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Visualizza Versione Completa : Lyndon LaRouche:"11 settembre? Non è stato Osama ma Cia e Mossad



Der Wehrwolf
16-03-02, 21:08
Osama il regista? Voci fuori dal coro
15 marzo 2002



Lyndon LaRouche

Casualmente in onda sulla K-Talk Radio di Salt Lake, Utah, al momento del crash dell'11 settembre, l'economista americano più volte candidato alle elezioni presidenziali nel partito democratico Lyndon LaRouche, commentando gli avvenimenti in corso diceva: "Osama Bin Laden is a controlled entity. Osama Bin Laden is not an independent force".

Il 13 settembre l'ex-agente della CIA Milt Beardon, addestratore negli anni '80 dei mujaheddin in Afghanistan, intervistato dalla CBS-TV metteva in guardia contro la mitizzazione di Osama Bin Laden e la tentazione di renderlo responsabile di tutto.

Il 14 settembre Andrei Kosyakov, ex-membro della sottocommissione sui servizi del soviet supremo, in un'intervista al giornale online Strana.ru denunciava come un depistaggio l'idea che la regia dei fatti dell'11 settembre potesse essere del terrorismo arabo. Parere simile veniva espresso lo stesso giorno da un analista del settore, Sergei Sokut, sulla Nezavisimaya Gazeta, e da Mikahil Magrelov, vice presidente della commissione affari esteri del consiglio della federazione russa, in un'intervista alla televisione NTV.



Hosni Mubarak

Il 15 settembre il presidente egiziano Hosni Mubarak, intervistato dalla CNN, escludeva l'ipotesi della matrice araba degli attentati, ricordando che anche per la bomba di Oklahoma City nel '93 si era erroneamente seguita tale pista, e che la complessità dell'operazione - anche in base alla propria personale esperienza di pilota - implicava l'appoggio di ambienti altamente specializzati. Su Le Figaro del 22 settembre lo stesso Mubarak puntava il dito, come già spesso in passato, sull'eccessiva disponibilità del governo britannico ad ospitare organizzazioni e dirigenti del terrorismo internazionale.


James Bamford

Il 27 settembre sulla rivista online Reseau Voltaire, vicina ai servizi segreti francesi, alla tesi "Bin Laden", veniva contrapposta quella del coinvolgimento di ambienti estremistici dell'esercito americano. A confermare la possibilità di una tale dinamica giungeva negli stessi giorni dagli USA l'eco delle discussioni attorno al libro di James Bamford, Body of Secrets: Anatomy of the Ultra-Secret National Security Agency, uno studio sulla storia dell'agenzia di sicurezza americana. In esso veniva portato alla luce un piano militare segreto ricostruito su documenti ufficiali destinati al macero, ma rimasti negli archivi nazionali e ritrovati dopo quarant'anni: per l'inverno e la primavera del 1962, dopo la fallita invasione della Baia dei Porci dell'aprile '61, all'interno del dipartimento della difesa, sotto la direzione del generale Lyman Lemnitzer e del direttore dell'ufficio operazioni speciali del Pentagono, nonché membro della CIA, Edward Landsale era stata progettata una serie di attacchi terroristici da compiere, con artefatta matrice comunista, all'interno degli Stati Uniti, per forzare questi ad un'invasione di Cuba.


Arnaud Montebourg

Il 16 ottobre, sempre sul francese Reseau Voltaire, venivano rese note le liasoins dangereuses tra Osama Bin Laden e l'alta finanza angloamericana, all'unisono con il contenuto di un altro importante documento pubblicato qualche giorno prima: La Grande-Bretagne, Gibraltar et les Dépendances de la Couronne, dossier sui crimini finanziari nei centri legati alla Corona britannica redatto da una commissione parlamentare francese presieduta dal deputato socialista Arnaud Montebourg, e in cui ampio spazio era dedicato a l' "environnement économique d'Osama Bin Laden", ai passati rapporti dello sceicco del terrore con ambienti quali la fu BCCI, Bank of Credit and Commerce International, nota per essere stata coinvolta nello scandalo Iran-Contra e in altre inchieste sul narcotraffico e il riciclaggio internazionale.

Sempre il 16 ottobre l'agenzia di stampa russa Novosti alludeva a possibili complicità tra la rete di Bin Laden e ambienti angloamericani su un altro fronte: quello balcanico. Fonti del contingente di pace russo in Kosovo segnalavano nei pressi del villaggio di Ropotovo, nella zona controllata direttamente dalle forze armate americane, un campo di addestramento di militanti albanesi, all'interno del quale si registrava la presenza di 50 mujaheddin afghani e algerini guidati da Zaiman Zawahiri, fratello di uno fra i più stretti collaboratori di Bin Laden, Ayman Al-Zawahiri. La notizia veniva lanciata anche da un'altra agenzia di stampa russa, ItarTass. Il 21 ottobre l'Independent di Londra scriveva di collegamenti individuati dall'Interpol tra UCK e Al-Qaeda. Il quotidiano macedone Dnevnik riportava il 19 ottobre che il gruppo guidato da Zaiman Zawahiri aveva attraversato il confine del Kosovo ed era entrato in Macedonia, citando fonti dei servizi di sicurezza macedoni.

Il 31 ottobre il quotidiano francese Le Figaro usciva in prima pagina con un servizio dedicato ai rapporti fra Osama Bin Laden e membri del governo USA, intrattenuti fino al luglio 2001. Il servizio era ripreso il giorno successivo da Radio France International e seguito su Le Monde del 12 novembre da un'ampia recensione al noto libro di Jean-Charles Brisard e Guillame Dasquie, Osama Ben Laden: la Vérité Interdite, focalizzata sui medesimi temi.


Henry Kissinger (IT)

Il 16 novembre un articolo della rivista americana Executive Intelligence Review, firmato Jeffrey e Michele Steinberg, evidenziava come alcuni noti falchi USA avessero appoggiato il governo talebano e ambienti attigui ad Al-Qaeda per sostenere il tentativo della compagnia petrolifera americana Unocal di costruire un oleodotto che, partendo dai giacimenti in Asia Centrale e passando per l'Afghanistan, tagliasse fuori Iran e territori dell'ex Unione Sovietica. Tra i falchi l'ex-segretario di stato Henry Kissinger, gli ex-ambasciatori John J. Maresca e Robert Oakley, il codirettore del Washington Times e dell'agenzia di stampa United Press International Arnaud de Borchgrave, autore tra l'altro, nel giugno 2001 a Kandahar, di un'intervista al Mullah Mohammad Omar Akhund, presentato come l'eroe nazionale ferito cinque volte nel tentativo di allontanare l'armata rossa dal paese.


Carl Cameron

Il 4 dicembre sempre Executive Intelligence Review, nella sua lettera informativa Strategic Alert, richiamava l'attenzione sul fermo di cinque israeliani trovati l'11 settembre sul tetto di un palazzo di Hoboken, New Jersey, in un'osservazione sospetta del World Trade Center, e il coinvolgimento di altre persone della stessa nazionalità nel corso delle indagini anti-terrorismo. Il 12 dicembre un servizio mandato in onda in più puntate su Fox News Channel e curato dal giornalista Carl Cameron, parlava di una rete di spionaggio israeliana identificata all'interno degli Stati Uniti e sospettata di avere raccolto, nei mesi precedenti l'11 settembre, informazioni sugli attentati senza avere informato le autorità statunitensi. Vicenda riapparsa nei giorni scorsi, con nuovi dettagli e in una luce più ambigua, sul sito Intelligence Online, il quale avrebbe ottenuto la sintesi del rapporto ufficiale sulle indagini, confermato nella sua autenticità dalla DEA, Drug Enforcement Administration, a fine febbraio. Secondo le ultime rivelazioni, riprese in prima pagina il 6 marzo da Le Figaro e rimbalzate sui giornali di casa nostra, un centinaio di israeliani dall'età compresa tra i 22 e i 30 anni, sedicenti studenti di arte, avrebbero tentato nel corso del 2001, di entrare in contatto con funzionari della DEA, del FBI e di agenzie della difesa come la Tinker Air Force di Oklahoma City, con il pretesto di voler vendere loro quadri. Alcuni degli studenti-venditori avevano svolto il servizio militare nelle unità di spionaggio dello Tsahal, altri erano già conosciuti come membri dell'intelligence israeliano. Diversi fra questi avrebbero tenuto contatti con compagnie israeliane di servizi telefonici e informatici operanti negli Stati Uniti: tra queste la Amdocs, già sospettata in passato d'intercettazioni e spionaggio ai danni del governo americano. Organizzati in cellule di 4-6 membri dislocate in vari stati, i giovani artisti s sarebbero stati particolarmente attivi in una città della Florida, Hollywood, dove avrebbero risieduto alcuni diversi fra i kamikaze dell' 11 settembre.

Il 13 gennaio l'ex ministro degli esteri Andreas Von Bülow, in un'intervista rilasciata al quotidiano Tagesspiegel, rifiutava categoricamente l'idea che mandanti del terrore fossero Bin Laden e l'estremismo mussulmano.

di Alvise Orsini

Totila
17-03-02, 00:38
11 Settembre: studenti di Dio o studenti di Sharon?:cool:

Tomás de Torquemada
17-03-02, 01:38
Originally posted by Totila
11 Settembre: studenti di Dio o studenti di Sharon?:cool:

Bella domanda... :D

Saluti.

damiano
17-03-02, 02:23
Stasera al programma deficiente pui seguito del sabato sera francese è passato Meyssian, il tizio del "Réseau Voltaire" che sta pubblicando il libro del qualo ho parlato ieri l'altro li
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=1559

Da vedere le facie del pubblico mentre il giornalista svillupava tutto cio che abbiamo letto in internet da mesi.
Solo che stavolta non sono 30 righe in inglese su un monitor ma 20 minuti in tivu, e sul cervello di tanta tanta tanta gente comune, e questo conta.

Incredibile le faccie, dicevo : come se crollasse il mondo. Niente urla, niente applausi, niente ullulati, niente risi come ogni altro sabato : solo un silenzio pesissimo, e la palpabile impressione di vergogna : la vergogna di essersi fatti prendere in giro.

Poi si passa ad un altro soggeto, un altro ospite : torna il chiasso, torna la volgarità abituale, sui visi si ricompone l'espressione di beato torpore : urge ritrovare la normalità.
Ma veramente sono sicuro che ne restera qualcosa.

Der Wehrwolf
17-03-02, 10:49
Originally posted by Totila
11 Settembre: studenti di Dio o studenti di Sharon?:cool: ;)