PDA

Visualizza Versione Completa : La Lega minaccia "Alleanza a rischio"



Il Patriota
16-03-02, 14:43
Ultimatum agli alleati: "O si approva così com'è la legge sull'immigrazione o niente accordo per le amministrative". Replica dell'Udc: "Non accettiamo diktat". Casini in campo: "Vedo ripetersi gli errori del '94"


ROMA- La Lega Nord comincia a stufarsi delle ambiguità e dei tentennamenti neodemocristiani. E fa capire che potrebbe anche rifiutare una presenza dell'Udc (la nuova sigla parlamentare che accomuna il Ccd e il Cdu) nel cartello elettorale con cui il centrodestra affronterà le amministrative del prossimo 26 maggio.

A prospettare questa dissociazione dagli alleati di governo è Giancarlo Giorgetti, presidente della Commissione Bilancio della Camera. E' lui infatti ad ammettere di sopportare sempre meno "i richiami dell'Udc alla Lega nel solco di un'astratta ortodossia europeistica". Ed è sempre lui ad accusare in neodemocristiani di "non condividere troppo spesso i programmi per i quali si erano impegnati davanti ai cittadini insieme agli alleati".

E' comunque soprattutto la divergenza tutt'altro che marginale fra i lumbard e il Biancofiore sulla nuova legge sull'immigrazione che preoccupa e irrita il giovane delfino di Umberto Bossi. Al punto che Giorgetti lancia una sorta di aut aut ai compagni di coalizione. "La legge sull'immigrazione deve essere approvata entro aprile - quasi intima - senza subire modifiche rispetto al testo votato dal Senato. In caso contrario non ci sarà nessun accordo fra Lega e Udc per le prossime amministrative".

In sostanza i leghisti non sono disposti a fare altre concessioni (prima fra tutte un allargamento delle maglie per i ricongiungimenti familiari degli immigrati) dopo quelle fatte obtorto collo a proposito della sanatoria per gli extracomunitari che lavorano come colf o come assistenti domiciliari ad anziani e malati presso le famiglie italiane.

Dal Biancofiore comunque non si fanno attendere le repliche stizzite. "Non temiamo le minacce o gli ultimatum. - risponde infatti secco il vice-capogruppo vicario alla Camera, Beppe Drago - A volte si ha l'impressione - che la Lega vada alla ricerca di polemiche pretestuose. Per quanto riguarda l'argomento tirato in ballo questa volta ricordiamo che fu il capogruppo della Lega, Alessandro Cè, a dire che sui ricongiungimenti familiari si può riparlare".

Del resto le "difformità" di vedute con i neocentristi della Casa delle libertà sono da tempo numerose. E non riguardano soltanto la lotta ai clandestini o il modo in cui la Lega contrasta il progetto di una Ue come Superstato sovranazionale. Si concretizzano anche sull'attualissima questione della riforma del mercato del lavoro. Non è infatti un mistero che il Consiglio dei ministri di ieri ha sì approvato in modo unanime il progetto di revisione del fatidico articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Ma è altrettanto noto che il Biancofiore si adeguato in nome della coesione e non della convinzione. Difatti il ministro delle Politiche Comunitarie Rocco Buttiglione ha subito dopo precisato che il programma della Casa delle libertà è assolutamente lontano dallo scontro con il sindacato e dalle derive economiche liberiste".

Se poi si considera che il Presidente della Camera, Casini leader istituzionale dei neodemocristiani, prende spesso le distanze da certi eccessi euroscettici leghisti (l'ha fatto ancora pochi giorni fa durante un discorso ufficiale); o ammonisce la maggioranza a non ripetere certi errori e irrigidimenti del'94 nel confronto col sindacato (L'ha fatto oggi su un grande quotidiano); ce n'è abbastanza per prevedere sempre più attriti fra Udc e Lega

Oggi comunque Marcello Pera sceglie di spezzare una lancia istituzionale in favore delle perplessità leghiste sul modello di Unione europea che si va costruendo. 'Non dobbiamo più dividerci tra euroscettici ed euroentusiasti. - ha dichiarato il Presidente del Senato - Siamo entrati nella fase operativa della Convenzione e abbiamo bisogno sia dei visionari che degli architetti, dei manovali ma anche dei profeti e degli infedeli''. Laddove l'ultima categoria elencata può ragionevolmente riferirsi ai leghisti. Visto che Pera precisa che ''gli infedeli sono quelli che non hanno un atteggiamento pregiudiziale, ma che si pongono il problema se le soluzioni proposte sono adeguate e sufficienti''. Anche se poi aggiunge che ''anche gli infedeli devono avere un linguaggio opportuno, toni giusti e riflessioni pacate".

(

Gianmario
16-03-02, 14:55
Uno dei principali motivi della vittoria elettorale del Polo è stata la richiesta da perte dei cittadini di una seria e severa politica sull'immigrazione in antitesi a quella lassista e permissiva del centrosinistra. Ora credo che qustidemocristianacci dovrebbero mettersi da parte e rispettare quelli che erano gli accordi per-elettorali e le promesse fatte alla gente.