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Der Wehrwolf
17-03-02, 11:07
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Alla capitale inglese portano tutte le strade per cui soldi,
logistica e protezione arrivano ad ogni importante
formazione terroristica nel mondo


[ Solidarietà, anno V n. 5, novembre 1997]


Lo scorso 8 ottobre il Dipartimento di Stato USA ha pubblicato una lista di trenta organizzazioni messe al bando, cioè private del diritto di raccogliere fondi e svolgere altre attività negli USA perché legate al terrorismo. La rivista americana EIR calcola che come minimo 22 di queste 30 organizzazioni hanno uffici in Inghilterra che funzionano come quartier generale oppure provvedono in maniera decisiva alla loro logistica, propaganda e finanziamento.

Ai cultori della storia è noto che questa tradizione inglese di fomentare il terrorismo è persino antecedente al governo di lord Palmerston, che sotto la regina Vittoria fece di Londra la capitale delle organizzazioni rivoluzionarie messe in campo contro i rivali dell'impero e nelle regioni in cui l'impero intendeva allungare i suoi tentacoli.

Il 20 novembre 1997, il quotidiano londinese Daily Telegraph ha pubblicato un articolo, tutt'altro che difensivo, in cui si ammette: "L'Inghilterra è attualmente un grande centro internazionale della militanza islamica (...) e la capitale è diventata la residenza di una sconcertante varietà di movimenti islamici radicali e fondamentalisti, molti dei quali non nascondono il loro impegno alla violenza ed al terrorismo". Il quotidiano londinese elencava le protezioni accordate dalla monarchia inglese al terrorismo, ricalcando in larga parte le denunce pubblicate dall'EIR in particolare nel numero del 4 aprile per documentare la strategia inglese volta a far precipitare una crisi da choc, come lo fu quella di Cuba del 1962.

Il Telegraph ovviamente ha un'interpretazione diversa. L'eccessiva ospitalità inglese verso i terroristi si spiegherebbe con "una storia di tolleranza verso le idee del dissenso", e "leggi flessibili in materia di asilo di cui si può abusare facilmente". Aggiunge che "una nuova legge per tenere a freno le attività delle organizzazioni terroristiche acquartierate in Inghilterra, promessa del ministro degli Interni Jack Straw, sembra proprio opportuna a seguito dell'atrocità di Luxor".

Il Telegraph ammette che hanno radici a Londra anche Hamas e gli Hezbollah, come pure alcuni contingenti di reduci dell'Afghanistan gli Afghantsi che adesso operano in Nord Africa, nel Medio Oriente e nell'Asia Orientale sotto la direzione dei miliardari sauditi Osama bin Laden ed il suo subalterno Mohamad al-Masari, ambedue residenti a Londra.

Naturalmente non è che l'Inghilterra adesso deciderà di cambiare politica. Già lo stesso ministro Straw ha detto che la nuova legge che sta stilando non conferirà al governo il potere di negare il visto a chi risulta legato al terrorismo perché, ha detto, "quello di escludere è un potere draconiano". Nello spiegare all'EIR tutta la "cautela" di cui si vuole impastare la nuova legge, una portavoce del ministero degli Interni ha detto: "Quello che per uno è un terrorista per l'altro è un combattente per la libertà". Alla stessa portavoce è stato quindi chiesto di commentare la decisione del Dipartimento di Stato USA e lei ha risposto che per la maggior parte i gruppi citati "raccolgono fondi semplicemente a scopo umanitario" e "non acquistano armi per operazioni terroristiche all'estero". Ha concluso dicendo che "le attività terroristiche e la lotta per la libertà politica sono divise da una linea molto sottile".

Tra il gennaio e il febbraio 1997, il Parlamento inglese ha respinto una proposta di legge che chiedeva di rendere penalmente perseguibili quegli assassinii che, pur avvenendo all'estero, sono pianificati sul suolo inglese.

La proposta era stata presentata a seguito delle proteste saudite contro l'ospitalità concessa a Mohammed al-Masari che alla BBC si è vantato di essere il mandante degli attentati alle basi in Arabia Saudita che sono costati la vita a 20 soldati americani.

La proposta fu bocciata proprio dai laburisti, successivamente saliti al governo, che in quell'occasione furono rappresentati da George Galloway il quale disse tra l'altro: "Ripeto il cliché, che è un cliché solo perché è una verità fin troppo ovvia, che quello che per uno è un terrorista per l'altro è un combattente per la libertà. L'arcivescovo di Cipro Makarios era un terrorista ricercato ma poi ha preso il tè con la regina a Buckingham Palace. Il presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe era ricercato come un terrorista marxista-leninista e poi ha preso il tè con la regina a Buckingham Palace".


Lo zoo di Londra

È difficile stabilire fino a che punto il Dipartimento di Stato USA si sia reso conto che pubblicando quella lista di organizzazioni terroristiche in effetti stava puntando il dito sul centro della "guerra irregolare" mondiale che si trova a Londra.

D'altro canto si tenga presente che il "partito inglese" che alligna nel mondo politico americano ha sin ora cercato di scaricare la responsabilità del terrorismo su alcuni paesi mediorientali, in particolare quelli più invisi a Londra come il Sudan, contro i quali chiede la politica delle "sanzioni".

Vediamo le principali organizzazioni terroriste che operano dall'Inghilterra:

Il Gruppo Islamico e la Jihad Islamica. Dall'inizio degli anni Ottanta il Gruppo Islamico e il suo braccio armato, la Jihad Islamica, è la principale formazione terroristica attiva in Egitto. Al gruppo è stata attribuito il massacro di Luxor in cui hanno perso la vita 61 turisti europei e giapponesi il 17 novembre. Il giorno prima il governo egiziano aveva annunciato il processo a carico di 66 esponenti del movimento per complotto contro personalità dello stato ed altri crimini.

Il gruppo ha il suo quartier generale a Londra. Nel febbraio 1997 il governo inglese ha concesso ad Abel Abdel Majid e Adel Tawfiq al Sirri, residenti a Londra, di aprire uffici per la raccolta fondi sotto il nome di International Bureau for the Defense of Egyptian People e di Islamic Observatory che le autorità egiziane hanno ufficialmente denunciato come centro di comando generale dell'organizzazione.

Abdel Majid fu implicato nell'assassinio del Presidente egiziano Anwar Sadat, avvenuto nell'ottobre del 1981, ed ha pianificato la fuga di due terroristi accusati di quel crimine. Nel 1991 ha lasciato l'Egitto per stabilirsi a Londra dove ha immediatamente ricevuto asilo politico. Da allora coordina le operazioni all'estero del Gruppo Islamico. È stato condannato in contumacia per l'attentato dinamitardo all'ambasciata egiziana di Islamabad in cui morirono 15 diplomatici nel novembre 1995.

Adel Tawfiq al Sirri è il condirettore del movimento ed anch'egli ha ottenuto l'asilo politico inglese. È stato condannato in contumacia per l'attentato contro il Primo ministro egiziano Atif Sidqi del 1993.

Mentre grossa parte dell'organizzazione dice di aver accettato il cessate il fuoco unilaterale promulgato nel settembre 1997 dal suo leader spirituale, lo sceicco Omar Abdel Rahman attualmente detenuto negli USA per un suo ruolo nell'attentato dinamitardo al World Trade Center del 1993 la dirigenza di Londra è l'unica ad aver respinto l'appello e continua a seminare il terrore. Questo è stato dichiarato dal legale dell'organizzazione Muntasir Azzayat al giornale arabo pubblicato in Inghilterra Al Quds al Arabi.

Gruppo islamico armato (GIA). Dal 1992 il GIA ha massacrato migliaia di persone in una guerra terroristica che dall'Algeria si è estesa anche in Francia. Il 29 giugno 1992 il GIA ha assassinato il Presidente algerino Mohamed Boudiaf e tra il giugno e il settembre 1995 ha compiuto attentati dinamitardi in tre stazioni ferroviarie e del metrò di Parigi e in un mercato all'aperto.

Il quartier generale del GIA è a Londra e il suo organo di partito è Al Ansar pubblicato dallo sceicco Abu Qatabda e da Abu Musab, ambedue residenti a Londra. Il primo ha ottenuto l'asilo politico nel 1992 dopo un'esperienza con i mujaheddin a Peshwar, sul confine tra Pakistan e Afghanistan. Pubblicano delle "disposizioni religiose", chiamate fatwa. In una fatwa del 1992 Qatabda autorizzò atrocità come l'assassinio di mogli e figli di dipendenti del governo algerino.

Un altro pezzo grosso del GIA a Londra è Abou Farres, coordinatore delle operazioni contro la Francia. Ha ottenuto l'asilo politico inglese nel 1992 dopo essersi sottratto alla condanna a morte spiccata contro di lui dal governo algerino come reo confesso dell'attentato dinamitardo all'aeroporto in cui perirono 9 persone e altre 125 furono ferite.

Tigri della liberazione del Tamil Eelam (LTTE). La guerriglia delle Tigri del Tamil in Sri Lanka si protrae dal 1972 ed è costata la vita a 130 mila persone. Il 21 maggio 1991 un terrorista suicida carico di esplosivo ha assassinato il Primo ministro indiano Rajiv Gandhi. Il 1 maggio 1993 un altro suicida ha assassinato il Presidente del Sri Lanka Ranasinghe Premadasa.

Dal 1984 le Tigri hanno stabilito il quartier generale internazionale a Londra dove risiede il principale portavoce ufficiale del gruppo, Anton Balsingam, laureato a Oxford ed ex dipendente del Foreign Office. Una divisione dei bombaroli suicidi, le Tigri Nere, è comandata, ovviamente da Londra, da Pampan Ajit. L'altra divisione, le Tigri del Cielo, specializzata ad usare piccoli aerei carichi di esplosivo guidati da kamikaze, è diretta dal dott. Maheswaran, anch'egli in Inghilterra.

Le varie pubblicazioni di LTTE sono stampate in Inghilterra. Le attività di raccolta e amministrazione dei fondi è diretta da Lawrence Tilagar, attivo a Londra e Parigi.

I primi addestramenti paramilitari delle Tigri furono condotti nei campi per la distribuzione degli aiuti inglesi in India, gli Oxford Famine (Oxfam). Alcuni addestramenti furono impartiti dalla Keenie Meenie Services (KMS) impresa dello Special Air Services (SAS), gli 007 della corona inglese altri addestramenti furono impartiti da elementi del Mossad israeliano. Secondo il giornale di Cardiff Western Mail al gruppo sarebbero stati reclutati mercenari inglesi del Galles.

Hamas (movimento di resistenza islamica). Dal 1987 Hamas ha collaborato strettamente con la Jihad palestinese negli attentati terroristici contro obiettivi militari e civili israeliani. Scopo degli attentati è stato quello di screditare l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina e di fornire i pretesti necessari alle rappresaglie israeliane. Il 25 febbraio ed il 3 marzo 1996 gli attentatori suicidi di Hamas hanno fatto saltare in aria due autobus a Gerusalemme e, insieme ad un altro attentato compiuto a Tel Aviv, hanno mietuto 55 vittime civili israeliane nel giro di una settimana. Lo scorso 30 luglio un commando suicida ha ucciso 17 civili in un mercato di Gerusalemme.

Gli ordini per queste operazioni suicide provengono dagli uffici londinesi del mensile Filisteen al-Muslima. Alla vigilia delle atrocità della primavera del 1996, la rivista aveva emesso una fatwa in cui chiedeva di fare vittime tra i civili israeliani.

L'ala militare di Hamas, la Izeddin al Kassam, su cui ricadono le responsabilità più dirette e concrete degli attentati, ha un importante ufficio a Londra. I finanziamenti per gli attentati provengono dalla Interpal, la divisione di Hamas per la raccolta di fondi, anch'essa acquartierata a Londra.

In generale si tenga presente che i "terroristi suicidi" sono reclutati tra gli strati più poveri e disperati con la promessa di una lauta pensione alle famiglie, garantita da esempi precedenti. Pertanto questa capacità terroristica dipende direttamente dalla raccolta fondi per tenere in piedi il meccanismo delle "pensioni degli immolati".


Partito Operaio Kurdo (PKK): le operazioni di guerriglia nella Turchia sudorientale del PKK si protraggono dal 1983 e sono costate la vita a 19 mila persone. Le direttive arrivano attraverso la trasmittente televisiva satellitare con base a Londra, la MED TV, che dal maggio 1995 dispone di quattro ore di trasmissione giornaliere. Il governo inglese ha autorizzato l'emittente dopo che questa era stata espulsa dalla Germania nel 1993, a seguito della breve occupazione delle sedi diplomatiche turche in 18 città europee che si verificò nel giugno di quell'anno. Nel marzo del 1996 il capo del PKK Apo Ocalan ha chiesto l'esecuzione sia di Helmut Kohl che di Klaus Kinkel, rispettivamente Cancelliere e ministro degli Esteri tedesco. Il gruppo ha costituito il suo Parlamento in esilio in Belgio nel 1995. Alla cerimonia partecipò di persona lord Hylton, mentre lord Averbury e la baronessa Guold hanno inviato telegrammi di sostegno.


Gruppo Abu Nidal. È attivo sullo scacchiere mediorientale sin dal 1970. Il 3 giugno 1982 tentò di assassinare il diplomatico israeliano Shlomo Argov a Londra e in tal modo offrì il pretesto necessario per l'invasione del Libano che Sharon aveva da tempo pianificato in ogni dettaglio e che iniziò puntualmente il giorno successivo. Il 14 gennaio 1991 Abu Nidal assassinò il capo dell'intelligence dell'OLP Abu Iyal, alla vigilia dello scoppio della Guerra del Golfo, nel contesto di una serie di eliminazioni di esponenti dell'OLP attivamente impegnati nella pacificazione del Medio Oriente.

I finanziamenti del gruppo passavano attraverso gli uffici londinesi della famigerata Banca di Commercio e di Credito Internazionale BCCI (poi chiusa), usata tra l'altro anche dalla Thatcher e dalle reti di George Bush e Ollie North per far arrivare le armi all'Iran e per armare i mujaheddin afghani negli anni Ottanta.

In una dichiarazione alla Associated Press del 2 agosto 1991, l'allora direttore della sezione londinese della BCCI Ghassan Qassem disse che Abu Nidal aveva aperto il conto presso la banca nel 1981, che si recava regolarmente nella capitale inglese per acquistare armi per il suo gruppo ma anche per l'Iran come pure per l'Irak, allora erano in guerra tra loro, e che per queste transazioni usava i servizi della sua banca. Secondo Qassem l'ente di spionaggio inglese MI-5 era direttamente a conoscenza dei viaggi e degli affari di Abu Nidal a Londra.

Il documento del Dipartimento di Stato USA allinea all'Organizzazione Abu Nidal alcune altre formazioni terroristiche minori, dal Fronte democratico per la liberazione della Palestina alla Jihad-Shaqaqi Islamica, al Fronte popolare per la liberazione della Palestina-Comando generale. Si tratta di formazioni che operano dalla Siria e che hanno sostegni in Francia per effettuare attentati dinamitardi in Israele. Parte di questa rete sono anche gli Hezbollah con basi in Libano.


Kach e Kahanei Chai. Dai primi anni Settanta il partito Kach del rabbino Meir Kahane (e, dopo l'assassinio di questi nel 1990, di Kahane Chai) è stato utilizzato per attaccare i luoghi sacri dei palestinesi e dell'Islam in Israele e nei territori occupati con lo scopo di suscitare scontri violenti. Il 24 febbraio 1994 il dirigente del Kach Baruch Goldstein ha sterminato più di 50 pellegrini musulmani nella Moschea di Hebron. Il premier israeliano Yitzhak Rabin mise di conseguenza fuorilegge il Kach e per tutta risposta il 4 novembre 1995 un aderente del Kach, Yigal Amir, assassinò Rabin.

Il Kach, Kahane Chai ed altri gruppi fondamentalisti della stessa risma sono controllati a Londra dalla loggia Quatuor Coronati della massoneria inglese, la stessa che inviò il suo emissario Asher Kaufman nel settore Est di Gerusalemme non appena fu occupata durante la guerra arabo-israeliana del 1967. Collaborando con il rabbino Zvi Kook il cui padre era stato capo rabbino del Mandato Inglese in Palestina Kaufman fondò le sette ebraiche impegnate a distruggere i luoghi sacri dell'Islam, come la moschea di Haram al Sharif, nella prospettiva di riedificare il Tempio di Salomone (che secondo la leggenda fu costruito dalla Massoneria). Nel 1971 Kahane trasferì il suo gruppo dagli USA a Gerusalemme su richiesta di Kook.

Tra i coordinatori del progetto figurano lord Peter Carrington, lo scomparso lord Harlech e l'ex capo dell'MI-6 in Medio Oriente sir Nicholas Elliot.


Harat ul Ansar (HUA). È uno dei numerosi raggruppamenti di mujaheddin creati e armati dalla politica di Margaret Thatcher e di George Bush nel 1980 per combattere in Afghanistan. Dopo il ritiro dei russi, questo gruppo multinazionale, composto da pakistani, libanesi, siriani, egiziani ed altri è stato riconvertito per la destabilizzazione della regione indiana del Kashmir.

Il gruppo è alleato ad un'altra setta di mujaheddin, Sipah e Sahba, specializzata nei massacri di shiiti pakistani. Nel 1995 il capo di quest'ultima setta, Zia Rehman Farooqui, dichiarò al Tepegraph, a conclusione del suo viaggio a Londra, di aver raccolto 40 mila seguaci in Inghilterra.

L'arcipelago dei gruppi mujaheddin fu sviluppato sotto la supervisione del visconte Cranborne, presidente della Camera dei Lord e supervisore del progetto Guerra in Afghanistan insieme a sir Nicholas Bethell, specialista del MI-6 per il Medio Oriente, lord Morison of Lambeth, ex funzionario capo del Foreign Office, e Winston Churchill III.

I veterani dell'Aghanistan vengono prestati oppure anche messi a capo di altre formazioni come Jihad, GIA, e Abu Sayyaf, quest'ultimo attivo nelle Filippine e compreso nella lista nera del Dipartimento di Stato USA.

Sendero Luminoso. Dall'inizio degli anni Ottanta ha ingaggiato una guerra contro il governo del Perù per la "liberazione degli indiani" sin ora costata la vita a 25 mila peruviani. L'ufficio più importante all'estero di Sendero è quello di Londra. È diretto da Adolfo Héctor Olaechea il quale è solito presentarsi con una lettera di Bukingham Palace del 1992 nella quale si legge: "Il segretario particolare ha l'ordine di Sua Maestà la Regina Elisabetta II di confermare l'arrivo della lettera di Mr. Oleachea e di dire che è stata consegnata al ministero degli Interni".

Parte dei finanziamenti ai terroristi pervengono dal Peru Support Group di Londra, sponsorizzato da lord Avebury e dal provinciale dei Gesuiti inglese Michael Campbell-Johnson. C'è una banda, la Musical Guerrilla Army, che gira per l'Inghilterra tenendo concerti di beneficenza per i narco-terroristi.

Altri guerriglieri latino-americani sulla lista del Dipartimento di Stato, che raccolgono sostegno a Londra, sono quelli del FARC e del ELN colombiani e quelli del MRTA peruviano.


Le proteste delle vittime

Almeno 10 paesi, che sono vittime del terrorismo pilotato da Londra, hanno presentato formale protesta diplomatica:

Il ministro degli Interni egiziano ha dichiarato a Al Wasat, nell'aprile 1996: "Tutti i terroristi vengono da Londra. Esistono anche in altri paesi europei ma partono da Londra". Il 29 agosto Al Ahram riferiva che l'incaricato d'affari inglese era stato convocato dal vice ministro degli Esteri egiziano per la consegna di una protesta ufficiale contro il "sostegno al terrorismo internazionale" del governo inglese.

Il 23 novembre il Presidente egiziano Mubarak ha dichiarato che i perpetratori dell'attentato di Luxor: "vivono in Inghilterra, in Afghanistan ed in altri paesi dove pianificano e finanziano i loro crimini. Se questi stati avessero cooperato nell'eliminazione di quei criminali, crimini del genere non si sarebbero verificati".

Lo stesso giorno, rivolgendosi ai rappresentanti della stampa internazionale, Mubarak ha detto: "Se un gruppo terroristico commette un crimine dobbiamo scoprire chi c'è dietro". "I terroristi vivono in Inghilterra, ed in altri paesi, come l'Afghanistan. Hanno commesso dei crimini ed alcuni di loro hanno ricevuto anche una sentenza. Nonostante tutto ciò, vivono ancora sul suolo britannico, e raccolgono fondi e pianificano azioni, insieme ai fuggitivi in Afghanistan. Sono tutti assassini."

Quando un giornalista ha cercato di chiamare in causa il Sudan, spessissimo utilizzato come capro espiatorio per operazioni terroristiche inglesi, Mubarak ha prontamente replicato: "No, no. Essi stanno in Europa ed in Afghanistan. Il Sudan è cambiato e la sua situazione oggi è migliore. Ma c'è una coordinazione tra coloro che sono in Inghilterra e coloro che sono in Afghanistan".

Anche in una successiva intervista a Liberation Mubarak è tornato ad accusare il governo inglese di "mollezza se non complicità nei confronti dei fondamentalisti islamici rifugiatisi sul suolo inglese". "Contattammo John Major e i suoi servizi di sicurezza, ma essi hanno trovato ogni sorta di scuse".

A Mubarak ha risposto il Times che con toni soffusi ha ribadito la linea inglese dell'irrinunciabilità alla "tolleranza". Ha citato il ministro degli Interni secondo il quale il governo "non proporrà un divieto all'incitamento al terrorismo proposto da molti governi stranieri" perché "andrebbe contro il diritto di libertà di parola". "Il governo sta anche considerando la proposta di mettere fuori legge le organizzazioni terroristiche", ha detto il Times, ma sarebbe "un chiaro stacco rispetto alla politica del passato". Tutto sommato ha fatto intendere che se ci sarà qualche cambiamento sarà solo di natura cosmetica.

Tra le altre proteste ufficiali spicca quella israeliana del 3 marzo 1996, dopo l'esplosione di una bomba di Hamas in un mercato di Gerusalemme ed un'altra a Tel Aviv. L'ambasciatore israeliano a Londra ha incontrato il ministro degli Esteri inglese Malcom Rifkind chiedendogli che l'Inghilterra sospenda la sua protezione ad Hamas. Nel riportare l'avvenimento l'Express di Londra riferiva che pochi giorni prima dell'attentato alcuni ufficiali israeliani avevano riferito a Gerusalemme che i gruppi islamici avevano raccolto contributi per 7 milioni di sterline da associazioni inglesi. Ma il Foreign Office si è limitato a precisare che "non abbiamo visto nessuna prova a sostegno dell'affermazione secondo cui i fondi raccolti da Hamas nel Regno Unito siano direttamente utilizzati per sostenere atti di terrorismo altrove".

Anche la pista delle bombe di Hamas che il 30 luglio hanno ucciso 15 persone a Gerusalemme portavano in Inghilterra, dato che i suicidi erano entrati in Israele con passaporto inglese, ma "le autorità israeliane sono sempre più frustrate per ciò che ritengono un rifiuto inglese a limitare le attività dei duri palestinesi. Il governo israeliano ha ripetutamente richiesto di fare qualcosa contro i militanti di cui si dice che abbiano libertà d'azione nella capitale inglese" ha scritto in quell'occasione il Daily Telegraph.

Proteste ufficiali analoghe contro l'Inghilterra sono anche provenute dalla Francia, nel novembre del 1995 per gli attentati del GIA, e dal Perù, che ha ripetutamente richiesto, dal 1992, l'estradizione di Adolfo Héctor Olaechea. Per tutta risposta la televisione inglese Canale 4, che prende ordini del ministero degli Interni , consultatosi con Olaechea, ha inviato due giornalisti per preparare un documentario favorevolissimo ai terroristi di Sendero Luminoso mandato in onda il 10 luglio 1992.

Gli arabi denunciano il terrorismo di Londra

Numerosi parlamentari arabi riunitisi in una conferenza a Luxor il 14 gennaio hanno compiuto nuovi passi per smantellare la struttura di sostegno logistico, finanziario e politico del terrorismo che fa capo a Londra. Il presidente egiziano ha inviato un messaggio alla conferenza dei parlamentari in cui dice: "Siamo oggi costretti a serrare i ranghi per affrontare le cause più importanti e pericolose del terrorismo; ciò significa fermare alcuni stati che ospitano i terroristi, forniscono loro rifugio e sostegno."

Il 16 gennaio, dopo aver parlato della conferenza, il quotidiano egiziano Al Ahram ha riferito le denuncie pubblicate dall'EIR in un articolo di Hussein Al Nadeem intitolato "L'Inghilterra e il background del sostegno al terrorismo", in cui si documenta come "Parlamento e governo inglesi hanno dichiarato una guerra terroristica aperta contro le nazioni del mondo quando hanno bocciato una proposta di legge per mettere al bando i gruppi che pianificano e finanziano azioni terroristiche all'estero".

Al Ahram riferisce il ruolo di lord Averbury, "presidente della commissione diritti umani del parlamento che controlla e stabilisce i collegamenti con i vari gruppi terroristici internazionali". Passa quindi a spiegare che l'Inghilterra ha potuto utilizzare impunemente l'arma terroristica sfruttando la "relazione speciale con gli USA", i quali hanno protetto gli inglesi scaricando le responsabilità del terrorismo su nazioni come l'Iran e il Sudan "sebbene la rivista Executive Intelligence Review abbia chiarito il ruolo inglese e che 26 su 30 gruppi terroristici dichiarati pericolosi dal dipartimento di Stato USA abbiano uffici a Londra e che 10 di essi godono della protezione della corona inglese". L'articolo cita quindi Lyndon LaRouche: "Grande statista e pensatore americano, che ha avuto un ruolo di spicco nel denunciare la politica condotta in tutto il secolo dagli inglesi. In un'intervista (...) ha sottolineato l'importanza delle critiche che l'Egitto ha rivolto a Londra e che hanno riscosso tra l'altro il sostegno dell'Organizzazione della Conferenza Islamica a Teheran (...) Murabak non è una voce isolata: parla a nome di un'intera parte della popolazione mondiale (...) un miliardo di persone (...) questa è una rivolta generale contro la politica inglese".



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Gli artiglieri dell'Apocalisse


Oltre alla "fanteria" terroristica,
ci sono personaggi come Ariel Sharon
che Londra potrebbe indurre
a scatenare un ricatto nucleare


L' arma terroristica rappresenta solo un aspetto della capacità della Corona inglese di somministrare choc di portata planetaria. Essa va vista in rapporto ad altre capacità persino più micidiali, anche se meno appariscenti, in mano ai servizi inglesi.

Alla fine di settembre alcuni alti ufficiali israeliani in particolare il gen. Shahor, ex coordinatore dei territori occupati ed il gen. Gillon, ex capo del consiglio di sicurezza generale espressero pubblicamente la preoccupazione che l'attuale governo di Nethanyahu approfitti di qualche atrocità terroristica per passare al contrattacco brandendo apertamente l'arma nucleare contro i vicini stati arabi.

Le forze in questione, che sono storicamente capeggiate da Ariel Sharon, hanno ben poco a che fare con gli interessi nazionali israeliani e sono pilotate anch'esse da Londra.

Se una delle tante formazioni di Hezbollah made in London fornisce al momento giusto la provocazione giusta, non sarà difficile convincere l'opinione pubblica che quell'attacco proviene dall'Iran e che è giunto il momento di dare tutto il sostegno necessario a Nethanyahu -- altrimenti capace di attirarsi solo sospetti e rancori -- per passare all'offensiva, ad esempio nel Libano. Qualsiasi azione militare, anche solo convenzionale, verrebbe condotta sotto l'ombrello del ricatto nucleare e potrebbe troppo facilmente degenerare in un vero e proprio choc mondiale.

I fanatici della destra israeliana gli ambienti che hanno a lungo tramato l'assassinio del Premier Rabin vantano notevoli sostegni finanziari e d'opinione pubblica negli Stati Uniti ma i loro veri controllori sono i principali esponenti degli "Israeliti britannici", un movimento ideologico inglese che risale all'epoca vittoriana e permea di sé gran parte del mondo protestante anglosassone, soprattutto in America. (Cfr. Solidarietà, n. 5 novembre 1997, pagg. 16-20). In tale movimento si distingue ad esempio il Christian Solidarity International, specializzatosi a fomentare frizioni tra l'occidente e i paesi in via di sviluppo, presentando alcuni di questi ultimi come "persecutori dei cristiani". L'opera di propaganda all'ingrosso in questi strati è svolta dai "telepredicatori", mentre le faccende più impegnative sono affidate a gente della risma di Oliver North, il tirapiedi di Bush che ordì gran parte dei traffici di armi in cambio di droga negli anni Ottanta, quindi riciclatosi nella raccolta di fondi e consensi tra la destra protestante.

Sarebbero proprio questi strati di protestanti fondamentalisti a fornire il sostegno "dell'opinione pubblica" a un'avventura nucleare, anche perché è ideologia propria di questi ambienti fanatici quella di attendere l'Armagheddon, la fine dei tempi, giacché, dicono i loro esegeti, il compimento delle scritture prevede una nuova guerra in Medio Oriente.

Questo scenario, ordito a Londra, è tutt'altro che un copione fisso, come ha mostrato la variante irakena riscaldata a fine ottobre. È solo una delle opzioni più concrete e pericolose di cui l'oligarchia dispone quando decide di giocare la carta dello shock.

Oggi siamo in una situazione in cui il sistema monetario è morto senza lasciare eredi. I paesi asiatici stanno organizzando qualche forma di ribellione alle condizioni del FMI nel contesto di un'intesa tra USA e Cina che tende a consolidarsi. L'Inghilterra e l'oligarchia cominciano così a temere di perdere il treno verso il futuro, o di doversi sistemare da sole i bagagli in seconda classe.

Contro tale prospettiva, secondo Lyndon LaRouche, l'oligarchia ritiene necessario a questo punto uno shock, o una serie di shock, che finisca per rimettere tutti in riga, così come avvenne nel 1962 e negli anni successivi. La crisi missilistica di Cuba, l'assassinio di Mattei e quello del Presidente Kennedy e quindi la guerra del Vietnam sono stati gli avvenimenti scioccanti che hanno segnato la fine dell'era rooseveltiana del dopoguerra e l'inizio di un'epoca gradualmente scivolata nel letamaio del post-industriale.

Lo shock colpì i politici che allora non furono in grado di reagire e s'adeguarono, ma colpì molto gravemente anche l'intera generazione studentesca d'allora. Questa generazione, conclusa la fatidica marcia attraverso le istituzioni, oggi occupa le posizioni "che contano" e di fronte alla gravità della situazione attuale si estranea nei revival del "rock, sesso e droga": lo shock purtroppo ha funzionato.