halexandra
20-03-02, 22:18
dal quotidiano L'Arena di Verona:
Sabato scorso una quarantina di Rom, accompagnati da esponenti del comitato antirazzista Cesar K, hanno occupato un’ala del Seminario diocesano di San Massimo (VR). Immediata la presa di posizione della Curia che ha deplorato il comportamento degli occupanti. Intanto il rettore, monsignor Franco Florio, ha offerto la possibilità di usufruire di alcuni servizi del Seminario.
«Ma noi restiamo qui»
È giunta al quinto giorno l’occupazione del seminario
È stata una di quelle giornate che in gergo si dicono convulse, cominciata alle 7 di mattina, quando gli agenti della questura sono arrivati nell’ala che per dieci anni è stata disabitata del seminario di San Massimo e hanno proceduto all’identificazione dei nomadi che l’hanno occupata sabato pomeriggio, quando erano da poco passate le 18. Ieri mattina nell’edificio c’erano soltanto i Rom. Il rettore del seminario a causa dell’occupazione e della conseguente protesta dei genitori ha dovuto chiudere la scuola a tempo indeterminato, fino alla soluzione del problema. Un «problema» non da poco. Si sono messi in moto tutti: il vescovo, la questura, la Caritas (don Giuseppe Biondaro ha avuto un incontro nel pomeriggio in via Bacilieri), il prefetto che sta seguendo passo passo la vicenda auspicando che la soluzione arrivi in fretta. «Pur comprendendo il lato umano di tutta la vicenda», ha sottolineato Francesco Giovannucci, «siamo di fronte a episodi gravi: un’occupazione abusiva da parte di clandestini e l’interruzione del servizio». L’incontro tra don Biondaro gli esponenti di CesarK e dei Rom è andato avanti per tutto il pomeriggio, senza sfociare in una decisione che è stata rinviata a oggi, salvo ripensamenti durante la notte.
È chiaro che la situazione è destinata a creare un precedente non da poco. Se soluzione verrà trovata chi è senza casa si sentirà «legittimato» a invadere una parte di proprietà dello Stato del Vaticano, per vedersi riconoscere poi diritti che fino a quel momento gli erano stati negati. Quella di sabato è stata l’«okkupazione» più intelligente e astuta degli ultimi anni. Quando ieri mattina la polizia è arrivata al seminario per i controlli, assieme ai Rom c’era anche Paola Bonatelli, esponente del coordinamento CesarK. Ha detto d’essere rimasta perchè i nomadi avevano paura d’essere cacciati e le hanno chiesto di restare. Le persone che dormivano nell’istituto sono state tutte identificate: «Alcune di loro hanno già chiesto la regolarizzazione», dice la donna, «per altre credo sia possibile lo status di rifugiato. Ora vediamo cosa è possibile fare. Bonatelli, 47 anni, è una giornalista del Manifesto, rappresentante del coordinamento laico antirazzista CesarK, era con i Rom quando assieme ad altri membri del suo gruppo c’è stata la «presa» dell’edificio, ma lei sostiene che non c’è stata violenza, non si sono forzate porte, che anzi queste erano aperte.
Sabato scorso una quarantina di Rom, accompagnati da esponenti del comitato antirazzista Cesar K, hanno occupato un’ala del Seminario diocesano di San Massimo (VR). Immediata la presa di posizione della Curia che ha deplorato il comportamento degli occupanti. Intanto il rettore, monsignor Franco Florio, ha offerto la possibilità di usufruire di alcuni servizi del Seminario.
«Ma noi restiamo qui»
È giunta al quinto giorno l’occupazione del seminario
È stata una di quelle giornate che in gergo si dicono convulse, cominciata alle 7 di mattina, quando gli agenti della questura sono arrivati nell’ala che per dieci anni è stata disabitata del seminario di San Massimo e hanno proceduto all’identificazione dei nomadi che l’hanno occupata sabato pomeriggio, quando erano da poco passate le 18. Ieri mattina nell’edificio c’erano soltanto i Rom. Il rettore del seminario a causa dell’occupazione e della conseguente protesta dei genitori ha dovuto chiudere la scuola a tempo indeterminato, fino alla soluzione del problema. Un «problema» non da poco. Si sono messi in moto tutti: il vescovo, la questura, la Caritas (don Giuseppe Biondaro ha avuto un incontro nel pomeriggio in via Bacilieri), il prefetto che sta seguendo passo passo la vicenda auspicando che la soluzione arrivi in fretta. «Pur comprendendo il lato umano di tutta la vicenda», ha sottolineato Francesco Giovannucci, «siamo di fronte a episodi gravi: un’occupazione abusiva da parte di clandestini e l’interruzione del servizio». L’incontro tra don Biondaro gli esponenti di CesarK e dei Rom è andato avanti per tutto il pomeriggio, senza sfociare in una decisione che è stata rinviata a oggi, salvo ripensamenti durante la notte.
È chiaro che la situazione è destinata a creare un precedente non da poco. Se soluzione verrà trovata chi è senza casa si sentirà «legittimato» a invadere una parte di proprietà dello Stato del Vaticano, per vedersi riconoscere poi diritti che fino a quel momento gli erano stati negati. Quella di sabato è stata l’«okkupazione» più intelligente e astuta degli ultimi anni. Quando ieri mattina la polizia è arrivata al seminario per i controlli, assieme ai Rom c’era anche Paola Bonatelli, esponente del coordinamento CesarK. Ha detto d’essere rimasta perchè i nomadi avevano paura d’essere cacciati e le hanno chiesto di restare. Le persone che dormivano nell’istituto sono state tutte identificate: «Alcune di loro hanno già chiesto la regolarizzazione», dice la donna, «per altre credo sia possibile lo status di rifugiato. Ora vediamo cosa è possibile fare. Bonatelli, 47 anni, è una giornalista del Manifesto, rappresentante del coordinamento laico antirazzista CesarK, era con i Rom quando assieme ad altri membri del suo gruppo c’è stata la «presa» dell’edificio, ma lei sostiene che non c’è stata violenza, non si sono forzate porte, che anzi queste erano aperte.