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Visualizza Versione Completa : Anti-cattolicesimo, arma dell'«Euro Risorgimento»



Der Wehrwolf
16-03-02, 20:58
L'Unione europea sta ripercorrendo i passi dell'Italia dell'Ottocento
Oscurantismo verso popolo e clero compresi
di Angela Pellicciari

Speriamo di sbagliarci. Chiudevamo così l’articolo di qualche giorno fa sulle possibili inquietanti analogie fra il nostro Risorgimento e il processo di unificazione europea. Oggi come allora - scrivevamo - il processo rischia di essere orientato da élite illuminate che fanno i propri interessi alle spalle della popolazione. Oggi come allora c’è il rischio che, in nome di splendide parole, si imponga surrettiziamente una realtà che di bello e democratico ha davvero poco. Non potevamo neanche lontanamente immaginare quanto quelle parole sarebbero state profetiche della cronaca “europea” di questi giorni. Come la Padania ha ampiamente documentato - nel silenzio quasi generale della grande stampa nazionale - nel nome della sacrosanta lotta al fondamentalismo islamico è stata ingaggiata sotto mentite spoglie una durissima lotta contro la Chiesa cattolica, rea di esistere. Rea di essere visibile. E allora è lecito domandarsi: cosa succede se l’Europa rappresentata dalla maggioranza che ha votato la risoluzione anticattolica del 13 marzo 2002 prende piede? Non è per nulla impossibile, anzi è del tutto verosimile, che da una simile Europa ci si debba aspettare in un tempo più o meno prossimo una nuova persecuzione anticattolica. E quindi, ancora una volta, antitaliana. A quel punto chi difenderà le nostre ragioni non solo religiose ma anche culturali ed economiche? La necessità di procedere su un terreno tanto delicato con i piedi di piombo dovrebbe essere evidente a qualsiasi persona di buonsenso. Sembra dunque opportuno ricorrere alla storia nella sua grande e celebrata funzione: quella di magistra vitae. Non è di poca utilità ricordare con quali caratteristiche è stata realizzata un’altra unificazione. Un’unificazione che ci riguarda da vicino: quella della penisola italiana. Questo perché le analogie rischiano di essere davvero sorprendenti. In buona sostanza cosa è successo in Italia durante il Risorgimento in nome della libertà, dell’indipendenza e della Costituzione? È successo che dopo due millenni di predominio mondiale, l’Italia è diventata una colonia culturale ed economica di Inghilterra, Francia e Germania. Tanto bene siamo stati colonizzati, tanto riuscita è stata la propaganda di tipo coloniale cui siamo stati sottoposti, che la maggioranza di noi ha perso persino la memoria storica - e con essa la consapevolezza e l’orgoglio - di cosa significhi essere italiani. Come è stato possibile? È stato possibile anche grazie alla storiografia italiana del ventesimo secolo (a cominciare da quella cattolica) che nella sua maggioranza ha condiviso (e quindi ribadito) la lettura dei fatti suggerita dalla propaganda liberale. I liberali di tutto il mondo hanno sempre sostenuto che il Risorgimento ha riportato l’Italia alle glorie della romanità. E questo perché solo col Risorgimento l’Italia ha rotto con l’eredità cattolica. Ad un’Italia privata della propria identità culturale e religiosa, le potenze protestanti e massoniche hanno fatto balenare la prospettiva - in posizione di netta subalternità - di partecipare da buon’ultima alla spartizione coloniale del mondo. All’Italia aspirante protestante è stata fatta intravedere la speranza di spiare dal buco della serratura le mosse dei potenti della terra. L’italietta era nata. I più duri avversari dell’italietta sono stati i cattolici. In testa i Papi, che hanno vissuto la persecuzione risorgimentale a cominciare da Pio IX. A rischio della vita molti cattolici hanno combattuto la “tirannide liberale” con l’arma della verità. Raccontando i fatti. Mettendo a confronto la propaganda con la cruda realtà. Così hanno fatto in molti. Così ha fatto Pio IX e così ha fatto don Giacomo Margotti, il coraggioso prete di Sanremo che, trasferitosi a Torino, ha diretto per tanti anni il più diffuso e prestigioso giornale cattolico: L’Armonia. L’armonia della cultura e del progresso con la religione. Tutto concretezza, tutto citazioni, tutto fatti messi a confronto. Tutto spacci diplomatici, rassegna stampa internazionale, dichiarazioni di deputati e ministri. Tutto dati e cifre ufficiali ed ufficiose. Questo è l’asciutto stile di don Margotti. Tanto pericolosa era l’arma della verità per Cavour ed i suoi successori, che L’Armonia non ha avuto vita facile. Ma nonostante sequestri e condanne don Margotti ha tenuto duro. Sopravvissuto ad un attentato che avrebbe dovuto costargli la vita, ha continuato fino alla fine la sua battaglia per l’informazione. Perché gli italiani e i cattolici conoscessero la verità dei fatti. Non essendo riusciti a farlo tacere da vivo, i liberali ed i loro eredi sono riusciti a tenerlo ben sigillato da morto. Chi sa dell’esistenza di un grande protagonista del nostro Ottocento? Oltre all’oblio a don Margotti è capitata una sorte unica: è letteralmente scomparso uno dei suoi libri più interessanti. Quello in cui racconta in più di duemila fitte e documentate pagine la controstoria del Risorgimento: per l’esattezza dal 1856 al 1863. Memorie per la storia dei nostri tempi - questo il titolo dell’opera - è stato fatto sparire dal circuito delle biblioteche. È praticamente introvabile. Non si trova né nelle biblioteche nazionali sparse per l’Italia, né nei vari Istituti per il Risorgimento pieni zeppi di tutti i possibili volumi scritti nell’Ottocento sui fatti italiani, e nemmeno nelle biblioteche cattoliche romane. Noi lo abbiamo rintracciato in casa di amici siciliani e, in paziente attesa di un editore che lo ristampi, ne pubblichiamo alcune pagine su la Padania. È il nostro contributo alla verità. Alla difesa del nostro patrimonio culturale. È un monito vivente a trattare i processi di unificazione (nazionale, europea o mondiale che siano) con la dovuta attenzione. Alla prossima puntata.