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Visualizza Versione Completa : Gli israeliani sparano su una statua della Madonna



Tomás de Torquemada
16-03-02, 02:50
Dal sito http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

Nella Terra Santa la violenza non si ferma
davanti alla statua della Madre di Gesù

http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/064q01e1.gif


La Superiora delle Suore della Carità di San Vincenzo de' Paoli a Betlemme
racconta al nostro giornale: "L'immagine della Vergine era illuminata e ben visibile"


La statua della Madre di Gesù, che da 110 anni domina la chiesa della Sacra Famiglia a Betlemme, è stata colpita e gravemente danneggiata dal fuoco di soldati israeliani. La cieca violenza, che da mesi insanguina il Medio Oriente, non si è fermata neanche davanti alla Vergine, simbolo della sollecitudine materna della Chiesa. I carri armati hanno fatto irruzione nella notte tra mercoledì e giovedì nel complesso affidato alle Suore della Carità di San Vincenzo de' Paoli e, ci ha raccontato la Superiora Suor Sophie, "senza alcun apparente motivo hanno aperto il fuoco colpendo la statua, che era illuminata e ben visibile". I proiettili hanno danneggiato anche la Cappella dell'ospedale gestito dalle suore e alcune stanze del convento, dalle quali le religiose si erano appena allontanate per confortare i quarantacinque bambini ospitati nell'asilo attiguo terrorizzati dalle esplosioni. Il danno maggiore, ha rilevato Suor Sophie, è proprio quello arrecato ai piccoli, che sono rimasti traumatizzati e ogni notte si svegliano in preda al panico. Già in ottobre, ha aggiunto la Superiora, tre missili avevano colpito l'asilo e i bimbi non si sentono più al sicuro. Vedere violata la sacralità della statua della Madonna e mortificato il simbolo di amore e di pace che ad essa si lega apre una profonda ferita nel cuore dei credenti e reca loro una gravissima offesa.
TEL AVIV, 15.
Nella tarda serata di ieri, poche ore dopo l'arrivo in Medio Oriente dell'inviato degli Usa Anthony Zinni, l'esercito israeliano ha avviato un ritiro da Ramallah dopo un'occupazione durata tre giorni. In ogni caso il capoluogo della Cisgiordania, dove si trova il Presidente dell'Autorità Palestinese (Ap), Yasser Arafat, resta circondato da un cordone militare molto stretto. L'esercito ha inoltre ufficialmente annunciato di avere completato analoghi ripiegamenti di truppe e carri armati dalle città di Qalqilyia, Tulkarem e Betlemme, in Cisgiordania, nonché dal campo profughi di Al Boureji, nella Striscia di Gaza.
Gli Usa hanno apprezzato il ripiegamento ordinato dal Premier israeliano, Ariel Sharon, sottolineando che questo deve essere solo l'inizio di un'operazione più vasta. "Vogliamo vedere un ritiro totale" dalle zone in cui nei giorni scorsi sono entrate le truppe, ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato, Richard Boucher. L'Amministrazione "prende atto" della dichiarata intenzione di Israele di ridispiegare "gradualmente" i militari da Ramallah, ha aggiunto Boucher, precisando che in ogni caso gli Usa si aspettano "un ritiro totale da tutte le zone sotto controllo palestinese, compresa Ramallah e gli altri settori in cui sono entrate le forze di difesa israeliane". "Un ritiro totale - ha aggiunto - sarebbe di grande aiuto alla missione del generale Zinni". Boucher ha anche invitato nuovamente Arafat a "fare di più" per frenare i gruppi responsabili dei recenti episodi di violenza nei quali sono morti civili israeliani.
Il Ministro degli esteri spagnolo, Josep Piqué, che regge la presidenza di turno dell'Unione Europea (Ue), ha definito "del tutto necessario, ma insufficiente" il ritiro delle truppe israeliane da Ramallah. In una conferenza stampa tenuta a Madrid dopo un incontro con il collega bulgaro, Solomon Passy, Piqué ha sottolineato che israeliani e palestinesi "devono fare ciò che da tempo la comunità internazionale e l'Unione Europea chiedono loro, ossia proclamare un effettivo ed immediato cessate-il-fuoco nella regione".
Il nuovo atteggiamento, ha aggiunto il Capo della diplomazia di Madrid, deve portare Arafat a mantenere la pressione sui terroristi "e in nessun caso cedere alla tentazione di attenuare la sorveglianza". Gli israeliani, ha continuato Piqué, devono da parte loro "non solo ritirarsi progressivamente dai Territori rioccupati, ma tornare alle linee divisorie anteriori alla seconda Intifada". Israele, ha aggiunto Piqué, dovrebbe anche sospendere le esecuzioni extragiudiziarie, congelare l'ampliamento delle colonie, togliere il blocco imposto ai Territori palestinesi, tanto dal punto di vista fisico che economico, e concedere una totale libertà di movimento ad Arafat "una volta ottenuto un cessate-il-fuoco che passi per l'accettazione del Piano Tenet".
L'Ue, ha concluso Piqué, considera molto importante" la risoluzione approvata recentemente dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, perché "è la prima volta che si parla esplicitamente del fatto che l'orizzonte della pace passa per l'esistenza di due Stati". Il testo, presentato dagli Stati Uniti e approvato con quattordici voti a favore e l'astensione della Siria, è stata accolto positivamente dalla comunità internazionale, anche se una parte del mondo arabo la ritiene ancora insufficiente perché non impone a Israele il ritiro dai Territori.
Dopo l'incontro in serata tra Zinni e Sharon, si cominciano intanto a vedere i primi risultati della missione dell'inviato americano. Il Premier israeliano, ha accettato di riavviare le attività di una Commissione politica israelo-palestinese che erano ferme da oltre un anno. Lo ha annunciato alla radio militare il Ministro degli esteri, Shimon Peres, incaricato di guidare la delegazione dei Tel Aviv che parteciperà ai lavori. Le parti non hanno ancora fissato una data per l'inizio delle riunioni.
Secondo Peres, come base di lavoro potrebbero essere utilizzate le intese maturate in trascorsi contatti che lui stesso ha avuto con il Presidente del Consiglio legislativo palestinese, Ahmed Qrei. In passato Sharon si era opposto ai colloqui avviati dal suo Ministro degli esteri, "ma ieri il Premier ha detto a Zinni di essere consapevole di quei contatti", ha notato Peres. Secondo alcuni osservatori, l'approvazione di questa Commissione segue la decisione di Sharon di rinunciare alla condizione di sette giorni di calma assoluta prima della ripresa di qualsiasi contatto con la controparte.
Intanto nei Territori non si placano le violenze. Durante il ritiro israeliano quattro palestinesi sono stati uccisi in scontri. Tre delle vittime sono stati indicati da Tel Aviv come "sospetti terroristi". Un palestinese è stato inoltre ucciso nel Nord della Striscia di Gaza mentre, secondo la radio militare, cercava di penetrare nella colonia ebraica di Dughit assieme ad un compagno che è stato catturato dopo un lungo inseguimento. Un altra persona è stata uccisa nel Sud della "Striscia", mentre un palestinese era stato ucciso da soldati israeliani nella zona di Rafah, vicino al confine con l'Egitto, per ragioni ancora in corso di accertamento.
Ieri, sempre nella Striscia di Gaza, tre soldati israeliani sono stati uccisi nei pressi dell'insediamento ebraico di Netzarim, dove per la seconda volta in meno di un mese un potentissimo ordigno ha disintegrato il pianale corazzato di un carro armato "Merkava", fino a poche settimane fa considerato inattaccabile. In Cisgiordania, inoltre, cinque palestinesi sono stati uccisi in combattimenti per le strade di Ramallah e nel sobborgo di El Bireh.

(©L'Osservatore Romano - 16 Marzo 2002)

Goku
16-03-02, 10:42
...si tratta di un fatto di indubbia gravità,ma trattato unilateralmente.

Da un cattolico praticante come Lei presumo sia,mi sarei ad esempio atteso una identica,fremente espressione di indignazione di fronte al comportamento di quei miliziani armati palestinesi che - senza nemmeno la previa celebrazione di un processo e/o l'assistenza di un avvocato - hanno "giustiziato" 3 SOSPETTI "collaborazionisti" con Israele,e poi hanno appeso i loro cadaveri a testa in giù al tetto di un edificio antistante la Basilica della Natività,a Betlemme.

Oppure,al cospetto dell'arroganza dei leaders islamici palestinesi che,guidati dal sindaco (arabomusulmano) di Nazareth,dirigente del WAQF (comitato islamico legalmente riconosciuto che amministra anche il Monte del Tempio/Spianata delle Moschee),prima hanno sfidato le autorità democratiche israeliane avviando i lavori di una moschea che,posta dirimpetto alla Basilica dell'Annunciazione,avrebbe dovuto surclassarla in dimensioni,e poi,di fronte al decreto blocca-lavori firmato dal Premier Sharon,vi si sono opposti tenacemente,bollandolo come "un crimine vergognoso contro l'Islam".

Cordiali saluti

Tomás de Torquemada
16-03-02, 13:46
Originally posted by Goku
...si tratta di un fatto di indubbia gravità,ma trattato unilateralmente.

Da un cattolico praticante come Lei presumo sia,mi sarei ad esempio atteso una identica,fremente espressione di indignazione di fronte al comportamento di quei miliziani armati palestinesi che - senza nemmeno la previa celebrazione di un processo e/o l'assistenza di un avvocato - hanno "giustiziato" 3 SOSPETTI "collaborazionisti" con Israele,e poi hanno appeso i loro cadaveri a testa in giù al tetto di un edificio antistante la Basilica della Natività,a Betlemme.

Oppure,al cospetto dell'arroganza dei leaders islamici palestinesi che,guidati dal sindaco (arabomusulmano) di Nazareth,dirigente del WAQF (comitato islamico legalmente riconosciuto che amministra anche il Monte del Tempio/Spianata delle Moschee),prima hanno sfidato le autorità democratiche israeliane avviando i lavori di una moschea che,posta dirimpetto alla Basilica dell'Annunciazione,avrebbe dovuto surclassarla in dimensioni,e poi,di fronte al decreto blocca-lavori firmato dal Premier Sharon,vi si sono opposti tenacemente,bollandolo come "un crimine vergognoso contro l'Islam".

Cordiali saluti

Gentile Goku,

che l'argomento sia trattato unilateralmente non fatico a crederlo,
poiché si tratta non di uno scritto mio bensì di un articolo tratto dall'edizione odierna de L'Osservatore Romano, giornale non esattamente super partes... Riportandolo, io (che non sono un cattolico praticante, bensì un cristiano gnostico...) ho solo voluto proporre all'attenzione un episodio che mi sembra emblematico ma al quale la stampa ordinaria non ha dato particolare rilievo...

Saluti.