mustang
19-03-02, 18:13
Lotta continua?
Perché Fausto Bertinotti ha aperto all’Ulivo? Intende cambiare rotta? Sono diversi i motivi che spingono il leader di R.C. alla svolta. Si avvicina il Congresso. Bertinotti è saldo ma deve fronteggiare due schieramenti interni.
I duri trotzkisti che lo pressano da sinistra, dall’altro lo schieramento “fantasma” di quanti, della sua maggioranza, che spingono per un accordo con i Ds e dunque un più organico rapporto con il centro-sinistra (come S.Curzi). Questo secondo schieramento è più forte di quello che appare, e Bertinotti preferisce averlo con sé, per contrastare i trotkisti.
Anche l’evitare di rimanere ai margini di quanto avviene nella sinistra: girotondi ed altre iniziative del tipo, hanno spinto il segretario a riposizionarsi.
Massimo D’Alema ha paura, prima ha pensato di cloroformizzare la forza di Cofferati coinvolgendolo in un suo disegno di partito, facendo credere che dopo giugno il sindacalista avrebbe potuto in qualche modo finire ai vertici dei Ds. Ma il “cinese” è un osso duro, con la memoria di elefante. Non dimentica gli “sgarbi”, come la guerra sul tema delle pensioni, la campagna sul sindacato conservatore, il tentativo di creare il sindacato unico con a capo Sergio D’Antoni, la polemica sull’art. 18.
Cofferati non perdona. E adesso che ha capito che il tentativo di coinvolgerlo non andrà in porto, D’Alema è preoccupato di quello che succederà una volta che il leader sindacale terminerà il mandato. Per questo è determinato a sbarrargli il passo. Diverso l’atteggiamento di Fassino che nei confronti del segretario della Cgil usa uno stile più soft, cercando di dialogare per non perdere le simpatie di una considerevole fetta del partito.
Ma è lite continua, anche sul futuro. Certamente non su quello dello stesso Ulivo, dove i componenti sono ormai d’accordo di lasciare le cose come stanno fino alle prossime Europee del 2004. Si litiga piuttosto sul rapporto da tenere con la Casa delle Libertà. Se la maggioranza tenterà nuovamente la strada del dialogo, magari sulle riforme istituzionali ed elettorali, quale dovrebbe essere l’atteggiamento? Secondo parte dei Ds sarà bene andare a vedere le carte del centro-destra perché non si può dire sempre di e solo “no”. Ma il “correntone” e una parte della Margherita dice che non bisogna mai scendere a patti con il governo perché si rischia di scontentare la base.
E che fare dei Referendum sulle rogatorie e conflitto d’interessi, ormai preannunciati? Fassino, Rutelli e lo stesso D’Alema, in cuor loro, sono convinti che questi referendum possano rivelarsi un boomerang. L’unica speranza è agganciarli alla eventuale iniziativa referendaria sull’art. 18.
I segretari dei Ds e della Margherita temono però che la raccolte delle firme proceda loro malgrado. E temporeggiano, chiedendo tempo fino a dopo le Amministrative adducendo la necessità del risparmio di energie. Nel frattempo Fassino e Rutelli cercano altre strade per evitare quello che ritengono un mortale errore strategico.
Ma anche la Rai fa litigare nell’Ulivo. Fassino non ha perso le speranze che si possa strappare alla maggioranza la direzione della seconda rete o la direzione del tg2. Per i leader dei Ds ottenere uno di questi due posti è essenziale per evitare di finire ai margini dell’informazione tv. Per questo tratta con la maggioranza, nonostante l’insofferenza di una parte del partito che vorrebbe da lui atteggiamenti più intransigenti.
saluti
Perché Fausto Bertinotti ha aperto all’Ulivo? Intende cambiare rotta? Sono diversi i motivi che spingono il leader di R.C. alla svolta. Si avvicina il Congresso. Bertinotti è saldo ma deve fronteggiare due schieramenti interni.
I duri trotzkisti che lo pressano da sinistra, dall’altro lo schieramento “fantasma” di quanti, della sua maggioranza, che spingono per un accordo con i Ds e dunque un più organico rapporto con il centro-sinistra (come S.Curzi). Questo secondo schieramento è più forte di quello che appare, e Bertinotti preferisce averlo con sé, per contrastare i trotkisti.
Anche l’evitare di rimanere ai margini di quanto avviene nella sinistra: girotondi ed altre iniziative del tipo, hanno spinto il segretario a riposizionarsi.
Massimo D’Alema ha paura, prima ha pensato di cloroformizzare la forza di Cofferati coinvolgendolo in un suo disegno di partito, facendo credere che dopo giugno il sindacalista avrebbe potuto in qualche modo finire ai vertici dei Ds. Ma il “cinese” è un osso duro, con la memoria di elefante. Non dimentica gli “sgarbi”, come la guerra sul tema delle pensioni, la campagna sul sindacato conservatore, il tentativo di creare il sindacato unico con a capo Sergio D’Antoni, la polemica sull’art. 18.
Cofferati non perdona. E adesso che ha capito che il tentativo di coinvolgerlo non andrà in porto, D’Alema è preoccupato di quello che succederà una volta che il leader sindacale terminerà il mandato. Per questo è determinato a sbarrargli il passo. Diverso l’atteggiamento di Fassino che nei confronti del segretario della Cgil usa uno stile più soft, cercando di dialogare per non perdere le simpatie di una considerevole fetta del partito.
Ma è lite continua, anche sul futuro. Certamente non su quello dello stesso Ulivo, dove i componenti sono ormai d’accordo di lasciare le cose come stanno fino alle prossime Europee del 2004. Si litiga piuttosto sul rapporto da tenere con la Casa delle Libertà. Se la maggioranza tenterà nuovamente la strada del dialogo, magari sulle riforme istituzionali ed elettorali, quale dovrebbe essere l’atteggiamento? Secondo parte dei Ds sarà bene andare a vedere le carte del centro-destra perché non si può dire sempre di e solo “no”. Ma il “correntone” e una parte della Margherita dice che non bisogna mai scendere a patti con il governo perché si rischia di scontentare la base.
E che fare dei Referendum sulle rogatorie e conflitto d’interessi, ormai preannunciati? Fassino, Rutelli e lo stesso D’Alema, in cuor loro, sono convinti che questi referendum possano rivelarsi un boomerang. L’unica speranza è agganciarli alla eventuale iniziativa referendaria sull’art. 18.
I segretari dei Ds e della Margherita temono però che la raccolte delle firme proceda loro malgrado. E temporeggiano, chiedendo tempo fino a dopo le Amministrative adducendo la necessità del risparmio di energie. Nel frattempo Fassino e Rutelli cercano altre strade per evitare quello che ritengono un mortale errore strategico.
Ma anche la Rai fa litigare nell’Ulivo. Fassino non ha perso le speranze che si possa strappare alla maggioranza la direzione della seconda rete o la direzione del tg2. Per i leader dei Ds ottenere uno di questi due posti è essenziale per evitare di finire ai margini dell’informazione tv. Per questo tratta con la maggioranza, nonostante l’insofferenza di una parte del partito che vorrebbe da lui atteggiamenti più intransigenti.
saluti