Don chisciotte
17-03-02, 20:19
G8, I COSIDDETTI TEATRANTI AUSTRIACI ERANO TEPPISTI BLACK BLOC
La Cassazione: fu un errore lasciarli liberi
Dovevano rimanere in carcere i 19 giovani teatranti austriaci arrestati - con provvedimento convalidato lo scorso 26 luglio - dal Gip di Genova per associazione a delinquere e concorso in devastazione e saccheggio nelle giornate del 20 e 21 luglio, a Genova, durante il vertice del G8. Lo afferma la Cassazione. La Suprema Corte, infatti, ritiene che il Tribunale del riesame di Genova sia stato troppo indulgente nel disporre la scarcerazione dei 19 ragazzi che facevano parte del 'Volktheaterkarawane'. Cosi' i giudici di Piazza Cavour hanno accolto pienamente il ricorso della procura di Genova contro l'ordinanza del Tribunale del riesame che aveva restituito la liberta' ai ragazzi fermati vicino al comune di Recco, il 22 luglio 2001, mentre si dirigevano verso l'entroterra ligure con piu' automezzi e che erano stati fermati durante un controllo delle forze dell'ordine con il sospetto di appartenere al gruppo antiglobalizzazione denominato 'Black bloc'. La Cassazione - con la sentenza n.10000 - spiega che non si puo' fare a meno di osservare ''come elementi di indiscutibile portata indiziaria (quali la qualita' degli strumenti offensivi rinvenuti a bordo degli automezzi e dei documenti rinvenuti, la significativita' delle lesioni personali di cui alcuni degli indagati risultavano affetti, il materiale fotografico che ritrae alcuni di essi in momenti per cosi' dire 'caldi', ecc...) siano stati esaminati ed apprezzati dal Tribunale in un'ottica che e' solo eufemistico definire 'riduttiva' e 'parziale'''. Aggiunge la Cassazione che il Gip che ha deciso di scarcerare i presunti black-bloc per la mancanza di ''univocita''' degli indizi ha optato per una ''lettura alternativa e paradossalmente indulgente, perche' fondata su allegazioni difensive prive di qualsiasi riscontro, spesso e volentieri discordanti tra loro, alcune assolutamente inverosimili, ovvero su circostanze ricostruite dallo stesso Tribunale sulla base di apprezzamenti ed interpretazioni tanto personali quanto suggestive, ma del tutto avulse dal contesto in cui e' stato operato il fermo degli indagati e il sequestro del materiale rinvenuto a bordo dei loro automezzi''. Sui veicoli erano stati infatti trovati oggetti contundenti, Indumenti scuri, una mappa di Genova con segni cerchiati sulle zone di Piazzale Kennedy e di Marassi, dove si erano verificati gli scontri piu' pesanti tra manifestanti e forze dell'ordine. Erano stati inoltre trovati computer portatili e ricetrasmittenti, oltre a numerosi rullini fotografici che, una volta sviluppati, mostravano le immagini della partecipazione di alcuni fermati alle manifestazioni di Salisburgo (in occasione del Vertice economico europeo) e a Genova, all'interno della palestra della scuola Diaz, sede principale del Genoa Social Forum, e raffiguravano coperti gonfiati, giovani vestiti da black-bloc, incendi ed azioni di violenze in cui comparivano alcuni dei giovani messi in stato di fermo. La Cassazione prosegue la sua 'reprimenda' nei confronti del Tribunale del riesame genovese affermando che e' ''di tutta evidenza che il Tribunale di Genova, di fronte a un imponente materiale indiziario di chiaro significato accusatorio, solo che fosse stato valutato unitariamente e non in modo atomizzato come e' stato fatto, abbia optato fin dalle prime righe dell' ordinanza impugnata per una singolare indulgenza valutativa degli elementi oggetto della sua considerazione, svalutando irragionevolmente il loro peso e spessore di rilevante probabilita' che i soggetti fermati facessero parte di uno dei tanti gruppi criminali resisi responsabili dei gravi fatti di devastazione e saccheggio verificatisi a Genova nei giorni 20 e 21 luglio 2001''. Osserva ancora la suprema Corte che ''l'errore del Tribunale e' stato quella di non rendersi conto che, in sede cautelare e nel momento delle indagini preliminari, non e' richiesto che gli indizi raccolti siano convergenti ed univoci, dato che la loro 'gravita'' va correlata alla loro specificita', e cioe' alla loro capacita' di far attribuire il fatto concreto al soggetto (o ai soggetti) sottoposti ad indagine, cosi' da far ritenere, nel momento considerato, attendibile la tesi accusatoria e giustificata, sotto il profilo cautelare, la misura coercitiva''. Dal punto di vista normativo la Cassazione fa presente che le disposizioni attuative del giusto processo non richiedono per l'emissione delle ordinanze cautelari che il quadro indiziario sia univoco, bastando il solo requisito della gravita' degli indizi.
13 Marzo 2002
La Cassazione: fu un errore lasciarli liberi
Dovevano rimanere in carcere i 19 giovani teatranti austriaci arrestati - con provvedimento convalidato lo scorso 26 luglio - dal Gip di Genova per associazione a delinquere e concorso in devastazione e saccheggio nelle giornate del 20 e 21 luglio, a Genova, durante il vertice del G8. Lo afferma la Cassazione. La Suprema Corte, infatti, ritiene che il Tribunale del riesame di Genova sia stato troppo indulgente nel disporre la scarcerazione dei 19 ragazzi che facevano parte del 'Volktheaterkarawane'. Cosi' i giudici di Piazza Cavour hanno accolto pienamente il ricorso della procura di Genova contro l'ordinanza del Tribunale del riesame che aveva restituito la liberta' ai ragazzi fermati vicino al comune di Recco, il 22 luglio 2001, mentre si dirigevano verso l'entroterra ligure con piu' automezzi e che erano stati fermati durante un controllo delle forze dell'ordine con il sospetto di appartenere al gruppo antiglobalizzazione denominato 'Black bloc'. La Cassazione - con la sentenza n.10000 - spiega che non si puo' fare a meno di osservare ''come elementi di indiscutibile portata indiziaria (quali la qualita' degli strumenti offensivi rinvenuti a bordo degli automezzi e dei documenti rinvenuti, la significativita' delle lesioni personali di cui alcuni degli indagati risultavano affetti, il materiale fotografico che ritrae alcuni di essi in momenti per cosi' dire 'caldi', ecc...) siano stati esaminati ed apprezzati dal Tribunale in un'ottica che e' solo eufemistico definire 'riduttiva' e 'parziale'''. Aggiunge la Cassazione che il Gip che ha deciso di scarcerare i presunti black-bloc per la mancanza di ''univocita''' degli indizi ha optato per una ''lettura alternativa e paradossalmente indulgente, perche' fondata su allegazioni difensive prive di qualsiasi riscontro, spesso e volentieri discordanti tra loro, alcune assolutamente inverosimili, ovvero su circostanze ricostruite dallo stesso Tribunale sulla base di apprezzamenti ed interpretazioni tanto personali quanto suggestive, ma del tutto avulse dal contesto in cui e' stato operato il fermo degli indagati e il sequestro del materiale rinvenuto a bordo dei loro automezzi''. Sui veicoli erano stati infatti trovati oggetti contundenti, Indumenti scuri, una mappa di Genova con segni cerchiati sulle zone di Piazzale Kennedy e di Marassi, dove si erano verificati gli scontri piu' pesanti tra manifestanti e forze dell'ordine. Erano stati inoltre trovati computer portatili e ricetrasmittenti, oltre a numerosi rullini fotografici che, una volta sviluppati, mostravano le immagini della partecipazione di alcuni fermati alle manifestazioni di Salisburgo (in occasione del Vertice economico europeo) e a Genova, all'interno della palestra della scuola Diaz, sede principale del Genoa Social Forum, e raffiguravano coperti gonfiati, giovani vestiti da black-bloc, incendi ed azioni di violenze in cui comparivano alcuni dei giovani messi in stato di fermo. La Cassazione prosegue la sua 'reprimenda' nei confronti del Tribunale del riesame genovese affermando che e' ''di tutta evidenza che il Tribunale di Genova, di fronte a un imponente materiale indiziario di chiaro significato accusatorio, solo che fosse stato valutato unitariamente e non in modo atomizzato come e' stato fatto, abbia optato fin dalle prime righe dell' ordinanza impugnata per una singolare indulgenza valutativa degli elementi oggetto della sua considerazione, svalutando irragionevolmente il loro peso e spessore di rilevante probabilita' che i soggetti fermati facessero parte di uno dei tanti gruppi criminali resisi responsabili dei gravi fatti di devastazione e saccheggio verificatisi a Genova nei giorni 20 e 21 luglio 2001''. Osserva ancora la suprema Corte che ''l'errore del Tribunale e' stato quella di non rendersi conto che, in sede cautelare e nel momento delle indagini preliminari, non e' richiesto che gli indizi raccolti siano convergenti ed univoci, dato che la loro 'gravita'' va correlata alla loro specificita', e cioe' alla loro capacita' di far attribuire il fatto concreto al soggetto (o ai soggetti) sottoposti ad indagine, cosi' da far ritenere, nel momento considerato, attendibile la tesi accusatoria e giustificata, sotto il profilo cautelare, la misura coercitiva''. Dal punto di vista normativo la Cassazione fa presente che le disposizioni attuative del giusto processo non richiedono per l'emissione delle ordinanze cautelari che il quadro indiziario sia univoco, bastando il solo requisito della gravita' degli indizi.
13 Marzo 2002