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Shaytan (POL)
18-03-02, 19:55
Diliberto: ben vengano Di Pietro, Bertinotti e i "girotondi"
L'INCONTRO Comunisti italiani: a Trento il segretario

e.p.

TRENTO. Un Ulivo «più compatto, che sappia ascoltare il suo popolo, che vuole esserci, partecipare, contare»: è questo il messaggio che Oliviero Diliberto, segretario nazionale dei Comunisti italiani, è venuto a lanciare ieri mattina a Trento, davanti a una sessantina di militanti riuniti alla Casa dell'Ulivo, in viale Sanseverino.
Un messaggio di apertura al popolo dei new global, dei girotondi, della Cgil che sabato prossimo sfilerà a Roma per la difesa dello Statuto dei lavoratori, dei pacifisti cattolici, di Micromega e dei 40 mila del Palavobis.
«Dobbiamo allargarci, perché nel maggioritario si vince così», ha ripetuto più volte Di liberto, citando la lezione di Palmiro Togliatti. «Non come Rutelli e altri che si preoccupano di escludere Di Pietro, di restringere l'Ulivo».
In questo senso, ha detto Diliberto, dal Trentino-Alto Adige può venire un «segnale utile» all'Ulivo nazionale: «Qui siete riusciti ad allargare, con l'importante apertura alla Svp. Lo stesso dovrebbe avvenire anche su scala nazionale».
Diliberto è arrivato da Bolzano, dove aveva parlato ieri (sabato per chi legge, ndr), accompagnato da Carlo Carlini, segretario regionale del Partito dei Comunisti Italiani.
Il partito di Cossutta e Di liberto non ha ancora una struttura organizzata in provincia di Trento, dove l'attività è ancora limitata a un manipolo di persone, fra cui i roveretani Franco Valduga e Giuseppe Speri, Mirco Carotta (che fu capolista di Rifondazione alle Provinciali del '93), Giuliano Pantano, Rita Frapporti. Orfani di Rosa Anna Tamanini che era stata la fondatrice e che ieri mattina è stata ricordata in un minuto di raccoglimento prima della riunione.
In sala, ad ascoltare, anche il segretario dei Ds del Trentino, Mauro Bondi e il coordinatore provinciale dell'Italia dei Valori, Bruno Firmani.
Carlini ha coniato la figura dell'«Ulivo selvatico» per rappresentare questa strategia di apertura e non di tipo esclusivo: «In questa regione siamo già stati laboratorio per l'allargamento agli autonomisti. Continuiamo a esserlo per l'apertura ai movimenti».
Diliberto, nel suo intervento, ha parlato invece della politica nazionale. Ha spiegato la sua scelta di dimettersi dal coordinamento dell'Ulivo proprio come risposta alla domanda di cambiamento posta dalla base. «Nanni Moretti ha interpretato un sentimento diffuso nel popolo dell'Ulivo: l'inadeguatezza dei vertici a rappresentare tutto questo fermento. Per questo io ho fatto un passo indietro mentre c'è chi si ostina a escludere Di Pietro. Io dico: accogliamolo, lui e anche Bertinotti, visto che è un figliol prodigo».
Sul conflitto d'interessi, che ora passa al Senato, Diliberto è stato netto: «Non si fa alcun patto con Berlusconi». La linea dev'essere invece quella dell'ostruzionismo