giorno dopo la stessa minoranza protesta perché non vuole più la celebrazione del Congresso che ha richiesto.

Siamo seri!

Devo dire però che accanto a questa motivazione, che ha un suo peso politico non indifferente, anche per la credibilità degli amici che hanno avanzato la richiesta del congresso, ce ne sono altre.

Bisogna rinvigorire l'attuale processo di crescita del partito con immissione di forze più giovani, nuove, conciliando l'impegno organizzativo di alcuni con lo spessore e l'esperienza politica di altri e con le capacità tecniche di supporto di altri ancora.

Abbiamo già iniziato questo cammino con la cooptazione nel Consiglio Nazionale di alcuni intellettuali e con il loro prezioso contributo andremo a ridefinire una serie di temi programmatici in grado di caratterizzare il partito degli anni futuri.

Inoltre bisogna rendere più snelli e più agili gli organismi, riducendo la pletoricità del Consiglio Nazionale e facendo della Direzione Nazionale un organismo che sia realmente esecutivo e operativo.

Bisogna quindi cambiare lo Statuto e approvare un nuovo regolamento amministrativo anche perché, nell'era di Internet, quelli di oggi assomigliano ambedue alle tavole di Mosè.

E su questo lavoro è necessario coinvolgere tutti, anche gli amici della minoranza, magari nominando una Commissione di garanzia, non tanto per il corretto svolgimento del congresso, quanto per avere il contributo di tutti a sostegno di quella trasparenza che ciascuno di noi vuole sugli atti degli altri, dando per acquisito, impropriamente, che "noi" siamo trasparenti.

Dobbiamo fare del PRI la riserva e la risorsa democratica di questo Paese per come testimonia la nostra storia.

Dobbiamo essere un partito con caratteristiche nuove perché nuova è la situazione in cui ci troviamo, perché la società sta cambiando, perché è cambiato il sistema elettorale.

E per far fronte ai nuovi impegni e a guidare questo processo è necessario un segretario che abbia avuto anche dal Congresso il mandato di salvaguardare le caratteristiche storiche del partito ed aprirlo contemporaneamente alle esigenze di novità e di modernizzazione che vengono dalla società.

CONCLUSIONI

Siamo un partito di tutti, di eguali come diceva Mazzini che tutti predicano ma nessuno legge:

"Per tal modo alla "società" è sostituito un aggregato d'individui, vincolati a mantenersi pacifici, ma devoti a fini particolari e liberi di scegliersi ciascuno la propria via, guidi o non guidi all'adempimento della missione comune.

Non è questo il nostro ideale. Né, per certo, a raggiungere l'ignobile, umorale massima "ciascuno per sé".

Ecco amici a cosa servirà il Congresso che celebreremo ad ottobre.

nuvolarossa
18-07-02, 00:49
Intervento di Widmer Valbonesi al Consiglio Nazionale del 6 luglio

Il consiglio nazionale del 06/07/2002 rappresenta uno snodo fondamentale nella vita del Pri ed è bene che tutti i repubblicani ne siano coscienti.

La decisione di celebrare un congresso straordinario non convince perché le motivazioni non sono chiare e perché il rischio vero è che il partito viva un'altra stagione di veleni e di divisioni interne, anziché una fase di elaborazione di un progetto politico e culturale quale quello che sarebbe necessario, vista l'incapacità dei poli di centro -destra e di centro- sinistra di rispondere ad una cultura di governo dell'interesse generale.

Il congresso dell'Emilia-Romagna rimane comunque un punto di riferimento per tutti i repubblicani che vogliono riprendere il respiro di un disegno strategico,che li renda protagonisti e non subalterni delle culture socialiste e popolari e prigionieri di logiche di schieramento.

Nel mio intervento al consiglio nazionale ho messo in evidenza il fatto che esistono forze intellettuali laiche repubblicane e liberal-democratiche che non si vogliono far omologare da un bipolarismo di sottopotere, che vanno organizzate politicamente con un progetto politico di terza via e di terza forza.

Sono il blocco sociale dei piccoli e medi imprenditori della società aperta, sono i professionisti che non hanno bisogno della raccomandazione o del protettorato politico, ma che chiedono che sia il merito a decidere delle responsabilità e delle carriere.

Sono quei lavoratori che, consapevoli dei loro diritti, hanno comunque a cuore una visione del governo del paese che ricomprenda anche le generazioni future, attraverso la concertazione dello sviluppo e del welfare.

Sono quei cittadini laici che non contestano il diritto dei cattolici di professare la loro fede e di comportarsi di conseguenza ma che non possono accettare la trasformazione dell'Italia da grande paese dell'Occidente, in cui la laicità dello stato è garantita dalla Costituzione repubblicana, ad un Paese confessionale in cui la Chiesa indirizza e scandisce i tempi delle libertà civili.

Sono coloro che credono nello stato di diritto e nelle regole, che non devono offrire margini di impunità o di privilegio a coloro che attraverso l'esercizio del governo credono di poter essere al di sopra della legge.

Sono coloro che vedono nell'esercizio di una funzione pubblica lo svolgimento di una funzione di responsabilità verso l'interesse generale e pretendono perciò da costoro comportamenti consoni al ruolo che ricoprono.

A tal proposito , non è accettabile che la vicenda che ha coinvolto il Ministro degli Interni Scaiola si concluda con una semplice presa d'atto delle dimissioni.

Il Pri doveva chiedere :

- perché il Ministro, anziché spiegare agli italiani come mai , dopo il delitto D'Antona avvenuto da parte delle BR, abbia ritenuto, assieme ai suoi collaboratori, che il prof. Biagi non fosse un possibile bersaglio del terrorismo, negandogli la scorta.

-Perché mai gli assassini di D'Antona e Biagi fossero ancora in libertà e a che punto stavano le indagini.

-Perché ,anziché tranquilizzare gli italiani sul fatto che i terroristi non avranno tregua, nè quelli nazionali nè quelli internazionali ,ricercati da un Paese unito nella volontà di preservare le regole democratiche ed in grado di prevenire o reprimere il fenomeno, il ministro se ne è uscito con un "rompicoglioni" diretto ad un uomo dello Stato assassinato e con una frase sull'inutilità delle scorte che grida vergogna per la responsabilità della carica ricoperta.

Perché se essa fosse detta in buona fede presupporrebbe il ritiro delle scorte a tutti, oppure essa è un atto di sfiducia professionale verso chi esercita il proprio mestiere con grande rischio.

Il Pri doveva denunciare e prendere decisamente le distanze da una classe di governo così impreparata e che esprime il dileggio delle istituzioni e del bene comune.

Così come , di fronte ai dati dell'economia che dimostrano un saldo negativo fra entrate ed uscite di 30.miliardi di euro (57 mila miliardi di lire) solo nel primo semestre, con un' inflazione a giugno del 2,2%, con una crescita di appena 1,4% anziché il 2,3, con entrate illusorie e senza sgravi fiscali promessi, il Pri deve riprendere a discutere del merito dei problemi, della politica economica italiana ed europea, non dei risultati politici del patto per l'Italia, che ci sono, ma che rischiano di essere poi un boomerang, se non sostenuti da politiche di effettiva crescita ed incentivazione dello sviluppo.

Il nostro metro di misura è sempre stato quello di come la politica economica del governo corrisponde alle esigenze di rigore della spesa pubblica, di risanamento , di investimenti e di innovazione del modello di sviluppo, non quello di contare i risultati politici contingenti .

Da questo punto di vista l'attività del governo è poco trasparente se persino il presidente della commissione finanze è costretto a chiedere i dati dei conti in maniera ufficiale a Tremonti, non potendone disporre; se l'Europa contesta i dati forniti, se le previsioni sono su dei tassi di sviluppo in contro tendenza rispetto ai dati reali, se la Corte dei Conti contesta i dati del DPF, se il risanamento dei conti pubblici avverrebbe nel 2005 anno di votazioni e quindi anno meno adatto ad impostare e raggiungere politiche di bilancio rigorose.

Il Pri quindi deve fare il punto sulla sua partecipazione al governo e sulla politica disastrosa di questo governo , ritrovando per intero la propria capacità critica al servizio del paese. Non è accettabile che la logica delle alleanze faccia perdere le caratteristiche della nostra identità rendendoci partecipi di logiche di appartenenza e meno rigorosi nella critica di merito.

Nemmeno è accettabile che le carenze del governo siano misurabili sulla crisi della sinistra, e fare di ciò oggetto di comparato compiacimento. Semmai questo, come noi affermiamo, dovrebbe essere motivo per tutti i repubblicani per condannare la mediocrità del bipolarismo di potere e per riprendere insieme la linea strategica della terza via, che non significa isolamento , ma la messa in campo di una visione terza liberal _democratica-repubblicana fra quelle popolari e socialiste, come avviene in tutta Europa.

L'organizzazione delle forze democratiche _repubblicane- e liberali è un problema che viene prima delle alleanze politiche e deve avvenire sulla base della rispondenza ai contenuti programmatici e allo spazio politico riservatoci, non a piccoli contentini di sottopotere.

Tra l'altro, in previsione delle elezioni politiche europee con il sistema proporzionale, è evidente che interesse di tutti i repubblicani è ritrovare un disegno strategico di autonomia e di identità come ha ammesso il presidente del partito on. La Malfa in un intervento apprezzabile e di una certa apertura unitaria.

Naturalmente, su questa linea politica presenteremo per il congresso nazionale una relazione alternativa a quella preannunciata dal segretario nazionale, tuttavia vorremmo poterlo fare sgomberando il terreno da due presupposti irrinunciabili.

Innanzitutto, la valorizzazione delle realtà periferiche- attraverso il riconoscimento del diritto all'autonomia decisionale sui livelli di competenza territoriale- è il presupposto su cui si può iniziare un discorso nuovo di rilancio del partito senza l'affanno di uscite dal partito, ma creando le condizioni di un confronto costruttivo sui contenuti.

L'altro caposaldo di un confronto possibile è la revisione dello statuto secondo i principi delle libere organizzazioni di persone, e cioè di riforma delle regole di rappresentanza in base agli iscritti e non ai voti ottenuti in elezioni europee , quando lo statuto prevede elezioni politiche e regionali ,ormai svolte da diverso tempo senza il simbolo dell'edera .

Se questi presupposti saranno accettati e perseguiti , il dissenso sulle scelte di alleanze può essere risolvibile con il rispetto delle regole democratiche e con la dialettica propositiva; ma sinceramente questo non mi sembra oggi possibile, vista l'intransigenza della segreteria.

Del resto ,dopo che il segretario nazionale è venuto al congresso regionale dell'Emilia-Romagna a rivendicare uno spazio per la minoranza, ed avendoglielo noi concesso come forma di garanzia e di disponibilità al dialogo, il fatto che sia stato rifiutato, la dice lunga sul tipo di congresso nazionale e di clima cui si va incontro: una sorta di regolamento dei conti alimentato da un contorno di egocentrici in cerca di rivincite personali.

Widmer Valbonesi
Segr. Regionale Emilia- Romagna

nuvolarossa
18-07-02, 00:57
La Direzione Nazionale è convocata per mercoledì 24 luglio h. 10.30-Sede nazionale per esame DPEF, adempimenti e modifiche statutarie

nuvolarossa
24-07-02, 21:17
Intervento del Presidente del partito Giorgio La Malfa al C.N. del 6 Luglio

Cari amici, non possiamo che constatare positivamente il clima in cui si svolge il nostro Consiglio nazionale .

Dopo molti anni di scontri laceranti, si è iniziata una discussione seria, dove ci si confronta, ci si scambia opinioni diverse, così come deve essere secondo la tradizione migliore del nostro partito e questo già di per sé è un fatto positivo. Tuttavia vorrei collocare la discussione di oggi in una prospettiva politica più ampia, anche perché qualche amico ha detto di non capire quale sia la prospettiva. Allora desidero dirvi qual' è la prospettiva, dal mio punto di vista, considerando che questo della prospettiva politica è anche il tema che il consiglio nazionale può rimettere al congresso.

Credo che dobbiamo partire dal '93 e dai grandi cambiamenti che si avviarono in quell'anno. Con il passaggio al sistema elettorale maggioritario, si apriva una nuova stagione politica e si presentava il rischio di far scomparire le forze di minoranza che nella società italiana non avevano avuto certo una responsabilità della crisi economica e della crisi morale del Paese, che invece avevamo denunciato comportando un elemento di fastidio per le grandi forze di massa che invece quelle responsabilità avevano eccome. Lo spirito critico del partito repubblicano, che l'amico Gallina rievocava nel suo intervento, aveva rappresentato una spina nel fianco tanto per la dc che per il pci e aveva costretto questi partiti a confrontarsi con problemi reali ma estranei alla loro visione ideologica. Ma fra gli effetti dei cambiamenti che l'opinione pubblica chiedeva in quegli anni, con il sistema elettorale maggioritario, avanzò anche il tentativo di omogeneizzare la vita politica attraverso vasti schieramenti. Nel '93 ci fu quindi rivolta una minaccia che ebbe un esito devastante per il nostro piccolo corpo, come lo ebbe anche per corpi più robusti e forti del nostro, che non seppero resistere. Senza considerare che quando un gruppo dirigente viene colpito dall'indagine giudiziaria, la minaccia diventa ancora più aspra. Noi però decidemmo di non accettare la logica secondo la quale una vasta coalizione doveva e poteva rappresentare pienamente le ragioni della storia e della tradizione mazziniana e repubblicana, che abbiamo rappresentato per tanti anni e abbiamo ritenuto che queste andavano difese e salvaguardate nella loro identità anche in un sistema elettorale maggioritario. Abbiamo voluto salvaguardare l'autonomia e l'indipendenza del nostro partito, seppure nelle condizioni più difficili, ed è questo che abbiamo fatto.

Io considero come un riconoscimento per questo nostro sforzo, le parole di una intellettuale come la professoressa Alberghina, che è venuta oggi tra noi a ricordarci la difesa della ricerca e dello sviluppo scientifico, battaglie che il pri sapeva intraprendere in passato e deve tornare a saper intraprendere. Penso che abbiamo fatto qualcosa di buono in questi anni, se la professoressa Alberghina vede ancora nella sede del Pri la possibilità di rintracciare valori che altrove non hanno patria.

L' indipendenza della nostra identità storico politica è la nostra prospettiva strategica, perché il problema non è ancora risolto. Tant'è che ci si chiede, a fronte delle difficoltà attuali, se non fossimo stati meglio dall'altra parte. La domanda è legittima, ma dall'altra parte c'è o l'Ulivo, o i ds e la margherita. L'onorevole Mastella, per esempio, e chi come lui cerca di difendere un'identità popolare, non sa dove andare, perché gli viene detto o stai nel partito unico o vai nei ds o nella margherita. Dove staremmo noi? Ricordate la lettera del '94 di Visentini che diceva che non c'era più spazio per i partiti di minoranza e con cui si dimise dal partito repubblicano? Non ci sono più le condizioni per una lotta di minoranza, ci disse Visentini in quel settembre. E noi ritenemmo che Visentini avesse torto. Non perché non fosse legittimo allearsi con il centrosinistra, ma proprio perché egli rinunciava alla battaglia di difesa della nostra identità. Per cui, o questa battaglia ci convince ancora e riteniamo che dobbiamo continuarla, o altrimenti lo si dice che alla fine la pensiamo come Visentini. Ma non possiamo accettare l'idea che noi abbiamo anime diverse e che dobbiamo trovare delle regole che ci consentono di farle coesistere. Perché se fosse così siamo diventati due partiti. Non è che anime diverse coesistono perché ci sono regole comuni. O noi abbiamo un obiettivo comune, che può essere solo quello dell'autonomia strategica del partito repubblicano nella vita politica del Paese, e allora ci dividiamo sulle scelte, e possiamo dire che questa autonomia si raggiunge nell'alleanza con il centrodestra, oppure con il centrosinistra o meglio ancora da soli, e questa è la nostra dialettica interna e le regole si adeguano a questo obiettivo comune; o altrimenti l'obiettivo non è più comune, perché le anime si sono identificate con la destra o con la sinistra. Ma allora non ci saranno regole che consentano di stare con la destra se si vuole stare con la sinistra o viceversa.

Se non siamo nella convinzione di porci un obiettivo strategico e non ce ne è che uno, - quello ben delineato il procuratore di Milano Borrelli: resistere, resistere, resistere, con la differenza che noi siamo una forza politica e non dei giudici e dunque per nostra definizione dobbiamo resistere- altrimenti ci si lascia.

Noi dobbiamo difendere le forze di minoranza laiche ed il pensiero democratico occidentale che abbiamo rappresentato nella vita italiana, non ci sono altre alternative. Se abbiamo questo obiettivo troveremo le strade necessarie per perseguirlo. Se invece riteniamo che sia una scelta morale stare con il centrodestra, o con il centrosinistra non abbiamo più niente da fare insieme. A Bari io non ho detto che era una scelta morale andare con il centrodestra e nemmeno ho mai detto che era una scelta tattica, ho detto: è una scelta politica. E' la collocazione di una forza autonoma. Dove collochiamo il partito repubblicano affinchè esso possa svolgere una funzione, anche se modesta date le nostre forze. Ma non si tratta una scelta morale. Questo è il punto su cui dobbiamo ragionare per rintracciare la nostra unità di partito. E' chiaro, e dobbiamo ricordarlo, che se nel 2002 esiste ancora il partito repubblicano, questa è una cosa che dà fastidio, in qualunque schieramento, perché un'identità come la nostra non c'è l'ha più nessuno, ormai. Sono andato ad un convegno degli intellettuali di Forza Italia a Firenze, perché cortesemente invitato, e mi sono preso i fischi, perché ho detto che per quanto apprezziamo molto il fatto che essi si sentano un partito liberale di massa, dobbiamo tenere presente che l'egemonia culturale in questo paese non è stata solo di marca comunista. Le cose, purtroppo, sono più complicate. E se si vuole una rinascita culturale del Paese non è che basta colpire l'ideologia di matrice comunista che si è impadronita delle case editrici e della televisione pubblica. Perché su tutto il terreno della vita nazionale si è sviluppato l'incontro fra cattolici e comunisti e se ne avvertono le conseguenze, dai patti lateranensi, al neutralismo in politica estera. Quindi se si vuole smontare questa distorsione della vita culturale nazionale che denunciate, dovete intanto far presente, per esempio a don Baget Bozzo, che ha parlato prima di me, di non dire quello che ha detto.

E ho anche ricordato che in genere le forze liberali sono in minoranza e che è difficile essere liberali con il 30% dei consensi, perché il liberale, quello anglosassone ovviamente, non liscia il gatto per il verso del suo pelo.

Questo, sia chiaro, segna i nostri rapporti con Forza Italia esattamente, così come abbiamo detto negli anni della collaborazione con la sinistra le cose come stavano e questo può suonare molto sgradevole, tanto che la sinistra voleva la nostra testa. E non perché, in fondo, sono rimasti stalinisti, ma perché non lo sono più e devono trovare una nuova anima. L'anima repubblicana e quella che più la sinistra gradirebbe. Per quale motivo altrimenti hanno preso a calci l'edera di Carrara dopo i cinque minuti di applausi tributatigli in consiglio comunale, subito dopo il voto al secondo turno? Perché se voi consegnate la nostra bandiera a qualcuno, quello se la porta via dopo un minuto. Nella sinistra saremmo morti perché l'unica identità che loro possono trovare è quella repubblicana. Ci festeggiano quando entriamo in alleanza con loro e ci ammazzano appena siamo dentro. Domandiamolo ad Enzo Bianco. Perché Bianco è nella Margherita, invece di essere nei ds? E come sta Bogi? E Battaglia che fine ha fatto? Vedete, a Berlusconi se siamo con lui, gli fa piacere, ma non è che ci porta via i nostri deputati e non mi dice, come mi disse D'Alema che noi siamo morti. Ma voi ritenete che si possa stare in una coalizione in cui il capo del principale partito di essa, ci considera morti?

Veniamo allora alla politica di questo governo, che sosteniamo. Un primis la politica estera. Avevamo molte preoccupazioni, ma il comportamento del governo sulla politica estera è stato lineare e serio. L'abbiamo criticato sul piano Marshall, che noi non riteniamo una proposta valida. Ma dobbiamo riconoscere che ha affrontato bene il problema della Basilica della natività e nel complesso si è mosso secondo una impostazione molto vicina alla nostra, sia nel suo sostegno ad Israele, sia nel perseguire un'intesa con gli Stati Uniti.

L'economia va male, invece, ma non so quante colpe abbia questo governo che ha comunque saputo trovare un accordo con la Cisl e la Uil. Non penso che lo potremmo criticare il governo per "il patto per l'Italia" ed escludo che si possano poi criticare la Cisl e la Uil, come fa Eugenio Scalfari, ritenendole la copertura di un governo liberticida. Non credo che gli amici della Romagna possano dire ai sindacalisti repubblicani della Uil, di andare in piazza con Cofferati. Per cui il governo avrà mille buchi di bilancio, ma ha fatto un accordo nell'interesse del Paese che non possiamo che condividere. Perché, o noi riteniamo che le politiche dei redditi e il patto sociale siano parte della politica economica di un paese moderno, e allora questo patto sociale lo si fa con chi ci sta, e se ci stanno due sindacati, quelli rappresentano il centro della vita politica e sociale del paese in questo momento, mentre il terzo. Che ha rifiutato l'accordo, sfascia le carrozze. Oppure, se pensiamo invece che questi sindacati sono stati comprati, dobbiamo dire agli amici della Uil di uscire ed iscriversi alla Cgil. Quando, invece, sono i sindacalisti della Uil ad uscire dai ds, perché si chiedono cosa ci stanno a fare in un partito che li considera alla stregua di traditori dei lavoratori. E voglio vedere cosa farà la Margherita. Forse che darà torto alla Cisl e ragione alla Cgil? E se noi eravamo nella Margherita cosa avremmo fatto? Lo vogliamo dire, amici repubblicani, che l'Italia ha avuto una vittoria e hanno vinto le politiche della concertazione di cui parlava Ciampi ed il partito repubblicano? E che per queste ragioni l'Italia ha oggi una possibilità in più di affrontare le sfide internazionali. Non è che i conti vadano bene, ma da questo non posso arrivare alla conclusione che l'accordo era meglio non firmarlo. Ma il partito repubblicano del rigore deve dire al governo di non fare l'accordo, perché si mettono a repentaglio i conti, o piuttosto fare un appello alla Cgil per ritornare al tavolo della trattativa? Per me il patto sociale è la priorità della politica e della tradizione repubblicana. Il problema è piuttosto di trovare un'impostazione di politica economica che ci consenta di vivere perché la strada di Maastricht è impervia. Cerco di spiegarlo a Tremonti e a Berlusconi e quindi di fare una battaglia in Europa per cambiare le regole del trattato di Maastricht. Perché serve una politica di sviluppo e non ci sono i soldi sufficienti.

Detto questo io credo che stiamo meglio in questa alleanza, nonostante episodi come quello Scajola, che è stato comunque risolto con serietà e dignità. Non vedo dunque nessun problema nell'affrontare un congresso che anzi, può dare la possibilità di compiere un passo in più al partito, e ringrazio il segretario nazionale per il lavoro che sta portando avanti con passione ed impegno.

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tratto da
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nuvolarossa
24-07-02, 21:36
Documento della DN del 24 luglio sul DPEF

La Direzione Nazionale del PRI, riunitasi a Roma, nella sede di Corso Vittorio Emanuele II n. 326, ha esaminato il Documento di programmazione economico finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2003-2006 e ha approvato la relazione favorevole allo stesso documento presentata dalla Segreteria anche a nome dei parlamentari repubblicani.

Il PRI ritiene pertanto di poter condividere gli obiettivi di massima e la strategia di fondo del DPEF. Evidenzia inoltre che il documento debba tenere maggiormente conto dei rilievi formulati nei confronti di tale strategia dagli organismi internazionali e in particolare dall'Unione Europea, e debba approfondire o modificare alcuni punti specifici, che sono parte integrante della politica economica del governo, con particolare riferimento al Progetto Mezzogiorno, alla ricerca scientifica, alla politica dell'energia e a quella dei beni culturali.

Approvato a maggioranza con il voto contrario di Collura, Valbonesi e Raffi

Roma, 24 luglio 2002
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tratto da
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nuvolarossa
24-07-02, 21:40
Testo integrale della relazione predisposta dalla segreteria sul DPEF

La Direzione Nazionale del PRI, dopo aver esaminato e discusso il Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2003 - 2006, ritiene di poterne condividere gli obiettivi di massima e la strategia di fondo ad essi sottesa.

Ritiene peraltro che il documento debba tenere maggiormente conto dei rilievi formulati nei confronti di tale strategia dagli organismi internazionali, e in particolare dall'Unione Europea, e debba approfondire o modificare alcuni punti specifici che sono parte integrante della politica economica del governo.

°°°°°°°

La Direzione Nazionale del PRI condivide il giudizio - contenuto nel Documento - secondo cui "il processo di risanamento finanziario, che aveva consentito all'Italia di entrare nella moneta unica, si era dapprima fermato - sul finire del 1999 - e poi invertito - a partire dall'anno 2000". Giudizio condiviso peraltro implicitamente dal commissario europeo Pedro Solbes, per il quale gli attuali problemi di bilancio di alcuni paesi sono dovuti al fatto che non sono state colte le opportunità di risanamento dei conti pubblici offerte dal periodo di alta crescita 1998-2000. D'altro canto considerazioni analoghe, tempestivamente formulate, non furono certo estranee alla decisione assunta dal PRI di abbandonare l'alleanza di centrosinistra in cui il partito si era riconosciuto nella precedente legislatura proprio in ragione della forte scelta europea che la coalizione aveva fatto e sulla quale si era particolarmente impegnato l'allora Ministro del Tesoro Azeglio Ciampi. E' perciò verosimile ritenere che, sulla base del deficit accumulato alla metà di luglio del 2001, "il rapporto indebitamento netto/PIL si sarebbe azzerato non prima del 2006".

E' giusto di conseguenza - a giudizio del PRI - collocare al centro dell'azione di governo una politica di riforme strutturali destinata per un verso a correggere l'andamento tendenziale della finanza pubblica e per altro verso ad accelerare lo sviluppo economico, in modo da poter raggiungere entro il 2004 l'auspicato pareggio di bilancio e da ridurre sensibilmente quel tasso di disoccupazione che in Italia continua ad essere ancora troppo elevato. Il recente "patto per l'Italia" sottoscritto con le parti sociali offre la cornice entro cui collocare tale politica e ne definisce alcuni aspetti significativi.

°°°°°°°

La Direzione Nazionale del PRI rileva, in tema di previsioni macroeconomiche, come gli obiettivi generali fissati dal DPEF per il prossimo quadriennio potranno essere raggiunti solo se il tasso di crescita del PIL si manterrà effettivamente intorno al 3%, come previsto dal documento, a partire dal prossimo anno. Il che sarà realisticamente possibile solo in presenza di una stabile ripresa dell'economia internazionale a partire da quella americana.

E' vero che le recenti dichiarazioni rilasciate dal Presidente della FED Alain Greenspan - per il quale l'incremento del PIL sarà negli USA pari al 3,5% nel 2002 e al 4% nel 2003 - nonché i risultati ottenuti da alcune grandi imprese operanti nel settore strategico dell'alta tecnologia, potrebbero autorizzare un certo ottimismo. Ma la volatilità delle borse, le difficoltà di altri gruppi, i recenti scandali finanziari e la generale inquietudine dei mercati rendono ancora incerte tali previsioni.

Da questo punto di vista si pone il problema di stimolare in Italia una politica di investimenti e a tal fine la Direzione Nazionale del PRI suggerisce al governo di avviare una consultazione urgente con le forze imprenditoriali, economiche e sociali per valutare e concordare le iniziative da assumere.

La Direzione Nazionale del PRI considera essenziale il riferimento all'Europa quale parametro determinante per la definizione delle linee di politica economica, sia nel breve che nel medio periodo. A tal fine è necessario, innanzitutto, che i livelli di indebitamento ex post non siano superiori a quelli degli altri partner europei con pari caratteristiche socio _ economiche. Occorre quindi avviare quelle riforme che tendano a ridurre le differenze strutturali che impediscono all'Italia di partecipare, a pieno titolo, alla costruzione di un area monetaria ottimale e più in generale a ridurre il divario di competitività tra il nostro sistema produttivo e quello degli altri paesi industrializzati.

In particolare:

va completata quanto prima - anche se a seguito di un'intesa con le forze sociali che hanno sottoscritto il patto per l'Italia - la riforma del sistema previdenziale, che rappresenta un nodo irrisolto per la finanza pubblica italiana e che continua ad assorbire, secondo le recenti rilevazioni dell'Istat, circa il 15% del prodotto interno lordo;

vanno definite forme più stringenti di partecipazione delle Regioni e degli Enti Locali al patto di stabilità, per evitare che una loro inadeguata responsabilizzazione comprometta gli sforzi di risanamento del governo centrale e che l'avvio del federalismo possa compromettere seriamente i conti pubblici;

va rapidamente ristrutturato il mercato del lavoro e vanno riviste tipologia e modalità dei contratti, anche cogliendo gli spunti che al riguardo sono stati formulati dalla CISL e dalla UIL nei recenti incontri;

va rilanciata e intensificata - sia pure tenendo conto delle condizioni del mercato - la politica delle privatizzazioni, anche in considerazione della necessità strategica di accentuare il livello di competitività e di integrazione dell'economia italiana.

Allo scopo di favorire l'annunciata riforma tributaria e per evitare che l'Amministrazione finanziaria debba dividersi tra il rispetto delle vecchie e delle nuove norme, la Direzione Nazionale del PRI non esclude infine la possibilità di inserire nella prossima legge finanziaria l'ipotesi di un concordato fiscale di massa, che consenta di chiudere con il contenzioso insorto e realizzare rapidamente maggiori introiti.

°°°°°°°

La Direzione Nazionale del PRI ritiene infine di doversi soffermare in particolare su quattro aspetti del DPEF: il progetto Mezzogiorno; la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica; la politica dell'energia; la politica dei beni culturali.

Il progetto Mezzogiorno - La Direzione Nazionale del PRI sottolinea positivamente l'impegno assunto con il DPEF nei confronti del Mezzogiorno, impegno che rappresenta anch'esso una significativa applicazione del patto per l'Italia. Rileva in particolare il positivo coordinamento tra intervento comunitario, intervento nazionale e intervento regionale; lo sforzo finanziario definito nel documento e le forme di monitoraggio previste al riguardo; l'approccio per alcuni aspetti innovativo al problema del dualismo territoriale.

La Direzione Nazionale del PRI sottolinea peraltro come l'intervento pubblico debba essere coerente e coordinato, per evitare il rischio di opere che - pur utili sulla carta - finiscano per risolversi in cattedrali nel deserto, secondo una vecchia logica che i repubblicani non hanno mai condiviso. Al riguardo, e in riferimento alla costruzione del ponte sullo Stretto, il PRI sollecita la predisposizione di un programma - già richiesto in passato - che coordini il costruendo ponte con la rete infrastrutturale ferroviaria e stradale esistente in Sicilia e Calabria, per evitare che le attuali strozzature rimangano di fatto inalterate.

La Direzione Nazionale del PRI si riserva peraltro di vigilare sulla concreta attuazione - a cominciare dalla prossima legge finanziaria - del "progetto Mezzogiorno", sia per evitare che le scelte strategiche del progetto rimangano sulla carta, sia per impedire che si verifichi quanto lo stesso DPEF ipotizza, e cioè che "a dotazioni finanziarie formali non "corrisponda" una effettiva capacità di utilizzo", magari anche per l'inerzia delle amministrazioni locali.

Più in generale la Direzione Nazionale del PRI ritiene che, anche in previsione dell'allargamento dell'Unione Europea a paesi con più basso reddito, l'intera questione del Mezzogiorno debba essere impostata e affrontata - in primo luogo nella trattativa europea - come la questione della nuova frontiera dello sviluppo italiano, anche in vista di una politica mediterranea della quale la UE dovrà prima o poi dotarsi.

La ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica _ La Direzione Nazionale del PRI sottolinea che la minore competitività del nostro Paese in termini di avanzamento scientifico e tecnologico deriva certamente non solo da un insufficiente impegno di risorse finanziarie, da parte sia dello Stato che del settore produttivo privato, ma anche dalla mancanza di coordinamento degli strumenti disponibili per il trasferimento e la diffusione delle nuove tecnologie.

La Direzione Nazionale del PRI sottolinea perciò, in aggiunta a quanto già previsto dal governo, l'importanza e l'urgenza di:

considerare scelta prioritaria, e quindi non subordinata agli equilibri di finanza pubblica, l'aumento dei finanziamenti assegnati nel prossimo quadriennio al sistema pubblico di ricerca (che comporta anche il potenziamento della ricerca industriale) dall'attuale 0,6% all'1% del PIL;

verificare l'organizzazione dell'insieme di strutture e di attività di sperimentazione precompetitiva pubblico-privata su tecnologie di interesse industriale operanti in Italia e nei paesi assimilabili all'Italia;

individuare il potenziale di sperimentazione in Italia, le aree di sofferenza e le barriere che ostacolano il processo di innovazione soprattutto delle PMI;

favorire la crescita di imprese high-tech capaci di rendere i prodotti della ricerca immediatamente utilizzabili dalle PMI, anche impegnandovi ricercatori del mondo della ricerca pubblica, come accade in altri paesi della UE;

favorire la destinazione degli incentivi alle istituzioni che più proficuamente utilizzano i fondi della ricerca, in modo da consentire lo sviluppo nelle Università delle competenze necessarie per le nuove frontiere della scienza (biotecnologie, ICT, nanotecnologie, etc.);

stimolare la nascita delle condizioni per lo sviluppo di un processo virtuoso in grado di creare un sostanziale adeguamento delle conoscenze tecnologiche alle necessità derivanti dalla competizione internazionale.

La politica dell'energia - La Direzione Nazionale del PRI sottolinea positivamente l'impegno del Governo volto a:

favorire una pluralità di offerenti e un rafforzamento dell'offerta, da un lato accelerando le procedure di vendita delle centrali di generazione (Genco) per giungere alla cessione da parte dell'Enel di centrali per complessive 15mila MW, dall'altro predisponendo il decreto sbloccacentrali;

accelerare il processo di apertura del mercato elettrico, destinando al mercato l'energia derivante dalla produzione incentivata con fonti rinnovabili, fino al 60% circa della domanda;

favorire la realizzazione in tempi brevi di nuove linee di interconnessione della rete elettrica con l'estero e di nuovi elettrodotti interni.

Ciononostante, la Direzione Nazionale del PRI:

esprime il dubbio che queste misure, ancorché realizzate pienamente e in tempi tecnicamente ragionevoli, siano sufficienti a conseguire l'obiettivo di ridurre significativamente il costo dell'energia elettrica per le famiglie e per il settore produttivo, così da annullare il divario che separa l'Italia dagli altri paesi industrializzati e - anche in considerazione della posizione storica del PRI favorevole all'uso civile del nucleare, espressa in particolare nel referendum svolto nella seconda metà degli anni '80 - avanza la proposta di riprendere gli studi nel campo dell'energia da fonte nucleare e di allinearsi alla specifica frontiera tecnologica sulla quale già oggi competono i maggiori paesi industrializzati;

sottolinea per di più che in campo mondiale tutti i maggiori paesi stanno svolgendo studi e ricerche su nuovi reattori nucleari a sicurezza intrinseca e che è generalmente previsto che tali studi nell'arco temporale di un decennio daranno risultati industrializzabili e richiede che il Governo voglia predisporre un programma in tal senso.

La politica dei beni culturali - La Direzione Nazionale del PRI sottolinea positivamente l'impegno del Governo volto a dismettere porzioni di patrimonio pubblico salvaguardando al tempo stesso l'integrità del patrimonio culturale nazionale. Raccomanda peraltro la massima cautela nella gestione di quest'ultimo, che deve continuare a rappresentare un bene assoluto, non disponibile, da valorizzare e non da alienare o dismettere. A questo scopo - e anche per favorire l'utilizzazione per il pubblico di quella parte purtroppo cospicua del patrimonio artistico tuttora conservata dai Musei pubblici in locali di deposito non accessibili e/o perché bisognosa di restauro difficile e costoso - ritiene che debba essere orientato anche in questa direzione l'impegno delle Fondazioni bancarie, peraltro accogliendo le sollecitazioni in tal senso del governatore della Banca d'Italia.

Per tutte queste ragioni la Direzione Nazionale del PRI avanza la proposta che la porzione del patrimonio artistico attualmente conservata in depositi inaccessibili al pubblico, previamente valutata:

venga posta in vendita mediante gara;
la partecipazione alla gara sia riservata alle Fondazioni bancarie italiane;
il regolamento di gara contenga l'esplicito duplice vincolo da un lato al mantenimento perenne della proprietà da parte delle Fondazioni acquirenti, dall'altro all'obbligo di finanziamento del restauro (da eseguire sotto la vigilanza delle autorità ministeriali competenti) e di successiva esposizione esclusivamente all'interno dei confini italiani.
--------------
tratto da
http://www.pri.it

nuvolarossa
04-09-02, 21:25
Convocata per il 13
settembre alle h. 10.00
la Direzione Nazionale

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tratto dal sito web del
Partito Repubblicano Italiano (http://www.pri.it)

nuvolarossa
04-09-02, 21:25
Convocata per il 13
settembre alle h. 10.00
la Direzione Nazionale

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tratto dal sito web del
Partito Repubblicano Italiano (http://www.pri.it)

nuvolarossa
15-10-02, 22:11
Giovedì 17 ottobre
Sede nazionale P.R.I.
(Corso Vittorio Emanuele II, 326 Roma)
h. 10,00
Riunione Direzione Nazionale

1) Comunicazioni sul 43° Congresso
2) Esame legge Finanziaria
3) Presa d'atto verbale Commissione
nazionale Tesseramento
4) Varie ed eventuali
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tratto dal sito web del
http://www.prilombardia.it/imgs/pri.gif (http://www.pri.it)

nuvolarossa
17-10-02, 23:20
La Direzione Nazionale del Pri sulla legge Finanziaria

La Direzione Nazionale del PRI ha esaminato il testo della legge finanziaria presentato al Parlamento dal Ministro dell'economia e delle finanze, avviando una discussione che proseguirà nel prossimo Congresso Nazionale.

La Direzione Nazionale del PRI condivide, dell'impostazione della finanziaria, due aspetti di fondo. In primo luogo, le considerazioni relative al quadro di riferimento internazionale. Come si osserva nell'introduzione al bilancio, "le previsioni macroeconomiche sull'evoluzione dell'economia mondiale sono state via via ridimensionate; il ciclo economico è stato rivisto al ribasso in maniera costante; l'incertezza permane sostanzialmente invariata come caratteristica fondamentale che incide sulle aspettative degli operatori e delle famiglie".

E' innegabile infatti che il progressivo peggioramento dell'economia mondiale e l'incertezza sui tempi e i modi della ripresa si stiano riflettendo sulle manovre di finanza pubblica adottate dalla maggior parte dei paesi europei, Germania in primo luogo; e che a conferma delle comuni difficoltà sia intervenuta la decisione dell'UE di rinviare le scadenze fissate per il rientro dei singoli stati dai deficit di bilancio.

La Direzione Nazionale ritiene comunque che la situazione italiana necessita di una più attenta azione dal momento che il debito pubblico continua ad attestarsi intorno al 110% rispetto al PIL.

Tali considerazioni, d'altro canto, erano già presenti nel documento approvato dalla Direzione Nazionale a commento del DPEF, documento che non a caso avanzava riserve sulle previsioni macroeconomiche proprio per le incertezze riguardanti l'andamento dell'economia mondiale.

******

Un secondo aspetto da condividere è l'esigenza di una "finanziaria rigorosa", tale da rispettare i parametri "concordati con l'Unione Europea, tenuto conto del peggioramento del ciclo rispetto alle attese e dell'evoluzione intervenuta nella interpretazione applicativa del Patto di stabilità e crescita". Un obiettivo questo che la finanziaria sembra centrare, malgrado il recente peggioramento dei conti pubblici, soprattutto in rapporto a paesi come la Germania e la Francia il cui deficit si colloca probabilmente addirittura al di sopra del limite del 3% sul Prodotto Interno Lordo.

I repubblicani rilevano però che tale obiettivo viene raggiunto - peraltro in modo non dissimile da altri paesi europei - soprattutto grazie ad interventi non strutturali e che tale scelta potrebbe influenzare negativamente in futuro l'andamento dei conti pubblici.

******

La Direzione Nazionale del PRI rileva peraltro come, pur tenendo conto dei ristretti margini di intervento consentiti dalle difficoltà della congiuntura economica, ci siano aspetti della finanziaria che hanno bisogno di approfondimenti e di modifiche in Parlamento, come d'altro canto ha rilevato lo stesso Presidente del Consiglio.

In particolare i repubblicani ritengono che tali approfondimenti e tali modifiche debbano essere incentrati essenzialmente intorno a tre punti, che sono tra loro in qualche modo interconnessi e rappresentano altrettante opportunità per consentire all'Italia quel recupero di competitività che è necessario per conservare le posizioni attuali nell'ambito dell'economia mondiale: le politiche per il Mezzogiorno; le politiche per le imprese; le politiche per la ricerca e l'innovazione.

Pur mantenendo fermi i saldi di bilancio, la Direzione Nazionale del PRI ritiene che qualche sforzo in questa direzione debba essere fatto subito. Ritiene in particolare che possano essere aumentate le dotazioni riservate alla ricerca finalizzandole verso progetti mirati; che possano essere accresciute le risorse destinate alla legge 46/82, con specifico riferimento al Pacchetto Integrato di Agevolazioni, nel quale confluiscono le agevolazioni previste sia dalla legge 46 che dalla 488 e che espone domande complessive per ricerca e sviluppo eccedenti di oltre tre miliardi di euro le attuali disponibilità; che possano essere coordinati tra loro gli interventi in infrastrutture, per evitare sprechi di risorse ed opere magari utili ma prive di impatto adeguato sull'economia per l'assenza dei necessari raccordi.

Impegna pertanto i propri parlamentari a predisporre e presentare emendamenti che vadano in questa direzione.

******

La Direzione Nazionale sottolinea peraltro come l'intera manovra economica delineata dalla finanziaria - pur con alcune apprezzabili novità, soprattutto in materia di sgravi fiscali per i ceti meno abbienti - non affronti quelle riforme strutturali di cui il paese ha bisogno; e che, probabilmente, neppure rappresenta lo strumento idoneo per farlo.

La recente crisi della FIAT non è solo la crisi di un'azienda; è il sintomo di una crisi più vasta, che riguarda l'intero sistema-paese. Negli ultimi dieci anni il PIL è cresciuto mediamente dell'1,5 per cento, a fronte del 3,2% degli Stati Uniti e meno della media europea. La spesa per ricerca e sviluppo delle imprese rispetto al PIL si colloca agli ultimi posti tra i paesi della UE e, per quanto riguarda il Mezzogiorno, è pari a quella della Polonia (0,6%). Per di più l'Italia è non solo carente di innovazione di prodotto nell'industria matura - il caso della FIAT ne è una conferma - ma neppure appare in grado di sviluppare il segmento produttivo dell'economia basata sulla scienza: non tenta cioé di sviluppare l'industria di domani.

La Direzione Nazionale del PRI ritiene pertanto che una coerente azione riformatrice debba essere rivolta a liberare risorse - in primo luogo attraverso la indifferibile riforma dei sistemi previdenziale e sanitario - per riorientarle in direzione degli investimenti produttivi. Ritiene altresì che ricerca, impresa e Mezzogiorno possano rappresentare i tre punti fermi di una politica di sviluppo di ampio respiro, diretta ad evitare la sclerosi del sistema produttivo che molti temono e a rilanciare il ruolo dell'Italia tra i paesi sviluppati.

La Direzione Nazionale del PRI sollecita quindi il Governo affinché, una volta completato l'iter della finanziaria, venga avviata quella stagione di riforme strutturali che è indispensabile al paese e che rappresentano il nocciolo programmatico dell'attuale maggioranza. E ritiene altresì che siano maturi i tempi per passare dal patto per l'Italia, che per quanto importante rappresenta essenzialmente un'intesa per gestire le risorse esistenti, ad un progetto per l'Italia, capace di proiettare il paese verso il futuro. Un progetto al quale i repubblicani cercheranno di contribuire con il loro prossimo Congresso Nazionale.

Roma, 17 ottobre 2002
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tratto dal sito web:
http://www.pri.it

nuvolarossa
17-10-02, 23:22
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI21.JPG

nuvolarossa
31-10-02, 19:20
ecco la composizione del nuovo
CONSIGLIO NAZIONALE
scaturito dal 43° Congresso Nazionale di Fiuggi

ALBERGHINA Lilia
ALIBRANDI Tommaso
ANDREI Franco
ANTONELLI Vittorio
APARO Mauro
BABINI Luisa
BALESTRAZZI Paolo
BAUSANO Carmine
BELFRONTE Rocco
BENEDETTI Marco
BEVILACQUA Carmine
BIONDI Lauro
BOESSO Rolando
BONIOLO Alessandro
BORETTO Lorenzo
BORLENGHI Sergio
BRANDOLINI Aride
BRUNO Riccardo
BUCCI Giovanni
BUSCAGLIA Daniele
BUSSOTTI Amleto
CALABRESE Giuseppe
CALVO Gino
CAMERUCCI Giancarlo
CASCIANA Rocco
CASTAGNA Paolo
CATANIA Giuseppe
CICCOCIOPPO Aurelio
CIMATTI Giancarlo
CITTADINI Renato
CITTARELLI Alessandro
COCCHI Alberto
COLLETTO Calogero
COLLURA Saverio
COPPIERI Eliseo
CORONA Armando
CRESPI Maurizio
CURRO' Pietro
DAIDONE Livio
DAMASSA Mario
DE ANGELIS Giuseppe
DE MODENA Bruno
DE RINALDIS SAPONARO Corrado
DE STEFANO Giuseppe
DEL GIUDICE Franco
DEL PENNINO Antonio
DONATI Guido
DONATI Paolo
DRAGHETTI Paolo
DURACCIO Salvatore
FABIANO Alessandro
FANTINI Moraldo
FELICETTI Antonio
FERRANTE Leonardo
FERRARA Gioacchino
FERRIGNO Gianfranco
FOSCHI Paolo
FOSSACECCHI Dino
FROSINI Tommaso
FURCHI' Francesco
FUSIGNANI Eugenio
GALLINA Piero
GALLO Riccardo
GALLONE Pasquale
GAMBI Paolo
GAMBIOLI Giuseppe
GARGANO Vincenzo
GIACALONE Davide
GIORGI Giorgio
GIULIANI Alessandro
GOVERNI Tristano
GRANITI Jole
GRECO Cesare
GUGLIELMI Pietro
GUIDAZZI Mario
IMOLESI Enrico
IPPOLITI Iperide
LA MALFA Giorgio
LA MALFA Luisa
LAGHI Enrico
LELI Mariano
LELLI Renato
LORENZETTI Fabrizio
MARANO Vito
MARCOVECCHIO Nicola
MARINO Antonino
MARRAMI Umberto
MAZZEI Vincenzo
MAZZOTTI Mauro
MEDRI Giorgio
MELI Rosario
MINGOZZI Giannantonio
MORELLINI Africo
MOSCONI Giorgio
NAVACCI Giacomo
NICASTRO Massimo
NICCOLO' Giuseppe
NUCARA Francesco
ORLANDI Cirillo
PAFFUMI Angelo
PAGANO Aldo
PAPINI Alessandro
PARRI Gianna
PASQUALINI Carlo
PERGOLI Carlo
PESOLI Loredana
PIERACCINI Giampiero
PIZZOLLA Anna Maria
POLAZZI Rodolfo
POLIDORI Ciro
PORCINO Demetrio
POSTORINO Giovanni
PROCACCINI Alberto
PROCIDA Michele
PUGLIESE Gerolamo
RAFFI Giorgio
RASO Corrado
RENDE Vincenzo
RIVIZZIGNO Marcello
RIZZICA Giovanni
ROMAGNOLI Alberto
RONCAGLIA Daniele
ROSSATO Maurizia
RUGGERO Vincenzo
SALETTI Ettore
SANNA Guido
SANSAVINI Luigi
SANTOLINI Roberto
SANTORO Italico
SAVOIA Antonio
SAVOLDI Sergio
SCHITINELLI Maria Concetta
SERMONTI Bruno
SERRELLI Gianni
SIMEONI Egidio
SINTINI Nazario
STEFANELLI Armando
TABANELLI Giordano
TARTAGLIA Giancarlo
TERZO Carmelo
TOMMASI Bartolomeo
TORCHIA Franco
TORCHIANA Massimo
TURCO Franco
VALBONESI Widmer
VANNINI Tommaso
VERDICCHIO Luigi
VITA Pino
VOLTERRA Italo
ZACCA' Francesco

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tratto dal sito web del
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nuvolarossa
14-11-02, 20:35
Convocata per
sabato 7 dicembre 2002
alle h. 10.00
presso il Centro Congressi
Via Cavour 50/A Roma
la riunione del Consiglio Nazionale,
eletto al Congresso di Fiuggi.
All'odg l'elezione degli organi statutari
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fal sito web:
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nuvolarossa
06-12-02, 22:22
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Pri: domani Consiglio Nazionale

Si riunisce domani il Consiglio nazionale del Pri, eletto al 43° Congresso nazionale di Fiuggi. Il Consiglio che e' composto da 150 membri dovra' procedere all'elezione del Presidente, del Segretario politico e della Direzione nazionale del partito. Nel recente Congresso nazionale di Fiuggi il PRI ha confermato a maggioranza (66,11% e 99 consiglieri) la sua alleanza con la Casa delle Liberta'. La minoranza, che persegue una linea di autonomia dai due Poli, ha conseguito il 33,89% e 51 consiglieri. Nel corso dei lavori saranno inoltre cooptate personalita' della cultura e del mondo delle professioni.
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per argomenti correlati vedere:
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=34440

nuvolarossa
08-12-02, 13:38
L'intervista Il riconfermato segretario nazionale del Pri contro le “previsioni catastrofiche dell'opposizione”
La devolution? Può essere una risorsa
Francesco Nucara: «Potrà consentire alla Calabria di uscire dallo stallo»

Teresa Munari

Ieri il Consiglio Nazionale del Pri ha riconfermato Segretario nazionale Francesco Nucara. Reggino, due lauree, giornalista, parlamentare dal 1983 al 1994, per il successore di Giorgio La Malfa alla guida dello storico Partito Repubblicano Italiano, continua dunque il trend di consenso dopo aver vinto con una ampia maggioranza il congresso nazionale di Fiuggi. Il leader del Pri, dopo l'esperienza di sottosegretario ai Lavori pubblici con Andreotti, è al Governo per la seconda volta, chiamato da Berlusconi come sottosegretario al ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio. Caro amico del meridionalista Compagna, Francesco Nucara è stato per anni responsabile nazionale dell'Ufficio del Mezzogiorno e Aree Depresse del centro Nord e dunque conosce a fondo le problematiche che le regioni meridionali stanno affrontando per superare il gap dello sviluppo, ma non è contrario alla devolution. Anzi. Ed ecco cosa ha detto a “Gazzetta del Sud”.
Il Pri al Senato non ha preso parte al voto sulla devolution. Vuol dire che i repubblicani hanno iniziato ad assumere una posizione di distacco dal Governo? «Assolutamente no. Il Pri aveva anticipato ufficialmente, e quindi sottolineando anche la piena lealtà del Pri al Governo, la decisione di non partecipare al voto in Senato perché la polemica strumentale dell'Ulivo aveva impedito in quella sede un approfondimento di merito».
Neanche per un attimo, dunque, avete condiviso le posizioni dell'Ulivo? «Le previsioni catastrofiche della sinistra sono il frutto avvelenato della linea del muro contro muro che l'opposizione sta portando avanti da tempo su qualsiasi iniziativa del Governo. Prevedere tra gli effetti della devolution addirittura l'instaurarsi di una condizione coloniale di un Mezzogiorno, suddito delle regioni più ricche del resto dell'Italia, come ha fatto di recente l'ex ministro per le Regioni Loiero, mi sembra solo propaganda».
Parola di meridionalista? Guardi che ho appena ricordato la sua militanza con Compagna. «Ma le pare che un partito come il Pri che affonda le sue radici nella storia stessa dell'Unità d'Italia e che ha combattuto una durissima battaglia per mantenere intatto il suo nome ed il suo simbolo avrebbe approvato senza fiatare una operazione di scardinamento dell'unità nazionale?»
Infatti potrebbe essere stato il pudore ad impedirvi di votare al Senato. «Le dico che se avessimo avuto un solo dubbio sulle conseguenze che l'approvazione della “devolution” può produrre nel tessuto unitario del Paese, non avremmo esitato un momento a rinunciare all'alleanza con la maggioranza di Governo, alla quale partecipiamo sì con lealtà, ma anche con spirito critico. La verità è che molte affermazioni degli esponenti dell'Ulivo sono figlie della loro cattiva coscienza sul federalismo».
Cioè? «Le forze dell'Ulivo sul finire della precedente legislatura, dopo aver corteggiato senza successo Bossi e la Lega per i loro calcoli elettorali, hanno varato con l'opposizione della Casa delle Libertà e con soli quattro voti di maggioranza, e a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere, una legge di riforma del Titolo V della Costituzione che mirava a catturare, attraverso l'introduzione di una quota di federalismo, il voto leghista. Le alleanze sono andate diversamente ma quell'errore di valutazione ha fatto lasciare sul campo una legge confusa che ha introdotto una vastissima legislazione “concorrente” tra Stato e Regioni e che ha generato grande confusione istituzionale ed una conflittualità permanente».
Discutendo di devolution tutti fanno riferimento alla legislazione “concorrente”, ma cosa vuol dire esattamente? «Significa che in diverse materie sia lo Stato, sia le Regioni possono legiferare, solo che alle Regioni serve, secondo la riforma varata dal Governo Amato e che il disegno di legge di Bossi cambierebbe, un via libera finale da parte del Parlamento».
E con la devolution invece? «Bossi intende attuare una riforma federale che trasferisca alle Regioni poteri legislativi esclusivi, senza quindi nessun ulteriore via libera da parte delle Camere, in queste tre materie: istruzione, organizzazione e gestione della sanità, polizia locale. Questo consentirà di far funzionare la macchina organizzativa con maggiori responsabilità rispetto alle aspettative del territorio, e ovviamente nel quadro imprescindibile dell'unità dello Stato».
E ai calabresi allarmati cosa dice? «Dico che possono stare tranquilli e che ogni ipotesi catastrofica sulla “devolution” è fuori da ogni ragionevole previsione. Niente di questa riforma potrà mettere in discussione la struttura portante dell'unità tra Nord e Sud e della Calabria con il resto del Paese, né potrà mai pregiudicare quella solidarietà sociale su cui si basa una equa ridistribuzione del reddito tra le diverse Regioni. Per risolvere i problemi del Mezzogiorno serve una volontà politica, la devolution non c'entra niente sotto questo aspetto. Purtroppo la Calabria si distacca via via dall'Italia non per problemi di ordine costituzionale bensì per la pochezza della propria classe dirigente e per l'attuale guida politica regionale, del tutto inadeguata».
Si riferisce alle dichiarazioni dei vertici regionali in occasione del dibattito sulla devolution? «La posizione espressa ufficialmente dal Presidente della Giunta in occasione della discussione sulla devolution mi sembra difensiva, rituale e preoccupata soltanto del calcolo delle quote di accesso al Fondo perequativo da destinare ad alcune Regioni deboli e tra queste la Calabria».
La Calabria però non potrà mai farcela da sola, almeno non subito. «Il problema della nostra regione non è solo quello di acquisire nuove quote di risorse finanziarie, che è in se un aspetto importante, anche se spesso inutile come si vede dal livello che questa Giunta regionale ha fatto raggiungere alla spesa dei fondi strutturali. L'ossessione dovrebbe esser invece quella di riuscire a creare meccanismi di spesa rapidi che favoriscano i processi produttivi e la nascita di nuova occupazione. Ma né la Giunta Chiaravalloti, né quelle precedenti del centrosinistra ci sono mai riuscite, mentre hanno saputo far “nascere” un numero spropositato di Gruppi consiliari, e assumere così tutti i parenti disoccupati dei consiglieri».
Raccontata in questo modo, tutto sembra allo sbando. «Invece no. In Calabria ci sono pure energie e forze sane, capaci di guardare in avanti senza ricorrere all'antica strada dell'assistenzialismo. Basta pensare all'organizzazione dei giovani industriali calabresi guidati da Maurizio Mauro: guardano ad un futuro senza assistenza, ad un futuro manageriale e proprio per questo fa scandalo che il sistema istituzionale non riesca a favorire i processi produttivi e che anzi li intralci come ho visto succedere in molti casi».
Che rapporto immagina fra una Calabria che deve crescere e la devoluzione? «Sono convinto che la devolution rafforzata dà adeguati approfondimenti nei diversi passaggi che una riforma costituzionale comporta, potrà essere un'occasione per la Calabria per uscire dall'attuale situazione di stallo e di stagnazione economica e per realizzare concretamente un salto di qualità nell'istituto regionale e in tutto il sistema delle autonomie locali. Purché gli elettori, considerata l'investitura inamovibile che concedono con il loro voto, capiscano dove c'è improvvisazione. Se non altro per indurre i partiti della maggioranza a rendersi conto che per poter governare dovranno, per le prossime candidature, smetterla con questo ricorso smodato alla società civile».

nuvolarossa
09-12-02, 19:12
http://www.giornaledicalabria.it/testata2.gif
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Il Reggino Nucara confermato segretario nazionale del Pri

Roma. Il consiglio nazionale del Pri ha confermato il reggino Francesco Nucara segretario del partito con 80 voti su 124 votanti, mentre il candidato di minoranza Sergio Savoldi ha ottenuto 39 voti. Con distinta votazione e' stato inoltre rieletto presidente con 90 voti, Giorgio La Malfa. Successivamente il consiglio nazionale ha eletto a maggioranza la direzione nazionale del Pri proposta dal segretario.

nuvolarossa
09-12-02, 23:10
DIREZIONE NAZIONALE
eletta dal Consiglio nazionale del 7 dicembre 2002

La Malfa Giorgio Presidente
Nucara Francesco Segretario Politico
Camerucci Giancarlo Amministratore

Alberghina Lilia
Aparo Mauro
Babini Luisa
Bevilacqua Carmine
Biondi Lauro
Bruno Riccardo
Corona Armando
Currò Pietro
De Modena Bruno
Del Giudice Franco
Del Pennino Antonio
Fabiano Alessandro
Frosini Tommaso
Gallo Riccardo
Governi Tristano
Leli Mariano
Marrami Umberto
Medri Giorgio
Orlandi Cirillo
Pagano Aldo
Pesoli Loredana
Pugliese Gerolamo
Rizzica Giovanni
Saletti Ettore
Santoro Italico
Saponaro De Rinaldis Corrado
Stefanelli Armando
Tartaglia Giancarlo
Torchiana Massimo
Vita Pino
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tratto dal sito web del
http://www.prilombardia.it/imgs/pri.gif (http://www.pri.it)

nuvolarossa
13-12-02, 15:45
Convocata per
martedì 17 dicembre h. 10.00
presso la sede di Roma la
Direzione Nazionale del Partito

nuvolarossa
16-12-02, 20:42
..... riceviamo da
Sergio Savoldi, portavoce di
"Riscossa per l' Autonomia Repubblicana" .....
------------------------------------------------------------------------------
Al Segretario Nazionale del P.R.I.
con preghiera di comunicazione
ai membri della Direzione Nazionale

Roma 16/12/2002

La minoranza di Riscossa per l’Autonomia Repubblicana ritiene che la Direzione Nazionale del PRI riunita a Roma il 17/12/2002 non possa esimersi dal formulare una valutazione sulle ipotesi di condono articolato che vengono prospettate al paese dalla maggioranza di governo.

Alle ipotesi ormai più che certe di condoni fiscali per imposte, bolli,tasse sui rifiuti, si aggiunge anche l’ipotesi di un altro condono edilizio.

Il patto fra lo Stato ed i cittadini che gia’ viene da tempo mortificato dal funzionamento della giustizia per i cittadini comuni ,dalla situazione della sanita’ che penalizza regione per regione i cittadini più deboli , ed in generale dal cattivo funzionamento dei servizi pubblici, riceverà da questa serie di condoni un colpo di grazia.

Quale credibilità potra’ ancora avere uno stato che premia regolarmente chi non rispetta una delle regole elementari dei paesi civili quale quella di pagare nei tempi e modi stabiliti le imposte?

A chi vuole continuare a rivolgersi il governo, ai cittadini che mantengono fede ai propri impegni o ha ormai deciso che conviene accontentare coloro che si sottraggono ai propri doveri anche perché e’ impossibile costringerli a comportarsi in altro modo?

E’ un resa un resa umiliante, che peraltro non risolverà ovviamente i problemi strutturali del bilancio dello stato.

Crediamo che il Pri che già ha espresso dissensi su altre posizioni del governo :
ultima l’immissione in ruolo degli insegnanti di religione, non possa che esprimere il proprio dissenso in sede parlamentare anche sulle ipotesi di condono.

Dissenso peraltro che è già stato espresso a mezzo stampa dal Presidente del partito.

Ci auguriamo che la Direzione Nazionale dia mandato ai propri rappresentanti parlamentari, a cominciare dalla imminente discussione al senato, di esprimere la contrarietà dei Repubblicani ad un tipo di politica fiscale che il PRI ha sempre considerato come appartenente ad uno dei peggiori modi di governare un società civile.

nuvolarossa
17-12-02, 20:41
http://www.agenziaitalia.it/img/logo-agi4.gif
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Riforme/Pri: sì a dialogo e a "premierato"

La direzione nazionale del Pri riunitasi oggi ha espresso pieno sostegno all'appello del Capo dello Stato e dei presidenti delle Camere perché sulle riforme si avvii un dialogo ampio ed approfondito. Tale dialogo, secondo i repubblicani, deve riguardare tutti i vari aspetti delle riforme per collocarli in uno schema generale capace di associare alle nuove istituzioni coerenza ed equilibrio.
In questo contesto la direzione del Pri ha espresso la propria netta preferenza per un sistema fondato sul premierato con l'elezione diretta del presidente del Consiglio. Tale proposta - si sottolinea - sostenuta dal presidente del Senato, era già' stata avanzata dai repubblicani nel 1992.

nuvolarossa
20-12-02, 22:25
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg

Elenco dei componenti del
Collegio Nazionale dei Probiviri
scaturiti dal
43° Congresso nazionale di Fiuggi


Calculli Giacinto
Carroni Attilio
Ferrini Luca
Giardullo Enzo
Masci Giuliano
Miniero Roberto
Niccoli Claudio
Pasini Virginio
Pezzangora Ferruccio
Postorino Filippo
Rosati Riccardo
Tonini Giancarlo

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tratto dal sito web:
http://www.pri.it

nuvolarossa
10-02-03, 22:26
La Direzione Nazionale
è convocata per
venerdì 14 febbraio 2003
alle ore 9.30, a Roma,
presso la sede del Partito in
Corso Vittorio EmanueleII, 326
con il seguente odg:

1) Esame sviluppo crisi irachena e situazione internazionale;
2) Riapertura "Voce Repubblicana" e iniziative conseguenti;
3) Incarichi di lavoro;
4) Presa atto dimissioni responsabile politico Unione Comunale di Carrara e della Regione Abruzzo e surroghe conseguenti;
5) Nomina responsabile politico regione Marche;
6) Convocazione Consiglio Nazionale
7) Varie ed eventuali

Alla riunione sono stati invitati i responsabili delle Province interessate alle prossime elezioni amministrative
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tratto dal sito dell’Edera
http://www.pri.it/immagini/titdx2.gif (http://www.pri.it)

nuvolarossa
11-02-03, 20:35
Lunedì 17 febbraio
h. 15.30
Sede nazionale PRI
Corso Vittorio Emanuele II, 326
Roma

Riunione di insediamento del Collegio nazionale dei Probiviri eletti dal 43° Congresso di Fiuggi
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tratto dal sito web del
http://www.pri.it/immagini/titsx.gif (http://www.pri.it)

kid
14-02-03, 18:31
La direzione del Pri ha espresso oggi
apprezzamento per la condotta del governo sulla crisi irachena,
e ''sconcerto per l'accoglienza che autorita' politiche e
religiose hanno predisposto in favore di Tareq Aziz''.
Un comunicato della direzione loda ''l' equilibrio, la
prudenza, ma anche la chiarezza'' che il governo, e ''in
particolare il presidente del consiglio'' hanno mostrato nella
vicenda. Quanto ad Aziz, definito ''complice da lungo tempo di
Saddam Hussein'', il Pri afferma che le sue responsabilita'
''non possono essere certo attenuate, o ignorate, dalla sua
appartenenza alla confessione cristiana'', perche' cio' sarebbe
''una discriminazione religiosa nei confronti dei musulmani, che
e' estranea alla civilta' dell'occidente liberale''.
Il Pri auspica poi che l'Unione europea ''riaffermi,
attraverso i suoi organi istituzionali, un costruttivo rapporto
con gli Stati Uniti, ai quali il vecchio continente e' legato
dai comuni valori di liberta' e democrazia''. (ANSA).

nuvolarossa
14-02-03, 19:14
Il documento sulla crisi irachena e sulla situazione internazionale approvato dalla Direzione Nazionale

La Direzione Nazionale del PRI, dopo aver valutato i diversi aspetti della drammatica crisi irachena e i suoi riflessi di politica interna, esprime pieno apprezzamento per la posizione assunta dal Governo e in particolare dal Presidente del Consiglio, sottolineando l'equilibrio, la prudenza ma anche la chiarezza e il coraggio con cui ha tenuto fermi i punti di riferimento fondamentali che hanno caratterizzato la politica italiana nel secondo dopoguerra.

La Direzione Nazionale del PRI ritiene che la sinistra abbia perso una buona occasione per costruire una posizione unitaria sulla politica estera, come invece sarebbe stato auspicabile e come l'intervento del Presidente del Consiglio in Parlamento aveva sollecitato e reso possibile. I repubblicani rilevano anzi la sostanziale assenza, nell'ambito dell'opposizione, di voci aperte al dialogo e alla collaborazione in questa difficile fase della politica estera, e sottolineano la sostanziale deriva antiamericana dell'intera sinistra italiana e di vasta parte del mondo cattolico, sotto la spinta delle forze più estreme che i moderati non hanno avuto la capacità e il coraggio di arginare.

* * * * *
La Direzione Nazionale del PRI osserva che il rifiuto del pur discutibile piano franco-tedesco da parte di Bagdad e l'appello di Osama Bin Laden rivolto ai fratelli mussulmani contro l'Occidente e i suoi "crociati" confermano la necessità che il regime dittatoriale iracheno debba essere privato di ogni possibilità offensiva ed auspica che il disarmo possa aver luogo sotto l'egida delle Nazioni Unite e con il voto favorevole del Consiglio di Sicurezza.

Ritiene peraltro che questo obiettivo viene compromesso dalle divisioni interne all'Occidente e dalle ripetute "missioni di pace" che, ignorando volutamente la reale natura del regime di Saddam Hussein, ne favoriscono le manovre dilatorie e i tentativi di sottrarsi nei fatti alla risoluzione n. 1441 dell'ONU, approvata all'unanimità dal Consiglio di Sicurezza, come d'altro canto era già avvenuto per le precedenti risoluzioni.

* * * * *
La Direzione Nazionale del PRI esprime sconcerto per l'accoglienza che autorità politiche e religiose hanno predisposto in favore di Tareq Aziz, complice da lungo tempo di Saddam Hussein, colpevole come quest'ultimo delle atrocità e delle violazioni internazionali che hanno caratterizzato il regime e le cui responsabilità non possono essere certo attenuate o ignorate dalla sua appartenenza alla confessione cristiana. Sarebbe semmai, questa sì, una discriminazione religiosa nei confronti dei mussulmani che è estranea alla civiltà dell'Occidente liberale.

* * * * *
La Direzione Nazionale del PRI si è soffermata con preoccupazione sulle divisioni interne alle grandi organizzazioni internazionali e in particolare sui contrasti che sono insorti sia tra i paesi aderenti alla NATO sia tra quelli membri dell'Unione Europea.

Consapevoli di trovarsi di fronte ad un difficile e delicato passaggio storico, i repubblicani riaffermano la loro convinzione che integrazione europea e alleanza atlantica siano tra loro strettamente connesse; ricordano come proprio questa convinzione unì per tutto il dopoguerra Germania ed Italia, che uscivano da una comune tragedia storica, anche nei periodi in cui la Francia gaullista usciva dalle strutture operative della NATO o si opponeva all'ingresso della Gran Bretagna nella Comunità Europea; sottolineano la necessità che l'Unione Europea nel suo insieme riaffermi, attraverso i suoi organi istituzionali, un costruttivo rapporto con gli Stati Uniti, ai quali il Vecchio Continente è legato non solo e non tanto dai debiti, innanzitutto politici, contratti nel secolo scorso - e di cui i cimiteri americani sparsi per l'Europa sono drammatica e permanente memoria -, ma soprattutto dai comuni valori di libertà e democrazia che affondano le loro radici nella tradizione greco-romana e in quella giudaico-cristiana e sono lievitati attraverso le grandi rivoluzioni del XVII e del XVIII secolo.

* * * * *
La Direzione Nazionale del PRI ritiene infine che esula da un corretto funzionamento delle istituzioni locali la partecipazione ufficiale a iniziative che investono la politica estera e invita i dirigenti e gli amministratori del partito a non impegnare il simbolo e il nome del PRI in manifestazioni o documenti che contrastino con gli indirizzi di politica internazionale del partito e sotto il pretesto della pace diventino occasione per attaccare gli Stati Uniti.

*Il documento è stato approvato con la sola astensione di Pugliese e la non partecipazione al voto sul primo comma dello stesso documento di Luisa Babini.
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tratto dal sito dell’Edera
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nuvolarossa
14-02-03, 19:21
I nuovi incarichi della Direzione Nazionale

La D.N. ha preso atto della proposta del Segretario sui seguenti incarichi operativi:

Italico Santoro
Capo della Segreteria politica e responsabile del progetto per la riapertura della "Voce Repubblicana"

Riccardo Gallo
Responsabile dell'Ufficio Programma

Giancarlo Tartaglia
Coordinatore delle Commissioni di settore

Lauro Biondi
Responsabile dei rapporti con le Organizzazioni Sindacali

Gino Calvo
Responsabile Politiche sociali e del volontariato

Corrado De Rinaldis Saponaro
Responsabile rapporti con le Associazioni di categoria

Pino Vita
Responsabile Sito e dell'Ufficio Enti Locali

Sono stati inoltre riconfermati

Raffaella Finamore
Responsabile della riorganizzazione del Movimento Femminile Repubblicano (MFR)

Francesco De Rinaldis Saponaro
Responsabile della riorganizzazione della Federazione Giovanile Repubblicana (FGR)

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tratto dal sito web del
http://www.prilombardia.it/imgs/pri.gif (http://www.pri.it)

mcandry
15-02-03, 01:33
[QUOTE]Originally posted by nuvolarossa
Francesco De Rinaldis Saponaro
Responsabile della riorganizzazione della Federazione Giovanile Repubblicana (FGR)

Non c'è nulla da fare questo incubo non accenna a finire ...

:ronf

aledima
16-02-03, 19:35
qualcuno saprebbe dirmi cosa ha stabilito la d.n. per l'Abruzzo?
grazie.

mcandry
16-02-03, 21:07
Secondo il sito ufficiale del PRI il responsabile è ancora Medri, ma credo che non sia stato ancora aggiornato ... in ogni caso una cosa l'abbiamo ottenuta, abbiamo finalmente messo da una parte la Finamore.

aledima
17-02-03, 12:52
non capisco: perchè dovrebbero aggiornare il sito? è forse cambiato qualcosa?.....non siate sibillini...

mcandry
17-02-03, 13:36
Mi guardo bene dall'essere sibillino, dico solo che all'ordine del giorno della DN c'era l'analisi della situazione in Abbruzzo e quindi mi sarei apsettato qualche cambiamento, masul sito vedo ancora il nome del "globetrotter" Medri.

aledima
17-02-03, 15:50
ma c'è qualcuno che è stato presente alla riunione di venerdì?

kid
17-02-03, 16:29
io ero presente. Qual'è la domanda? Medri? Medri non ha più incarichi, il sito del partito deve essere aggiornato evidentemente.

mcandry
17-02-03, 16:49
Originally posted by calvin
Medri non ha più incarichi, il sito del partito deve essere aggiornato evidentemente.

Te l'avevo detto io.

mcandry
17-02-03, 16:53
Originally posted by calvin
io ero presente.

Racconta racconta, rendici edotti ...

kid
17-02-03, 17:04
Il dibattito della direzione nazionale è riservato ai soli membri e agli aventi diritto e eventuali invitati. Parla con i comunicati ufficiali. Il tempo della diramazione dei comunicati dovrebbe essere immediato da qui la mia preoccupazione di chiarire la vicenda Medri, visto che abbiamo qualche problema di comunicazione.

mcandry
17-02-03, 17:10
Originally posted by calvin
Il dibattito della direzione nazionale è riservato ai soli membri e agli aventi diritto e eventuali invitati. Parla con i comunicati ufficiali.

Buhhhh! Buhhhh!

echiesa
17-02-03, 17:46
fiiiiiiii ( schio) fiiiiii ( schio)
saluti
echiesa:fru
vorrei essere una mosca, ma andrei nella camera della Arcuri

kid
17-02-03, 17:52
e non in quella di Nucara? E poi che ci fai nella camera dell'arcuri se sei una mosca?

echiesa
17-02-03, 17:56
Mi beo
saluti
echiesa:fru

kid
17-02-03, 18:08
quella ti schiaccia.

mcandry
17-02-03, 22:05
Originally posted by calvin
quella ti schiaccia.

con cosa di grazia?

echiesa
17-02-03, 22:16
Se venissi schiacciato con cosa vorrei io.........siiiiii schiacciami!!!! ( cavolo,a nzi che schiacciato da Nucara)
saluti
echiesa:fru

mcandry
17-02-03, 22:20
Originally posted by echiesa
schiacciato da Nucara

quello lo fa già con tutti noi poveri commissariati ...

;)

echiesa
17-02-03, 22:25
Perchè, sei commissariato pure tu???
Fratelloooooooo:nu ( senza baci)
saluti
echiesa:fru

mcandry
17-02-03, 22:32
io carissimo amico mio sono peggio che commissariato perchè nonostante in congresso abbia votato con la minoranza, nonostante la mia fidanzata, tesserata con l'edera da quando sta con me, sia consigliere nazionale di minoranza, sono costretto ad agire sotto la cappa decisionistica delle segreterie regionali e provinciali e stare con il centro-destra essendo stato inoltre indicato come possibile assessore della giunta in quota pri.

echiesa
17-02-03, 22:40
Hanno fatto il tuo nome come assessore ?? Allora sei già bruciato, dammi retta, te lo dice chi ha esperienza.
saluti
echiesa:fru

mcandry
17-02-03, 22:50
Originally posted by echiesa
Hanno fatto il tuo nome come assessore ?? Allora sei già bruciato.

Lo spero bene, anche perchè quello che mi si sarebbe prospettato non mi va di certo a genio.

echiesa
17-02-03, 22:58
Fai l'Assessore allo Sport, così quando vengo ad Anzio me la dai tu la medaglia.Se no al turismo con dei bei premi miss maglietta bagnata etc etc.
saluti
echiesa :fru

mcandry
17-02-03, 23:11
Originally posted by echiesa
Fai l'Assessore allo Sport

Proprio questo mi avevano prospettato ma sono troppe grane per i miei gusti, avrei di certo preferito la cultura.

echiesa
17-02-03, 23:19
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg

Invece è bello, tutti i gruppi sportivi, le gare ciclistiche, i campionati, cene, pranzi, campioni che passano di lì con relative signore al seguito.E poi puoi organizzare tu lo stesso Miss Maglietta Bagnata.
saluti
echiesa:fru

mcandry
17-02-03, 23:25
No, non mi convince, ci sono tutte le grane con le società sportive per i campi che devono essere sistemati, gli spogliatoi diroccati, i soldi da dare a tutte le associazioni possibili e immaginabili ... che palle!

mcandry
19-02-03, 18:29
carissimo echiesa, oggi stesso abbiamo avuto la riunione di tutti gli iscritti delle sezioni di anzio ed ho ufficialmente dichiarato la mia indisponibilità a partecipare come assessore alla futura giunta di centro-destra.

echiesa
19-02-03, 19:24
Peccato, volevo fare il giudice a Miss Maglietta Bagnata, peccato:(
saluti
echiesa:fru

kid
19-02-03, 19:29
che non da soddisfazioni, questo, Papero. Mac vedi di ripensarci che un assessore ad Anzio può tornarmi utile. Che so, un posto da bagnino questa estate.

echiesa
19-02-03, 19:33
Esatto, può sempre fare comodo: e tu hai dato la non disponibilità adesso???:-00M :-00M
E casomai ti candidi pure???
Un bel corso il PRI non lo organizza??
saluti
echiesa:fru

mcandry
19-02-03, 19:49
State tranquilli ci sarà sicuramente qualche altro che farà l'assesore al mio posto. All'interno del pri c'è sempre qualcuno pronto a occupare posti che non ha contribuito per nulla a conquistare ... E poi, su su, un po' di fiducia, so quel che faccio, almeno spero ...

nuvolarossa
19-02-03, 19:54
Nominati i componenti delle sezioni del Collegio dei Probiviri

Virginio Pasini ed Enzo Giardullo rispettivamente presidenti delle sezioni di primo e secondo grado

Lunedì 17 febbraio 2003 si è tenuta la riunione di insediamento del Collegio Nazionale dei Probiviri. In base allo Statuto si è proceduto alla articolazione del Collegio in due Sezioni, di primo e di secondo grado e alla nomina dei rispettivi Presidenti.

Le due Sezioni risultano così articolate:

Primo grado
Pasini Virginio Presidente
Ferrini Luca
Niccoli Claudio
Postorino Filippo
Rosati Riccardo
Tonini Giancarlo
Calculli Giacinto

Secondo grado
Giardullo Enzo Presidente
Masci Giuliano
Miniero Roberto
Carroni Attilio
Pezzangora Ferruccio
----------------------------------------------------
tratto dal sito dell’Edera
http://www.pri.it/immagini/titdx2.gif (http://www.pri.it)

mcandry
19-02-03, 19:59
Originally posted by nuvolarossa
Nominati i componenti delle sezioni del Collegio dei Probiviri

Virginio Pasini ed Enzo Giardullo rispettivamente presidenti delle sezioni di primo e secondo grado
Ecco quindi i nomi degli esecutori del papero ...

nuvolarossa
28-02-03, 00:01
Il Consiglio Nazionale del Pri è convocato sabato 8 marzo 2003 alle ore 9.30 a Milano, presso la Sala dell'Unione del Commercio, Corso Venezia 49, con il seguente odg:

h. 9.30 Introduzione del segretario del Pri On. Francesco Nucara

Relazioni
Prof.ssa Lilia Alberghina Ordinaria di biochimica corso di laurea in biotecnologie Università Milano Bicocca "Ricerca scientifica e nuove tecnologie: vecchi strumenti e nuove frontiere"

Sen. Antonio Del Pennino "Le iniziative legislative in corso sulla brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche e la procreazione medicalmente assistita. Limiti e contraddizioni"

Prof. Guido Pozza Professore di clinica medica. Pro-rettore Università Vita e Salute San Raffaele "Università e Ricerca"

Prof. Michele La Placa Professore microbiologia Università di Bologna "Gli enti di ricerca e la riforma Moratti"

Intervento del Presidente del Pri e della Commissione Finanze alla Camera On. giorgio La Malfa

h. 13.30 Sospensione dei lavori

h. 15.30 Testimonianze e dibattito sulle relazioni

Nomina componenti Commissione Satuto e Commissione Tesseramento in base all'art. 68 e all'art. 70 dello Statuto

Varie ed eventuali
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http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI164.JPG (http://www.pri.it)

lucifero
28-02-03, 14:59
come bisogna leggere questa convocazione del CN a Milano? :confused:

Un'implicita presa di posizione sulla vicenda RAI? Una attenzione (di che tipo?) verso il PRI lombardo? La speranza di affacciarsi su qualche cronaca locale?

Avremo, per contrappeso, la prossima DN a Reggio Calabria?

nuvolarossa
28-02-03, 23:39
Informazioni logistiche per il Consiglio Nazionale che si svolgerà a Milano sabato 8 marzo.

Agenzia Turistica Rinaldi
Tel. 02/76002293 - 76013804

Grand Hotel Verdi
Via Melchiorre Gioia, 6
Tel. 02/62371 - Fax 02/623705
Singola: 139 euro
Doppia: 170 euro

Hotel Galles
Via Ozaman, 1 (angolo P.zza Lima)
Tel. 02/204841 (rif. Sig. Giuliano)
Singola: 107 euro
Doppia: 132 euro
----------------------------------------------

http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI164.JPG (http://www.pri.it)

nuvolarossa
18-03-03, 01:01
La Direzione Nazionale
e' convocata per martedì 25 marzo h. 10.00
presso la sede nazionale in Corso Vittorio Emanuele II, 326
a Roma

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tratto dal sito dell’Edera
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nuvolarossa
21-03-03, 20:57
Milano - 8 marzo 2003/Università e Ricerca: l'impegno dei repubblicani

La relazione del segretario Nucara al Consiglio Nazionale

Cari amici,

ringrazio i relatori e gli ospiti per il contributo che hanno inteso dare al Consiglio Nazionale del Partito Repubblicano Italiano.

Sono certo che dall'alto della loro riconosciuta capacità di scienziati ci daranno un contributo notevole e autorevole per le battaglie politiche che il PRI intende portare avanti in questo settore.

Peraltro non sono battaglie dell'ultima ora. Infatti i repubblicani già dal 1968 con Ugo La Malfa, nell'ambito del dibattito sulla riforma universitaria, affermavano: "Le civiltà moderne, le civiltà del benessere, le civiltà dei consumi contro le quali spesso si appunta la critica, non conoscono soltanto l'espansione attuale dei consumi: accanto a questa espansione attuale dei consumi, qualche volta con sacrificio di essa, esse conoscono la necessità di forti investimenti per lo sviluppo futuro dei consumi e per lo sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica che quello sviluppo futuro comporta. Cioè le società moderne non inseguono soltanto il consumo attuale, ma sanno porsi il problema delle strutture portanti sulle quali si fonderà l'espansione futura dei consumi; e fra queste strutture portanti le società moderne hanno posto in primo piano l'Università e la ricerca".

Oggi, dopo 35 anni, ci poniamo nei fatti lo stesso problema.

In proposito cercheremo di condurre, sempre brevemente, un'analisi sull'impegno del governo nel settore all'ordine del giorno di questo Consiglio Nazionale.

Con la delega legislativa in forza della Legge Bassanini del 1997 si è attivato un complesso riordino del sistema nazionale della ricerca scientifica e tecnologica.

Le principali direttrici della riforma sono così individuabili:

realizzazione di un sistema di governo della ricerca;

riordino degli enti di ricerca;

potenziamento degli interventi a sostegno della ricerca industriale.

Principale strumento di programmazione e coordinamento è il Programma nazionale della ricerca approvato dal CIPE che si avvale di una Commissione permanente per la ricerca, costituita al suo interno.

Oltre al riordino degli Organi consultivi operanti nel settore è stato istituito presso il Ministero competente il Comitato di Indirizzo per la valutazione della ricerca con il compito di indicare i criteri generali per le attività di valutazione dei risultati e di promuovere la sperimentazione, l'applicazione e la diffusione di metodologie tecniche e pratiche di valutazione.

Per quanto concerne i flussi finanziari il D. Lgs. 204/98 ha introdotto nuovi strumenti di coordinamento delle risorse finanziare (Fondo integrativo speciale per la ricerca, Fondo ordinario, Fondo per le agevolazioni alla ricerca, Fondo per l'innovazione tecnologica, Fondo per gli investimenti nella ricerca di base).

Altri decreti legislativi riguardano il riordino degli Enti di ricerca (CNR, Agenzia Spaziale Italiana, ENEA, l'Istituto nazione di Astrofisica, l'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia).

Con delibera CIPE del 19 aprile 2002 sono state approvate le "Linee guida sulla politica del Governo in materia di ricerca scientifica e tecnologica".

Si tratta di un'ipotesi triennale che individua quattro assi strategici:

avanzamento delle frontiere della conoscenza;

sostegno alla ricerca orientata allo sviluppo di tecnologie;

potenziamento delle attività di ricerca industriale e relativo sviluppo tecnologico;

promozione delle capacità di innovazione nei processi e nei prodotti delle piccole e medie imprese.

Le linee guida individuano alcune macroaree: meccanica strumentale, informatica e telecomunicazioni, energia, ambiente, trasporti, agroalimentare, salute, beni culturali.

Tutto questo potrebbe rimanere materiale cartaceo se il Governo non si impegna a destinare risorse adeguate al sistema della ricerca.

La battaglia condotta in Senato dall'amico Del Pennino, nell'ambito della recente legge finanziaria, ha migliorato le cose.

Tuttavia sono risorse assolutamente insufficienti.

Necessità di una politica di Governo che malgrado le ristrettezze di bilancio favorisca lo sviluppo della ricerca e potenzi il sistema universitario.

Le ristrettezze di bilancio incidono certamente sulle scelte; occorrerebbe modulare in modo diverso l'intervento dello Stato nell'economia.

E' chiaro che un'opera pubblica come il ponte sullo Stretto di Messina e il MOSE a Venezia è più visibile e più percepibile dall'opinione pubblica di quanto no lo sia la ricerca.

In quest'ultimo settore infatti si rischia di lavorare per anni su un problema senza venire a capo di nulla.

E' un lavoro lento e oscuro i cui frutti li vedranno i posteri, ma i posteri, per certi versi, siamo noi.

In un saggio del sociologo Ferrarotti c'è scritto:

"Gli scienziati dell'antichità classica diffidavano dagli uomini politici, non chiedevano mai l'aiuto del potere. Ne temevano la tendenza a subordinare chi vi si avvicinava piuttosto che a collaborare.

Vi era anche una ragione più sottile che riguardava l'auto-immagine dello scienziato di quell'epoca: un certo grado di svalutazione se non di vero e proprio disprezzo, di tutto ciò che comportasse la subordinazione del momento teorico; un timore di profanazione delle idee pure che implicava il rigetto delle applicazioni pratiche".

Di questa definizione può essere sposata la prima parte (la diffidenza verso la classe politica) mentre va rigettata la seconda parte (quella delle implicazioni pratiche della ricerca).

E' bene però ricordare che senza ricerca non c'è sviluppo e senza sviluppo non c'è occupazione.

Se volete saperne di più basta chiedere ai lavoratori del Mezzogiorno.

Un altro dato pesa sulla ricerca.

Il secolo passato venne considerato come il secolo del progresso, delle scoperte teoriche e tecniche che hanno cambiato il mondo.

Attraverso queste scoperte abbiano migliorato le nostre condizioni di vita.

La ricerca è stata libera nessuno ci assicura che lo sarà anche per il futuro; anzi, ci sono molte avvisaglie che per il futuro la ricerca non sarà libera.

Peserà su di noi il pensiero della Chiesa cattolica e dei suoi seguaci come peraltro pesò su Galileo.

Non vorremmo che anche la scienza soffrisse degli andamenti ciclici che sono patrimonio di altre attività umane (economia, letteratura, arti ecc.).

Vorremmo invece che la scienza continuasse il suo cammino da passista senza impennate ma senza mai fermarsi.

Oggi c'è l'aiuto di tecnologie avanzate che non possiamo confondere con la scienza.

Esse possono dare un enorme aiuto agli scienziati ma senza le idee e la passione di quest'ultimi sarebbero solo macchine da rottamare.

Nel mondo della globalizzazione vince chi dispone di un cospicuo patrimonio culturale e tecnologico.

L'Italia tra i paesi industrializzati è in estremo ritardo e rischia di essere frenata dalla burocrazia e da una sorta di presudoumanesimo.

Oggi più di prima abbiamo bisogno di competenze tecniche, scientifiche e imprenditoriali più che di sofismi.

L'Italia sotto questo profilo è in una fase al limite del ridicolo, per dirlo con una battuta: "esportiamo scienziati e importiamo calciatori".
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tratto dal sito
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nuvolarossa
24-03-03, 20:25
Direzione Nazionale
convocata per
martedì 25 marzo
h. 10.00.
All'odg:
crisi irachena e
elezioni amministrative
-------------------------------------------------------------------------tratto dal sito dell’Edera
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nuvolarossa
25-03-03, 19:53
La Direzione Nazionale del PRI, riunita il 25 marzo a Roma, ha approvato il seguente documento sulla crisi irachena

La Direzione Nazionale del PRI

conferma la valutazione espressa in queste settimane circa la legittimità giuridica dell'intervento militare alleato contro l'Iraq in ragione delle ripetute violazioni da parte di quel paese delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e della necessità di affrontare con determinazione i regimi che, accumulando armi di distruzione di massa, costituiscono una minaccia nei confronti della pace mondiale;

esprime il proprio sostegno e la propria solidarietà ai governi americano e inglese per l'assunzione di questo oneroso impegno;

manifesta il proprio cordoglio per le perdite che essi hanno subito e per le vittime civili irachene ostaggio della politica del dittatore;

rileva che l'asprezza dei combattimenti di questi giorni e la sofisticazione dell'armamento dell'esercito iracheno confermano la pericolosità di quel regime;

ribadisce che il Partito Repubblicano riteneva e ritiene tuttora legittima l'ipotesi di una diretta partecipazione dell'Italia allo sforzo militare alleato e la propria disponibilità a sostenerla attivamente;

auspica che dopo la cessazione delle ostilità sia avviato il processo di democratizzazione dell'Iraq e che con il tempo tale processo possa investire l'intera area;

ritiene che la caduta del regime di Saddam Hussein possa e debba favorire la ripresa del dialogo tra israeliani e palestinesi e - com'é negli intendimenti sia del governo britannico che dell'amministrazione americana - il raggiungimento di un'intesa che assicuri stabilità, pace e sicurezza all'area mediorientale;

prende atto dell'orientamento espresso dal Governo di manifestare il pieno sostegno politico per l'azione alleata pur escludendo una partecipazione diretta e lo attribuisce all'obiettivo di svolgere nei prossimi mesi, in ragione delle responsabilità che l'Italia avrà nella presidenza dell'Unione Europea, un ruolo attivo nel necessario sforzo di riavvicinamento delle posizioni fra l'Europa e gli Stati Uniti e all'interno dell'Unione Europea. Condivide la decisione di espellere alcuni diplomatici per l'attività di spionaggio svolta nel nostro paese;

La Direzione Nazionale del PRI ritiene che la crisi irachena costringerà l'Unione Europea ad uscire dalla genericità dei propositi in base ai quali è stato avviato e condotto finora il lavoro della Convenzione e le imporrà di riflettere concretamente sulla collocazione che l'Europa avrà nel mondo, sui suoi rapporti con gli Stati uniti, con la Russia, con la realtà mediorientale.

La Direzione Nazionale del PRI ribadisce che nella lunga tradizione europeista del Partito Repubblicano è sempre stato posto l'accento sulla necessità della piena partecipazione allo sforzo di costruzione europea di un paese come l'Inghilterra e sulla necessità che l'Unione europea sia parte di una partnership con gli Stati Uniti e non un elemento potenzialmente contrapposto ad essa.

La Direzione Nazionale del PRI esprime infine un giudizio negativo per le posizioni assunte da tutti i partiti dell'opposizione nei dibattiti parlamentari sulla crisi irachena, considerando che queste posizioni segnino un grave arretramento della sinistra verso posizioni massimaliste tali da renderla del tutto inadeguata ad assumere responsabilità di governo per il nostro paese.

Approvato con l'astensione di Gerolamo Pugliese mentre Giorgio Medri ha dichiarato di non partecipare al voto.

Roma, 25 marzo 2003
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tratto dal sito web del
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nuvolarossa
02-04-03, 23:51
La minoranza di "Riscossa repubblicana" e la scelta delle alleanze locali

Il conflitto iracheno ha messo in secondo piano la scadenza delle elezioni amministrative del 25-26 maggio con ballottaggio l'8 giugno, che interessa 12 milioni e mezzo di elettori.

La Direzione nazionale, nella riunione del 25 marzo ha fissato la linea politica con la quale il PRI affronterà la scadenza elettorale ed ha invitato le organizzazioni locali ad impegnarsi per la presentazione del maggior numero possibile di liste con il simbolo dell'Edera, collegate con lo schieramento della Casa delle Libertà.

Questa decisione corrisponde a due obiettivi fondamentali per la strategia del partito.
Il primo è teso a dare corpo e visibilità sul territorio all'immagine del PRI, dimostrandone la vitalità, dopo la scomparsa o la trasformazione dei simboli dei partiti storici.
Il secondo tende a stabilire, a seguito della scelta di campo che ha portato il PRI nello schieramento di centrodestra, un collegamento concreto con i nuovi alleati, nelle diverse realtà locali. La Direzione per ribadire il carattere strategico e innovativo di tale scelta, ha volutamente sottolineato nel documento l'alleanza con le forze della Casa delle Libertà, peraltro già sperimentata positivamente alle passate elezioni.

L'impostazione di una nuova linea politica per produrre un ricambio duraturo nel quadro delle alleanze e aprire nuovi equilibri politici in sede locale, deve essere basata su programmi specifici collegati alle singole realtà, su candidature credibili e con un forte raccordo con le posizioni del partito sui temi di maggiore interesse nazionale. Pertanto l'autonomia, separata da un disegno generale e priva di obiettivi di fondo, finisce per scadere nel localismo e nella difesa di posizioni precostituite di potere.

Alla luce di tali considerazioni, la segreteria non si è limitata all'enunciazione verbale dell'alleanza con le forze del Polo, ma ne ha esaminato con grande obiettività i risvolti concreti e le tappe del cammino intrapreso , senza nascondersi le difficoltà e le resistenze, sinora incontrate ai diversi livelli. E mentre la partecipazione del PRI nella maggioranza di governo è andata consolidandosi, (vedi la partecipazione del Segretario nazionale all'ultimo vertice dei leader di maggioranza a Palazzo Chigi), per quanto riguarda le diverse situazioni locali si è registrata una battuta d'arresto, rispetto al coordinamento centrale attuato positivamente in occasione delle passate elezioni.

Tale situazione non ha consentito di definire tempestivamente, in sede locale, il quadro delle possibili alleanze, per cui la Direzione ha affidato al Responsabile degli Enti locali l'incarico di trovare, caso per caso, e con il concorso degli esponenti locali, soluzioni in grado di favorire la presenza e l'affermazione delle liste del PRI.

Ci sembra una maniera realistica ed equilibrata con cui aprire una nuova stagione della politica del PRI negli Enti locali, mettendo alla base del progetto la conferma dell'alleanza con la Casa delle Libertà e verificandone concretamente la sua realizzabilità in sede locale.

E' sicuramente una maniera opposta a quella descritta nel documento presentato dalla minoranza di "Riscossa repubblicana", che sarà discusso nel Consiglio nazionale del 12 aprile e che testualmente dice: " .... la segreteria impone, senza alcun margine apparente, scelte locali fotocopia delle alleanze nazionali".

Roma, 2 aprile 2003
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tratto dal sito
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nuvolarossa
06-06-03, 11:24
Convocata per martedì 10 giugno a Roma, presso la sede del P.R.I., la Direzione Nazionale del Partito Repubblicano Italiano.
All'o.d.g. l'esame dei risultati elettorali delle amministrative 2003.
tratto dal sito web del
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nuvolarossa
10-06-03, 23:55
Il comunicato della Direzione della riunione del 10 giugno

La Direzione nazionale del PRI, riunita a Roma nella sede del partito, ha esaminato il risultato della recente tornata elettorale.

La Direzione nazionale del PRI ha espresso la sua soddisfazione per i segnali di ripresa elettorale del partito repubblicano che sono particolarmente incoraggianti in Sicilia ed in Calabria e che si estendono anche al di fuori del Mezzogiorno.

La Direzione nazionale del PRI ritiene che, anche alla luce dei ballottaggi di domenica, la Casa delle Libertà abbia subito una erosione di consensi, dovuta principalmente a scelte e politiche locali che non compromettono in nessuna maniera la tenuta del governo nazionale.

La Direzione nazionale del PRI ha dato mandato al Segretario nazionale del partito, on. Francesco Nucara, di intraprendere i passi necessari presso i partiti dell'alleanza di governo per porre il problema dell'allargamento e del coinvolgimento nella Casa delle Libertà delle forze di democrazia laica, che pure hanno dato un contributo di sostegno non indifferente, anche in queste ultime elezioni, alla coalizione.

La Direzione nazionale, inoltre, ha formalizzato la sua indicazione di votare NO al referendum sull'articolo 18 e no al referendum sulla servitù coattiva di elettrodotto.

La Direzione nazionale del PRI ha infine espresso il suo apprezzamento per la missione del Presidente del Consiglio in medioriente di cui ha particolarmente apprezzato, nelle parole e nei gesti di Silvio Berlusconi, il chiaro e netto sostegno dell'Italia e dell'Unione Europea allo Stato d'Israele.

Roma, 10 giugno 2003

tratto dal sito dell’Edera
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FRANCO (POL)
11-06-03, 04:29
Mi sembra semplicistico dire che l'erosione dei consensi della CDL sia dovuta principalmente a scelte e politiche locali.

kid
11-06-03, 09:07
è la scelta di non drammatizzare un risultato parziale, per quanto importante. Nella direzione a nessuno è sfuggito il momento particolare. Il punto politico è il mandato a Nucara di verificare le condizioni per un allargamento sostanziale della coalizione o meno.

la_pergola2000
11-06-03, 09:27
Sarebbe un errore imperdonabile non tenere conto dei risultati amministrativi e leggerli solo in maniera locale.
Ci sono molti elementi politici da valutare, Il voto di Roma , le elezioni in Friuli, come avrai letto sono settimane che davo la vittoria al miliardario Illy.
L'analisi del voto di "medio termine" ci dà un arretramento della Casa della Libertà, anche se noi siamo alleati elettoralmente alla casa della libertà dobbiamo analizzare a freddo i risultati e non lasciarci trasportare dalle nostre piccole performance.
Quello che si evidenzia subito è che di fronte ad un calo di An e FI c'è stato il contemporaneo aumento delle forze centriste, NUovo PSI, UDC, PRI e liste civiche di destra.
Mentre dall'altra parte c'è stato un calo delle forze centriste a favore di PDCI, Rifondazione, e Ds, e di liste civiche di sinistra.
Questo è il dato tecnico, la margherita ne ha fatto le spese.
Ora andiamo a leggere il dato politico, da sempre in Italia il voto amministrativo si carica di tensione poltica, mi ricordo una elezione siciliana in cui l'arroganza socialista craxiana assieme al piglio Demitiano caricò quella elezione amministrativa in maniera abnorme, lasciando poi le cose come stavano, dimostrazione che durante le elezioni non si devono aumentare i toni, ma semmai abbassarli per dare alla maggioranza moderata degli elettori la serenità della scelta e far passare nell'elettorato che i partiti centristi sono i loro veri rappresentanti.
Da queste affrettate analisi si può partire, riconoscimento della propria sconfitta e ricognizione delle cause e/o errori che hanno portato alla sconfitta.
Una piccola riflessione fin dagli anni cinquanta e sessanta il PRI alleato da sempre della DC ha avuto delle fortune e sfortune elettorali, il travaso dei voti da DS, PLI, PSDI verso il PRI e viceversa era una cosa normale, specialmente nelle zone dove non c'era una leadrship del PCI, mentre nelle zone dove c'era una leadership del PCI questo non avveniva o avveniva in misura minore, segno che una volta conquistato l'elettore da parte del PCI questo non lo mollava anzi ne diventava parte integrante, invece l'elettore moderato si sentiva rassicurato se votava indifferentemente partiti di centro moderato.
Questo in regime di voto proporzionale, però dai dati amministrativi di questa tornata elettorale, il variare del flusso di voti si è evidenziato in misura quasi paritaria rispetto alle vecchie tornate elettorali.
Concludo in fretta, il PRI, come parte sinistra della casa della libertà stà trovando un spazio elettorale che è consono alla sua tradizione, al suo programma di sempre, al suo stare nella politica come coscienza critica, senza se e senza ma, ha ritrovato una sua dignità che le diatribe interne avevano fatto perdere.
Altra riflessione dove trovano spazio i repubblicani che si allontanano dal PRi e che vanno a cercare altri lidi e altre posizioni?
Quando ci si allontana dal proprio DNA ci si trasforma in cloni, i quali dapprima fanno gridare che si è formata una copia perfetta, poi nel crescere si scopre che c'è qualche deficenza.
Questo è un piccolo contributo all'indomani della direzione nazionale.

la_pergola2000
11-06-03, 09:34
....l'intervento di Calvin che ci ha comunicato del mandato a Nucara.
Capisco tutte le motivazioni che possano scaturire da una analisi all'indomani del voto. Capisco l'analisi in maniera cruda e veritiera del voto, capisco far vedere che non si sdrammatizza, capisco le ragioni della verifica anche se non la condivido.
Perchè una verifica può dimostrare all'elettorato che si è avuto paura e che si pasticci nell'aministrazione pubblica, movendo pedine politiche, quando si sono già mosse pedine amministrative.
Comunque se la verifica porta ad un rafforzamento dell'esecutivo nell'area di centro ben venga, ma sarà difficile.
Ciao e buon lavoro.

nuvolarossa
27-06-03, 19:35
Convocata per lunedì 30 giugno
la Direzione Nazionale, presso
la sede a Roma, per l'approvazione
del Bilancio 2002


http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI164.JPG (http://www.pri.it)

nuvolarossa
17-07-03, 23:35
Nuovi ingressi nel Consiglio Nazionale

Il Consiglio nazionale , nella riunione del 5 luglio scorso ha formalizzato l’ingresso nell’organismo di Vito Taccone e Alessandro Michelacci, primo dei non eletti della lista di minoranza al congresso nazionale di Fiuggi. Michelacci , consigliere comunali di Forlimpopoli subentra all’amico Carlo Pergoli ,scomparso di recente.
Il Consiglio ha inoltre cooptato nello spazio riservato alle personalità della cultura e degli studi l'avvocato Massimo Scafati, docente di diritto amministrativo a Napoli.

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
05-09-03, 19:18
http://www.voicebuster.it/diamond.gif http://www.voicebuster.it/diamond.gif http://www.voicebuster.it/diamond.gif Convocata la
Direzione Nazionale del Pri
per martedì 9 settembre p. v. alle ore 10.00
presso la Sede in Roma,
Corso Vittorio Emanuele II n. 326
(http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)
tratto dal sito
http://www.pri.it/immagini/da%20inserire%20pri/logosinistra.jpg (http://www.pri.it)

nuvolarossa
09-09-03, 20:23
Il documento conclusivo della Direzione Nazionale

La Direzione nazionale del Pri, che si è riunita ieri a Corso Vittorio Emanuele 326, Roma, ha approvato il seguente documento politico proposto dalla segreteria:

La Direzione nazionale del Pri ritiene necessaria una riforma del welfare e della previdenza, che prenda in considerazione seriamente l'aumento della vita media dei singoli individui e l'aumento della popolazione anziana rispetto alle nuove generazioni. A fronte di fatti di questa evidenza, pensare che non ci sia niente da fare e che tutto vada bene, significa intraprendere una corsa verso il disastro.

La Direzione nazionale del Pri condivide le linee che il presidente del Consiglio ha usato sull'argomento della riforma, che comprendevano innalzamento dell'andata in pensione, disincentivi e inserimento dei provvedimenti nella Finanziaria, e lo invita a richiamare la coalizione ed il governo ad un impegno coerente sulle linee di intervento dal premier indicate.

La Direzione nazionale del Pri ritiene inoltre che una frammentazione della maggioranza su questo tema potrebbe avere conseguenze gravi per il futuro del governo e del Paese.

La Direzione nazionale del Pri ha inoltre esaminato la politica internazionale e la situazione in Medioriente, ed ha espresso la sua inquietudine e preoccupazione per le dimissioni del premier Abu Mazen, ritenendo il ritorno di Arafat sulla scena come un grave ostacolo al processo di pace.

La Direzione nazionale del Pri, infine, ha ascoltato e approvato la relazione sulle Riforme costituzionali del segretario del partito Francesco Nucara.

Roma, 9 settembre 2003

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
11-09-03, 21:29
Convocazione della Commissione tesseramento

Il presidente Roberto Santolini ha convocato la riunione della Commissione di controllo sul tesseramento per venerdì 19 settembre alle 15,30 presso gli uffici della Direzione nazionale del Partito.

La commissione prevista dall'articolo 70 dello Statuto nazionale era stata insediata dal segretario nazionale Nucara nel contesto dei lavori dell'ultimo consiglio nazionale tenuto il 5 luglio a Roma e in quell'occasione fu eletto presidente Roberto Santolini, consigliere nazionale di minoranza.

Il principale argomento all'ordine del giorno riguarda la definizione dei criteri operativi per assicurare il controllo delle operazioni di tesseramento, e garantirne la loro regolarità statutaria. Fanno parte della commissione, oltre al presidente, Guglielmo Balbi, Salvatore Cavallaro, Vincenzo Girasoli, Carlo Pasqualini, Franco Torchia e Francesco Trombella.

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
11-09-03, 21:30
La D.N. sui Congressi provinciali e regionali

La direzione nazionale del partito, riunita il 9 settembre ha approvato all'unanimità la proposta del segretario nazionale di rinviare a dopo le elezioni di primavera (amministrative ed europee) tutti i congressi provinciali, di consociazione e regionali previsti a partire dal 1 gennaio 2004.

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
15-09-03, 22:53
Convocato per sabato 20 settembre 2003 alle ore 9.30 il Consiglio Nazionale del Pri presso il Centro Congressi Cavour, in via Cavour n. 50/A-Roma

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
18-09-03, 11:16
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg

A Massa, il 13 settembre 2003, nel corso della riunione che ha segnato la ripresa dell’attività politica della Riscossa per l’Autonomia Repubblicana dopo la pausa estiva, fra gli altri temi di discussione, si è preso in considerazione il messaggio alla minoranza da parte del Segretario Nazionale, contenuto nel suo articolo apparso sulla Voce Repubblicana di giovedì 4 settembre 2003 laddove dice: “Si vanno delineando nella politica nuovi scenari ed essere riusciti a salvaguardare l’autonomia e l’identità del partito non ci deve far considerare concluso il cammino, per cui dobbiamo aprire nuovi traguardi e definire nuovi obiettivi: questi impegni li dobbiamo fissare assieme ed insieme li dobbiamo perseguire” e appena prima: “Su questi ed altri temi sarebbe opportuno sentire anche le opinioni della minoranza”.
Dopo le asprezze nei confronti di Riscossa del Consiglio Nazionale di aprile, ci pare che l’atteggiamento diverso ora manifestato, consenta da parte nostra alcune considerazioni non puramente difensive.
Sicuramente il quadro politico nazionale si sta evolvendo, la crisi del bipolarismo attuale è sempre più evidente; a fronte delle difficoltà del centro sinistra sul tema della lista unica per le Europee, rimarchiamo le difficoltà crescenti del centro destra per la traduzione in fatti delle promesse elettorali unite alle esternazioni fuori controllo del premier.
L’intervista al Presidente del Partito sul Corriere della Sera, dopo le dichiarazioni di Berlusconi a proposito del fascismo, che si aggiunge ad altre posizioni espresse dallo stesso nostro Presidente e dalla Voce Repubblicana in tema di riforme istituzionali di politica economica di riforma delle pensioni, dimostrano il disagio che il PRI tutto, (non solo la componente di minoranza) prova nei confronti dell’alleanza, ed in generale di tutto il quadro politico nelle condizioni attuali.
Nuovi scenari possibili in cui un’autonomia del PRI, certamente da definire e costruire passo passo , possa essere strumento di rilancio e di ripresa di un ruolo più visibile dei Repubblicani,non possono che essere uno stimolo all’azione per tutti.
Riscossa Repubblicana ha definito in questi anni una linea che fa delle terza via liberaldemocratica, a fronte di un bipolarismo che non garantisce governabilità e stabilità, un’opzione fondamentale per il nostro paese.
Una costituente liberaldemocratica potrebbe contribuire ad avviare un processo di ridefinizione degli equilibri politici anche superando le ormai cadenti barriere dello schema pseudobinario attuale.
La necessità di coniugare senza incertezze, un saldo sistema democratico ad uno sviluppo economico equilibrato e previdente, deve essere per il PRI insieme alla tutela delle funzioni e del prestigio di tutte le istituzioni dello Stato, il nucleo di un programma di rilancio del partito che ancora soffre troppo la mancanza di caratterizzazione sia nelle alleanze che nel dibattito politico a tutto campo.
Le elezioni europee insieme alla tornata amministrativa della primavera del 2004 potrebbero essere forse un’altra occasione per manifestare, se esiste, una rinnovata capacità dei Repubblicani di incidere nel dibattito Politico.
E’ necessario per le Europee definire, sintetizzare, diffondere le nostre posizioni su alcuni temi fondamentali quali la Costituzione Europea, il patto di stabilità, la forza di difesa europea, i rapporti con gli USA.
Su un programma essenziale siffatto la disponibilità di tutti i Repubblicani per la campagna europea potrebbe essere assicurata con la presentazione di liste dell’Edera che possano, indipendentemente dagli equilibri politici nazionali ,esprimersi a tutto campo senza vincoli particolari dovuti alle alleanze.
Riscossa Repubblicana è disponibile ed attrezzata a contribuire un nuovo siffatto tentativo di rilancio del Partito.
E’ disponibile a collaborare sulla definizione di scenari futuri se le verrà riconosciuta e rispettata l’agibilità politica nel Partito nelle forme e nei modi che si potranno definire e se si potrà addivenire con atti concreti ad un rapporto stabile di reciproca legittimazione fra tutte le anime del Partito.
L’avvenire del PRI è in cima ai nostri pensieri come crediamo per la dirigenza e la maggioranza nazionale, ci auguriamo che con questa premessa ,se finalmente acclarata , si possa aprire una nuova stagione nel rispetto dei ruoli ma con un unico obbiettivo: il rilancio stabile del partito.

SERGIO SAVOLDI
COORDINATORE DI RISCOSSA
PER L’AUTONOMIA REPUBBLICANA

nuvolarossa
22-09-03, 19:05
Consiglio nazionale del 20 settembre/La relazione del segretario Nucara

L'impegno del Pri per le riforme e lo sviluppo

Ritengo che una relazione al Consiglio Nazionale debba contenere principalmente i temi in discussione e le indicazioni di marcia e debba avere un carattere aperto e di indirizzo del dibattito, ma soprattutto non deve essere lunga, ripetitiva di tutto ciò abbiamo detto e fatto. Oggi quelle che sono le posizioni del partito e della segreteria sono scritte quotidianamente nella "Voce repubblicana" che rappresenta il filo conduttore reale delle nostre posizioni che non occorre ripetere in questa sede, anche per lasciare spazio a chi non ha occasione di intervenire come noi quotidianamente.

La situazione politica, dopo la pausa estiva, si è rimessa in movimento su molti fronti, sia nel campo della politica estera, sia su quello interno, sia nei progetti per le riforme costituzionali che nella discussione della modifica dei meccanismi elettorali. Ed inoltre sullo sfondo della nostra di-scussione, come ho avuto modo di dire sulla Voce, c'è il tema del partito, del suo rafforzamento delle sue scelte e tra queste quella dei rapporti interni. Mi auguro che oggi l'attuale dialettica interna possa trovare in questo Consiglio Nazionale un ulteriore momento di rafforzamento, concreto con l'ingresso della minoranza in direzione.

Una situazione politica in movimento quella del Paese - dicevo all'inizio - con la presenza preminente dalla grande questione della lotta al terrorismo internazionale che ha fatto di volta in volta sentire il suo messaggio di morte e che vede gli Usa sempre più nel mirino, impegnati come sono a circoscrivere le conseguenze striscianti delle guerra in Irak, dove il processo di pace si scontra con una serie di fattori religiosi che ne ritardano gli sbocchi.

In questo quadro il PRI deve ribadire la sua solidarietà nei confronti degli Usa, capofila di una battaglia combattuta nell'interesse di tutti. Un particolare apprezzamento va espresso al Governo italiano per la sua difesa di Israele e per la scelta di isolare le organizzazioni internazionali del terrorismo che trovano nell'aria medio-orientale un habitat favorevolissimo.

Sul piano interno la situazione politica italiana non è delle più rosee. Non lo è nel centrodestra e non lo è nemmeno nel centrosinistra.

Le ali estreme, come dice Giorgio La Malfa, nell'uno e nell'altro schieramento ingessano la politica italiana.

Questa posizione del presidente del PRI viene contestata da Augusto Barbera.

Barbera nell'immediato potrebbe avere ragione ma le tesi di La Malfa e la loro applicazione su un terreno politico – parlamentare - istituzionale hanno bisogno di qualche decennio per maturare pienamente e realizzarsi, come la storia recente e meno recente ci insegna.

I Repubblicani, che spesso con le loro intuizioni hanno anticipato i processi politici, con l'attuale sistema elettorale vivono momenti di marginalità.

Siamo in un periodo in cui alla forza della ragione si contrappone la ragione della forza.

E questa condizione l'abbiamo ampiamente sperimentata nel centrosinistra, quando questa coalizione pensava di poter governare per l'eternità.

In questa nuova collocazione per il PRI non sono tutte rose e fiori pur tuttavia, c'è considerazione per il nostro pensiero e per la nostra storia e per le nostre proposte.

Abbiamo partecipato ai vertici per le riforme Istituzionali. Certo avremmo voluto che un nostro rappresentante fosse stato presente a Lorenzago per dare contributi durante la elaborazione del progetto di riforma.

Dobbiamo però sottolineare come non siamo stati invitati per prendere atto di un progetto.

Infatti i suggerimenti e le proposte di Antonio Del Pennino sono stati recepiti e inseriti nella proposta poi approvata dal Consiglio dei Ministri, come sono state recepite alcune osservazioni tecniche suggerite dall'amico Frosini.

Come abbiamo scritto sulla Voce salutiamo con soddisfazione questa ripresa riformatrice della maggioranza e ci auguriamo che nel corso dell'iter parlamentare le forze di opposizione non facciano mancare, per scelte aventiniane, il loro contributo a un disegno che vuole innovare l'architettura istituzionale della repubblica, così come è stato molte volte richiesto dalle forze di sinistra.

L'amico Riccardo Bruno segue le riforme elettorali mentre Italico Santoro segue le riforme sulla giustizia e Pino Vita i problemi degli enti locali. Nel contempo il segretario del PRI ha seguito di persona la legge finanziaria sia in incontri diretti con il ministro Tremonti sia in incontri collegiali presieduti da Berlusconi.

Non mi illudo e non voglio illudere nessuno sulla nostra capacità di incidenza ma posso assicurare il Consiglio Nazionale che visti i conti che presenta Tremonti lo spazio per interventi è limitatissimo anche per forze politiche che hanno una consistenza maggiore di quella del PRI.

Possiamo fare una prima analisi della Finanziaria.

Al di là delle tabelle dei vari Ministeri che pure ci sono state consegnate tentiamo di fare un'analisi sull'impostazione della finanziaria.

Come dice qualcuno è una finanziaria che ci permette di galleggiare invece che affondare.

La manovra sarà di 16 miliardi di euro e finalmente si accenna a finanziamenti per la ricerca, mentre delle risorse saranno convogliate per avviare un processo di risoluzione del problema siccità.

So benissimo che qualche consigliere nazionale ci parlerà di deficit, di PIL, di indebitamento, di promesse non mantenute e via discorrendo.

Se si vuole parlare di tutto ciò va benissimo purtroppo però la finanziaria approvata nel 2001 e le successive non avevano previsto l'11 settembre e oggi dobbiamo rispettare i vincoli macroeconomici e affrontare le riforme strutturali che ci vengono sollecitate dagli organismi internazionali.

Parleremo pure del condono edilizio. La posizione mia è stata espressa in interviste e dichiarazioni di questi giorni.

Se l'abusivismo assume queste proporzioni le responsabilità devono essere larghe e diffuse e lontane nel tempo.

E' chiaro che io come voi sono contro tutti i condoni ma in politica bisogna guardare in faccia la realtà e adoperarsi per cambiarla se questa realtà non ci piace non bastano le dichiarazioni di principio. Non contano nulla quando non sono sostenuti da ragionamenti e da soluzioni congruenti.

E sforziamoci di ragionare: il governo del territorio è di competenza degli enti locali (Regioni, Province, Comuni); la vigilanza sull'applicazione delle norme di attuazione dei Piani Regolatori è affidata ai Comuni. E' del Governo la colpa dell'abusivismo?

Supponiamo che i condoni non vengano regolati normativamente l'abusivismo scompare o sarà perpetuato, considerato che non si vede abbattere in giro per l'Italia nemmeno una verandina?

Le Regioni che protestano contro il condono hanno torto perché non hanno approvato le leggi urbanistiche e non hanno vigilato come non vigilano sulle pensioni di invalidità.

Cogliamo l'occasione di sfatare una leggenda. Nell'immaginario comune le pensioni di invalidità per motivi clientelari e assistenziali sono patrimonio del Mezzogiorno d'Italia.

Nella realtà sono le regioni centrali che concedono il maggior numero di pensioni di invalidità con il piccolo piccolissimo problema che loro le concedono e lo Stato le paga. La Regione che porta il primato di queste concessioni è l'Umbria rossa.

Vorrei ricordare al Consiglio Nazionale che come ho detto già nel Consiglio del 5 luglio e poi in Direzione che la riunione di oggi sarebbe stata dedicata all'organizzazione della campagna elettorale repubblicana della prossima primavera.

Non sfugge a nessuno la complessità di questa tornata elettorale per l'intrecciarsi della consultazione per il rinnovo del Parlamento europeo con le consultazioni per il rinnovo di 63 consigli provinciali e di moltissimi consigli comunali di cui circa 40 comuni di capoluogo.

Cercheremo di svolgere un ragionamento a leggi elettorali invariate.

Sappiamo che molto probabilmente così non sarà ma non abbiamo idea di quel che sarà.

A mio avviso il PRI è nelle condizioni di porsi l'obiettivo del raggiungimento dell'1% sul territorio nazionale.

Porsi un obiettivo non significa raggiungerlo.

Per tentare di raggiungerlo il PRI si deve mobilitare tutto e in tutte le sue articolazioni. Sarà una battaglia di sopravvivenza e di continuità della nostra storia.

La mobilitazione dovrà partire dalla classe dirigente e in primis dal Consiglio nazionale. I Consiglieri nazionali sono tutti candidabili e lo devono dichiarare oggi approvando o respingendo il documento finale che attiene a questo problema.

Detto questo che riguarda i nostri problemi devo aggiungere che all'interno della maggioranza del Polo c'è una forte pressione di Forza Italia e Alleanza Nazionale perché si pervenga alla Lista unica.

Decisamente contrari PRI, NUOVO PSI e LEGA. Contraria ma con un atteggiamento "morbido" e possibilista è anche l'UDC.

Il problema della Lista unica a mio avviso è intrecciato anche con quanto sta avvenendo nella coalizione di centro-sinistra.

Leggendo ieri l'intervista del ministro La Loggia avvertiamo ulteriori complicazioni: il sistema delle compatibilità elettive, l'annullamento (in ogni caso) delle preferenze, la ridefinizione dei collegi, giusta ma a mio parere propedeutica all'applicazione del metodo d'Hont.

Come potete osservare, tutte tesi che certamente non ci aiutano nel nostro progetto.

Tuttavia i tempi sono stretti e se non ci sarà un accordo con l'opposizione ho motivo di ritenere che difficilmente una riforma di questa portata sarà approvata da questo Parlamento.

Meno influente rispetto ai nostri problemi è il discorso della riforma elettorale per gli Enti Locali.

Ovviamente saremo vigili ed attenti ad ogni possibile cambiamento e porteremo all'attenzione degli organismi di partito ogni valutazione e decisione sull'argomento.

Gli scenari prevedibili possono essere diversi e bisognerà decidere con attenzione le scelte da compiere, mettendo in primo piano gli interessi elettorali del PRI.

Dalla prossima settimana inizierò le preannunciate riunioni con gli organismi regionali e provinciali per constatare sul territorio la possibilità di presentare liste e ricercare candidati anche al di fuori degli iscritti al PRI.

Il primo incontro si svolgerà a Bari con Puglia e Basilicata il 25 settembre.

La prossima settimana definirò il calendario per tutte le altre regioni.

Cari amici mi avvio alla conclusione.

L'amico Savoldi a nome di Riscossa per l'Autonomia Repubblicana ha fatto pervenire il documento che è stato messo nel Sito e trovate sulla Voce di oggi.

Entrerò nel merito del documento se questo sarà confermato e comunque in sede di replica, dopo aver ascoltato il dibattito. Comunque voglio ringraziare anticipatamente Savoldi per il tono usato.

Tuttavia non posso esimermi dal rilevare l'osservazione "Dopo le asprezze nei confronti di Riscossa del Consiglio Nazionale di aprile:………."

Forse non sarebbe il caso di parlarne. Se però non si sa anche in modo superficiale quel che avvenne in quel Consiglio Nazionale si rischia di mettere sul campo un argomento fuorviante.

In quell'occasione il segretario nazionale rispose con forza ad un documento di Riscossa in cui tra l'altro si affermava: …"Anche la gestione interna è profondamente insoddisfacente"….

"La segreteria appare totalmente incapace di elaborare una linea politica autonoma ed originale all'esterno. All'interno si tenta di affermare un centralismo miope che non riesce a cogliere le difficoltà drammatiche in cui vive il partito specialmente al Nord".

Caro Savoldi scegli tu, con la tua onestà intellettuale da quale parte collocare le asprezze.

Questo non muta l'auspicio fatto all'inizio, e cioè che la minoranza scelga di entrare in direzione.

Mi auguro che il dibattito sia all'altezza delle scelte da compiere.

Roma, 20 settembre 2003

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
22-09-03, 19:09
I documenti approvati dal Consiglio Nazionale del 20 settembre 2003

Documento politico approvato dal Consiglio nazionale del 20 settembre 2003

Il Consiglio Nazionale del Pri, ascoltata la relazione del Segretario nazionale Francesco Nucara, l'approva.

Nel valutare i vari aspetti delle azioni del governo e della maggioranza, il Consiglio Nazionale del Pri rinnova il proprio consenso alla linea di politica estera del governo Berlusconi, con particolare riferimento all'impegno assunto in Iraq al fianco della coalizione angloamericana nell'ambito della lotta al terrorismo internazionale ed al sostegno accordato allo Stato d'Israele ed alla sua aspirazione a vivere in pace entro confini sicuri.

Il Consiglio Nazionale del Pri nel sottolineare positivamente la ripresa dell'iniziativa riformatrice della maggioranza sui temi istituzionali, dà mandato al Segretario – che ne segue i lavori – di continuare a prospettare nelle sedi opportune le posizioni messe a punto dai repubblicani su alcuni aspetti del problema.

Il Consiglio Nazionale del Pri, in attesa che la finanziaria sia definita, sollecita il governo ad avviare con decisione le riforme strutturali – in primo luogo la riforma del sistema previdenziale – che sono indispensabili al paese e che gli organismi internazionali ci sollecitano. Ritiene in particolare che debba essere imboccata la via del rinnovamento e della crescita del sistema produttivo, puntando sulla ricerca e sull'innovazione in settori strategici dai quali un paese moderno non può essere emarginato.

Il Consiglio Nazionale del Pri delega il Segretario nazionale a seguire con particolare attenzione l'evolversi, nell'ambito della maggioranza, delle eventuali modifiche riguardanti le leggi elettorali, a cominciare da quella europea, e delle diverse altre iniziative che il governo si appresta ad assumere.

*

Documento sulle elezioni europee, approvato con 2 "no" e 2 astenuti

Le prossime elezioni europee rappresentano una tappa fondamentale per il Pri; in questa direzione tutti gli iscritti, i dirigenti e i consiglieri nazionali dovranno essere disponibili ad eventuali candidature nelle liste del'Edera.

*

Ordine del giorno presentato dalla professoressa Lilia Alberghina, approvato all'unanimità dal Cn

Il Pri considera prioritario, per lo sviluppo del Paese, creare condizioni finanziarie, infrastrutturali e normative per favorire la nascita di imprese ad alta tecnologia, ed a tale finalizzazione andrà destinato almeno il 50 per cento di tutte le risorse che si riterranno disponibili con la nuova legge finanziaria.

A tal fine pone con forza la richiesta d'approvazione del Ddl Del Pennino – Castagnetti come intervento paradigmatico per iniziare il processo di reale modernizzazione del paese per un suo più soddisfacente inserimento nella Ue.

*

Il Consiglio nazionale ha integrato la Dn chiamandone a far parte, in rappresentanza della minoranza, i seguenti amici:

Benedetti Marco, Lelli Renato, Raffi Giorgio, Savoldi Sergio, Valbonesi Oliviero Widmer.

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
24-09-03, 01:43
Riunita la Commissione tesseramento

Si è riunita venerdì 19 settembre presso la sede della Direzione Nazionale la Commissione per il controllo sul tesseramento prevista dall'articolo 70 dello Statuto.

E' stata convocata dal presidente Roberto Santolini, come dallo stesso preannunciato nella riunione di insediamento dei primi di luglio, per determinare i criteri di lavoro più adatti ad espletare il delicato compito a cui la commissione è chiamata.

A tal fine si è deciso che la Commissione si riunirà entro il 15 settembre di ogni anno per verificare il tesseramento al 30 giugno, mentre un'apposita riunione entro febbraio esaminerà lo stato del tesseramento al 31 dicembre. Tra le altre decisioni di rilievo la particolare attenzione che sarà dedicata al controllo dell'iter statutario e regolamentare per la costituzione di nuove sezioni.

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
17-10-03, 19:17
Convocata la Direzione Nazionale
del Pri per giovedì
23 ottobre 2003
presso la sede del partito in Roma,
Via Corso Vittorio Emanuele II° 326.

mcandry
18-10-03, 01:06
Originally posted by nuvolarossa
Convocata la Direzione Nazionale
del Pri per giovedì
23 ottobre 2003
presso la sede del partito in Roma,
Via Corso Vittorio Emanuele II° 326.

qual'è l'ordine del giorno?

nuvolarossa
18-10-03, 01:10
Originally posted by mcandry
qual'è l'ordine del giorno?
Eliminare Walter Nudo o la Maria Teresa Ruta dall'Isola dei Famosi ? (http://www.isola.rai.it/R2_HPprogramma/0,,128,00.html)

mcandry
18-10-03, 01:26
Originally posted by nuvolarossa
Eliminare Walter Nudo o la Maria Teresa Ruta dall'Isola dei Famosi ? (http://www.isola.rai.it/R2_HPprogramma/0,,128,00.html)

http://www.fpit.no/fvgs/fag/IKT/j0078622.jpg

nuvolarossa
22-10-03, 13:22
Originally posted by mcandry
qual'è l'ordine del giorno?
Sara' esaminata la situazione politica,
con particolare riferimento anche ai recenti
sviluppi del tema dell'immigrazione ...

nuvolarossa
23-10-03, 22:45
Nominati il vice segretario e alcuni nuovi responsabili

La Direzione nazionale del Pri, riunita a Roma, ha approvato all'unanimità la proposta del segretario nazionale Nucara di nominare l'on. Italico Santoro vice-segretario nazionale del Pri.

Nella stessa riunione, e sempre all'unanimità, la Direzione ha proceduto alla nomina dell'ing. Sandro Fabiano, responsabile dell'Ufficio organizzativo, del dott. Carlo Bassi, responsabile del settore Cultura e Spettacolo e del prof. Santino Camonita, responsabile del Pri per i problemi della casa. E' stato altresì deciso che in una prossima riunione sarà completata la ristrutturazione degli incarichi.

La Direzione ha inoltre deciso di avviare una seconda fase nella diffusione della "Voce Repubblicana", sia attraverso iniziative esterne sia attraverso un'attenta verifica della possibilità di assicurare la presenza del giornale nelle edicole. La Direzione ha inoltre deciso di rilanciare l'organizzazione di Feste della Voce, le cui modalità e date dovranno essere concordate con la Segreteria nazionale.

La Direzione ha inoltre proceduto all'approvazione del seguente o.d.g. relativo alla celebrazione di congressi locali: "Ai fini di consentire la celebrazione dei congressi locali, prima della fine dell'anno in corso, la convocazione degli stessi dovrà essere concordata con la Segreteria nazionale e dovrà essere concessa - previo controllo della Commissione nazionale per il tesseramento - la possibilità a ciascuna delle sezioni interessate di poter versare alla Direzione nazionale l'importo delle quote degli iscritti per l'anno 2003, non oltre il sesto giorno precedente la data di celebrazione fissata.

Il numero complessivo delle tessere di ciascuna sezione non potrà comunque, superare il massimo definito nei riepiloghi al 31/12/2002, ferme restando le procedure del tesseramento previste dallo Statuto nazionale".

Roma, 23 ottobre 2003

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
23-10-03, 22:47
Politica estera, immigrazione, ricerca: priorità dell'Edera

La Direzione Nazionale del PRI, dopo un ampio dibattito sulla relazione politica del Segretario nazionale, la approva.

La Direzione Nazionale conferma il sostegno al governo Berlusconi, rilevando in particolare la corretta collocazione che, soprattutto per l'impegno del premier, il governo ha assunto sui temi della politica estera, attraverso una coerente scelta occidentale che è propria della tradizione repubblicana.

La Direzione Nazionale invita le forze politiche di maggioranza ad una più approfondita riflessione sul problema dell'immigrazione, che ha valenza strategica per il futuro del nostro paese e dell'intera Europa e sollecita gli altri paesi aderenti alla U.E. a mettere a punto quanto prima una posizione comune, fondata tra l'altro sul vincolo che deve esistere tra diritto di voto e cittadinanza.

La Direzione Nazionale ribadisce la propria convinzione circa la priorità che i temi della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica devono avere nelle scelte complessive della politica economica. In questo quadro conferma la propria opposizione alla istituzione dell'Istituto Italiano di Tecnologia, che rischia di rappresentare una struttura burocratica e centralistica, e invita la maggioranza e il Parlamento a fare propria la proposta di istituire i distretti di alta tecnologia seguendo i migliori esempi presenti in Europa.

In questa stessa ottica invita il governo a confermare la nomina di Carlo Rubbia alla presidenza dell'ENEA, malgrado il voto - improvvido e non vincolante - della Commissione per le attività produttive della Camera dei Deputati.

La Direzione Nazionale sottolinea infine l'inopportunità dello sciopero generale proclamato per la giornata del 24 ottobre, nella convinzione che non sia questo il modo per contribuire allo sviluppo e all'ammodernamento del paese.

Roma, 23 ottobre 2003

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
18-11-03, 13:07
Commissione Statuto: convocata per mercoledì 19 novembre

E' stata convocata dal Presidente Aldo Pagano per mercoledì 19 alle ore 15,00, presso la sede nazionale del Pri in Corso Vittorio Emanuele 326 Roma, la Commissione Statuto. All'ordine del giorno, l'esame di alcune eccezioni sollevate nei confronti della direttiva della Direzione Nazionale che definisce le modalità di celebrazione dei congressi locali che si tengono entro il 31 dicembre 2003

tratto da http://www.pri.it/html/Home%20pri.html

nuvolarossa
20-11-03, 23:02
Convocata per martedì 25 novembre 2003 alle ore 9,30 la Direzione Nazionale del Pri, presso la sede del partito in Corso Vittorio Emanuele II n° 326, Roma

nuvolarossa
22-11-03, 00:19
Riunione della Commissione Statuto

La decisione della D. N. ai fini dei congressi locali

Presieduta da Aldo Pagano, presenti Calogero Colletto, Guido Sanna, Pino Vita, Rocco Casciana e Sergio Ferretti, in qualità di segretario, si è svolta la riunione della commissione Statuto, chiamata ad esprimere un parere alla segreteria nazionale sull'applicazione delle norme che disciplinano le operazioni del tesseramento ai fini della celebrazione dei congressi locali. Sulle norme la Direzione Nazionale, nella riunione del 24 ottobre, aveva approvato un documento d'indirizzi. Su tale documento alcune sezioni di Roma avevano avanzato riserve in ordine alla legittimità dello stesso, per cui la segreteria aveva richiesto il parere della Commissione.

Dopo un approfondito esame dei vari aspetti statutari la Commissione ha espresso il seguente parere:

"La Commissione ritiene che l'o.d.g. della Direzione nazionale del 24 /10 c.a. sui tempi e le modalità del tesseramento non è in contrasto con le norme dello Statuto nazionale.

L'o.d.g. approvato dalla Direzione nazionale è teso a consentire a tutti gli iscritti di poter partecipare attivamente ai congressi locali, evitando forzature in ogni direzione.

La Commissione ritiene che sia necessario predisporre e approvare in C.N. un Regolamento che espliciti in maniera più chiara le modalità operative del tesseramento e coordini al meglio le norme contenute nello Statuto nazionale, in maniera da evitare che inerzie e omissioni possano pregiudicare il diritto di vecchi e nuovi iscritti di esercitare l'elettorato attivo e passivo."

Sul primo comma del parere della Commissione Rocco Casciana ha espresso la sua contrarietà, ritenendo il deliberato della D.N. contrario alle norme dello Statuto.

nuvolarossa
26-11-03, 01:12
Il documento conclusivo della Direzione Nazionale del 25 novembre

La Direzione Nazionale del PRI, ascoltata la relazione del Segretario Nazionale Francesco Nucara, l'approva. In particolare rileva l'esigenza di assicurare pieno sostegno al governo Berlusconi sui temi della politica estera, che ripercorrono le scelte tradizionali dei repubblicani. La guerra al terrorismo, che costituisce problema prioritario per le società occidentali, deve essere condotta con il massimo impegno e in stretto raccordo con gli Stati Uniti, che rappresentano il paese guida dell'Occidente, e con Israele, che è oggi lo Stato più esposto.

La Direzione Nazionale del PRI ritiene altresì che i temi della politica estera siano destinati per un lungo arco di tempo ad essere centrali nell'azione di ogni governo. E che di conseguenza la sinistra non possa rappresentare una valida alternativa, frantumata com'è al proprio interno tra le diverse componenti, alcune delle quali dichiaratamente antiamericane e filoarabe.

La Direzione Nazionale del PRI ha preso in esame le prossime scadenze elettorali ed ha rinnovato l'impegno a presentare le liste dell'edera ovunque possibile. In particolare tale impegno riguarda le elezioni europee, sempre che la legge elettorale non venga modificata; elezioni che rappresentano una tappa fondamentale nel processo di ricostruzione e di rilancio del partito.

La Direzione Nazionale si è infine impegnata - prima di assumere le decisioni definitive riguardanti il turno elettorale europeo - a consultare gli organi statutari, ivi compresa la possibilità - se la legge elettorale dovesse essere modificata - di ricorrere alla base del partito mediante un congresso straordinario.

Roma 25 novembre 2003

nuvolarossa
15-12-03, 22:33
Convocata la Direzione Nazionale del P.R.I.
per venerdì 19 dicembre p. v., ore 9,30
presso la sede del Pri in Roma
Corso Vittorio Emanuele II, 326.

nuvolarossa
20-12-03, 00:51
I documenti approvati dalla Direzione Nazionale del Pri
-----------------------------------------------
La Direzione Nazionale del PRI, ascoltata la relazione del Segretario Nazionale Francesco Nucara, l'approva. In particolare fa propria l'impostazione illustrata in vista delle elezioni europee, demandando al prossimo Consiglio Nazionale il compito di definire la strategia complessiva del partito. Nella stessa sede saranno altresì messe a punto le proposte che saranno formulate dai diversi gruppi di lavoro e che costituiranno la piattaforma del programma repubblicano.

La Direzione Nazionale del PRI, ascoltata la relazione del sen. Antonio Del Pennino sul tema della fecondazione assistita, decide di sostenere in tutte le forme possibili la campagna referendaria rivolta ad ottenere una modifica della legge di recente approvata dal Parlamento.

La Direzione Nazionale del PRI ha infine esaminato i problemi relativi al mondo della comunicazione. Sulla legge Gasparri, che può rappresentare uno strumento di risistemazione del settore che tenga nel debito conto gli sviluppi della tecnologia, i repubblicani ritengono che debba essere rapidamente approvata, rivedendo il meccanismo del SIC e avviando una reale privatizzazione della RAI.

Quanto infine alla revisione della par condicio, proposta dal presidente Berlusconi, la Direzione Nazionale sottolinea che essa rappresenta un problema reale su cui riflettere e si ripromette di approfondire ulteriormente la materia, anche in relazione alla prossima campagna elettorale.

Roma, 19 dicembre 2003
-------------------------------------------------------------------------
La Direzione Nazionale del PRI, di fronte al dilagare degli scioperi selvaggi che i repubblicani fermamente condannano, si impegna ad avviare un approfondimento e un dibattito sulla attuale normativa che disciplina le relazioni sindacali, partendo dalla piena attuazione degli art. 39 e 40 della Costituzione e da una incisiva revisione della disciplina che regolamenta il diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali.

Roma, 19 dicembre 2003
--------------------------------------

Texwiller (POL)
23-12-03, 09:25
Almeno nei documenti ufficiali scriviamo Presidente del Consiglio, altrimenti si rischia di pensare che sia il Presidente del PRI.
Tex Willer

nuvolarossa
17-02-04, 23:04
Convocata la Direzione Nazionale Pri per venerdì 20 febbraio alle h. 9.30 presso la sede in Corso Vittorio Emanuele II, 326 Roma

nuvolarossa
20-02-04, 20:14
Il documento della Direzione Nazionale del 20 febbraio 2004

La Direzione Nazionale del Partito Repubblicano Italiano si e' riunita il 20 febbraio nella sede di Corso Vittorio Emanuele 326 a Roma. Ha aperto i lavori il segretario nazionale Francesco Nucara: con la sua relazione sono stati esaminati i risultati della verifica di governo e della situazione politica e valutata la preparazione delle prossime elezioni europee. Pubblichiamo il documento conclusivo dei lavori che è stato approvato.

La Direzione Nazionale del Pri, ha approvato la relazione del segretario ed espresso il suo apprezzamento per la conclusione della verifica di governo ed il rilancio della coalizione.

La Direzione Nazionale del Pri valuta positivamente il ruolo ed il contributo politico della segreteria repubblicana svolto, nel rispetto dell'autonomia e dell'individualità del partito, nei vertici di maggioranza ed esprime soddisfazione per la compattezza della coalizione di governo dimostrata in occasione di scelte fondamentali per stabilire la collocazione internazionale dell'Italia.

Per ciò che concerne gli aspetti della politica economica, la Dn del Pri ritiene grave e dannosa la scelta del sindacato di avere rifiutato la proposta del governo di riforma della previdenza, dimostrando in questa maniera di avere perso di vista gli interessi della vita nazionale, per una difesa strumentale dei propri interessi corporativi.

La Dn del Pri è impegnata nella formazione delle liste dell'Edera con le quali il partito repubblicano concorrerà alla prossime elezioni europee con la propria storia, i propri programmi, nel solco della sua tradizione europeista che va da Mazzini a Ugo La Malfa fino ai giorni nostri.

nuvolarossa
15-03-04, 22:22
La Direzione Nazionale è convocata per giovedì 18 marzo p. v. alle ore 9.30 presso la sede del Pri in Roma, Corso Vittorio Emanuele II 326

nuvolarossa
19-03-04, 00:19
Il comunicato della D. N. Pri del 18 marzo

La Direzione nazionale del Partito repubblicano italiano si è riunita il giorno 18 marzo 2004 presso la sede di Corso Vittorio Emanuele II, Roma. All'ordine del giorno erano i seguenti punti: esame delle alleanze elettorali per le elezioni europee del 12 - 13 giugno; varie ed eventuali. Al termine della riunione è stato approvato all'unanimità il seguente documento:

La Direzione Nazionale del PRI ha esaminato e definito la piattaforma politica in vista delle prossime elezioni europee. Ha ribadito, tra le priorità della campagna elettorale, la scelta di una politica estera occidentale che collochi l'Italia e l'Europa in sintonia con gli Stati Uniti, a cominciare dalla difficile guerra contro il terrorismo internazionale; una politica della ricerca, dell'innovazione, della cultura che sia in grado di rendere il nostro Paese competitivo nei settori dell'alta tecnologia e della fruizione del patrimonio archeologico, artistico e ambientale; una concezione laica e liberale della società e delle sue istituzioni che è espressione della tradizione storica del PRI.

La Direzione Nazionale del PRI, partendo da questa priorità, ha ribadito il suo sostegno al governo Berlusconi e ritiene che debbano essere accelerate le riforme di cui il Paese ha bisogno, con particolare riferimento al sistema previdenziale, alla politica di sviluppo economico, alla giustizia.

In questo contesto la Direzione Nazionale del PRI approva la proposta del segretario nazionale Francesco Nucara di presentare, in vista delle prossime elezioni europee, liste comuni con il movimento "liberal" di Sgarbi.

Roma, 18 marzo 2004

barney (POL)
17-04-04, 13:22
L'AMICO GAMBI DI RAVENNA E' STATO OGGETTO DI UN INQUALIFICABILE ATTACCO PERSONALE SULLA VOCE E SUL SITO UFFICIALE DEL PARTITO.

L'articolo, le risposte, gli attestati di solidarietà di dissenso come di consenso, sono postati nel 3D repubblicani Emilia Romagna.

Non vi rubo ulteriore spazio ma ritengo di segnalare la cosa confidando in precise affermazioni, non mi interessa il segno o il contenuto, degli amici repubblicani che da anni conoscono Gambi come repubblicano e come uomo.

Ritengo che al di là di maggioranza o minoranza sarebbe molto bello che i repubblicani tutti facessero capire che c'è voglia di discutere, di confrontarsi non di offendere, o delegittimare, persone e realtà estremamente utili, e particolarmente in questa dificile campagna, alla crescita complessiva del partito.

Vi ringrazio per l'ospitalità

Barney

Garibaldi
20-04-04, 11:16
ma ti s'e incantato il mouse ?????

Garibaldi
20-04-04, 11:18
io non conosco Gambi e non metto in dubbio che sia un bravuomo !!!
Pero Se uno grida vergogna agli altri, vergogna qui, vergogna la' poi non deve fare il musetto se gli altri lo mandano a stendere il bucato !!!!
al mulino ci si va con due sacchi e ci si infarina sempre !!!!

barney (POL)
20-04-04, 14:49
AL PRI E' TORNATA LA VOCE


ALLA “VOCE REPUBBLICANA”
Dispiace che in un momento nel quale al PRI serve il massimo di compattezza e di disponibilità di tutti i repubblicani per affrontare la scadenza europea e le amministrative, la “Voce Repubblicana” non trovi di meglio che rivolgere a Paolo Gambi accuse infondate, gratuite e per quanto riguarda noi e la grande maggioranza dei repubblicani ravennati e romagnoli, non condivisibili.

Se esprimere dissenso politico come minoranza del partito nazionale (e sono ormai due congressi che il confronto è serrato) sulla collocazione del PRI nel centrodestra, significa peccare di “ambizione” e “autoconsiderazione“ e non invece rappresentare al meglio quegli iscritti che nel PRI la battaglia intendono continuare a farla, allora non ci siamo! E come si può riconoscere (come fa la Voce Repubblicana) stima a Gambi, e poi giù una sequenza di insulti, dallo scarso amore per il partito al voler essere totalizzante! Ma se Gambi ha rinunciato alla segreteria di Ravenna proprio per evitare strumentalizzazioni ai danni del PRI ravennate in un momento così delicato; e ciò non gli ha impedito poi di votare il nuovo coordinatore provinciale e la scelta dei ravennati di impegnarsi nelle europee anche con candidati in lista!
In quanto poi all’amore per il partito, Gambi non ha bisogno né di esami né di reprimende: è nel PRI che ha sempre affrontato di persona ogni responsabilità e ogni posizione assunta, non certo per interessi personali o ambizioni particolari, ma rispondendo con coerenza agli atti e alle iniziative assunte, e per questo merita tutta la nostra solidarietà.
La vita del PRI è complicata; facciamo in modo di non complicarla ulteriormente.
Giannantonio Mingozzi
(coordinatore provinciale del PRI di Ravenna)
Vidmer Valbonesi
(segretario regionale dell’Emilia Romagna)


ps per garibalbi: noi andiamo solo con il sacco dei ragionamenti politici, magari duri, magari non condivisi. Quella degli insulti e degli attacchi personali lo lasciamo a casa. Tu come ti regoli?

mcandry
20-04-04, 21:36
Originally posted by Garibaldi
io non conosco Gambi e non metto in dubbio che sia un bravuomo !!!
Pero Se uno grida vergogna agli altri, vergogna qui, vergogna la' poi non deve fare il musetto se gli altri lo mandano a stendere il bucato !!!!
al mulino ci si va con due sacchi e ci si infarina sempre !!!!

non so amico mio che dirti, secondo me conosci poco la situazione...

Garibaldi
21-04-04, 11:19
Originally posted by barney
ps per garibalbi: noi andiamo solo con il sacco dei ragionamenti politici, magari duri, magari non condivisi. Quella degli insulti e degli attacchi personali lo lasciamo a casa. Tu come ti regoli? [/B]
Ragionamenti politici duri cosa significa ??
Che ci sono i ragionamenti politici morbidi, quelli soffici e quelli lavati con perlana ?????
Non e' che sotto l'aggettico "duri" mascheri il tuo poco laico diritto di offendere chi non la pensa come te !!!!
Limitati a considerazioni politiche !!! Non avrai da lamentarti dalle risposte altrui !!!
Io spesso mi abbevero anche delle critiche altrui, se portate con modi urbani e civili, e magari, una volta ripensate, diventano le mie stesse idee.
Ma se qualcuno mi scaglia addosso argomenti urlati c'e un rigetto fisiologico ad assimilarli !!!!

barney (POL)
21-04-04, 15:11
Originally posted by Garibaldi
Ragionamenti politici duri cosa significa ??
Che ci sono i ragionamenti politici morbidi, quelli soffici e quelli lavati con perlana ?????
Non e' che sotto l'aggettico "duri" mascheri il tuo poco laico diritto di offendere chi non la pensa come te !!!!
Limitati a considerazioni politiche !!! Non avrai da lamentarti dalle risposte altrui !!!
Io spesso mi abbevero anche delle critiche altrui, se portate con modi urbani e civili, e magari, una volta ripensate, diventano le mie stesse idee.
Ma se qualcuno mi scaglia addosso argomenti urlati c'e un rigetto fisiologico ad assimilarli !!!!


Caro Garibaldi accetto il tuo rilievo e mi spiego meglio: con ragionamenti politici duri intendevo dire che si può dire in maniera brusca e poco gradita, ma non offensiva, una opinione politica che si può anche esprimere in maniera più tenera ma forse meno incisiva .

Mi spiego con un esempio:

1) maniera dura: "...la svolta di Bari è una scelta sciagurata..."
esprimo un giudizio che intende avanzare in maniera estremamente decisa ma non offensiva l'opinione politica che andare nella CDL abbia rappresentato Per il Pri un evento foriero di conseguenze fortemente negative e connotate, per il mondo repubblicano che rappresento, da prospettive infauste...

2) maniera più morbida o più soffice ovvero meno dura..."...la svolta di Bari è, a nostro giudizio, una scelta fortemente sbagliata, un grave e pregiudizievole errore politico.." E' chiaro che il giudizio politico resta inalterato ma è espresso in termini non ugualmente icastici. Temo comunque che non riceverebbe ugualmente il benevolo apprezzamento degli interlocutori della Voce; però si può provare.

3) maniera soffice, morbida, sconfinante nel perlana (o nel pirlone): "...la svolta di Bari è un atto politico, di cui non condiviadiamo completamente lo spitiro, e rispetto al quale manteniamo alcune riserve di metodo.." capisci bene che pur esprimendo concetti di non entusiastico consenso questa maniera si presterebbe ad ambigue interpretazioni. Addirittura da soggetti poco inclini all'autocritica potrebbe essere vista come una forma d'assenso appena appena temperata.

4) maniera offensiva: (NB l'esempio è riportato solo per completezza pedagogica e non rappresenta il pensiero di alcun ravennate) "...la svolta di Bari come oggi la lista con Sgarbi sono gli espedienti di chi non sa dove sbattere la testa...responsabile della discesa a livelli di pura sopravvivenza del partito... dieci volte inferiori a quelle di solo dieci anni fa....mentre nelle zone tradizionali si resite ancora a valori ridotti di un terzo...Quando addirittura non sia frutto di accordi interpartitici per soddisfare ambizioni personali ed esagerata autoconsiderazione..."

Adesso caro bimondiale Peppino, se ritieni, vai a rileggere l'articolo indirizzato a Gambi e poi in coscienza valuta a quale dei quattro modelli più assomiglia. Un consiglio dato sommessamente a toni non urlati perchè ci terrei che riflettendoci ti convincesse. Diversamente sarà per un'altra volta.
saluti Barney

Green Hole
21-04-04, 15:23
Caro Barney,
la tua premessa fra parentesi del punto 4 è un pò ottimistica "... non condivisa da nessun ravennate ..." vorra dire che mi chiuderò (da solo) tutti gli orifizi e dirò che sono d'accordo con l'opzione uno!!!

barney (POL)
21-04-04, 19:22
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg


L'INTENSO TURN-OVER IMPOSTO DALLA VIVACITA' DEL DIBATTITO E DA PIU' GRAVOSE QUESTIONI

fa insesorabilmente scivolare in seconda pagina, dopo appena un giorno, il comunicato congiunto inviato da Mingozzi portavoce provinciale di Ravenna, e da Valbonesi Segretario regionale Pri. Mi permetto di riproporlo e siccome non sarebbe corretto insistere con la stessa notizia senza dare aggiornamenti introduco gli aggiornamenti.

Potendo lavorare solo sul titolo che è mio aggiungo - che so -un puntp interrogativo. Che peraltro non stona visto che nel sito ufficiale il comunicato, che mi risulta inviato da due giorni alla Voce, non mi è capitato di leggerlo...

AL PRI E' TORNATA LA VOCE ?


ALLA “VOCE REPUBBLICANA”
Dispiace che in un momento nel quale al PRI serve il massimo di compattezza e di disponibilità di tutti i repubblicani per affrontare la scadenza europea e le amministrative, la “Voce Repubblicana” non trovi di meglio che rivolgere a Paolo Gambi accuse infondate, gratuite e per quanto riguarda noi e la grande maggioranza dei repubblicani ravennati e romagnoli, non condivisibili.

Se esprimere dissenso politico come minoranza del partito nazionale (e sono ormai due congressi che il confronto è serrato) sulla collocazione del PRI nel centrodestra, significa peccare di “ambizione” e “autoconsiderazione“ e non invece rappresentare al meglio quegli iscritti che nel PRI la battaglia intendono continuare a farla, allora non ci siamo! E come si può riconoscere (come fa la Voce Repubblicana) stima a Gambi, e poi giù una sequenza di insulti, dallo scarso amore per il partito al voler essere totalizzante! Ma se Gambi ha rinunciato alla segreteria di Ravenna proprio per evitare strumentalizzazioni ai danni del PRI ravennate in un momento così delicato; e ciò non gli ha impedito poi di votare il nuovo coordinatore provinciale e la scelta dei ravennati di impegnarsi nelle europee anche con candidati in lista!
In quanto poi all’amore per il partito, Gambi non ha bisogno né di esami né di reprimende: è nel PRI che ha sempre affrontato di persona ogni responsabilità e ogni posizione assunta, non certo per interessi personali o ambizioni particolari, ma rispondendo con coerenza agli atti e alle iniziative assunte, e per questo merita tutta la nostra solidarietà.
La vita del PRI è complicata; facciamo in modo di non complicarla ulteriormente.
Giannantonio Mingozzi
(coordinatore provinciale del PRI di Ravenna)
Vidmer Valbonesi
(segretario regionale dell’Emilia Romagna)



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nuvolarossa
27-04-04, 20:17
La Direzione Nazionale del Pri è convocata per venerdì 30 aprile alle ore 9,30 presso la sede in Corso Vittorio Emanuele II, 326, Roma

nuvolarossa
30-04-04, 22:37
Europee, la Dn Pri invita La Malfa a candidarsi

La direzione nazionale del Pri, dopo aver dibattuto la linea politica in vista delle elezioni europee e alla luce dello sforzo di rilancio in atto, rivolge al presidente onorevole Giorgio La Malfa un pressante invito perché accetti di candidarsi e di guidare al successo le liste repubblicane. "La lunga militanza repubblicana dell'amico La Malfa, la sua capacità di orientamento politico, le sue doti di leadership ne fanno il naturale candidato ad un ruolo che è di grande delicatezza anche per il momento particolare che il partito attraversa".

Riproduciamo la lettera che la direzione regionale del Pri siciliano ha inviato a Giorgio La Malfa.

Caro Giorgio, la direzione regionale del Pri riunita oggi a Palermo per esaminare la situazione politica ed indicare nomi dei candidati alle ormai prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo ha deciso, all'unanimità, di chiederti di capeggiare la lista repubblicana nella circoscrizione insulare.

La tua storia personale e politica, quella della tua famiglia insieme storicamente legate ala nostra terra ed al bisogno di crescere dei siciliani in Europa, rendono la tua capolistura un segnale molto forte di volontà di riscatto e un contributo di immagine rilevantissimo. A ciò i Siciliani aggiungono la tua costante ed appassionata presenza nelle nostre città in tutte le occasioni richieste.

Comprendiamo che, soprattutto in questo particolare momento che ti vede impegnato nella qualità di Presidente della Commissione Finanze su temi dedicati a difesa del Bene Comune e dei cittadini, la candidatura richiesta è un sacrificio ulteriore, ma conosciamo l'amore che ti lega al Pri, ed a quell'amore facciamo appello e riferimento nell'augurarci una risposta positiva. La tua capolistura già da sola conferirebbe a tutta la lista un tono, una qualità ed una dimensione Europea.

Un caro saluto, la direzione regionale.

http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/DANCEOFTHESUGAR.mid

nuvolarossa
16-06-04, 22:12
La Direzione Nazionale Pri è convocata per martedì 22 giugno alle ore 10,00, presso la sede di Corso Vittorio Emanuele II, 326, Roma.
Ordine del giorno: 1) esame risultati europee ed amministrative; 2) convocazione Consiglio nazionale; 3) varie ed eventuali.

nuvolarossa
22-06-04, 22:53
Comunicato della Direzione Nazionale del 22 giugno

La Direzione Nazionale del PRI, riunita a Roma il 22 giugno 2004, annuncia di avere presentato un esposto alla Corte di Cassazione per chiedere una verifica dei voti della Lista Fiamma Tricolore cui è stata attribuita una cifra elettorale di poco più di 3.000 voti superiore al PRI. Nell'esposto il PRI fa presente che in numerosissime sezioni elettorali di tutte le circoscrizioni sarebbero state attribuite alla Lista Fiamma Tricolore schede nelle quali accanto al simbolo appariva il nome dell'onorevole. Mussolini che era candidata in un'altra lista.

L'attribuzione del voto nel caso in cui accanto al simbolo votato vi sia il nome di un candidato di un'altra lista è in palese violazione della legge elettorale e delle stesse istruzioni del Ministero degli Interni che per l'assegnazione del voto richiedono che sia individuabile con chiarezza la volontà dell'elettore.

Il PRI è convinto che una sollecita verifica di questa situazione condurrà ad assegnare, come è giusto, il seggio parlamentare europeo al PRI con ciò consolidando il positivo risultato ottenuto dal partito rispetto alle precedenti elezioni europee.

nuvolarossa
22-06-04, 22:58
Direzione Pri

Nei momenti difficili occorre mostrare una schiena dritta

La Direzione Nazionale del Pri, riunita a Roma il 22 giugno 2004, annuncia di avere presentato un esposto alla Corte di Cassazione per chiedere una verifica dei voti della Lista Fiamma Tricolore cui è stata attribuita una cifra elettorale di poco più di 3.000 voti superiore al Pri.

Nell'esposto il Pri fa presente che in numerosissime sezioni elettorali di tutte le circoscrizioni sarebbero state attribuite alla Lista Fiamma Tricolore schede nelle quali accanto al simbolo appariva il nome dell'onorevole Mussolini, che era candidata in un'altra lista.

L'attribuzione del voto nel caso in cui accanto al simbolo votato vi sia il nome di un candidato di un'altra lista è in palese violazione della legge elettorale e delle stesse istruzioni del Ministero degli Interni che per l'assegnazione del voto richiedono che sia individuabile con chiarezza la volontà dell'elettore.

Il Pri è convinto che una sollecita verifica di questa situazione condurrà ad assegnare, come è giusto, il seggio parlamentare europeo al Pri, con ciò consolidando il positivo risultato ottenuto dal partito rispetto alle precedenti elezioni europee.

Risultato positivo rispetto alle precedenti europee, ma non certo soddisfacente. In attesa del ricorso, la Direzione nazionale ha convocato il Consiglio nazionale per la prima settimana di luglio e la segreteria proporrà un Congresso. Si avverte l'esigenza di discutere a fondo sulla linea politica e l'assetto organizzativo del partito. Soprattutto, si vuole sapere se i repubblicani hanno un interesse per la battaglia del partito, la vogliono sostenere o cos'altro.

Sono ampie le zone grigie che emergono dal voto del 12 giugno e dall'impegno con cui è stato affrontato perifericamente. Ma vi è anche un problema che riguarda l'attuale alleanza, un problema che non si può trascurare. Ci sono buoni rapporti con la CdL, ma confini indefiniti a livello nazionale e sono nulli o quasi a livello locale, anche in situazioni nelle quali il nostro partito è ben al di sopra dello "zero virgola" e viaggia su consensi intorno al 7%, come a Reggio Calabria.

La nostra impressione è che queste difficoltà siano dovute principalmente alla classe dirigente della CdL, che non si dimostra all'altezza delle responsabilità cui è chiamata, in particolare nel Mezzogiorno. Non si capirebbe altrimenti la perdita di consensi registrata nelle Provincie del Sud: senza un salto di qualità, la Cdl sembrerebbe destinata a perdere le prossime elezioni regionali. I repubblicani sono una risorsa che, se non viene impiegata debitamente, soprattutto dove è determinante agli equilibri della maggioranza, non può che essere costretta a prendere atto di una situazione che spesso appare infruttuosa e scevra di risultati apprezzabili.

Per ciò che concerne l'analisi politica generale, in Direzione nazionale è emerso il dato che il centrosinistra, nonostante si aspettasse un successo, è rimasto al di sotto di questa prospettiva. Il segretario organizzativo della Margherita, Franco Marini, in una sua intervista alla "Repubblica", ritiene che il listone unitario, per come si presenta, si tradurrebbe in una sconfitta alle prossime elezioni amministrative. Se perde la CdL e perde il centrosinistra, il Paese rischia di avere governi deboli a Roma come nelle Regioni. E non si può pensare di dire che basterebbe non votare per i partiti piccoli, perché sono questi i soli ad apparire in grado di evitare l'astensionismo crescente.

Ci sono problemi molteplici da affrontare per le principali forze della maggioranza e non basteranno soluzioni dal sapore autoritario a risolverli.

Il Pri deve dimostrare ora di avere la schiena dritta. Bisogna trovare le forze per compiere scelte coerenti, perché se non si vede ancora una prospettiva terza dove schierarsi, bisogna non rinunciare ad esercitare un ruolo di stimolo e di proposizione per conseguire risultati apprezzabili nelle coalizioni a cui si appartiene. E' qui che si gioca - ed in maniera definitiva - l'esistenza e la possibilità di un ruolo importante da svolgere per il nostro partito. Non potremo andare in ordine sparso, ma i nostri alleati sappiano che non siamo disposti a rinunziare alla nostra impostazione politica e soprattutto alle nostre ispirazioni ideali che la sorreggono.

Roma, 22 giugno 2004

Texwiller (POL)
23-06-04, 14:45
alla direzione nazionale hanno presentato le dimissioni dalle cariche del partito.
E' vero?

Tex Willer

nuvolarossa
28-06-04, 23:04
Convocato il Consiglio nazionale Pri per venerdì 9 e sabato 10 luglio presso il Centro Congressi Cavour, via Cavour 50/a, Roma. Inizio dei lavori, h. 16,00 di venerdì

nuvolarossa
12-07-04, 20:18
Convocata la Direzione nazionale del Pri per giovedì 15 luglio, ore 10,00, presso la sede del partito in Corso Vittorio Emanuele II, 326-Roma.
Nella stessa data è convocata la Commissione Statuto

nuvolarossa
15-07-04, 20:30
Consiglio Nazionale 9/10 luglio

La replica del segretario nazionale Francesco Nucara

di Francesco Nucara

Riproduciamo la sintesi della replica del segretario del Pri Francesco Nucara al Consiglio Nazionale del partito. Roma, 9 - 10 luglio 2004.

Prima di iniziare la replica, voglio ringraziare il prof. Trezza, il prof. Gallo, il sen. Del Pennino e Riccardo Bruno, perché sono loro che in questi giorni hanno collaborato alla costruzione del programma economico di rilancio per la fine della legislatura e della parte che riguarda le riforme istituzionali.

Naturalmente un particolare ringraziamento va a Bruno Trezza, che non è al momento dirigente del partito e mi auguro lo diventi al più presto.

Il dibattito che si è svolto in questi due giorni lo considero estremamente positivo, anche se molto confuso. Ognuno ha detto quello che pensava di dire, indipendentemente dai problemi che sono stati posti nella relazione.

Facciamo ancora i Consigli nazionali per stabilire se bisogna uscire dal centrosinistra, se bisogna stare nel centrodestra ad oltranza. Ma io ho posto problemi diversi. E non considero, come ho detto nella relazione, il risultato dello 0,7% negativo: lo considero soddisfacente.

L'ho detto ieri: se noi avessimo ottenuto il parlamentare europeo, probabilmente avremmo festeggiato, indipendentemente dalla percentuale, perché tutti abbiamo creduto che con lo 0,7% si poteva prendere il deputato europeo. Naturalmente quando si entra nel gioco dei resti diventa tutto più aleatorio.

Abbiamo avuto una scissione, e si è visto nel collegio centrale quanto è pesata quella scissione. Abbiamo avuto amici non particolarmente impegnati. Spesso gli amici non ascoltano, perché tanta è l'acredine che hanno nei confronti di chi parla, che non riescono a sentire i discorsi che non gradiscono.

La Malfa ha ringraziato i rappresentanti di Riscossa repubblicana che sono entrati nelle liste. E' chiaro questo? Io l'ho fatto, oltre che all'apertura, nella mia relazione di ieri, scrivendo a tutti i 40 candidati repubblicani che hanno dato un contributo a questo risultato elettorale.

La Malfa non ce l'aveva con i candidati, e quindi non ce l'aveva nemmeno con la candidata del Lazio, Jole Graniti. Semmai la sua critica era rivolta agli amici di Riscossa repubblicana che non hanno aiutato i loro candidati. Io stesso devo dare atto che nella costruzione della lista gli amici di Riscossa hanno dato il loro contributo.

Diverso è dire come mai Jole Graniti ha preso così pochi voti. Non è un problema di Jole Graniti, è un problema, semmai, del perché abbia preso pochi voti. Quindi le cose che ha detto La Malfa non sono offensive per nessuno, sono innanzitutto il riconoscimento di un merito che hanno avuto gli amici di Riscossa repubblicana che si sono candidati.

E ci sono a Massa, a Carrara, a Ravenna, a Forlì, a Cesena, nel Lazio. Quindi non c'è nessun astio. Spesso non si capisce perché non si ascolta. Sta parlando il presidente del partito. Un minimo di garbo istituzionale nei confronti del presidente del partito non guasterebbe, perché il presidente del partito oggi è Giorgio La Malfa, domani potrebbe essere un altro e merita il rispetto di tutti i repubblicani.

In questa campagna elettorale abbiamo avuto il problema di Sgarbi. Contrariamente a quanto ho sentito, ritengo che con Sgarbi abbiamo perso voti.

In che senso? Sgarbi ha portato dei voti. Ma i voti che ha portato possono essere compensati da quelli che non abbiamo avuto da un certo tipo di elettorato "benpensante" che abbiamo perso, e non sappiamo se riprenderemo.

E prima di andare avanti vorrei parlare del problema della sentenza che turba l'amico Mazzotti.

Turba, giustamente (a parte che la sentenza non produce alcun effetto perché è solo "dichiarativa"). Però non c'è alcun problema. C'è casomai un problema morale, ovviamente. Allora vorrei capire: come mai, pur essendo io citato ripetutamente nella sentenza (all'epoca ero segretario organizzativo), il magistrato non ha mai pensato di chiamarmi come persona informata dei fatti?

Perché Cecchini, che era nella Commissione Statuto, è andato a testimoniare che io, segretario organizzativo, non gli avevo dato i tabulati del tesseramento? Se mi avesse chiamato il magistrato, io gli avrei detto di averli dati a Ermelli Cupelli, è chiaro?

Se mi avesse chiamato il magistrato gli avrei spiegato che la Consociazione di Cesena, le tessere le ha pagate il 29 dicembre 2000 e non il 13 gennaio 2001 come risulta dagli atti, perché la Consociazione di Cesena ha eseguito il pagamento il 29 dicembre con bollettino postale. Naturalmente il partito avrà ricevuto l'importo il 10 gennaio, il 12 gennaio, e quindi la ricevuta porta la data del 13 gennaio, cioè la data di quando il partito ha incassato.

Il magistrato scrive nella sentenza che le sezioni hanno aumentato gli iscritti senza il parere necessario delle consociazioni provinciali. Il nostro Statuto consente alle sezioni di variare il numero degli iscritti senza alcuna autorizzazione delle segreterie provinciali.

Si vuole inoltre prendere a pretesto una dichiarazione di Di Segni che era a favore di quelli che non hanno potuto votare al Congresso di Bari. Di Segni è andato alla presidenza del Congresso per dire che se non votavano tutti ci sarebbero stati cambiamenti rilevanti nel conteggio congressuale. Ma serviva per quelli che non potevano votare, per coloro che avevano pagato le tessere dopo il 31 dicembre, non serviva certamente a quelli della maggioranza.

E d'altra parte voi tutti sapete, e Santolini lo sa meglio degli altri, perché faceva parte della Commissione Verifica Poteri, che c'era la disponibilità della maggioranza a far votare tutti, anche coloro che completavano la formalizzazione nel corso del Congresso.

Evidentemente il magistrato non si è letto le carte. Non penso mai alla malafede di alcuno, ma un minimo di ragionamento lo faccio. Se ha aspettato due anni, tre anni, per fare una sentenza, perché l'ha fatta nel mezzo della campagna elettorale?

Rispondo anche al problema della lista Sgarbi. I problemi non esistono. Il problema formale dell'atto notarile per quanto mi riguarda non esiste. Bisogna leggersi bene le carte e si vedrà che è tutto a posto.

Gli amici, per farmi un complimento, mi dicono: in Calabria siete andati bene, molto bene. Non sono il segretario della Calabria, il segretario della Calabria è Vincenzo Mazzei e il successo va accreditato ai dirigenti della Calabria. Questa mattina è intervenuto Cesareo, che è stato il più votato nella lista Pri-Liberal Sgarbi. Si capisce che i dirigenti calabresi non tutelano posizioni personali. Noi sapevamo, quando ci è stata proposta questa candidatura, di rischiare, sapevamo che elettoralmente era uno forte, ma non ci siamo preoccupati di difendere noi stessi. Ci siamo preoccupati di far avere un successo al partito.

Io credo che le premesse ci siano. Ieri Valbonesi ha detto del successo tutto relativo di Michele La Placa, professore di microbiologia dell'università di Bologna, che ha ottenuto oltre 3000 voti e ha preso 500 voti come presidente indicato. Cioè hanno votato il presidente senza votare i candidati. E li c'è tutto un percorso da costruire.

Anche in Lombardia, cominciamo a presentare liste in tutte le province. Può darsi che il successo non venga subito, ma verrà se noi insistiamo, se noi ci organizziamo. Certo, ci sono condizioni difficili, come ci sono nel Lazio, come ci sono nelle Marche. E' ovvio che qui le condizioni fossero più difficili ma, proprio perché sono più difficili, probabilmente dobbiamo impegnarci maggiormente.

Dobbiamo far valere la presenza di personaggi, professori universitari, intellettuali che si avvicinano al Partito Repubblicano. Essi forse intravedono la speranza di non doversi per forza schierare nei due poli.

Il convegno che c'è stato sul rapporto fra Costituzione e Giustizia, organizzato dalla Fondazione Spadolini, è stato molto interessante. C'è l'intervento del prof. Patrono sul conflitto tra la classe politica e la giustizia che mi è parso molto interessante e su cui dobbiamo ritornare.

L'amico Currò afferma che la situazione è difficile nella CdL, perché siamo un partito rompiscatole. L'amico Currò giustamente dice: non solo non siamo presenti nelle giunte ma in qualche caso (vedi Trapani) dove ci siamo, ci mandano via. Questa cosa vale per tutti, amico Currò.

Alla provincia di Reggio Calabria abbiamo preso il 4,5% due anni fa e in giunta non ci siamo. Abbiamo preso il 4,5% e in giunta non ci siamo!

Alla regione lo abbiamo fatto vincere, il centrodestra. Non solo non siamo in giunta, ma non ci siamo da nessuna parte. Però, per ottenere i voti, certo possono servire gli assessorati, ma bisogna fare attività politica, perché se bastassero solo gli assessorati, gli amici romagnoli prenderebbero più voti. Invece bisogna fare attività politica, bisogna portare i giovani nel partito. Ciò è difficile. E' più facile fare una cortesia ad un amico con un intervento in una giunta, in un governo, in un sottosegretariato, che non perdere giornate e giornate per creare un nucleo di giovani da portare al partito.

Qualcuno parla di appiattimento su Berlusconi. Abbiamo spiegato a Berlusconi e poi scritto anche sulla "Voce" che è difficile a livello locale continuare a colloquiare con Forza Italia, perché la classe dirigente di Forza Italia è inadeguata. Voi avete letto sulla "Voce Repubblicana" che c'è l'ipotesi delle "geometrie variabili". Se non si porrà riparo, quella sarà la via.

Gli amici mi pongono ancora una volta il problema dell'autonomia, una parola che significa tutto e non significa nulla. Nessuno è autonomo da un altro, nessuno né nella vita privata, né nella vita pubblica: nessuno è autonomo in senso assoluto. Tutti siamo in relazione con qualcun altro.

L'autonomia come concetto non esiste, però mi rendo conto che alcune zone, dove c'è un'antica tradizione, si trovano ingessate. Forse è pure il caso di sparigliare, quando ti trovi stretto all'angolo.

Sono comprensivo, le capisco le cose, non è che stare nel centrodestra è stata la scelta della nostra vita: stare nel centrodestra ha voluto dire, per chi ha condiviso questa scelta, poter vivere, far vivere il partito.

Abbiamo detto sempre che l'accordo con Berlusconi è un accordo di legislatura. Si prosegue se ci sono le condizioni, non si prosegue se non ci sono queste condizioni. Io vorrei chiedere agli amici romagnoli che vengono qua e ci dicono che sulla politica estera sono d'accordo, come pensano che possiamo andare a sinistra, noi?

La politica estera è la politica fondamentale di un governo. Non è la politica delle infrastrutture la politica fondamentale, è la politica estera la politica fondamentale. Come pensate che il partito repubblicano possa stare con il centrosinistra? Vogliamo andare con Agnoletto? Perché andare con Bertinotti già sarebbe un successo. Il problema è andare con Agnoletto, con Casarini. Ah, ma La Malfa si rivolta nella tomba, pensate se ci vedesse con Casarini o con Agnoletto, ci prenderebbe a schiaffi, non solo si rivolterebbe nella tomba.

Allora dobbiamo cercare di convivere, amici repubblicani di Riscossa, e di ragionare. Sapete perché penso che non nessuno di noi ragiona? Perché quando sono seduto alla presidenza osservo che se parla uno di Riscossa sento un applauso. E sono quelli di Riscossa. Se parla uno della maggioranza applaudono solo gli amici della maggioranza. Possibile che non c'è uno che possa dire una cosa che sia condivisa da tutti? Allora questo vi lascia capire come c'è del pregiudizio anche al nostro interno e il pregiudizio non fa parte della cultura repubblicana, della cultura laica soprattutto.

Credo che possiamo continuare a fare la battaglia. Certo, lo so benissimo che vengo considerato dagli amici repubblicani più come un buon segretario organizzativo che non come un segretario politico. La mia attività di lavoro inizia sui cantieri. A 18 anni costruivo case, e da lì ho cominciato ad imparare che prima si fanno le fondamenta, poi si fanno i muri, poi si fanno le tamponature, poi si comincia ad intonacare e i fregi si fanno all'ultimo.

Abbiamo bisogno di far vedere al mondo politico italiano che esistiamo: se riusciremo a fare questo, altri seguiranno, per continuare la nostra modesta opera con grande impegno e – questo è il mio augurio - anche con grande successo.

nuvolarossa
15-07-04, 20:37
La Direzione del Pri

Presenza qualificata dei repubblicani ai tavoli della verifica

La Direzione nazionale del Pri, riunitasi ieri, ha constatato con soddisfazione la presenza di una qualificata rappresentanza del partito ai tavoli della verifica di governo, e ritenuto positivo il contributo offerto dagli esponenti dell'Edera agli alleati della coalizione, per risolvere i problemi insoluti, rilanciare l'economia, proseguire fino al termine del suo naturale compimento la legislatura.

E' convinzione della Direzione repubblicana che il governo saprà evitare la crisi e superare i dissidi interni, per l'assenza di un'alternativa credibile agli attuali equilibri, oltreché per rispettare il mandato elettorale.

La Direzione del Pri considera inoltre che una piena partecipazione dei repubblicani all'attività di governo sia indispensabile per articolare maggiormente la coalizione e renderla più rappresentativa della realtà del Paese.

Ribadita la soddisfazione generale per il comportamento del governo italiano a fronte dei delicati e drammatici avvenimenti internazionali, la Direzione del Pri ritiene come indispensabile puntare all'ammodernamento del sistema italiano, realizzando la riforma della previdenza, la riforma fiscale, le privatizzazioni dello Stato, lo sviluppo del Mezzogiorno: si tratta di obiettivi irrinunziabili del governo.

La Direzione del Pri si è ripromessa di aumentare la sensibilità della maggioranza nel campo del rispetto dei diritti civili, della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica.

In merito al dibattito svoltosi nel Consiglio nazionale della settimana scorsa, la Direzione auspica la coesione del partito su regole certe, che garantiscano la convivenza interna ed il rispetto reciproco, oltre che l'impegno per conseguire quei risultati elettorali che il Partito ritiene conseguibili e alla portata delle sue legittime ambizioni.

La Direzione ha dato atto al segretario Nucara della lealtà e della devozione completa con cui egli ha rappresentato il Pri in questi anni, sottolineando lo spirito di dedizione mostrato nei confronti di tutto il partito.

La Direzione si è inoltre pronunciata unanimemente sull'assoluta correttezza dello svolgimento del Congresso di Bari, confidando che un esame più attento e puntuale, rispetto a quello svolto fino a questo momento sugli atti del Congresso, certificherà l'assoluta regolarità dello stesso, confidando che una analisi più attenta ed informata dei fatti, darà piena ragione ai risultati conseguiti durante quell'assemblea.

Roma, 15 luglio 2004

nuvolarossa
22-07-04, 19:49
Convocata la Direzione Nazionale Pri per lunedì 26 luglio alle ore 10,30 presso la sede nazionale in Roma, Corso Vittorio Emanuele II 326, con il seguente ordine del giorno:
1) Approvazione Bilancio al 31/12/2003;
2) Nomina responsabile regionale Sardegna;
3) Nomina responsabile provinciale Perugia;
4) Nomina responsabile provinciale Napoli;
5) Varie ed eventuali

mcandry
24-07-04, 01:44
Originally posted by nuvolarossa
Nomina responsabile provinciale Napoli;

io propongo ossorio...

:D

nuvolarossa
29-09-04, 23:57
Convocata la Direzione Nazionale Pri per sabato 2 ottobre p. v., alle h. 9,30, presso la sede in Corso Vittorio Emanuele, II, 326-Roma, con il seguente odg:
1) Esame situazione politica con particolare riferimento alla legge finanziaria;
2) Esame dimissioni vicesegretario nazionale;
3) Convocazione Consiglio nazionale per adempimenti congressuali (luogo, data, regolamento etc.);
4) Nuove adesioni al Pri;
5) Varie ed eventuali.

nuvolarossa
04-10-04, 20:11
Documento della Direzione nazionale del 2 ottobre 2004

La Direzione nazionale del Pri riunita a Roma, in Corso Vittorio Emanuele II 326, udita la relazione del Segretario Francesco Nucara l'approva.

La Direzione nazionale del Pri ritiene altresì che:

La manovra finanziaria approvata dall'ultimo Consiglio dei Ministri è contraddittoria rispetto alle scelte operate con l'approvazione del DPEF del luglio scorso.

A parte la preoccupazione che le previsioni di entrata possono essere in qualche modo ottimistiche, si deve osservare che mancano tutte le indicazioni su come la manovra possa sostenere l'economia.

Se non ci saranno consistenti correzioni c'è il rischio che il necessario intervento correttivo sulla tendenza della finanza pubblica determini un puro e semplice effetto depressivo sull'economia.

Questo è particolarmente vero per il Sud che ne esce assolutamente trascurato con una riduzione degli investimenti pari al 30% rispetto alle previsioni del DPEF.

I repubblicani ricavano l'impressione di trovarsi di fronte ad un provvedimento senza bussola politica né programmatica.

La Direzione nazionale del Pri ritiene necessaria una robusta correzione di merito.

mcandry
04-10-04, 21:42
beh mi sembra che le conclusioni della direzione nazionale portano nella stessa direzione della nostra riunione a san pietro in vincoli...

e quindi...

I REPUBBLICANI FUORI DAL CENTRO DESTRA

Lincoln (POL)
05-10-04, 14:40
:confused:

Lincoln (POL)
05-10-04, 14:45
Scusa Mc ma comincio a preoccuparmi.
Prima,hai letto in un documento uscito da una riunione del partito in Calabria l'intenzione di rompere in quella regione con la CDL:rolleyes:
Poi,ci dici che addirittura la DN è giunta alle stesse conclusioni della riunione che si è tenuta a S.Pietro in vincoli e cioè che bisogna uscire dal "centro-destra":rolleyes:
Niente niente quelli che la pensano come me sono finiti in minoranza senza nemmeno essersene accorti?:confused:
Ti piacerebbe eh?:D ;)

mcandry
05-10-04, 17:41
Originally posted by Lincoln
Niente niente quelli che la pensano come me sono finiti in minoranza senza nemmeno essersene accorti?:confused:

beh, correttezza permettendo, ce ne potremmo accorgere al congresso



Originally posted by Lincoln
Ti piacerebbe eh?:D ;)

secondo te? :D

nuvolarossa
05-10-04, 21:33
Direzione nazionale del Pri: rientrano tre ex militanti

La Direzione Nazionale del Pri del 2 ottobre 2004 ha respinto le dimissioni del vice-segretario nazionale on. Italico Santoro e, nella stessa riunione, sempre su proposta del segretario Nucara, ha accolto la richiesta del senatore Stelio De Carolis, del prof. Bruno Trezza e del dott Franco De Angelis di rientrare nel Pri, partito in cui avevano militato negli anni precedenti, occupando rilevanti incarichi istituzionali e politici a livello nazionale e locale.

La decisione della D.N., scaturita al termine di un dibattito nel corso del quale sono intervenuti il presidente del Partito on. Giorgio La Malfa e numerosi esponenti della Direzione, apre una fase nuova nell'attività del Pri, segnando una svolta rispetto ad una precedente fase segnata da rotture ed abbandoni. La scelta odierna rappresenta, pertanto, un'inversione di tendenza rispetto alle scelte compiute in questi anni dal Pri per salvaguardare l'autonomia e le prospettive del partito.

Seguono brevi biografie:

Franco De Angelis, dirigente d'Azienda, Consigliere comunale e assessore al Comune di Milano negli anni 80/90.

-Vice Presidente sino al 2001 delle Ferrovie Nord.

-Consigliere nazionale e primo dei non eletti alla Camera nella lista del Pri nel 1992.

Stelio De Carolis, consigliere provinciale e regionale e segretario del Pri dell'Emilia Romagna.

-Deputato dal 1987 al ‘94 e successivamente senatore, sottosegretario di Stato al Ministero della Difesa, componente del Consiglio e della Direzione nazionale del Pri.

Bruno Trezza, docente di economia all'Università la Sapienza di Roma, consigliere economico del Pri a partire dagli anni ‘70, è stato consulente economico della Presidenza del Consiglio con Ugo La Malfa e Giovanni Spadolini. Componente del C.N. e della Direzione è stato capolista del Pri alle ultime elezioni europee.

mcandry
07-10-04, 20:24
lettera inviata alla Voce Repubblicana:

Alcune cose sono accadute dall’articolo che il segretario Nucara ha scritto e che è casualmente è apparso sulla Voce Repubblicana in occasione della riunione che la sezione di San Pietro in Vincoli ha organizzato sul tema: “I Repubblicani fuori dal centro-destra” e alla quale la sottoscritta ha partecipato.
E proprio alla luce dell’ultima riunione della Direzione Nazionale e di alcuni comunicati di direzioni regionali piuttosto influenti mi sono sentita di intervenire in questa querelle.
Ancora oggi non mi riesco a spiegare come si predichi la concordia nel partito e poi ci si impegni a definire la dirigenza di “Riscossa” come cattivi maestri di cui il PRI non ha più bisogno. Ma su questa evidente discrasia che proprio non riesco a capire e a concepire, non voglio dilungarmi, ma sulla collocazione del partito, questo si, voglio fare un’analisi.
Dopo aver letto e riletto le conclusioni a cui è giunta la DN, non ho potuto fare a meno di domandarmi se un tale intervento non fosse degno di un partito che con la maggioranza di governo non avesse nulla a che fare e che anzi, fosse criticamente all’opposizione. Senonchè, in questo clima si è inserito anche l’intervento della direzione calabrese che ha puntualizzato i pessimi rapporti con il centro-destra palesando così la possibilità tuttalpiù che remota di correre al di fuori della “Casa delle libertà”.
A questo punto mi sono resa conto che il partito, forse, non avrà bisogno di cattivi insegnanti, ma di chi faccia politica tenendo strettamente il timone, questo ci certo si. Infatti, oltre alla mancanza di proposizione e di posizione politica, che l’amico Savoldi, giustamente, ha sottolineato e che alla luce anche di questi fatti è innegabile, sta latitando anche la coerenza di chi propugna come inevitabile la collocazione attuale e poi, non fa altro che criticare ogni intervento di politica economica di questo governo.
Quindi mi chiedo, di certo in modo retorico, se non sia giunto il momento, prima che sia troppo tardi, di uscire definitivamente da questo raggruppamento che al suo interno ha un Ministro della Repubblica che, tramite un manifesto di dubbio gusto, ha inteso paragonare il comitato referendario per l’abolizione di una legge antilaica ed oscurantista come quella sulla fecondazione assistita, ai nazisti.

Iole Graniti
Consigliere Nazionale
“Riscossa per l’Autonomia repubblicana”
PRI

mcandry
13-10-04, 11:12
È un sentimento di duplice forma quello che la notizia del voto di sfiducia al Commissario europeo Bottiglione ha creato nel mio animo. Infatti se da una parte non posso restare indifferente al grave danno di immagine e di rappresentatività che questo evento causa al nostro paese, dall’altra non posso che essere lieta di vedere come un’istituzione come quella europea tiene in grande considerazione i valor laici che in Italia vengono puntualmente osteggiati e perseguitati; e che, di certo, l’on. Bottiglione non rappresenta e che, anzi, come non ha mancato di sottolineare nel suo discorso di presentazione, intendere combattere con fondamentalistica inquisizione.
Diciamoci la verità, se cerchiamo di guardare oltre il nostro piccolo interesse personale, intendendolo come quello del nostro Governo, non possiamo che essere sollevati dal fatto di trovare una comunità europea così attenta ai diritti che la classe politica cattolica e clericale proprio non riesce a voler tutelare. Difatti questa sconfitta politica dell’on. Bottiglione, dell’ UDC, del Governo e delle lobby cattoliche, non può che rafforzare in noi la certezza che l’Unione Europea è intenzionata ad andare avanti nella tutela dei diritti delle coppie di fatto, delle unioni omosessuali e della ricerca scientifica tout court.
Cose queste che ci consentono di sperare di poter tornare protagonisti nella politica italiana così come in quella europea, consapevoli che la nostra matrice laica e liberaldemocratica ha un futuro certo in Europa e una sponda importante in tutti quei partiti liberali delle democrazie continentali, che sono riuscite, ben prima di noi, a scrollarsi di dosso il cieco clericalismo di fondo.
Questo certamente non potrà però accadere se il PRI rimarrà ancora incatenato a questa maggioranza che incarna tutto di quanto più negativo c’è nella tradizione della politica cattolica conservatrice. Ancora una volta, mi trovo quindi ad esortare l’uscita del Partito Repubblicano da questa alleanza contro natura ed ad auspicare la creazione di una casa laica liberaldemocratica, alleata con il centro sinistra, per consentire a questo paese di uscire dal pantano in cui il berlusconismo ci ha condotti.
Questa resta l’ultima possibilità per immaginare un panorama politico, in un’era post Berlusconi, dove tra i partiti moderati torni a trovare spazio lo storico partito dell’Edera con le sue tradizioni e i suoi obiettivi di progresso sociale di forte impronta laica.


Iole Graniti
Consigliere Nazionale PRI
“Riscossa”

nuvolarossa
13-10-04, 19:35
Comunicato del Comitato di segreteria del Pri

Si è riunito il Comitato di Segreteria del Partito Repubblicano Italiano al quale il Segretario del partito onorevole Francesco Nucara ha riferito sull'andamento del vertice di maggioranza. Sulla base della relazione del Segretario, il Comitato di Segreteria ha preso atto che persiste nella maggioranza una condizione di notevole confusione che si manifesta su tutti i grandi dossier aperti, la riforma costituzionale, la politica economica, la legge finanziaria, gli OGM e molto altro ancora. Questa situazione preoccupa ed allarma non da oggi il PRI. Il rischio evidente è che l'opinione pubblica concluda che vi è una debolezza intrinseca nella guida politica della coalizione.

Non è sufficiente, ad avviso del Partito Repubblicano, confidare nelle evidenti divisioni e contraddizioni dello schieramento di sinistra per ritenere che l'elettorato confermi l'orientamento delle elezioni del 2001. E' necessario imprimere su tutti i problemi di cui si è detto il marchio di un'evidente capacità di guida politica.

L'esito interlocutorio del vertice e la decisione di consultare prima bilateralmente poi collegialmente i partners della coalizione offre una ulteriore, e forse ultima, possibilità di chiarire questo nodo politico.

Il Comitato di Segreteria ha deciso di convocare la Direzione Nazionale per l'esame delle prospettive delle elezioni regionali del 2005.

Roma, 13 ottobre 2004

mcandry
13-10-04, 20:01
beh questo intervento non può che andare nella stessa direzione sopra esposta dalla graniti...

kid
14-10-04, 11:56
posso comunicare che l'intervento su buttiglione dell'amica algraniti, sarà pubblicato sul numero della voce di venerdì 15 ottobre.

Lincoln (POL)
14-10-04, 11:58
Scusa Mc ,
Ci sei o ci fai?:D ;)

p.s.naturalmente è una domanda retorica.

Fraterni Saluti

mcandry
14-10-04, 12:24
Originally posted by calvin
posso comunicare che l'intervento su buttiglione dell'amica algraniti, sarà pubblicato sul numero della voce di venerdì 15 ottobre.

come siete stati gentili... :p

mcandry
14-10-04, 12:25
Originally posted by Lincoln
Scusa Mc ,
Ci sei o ci fai?:D ;)

ovviamente ci sono... ;)

nuvolarossa
19-10-04, 18:40
Convocata la Direzione nazionale Pri per giovedì 21 ottobre p. v., alle ore 9,30, presso la sede in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n. 326, con il seguente odg:
1) Relazione segretario sulla situazione politica;
2) Presa d'atto convocazione Consiglio Nazionale 13 novembre 2004, per adempimenti congressuali;
3) Varie ed eventuali.

nuvolarossa
21-10-04, 19:14
Direzione nazionale Pri 21 ottobre 2004

La Direzione nazionale del Pri, riunita nella sede di Corso Vittorio Emanuele 326 a Roma il 21.10.2001 ha esaminato la situazione politica, con particolare riguardo ai problemi collegati alla presentazione della legge finanziaria ed ha in proposito rilevato come il testo attualmente all'esame della Camera non dia adeguate risposte alle difficoltà delle finanza pubblica e non sembri garantire reali prospettive di sviluppo con particolare riferimento al Mezzogiorno.

La Direziona nazionale si riserva la formulazione di precise proposte in occasione della stesura dell'emendamento annunciato dal governo, sollecitando in proposito un confronto collegiale con le forze della maggioranza.

Per quanto riguarda il tema della riforma elettorale, oggetto attualmente di un confronto fra i partiti della Cdl, la Direzione repubblicana esprime la propria preferenza per l'ipotesi di un sistema proporzionale collegato al premio di maggioranza per garantire la stabilità dell'esecutivo e sottolinea la necessità di introdurre le elezioni primarie per quanto riguarda la scelta dei candidati al Parlamento.

Roma, 21 ottobre 2004

nuvolarossa
22-10-04, 19:21
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg

Pri: istituita una commissione paritetica per il Congresso

La Direzione nazionale nella riunione del 21 ottobre 2004 ha deliberato all'unanimità l'istituzione di una "Commissione paritetica" che ha il compito di predisporre il Regolamento congressuale da portare all'esame e all'approvazione del Consiglio nazionale del 13 novembre prossimo.

La commissione, inoltre, dovrà esaminare alla luce delle norme statutarie gli atti relativi alle procedure del tesseramento, decidendo sugli eventuali casi di contenzioso. Il C.N., sempre nella prossima riunione, definirà gli ulteriori poteri della stessa e ne ratificherà la composizione.

La Commissione sarà formata da due membri indicati dalla minoranza e da due dalla maggioranza; dal Presidente della commissione Statuto che è stato espresso dalla maggioranza e dal presidente della commissione di controllo sul tesseramento, che fa parte della minoranza e da un Presidente. La Commissione designerà, inoltre, tra i suoi componenti, un vice-presidente.

Con la scelta compiuta la Direzione ha deciso di sgombrare il terreno da eventuali problemi procedurali e dai possibili casi di contenzioso, attraverso un esame preventivo di tutti gli atti legati alla celebrazione del Congresso nazionale.

Bisognava evitare il rischio che un clima di sospetti, alimentati strumentalmente, condizionasse lo svolgimento del congresso : la scelta di garanzia e di trasparenza della direzione consentirà uno svolgimento basato sul libero confronto politico. La minoranza, quella realmente impegnata a difendere, anche da posizioni politiche diverse, il ruolo e la storia del partito, ha compreso lo spirito della proposta e l'ha approvata senza alcuna riserva. Il Pri, partito della Repubblica e della cultura istituzionale, ha dimostrato di voler trovare prima di tutto al suo interno le ragioni profonde di una convivenza.

Applicare le norme statutarie, scritte peraltro assieme all'ultimo congresso di Fiuggi, definire le regole della partecipazione e della militanza nel partito sono la conferma di una concezione autonoma e libera della politica, ancora vigente nel Pri.

mcandry
27-10-04, 12:52
Al Segretario Nazionale del Pri
24 0ttobre 2004

Ancora una volta ad un documento politico della minoranza, come prima ad un articolo inviato alla Voce Repubblicana sul polo laico socialista, segue una risposta che oltre a non mostrare rispetto per le opinioni che vengono espresse dalla opposizione del PRI (non dall’opposizione al PRI) non contiene alcuna valutazione politica che ci si aspetterebbe normalmente da un Segretario di partito.
Riscossa nel documento di Modena ha individuato un percorso, ha dato delle indicazioni per un cambiamento radicale della collocazione del PRI, ma questo al Segretario pare non interessi.
Soffermiamoci allora anche solo alle ultime proposte fatte dalla maggioranza:
il partito è rimasto, dopo le conclusioni del CN del 9 luglio in attesa di sviluppi dell’annunciato patto con nuovo Psi ed altri laici; il Segretario perché non si esprime su questo punto? E’ mutato l’orientamento? Sono nate difficoltà? Si sta cambiando linea?
Non crede il Segretario che sia diritto di ogni iscritto al partito avere qualche informazione sulla condotta del PRI dopo le delibere del Consiglio Nazionale?
Come non crede che tutti gli articoli inviati dalla minoranza di Riscossa alla Voce Repubblicana debbano essere pubblicati, cosa che non accade ora?
A proposito poi della piccola reprimenda sulle assenze in Direzione Nazionale il Segretario se proprio vuole dare pagelle rifletta su quelle della sua maggioranza.
Anche in Consiglio nazionale.

cordialmente
Sergio Savoldi
coordinatore di
Riscossa per l’Autonomia Repubblicana

nuvolarossa
28-10-04, 21:14
Il Consiglio Nazionale del Pri è convocato per sabato 13 novembre 2004 con inizio lavori alle h. 9,30, a Roma presso l'Hotel Palatino, in Via Cavour n. 213/m, con il seguente odg:
1) Relazione del segretario nazionale
2) Ratifica composizione e compiti Commissione paritetica
3) Approvazione Regolamento congressuale
4) Definizione data, sede e o. d. g. del Congresso nazionale
5) Varie ed eventuali

tratto dal sito del Partito Repubblicano
http://www.pri.it

nuvolarossa
09-11-04, 18:52
Convocata la Direzione nazionale per venerdì 12 novembre 2004, alle ore 16.00, presso la sede del Pri in Roma, Corso Vittorio Emanuele II, 326, con il seguente o. d. g.:
1) Adempimenti congressuali (aumento costo tessere Pri);
2) Esame situazione politica;
3) Varie ed eventuali

tratto dal sito del Partito Repubblicano
http://www.pri.it

nuvolarossa
14-11-04, 14:34
«Autonomi ma mai con la Gad»

ROMA _ Alle regionali con la Cdl o su una posizione autonoma, in collegamento eventuale con le altre forze dell'area liberal democratica e social riformista. Ma mai una collocazione nello schieramento di centrosinistra. È la posizione, «salvo diverse deliberazioni del prossimo congresso», messa nero su bianco in un documento dal Consiglio nazionale del Pri che, riunito ieri a Roma, ha approvato la relazione del segretario Francesco Nucara. Il Cn repubblicano «valuta positivamente gli incontri avuti dalla segreteria del partito con la dirigenza del Nuovo Psi e di altre forze laiche e liberali, e ribadisce l'impegno già assunto di individuare una piattaforma comune fra le forze dell'area laica e riformatrice anche in prospettiva delle imminenti elezioni regionali». Confermando l'adesione alla Cdl, il Consiglio nazionale del Pri affronta anche i temi internazionali e le iniziative per la lotta al terrorismo sottolineando come «rappresentino la priorità nell'attuale congiuntura politica». «Da questo punto di vista - si legge nel documento - non si può non rilevare come l'impegno per rafforzare la solidarietà euroatlantica dell'attuale governo risponda a quella che è stata storicamente la posizione dei repubblicani, mentre da parte dell'opposizione di centrosinistra sono state assunte posizioni acriticamente antiamericane volte a contrapporre la politica europea a quella degli Stati Uniti».

Texwiller (POL)
15-11-04, 12:00
è stato il partito che ha maggiormente beneficiato dell'apporto di voti provenienti dall'area laica e socialista (ex PSI), mi sembra evidente che, se vogliamo recuperare come alleanza laico socialista quei voti in libera uscita, dobbiamo avere più coraggio e contrapporre nostre proposte alternative ma in uno schema chiaro nei contenuti quali quelli contenuti nella mozione di minoranza dell'Emilia Romagna, ad esempio e non solo di politica internazionale sulla quale non ci differenziamo in nulla.
E' già noto il documento definitivo e completo del consiglio nazionale?
Tex Willer

kid
15-11-04, 12:25
Documento approvato dal Consiglio Nazionale del 13/11/2004

Il Consiglio Nazionale del PRI, riunito a Roma il 13 novembre 2004, udita la relazione del segretario la approva.

Il C.N. conferma l'adesione del partito alla maggioranza parlamentare di centro-destra, sottolineando come le scelte di politica internazionale e di impegno nella lotta contro il terrorismo rappresentino la priorità nell'attuale congiuntura politica.

Da questo punto di vista non si può non rilevare come l'impegno per rafforzare la solidarietà euro-atlantica dell'attuale governo risponda a quella che è stata storicamente la posizione dei repubblicani, mentre da parte dell'opposizione di centro-sinistra sono state assunte posizioni acriticamente antiamericane volte a contrapporre la politica europea a quella degli Stati Uniti.

Per quanto riguarda le scelte di politica economica che dovranno essere compiute attraverso la legge finanziaria del 2005 il C.N. giudica positivamente la scelta di riduzione progressiva della pressione fiscale, partendo dall'IRAP che frena la competitività delle imprese, ma sottolinea la necessità di perseguire una coerente politica di sviluppo assicurando priorità agli interventi nel mezzogiorno e al potenziamento della ricerca.

Il C.N. valuta positivamente gli incontri avuti dalla segreteria del partito con la dirigenza del Nuovo PSI e di altre forze liberali e laiche, e ribadisce l'impegno già assunto di individuare una piattaforma comune fra le forze dell'area laica e riformatrice anche in prospettiva delle imminenti elezioni regionali.

Con riferimento a questa scadenza ed alla luce di queste considerazioni il C.N., salvo diversa decisione del prossimo Congresso Nazionale, stabilisce che le liste repubblicane - anche per la valenza politica delle elezioni regionali - dovranno essere presentate o nell'ambito della coalizione rispondente alla maggioranza parlamentare o su posizione autonoma in collegamento eventuale con le altre forze dell'area liberal-democratica e social-riformista, escludendo l'ipotesi di una collocazione nello schieramento di centro-sinistra.

Texwiller (POL)
15-11-04, 12:39
mi sembra manchi qualcosa, o sbaglio?
Tex

kid
15-11-04, 13:07
un taglio

Texwiller (POL)
15-11-04, 15:23
della precisazione.
Sai anche se è stato convocato il congresso nazionale e dove?
Altra domanda.
Antonio Patuelli (ex PLI) lo ritrovo sul sole 24 ore presidente della Cassa di Risparmio di Ravenna: sai che sia in quota a qualche partito?
Ciao.
Tex

kid
15-11-04, 15:44
di Patuelli non ne ho idea, della sede del congresso tre ipotesi: abano terme, fiuggi, Rimini. La direzione ha la delega del cn per decidere.

nuvolarossa
03-12-04, 20:23
Convocata la Direzione Nazionale per

lunedì 6 dicembre 2004, alle ore 15,00,
presso la sede del Pri in Roma,
Corso Vittorio Emanuele II n. 326,

con il seguente ordine del giorno:

1) Esame situazione politica e rapporti del Pri nel Governo;
2) Varie ed eventuali.

nuvolarossa
06-12-04, 16:21
Il presidente del Consiglio dei Ministri ha incontrato a Palazzo Chigi il segretario del Pri Francesco Nucara al quale ha esposto alcune proposte relative al ruolo del Pri nel governo. Il segretario si è riservato di ascoltare nel merito la Direzione Nazionale

nuvolarossa
07-12-04, 20:11
Comunicato Direzione Nazionale Pri

La Direzione nazionale del PRI, riunita lunedì scorso presso la sede del partito a Roma,

Preso atto con soddisfazione che l’iniziativa di riduzione delle imposte pone fine ad un’inerzia troppo a lungo manifestatasi nell’esecutivo che i repubblicani avevano denunciato e seguendo un’impostazione che il PRI aveva sollecitato,

Espresso l’auspicio che la soluzione dei problemi di assetto del governo possa ridare compattezza alla coalizione e rilanciarne l’iniziativa politica,

Chiede che il governo affronti con coraggio e determinazione nei prossimi mesi una serie di questioni - dal Mezzogiorno alla Università, alla ricerca scientifica ed in generale la riforma dello Stato - sulle quali il PRI ha posto l’accento da molto tempo e che sono vitali per ridare competitività al "sistema-Italia",

Impegna la Segreteria ad accentuare l’azione politica e programmatica del PRI.

La Direzione nazionale decide infine di convocare il Consiglio nazionale del PRI per il 18 dicembre.

Roma, 6 dicembre 2004

Texwiller (POL)
09-12-04, 11:52
Le proposte quali erano?

Tex Willer

brunik
09-12-04, 12:07
Originally posted by nuvolarossa
Comunicato Direzione Nazionale Pri

La Direzione nazionale del PRI, riunita lunedì scorso presso la sede del partito a Roma,

Preso atto con soddisfazione che l’iniziativa di riduzione delle imposte pone fine ad un’inerzia troppo a lungo manifestatasi nell’esecutivo che i repubblicani avevano denunciato e seguendo un’impostazione che il PRI aveva sollecitato,

\

Amici del PRI, voi guardate troppo i TG e leggete troppo poco le finanziarie.

Le imposte diminuiscono per 4,3 mld di irpef ma aumentano per 8 miliardi per imposte indirette e adeguamento studi di settore.

Occorre riconvocare la direzione del PRI e fare presente la nuova situazione di aumento delle tasse.

Texwiller (POL)
09-12-04, 12:18
Non parlavo di contenuti, parlavo di posti di governo.
Le proposte quali erano Calvin, almeno ora puoi rispondermi.
Ciao.
Tex

kid
09-12-04, 12:24
non ho mica capito a cosa ti riferisci.

brunik
09-12-04, 12:26
Originally posted by nuvolarossa
Il presidente del Consiglio dei Ministri ha incontrato a Palazzo Chigi il segretario del Pri Francesco Nucara al quale ha esposto alcune proposte relative al ruolo del Pri nel governo. Il segretario si è riservato di ascoltare nel merito la Direzione Nazionale

Penso si riferisse a queste.

Allora, sto ministro per il Mezzogiorno, ve lo lascia fare la lega?

brunik
09-12-04, 12:31
Originally posted by Texwiller
Non parlavo di contenuti, parlavo di posti di governo.
Le proposte quali erano Calvin, almeno ora puoi rispondermi.
Ciao.
Tex

Certo che l'ho capito, ma converrai che dal momento che l'appoggio del PRI al governo si basa sulla politica del taglio delle tasse e nessuno del PRI ha capito che le tasse invece sono state aumentate, ocio che se lo capisce mi ritira l'appoggio al governo.

Ma anche uno istruito come La Malfa non l'ha capito che le tasse aumenteranno nel 2005 di 4 miliardi di euro, a norma di Finanziaria?

Per fortuna che non gli hanno fatto fare il Ministro dell'Economia come aveva richiesto, l'abbiamo scampata bella.

Texwiller (POL)
09-12-04, 13:23
Brunik ero in attesa di sapere se i repubblicani facevano ancora parte della compagine governativa (vedi interventi sui quotidiani di GLM).
Delle richieste indirette si sa tutto, è delle risposte che non si sa molto.
Era una semplice richiesta di informazioni rivolta a Calvin (se almeno lui ne è al corrente).
Io leggo soltanto una volontà da parte di FI di fagocitare i piccoli partiti; tanto vale formare una corrente di FI (un posto fra i nuovi coordinatori di FI spetterebbe di diritto a un repubblicano, come è spettata a liberali, socialisti, democristiani ecc.).
Tex

brunik
09-12-04, 13:43
In effetti non si capisce proprio perchè un cittadino a favore del taglio di tasse e indifferente ai nuovi debiti lasciati dovrebbe votare PRI e non direttamente Forza Italia.

Tra l'altro con l'abolizione della Par Condicio tale soluzione permetterebbe ai canditati forzisti di usufruire degli immensi spot televisivi che il Cav., sta presentando sui risultati del Buongoverno e sui 1000 mercenari di nuova assunzione che verranno sguinzagliati per il porta a porta.

kid
09-12-04, 14:34
se uno è a favore del taglio delle tasse e anche della procreazione aritificiale, e magari non condivide il progetto di riforma della costituzione, può votare tranquillamente per il pri.

brunik
09-12-04, 14:41
Allora se uno è a favore del bilancio risanato e anche della procreazione aritificiale, e magari non condivide il progetto di riforma della costituzione, può votare tranquillamente per i ds.

kid
09-12-04, 15:22
visto che il progetto di riforma della costituzione nasce su inizitiva dei ds nonostante la contrarietà manifesta del pri allora membro di quella maggioranza. Mi risparmio poi di discutere del bilancio risanato, visto che ho ricordi freschi a proposito del governo D'Alema. Il risanamento vendendo le aziende agli amici suoi.

Texwiller (POL)
09-12-04, 15:33
non eri presente in Direzione o Nucara non vi ha detto niente?

O Berlusconi non ha detto niente a Nucara?

Tex.

UgoDePayens
09-12-04, 15:34
Originally posted by calvin
visto che il progetto di riforma della costituzione nasce su inizitiva dei ds nonostante la contrarietà manifesta del pri allora membro di quella maggioranza. Mi risparmio poi di discutere del bilancio risanato, visto che ho ricordi freschi a proposito del governo D'Alema. Il risanamento vendendo le aziende agli amici suoi.

Infatti. Le privatizzazioni per troppo lungo periodo sono equivalse alla svendita di beni pubblici, praticamente regalati al primo che passava (che guardacaso era sempre un amico "del popolo").

Per me la strada intrapresa con l'ultima collocazione di Terna e di Enel è quella giusta: la dovuta calma e l'attenzione a evitare speculazioni hanno portato nelle casse dello Stato sonanti crediti, e nelle tasche dei risparmiatori azioni che valevano effettivamente il prezzo pagato.

Certo, il controllo di tali aziende rimane (purtroppo) pubblico, ma con gradualità si potrà dismettere tutto, come si sta facendo per A.E.M. Milano.
Presto poi la privatizzazione toccherà un altro baluardo statale: la RAI.

kid
09-12-04, 15:54
i membri di direzione del pri non riferiscono i contenuti della direzione sui pubblici forum e si attengono ai comunicati. Se vuoi informazioni dettagliate mandami un pvs e vedrò se posso risponderti. Ci manca solo che io mi metto a riferire delle conversazioni fra nucara e berlusconi e le comunicazioni del segretario alla dn sul forum!

kid
09-12-04, 15:56
ma tu sei sicuro di essere un popolare?

Lincoln (POL)
09-12-04, 16:05
[QUOTE]Originally posted by Texwiller
Caro Tex,
Se davvero leggi negli atteggiamenti di FI ,la volontà di fagocitare i piccoli partiti,si vede che hai poca dimestichezza in materia con la prassi e le abitudini degli ex(?)comunisti ,una dimestichezza peraltro che i repubblicani hanno(a loro spese)ben sperimentato anche in tempi recenti.
Saluti.

Lincoln (POL)
09-12-04, 16:12
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg



Originally posted by calvin
i membri di direzione del pri non riferiscono i contenuti della direzione sui pubblici forum e si attengono ai comunicati. Se vuoi informazioni dettagliate mandami un pvs e vedrò se posso risponderti. Ci manca solo che io mi metto a riferire delle conversazioni fra nucara e berlusconi e le comunicazioni del segretario alla dn sul forum!

Anche perchè(come è già successo),poi troveresti in CN qualcuno pronto a" bacchettarti"per questa tua partecipazione al forum evidentemente considerata inusuale o poco "ortodossa"
Il bello è che quel qualcuno pure lui ogni tanto interviene sul forum!:D

Texwiller (POL)
09-12-04, 16:21
ufficiale non dice niente.
E non si può dire niente, dopo quello che è già uscito sui giornali in precedenza a nome del PRI da parte di Segreteria e Presidenza.....
Nel frattempo escono prese di posizione di Berlusconi che vanno nel senso di restringere gli spazi agli alleati più piccoli, cosa che, quando veniva fatta dai DS, veniva criticata, ora no.
Lo scopo è lo stesso: rappresentare anche i laici al loro interno.
E nè FI (iscritta al PPE), nè i DS (iscritti al PSE) possono vantare il diritto di rappresentare il filone liberaldemocratico.

Tex

kid
09-12-04, 18:17
dichiarazioni di Berlusconi?

Texwiller (POL)
09-12-04, 18:47
se pensa una Forza Italia al 40% e fa uno sforzo economico consistente per il finanziamento al personale che si dedicherà alla propaganda di Forza Italia e se vuole la libertà di spot e gli spazi elettorali televisivi in funzione del voto ottenuto in precedenza, lascia molti spazi ai piccoli alleati o pensi che ci indichi una scorciatoia più breve (ancorchè temporanea?) o diversa da quella indicata allora dal PDS (in quel caso definitiva)?
Tex

kid
10-12-04, 11:26
Uno non può volere un partito al 40%? Il vorrei il pri almeno all'8.
Temo che berlusconi e noi dovremo accontentarci di percentualipiù limitate e che strutturalmente forza italia non possa superare il 26% dei consensi e Berlusconi, posso assicurartelo, lo sa benissimo. La dichiarazione grave di berlusconi fu in campagna elettorale, ma era frutto di una difficoltà di cui si è scusato e ha fatto e farà ammenda, non di un piano annessionista.

Texwiller (POL)
10-12-04, 11:56
E' chiaro che è legittimo per Berlusconi.
Sono però convinto che FI sia nei fatti un competitor sul mercato della politica; ed un competitor molto più forte del PRI, del nuovo PSI, e del PLI ed anche più attraente per chi va al voto.
E questo va contro, momentaneamente, a ogni ipotesi di aggregazione della casa laica.
Non so quanto tirerà il marchio sulla scheda se sarà approvata la proposta di Berlusconi; mi pare che però avremo ben pochi spazi televisivi e pochi agit-prop in azione.
Tutto qua.
Tex

kid
10-12-04, 12:10
dell'mre che non sanno spiegare le ragioni per cui distinguersi dai ds, - ho letto questo concetto del buon j. hus sul loro forum- io le so per distinguermi da Forza Italia e non mi spaventa certo il fatto che venga abolito una legge che nella sua applicazione fasulla ci ha dato persino minor spazio di quello irrisorio che pure percentualmente abbiamo.

brunik
10-12-04, 12:47
Grande Calvin, riesce pure a dire che l'abolizione della par condicio è un vantaggio per il PRI.

Immenso.

Per quanto riguarda il rimpasto, se le richieste del PRI a Berlusconi sono pubblicate non mi pare corretto lasciare segrete le risposte.

kid
10-12-04, 13:11
quello che è pubblicato sono le battute alla stampa, schermaglie non le richieste a berlusconi nei colloqui fra il premier ed il segretario di partito. Comunque si tratta di aspettare pochi giorni. Poi magari ricostruiremo anche la vicenda.

kid
10-12-04, 13:15
in un vertice di maggioranza di qualche mese fa, fu il rappresentante del pri, secondo una ricostruzione del Tempo, mai smentita, a dire al premier, che i repubblicani, come qualsiasi forza liberale e democratica, erano contrarissimi ad un principio che poneva sullo stesso piano dei diritti di informazione forze del 20 e dello 0,7 per cento, soprattutto considenrando che mai si era ottenuta questa parità nel sistema pubblico televisivo e tanto valeva allora aprire il mercato pubblicitario.

Texwiller (POL)
10-12-04, 14:11
che c'è un po' di trippa anche per il PRI?
Grazie Calvin della tua anticipazione.
Comunque sono convinto che FI pesca anche fra l'elettorato repubblicano e che, volenti o nolenti, ci fa concorrenza.
Però potrebbe essere una concorrenza momentanea se non nascono delfini.
Tex

kid
10-12-04, 15:23
dovremo fare un chiarimento aspro con Berlusconi, la forza di berlusca è che non c'è un'alternativa politica, ed è ovvio che succhia voti a noi, mica l'elettorato repubblicano del '92 ha votato mai per la sinistra, basta vedere al disastro emilianoromagnolo. O la CampanIa DOVE nonostante la rottura con Ossorio facciamo gli stessi voti dell'europee del '98 oltre alla crescita in Calabria e in Sicilia e persino in Piemonte e Lombardia. Solo la toscana ha un pri di sinistra e le marche. Il 18 comunque tireremo le somme.

UgoDePayens
10-12-04, 17:10
In bocca al lupo per il 18 allora.;)

brunik
10-12-04, 18:38
Originally posted by calvin
ma tu sei sicuro di essere un popolare?

Ugodepayens è solo un piccolo guardiano azzurro della libertà, una persona da nulla.

kid
13-12-04, 11:35
indipendentemente da cosa siano e cosa pensano. Quando lo capirete forse allora sarete in grado di governare una repubblica democratica. Forse e soprattutto se.

brunik
13-12-04, 11:59
Il discorsetto pero' non vale per Ugodepayens, piccolo guardiano azzurro della libertà senza un grammo di cervello nella scatola cranica.

E, credimi, so quello che dico.

kid
13-12-04, 12:15
Forse che Aristotele non sosteneva che l'intelletto era il nostro comune patrimiìonio distintivo? Forse che Brunik, oltre che Berlusconi, vuole confutare anche Aristotele? Se dovessi leggere il forum in dritto ed in largo, anche a me verrebbe da credere che più di uno dei nostri amici non abbia nemmeno un grammo di cervello. Ma confido in Aristotele e rispetto l'intelligenza di ciascuno, magari offuscata dalla legittima passione politica. Pensa che ti ho trovato quassù persino uno a cui piace davvero Prodi, cosa che davvero mai avrei potuto immaginare possibile!

brunik
13-12-04, 12:25
Anche Aristotele può sbagliare, io non sarei così categorico nel sostenere che tutti abbiamo pari dignità, questi sono discorsi da reduci del '68.

C'è chi vale di più e c'è chi vale di meno, poi naturalmente i criteri di valutazione sono soggettivi, e secondo il mio, di criterio, l'Ughetto vale di meno.

Ma naturalmente se tu sei di opinione avversa puoi sempre tentare di dimostrarmi che sbaglio.

UgoDePayens
13-12-04, 12:31
Questo taroccatore solitario pensa di farmi incavolare prendendomi soltanto a insulti, ma non ha capito che più mi critica e più ci godo :D

Per quanto mi riguarda io son qui a scrivere le mie opinioni e a commentare quelle degli altri, in questo caso ho scoperto di avere notevoli punti d'incontro con gli amici Repubblicani, ai quali va tutta la mia simpatia.

Pur essendo elettore di Forza Italia mi auguro che il loro progetto politico si sviluppi e cresca: nella CdL c'è un bisogno ESTREMO di forze autenticamente liberali e laiche, ancorché non laiciste.

brunik
13-12-04, 12:34
Guarda che non ti ho insultato, caro Ugo, ho solo rilevato che hai diversi limiti, come tutti sanno.

Hey, è vero che ti sei addirittura presentato candidato Presidente di POL e non sei arrivato neanche al ballottaggio?

Dai, che figura, terzo su quattro per il clone di Berlusconi su POL, non è un buon viatico per il tuo Silvio.

UgoDePayens
13-12-04, 13:03
:D Si vede che rosichi, perché dopo le vaccate che hai combinato non ti hanno più voluto evidentemente...

Ma tutti d'altronde sanno che se non puoi imbrogliare i risultati in qualche modo (taroccando qua e là) non partecipi perché sai benissimo di perdere.

brunik
13-12-04, 13:09
Beh, forse quello che non hanno voluto sei stato te, visto che io ho vinto col 60% e te ti hanno segato al primo turno, è semplice caro ughetto.

Hey, ma secondo te perchè la gente non ti ha votato, per i tuoi limiti evidenti?

Texwiller (POL)
14-12-04, 17:59
non si tirino più le somme.
Che Ugo de Payens sia un menagramo?

Tex

Lincoln (POL)
14-12-04, 21:20
è qualcuno che sta un pò più in alto del nostro amico De Payens.

nuvolarossa
23-12-04, 20:22
La Direzione Nazionale del Pri e la Voce Repubblicana augura a tutti i migliori auguri di buone feste

nuvolarossa
07-01-05, 20:19
La Direzione Nazionale è convocata per mercoledì 12 gennaio 2005, alle h. 9,30, presso la sede del Pri in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n° 326, con il seguente ordine del giorno:
1) Relazione del Segretario;
2) Celebrazione bicentenario Giuseppe Mazzini: iniziative da intraprendere;
3) Attuazione delega Consiglio Nazionale in materia congressuale;
4) Varie ed eventuali.

nuvolarossa
12-01-05, 20:04
Comunicato della Direzione Nazionale Pri

La Direzione Nazionale del Pri riunitasi in Corso Vittorio Emanuele 326 a Roma, ha indicato nella città di Fiuggi la sede dove si terrà il congresso nazionale del partito nelle date del 4, 5 e 6 febbraio, c.a.

La DN del Pri ha altresì nominato l’amico Stelio De Carolis, coordinatore nazionale delle celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini e l’amico Almo Cacciatore responsabile politico per il Pri della Provinca di Massa e Carrara.

Roma, 12 gennaio 2005

mcandry
13-01-05, 01:56
Originally posted by nuvolarossa
La DN del Pri ha altresì nominato l’amico Stelio De Carolis, coordinatore nazionale delle celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini...

:rolleyes:

mcandry
08-02-05, 16:48
1) Savoldi Sergio (lombardia)
2) Valbonesi Oliviero detto Widmer (emilia romagna)
3) Gambi Paolo (emilia romagna)
4) Lelli Renato (emilia romagna)
5) Benedetti Marco (trentino)
6) Babini Luisa (emilia romagna)
7) Collura Saverio (lazio)
8) Zanin Pierre (veneto)
9) Mingozzi Giannantonio (emilia romagna)
10) Schitinelli Maria Concetta (emilia romagna)
11) Mazzotti Mauro (emilia romagna)
12) Sintini Nazario (emilia romagna)
13) Bocchini Fabio (emilia romagna)
14) Santolini Roberto (emilia romagna)
15) Carli Alessandro (emilia romagna)
16) Alicandri Roberto (lazio)
17) Ravaglia Stefano (emilia romagna)
18) Foschi Paolo (emilia romagna)
19) Roncaglia Daniele (emilia romagna)
20) Balestrazzi Paolo (emilia romagna)
21) Antonelli Vittorio (emilia romagna)
22) Casciana Rocco (lazio)
23) Tabanelli Giordano (emilia romagna)
24) Ciccocioppo Aurelio (lombardia)

nuvolarossa
11-02-05, 19:31
La Direzione Nazionale è convocata per martedì 15 febbraio 2005, alle h. 9,30, presso la sede del Pri in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n. 326, con il seguente ordine del giorno:
1) Elezioni Regionali;
2) Varie ed eventuali.

mcandry
11-02-05, 19:36
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg

ma la direzione nazionale ancora non è stata eletta...

:-00005

nuvolarossa
11-02-05, 19:54
C'e quella in carica per gli affari correnti ... in attesa di essere sostituita da quella nuova che verra' decisa dalla prima riunione del Consiglio Nazionale .... onde evitare dei vuoti di dirigenza politica ...

nuvolarossa
15-02-05, 21:28
Direzione Nazionale Pri del 15 febbraio 2005

La Direzione nazionale del Pri, riunita a Corso Vittorio Emanule II 326, a Roma, ha confermato il voto favorevole del Pri al rifinanziamento della missione militare italiana in Iraq.

La Direzione nazionale ha ribadito il suo sostegno all’Italia nel contributo coraggioso e fondamentale dato alla stabilizzazione della situazione irachena ed al conseguimento delle prime libere elezioni per quel Paese, dopo il regime di Saddam.

La Direzione nazionale ha confermato i sentimenti di profonda gratitudine del partito per l’azione delle nostre forze armate.

La Direzione nazionale del Pri osserva inoltre che, al di là dell’apparente unità dell’opposizione nel no al rifinanziamento alla missione, emerge, nelle singole posizioni in seno alla Margherita e nello stesso vertice dei Ds, segretario e presidente, un sostanziale malessere rispetto alla linea decisa dal professor Prodi.

La Direzione nazionale del Pri ha esaminato infine la situazione della preparazione delle liste per le prossime regionali, dove il partito sarà presente con il suo simbolo.

Confermando l’alleanza politica del congresso di Fiuggi anche a livello locale, la Direzione nazionale ha preso atto dello stato di difficoltà presente in alcune situazioni regionali nei rapporti del Pri con la Casa delle Libertà e ha dato mandato al segretario del partito di affrontare tali problemi con il presidente di Forza Italia.

nuvolarossa
08-03-05, 00:08
Il Consiglio Nazionale del Pri è convocato per sabato 12 marzo a Roma, ore h. 9.30, presso l'Hotel Metropole, via Principe Amedeo 3. Ordine del giorno: elezione organi statutari.

mcandry
08-03-05, 00:17
beh, mi sembra un ordine del giorno attuale ed interessante...

Stars
08-03-05, 09:57
ottenuto con le liste regionali (mi pare che alla fine l'edera sia presente in 4o 5 regioni soltanto) presumo che il Segretario uscente non si ricandidi.

Lincoln (POL)
08-03-05, 12:54
Premesso che il PRI sarà comunque presente per quel che ne so un pò in tutte le regioni,sia pure con modalità diverse e sia pure con una visibilità minima in diverse regioni,il punto è che si voterà con un sistema elettorale che non solo non favorisce ma penalizza(anche alla luce delle modifiche elettorali che hanno interessato alcune regioni) i piccoli partiti per i quali diventa di norma molto difficile se non impossibile, presentarsi da soli con i rispettivi simboli e questo a prescindere dal fatto che anche laddove la cosa fosse possibile, si corre il rischio di incassare un risultato elettorale sterile,non sufficiente ad eleggere un proprio rappresentante e quindi di ardua spendibilità politica.
Poi,intendiamoci,ci possono essere situazioni nelle quali anche una battaglia di pura testimonianza può essere opportuna e perfino utile,ma questo è un altro discorso.

Stars
08-03-05, 13:22
puoò fornire il quadro delle presenze del simbolo dell'edera (da solo o in compagnia) nelle diverse regioni ?
e come è finita la questione dei listini ?

nuvolarossa
11-03-05, 23:33
La Direzione Nazionale del Pri è convocata per sabato 12 marzo al termine dei lavori del Consiglio nazionale. La sede è l'Hotel Metropole di Roma.

nuvolarossa
13-03-05, 14:17
Pri, rieletti Nucara e La Malfa Ma Riscossa non partecipa al voto

Ravenna - Francesco Nucara e Giorgio La Malfa sono stati rieletti ieri rispettivamente segretario nazionale e presidente del Pri ma senza i voti di Riscossa. Al momento del voto infatti la minoranza di centrosinistra ha deciso di non partecipare al voto avvenuto nel corso del primo consiglio nazionale dell’Edera dopo il congresso che ha visto i ravennati protagonisti di una vivace contestazione al coordinatore nazionale azzurro Sandro Bondi. Una scelta quasi inevitabile dopo la decisione del segretario Nucara di negare il simbolo per le regionali ai repubblicani schierati con il centrosinistra. Ieri è stata eletta anche la direzione nazionale e sono sei i romagnoli entrati nell’organismo dirigente nazionale. Si tratta del vicesindaco Giannantonio Mingozzi e del segretario regionale Vidmer Valbonesi in rappresentanza dell’area di centrosinistra, del ravennate Gianni Ravaglia e del cesenate Mario Guidazzi (per la mozione autonomista), del ravennate Bruno De Modena e del forlivese Stelio De Carolis per la maggioranza interna.

nuvolarossa
14-03-05, 23:08
La Direzione Nazionale eletta dal Consiglio nazionale del 12 marzo 2005

La Malfa Giorgio Presidente

Nucara Francesco Segretario Politico

Camerucci Giancarlo Amministratore

Andolfi Massimo
Aparo Mauro
Bevilacqua Carmine
Bruno Riccardo
Collura Saverio
Congiu Patrizia
Currò Pietro
Daidone Livio
De Carolis Stelio
De Modena Bruno
De Rinaldis Saponaro Corrado
Del Pennino Antonio
Del Giudice Franco
Fabiano Alessandro
Frosini Tommaso
Gallo Riccardo
Giunta Roberto
Guidazzi Mario
Leli Mariano
Marrami Umberto
Mingozzi Giannantonio
Pagano Aldo
Pappacoda Pasquale
Procida Michele
Pugliese Gerolamo
Ravaglia Gianni
Rivizzigno Marcello
Rizzica Giovanni
Saletti Ettore
Salamone Salvatore
Tartaglia Giancarlo
Torchia Franco
Trezza Bruno
Valbonesi Oliviero Widmer
Vita Giuseppe (Pino)

nuvolarossa
14-03-05, 23:10
In Consiglio Nazionale del PRI in rappresentanza MFR (Movimento Femminile Repubblicano):

PESOLI Loredana
MAGGIORE Giusy
VOGLIAZZI Patrizia

nuvolarossa
14-03-05, 23:17
Elenco personalita' cooptate al Consiglio nazionale del 12 marzo 2005

BALZANI Roberto
BENEDETTI Piero
DE NITTIS Nicoletta
ERAMO Michele
FARALLI Elio
JANNAZZO Antonio
LA PLACA Michele
LOTTI Luigi
MAMMOLA Katia
MASINI Sergio
PIZZO Giovanni
RAGO Francesco
SCALABRELLI Vania

nuvolarossa
14-03-05, 23:36
CN: Nucara confermato segretario nazionale Pri

Il Consiglio nazionale del Partito repubblicano italiano, riunitosi all’Hotel Metropole di Roma, sabato 12 marzo, ha confermato all’unanimità, a scrutinio segreto, l’amico Francesco Nucara segretario del partito, e all’unanimità, confermato per alzata di mano, il presidente del partito, Giorgio La Malfa. Gli esponenti della "mozione due" del congresso di Fiuggi non hanno partecipato al voto.

Il segretario del Pri Francesco Nucara ha voluto sottolineare il suo impegno che ormai dura dall’ottobre 2001: "Fare vivere il Partito Repubblicano Italiano come prima condizione, per rilanciare il movimento creato da Mazzini e che dura da oltre un secolo". "La storia è sempre la stessa" ha detto Nucara. Vale a dire che "si sta nelle maggioranze quando ci sono le condizioni, ma senza nessun appiattimento acritico".

"I repubblicani – ha continuato Nucara – credono sia molto debole la politica del governo sulla competitività, e si batteranno perché il decreto legge e il disegno di legge licenziato dal Consiglio dei Ministri sia migliorato in Parlamento".

"Un rilievo per tutti", ha concluso Nucara: "non si legge mai la parola Mezzogiorno. Servono meno chiacchiere e più fatti".

nuvolarossa
13-04-05, 22:54
La Direzione Nazionale è convocata per martedì 19 aprile alle h. 9,30 presso la sede del Pri in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n. 326, con il seguente odg:
1) Comunicazione del segretario
2) Richiesta di provvedimenti disciplinari nei confronti di iscritti
3) Incarichi di lavoro
4) Varie ed eventuali

nuvolarossa
19-04-05, 19:48
Direzione nazionale 19 aprile 2005

La Direzione Nazionale del PRI ha esaminato la fase politica determinatasi in seguito alle dimissioni dall'esecutivo dei rappresentanti dell'UDC e del Nuovo PSI.

I repubblicani condividono pienamente la decisione emersa dal colloquio tra il Presidente della Repubblica ed il Presidente del Consiglio di portare la situazione all'esame del Parlamento al fine di determinare il chiarimento politico che si rende necessario.

Il PRI auspica che, nei tempi brevi richiesti dalle esigenze di governabilità del Paese, possa essere confermata e riaffermata la compattezza del vincolo di maggioranza che è condizione indispensabile al proseguimento della legislatura ed al rilancio dell'azione di governo.

La segreteria del PRI ha avocato tutti gli incarichi precedenti la celebrazione del Congresso, compresi gli Enti Locali e la segreteria organizzativa. Il dottor Camerucci è stato riconfermato amministratore all'unanimità. Francesco Nucara è stato riconfermato direttore de "La Voce Repubblicana" a maggioranza.

nuvolarossa
18-05-05, 22:06
La Direzione nazionale è convocata per
lunedì 23 maggio p. v., alle ore 9,30,
presso la sede del Parito Repubblicano Italiano
in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n. 326,
con il seguente ordine del giorno:
1) Esame situazione politica;
2) Richiesta di provvedimenti disciplinari nei confronti di iscritti;
3) Voce Repubblicana;
4) Incarichi di lavoro;
5) Varie ed eventuali.

nuvolarossa
23-05-05, 20:01
Direzione Nazionale Pri del 23 maggio 2005

"Un passo nella giusta direzione", è il giudizio della Direzione nazionale del Pri riunita ieri a Roma nella sede di Corso Vittorio Emanuele II, per esaminare l'impostazione di politica economica del nuovo governo.

"Di fronte ai difficili dati della situazione economica, è giusto consultare le parti sociali e richiamarle alle loro responsabilità nei confronti del Paese ed è altresì molto importante collocare la situazione del Paese nell'ambito delle prospettive di medio termine dell'Europa definite dalle strategie di Lisbona".

La Dn del Pri sottolinea l'importanza cruciale dell'incarico conferito al ministro per le Politiche Comunitarie La Malfa di coordinare gli sforzi del governo italiano nel processo di Lisbona e si impegna a contribuire alla definizione di questo programma.La Dn del Pri ritiene che i contrasti che stanno emergendo nello schieramento di centrosinistra rivelino le difficoltà di quella coalizione nell'avvicinarsi alle elezioni e rafforzino il convincimento che la solidarietà a tutti i livelli fra le forze della coalizione di governo sia la chiave di volta di un corso elettorale capace di confermare un successo all'attuale maggioranza.

La Direzione nazionale ha altresì nominato - su proposta del segretario nazionale - i seguenti responsabili degli uffici: Esteri, Michele Eramo; Giustizia, Alberto Gamberini; Tesseramento, Franco Torchia; Enti Locali, Pino Vita; Capo della segreteria Politica, Mauro Aparo.

Al segretario nazionale la Direzione ha dato la delega per la nomina dei vicesegretari.

La Direzione ha altresì nominato il responsabile della regione Liguria, Giuseppe Alongi; il presidente del Pri ligure è Alfio Lamanna. Responsabile provinciale di Torino è Pasquale Pappacoda.

nuvolarossa
22-06-05, 20:20
La Direzione Nazionale è convocata per giovedì 30 giugno p. v., alle ore 16,00, presso la sede del Partito Repubblicano Italiano in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n. 326, con il seguente ordine del giorno:
1) Approvazione Bilancio Consuntivo 2004;
2) Prosieguo trattazione nomine ufficio politico 3) Varie ed eventuali.

nuvolarossa
22-06-05, 20:22
Il Consiglio Nazionale è convocato per venerdì 1 e sabato 2 luglio 2005 con inizio dei lavori alle ore 16,00 di venerdì, a Roma, presso il Centro Congressi Cavour, in Via Cavour n. 50/A, con il seguente ordine del giorno:
1) Surroga Consiglieri Nazionali.
2) Relazione Segretario nazionale;
3) Dibattito;
4) Informativa del Segretario nazionale su nomine politiche e incarichi di lavoro;
5) Cooptazione Consiglieri nazionali;
6) Varie ed eventuali.

nuvolarossa
01-07-05, 20:12
Nucara apre il Consiglio Nazionale/Promuovere e rilanciare la ricerca scientifica

I repubblicani risorsa democratica per la modernizzazione del Paese

Relazione del segretario del Pri Francesco Nucara, Roma, 1° luglio 2005.

Nella relazione al Congresso Nazionale, citando Giorgio La Malfa, avevo detto che i repubblicani sono "la riserva democratica del Paese". Aspettiamo, continuavo, che il Paese abbia bisogno di noi e nel frattempo prepariamoci perché quando saremo chiamati dovremo essere pronti. Da quel giorno – 4 febbraio 2005 – all'ingresso del PRI nel Berlusconi bis, non è passato molto tempo e siamo stati chiamati a rappresentare le nostre idee con Giorgio La Malfa ministro delle Politiche Comunitarie.

E' una festa per il Partito Repubblicano Italiano, è una festa per tutti noi che su questo progetto abbiamo lavorato con pazienza e perseveranza. Non ci ha colto di sorpresa la nomina di Giorgio La Malfa. Sarebbe dovuta avvenire a luglio del 2004. A nostro avviso è arrivata in ritardo.

La considerazione di cui gode il PRI in questa coalizione è superiore di gran lunga al nostro più che esiguo peso elettorale. I partiti della coalizione, tutti i partiti, nessuno escluso, hanno voluto un repubblicano in Consiglio dei Ministri. E quando, come spesso succede, il Presidente del Consiglio ha avuto qualche difficoltà nell'assegnazione del dicastero, ci ha ascoltati, ha sentito le nostre ragioni ed ha confermato la posizione a noi gradita. Questo dicastero per noi è la continuazione di una storia repubblicana che guarda alla costituzione di un'Europa politica.

E' probabile che oggi qualcuno capisca la mia rinuncia a candidarmi a presidente della Regione Calabria. Ho rinunciato a soddisfare le legittime aspettative dei repubblicani calabresi, e non solo le loro, per realizzare quel disegno che avevo in mente dall'11 giugno 2001: riportare il PRI al governo della cosa pubblica.

L'aver poi ottenuto il coordinamento di 6-7 Ministeri per la realizzazione del processo di Lisbona, ha significato aver completato un'operazione politica carica di significato per il nostro futuro.

Il vero problema è: ma i repubblicani l'hanno capito?

Dal Congresso ad oggi

Il Congresso di Fiuggi si concludeva con l'approvazione, a larghissima maggioranza, di una mozione che così recitava: "i Repubblicani considerano quindi necessario un confronto con le altre forze politiche volto a far emergere una più ampia consapevolezza della necessità di nuove condizioni politiche e programmatiche in grado di sostenere l'azione di governo capace di arrestare il declino economico del Paese e di affrontare così le grandi sfide poste dalla globalizzazione".

L'obiettivo mi pare sia stato pienamente raggiunto. Se non arrestare, possiamo almeno frenare il declino economico o comunque gettare le basi perché la prossima legislatura abbia un Piano di Sviluppo che possa partire dall'opera che il Ministro per le politiche comunitarie realizzerà nei prossimi mesi.

Tra il Congresso di Fiuggi e oggi ci sono state elezioni regionali in 14 regioni, elezioni provinciali, elezioni comunali.

Partiamo dalle elezioni regionali.

Tra mille difficoltà e con la dovuta, forse eccessiva cautela, siamo stati presenti, con varie aggregazioni, in 9 regioni su 14, con la sola lodevole eccezione della Campania, che ha concorso nella consultazione con il solo simbolo dell'Edera. Non eravamo presenti in Liguria, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, e Umbria.

E' giusto però ricordare che, mentre mancavano le condizioni politico-organizzative per Veneto, Piemonte, Liguria e Umbria, non era così per l'Emilia Romagna dove una scelta politica della segreteria, della quale mi assumo piena e totale responsabilità, ha creato le condizioni perché la lista non potesse essere presentata. Per il prossimo futuro, se sarò ancora alla guida del Partito, mi assumerò le stesse responsabilità, sperando di non sbagliare e facendo tesoro dell'esperienza passata.

Nel 2000 eravamo presenti in 7 regioni. Anche nelle province e nei comuni c'è stata una maggiore diffusione delle liste repubblicane, specie nel Mezzogiorno.

In questo passato non molto lungo non ci siamo limitati soltanto alla formazione di liste: abbiamo fatto altre cose di cui faccio brevemente cenno. Un seminario per 25 giovani repubblicani tenutosi a Chianciano durato una settimana. Tra le mie ambizioni c'è anche quella di ringiovanire la classe dirigente del Partito. Tento di formare giovani creando in loro e con loro quell'armatura politica che consentirà a tutti noi di poter fruire di un nuovo gruppo dirigente.

Abbiamo affrontato la campagna referendaria con impegno da parte di tutti il partito e ringrazio Antonio Del Pennino per quanto ha fatto, rappresentando in tutte le sedi la segreteria del PRI con la sua autorevole e prestigiosa presenza di presidente del comitato. Io stesso sono stato tra i promotori del referendum. E proprio perché è un referendum non mi straccio le vesti per il risultato ottenuto. Caso mai per il prologo di quella consultazione di cui dirò tra breve.

Una rapida analisi del voto

I partecipanti al voto sono stati il 26,9%.

Orbene in qualunque consultazione ormai va alle urne non più del 70% degli avventi diritto e nelle consultazioni referendarie, quando si raggiunge il quorum, ci si attesta tra il 52 e il 54%. Se si considera la propaganda che si è fatta per l'astensione si darà una diversa valutazione del 26,9%. Le forze politiche italiane dovranno tenere conto che più di 10 milioni di persone e più di un terzo dell'elettorato che si reca normalmente alle urne è per la modifica della legge 40. Ruini e i cattolici hanno pieno diritto e titolo ad invitare all'astensione. A loro avviso quello è lo strumento che nel passato è stato utilizzato dalle stesse forze che oggi appoggiavano i quesiti referendari.

L'atto grave non l'ha commesso Ruini che giura fedeltà ad un altro Stato, ma il Presidente del Senato e il Presidente della Camera che invitando i cittadini all'astensione li hanno invitati a non tener conto dell'art. 48 della Costituzione che così recita al comma 2 "Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico". Nella Repubblica dei diritti lesi quotidianamente ci si dimentica dei doveri.

Povero Mazzini.

Il rapporto con la scienza

Cosa può fare un partito di minoranza estrema in un'Italia dove i numeri contano più delle idee e i progetti si contano e non si valutano? Fare da mosca nocchiera all'avvenire del Paese.

Come ho detto a Milano, se Mazzini dopo il fallimento della Repubblica Romana si fosse lasciato prendere dallo sconforto oggi non avremmo la Repubblica Italiana. Questa segreteria nazionale, seguendo le tracce di quella che è stata la storia del pensiero repubblicano e con le difficoltà di comunicazione, di disattenzione dell'opinione pubblica, di ignavia delle forze politiche di maggioranza e di opposizione, ha avvertito il problema fin da suo nascere.

Già l'8 marzo, in via eccezionale, si tenne a Milano un Consiglio Nazionale tematico dedicato a "Università e Ricerca". Nei primi mesi di quest'anno, alla sala del Cenacolo della Camera dei Deputati, nel presentare un libro del prof. Sala sugli OGM, abbiamo dibattuto sui "conflitti" tra scienza e politica; il 27 giugno scorso a Milano il Segretario e il Presidente del Partito hanno partecipato ad un dibattito sugli OGM. Tra i partecipanti, si è aperto un acceso dibattito, coordinato da Alessandro Cecchi Paone, di cui mi auguro abbiate letto sulla "Voce".

L'idea però che un piccolo partito come il nostro porti ad un incontro con Vingiani, Sala, Veronesi, Boncinelli, Ricci, Battaglia, Tullio Regge e tanti altri, è oggettivamente un'idea che mi affascina e il risultato è che Battaglia e Ricci, cui seguiranno altri, scrivono per il nostro giornale. Il merito dell'organizzazione e dei contatti con gli scienziati è giusto attribuirlo a Katia Mammola, nostro consigliere nazionale.

In questo dibattito non mi sono limitato a parlare solo degli OGM. Pur parlando di OGM, che era il tema del convegno, ho parlato anche di staminali e soprattutto di energia elettronucleare.

Quest'ultimo è il tema al quale, se ne ricorreranno le condizioni, dedicherò le mie energie nei prossimi mesi.

Solo una classe politica ottusamente ideologizzata può rifiutare il nucleare. In un convegno al CNR mi sono permesso di dire che quel giorno si stava celebrando il pre-de profundis del protocollo di Kyoto.

Un protocollo che, se mai attuato, avrà bisogno di ingenti risorse finanziare pubbliche e private e i cui effetti, se ci saranno, li vedremo tra 30-40 anni.

L'unica alternativa energetica credibile è il nucleare.

L'Europa si sta avviando verso un aumento di produzione di energia nucleare, poiché con l'ingresso dei paesi dell'Est Europa la percentuale di energia nucleare prodotta si è abbassata al 31,6%.

Esistono in Europa 149 impianti di cui 7 in Belgio, 6 nella Repubblica Ceca, 4 in Finlandia, 59 in Francia, 17 in Germania, 4 in Ungheria, 1 in Lituania, 1 in Olanda, 6 in Slovacchia, 9 in Spagna, 11 in Svezia e 23 in Gran Bretagna. Nessun sito in Grecia, Cipro, Malta, Portogallo, Lussemburgo, Estonia, Lettonia, Irlanda, Polonia, Austria, Danimarca e Italia.

Siamo alla pari con paesi che, messi tutti insieme, non fanno la popolazione italiana e le cui condizioni di sviluppo, tranne qualche caso, sono quelle dell'Italia degli anni ‘50-'60.

E mentre noi ci dilettiamo con l'eolica, in Provenza, sulla base di un accordo internazionale, sarà ospitato un impianto dal costo di 10 miliardi di euro, pari a 20 mila miliardi di vecchie lire, per la realizzazione di un mega reattore nucleare.

L'Italia continua a pagare alti costi energetici importando energia nucleare dalla Francia e pagando altri balzelli per accordi internazionali precedenti il referendum del 1987.

Dobbiamo passare dalle episodicità a un rapporto più stretto e pianificato con il mondo della Scienza.

Dobbiamo essere da supporto serio e concreto alla libertà di ricerca.

Dobbiamo aiutare il mondo scientifico ad ottenere risorse e compiere ricerche, perché così facendo aiutiamo il nostro Paese a crescere e svilupparsi omogeneamente. Questo è un obiettivo importante, che va perseguito con determinazione e costanza.

Il Pri e il partito unico

Dopo le elezioni regionali si è aperto un dibattito nel Paese per l'aggregazione di forze politiche sia nel centro-destra che nel centro-sinistra. Sulla "Voce" si è aperto un dibattito acceso e vivace e pure con qualche parola di troppo. Ma tra le "virtù" del vostro segretario, malgrado i tanti difetti, va annoverata la pazienza.

Non nei confronti degli amici repubblicani.

Quella non è mai abbastanza, ma nei confronti dell'evolversi degli avvenimenti politici.

Se poche sono le illusioni poche saranno le delusioni.

Si è parlato di vertici repubblicani "ambigui", "reticenti", "dediti al piccolo cabotaggio", "berlusconiani", "senza coraggio" e via di questo passo.

Orbene il segretario del PRI, che ha l'onore e l'onere di guidare un partito di circa 12000 iscritti diviso in tre tronconi, con tre linee politiche diverse e alternative, ha pensato che era meglio tacere fin quando non si fossero espresse le altre forze politiche. Questa convinzione si è rafforzata dopo una serie di incontri, da me sollecitati, per capire meglio la strategia del partito di maggioranza relativa, che è anche il partito-guida della coalizione cui noi abbiamo aderito.

Da una lettura dei giornali, anche superficiale, è facile evincere che di partito unico, almeno per questa legislatura non se ne parlerà.

Staremo a vedere se nei prossimi giorni discuteranno di un progetto federativo in cui è garantita la presenza dell'Edera e che va accompagnato dalla modifica della legge elettorale.

Sebbene mi si definisca "reticente", dico chiaramente che sono contro il Partito Unico. Tuttavia se dovessi essere messo di fronte ad una scelta, nel presupposto che il segretario sia il sottoscritto, convocherò un Congresso Straordinario che deciderà le sorti del Partito.

E non è che io voglia continuare a essere repubblicano, perché io sono repubblicano.

E aggiungo: non sono berlusconiano perché non sono iscritto al partito di Berlusconi e Berlusconi non è iscritto al Pri.

Qualche volta, magari nei ritagli di tempo, leggete la "Voce".

Il futuro del Pri

Finora ho parlato del passato. Veniamo al problema che mi sta più a cuore come Francesco Nucara e come Segretario del Partito.

Non so se sia stato sufficiente il lavoro svolto dal 2001 come guida del Partito e dal 1999 al 2001 come segretario organizzativo. Forse sono un "eroe per caso". Nei miei progetti personali non c'era la segretaria organizzativa e tanto meno la segreteria politica, mentre c'era l'intenzione di non ricandidarmi al Parlamento nel 2001.

Diverse sono invece le cose che ho realizzato per il PRI dal 2001 ad oggi e mi fa piacere dedicare qualche minuto a ciò che ritengo essere stati successi per il PRI e del PRI, non miei personali.

In politica da soli non si raggiunge alcun obiettivo: questa è una regola fissa che prescinde dalle qualità personali. Queste forse aiutano, ma non sono mai, proprio mai, decisive.

Il partito è arrivato all'appuntamento elettorale del 2001 in condizioni di sbandamento e di pre-sfascio. C'era stato il Congresso di Bari, La Malfa non era più deputato europeo, s'era determinata una scissione, anche allora il piccolo glorioso PRI diviso in tre parti, una maggioranza buona ma non consistente, un congresso contestato davanti al magistrato. Queste erano le condizioni del PRI nel febbraio 2001.

Ci si avviava all'incontro con Berlusconi in queste condizioni.

Con l'elezione di due parlamentari riuscimmo ad ottenere un sottosegretario e la prestigiosa presidenza di una importante commissione parlamentare.

Non eravamo invitati ai vertici. Fu dal 2003, dopo un colloquio tra Presidente e Segretario con il Presidente del Consiglio, che cominciammo a frequentare Palazzo Chigi e Palazzo Grazioli. Questo veniva consentito al segretario del PRI mentre veniva negato a qualcun'altro.

Fin dal 2003 mi sono battuto per una presenza nel Consiglio dei Ministri, a prescindere dal dicastero che ci sarebbe stato assegnato. Per me era importante la presenza. Con le sue indiscusse capacità La Malfa avrebbe saputo far valere le nostre ragioni.

Ci siamo arrivati in ritardo con un dicastero a noi gradito. Chiedo scusa per il ritardo.

Il PRI è tornato al governo dopo 13 anni esatti.

Ora, si può discutere se è giusta o sbagliata la linea politica, credo sia "tafazziano" discutere la presenza nel governo.

Accanto a queste innegabili soddisfazioni il PRI spesso ti porta amarezze, disagio, problemi di tutti i tipi e anche qualche avversione oggettiva. Ti domandi talvolta: ne è valsa la pena?

Chi ha tanto amore per il PRI può essere ricambiato con atti di slealtà?

Caro Giorgio, tu, forse, più di me ne sai qualcosa.

Tutti abbiamo un'anima, anche le cose.

Cari amici, non mi restato molte energie.

Quelle che mi restano le dedico ancora al partito. Vorrei dire all'on. Medri, quando parla della "robaccia" che si trova nei secchi della sinistra e della destra e che procura coliti, di stare tranquillo perché ormai ci convivo da 30 anni; è quasi una compagna di vita e non mi spaventa il degenerare dell'intestino, ma mi spaventa il degenerare del Partito.

Un partito a cui si avvicinano scienziati di fama mondiale, ma che continua a scandalizzarsi per una bandana o un trapianto dei capelli.

Un partito che per "comodità" si trova i suoi nemici, più che i suoi avversari, all'interno e non all'esterno.

Come se il nostro corpo fosse colpito da una malattia autoimmunitaria, di cui non si conoscono le cause ma che lentamente e progressivamente ci distrugge.

Cari amici, questo è un partito che può ancora esercitare un ruolo importante nel Paese.

La mia impietosa disamina di prima mi auguro serva a prendere coscienza che non abbiamo bisogno di pannicelli caldi ma di cure, per quanto possibile vigorose e se necessario chirurgiche.

Io credo nel futuro del partito.

In questo momento il mio pensiero è rivolto ai 12000 iscritti repubblicani, ai segretari di sezione, ai segretari provinciali, ai segretari regionali.

Sono loro che mi consentono di dialogare con i vertici dello Stato, sono loro che mi consentono di fare il vice ministro, sono loro che mi consentono di essere il leader del PRI. La leadership la condivido con loro e in questo La Malfa mi aiuta molto.

Ho iniziato questo percorso partendo dal Mezzogiorno, ho portato il PRI a successi politici ed elettorali. La prossima tappa, da subito, sarà la mia presenza nelle grandi città e si parte da Milano, città-motore della politica italiana da sempre.

Per fare questo ho bisogno della fiducia non verbale ma sostanziale di tutto il partito.

Il mio appello è rivolto anche a coloro che non mi hanno votato come segretario.

Ho bisogno di tutti voi per rilanciare il partito.

A quanti, pochi o molti, isolati o in compagnia, pensano a fare fronda perché le loro personali richieste non sono state totalmente esaudite, rispondo che della loro fiducia sic rebus stantibus, non ho bisogno. Anzi mi danneggia.

Eravamo in coma profondo, siamo via via passati al coma vigile, ora siamo al malato in via di guarigione.

Con il contributo di tutti voi, tutti quanti voi, guariremo. Su questo non ho dubbi.

Non abbiatene neanche voi.

nuvolarossa
04-07-05, 22:41
Cn 1-2 luglio/Documento della Direzione nazionale Fgr

Il documento della Direzione Nazionale della Federazione Giovanile Repubblicana, letto nel corso dei lavori del Consiglio Nazionale dal Segretario Nazionale FGR Giovanni Postorino, viene approvato e fatto proprio dal Consiglio Nazionale del PRI. Documento presentato da: Arosio Roberto, Attisano Carmen, Ferrini Luca. Segue il testo.

Rinnovamento

La Direzione Nazionale della Federazione Giovanile Repubblicana giudica molto positivamente la recente lettera inviata dal Segretario Nazionale del PRI, On. Francesco Nucara, a tutti i segretari e responsabili regionali e provinciali del partito. Tuttavia, tale lettera deve essere considerata come il punto di partenza di una efficace politica volta ad un concreto rinnovamento generazionale, non più procrastinabile per il bene stesso del partito.

Infatti, per realizzare in maniera adeguata quanto sostenuto dal Segretario on. Nucara, e cioè "un ricambio generazionale necessario quanto inevitabile", occorre che tale rinnovamento si svolga, in prima istanza, in funzione interna: nel senso di una concreta valorizzazione dei giovani vicini al partito attraverso un loro strategico coinvolgimento nelle decisioni politiche a tutti i livelli, al fine di far crescere nei giovani stessi, all'interno del PRI, una compiuta maturità politica. Del resto, se "compito di ogni buon dirigente è quello di trovare l'alternativa a se stesso", è altresì compito di ogni buon dirigente adoperarsi con concretezza affinché tale "alternativa" sia all'altezza del ruolo che inevitabilmente andrà a ricoprire. La qualità del rinnovamento del partito non può, infatti, che essere connessa alla possibilità per i giovani repubblicani di partecipare attivamente alla vita del partito facendo tesoro delle esperienze acquisite.

Ma il rinnovamento generazionale, che la D.N. della FGR chiede con forza, deve svolgersi anche in funzione esterna. La D.N. ritiene, infatti, che una compiuta maturazione politica per i giovani repubblicani passi necessariamente attraverso esperienze di natura elettorale ed istituzionale. In tal senso, ritiene altresì che il livello generazionale debba costituire un metro nella selezione di candidature credibili che il PRI, a tutti i livelli ed ivi compreso l'ambito nazionale, andrà ad esprimere nel prossimo futuro. Altrimenti cadranno nel vuoto i tanti intendimenti e le tante accorate espressioni come: "I repubblicani, forti della loro storia, puntano sui giovani per guardare con certezza verso il futuro".

Ai giovani il dovere di assumersi responsabilità sempre maggiori, ai quarantenni il dovere di aspirare ad essere la nuova classe dirigente ed al Partito il dovere di aprire strategicamente tutte le strade affinché possa concretamente realizzarsi, fin dalla prossima tornata elettorale del 2006, un reale rinnovamento generazionale.

Questione settentrionale

La D.N. della FGR considera, inoltre, non più procrastinabile un'azione del partito volta ad intercettare quegli strati consistenti d'opinione pubblica che nel Nord del Paese non trovano in Forza Italia, per l'abbandono dell'iniziale impostazione liberale e riformista del 1994, e nella Lega Nord, per le forme con cui interpreta il tema della questione settentrionale, una compiuta collocazione politica.

Tale azione necessita di una forte e quanto mai consapevole riaffermazione, in chiave attuale, dei temi di politica economica che nei decenni passati hanno caratterizzato l'affermazione del PRI.

Questo nella convinzione che la questione settentrionale rappresenti la questione del Paese. Del resto, in un contesto di crescita economica pari a zero, proprio un'azione, forte e decisa, volta a far ripartire l'economia del Nord attraverso misure di carattere liberista, possa rappresentare la chiave dello sviluppo dell'intero Paese.

Questa considerazione non vuole, d'altro canto, sminuire l'importante e significativa azione che il PRI ha compiuto in questi ultimi anni nei confronti dei problemi e delle difficoltà del Meridione. A tal proposito, la D.N. della FGR ritiene che solo attraverso un'attenzione ed un presidio politico costante tali problemi di sottosviluppo, legati drammaticamente all'intreccio politica-mafia-istituzioni, potranno avviarsi a soluzione.

In particolare, mantenendo come prioritaria la lotta contro la malavita organizzata, la D.N. della FGR considera necessaria un'azione immediata sul tema della disoccupazione e del sommerso, anche attraverso lo sviluppo di una politica di decentramento della contrattazione salariale e di potenziamento dell'attuale struttura della contrattazione a più livelli, puntando in particolare sul livello locale.

Abolizione delle rendite politiche e riforme strutturali

La D.N. considera gravissima e quanto mai pericolosa l'assenza dall'agenda politica nazionale del punto cruciale dietro cui ruota la crisi sistemica del nostro Paese: la questione delle rendite di posizione e dei privilegi di matrice assistenziale, vero e proprio cancro nazionale che oscura e ostacola qualsiasi politica tesa a liberare le energie dinamiche pur presenti nel Paese.

La D.N. della FGR lamenta, a tal proposito, l'incapacità della classe politica di affrontare, in senso riformista e responsabile, tale questione. Una questione che, nata in seno ad una cultura che considerava la via della concertazione l'unica via possibile al cambiamento, si è trasformata in quello statico nepotismo (fino ad arrivare a forme di favoritismo e clientelismo) che attanaglia il Paese a logiche depressive lontane anni luce da quel virtuosismo produttivo basato su scelte di carattere meritocratico.

Tale aspetto è quanto mai evidente nei più significativi settori produttivi italiani: dall'università al mercato del lavoro, dal sistema bancario alla grande industria, dal settore pubblico al mondo sindacale, ai servizi di pubblica utilità, ecc., tutti bloccati da incrostazioni di matrice corporativistica e autoriproduttiva, espressione piena di una burocrazia baronale del potere ancorata ai propri comodi interessi di rendita.

La D.N. della FGR auspica, quindi, che il PRI ponga in maniera chiara ed inderogabile al Governo ed alla coalizione di maggioranza la questione delle riforme strutturali, unica risposta efficace alla crisi economica, sociale e politica in cui giace il Paese.

A tale proposito la D.N. della FGR ritiene che l'ammodernamento del sistema Italia possa e debba avvenire all'interno del quadro di riferimento europeo. E considera l'attuazione del programma nazionale della Strategia di Lisbona quale grande sfida per la competitività, la crescita, il progresso e l'occupazione dell'Italia e di tutta l'Unione Europea. Una sfida che sinora gli Stati hanno eluso, ma che oggi, nel giusto perseguimento degli obiettivi sanciti, può garantire competitività e dinamicità al sistema economico europeo anche a fronte dell'inarrestabile sviluppo delle emergenti economie.

Questione identitaria Pri

La D.N. della FGR, trascorsi più di 10 anni dalle vicende di tangentopoli (vicende che solo attraverso recenti prese di posizione sul cosiddetto "partito delle procure" cominciano a delinearsi per ciò che realmente sono state) e considerata la fase politica della cosiddetta "Seconda Repubblica" in piena crisi sistemica, ritiene che i tempi siano maturi affinché il PRI avvii una profonda riflessione sulla questione identitaria. Tale riflessione dovrà affrontare, in modo quanto mai partecipato, il tema della ridefinizione del ruolo del PRI all'interno di un sistema politico che oggi, pur riconoscendogli giustamente i meriti passati, non considera (in maniera altrettanto giusta) tali meriti di per sé sufficienti a legittimarne l'esistenza.

Una riflessione su noi stessi, un'assemblea nazionale dei repubblicani che, indipendentemente da quella che sarà la collocazione politica negli scenari futuri, faccia onestamente e criticamente il punto circa la prospettiva strategica del Partito in un quadro politico in cui, esauritosi il ciclo storico delle appartenenze ideologiche e dei partiti di massa e finito il tempo in cui la logica della rappresentanza superava per importanza quella della stabilità, anche nel nostro Paese prenderà sempre più forza il principio cardine delle democrazie virtuose: il principio della governabilità. Un principio verso cui si potrà tendere solo attraverso l'avvio di un reale, coerente e organico processo di riorganizzazione delle forme della politica, che coinvolga la regolamentazione giuridica dei partiti, la revisione dei regolamenti parlamentari, l'omogeneizzazione dei sistemi elettorali nazionali e locali, la ridefinizione dei processi partecipativi e referendari, la concreta indipendenza degli organismi di regolamentazione e garanzia, ecc. Tutto ciò in un contesto di ridefinizione dei metodi e delle strategie di costruzione del consenso elettorale non più ancorati agli schemi ideologici novecenteschi, ma capaci di guardare alla società del futuro.

Tale confronto, necessario se si vorrà concretamente evitare un fatale appiattimento politico, dovrà essere condotto a 360 gradi: coinvolgendo tutti i livelli interni del partito rispetto alle possibili prospettive future connesse all'evoluzione del sistema politico italiano. Solo un tale e imprescindibile momento interno di onesta riflessione politica potrà condurre ad un efficace confronto esterno, in grado di guardare e coinvolgere in chiave dialettica tutte le forze che si ispirano ai valori liberal-democratici e riformatori, partendo soprattutto dagli amici repubblicani presenti fuori dalle mura delle nostre sedi.

Per la Direzione Nazionale FGR, Giovanni Postorino, Segretario Nazionale F.G.R.,
Alessandro Papini, F.G.R. Milano

nuvolarossa
04-07-05, 22:49
Cn 1-2 Luglio, documenti approvati/L'elenco delle nuove personalità cooptate

Il rilancio del partito e la sua presenza nel governo

Il consiglio nazionale del Pri, riunito a Roma nei giorni 1 e 2 luglio al Centro congressi di via Cavour, udite la relazione e la replica del segretario nazionale Francesco Nucara, le approva.

Il Consiglio nazionale del Pri concorda pienamente con la decisione annunciata nei giorni scorsi di confermare nelle elezioni politiche del 2006 la leadership del presidente del consiglio Berlusconi.

Il Consiglio nazionale del Pri ritiene che soltanto l'attuale maggioranza possa realizzare le iniziative necessarie a consentire la ripresa economica del paese, dopo il decennio nel quale la mole del debito pubblico ha costretto praticamente tutti i governi a politiche severamente ed esclusivamente restrittive.

Il Consiglio nazionale del Pri considera che, allo scopo di determinare e di porre su basi solide la ripresa economica del paese, sia necessario destinare ogni energia e risorse adeguate alla realizzazione della strategia europea per la crescita e l'occupazione, cioè alla cosiddetta strategia di Lisbona.

Infine il Consiglio nazionale si dichiara pienamente consapevole del rilievo politico che la partecipazione del Pri al governo ha come parte della strategia per la ripresa del Partito repubblicano italiano.

Il Consiglio nazionale inoltre considera il rilancio ed il sostegno alla ricerca scientifica come una condizione indispensabile per lo sviluppo ed il progresso del sistema paese. E invita la direzione ed il partito a seguire con particolare attenzione le problematiche di questo settore, fondamentale per il futuro. Esprime la preoccupazione per un atteggiamento di chiusura verso settori innovativi che potrebbero contribuire sia al rilancio della ricerca scientifica, sia alla soluzione di pressanti problemi dell'Italia e del mondo.

Il Consiglio nazionale a questo proposito dichiara inaccettabile l'ostilità preconcetta e il risultante blocco della ricerca e dello sviluppo degli ogm in agricoltura, così come invita il governo a riconsiderare il blocco della ricerca e dello sviluppo delle risorse energetiche nucleari, assolutamente indispensabili per un paese che rischia altrimenti di essere strangolato dall'aumento dei prezzi del petrolio.

Aggiornamento elenco consiglieri
Attisano Marcello, Baravelli Marcella, Calabrese Giuseppe, Di Martino Alessandro.

Elenco aggiornato personalità cooptate
Borlenghi Sergio, Cantafio Enzo, De Angelis Franco, Fabiano Delly, Milanese Marco, Parri Gianna, Visco Gilardi Carlo.

nuvolarossa
04-07-05, 22:56
Cn 1-2 luglio/Replica del segretario

La strategia di Lisbona come la "nota aggiuntiva"

Replica al Consiglio nazionale del Pri, Roma, 2 luglio 2005.

di Francesco Nucara

La relazione che ho tenuto ha affrontato soprattutto i temi della ricerca scientifica, con particolare riguardo agli ogm, che sono diventati, per i media, "organismi giornalisticamente modificati", nel senso che i media, stravolgendo i dati scientifici, tendono a "impaurire" l'opinione pubblica. C'è un dibattito tra scienziati, e di questo dibattito si dà notizia solo delle opinioni di chi è contrario agli ogm.

L'altro problema riguarda l'energia elettronucleare. In tal senso il Pri è impegnato a sollevare il problema e di esso fare una battaglia di progresso, ricordando che il nucleare non è solo la bomba atomica e non è solo l'energia, ma un settore di ricerca che oggi si applica in medicina e che domani può avere risultati molto positivi per lo sviluppo del Paese.

Questo dev'essere l'impegno dei repubblicani per il prossimo futuro.

Un altro tema importante che ci riguarda molto da vicino è la "strategia di Lisbona". Il partito, tutto il partito, dev'essere orgoglioso del rientro al governo con la presenza di Giorgio La Malfa nel dicastero delle Politiche comunitarie. E' un'opportunità da non lasciarsi sfuggire per poter far valere con più forza le ragioni dei repubblicani.

A questo va aggiunto un altro evento politico, altrettanto importante, se non più importante. L'incarico dato a Giorgio La Malfa di coordinare i ministri competenti per la ricerca, l'innovazione e lo sviluppo. Nel contempo, da questo coordinamento, dovrà scaturire il Piano che sarà approvato dall'Unione Europea. Ho già detto nella relazione che questo piano potrebbe avere gli effetti della "nota aggiuntiva" di Ugo La Malfa, della quale tutt'oggi si discute dopo più di quarant'anni. La "nota aggiuntiva" è stata l'unico vero documento di programmazione del nostro Paese. Il Piano di Sviluppo da presentare a Bruxelles dovrebbe avere gli stessi effetti. Siamo sicuri che Giorgio ce la metterà tutta.

Alcuni amici si sono lamentati per gli articoli scritti per la "Voce" in risposta ad argomentazioni sull'area liberaldemocratica e sull'autonomia, che vorrebbe significare: né a destra né a sinistra.

Si sostiene che io abbia detto loro che sono un club di intellettuali. Dai toni mi è sembrato che si siano risentiti. Non mi sono risentito invece, io, per la serie di considerazioni di cui ho parlato diffusamente nella relazione. A me sembra che sia una gratifica se chiamo qualcuno intellettuale, come sarebbe una gratifica se definissi altri scienziati.

Tuttavia ribadisco che la politica è un'altra cosa. Intellettuali e scienziati possono dare spunti significativi, ma la loro attuazione dipende dalla politica, che spesso è frutto di compromessi, di pazienti attese e, quando è il caso, di rapide incursioni.

Ribadisco quanto ho detto ieri sul partito unico. Sono contrario! Trattandosi però di una scelta che coinvolgerà tutto il Pri, e i cui sviluppi potrebbero decretare la fine dell'Edera, se dovessi essere posto davanti a tale scelta sarà un congresso straordinario a decidere.

Per adesso mi pare tutto archiviato. Né aderiremmo ad un'eventuale aggregazione che ci portasse verso il Ppe: questo rimedio sarebbe peggio del male.

Il partito è cresciuto. La mancata visibilità, che per tanti anni è stato il cruccio degli amici, oggi la abbiamo.

Noi non siamo il partito della scienza e non siamo un partito monotematico, ma non avendo oggi la forza politica e organizzativa necessaria, affronteremo i problemi che riteniamo essenziali per lo sviluppo del Paese e daremo un contributo essenziale per risolvere detti problemi.

Dobbiamo rendere omogenea la forza elettorale, modesta ovviamente, che abbiamo nel Mezzogiorno d'Italia. Il prossimo appuntamento sarà la presenza nelle grandi aree urbane, e cominceremo dalla città simbolo del Paese: Milano.

Per quanto riguarda le situazioni locali io credo che, come rivendico l'attuazione della linea politica nazionale per avere una larga maggioranza, è giusto che questo avvenga a tutti i livelli.

Può darsi che nelle alleanze possano nascere dei problemi, ma la segreteria ha il dovere di affrontarli con le segreterie provinciali e regionali e, se sussistono le condizioni, trovare insieme a loro le soluzioni.

Le mozioni che vi proporrò saranno la sintesi del dibattito: conferma della leadership di Berlusconi nella coalizione dell'attuale maggioranza, il partito come riferimento del progresso scientifico, la strategia di Lisbona come premessa per il futuro del Paese e non dei partiti.

Non stiamo nella coalizione per aiutare questo o quel partito, o lo stesso Pri. Ci stiamo perché siamo fortemente convinti di poter aiutare l'Italia.

nuvolarossa
04-07-05, 23:01
Cn 1-2 Luglio/L'intervento di La Malfa/Il centrosinistra non è in grado di avere un programma

Crescita e sviluppo economico prioritarie emergenze del Paese

Intervento del presidente del Pri al Consiglio nazionale, Roma, 2 luglio 2005.

Cari amici repubblicani, condivido appieno la relazione del segretario nazionale ed in particolare il sostegno che il partito repubblicano ritiene necessario dare alla ricerca scientifica. Ma il mio intervento partirà dalle valutazioni economiche che facevano gli amici Gallo e Trezza, e dalle preoccupazioni dell'amico Cimatti sulla situazione economica del Paese e dal giudizio che egli ed altri amici della minoranza hanno dato sull'azione del governo Berlusconi in questi anni. Quello economico è il primo problema da mettere a fuoco in un partito che si sta rimettendo in piedi faticosamente.

Come osservava Riccardo Bruno nel suo intervento, per la prima volta dopo molti anni il partito ritrova un confronto interno sereno e civile e di questo faccio merito all'amico Francesco Nucara.

I risultati positivi si vedono. La situazione economica del paese è certamente molto difficile. Non ci sono dubbi sulla stagnazione, la perdita di competitività, il calo delle esportazioni. Il governatore della Banca d'Italia nella sua relazione del 31 maggio faceva risalire le ragioni di queste difficoltà ad almeno 10 anni. Riccardo Gallo qualche mese fa mi ha mostrato una tabella che evidenzia che le quote del commercio internazionale dell'Italia sono diminuite del 20% negli ultimi dieci anni, passando dal 5% al 3,7% del commercio mondiale. Si tratta di una caduta fortissima ed è avvenuta nei primi 5 anni del decennio, cioè tra il 1996 e il 2000, durante i quali la quota del commercio internazionale è calata al 3,7% per poi registrare una lieve crescita e restare stazionaria su questi valori. Dunque colpa di Prodi? Sarebbe una polemica spicciola sostenere che il centrosinistra abbia lasciato un paese stremato che aveva perso il 20% del proprio commercio internazionale e che il centrodestra non abbia fatto di peggio. Il problema non è questo. La produttività italiana è in calo da 15 anni. I guai dell'Università altrettanto. La crisi italiana è una crisi che ha origine moltissimo tempo fa. E non vi deve sorprendere che la sola diagnosi seria del problema italiano è contenuta in un documento che risale all'aprile del 1963, nella nota aggiuntiva che l'allora ministro del Bilancio, repubblicano, scrisse sui problemi dello sviluppo economico del nostro paese. Quella "nota aggiuntiva" non ha mai avuto pratica realizzazione, così come la politica dei redditi, che ne era la logica conseguenza, e nonostante questo ha costituito la base dell'identità del partito repubblicano nei successivi 40 anni. Cioè se il partito repubblicano ha avuto quella che Cimatti chiama un'identità, oltre all'identità storica mazziniana importantissima, essa è stata in relazione non ad un successo politico, ma ad uno dei tanti insuccessi politici della nostra storia, cioè nell'avere scritto qualche cosa che riguardava la vita italiana e come uscire dai problemi in essa presenti. E quella analisi non ha mai avuto una risposta.

In che cosa consisteva l'analisi della "nota aggiuntiva"? Lo ricordo perché ci ritroviamo a quarant'anni di distanza a fare i conti con quello stesso problema. L'analisi della nota aggiuntiva, era che il meccanismo spontaneo di sviluppo che era stato straordinario dal ‘48 in avanti, il miracolo economico italiano, chiamiamolo così, si avviava al suo esaurimento. La "nota aggiuntiva" ne intravedeva la fine, a meno che la politica non fosse in grado di trovare una risposta ai problemi che si erano presentati dalla ricostruzione, dalla caduta delle barriere doganali. Problemi di equilibrio allora, fra l'agricoltura e l'industria, fra il nord ed il sud e fra i beni privati e quelli pubblici. Cioè si diceva: se noi non riusciamo a fare infrastrutture, invece che consumi privati, a localizzare lo sviluppo nel Mezzogiorno, invece che averlo spontaneamente nel triangolo industriale, ad avere un rapporto fra l'industria ed altri settori, moderni o da modernizzare, se la politica non affronta con serietà queste questioni , non ci sarà niente da fare. Si trattava di problemi concernenti consumi ed investimenti, cioè si trattava di sapere se la società italiana, dovesse privilegiare la crescita, "l'espansione orizzontale dei consumi", o "l'espansione verticale dei consumi". Cosa era l'espansione orizzontale? L'espansione orizzontale voleva dire che lavorava più gente, con salari più contenuti. L'espansione verticale era, invece, che in ogni famiglia lavorava una persona con salari crescenti che dovevano servire a mantenere il resto della famiglia per trent'anni. L'apologo dei fratelli di una famiglia, ricordate, era questo: è sufficiente che ne lavorino due, con salari sempre crescenti, o devono lavorare tutti e tre? Erano gli interrogativi politici che poneva il partito repubblicano, che ebbe il suo successo in quella sconfitta, Cimatti. Cioè nell'avere indicato i problemi del Paese e di non averli visti risolti. Ma aveva avuto da un governo democristiano la possibilità di portare all'attenzione dell'Italia quei problemi. Cioè un piccolo partito aveva avuto la possibilità di avere una responsabilità di governo per indicare i problemi del Paese.

Non era stato schiacciato ed ucciso dai suoi alleati, era stato rispettato dai suoi alleati. E qual era la diagnosi? La diagnosi era che la spinta spontanea si sarebbe esaurita, a meno che non ci si potesse innescare sopra una politica di programmazione, di scelta fra i consumi e gli investimenti, per la quale era necessaria una politica dei redditi, cioè un accordo con le parti sociali. Quando tornai dall'America nel 1966, dopo aver scritto un articolo con Franco Modigliani, avevo solo 26 anni ed ero piuttosto orgoglioso, perché anche se Modigliani non era ancora premio Nobel era considerato uno dei maggiori economisti al mondo. L'articolo criticava la Banca d'Italia. Dicevamo che essa aveva sbagliato politica e che ci voleva la politica dei redditi. Un lungo articolo scientifico che fu alla base della mia carriera accademica. Piacque a moltissimi, alla sinistra per niente. Ci furono decine di articoli di sinistra, dove ci spiegavano che le nostre analisi erano sbagliate. Ma uno a cui non piacque davvero fu mio padre, che mi disse "voi non capite niente, tu e questo Modigliani che io non so chi sia. Perché siccome voi siete degli economisti, pensate che la politica dei redditi consista nel mantenere i salari nell'ambito della crescita della produttività per evitare l'inflazione. Ma questo non è il problema italiano. Questo è un problema tecnico, perché è chiaro che, se i sindacati sbagliano e chiedono aumenti salariali più alti della produttività, l'inflazione se li mangia questi aumenti". Come è avvenuto durante i 15 anni successivi.

Il problema – diceva mio padre - è che noi dobbiamo controllare non la dinamica dei salari monetari, dobbiamo controllare la dinamica dei consumi e degli investimenti, perché se l'Italia vuole diventare la Svezia, come vorrebbe Fassino, allora deve investire. La Svezia ha investito, ha fatto ospedali, scuole. Se un paese come l'Italia vuole sviluppare i consumi non farà gli ospedali. Se vuole sviluppare gli ospedali non potrà sviluppare i consumi. Ecco la polemica sulla televisione a colori che l'Italia non ha mai capito. Non perché la televisione a colori non fosse un prodotto moderno, ma perché le risorse o vanno in una direzione o vanno in un'altra. Questa è la problematica che è stata posta in quegli anni. Ma è stata capita? A volte mi domando se l'abbiano capita i repubblicani, perché una parte di quegli stessi repubblicani che oggi critica noi, criticava la politica dei redditi. Io non mi posso dimenticare che il sindacato repubblicano, che stava soprattutto in Romagna, ha attaccato per 30 anni questa politica, bollandola come una visione reazionaria. Cioè fino a quando la sinistra non ha dovuto ammettere che si trattava di un'impostazione moderna, loro ci dicevano che si sbagliava tutto. Io me li ricordo i congressi repubblicani. Ricordo Vanni e i sindacalisti repubblicani che ci davano dei reazionari, perché stavamo con la destra, cioè con la Dc. E non ci chiedevano di rompere con la Dc e di allearci con il PCI? Sono trent'anni che la sinistra repubblicana dice questo. Continua a dirlo. E se la maggioranza del partito è d'accordo lo fa e se non è d'accordo peggio per voi. E noi non siamo d'accordo. Mi fa piacere che voi ci siate, mi fa piacere che ci sia una dialettica civile, ma dovete sapere che sbaglieremmo se tornassimo nel centrosinistra, per la semplice ragione che non sapremmo cosa farci dentro quel centrosinistra. E oltretutto non vincerà neanche le elezioni. Questo ve lo dico adesso, per chi è interessato, sempre che Follini non ci metta del suo, ma non credo. Che cosa è avvenuto dopo la "nota aggiuntiva"? Allora la politica della "nota aggiuntiva" era un accordo con le parti sociali per governare i consumi e gli investimenti, perché un paese come l'Italia che doveva raggiungere la piena occupazione, doveva avere la forza di controllare le dinamiche ed a quel tempo c'era molta più impresa pubblica, era più facile rispetto a oggi. C'erano strutture pubbliche e non si era prevenuti come poi è stato. Trent'anni fa potevi dire: l'Iri ha una funzione. Oggi se dici cose di questo genere, l'Europa tutta a cominciare da Blair ci chiede se siamo matti. E che cosa avvenne? Che non fu fatto nulla di quello che era necessario. Ma per molti anni l'economia italiana ha potuto fare a meno di quel problema, perché ha avuto due valvole di sfogo rispetto al problema della politica dei redditi per evitare l'inflazione e quella della politica dei redditi per controllare la dinamica dei consumi e degli investimenti. Che strumenti aveva? Sul primo problema, quando i sindacati spingevano, si svalutava, e quindi attraverso la svalutazione e la conseguente inflazione, si rimettevano a posto i rapporti fra salario e produttività. Il secondo quando c'era un problema di consumi e di investimenti, si fingeva di risolverlo con il debito pubblico. Cioè si spiegava che non c'era un contrasto fra aumentare gli stipendi ed aumentare gli investimenti, perché gli stipendi, li aumentiamo con le risorse, cioè con il fisco e per gli investimenti ci indebitiamo. Quindi il problema posto con la "nota aggiuntiva" fu accantonato. Fu trovata una finta compatibilità nel debito pubblico e nella svalutazione. Questo è durato per trent'anni. Poi è venuta la crisi petrolifera che poneva delle questioni. Cominciando dalla risorse. Sviluppiamo l'energia nucleare per affrancarci dal petrolio, diceva Colletto. No, ma perché dobbiamo affrancarci, basta comprare l'energia in Francia, perché dobbiamo sporcarci con l'energia nucleare? Ma non abbiamo i soldi! C'è il debito pubblico. E così noi abbiamo smontato l'industria nucleare, la tecnologia nucleare, l'università, la ricerca scientifica. L'Italia era uno dei paesi all'avanguardia nella ricerca scientifica nel campo nucleare. Adesso abbiamo voglia a dire che occorre il rilancio della ricerca scientifica. Ma se non ci sta più. Avevamo un università in cui si producevano grandi scienziati, grandi ingegneri, abbiamo fatto terra bruciata. Nemmeno la crisi petrolifera del ‘73, ‘74 è stata tale da dare una scossa. E si è andati avanti così fino all'inizio degli anni ‘90, quando l'integrazione europea ci ha messo con le spalle al muro. L'Euro ed il trattato di Maastricht, hanno voluto dire per l'Italia, che i due meccanismi fondamentali con i quali il paese aveva finto di non dovere fare i conti con i problemi reali dell'accumulazione dei capitali e dello sviluppo economico, venivano eliminati. Ha fatto bene o fatto male l'Italia ad aderire al trattato di Maastricht? Per noi si è chiarito l'equivoco. Ma per quelli che avevano usato per trent'anni con leggerezza quelle politiche, destra e sinistra sono accomunati nel silenzio. La Dc avrà forse malgovernato, ma la sinistra ha avuto l'eccesso ideologico con cui ha sfasciato l'Italia. Io sono stato deputato a Torino. La violenza dell'attacco alla Fiat da parte del sindacato, del Pci, degli intellettuali di riferimento ha fatto sì che questa impresa, peraltro neanche troppo ben gestita, ha fatto sì che si trovasse nelle condizioni in cui stiamo. Oggi corrono tutti al capezzale della Fiat. Ma è il capezzale di un'impresa che si voleva morta, "perché il capitalismo andava sconfitto". Beh, non era ancora caduto il comunismo. "Adesso abbiamo capito tutto", ci dicono. Ma intanto il paese è stremato.

Non c'è più una grande impresa. L'odio contro di essa ha fatto la sua parte. Le uniche imprese che passavano il vaglio erano quelle piccole, specialmente in Emilia Romagna, così si mettevano d'accordo con la Regione. La piccola impresa nelle regioni rosse veniva protetta perché così diventava una riserva politica. La grande impresa è stata il nemico della sinistra italiana. Oggi la vorrebbero avere: "come sarebbe importante avere dei campioni nazionali". Peccato che li avete combattuti per tutta la vita. Olivetti, Montecatini, Edison, Pirelli, Fiat. Dite voi se c'è ancora una grande impresa in Italia? Non c'è più niente. E adesso dobbiamo affrontare le economie dei paesi emergenti dalla Cina all'India, senza avere più gli strumenti. Le partecipazioni statali, uno strumento formidabile dell'Italia capace di cambiare il volto del nostro paese nell'immediato dopoguerra, sono diventate una nostra vergogna. Gestite dal 55 in avanti in una maniera drammatica e gli anni peggiori sono stati quelli presieduti da Prodi. Lo dico con rimpianto perché fu Spadolini a nominare Prodi presidente dell'Iri. C' è una lettera dell'allora ministro del Bilancio che chiedeva al nostro Presidente del Consiglio: perché nomini questo professore che non ha le qualità necessarie ed è legato a una visione pubblica delle partecipazioni statali?. E naturalmente Spadolini rispose riportando le ragioni della realpolitik. E così all'Iri fu dato il colpo fatale. Riuscire a far fallire l'Iri richiede qualità e noi a quelle qualità vorremmo oggi affidare il paese?

Ma tornando a Maastricht, devo dire che l'Italia fuori dall'euro sarebbe come l'Argentina, e grazie all'euro non corriamo questo pericolo. Quando nel 1997 fu chiaro che si entrava nell'euro, io andai ad una riunione del centrosinistra, una delle poche alle quali ci avevano ammesso. E dissi a D'Alema e a Prodi, guardate che adesso comincia il difficile. Naturalmente mi guardarono con fastidio. Voi – dissi -non avete idea di cosa significherà stare nell'euro. Non è una vittoria. E' una necessità. Ma ora dobbiamo trovare una politica adeguata per restare nell'euro, perché le due valvole di sfogo si sono chiuse. Agli amici repubblicani che vogliono stare a sinistra, devo dire che la sinistra può fare solo politiche di restrizione. Se domani vince il centrosinistra, quello che potrà cercare di mettere a posto sono i conti. Perché l'Europa chiederà di metterli a posto. Quindi un po' li faranno pagare ai sindacati, un po' alle Regioni, un po' ai comuni. E siccome controllano le Regioni, controllano i sindacati, controllano i comuni, lo faranno. Come siamo entrati noi nell'Euro? Siamo entrati così, per la bravura di Ciampi, che seppe indicare i capitoli dei tagli e la sinistra obbedì. Del resto il Pci entrò al governo del 1977 perché Lama diede l'ordine che i salari non fossero una variabile indipendente, perché fino a quel momento lo erano. Se il prezzo era di metterli al governo per arrestare l'erosione del potere d'acquisto, è stato bene metterli. Ma il problema italiano, quello descritto così bene da Gallo e Trezza, è il problema della restrizione? Certo, perché non possiamo eludere i vincoli di Maastricht, ma il problema italiano è quello della crescita e dello sviluppo, di rilanciare l'impresa, di dargli fiducia. Per cui se il problema italiano è riportare in ordine i conti, corriamo subito a sinistra, ma se il problema italiano è fare respirare il paese, far si che il reddito fiscale migliori, attraverso una ripresa, dobbiamo restare dove siamo. La sinistra non la può fare una politica di sviluppo. Siamo entrati nell'euro per merito della sinistra, attraverso il consenso sociale, ma non siamo in condizioni di fare un passo avanti con la sinistra. La condizione del paese è grave. C'era una storiella sovietica. La radio Ereval faceva le domande del catechismo sovietico. "Qual è la differenza fra il capitalismo ed il socialismo. Il capitalismo porta l'economia del paese ad un passo dall'abisso. Ed il socialismo? Gli fa fare un passo avanti". Il passaggio dal governo Berlusconi a quello Prodi sarebbe questo. Nel senso che sotto il profilo dello sviluppo il centrosinistra, non è in grado di fare niente. Se ne è accorto anche il Sole24 ore, ed è per questo che sostengo che si vinceranno le elezioni, perché come voi sapete Montezemolo ha simpatia per il centrosinistra, ma non può spingersi oltre. Sul Sole 24 ore di oggi c'è un corsivo dal titolo: "La strana progressività proposta da Bertinotti". Scrive così: "Nel programma di governo dell'Unione non ci sarà alcun riferimento all'abolizione della proprietà privata". Una bella svolta, perché sono parole di Bertinotti. "Però - scrive il corsivo, in cambio di questa concessione ha proposto una forma di tassazione progressiva sugli immobili, cioè una forma di tassazione indiretta della proprietà privata. Se questo è il contributo della sinistra radicale al programma del governo dell'Unione, povero Prodi". Avvicinandosi alle elezioni, financo quelli che hanno interesse a fare un'operazione a sinistra incominciano a tirare i remi in barca. Che cosa si può fare allora? Un piano triennale. E' una fortuna che ci aiuterà l'Europa, che dopo aver fatto i conti con Maastricht e gli errori fatti in 40 anni, ci inviterà a non toccare gli strumenti monetari e la leva fiscale. Io magari non sono d'accordo ma il trattato sottoscritto ci impone questo. Non c'è niente da fare. Blair, che rappresenta la sinistra europea, è su questa strada. Gli unici che si oppongono sono Villepin e Chirac, la destra conservatrice a cui non consiglierei di legarsi troppo. Se volete salvarvi nuotate nella globalizzazione. I cinesi producono ametà del vostro costo? Arrangiatevi. O abbassate i salari, o rendete i lavoratori più produttivi, o li fate lavorare più ore, o mettete un incentivo di produttività, se volete trasferirvi di qua o di là, lo fate e se non va bene ai lavoratori restano a casa.

I soldi possono solo servire per l'innovazione e quindi non per i forestali della Calabria, e così via. Se volete vi accomodate. Se non volete, fatti vostri. Questa è la situazione internazionale. Dice Fassino: andiamo in Svezia. Ma la Svezia che lui ha in mente, lo diceva giustamente Riccardo Bruno, "è una Svezia che non c'è più". Se Fassino va in Svezia oggi, trova un paese che assomiglia all'Irlanda, o agli Stati Uniti. Trova quello che ha detto Blair e cioè che lo Stato sociale è frutto di un'economia che cresce, non può essere finanziato dal dissanguamento dell'economia, e ha ricordato con orgoglio che l'Inghilterra ha una disoccupazione al 4% e dunque abbiamo le più alte provvigioni per la disoccupazione, la riconversione, la formazione professionale di tutti voi. Come dire: noi cresciamo e tracciamo le condizioni per lo Stato sociale, voi non crescete e non siete in grado di difendere nemmeno lo Stato sociale che avete costruito. Lo dovrete smantellare. Allora il problema è crescere. E siccome non possiamo crescere attraverso gli strumenti della politica monetaria o della politica fiscale, e tantomeno con quelli dell'economia pubblica, dobbiamo crescere con gli strumenti dell'economia privata: flessibilità, liberalizzazioni, concorrenza. L'altro giorno il Financial Times scriveva che in queste condizioni la flessibilità dei mercati, non è un'opzione, è una necessità. Il piano triennale è basato su questa filosofia. E' la filosofia che in questi anni ci hanno indicato i futuri ministri del Tesoro della sinistra, i Monti, i Giavazzi, i Padoa Schioppa, i quali già si ritirano dalla sinistra. Monti ha scritto che lui non sta né con la sinistra né con la destra. Perché nessuno è in grado di attuare quello che egli pensa. Ma la destra sarà in grado di dirlo. Mentre la sinistra non è in grado di farlo e nemmeno di dirlo, perché la sinistra dovrà fare un compromesso di cui un caposaldo sono le stesse parole di Bertinotti che richiede la patrimoniale. Ma voi pensate di poter stare lì? Possiamo non stare da nessuna parte come pensa Guidazzi, ma per lo meno un tentativo di lasciare una traccia lo vogliamo provare a fare o no? Cimatti dice, non te lo lasceranno fare. Ma almeno me lo faranno scrivere. Cerchiamo di avere anche noi la nostra sconfitta che ci garantisca altri 40 anni. E poi perché dovremmo avere una sconfitta? Berlusconi con tutti i suoi difetti è un uomo che guarda avanti. Se noi possiamo scrivere un documento di questo genere in linea con l'Europa, questa è una condizione vera di rilancio del partito. Avete notato che dopo il referendum in Francia ed Olanda, Prodi non ha più fatto una dichiarazione sull'Europa. E la sinistra non è più in grado di parlare di cose internazionali. Qual è la linea del centrosinistra su Blair? Può esserci un dibattito, ma il socialismo di Blair è basato su un'idea di mercato che la sinistra italiana non ha acquisito culturalmente. Ed incontrandosi con i cattolici integralisti ha ancora reso più difficile acquisirlo. Sono indietro di trent'anni. Può un partito come il nostro ignorare questo problema? Nel ‘96 avevamo in comune l'esigenza di rispettare Maastricht, ma oggi che si tratta di salvare l'Italia e servono ricette coraggiose, che comportano financo a noi repubblicani, che siamo legati ad una visione pubblica dell'economia, non poche difficoltà. A me stesso richiedono una revisione, cresciuto come sono nella convinzione che le politiche monetarie e fiscali fossero uno strumento utile al benessere del Paese. Ma credo che sia necessario perché non potremmo scavalcare a sinistra Blair e trovarci a braccetto con il conservatore Chirac. Abbiamo l'occasione dopo molti anni di tornare a fare valere la nostra posizione, grazie al ruolo di governo in cui siamo stati chiamati. Credo che sia un merito da riconoscere al segretario Francesco Nucara ed al suo lavoro compiuto in questi anni, di cui tutti gli siamo grati. Ha preso il partito in condizioni molto difficili e lo ha sollevato. Il partito si sta rafforzando e credo che queste siano le condizioni migliori per poter andare avanti. Costruire è molto difficile, molto più che rompere e Nucara ha dimostrato grandi capacità. Basta vedere il rapporto instaurato con il mondo scientifico, il ritorno di amici importanti, come De Carolis, Ravaglia, Ugolini. Abbiamo una carta da giocare. Io ho difficoltà a pensare ad un'Italia che si affida a Prodi. Perché se avviene, dopo 5 minuti, cade in una depressione profonda, perché non c'è programma. Avere un Partito Repubblicano ancora vivo e capace di stare sulla scena politica, può aiutare a giocare questa carta nel modo migliore per dare un contributo al Paese per superare le sue difficoltà.

nuvolarossa
05-07-05, 19:50
Intervento al Cn dell'Edera/Fra perdita di competitività e ascesa della potenza cinese

Nuovo patto per favorire e difendere lo sviluppo

Pubblichiamo, dopo gli interventi del presidente e del segretario al Consiglio nazionale del Pri, l'intervento dell'amico Bruno Trezza. Preghiamo tutti i consiglieri nazionali di farci avere, via e - mail, una sintesi dei loro interventi per la pubblicazione sul giornale.

di Bruno Trezza

Abbiamo parlato a lungo della politica economica del governo, grazie anche all'intervento di Riccardo Gallo che ha illustrato con estrema chiarezza quali sono le condizioni di fatto del paese, mettendo in luce anche quella che dovrebbe essere la base di una nuova politica industriale, ricordandoci gli anni del '74, '75, quando si fece la legge della riconversione industriale. Una legge che trovava alla sua base l'idea di responsabilizzare i soggetti, evitando una percorso dirigistico, per effettuarne uno dinamico.

Era necessario dunque stabilire un rapporto fra università e ricerca, e cercare di creare nuove applicazioni. La legge incontrò poi non pochi problemi, e fu applicata anche in maniera discutibile. Ma noi dobbiamo guardare a quell'impostazione dei problemi come ad un punto di riferimento per il futuro. La mia impressione è che ci troviamo nel mezzo di un cambiamento epocale e che forse il governo ha il torto di non averlo capito. Del resto non lo ha capito nemmeno l'opposizione.

In Francia lo hanno capito? No. Per cui non possiamo dare una colpa particolare al nostro governo di non comprendere un fenomeno che resta ignoto a soggetti che forse dovrebbero anche avere maggiori capacità a proposito. Certo che è stato fatto l'errore di ritenere questo cambiamento epocale come una vicenda di tipo congiunturale, e che aspettando, prima o poi, sarebbe tornato il momento migliore, il gettito fiscale sarebbe ripreso, l'economia sarebbe ripartita e così via. Da che cosa è dipeso questo cambiamento epocale?

Dall'entrata dei nuovi partners nell'agone mondiale, l'India e la Cina, ma soprattutto la Cina. Dobbiamo capire che la Cina non è un paese democratico. E' un paese nel quale hanno gettato sul fronte del mercato del lavoro alcune centinaia di milioni di lavoratori. Siamo di fronte ad una dimensione incomprensibile, mai sperimentata sino ad oggi, non abbiamo mai visto un fenomeno di questo genere. Se voi pensate che tutto l'occidente ricco - saremo sei, settecento milioni di persone - è quanto il mercato del lavoro in Cina, vi potete rendere conto di cosa stia succedendo. I cinesi potrebbero facilmente sostituirci tutti, i soli pendolari cinesi sono pari a tutta la forza lavoro degli Stati Uniti.

Un lavoratore cinese prende circa 100 euro al mese, un ricercatore bravo circa mille euro, contro i mille ed i tre-cinquemila dei corrispondenti europei od americani. Questa la situazione. Ed i cinesi hanno una strategia, una strategia governata dall'alto. Hanno mandato i loro studenti nelle università in America, stanno acquisendo i risultati delle ricerche scientifiche, hanno creato delle università di eccellenza; in campo industriale si sono presi i gioielli dell'Ibm, come i nuovi calcolatori; stanno dando la scalata ad una società petrolifera e così via.

Per un nostro ricercatore in America, ce ne sono 10 cinesi, i quali sono nei principali campi di ricerca. Ad esempio quello sui super conduttori ad alta temperatura, che servono sia a risparmiare energia, sia a fare nuovi materiali, cioè le principali tecnologie con cui dovremo misurarci in futuro. Cosa significa questo? Che noi ci troveremo in una condizione difficile con la Cina, che non avrà certo voglia, con questi rapporti di forza a suo vantaggio, di accettare uno sviluppo ancillare.

La Cina ci taglierà dal basso con i costi, ora il tessile, domani le macchine per produrre il tessile, percorrendo via via tutta la scala. E dall'alto posizionandosi ai livelli di una tecnologia molto avanzata. La nostra risposta non è sufficiente. E' tradizionale, come l'America che, introducendo grandi quantità di denaro nell'economia, ha finanziato lo sviluppo della Cina.

Bush è in un angolo, perché, essendo il campione del liberismo, non può certo rifiutare il denaro che proviene dalla Cina, né limitare la globalizzazione in atto. Certo l'America è un grande paese, dispone di grandi risorse e può essere in grado di fronteggiare l'avanzata cinese. Ma l'Europa? E l'Italia? Viste le cifre, noi rischiamo di sbaraccare molti settori. Allora occorre rispondere, ma la risposta deve essere politica.

Ha ragione Blair quando dice che manca una guida politica, ma non va bene la sua ricetta, che non può essere il semplice liberismo. Questo non è adeguato, perché la Cina ne sfrutterà le possibilità senza pagarne tutti i costi, che rischiamo di pagare noi europei. Noi dobbiamo avere più stato, uno stato che aiuti, come negli Usa, capace di influenzare, di spingere per la ricerca, di creare dei quadri e di fare delle scelte. Ora abbiamo ripescato Lisbona che era rimasta nel cassetto, perché la crisi ci sta stringendo al collo. Ma Lisbona diventa un'occasione in termini politici, non tecnici. Il che significa fare un grande salto di impostazione in Italia ed in Europa.

Dobbiamo tenere presente che questo processo colpisce la classe media. E con la classe media colpisce la spina dorsale di quella che è stata la nostra democrazia, quella su cui noi abbiamo costruito per anni. Tutte le nostre strutture, che sono le strutture del consenso sociale, sono state create per ripartire lo sviluppo. Il che, nelle nostre società occidentali, da diversi decenni è una cosa assunta come data. Il Partito repubblicano si è sempre battuto per una distribuzione in grado di favorire e difendere lo sviluppo, aiutando in questa maniera anche le Regione più deboli, come quelle meridionali.

Questa è stata la posizione del partito, al tempo connessa a due elementi fondamentali: un certo consenso politico, garantito dalla situazione complessiva, e dal fatto che - più o meno - lo sviluppo arrivava. Oggi dobbiamo combattere con le unghie e con i denti per lo sviluppo, dobbiamo combattere con le unghie e con i denti per non essere travolti. E' una cosa molto diversa, è una cosa molto difficile, che richiede un grandissimo impegno. Noi dobbiamo fare un enorme sforzo: e Lisbona è la nostra grande occasione. Ove la posizione dell'Italia non deve essere di piena adesione alla posizione di Blair, ma deve essere una posizione che tenga un po' conto delle ragioni dell'Europa, e della sua civiltà sociale, che oggi la Cina minaccia. Questi mesi saranno utili se riusciremo a dare voce all'esigenza di un'intesa fra ricerca e impresa in Italia, in maniera da consentire all'Italia di restare un paese vivo.

nuvolarossa
05-07-05, 20:01
Ripresa repubblicana

Un partito in salute che vuole guardare avanti e puntare alto

Il recente Consiglio nazionale ha restituito un Partito repubblicano in salute, in cui si mantiene un confronto serio e pacato sui problemi e le prospettive del Paese.

Indipendentemente dalle differenze di vedute, la nostra idea è che questa sia la strada migliore per guadagnare posizioni.

Del resto il partito ha dimostrato di saper recuperare consensi elettorali e soprattutto di avere il riconoscimento che gli spetta in una coalizione di governo. La strada è ancora lunga, ma vi sono risultati positivi che pesano, e che consentono un clima più disteso.

E' altresì chiara la consapevolezza della difficoltà del momento economico e delle incertezze della situazione politica.

Proprio per questa ragione lo sforzo di riflessione e di proposta deve crescere: i ranghi dei repubblicani, i molti che hanno difeso questa identità, non si facciano condizionare dalle divergenze.

La segreteria politica ha cercato di individuare un terreno comune, quale il sostegno alla ricerca scientifica e alla scienza in generale, come impegno principale del nostro partito, secondo le sue più nobili ascendenze nel nome della ragione. Si tratta di una battaglia per il progresso che inizia in una delle principali città del nostro paese, come Milano, con la quale i repubblicani hanno un legame storico profondo.

Il Pri ha difeso la sua esistenza al Sud, ma ora deve puntare al Nord: per ritrovare il legame con la pubblica opinione, interpretarne le esigenze modernizzatrici e riformatrici, che sono alla base della nostra stessa esistenza. Ed è importante che l'intero partito comprenda lo sforzo in cui intendiamo misurarci nei prossimi mesi, per un'azione favorevole alla crescita e allo sviluppo economico.

Come tappa cruciale abbiamo individuato il processo di Lisbona e siamo sicuri che il ministro La Malfa saprà elaborare una proposta di cui l'attuale governo non possa non tenere conto. Crediamo che la posta sia alta, perché non si tratta solo del futuro del Pri, ma della coalizione di maggioranza e dello stesso Paese.

Se riusciremo nel nostro intento, potremo prefigurare per tutti un futuro migliore. Se non vi riusciremo, avremo avuto il merito di parlare chiaro, indicando quali siano davvero i problemi e la maniera per risolverli. Anche solo questo riconoscimento è sufficiente per rilanciare il nostro ruolo con successo nella vita politica nazionale.

Roma, 5 luglio 2005

nuvolarossa
06-07-05, 19:39
Intervento al Cn dell'Edera/Italia: come ci collochiamo per gli osservatori internazionali

Debolezze strutturali che ci portiamo dietro da anni

Intervento al Consiglio nazionale del Pri, Roma, 2 luglio 2005.

di Riccardo Gallo

Le difficoltà che il provvedimento varato dal governo sulla competitività incontra in questi giorni in Parlamento e le polemiche che ne sono seguite consigliano di tornare sulle cifre relative alla posizione competitiva del nostro paese in campo mondiale. Tutti i tre più noti indicatori – il World Competitiveness Report dell'IMD (International Institute for Management Development), il Growth Competitiveness Index e il Business Competitiveness Index del WEF (World Economic Forum) – mostrano un sensibile recente peggioramento della posizione dell'Italia nelle classifiche mondiali.

Più precisamente, nella graduatoria fatta su 60 paesi dall'IMD l'Italia è passata dal 32° posto del 2000 al 33° del 2001, al 34° del 2002, al 41° del 2003 al 51° del 2004. Se si analizzano separatamente i maggiori fattori di competitività, si vede che: a) l'andamento dell'economia era peggiorato lievemente tra il 2000 e il 2001 e si è poi stabilizzato sul 39° nel 2003-3004; b) l'efficienza del settore pubblico, che fino a un paio d'anni fa poneva l'Italia a due terzi della graduatoria, è decisamente peggiorata nel 2004 (56° posto), anche in conseguenza delle politiche fiscali, nelle quali il nostro paese è l'ultimo in classifica; c) l'efficienza del settore produttivo ha fatto precipitare l'Italia dal 31° posto nel 2002 al 54° nel 2004, anche in conseguenza del sottofattore Mercato del lavoro (59°) e della Cultura manageriale (57esima). Su quest'ultimo punto, non possiamo non esprimere preoccupazione noi repubblicani, ricordando che storicamente il Partito ha sempre attinto voti dal bacino dei dirigenti d'azienda; d) nelle Infrastrutture nell'ultimo biennio la posizione dell'Italia è scesa dal 26° posto del 2000 al 37° del 2004.

Indicazioni simili vengono dai due indici del WEF. Secondo il Growth Competitiveness Index, il nostro Paese è sceso dal 41° al 47° posto in graduatoria, per colpa non solo e non tanto dell'ambiente macroeconomico (38°) quanto delle Istituzioni pubbliche (48°) e della Tecnologia (50°). Secondo l'altro indice, il Business Competitiveness Index, l'Italia ha perduto dieci posizioni, essendo passata dal 24° a 34° posto in due anni.

Tutte questi indici mettono in evidenza come la progressiva perdita di competitività del sistema produttivo italiano, in un sistema sempre più aperto e quindi esposto ai raffronti tra i costi di produzione nei diversi paesi, sia causa del peggioramento delle condizioni economiche del paese.

Non si tratta quindi di un fenomeno congiunturale, ma di un fenomeno strutturale da tempo in essere. Occorre rimuovere le cause delle continue perdite di competitività e stimolarne poi la ripresa relativa rispetto agli altri produttori sulla scena internazionale. Un'azione di tal genere deve essere rapida, nei limiti del possibile, ed incisiva e non può non implicare un coinvolgimento, anche se solo a livello di confronto e consultazione, delle parti sociali come Confindustria e Sindacati.

Più che la lezione della "nota aggiuntiva", questo punto mi fa tornare in mente il tentativo impostato da Ugo La Malfa nel 1975, vicepresidente del governo Dc-Pri con delega all'economia, dopo la prima crisi petrolifera di dicembre 1973 e inizio '74 e dopo il congresso nazionale di Genova. La Malfa avvertì che la crisi era strutturale e che bisognasse realizzare un grande sforzo di mobilità nell'industria, favorendo i settori poco consumatori di energia e consentendo che quelli energy-intensive e in difficoltà alleggerissero la loro presenza produttiva. Per far ciò, La Malfa avvertì che protagonisti dovevano essere i soggetti responsabili della politica industriale, dalla Confindustria ai Sindacati, all'Abi, e perciò avviò una serie di consultazioni a Palazzo Chigi. Il prodotto fu un ddl sulla riconversione industriale che il governo non ebbe tempo di difendere in Parlamento, perché cadde il giorno dopo sull'azione di sfiducia da parte del Psi.

Negli anni che seguirono si tentò nel campo della politica industriale la cosiddetta politica per settori produttivi, con la legge 675 del 1977, non votata dal Pri. Era questa una politica antitetica a quella ideata da la Malfa nel 1975, perché era incentrata su una concezione centralista e un po' dirigista, era mirata al ripristino delle condizioni "quo ante", settore per settore, senza cioè l'introduzione di sollecitazioni dinamiche intersettoriali che rappresentassero una risposta allo shock esterno al sistema. E difatti questa politica naufragò miseramente.

Approccio di tipo "orizzontale"

Negli anni '90 è stata poi impostata una politica industriale per fattori produttivi, mirata a liberalizzare i relativi mercati e a tutelare la concorrenza. Di qui sono nate le diverse authority che oggi conosciamo e apprezziamo. Ma anche questa politica di tipo orizzontale non è stata sufficiente, innanzitutto perché il policy maker non ha la percezione della misura delle correzioni da introdurre per risolvere i problemi delle diverse fattispecie industriali. Cosicché, magari viene varata una riforma del mercato di un certo fattore produttivo (lavoro, energia) ma poi i benefici per le singole industrie si rivelano insufficienti e non risolutivi. Anche per questa ragione, la Commissione europea nel gennaio 2003, sotto la presidenza di Romano Prodi, varò un documento di politica industriale con un'impostazione orizzontale, attenta ai mercati, ma con applicazioni anche settoriali. Era insomma una specie di cauto ritorno all'esperienza fallita di fine anni settanta. La condizione di diminuita competitività dell'Europa suggerisce che la terapia va cercata altrove.

Nel segno di Ugo La Malfa

Memore del tentativo di Ugo La Malfa nel 1975, nei mesi scorsi, nella mia qualità di presidente dell'Ipi, Istituto per la promozione industriale, ho finanziato e organizzato un progetto di ricerca di politica industriale, articolato per soggetti responsabili della politica industriale (sistema delle imprese, sistema finanziario, mondo del lavoro, sistema degli intermediari nella ricerca e innovazione tecnologica, sistema paese fatto da infrastrutture materiali, giuridiche e amministrative). Questo progetto coinvolge un centinaio dei migliori economisti italiani, scelti per competenza nei vari campi senza pregiudizio verso le loro idee politiche. Conclusioni e proposte precise arriveranno in autunno e sarà mia cura presentarle personalmente in diverse città italiane.

Al centro del progetto ci sono, come ho ricordato, le due questioni della produttività e della ricerca e innovazione. Tra le principali cause dell'insoddisfacente dinamica della produttività si ricordano: a) le profonde trasformazioni che hanno caratterizzato il mercato del lavoro dalla seconda metà degli anni novanta. Il Pacchetto Treu e la Riforma Biagi hanno generato un'elevata flessibilità all'interno di un mercato noto per la sua elevata rigidità. La sostanziale moderazione salariale dell'ultimo decennio, le riforme di flessibilità del mercato del lavoro, le forme di incentivazione all'occupazione (credito all'imposta) si sono tradotte in una decelerazione del costo del lavoro e hanno favorito la crescita dell'occupazione pur in un contesto macroeconomico di modesto o assente sviluppo. Questo processo ha coinvolto soprattutto figure (le donne) e settori (servizi di tipo tradizionale) a più bassa produttività; b) le caratteristiche del modello di specializzazione; in particolare recenti analisi empiriche evidenziano che la flessione della produttività è risultata (negli anni 1991-2001) più elevata proprio all'interno dei settori manifatturieri tradizionali che, come noto, hanno un peso rilevante all'interno della nostra struttura produttiva ed hanno un basso contenuto tecnologico; c) la dimensione ridotta del settore tecnologico e la sua limitata capacità di generare posti di lavoro ad alto valore aggiunto e ad elevata produttività. È proprio nei settori high-tech che si sono invece verificati tassi di crescita significativi della produttività del lavoro.

Molteplici cause

In sintesi, la flessione della produttività del lavoro, in Italia, è attribuibile all'interagire di una serie di cause: alcune relativamente nuove, legate a loro volta agli effetti sull'occupazione generati dal Pacchetto Treu e dalla Riforma Biagi; le seconde hanno invece un'origine lontana e sono imputabili ad un "effetto struttura" del nostro modello di specializzazione produttiva troppo sbilanciato verso settori tradizionali, scarsamente utilizzatori delle più moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione.

L'obiettivo comunitario di Lisbona, com'è noto, fissa che l'Europa nel 2010 sia l'aera geopolitica mondiale più dinamica per innovazione tecnologica, che la spesa annua in R&S di ogni paese membro sia non inferiore al 3% annuo del prodotto lordo e che questo 3% sia per un terzo spesa dello Stato e per due terzi del sistema delle imprese private. Quando quest'obiettivo fu stabilito, la spesa in R&S in Italia era pari allo 0,9% del pil ed era fatto per il 90% circa dallo Stato e per il 10% dal settore privato. I paesi scandinavi erano gli unici a stare già sopra quel limite. Francia e Germania stavano un po' sopra il 2%, ma negli anni che sono seguiti invece di aumentare il loro impegno, l'hanno diminuito. In Italia, dai dati dell'ultimo censimento è emerso che la stragrande maggioranza delle imprese è di dimensioni micro e non ha la tecnostruttura necessaria a fare alcun tipo di ricerca. Dunque, forse, l'obiettivo di Lisbona dovrà essere spostato più in là nel tempo e in Italia ci si dovrà dedicare soprattutto al trasferimento tecnologico dai centri di ricerca di eccellenza, che pure esistono nel nostro paese, alle piccole imprese. Per il partito e per il Paese, avere oggi Giorgio La Malfa ministro del Governo per le Politiche comunitarie, incaricato di coordinare i lavori per realizzare l'obiettivo di Lisbona, è motivo di orgoglio e di speranza.

Anche su quest'ultimo versante, sotto la mia presidenza, anche l'Ipi è molto impegnato attraverso il Riditt (Rete italiana per la diffusione dell'innovazione e il trasferimento tecnologico alle imprese). Quest'esperienza conferma che hanno ormai assunto grande rilievo le politiche industriali combinate con quelle della ricerca e del territorio, che la strumentazione d'intervento rientra nelle competenze delle Regioni.

Dall'angolo visuale del mio impegno nel campo dell'economia e politica industriale, trovo quotidianamente conferme della lungimiranza dell'impostazione politica del nostro partito.

nuvolarossa
12-07-05, 19:50
Consiglio dell'Edera dell' 1-2 luglio: sintesi dell'intervento di Ravaglia/Il giudizio sul governo, le prossime elezioni, le opportunità contenute nel piano di Lisbona

Quali orizzonti per le future battaglie del Pri

Pubblichiamo la sintesi dell'intervento di Gianni Ravaglia al Consiglio nazionale Pri dell'1 e 2 luglio 2005.

Non credo si possa negare, perché i dati stanno li a dimostrarlo, che la maggioranza di cui il PRI fa parte non è stata in grado di impedire una delle più gravi crisi del dopoguerra sia in termini di produzione che di consumi; certo non è una crisi che nasce ora, essa viene da lontano e il centrosinistra ne porta parte di responsabilità. Ma questa maggioranza ha ottenuto i voti proprio per cambiare il paese e non è stata in grado di farlo. Debbo dire che c'è un'unica positiva novità in questo nuovo governo: l'incarico dato a La Malfa di redigere un progetto per l'attuazione della strategia di Lisbona. Ora a me pare esista, comunque, un nodo irrisolto nella politica dell'attuale governo e del PRI.

La metto in termini molto grossolani per capirci meglio: ciò che ancora io non ho capito è se noi vogliamo essere una componente liberista della maggioranza o una componente Keynesiana.

In altri termini riteniamo esista in Italia un problema di offerta e quindi di trasferimento di risorse da settori maturi, obsoleti, corporativi, non competitivi che frenano lo sviluppo, che si debba, in sostanza, avviare un forte processo di liberalizzazioni come fece la Thatcher in Gran Bretagna, oppure crediamo di essere di fronte semplicemente ad una carenza di domanda per cui bastano investimenti pubblici in più, anche in disavanzo, nonostante abbiamo già il 106% di debito rispetto al Pil. ? Io non credo a tale seconda ipotesi e quindi non credo che un centrosinistra, al cui interno troppo elevate sono le componenti antimercato, possa risolvere i problemi nazionali. Se però il PRI e il governo intendono scegliere la prima ipotesi allora debbono decisamente avviare un programma coerente che punti ad una crescita del prodotto interno lordo del 3-3,5% all'anno. Condizione primaria per il perseguimento di tale obiettivo è la riduzione dell'incidenza della spesa corrente sul prodotto interno lordo di oltre il 6% in 5 anni, portandola al di sotto del 40% del PIL.

Alcuni esponenti di Forza Italia indicano tale percorso. Perché allora non mettiamo a punto anche noi proposte che diano coerenza ad un disegno che sappia rappresentare un punto fermo, un riferimento credibile e coerente per coloro che vogliono una politica di sviluppo; quegli stessi che forse ieri hanno votato il centrodestra perché credevano che facesse questa politica e oggi non lo votano più proprio perché si sono accorti che non la fa.

Noi di autonomia ci siamo sforzati di proporre iniziative in tal senso, nella nostra mozione congressuale, nel nostro convegno, nei nostri interventi. Capisco che per la maggioranza esiste una pregiudiziale di schieramento decisa dal congresso, così come per me c'è una sorta di pregiudiziale morale sul berlusconismo, ma il confronto che noi cerchiamo oggi non è sul piano degli schieramenti. Io sono convinto che la realtà della crisi economica imporrà delle accelerazioni alla stessa politica, che la politica fino ad ora non mi pare voglia percepire. Ne ha parlato La Malfa all'ultimo congresso, ne abbiamo parlato anche noi nei nostri interventi.

Dunque serve una svolta.

Ma il paradosso della situazione italiana è tale per cui nel 2006 potremo trovarci a decidere tra due leader, di cui l'uno, Prodi, è il responsabile del fallimento di questa Europa vecchia, non competitiva, burocratica, l'altro, Berlusconi, è il responsabile di una delle più gravi recessioni del dopoguerra dell'Italia. L'uno e l'altro dovrebbero fare un passo indietro e permettere la maturazione di contenuti comuni tra le forze più avvertite dei due poli.

Certo, sul piano politico, non si può non essere d'accordo con Tartaglia quando scrive che, se a sinistra si andrà a costruire un polo socialista e a destra un polo cristiano democratico, il PRI dovrebbe cercare di costruire un polo democratico-liberale. Il PRI, nella sua maggioranza non ha voluto fare tale proposta fino ad ora, anche se il segretario ci ha detto- e di ciò ne prendiamo atto con piacere- che non si pone il problema del partito unico. Allora credo però possiamo essere tutti d'accordo che sia giunto in momento di lanciare un progetto politico-programmatico e su quello proporre un messaggio al paese che chieda di costruire una maggioranza sui contenuti necessari ad impedire l'aggravarsi della crisi e il rilancio dello sviluppo. Proprio perché io credo che siamo avviati verso una crisi di cui ancora non conosciamo tutta la portata- con il petrolio che potrà arrivare ai 100$ al barile e la competitività di Cina e India che allargherà la recessione nell'Occidente- anche chi come me è convinto che vada costruita anche in Italia una federazione di partiti democratico-liberali, si rende conto che, nell'interesse della nazione, oggi vadano comunque sostenute quelle forze che si impegnino credibilmente su concrete iniziative di rilancio e che i due obiettivi : costruzione del polo democratico liberale e sostegno di tali forze, non siano incompatibili.

Per tali ragioni se Giorgio La Malfa con l'incarico ottenuto per il ministero che dirige: di elaborare un programma per la realizzazione della strategia di Lisbona, volesse diventare il Blair italiano, colui cioè che avvia l'operazione verità e predispone quel progetto di riforme strutturali di cui il paese abbisogna e su di esso chiedesse l'impegno della propria maggioranza, ma anche dell'opposizione in Parlamento, questo fatto potrebbe rappresentare la svolta. Su tale iniziativa non credo mancherà il sostegno del paese e, per quanto può contare, quello della componente di autonomia.

E' indubbio comunque che sui due argomenti: ricerca e nuove tecnologie-sviluppo e competitività, si potrà giocare un nuovo futuro del PRI.

Gianni Ravaglia

nuvolarossa
25-07-05, 23:46
La Direzione Nazionale è convocata per giovedì 28 luglio p. v., alle ore 16,00, presso la sede del Partito Repubblicano Italiano in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n. 326, con il seguente odg:
1) Comunicazioni del segretario;
2) Varie ed eventuali.

nuvolarossa
06-09-05, 20:17
http://img175.imageshack.us/img175/4991/prilogodp2.jpg

La Direzione Nazionale è convocata per lunedì 12 p. v., alle ore 9,30, presso la sede del Partito Repubblicano Italiano in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n. 326, con il seguente odg:
1) Esame situazione politica;
2) Varie ed eventuali
L'ordine del giorno potrebbe essere integrato con altri punti d'interesse politico od organizzativo.

nuvolarossa
12-09-05, 19:44
Dn Pri: assicurare il rilancio economico

La Direzione Nazionale del PRI ritiene fondamentale assicurare il rilancio economico del paese. Per questo invita il Governo e la maggioranza a completare la messa a punto della legge finanziaria in armonia con il documento che, nel quadro della strategia di Lisbona, stabilisce le linee strategiche di sviluppo e di crescita del paese.

La Direzione Nazionale del PRi invita quindi il Presidente del Consiglio, anche nella sua qualità di leader dell'alleanza, ad assumere una iniziativa perché la coalizione, nel completare il programma di governo ritrovi le condizioni di convergenza politica indispensabili alla predisposizione degli impegni da realizzare nella prossima legislatura.

Roma, 12 settembre 2005

nuvolarossa
07-10-05, 21:52
La Direzione Nazionale è convocata per mercoledì 12 ottobre p. v., alle ore 9,30, presso la sede del Partito Repubblicano Italiano in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n. 326, con il seguente odg:
1) Esame situazione politica, con particolare riferimento alla legge elettorale
2) Adesione di ex dirigenti nazionali del Pri
3) Deroghe per la celebrazione dei congressi
4) Eventuali provvedimenti disciplinari a carico di iscritti
5) Ratifica nomine responsabili
6) Varie ed eventuali

nuvolarossa
12-10-05, 20:26
Saponaro Vicesegretario

La Dn del Pri ha nominato l'amico Corrado De Rinaldis Saponaro alla carica di vicesegretario nazionale. Saponaro è iscritto al partito dal 1974. E' stato consigliere comunale di Brindisi, segretario provinciale e fino ad oggi presidente della Consociazione brindisina. Fra i suoi incarichi professionali: dirigente industriale; presidente dell'Associazione piccola e media industria della Provincia di Brindisi; presidente della Camera di Commercio, industria, artigianato e agricoltura di Brindisi; delegato Unione italiana delle Camere di commercio a Bruxelles. Attualmente è presidente del Cda di varie società.

nuvolarossa
12-10-05, 20:28
Il Documento della Direzione Nazionale

La Direzione nazionale del Pri dopo aver affrontato alcuni problemi di riorganizzazione ha esaminato la legge elettorale all'attenzione del Parlamento.

La Direzione nazionale ha dato un giudizio positivo sul sistema proporzionale. Tuttavia dalla lettura degli articoli e degli emendamenti si intravede una scelta politica della attuale maggioranza che, al di là delle intenzioni, penalizza il Pri.

Si può inoltre evincere facilmente una serie di errori tecnici tali da produrre molti ricorsi di costituzionalità. La Direzione nazionale dà mandato alla segreteria di porre il problema in breve tempo ai partiti alleati.

Roma, 12 ottobre 2005

nuvolarossa
18-10-05, 10:56
La Direzione Nazionale sulla celebrazione dei congressi

La Direzione Nazionale del Partito Repubblicano Italiano ha esaminato la richiesta di celebrazione di Congressi ed in particolare quello della Consociazione forlivese. Al riguardo, lo Statuto Nazionale del Partito ne impedisce la celebrazione, per mancato rispetto dei termini inderogabili di convocazione e per mancata regolarizzazione del tesseramento, a pena di nullità che potrebbe essere rilevata anche da un singolo iscritto.

I Congressi non convocati formalmente trenta giorni prima della scadenza statutaria (30 giugno) non sono celebrabili.

nuvolarossa
22-11-05, 00:04
La Direzione Nazionale è convocata per lunedì 21 novembre p. v., alle ore 18,00, presso la sede del Partito Repubblicano Italiano in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n. 326, con il seguente ordine del giorno:
1) Costituzione in giudizio contro Edizioni Repubblicane;
2) Ratifica incarichi di difesa in altre cause;
3) Varie ed eventuali.

nuvolarossa
26-11-05, 22:19
La Direzione Nazionale è convocata per mercoledì 30 novembre p. v., alle ore 10,00 presso la sede del Partito Repubblicano Italiano in Roma, Corso Vittorio Emanuele II n. 326, con il seguente odg: 1) Esame situazione politica ed organizzativa;
2) Varie ed eventuali.

nuvolarossa
30-11-05, 20:42
Il documento della Direzione Nazionale Pri del 30 novembre

La Direzione nazionale del Pri, riunitasi ieri a Roma, ha ascoltato la relazione del segretario Francesco Nucara che ha illustrato la posizione del partito in relazione alla prossima consultazione elettorale.

Il segretario ha relazionato sui contatti che allo stato si sono verificati con le altre forze della coalizione.

Dopo un ampio dibattito, dai molti interventi si evince l'interesse comune per una presenza dell'Edera nella scheda elettorale e comunque per un'operazione politica che garantisca rappresentanza nelle istituzioni parlamentari.

La Direzione nazionale ha dato ampia delega al segretario per continuare le trattative con le forze politiche della coalizione di governo.

La Direzione nazionale ha espresso viva soddisfazione per i risultati elettorali di Bolzano e di Messina, ringraziando per l'impegno profuso gli amici Boesso e Currò.