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Der Wehrwolf
19-03-02, 19:58
Rifiutata due volte l’ispezione in acque internazionali
con la minaccia di buttare a mare i bambini

Una nave stracolma di curdi dall’Iraq è approdata ieri a Catania
Catania
Hanno affrontato un viaggio lunghissimo pagando un biglietto di 4 mila dollari per ogni adulto, la metà per ciascun bambino. Hanno rischiato, stipati fino all’inverosimile, su una carretta del mare ma alla fine ce l’hanno fatta. Almeno per il momento. Tra di loro, stando a indiscrezioni, sarebbero stati pescati dalla Digos anche volti noti del terrorismo islamico internazionale e armi. Tant’è. Sta di fatto che la bellezza di 928 immigrati clandestini, di cui 361 bambini, sono sbarcati ieri a Catania. Un record, dunque: il numero più alto mai registrato nell’isola; il secondo in Italia dopo quello del 1997 a Bari, dove giunsero 1223 albanesi. Quando sono stati intercettati dalla Marina e dalla Guardia di Finanza i curdi hanno spento i motori e hanno fatto vedere alcuni dei loro bambini, sporgendoli dal parapetto della nave. Voleva lanciare un segnale chiaro: «Piuttosto che tornare indietro siamo pronti a gettare i nostri figli a mare». Quando dalle motovedette è stato chiarito che la nave era ormai in acque italiane e che sarebbe stata condotta in un porto siciliano, gli immigrati hanno consentito ai militari della Guardia di Finanza di salire a bordo, accogliendoli festosamente. Drammatica la scena che si è presentata ai soccorritori: i passeggeri erano ammassati uno sull’altro, infreddoliti, con i genitori che cercavano di proteggere dal freddo i figli. Tra loro anche una donna curda di 21 anni, che ha subito attirato l’attenzione dei militari: era incinta ed aveva le doglie. È scattato subito un piano di emergenza: poiché non c’era il tempo necessario per un trasferimento in ospedale è stata fatto partorire sulla nave, con l’aiuto di due medici militari. Poi, con la figlioletta, che chiamerà Marina in ricordo della sua avventura, è stata trasportata in elicottero nell’ospedale Vittorio Emanuele di Catania. A tentare di bloccare l’imbarcazione era stata prima una nave militare francese che, in acque internazionali, aveva inutilmente sollecitato un’ispezione di bandiera, cioè un controllo del mezzo. Analoga risposta negativa è stata poi data ad una identica richiesta della marina italiana, quando il mercantile, che batte bandiera del Regno del Tonga, era stato intercettato fuori dalla giurisdizione del nostro Paese. La nave stracolma di immigrati è stata infine presa in consegna dalla Guardia di Finanza che l’ha scortata, assieme alla Marina Militare, fino al porto etneo. Al momento dell’attracco, fino al quel momento condotto in un silenzio quasi religioso, gli immigrati hanno liberato una colomba bianca. Un gesto che ha fatto scattare un applauso liberatorio. Dal mercantile, che sul fianco sinistro reca la scritta “Tata” e risulta iscritta nel registro del Regno del Tonga fino alle 24 di oggi, sono scese subito due donne incinte, entrambe all’ottavo mese di gravidanza che sono state medicate e poi condotte in ospedale. Un neonato, in crisi respiratoria, è stato ricoverato nell’ospedale Cannizzaro. Intanto dalla nave sono arrivate le prime richieste di aiuto: «Dateci acqua, siamo quasi disidratati», hanno detto a gran voce, in un inglese stentato, alcuni degli immigrati. Alcuni dei volontari hanno lanciato loro dei cartoni di acqua potabile. Intanto alcuni di loro spiegavano di essere «iracheni, di etnia curda», di «avere pagato 4 mila dollari un biglietto per ogni adulto, e di 2 mila per i bambini» e di essere in viaggio da circa otto giorni. «Abbiamo viaggiato sotto coperta - rivelerà poi uno studente di 18 anni - e ci hanno dato da mangiare calandoci il cibo da una botola, per questo non abbiamo visto l’equipaggio». Unico particolare il porto di partenza, nel Sud della Turchia, dove «un certo Hamed organizza i viaggi, ma senza imbarcarsi». Sulla banchina del molo di ponente ad aspettare l’arrivo degli immigrati c' era anche il sindaco di Catania, Umberto Scapagnini, che ha annunciato la creazione di un centro di prima accoglienza in città. «Catania - ha sottolineato Scapagnini - è un importante porto del Mediterraneo e non possiamo non essere attrezzati per fenomeni come questi che, dopo l’11 settembre del 2001, stanno diventando sempre più frequenti». Gli immigrati sono stati quindi perquisiti e controllati, mentre i sommozzatori dei carabinieri ispezionavano per precauzione la chiglia della nave. A bordo della nave, secondo alcune indiscrezioni, sarebbero state trovate armi durante l'ispezione effettuata dai militari delle fiamme gialle e dalla polizia. Gli uomini della Digos, inoltre, avrebbero individuato tra i passeggeri dei presunti terroristi internazionali, camuffati tra la folla di disperati fuggita dal Kurdistan. La nave è stata sequestrata.