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Visualizza Versione Completa : Il comunismo combattente.



mustang
21-03-02, 12:26
Luciano Violante ha passato la mattina di ieri ad augurarsi che non ci siano rivendicazioni dell’assassinio di Marco Biagi da parte delle “Brigate rosse- Partito comunista combattente”, come avvenne invece, e puntualmente, dopo l’omicidio D’Antona. Chissà se il silenzio brigatista non possa alimentare qualche sano sospetto sulla strage di Stato.
Il direttore dell’Unità è ricorso a losche insinuazioni e rancidi interrogativi retorici per suggerire obliquamente che le sigle dei gruppi terroristici non dicono niente, che il delitto è di Stato e giova a Berlusconi, che le pistolettate di Bologna sono l’esecuzione di una sentenza annunciata ( e pronunciata?) sul settimanale del premier, Panorama. Fanno finta che delle pistolettate di Bologna si sappia niente, che qualcosa di oscuro e di tremendo aleggi nell’aria metilica del “doppio Stato”, qualcosa da imputare alla faccia oscura del potere che alimenta gli incubi e le mascalzonate degli “idealisti” di tutti i tempi.
Invece di questo delitto sappiamo tutto. E’ da vent’anni che in Italia (Tarantelli, D’Antona, Biagi) formazioni “comuniste combattent” fanno fuori, uno dopo l’altro, gli agenti del “pensiero unico”.
Gli agenti, e i martiri, del pensiero unico sono studiosi, economisti e intellettuali seri che non passano il tempo a fare girotondi, che invece d’indignarsi cercano di risolvere problemi, trovare soluzioni, suggerire norme per abbattere l’inflazione o aprire ai precari e ai lavoratori in nero le porte delle imprese italiane.
Si tratta di socialisti, di cattolici, di riformisti liberali che non vedono il conflitto sociale e la lotta politica come una opposizione irriducibile tra modelli di esistenza e di comportamento morale, che non dividono il mondo tra oppressori e oppressi, tra sfruttati e sfruttatori, perché hanno liquidato radicalmente la vecchia vulgata ideologica imperniata sul trasferimento in terra del concetto teologico di “salvezza”.
Questa gente pensa che i mali della vita sociale e pubblica vadano curati con misure parziali, sempre rivedibili, nel quadro di un conflitto tra interessi diversi che non è mai una guerra di religione. Per questo al “comunista combattente” risulta insopportabile anche solo il loro respiro, ed è un dovere per il terrorista di sinistra stroncare la vita di uno che dimostra con il suo civile lavoro che il mondo può forse essere migliorato, ma di certo nessuno ha il diritto di redimerlo in nome della Storia.

Editoriale di G. Ferrara su Il Foglio di oggi

saluti

brunik
21-03-02, 13:21
Come fa a sapere Ferrara cosa si augurava ieri Violante? E' quello che Ferrara pensa che pensi Violante?

Questa è la "cultura dell'amore", mettere in bocca agli altri quello che non hanno detto e nella testa degli altri quello che non hanno pensato per fare propaganda a Berlusconi.

SCIACALLO.

SI E' DIMENTICATO DI DIRE CHE SE AVESSE AVUTO LA SCORTA BIAGI SAREBBE VIVO.

Perchè Ferrara invece non ci dice quello che ha pensato Scajola quando Maroni e i servizi segreti lo hanno informato che Biagi era nel mirno?

Ha pensato bene di passare tutto a Panorama per la pubblicazione, invece di prendere delle contromisure.

Perchè?


Questi ex comunisti sono tutti uguali.

Pieffebi
21-03-02, 13:34
Come fa a sapere l'agit-prop Brunik che se Biagi avesse avuto la scorta sarebbe ancora vivo? Non potrebbe essere che i morti sarebbero addirittura di più? Come è già avvenuto in passato?
Sì da poi il caso che proprio Giuliano Ferrara abbia attaccato duramente Scajola sulla questione delle scorte, affermando che indubitabilmente il ministero ha commesso un grave errore, e che è inutile che ora faccia dei giri di parole per negarlo.

Il Centrodestra ha a questo punto, in ogni caso, il DOVERE MORALE di fare proprie in modo integrale le posizioni del prof. Biagi, assassinato dai comunisti combattenti delle Brigate Rosse. DIalogare certamente, ma per mandare avanti le riforme a cui Biagi ha dedicato la sua intelligenza con grande capacità e coerenza.

Saluti liberali e anticomunisti

ErTigre
21-03-02, 13:55
Originally posted by brunik

SI E' DIMENTICATO DI DIRE CHE SE AVESSE AVUTO LA SCORTA BIAGI SAREBBE VIVO.


Le critiche per la mancata scorta Ferrara le ha fatte prima e piu' forte di Te....
.... che ti sei dimenticanto pero' di dire che se la scorta ci fosse stata, i "Komunisti combattenti" avrebbero o ucciso un'altro senza scorta o potendo Bigi assieme alla scorta.!

ErTigre
21-03-02, 13:56
Originally posted by ErTigre


Le critiche per la mancata scorta Ferrara le ha fatte prima e piu' forte di Te....
.... che ti sei dimenticanto pero' di dire che se la scorta ci fosse stata, i "Komunisti combattenti" avrebbero o ucciso un'altro senza scorta o potendo Biagi assieme alla scorta.!

brunik
21-03-02, 14:11
Originally posted by Pieffebi
Come fa a sapere l'agit-prop Brunik che se Biagi avesse avuto la scorta sarebbe ancora vivo? Non potrebbe essere che i morti sarebbero addirittura di più? Come è già avvenuto in passato?
Sì da poi il caso che proprio Giuliano Ferrara abbia attaccato duramente Scajola sulla questione delle scorte, affermando che indubitabilmente il ministero ha commesso un grave errore, e che è inutile che ora faccia dei giri di parole per negarlo.


Ferrara ha davvero attaccato Scajola sul problema delle scorte come faccio io da due giorni?

A me era sfuggito. Certo che qualcuno poteva postarlo, l'intervento.

Sapete dove si trova? Primo ho dato uno sguardo al Foglio ma non ci ho trovato niente.

Io non ho ancora capito però perchè Panorama indica praticamente con nome e cognome la prossima vittima dei terroristi e Scajola non fa niente.

Giustificazioni: Castelli: "sono troppi gli obiettivi da proteggere" Ah si? ma se ti dicono che sono nel mirino i consulenti di Maroni, quanti saranno? Migliaia? Centinaia? decine? tre o quattro?

Scajola: " con le scorte non si risolve il problema del terrorismo - i terroristi uccidono anche con la scorta".

Ma è davvero un gruppo così potente quello di D'Antona e Biagi da poter fare un agguato stile Aldo Moro o Falcone?

Che poi qualcuno di quelli che sostengono questa assurda e puerile tesi dovrebbe dirmi se negli ultimi 10 anni, dopo Falcone e Borsellino, ci sia stata qualche vittima dei terroristi uccisa nonostante la scorta.

A me non risulta, ma potrei sbagliarmi.

Qualcuno ha un'idea in merito, invece di difendere una persona indifendibile solo perchè è della vostra setta?

SCAJOLA, A CASA. INETTO.

PS: Pieffebi, vedi di fare qualche ragionamento sul tema della mancata scorta invece di darmi in continuazione dell'agit-prop perchè non sai cosa dire. Se anche Ferrara è d'accordo con me, vuol dire che qualche ragione forse ce l'ho, no? Oppure è un agit-prop anche lui?

brunik
21-03-02, 14:21
Qualcuno avrà qualche colpa maggiore di Cofferati e di Nanni Moretti se Biagi è stato ucciso, no?

O VOGLIAMO LASCIARE CHE LA GUERRA AL TERRORISMO VENGA CONDOTTA DA PERSONE INCAPACI?

SCAJOLA INETTO.


Giovedì 21 Marzo 2002, 12:55


Marco Biagi: Novi (fi) Chiede Dimissioni Di De Gennaro; Castagnetti: Scajola Torni In Parlamento
ROMA - Il senatore di Fi Emidio Novi chiede le dimissioni del capo della polizia Di Gennaro per la mancata concessione della scorta a Marco Biagi.'A questo punto -dice Novi- le dimissioni di Di Gennaro dovrebbero essere un atto dovuto'. Sullo stesso argomento, Raffaele Costa (Fi) osserva:'un po' di compostezza da parte di tutti non guasta'. Il capogruppo alla Camera della Margherita, Castagnetti, infine, chiede che Scajola torni in Parlamento giudicando 'non sufficiente' l'infornativa resa ieri.(ANSA).

Pieffebi
21-03-02, 14:27
Fermo restando che il pesce del terrorismo nuota nell'acqua dell'estremismo, del massimalismo e dell'odio....


La storia dell'estremismo di sinistra è complessa e tutt'altro che "unitaria" e semplice. Tutto l'estremismo di sinistra, in un certo senso, sognava la rivoluzione, l'abbattimento violento dello Stato borghese, la dittatura rivoluzionaria quale "fase di transizione" verso la paradisiaca società senza classi, ed era disposto a praticare la violenza spicciola di strada, gli scontri a sprangate con i fascisti, le cariche alle forze dell'ordine.
Non è invece vero che da ciò ne possa conseguire che l'estremismo di sinistra in quanto tale sia coinvolto nella storia della "lotta armata per il comunismo" praticata con furore crescente da gruppi come le Brigate Rosse, Prima Linea, i Nuclei Armati Proletari, Mai più senza Fucile, la banda XXIV Ottobre e via discorrendo.
Il terrorismo nasce da particolari filoni dell'ultrasinistrismo che possono essere fatti risalire al gruppo "Potere Operaio" ( in cui militava l'eroico prof. Pardi, oggi vice-capo dei girotondini), ad alcuni intellettuali "marxisti", e poi dall'arcipelago delle organizzazioni di "Autonomia Operaia", toccando in qualche modo anche qualche "sbandato" di Lotta Continua che, almeno nel caso Calabresi, parrebbe avere praticato direttamente almeno un'assassinio politico (almeno secondo la magistratura italiana).
I gruppi terroristici, al contrario dei semplici "rivoluzionari" dell'estrema sinistra, non ponevano la rivoluzione in un futuro imprecisato, e la lotta armata come conseguenza inevitabile dello scontro violento imposto dalle classi dominanti, ma QUI e ADESSO, come parte integrante della strategia di guerra di classe e di "propaganda armata".
In genere l'estrema sinistra rifiutava il terrorismo, anche se più per ragioni di "opportunità politica" che per valutazioni etiche, ritenendo che "i compagni che sbagliano" delle formazioni armate favorissero oggettivamente il nemico di classe rafforzando lo Stato e le sue funzioni repressive.
Di più i gruppi, "ortodossi" della tradizione terzo internazionalista consideravano il terrorismo come la forma politica di lotta di intellettuali piccolo-borghesi incapaci di saldare le proprie velleità anticapitaliste con le lotte delle masse operaie e studentesche e con i movimenti di liberazione nazionale anti-imperialisti.
Tuttavia un'ideologia comune imparentava gran parte di questi estremisti comunisti con i "combattenti armati per il comunisti" delle formazioni terroristiche: non solo "il marxismo-leninismo", ma soprattutto una certa analisi dello Stato democratico "borghese" nell'era dell'Imperialismo delle Multinazionali, e le varie conseguenti teorie della "fascistizzazione dello Stato". Per quanto riguarda l'Italia un mito fondatore dell'estremismo rivoluzionario più radicale e del vero e proprio terrorismo fu quello della "resistenza tradita".
Se lo "Stato Imperialista delle Multinazionali" precipita inevitabilmente nel Fascismo, se la democrazia borghese non solo è una forma della dittatura del capitale, come insegnavano già Marx, Lenin, Bordiga e Gramsci, ma è anche ormai sempre più..."l'altra faccia della medaglia del fascismo", anzi una forma di fascismo camuffato in cui la violenza contro le masse si esercita comunque al massimo grado ogni volta che non è più sufficiente l'inganno elettoralistico e legalitario del riformismo "socialtraditore", allora è evidente che è politicamente necessario, moralmente lecito, anzi doveroso, riprendere la bandiera della "resistenza rossa e proletaria", tradita nel 1945 poi definitivamente nel 1947 (con la cacciata delle sinistre dal governo), impedire che la fasistizzazione dello Stato giunga fino al punto della controrivoluzione violenta della borghesia reazionaria, anche mediante la lotta armata.
Oppure....come variante.....è opportuno costringere la borghesia a gettare definitivamente la maschera democratica e legalitaria e a mostrarsi per quello che è, rendendo evidente alla classe operaia e agli sfruttati l'illusitorietà dei riformismi socialdemocratici e delle "vie parlamentari al socialismo", costringendola sul terreno dello scontro rivoluzionario.
Su questo terreno dapprima si cerca di costringere il partito comunista a riprendere in pieno la sua tradizione politica rivoluzionaria di "partito armato della classe", quale fu durante la Resistenza, cacciando i dirigenti imborghesiti e riformisti. Poi si indica sempre più chiaramente nel PCI un partito guidato da socialtraditori, un partito riformista di fatto, socialimperialista di fatto, affetto da tutti i mali della socialdemocrazia, ad iniziare dal "cretinismo parlamentare".
E critiche non dissimili l'ultrasinistrismo "autonomo" e il terrorismo rosso faranno anche alla formazioni classiche della sinistra extraparlamentare, come Democrazia Proletaria e "il Manifesto", ma anche verso ogni altra organizzazione "rivoluzionaria a parole" maoista, trotzkysta, castrista o spontaneista che fosse.

Saluti liberali

Fecia di Cossato
21-03-02, 16:37
originally posted by Brunik:

...SI E' DIMENTICATO DI DIRE CHE SE AVESSE AVUTO LA SCORTA BIAGI SAREBBE VIVO...

...in altre parole la responsabilità della morte di Marco Biagi sarebbe di Scajola che, secondo loro, avrebbe disposto gli fosse sottratta la scorta. Chissà perchè questo 'ragionamento', degno in tutto e per tutto di una scimmia addestrata alla scuola di Togliatti a ripetere quello che scrive l'Unità, me ne ricorda un'altro che spesso ho sentito dire a proposito dei 335 poveracci ammazzati dai Tedeschi alle Cave Ardeatine. Stando a sentire qualche altra scimmia la responsabilità di quel tragico evento non sarebbe da attribuire a coloro che decisero ed attuarono l'attentato di via Rasella che scatenò poi la rappresaglia tedesca...
nossignore...sarebbe da attribuire a Sua Santità Pio XII che non fece sufficienti 'pressioni' sulle autorità di occupazione tedesche perchè desistessero da ritorsioni cruente...

E' chiramente superfluo aggiungere che...

...ogni commento guasterebbe!!!...

--------------

http://utenti.tripod.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

mustang
21-03-02, 19:44
Marco Biagi era favorevole alla riforma dell’art. 18. Lo hanno ucciso per questo. Altrimenti per cosa? I sindacati, viceversa, erano e sono contrari ad ogni modifica; specialmente la Cgil di Cofferati che, oltre a “proibire e rifiutare” qualunque discussione sull’argomento, definì il professore “quinta colonna della Confindustria dentro il governo.
I terroristi lanciano due chiari messaggi: a Maroni e al governo –giù le mani dall’art. 18, caso contrario, piombo-. Ai sindacati –dove non arrivate voi arriviamo noi, col piombo-.
Come rispondono le confederazioni? Con lo sciopero.
Lo sciopero, per sua natura, è contro qualcuno, o qualcosa.
Bene: oggi, lo sciopero, è rivolto contro il “morto” che voleva riformare l’art. 18 o contro gli assassini che hanno agito nel chiaro e trasparente intento di bloccare ogni rettifica dello stesso articolo? Converrete che è anomalo mobilitarsi contro qualcuno perché la pensa come te.
Ed infatti anche da parte Cisl e Uil vengono segnali di forte disaccordo; traspare l’imbarazzo di essere sullo stesso carro della Cgil e di dover aderire ad uno sciopero contro un morto. Angeletti e Pezzotta meritano almeno comprensione considerando le ragioni politiche e pratiche alle quali sottostare. Il forte rischio di perdere iscritti.
Ma pure Cofferati ha i suoi problemacci. Se la Cgil farà un passo indietro si creerà malumore tra i lavoratori sindacalizzati che penseranno di essere meglio rappresentati dai “duri del terrorismo”.
Se Cofferati insisterà, altri diranno: visto, è d’accordo con i terroristi.

Pure il governo ha le sue “gatte da pelare”. Se Berlusconi fa marcia indietro, come suggerisce Cossiga, i terroristi affermeranno: cari sindacati, abbiamo ottenuto più noi con quattro colpi di pistola che voi con tante chiacchiere.
Al contrario, se Berlusconi mantiene la rotta, il rischio è il disordine sociale, imbarazzo per Cisl e Uil e possibili nuovi attentati.

Liberamente tratto dall’art. di Vittorio Feltri, noto servo del padrone, o di suo fratello, su
Libero di oggi.

Un paio di osservazioni: si respira l’atmosfera di terrore che circonda il “capo” della Cgil.
Dovesse spuntarla Berlusconi e potesse così dimostrare entro pochi mesi quanta ragione avessero coloro che la pensano come Marco Biagi e il suo governo e quanto avesse torto la Cgil e la sinistra in generale, sarebbe la “morte politica” di Cofferati. E l’Ulivo?.

Si intravvede veramente una stagione di una “guerra di sopravvivenza”, dura e spietata.

Quindi, mi chiedo: quotidiani e giornalisti esposti giornalmente all’odio da “nemici politici con l’acqua alla gola”, intendo giornali come Libero, Il Giornale, Il Foglio e pochi altri, entreranno nel gruppo di probabili bersagli della violenza dei “comunisti combattenti” e quindi di particolari attenzioni da parte del ministero degli Interni??
saluti

brunik
22-03-02, 02:37
Originally posted by Fecia di Cossato
originally posted by Brunik:

...SI E' DIMENTICATO DI DIRE CHE SE AVESSE AVUTO LA SCORTA BIAGI SAREBBE VIVO...

...in altre parole la responsabilità della morte di Marco Biagi sarebbe di Scajola che, secondo loro, avrebbe disposto gli fosse sottratta la scorta. Chissà perchè questo 'ragionamento', degno in tutto e per tutto di una scimmia addestrata alla scuola di Togliatti a ripetere quello che scrive l'Unità, me ne ricorda un'altro che spesso ho sentito dire a proposito dei 335 poveracci ammazzati dai Tedeschi alle Cave Ardeatine. Stando a sentire qualche altra scimmia la responsabilità di quel tragico evento non sarebbe da attribuire a coloro che decisero ed attuarono l'attentato di via Rasella che scatenò poi la rappresaglia tedesca...
nossignore...sarebbe da attribuire a Sua Santità Pio XII che non fece sufficienti 'pressioni' sulle autorità di occupazione tedesche perchè desistessero da ritorsioni cruente...

E' chiramente superfluo aggiungere che...

...ogni commento guasterebbe!!!...

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Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

Chiedilo alla vedova di Biagi cosa ne pensa delle responsabilità di Scajola, prima di darmi della scimmia ammaestrata da Togliatti.

Tirate fuori la storia degli assiro-babilonesi per difendere l'indifendibile.

Scajola era stato pregato da Maroni e Biagi ed avvisato dai servizi segreti che era nel mirino delle BR e Scajola non l'ha protetto. Punto.

E voi date la colpa a Cofferati. Vergogna.

....

DELITTO BIAGI – IN UNA BUSTA DATA A UN NOTAIO L’ATTO DI ACCUSA DI UN UOMO SOLO


Giovanni Bianconi per il Corriere della Sera


Chiuse in una busta, consegnate a un notaio a futura memoria, ci sono le ultime denunce di Marco Biagi, consulente del ministero del Lavoro ucciso in solitudine nonostante le ripetute minacce terroristiche agli uomini-ombra del governo. Biagi si sentiva un bersaglio, e per un certo periodo i responsabili della sicurezza l’hanno ritenuto tale, assegnandogli un servizio di «tutela». Niente che garantisca l’incolumità, intendiamoci, ma comunque un possibile deterrente.
Accadeva nel luglio 2000. Poi, tra giugno e settembre del 2001, quel servizio fu abbandonato per «cessate esigenze», come ha burocraticamente riferito il ministro dell’Interno alla Camera. Il consulente del ministro Maroni non gradì quella decisione; non perché tenesse a uno status symbol - pensiamo - ma perché non gli piaceva l’aria che respirava.

Protestò con la questura e la prefettura di Bologna, Biagi. E ora che è morto vengono alla luce le sue denunce di minacce telefoniche dell’estate scorsa, quando (misteri della burocrazia che sembrano farsi beffa dei problemi della sicurezza) era protetto a Bologna, Milano e Modena ma non a Roma; come se un uomo nel mirino rischiasse in una città e non nell’altra.

Evidentemente quelle minacce non furono ritenute attendibili, e la «tutela» non solo non venne ripristinata, ma tolta definitivamente. Fu allora, dopo che anche nella sua città da settembre era tornato a girare solo e indifeso, che Biagi disse al capo di gabinetto della prefettura di Bologna di aver messo tutto nero su bianco, e di aver consegnato questa sorta di pro-memoria su quanto era accaduto a un notaio. In quella busta c’è la versione autentica di come un professore universitario che aveva messo le sue competenze al servizio dello Stato si sentisse abbandonato da quello stesso Stato.


...

Marina Orlandi, la vedova di Marco Biagi ha parlato con Casini, ha detto no alle esequie di Stato, ha rifiutato di incontrare il ministro dell’Interno Claudio Scajola.

...

Ieri sera, La7. la compagnia Ferrara-Lerner presenta Luciano Violante, sindacalisti vari e assortiti, Paolo Caro-Mieli in collegamento da Milano. Tema: il delitto Marco Biagi. Svolgimento: ad un certo punto, Gad arriccia il naso e storce la bocca: “Come si fa a dire che il mandante è Cofferati?!?!” L’elefantino si trasforma in un branco di tigri: “Ma chi l’ha mai detto? Adesso dimmi nome e cognome dell’autore di una simile dichiarazione!”, tuona Ferrara. Interviene, placido, Violante che sillaba: “Taormina. L’ha detto l’avvocato e senatore di Forza Italia Carlo Taormina”. Colpito e affondato, Giulianone rantola: “Taormina è un deficiente…”.

Fecia di Cossato
22-03-02, 11:25
originally posted by brunik:

Tirate fuori la storia degli Assiro-Babilonesi per difendere l'indifendibile.

Scajola era stato pregato da Maroni e Biagi ed avvisato dai servizi segreti che era nel mirino delle BR e Scajola non l'ha protetto. Punto.

E voi date la colpa a Cofferati...Vergogna!...

Allora par di capire che, secondo la scimmia, Cofferati, poverino, è del tutto 'innocente'...

Vediamo che cosa penseranno i lettori al riguardo dopo che avranno letto i due recenti articoli [risalgono a meno di un mese fa, e non al tempo degli Assiro-Babilonesi] del Corriere della Sera [**************** ], nel primo dei quali proprio Cofferati punta il dito contro Marco Biagi, in pratica l'autore del 'Libro Bianco' governativo sulla riforma del lavoro, accusandolo di essere nientemeno che la 'mente scientifica della Confindustria'.
Il lettore faccia ben caso ai punti che in entrambi gli articoli in questione lo scrivente ha sottolineato...

cordiali saluti!...



Corriere della Sera, 24 febbraio 2002

Il ministro, il ‘cinese’ e il dialogo a colpi di botta e risposta

Il ministro del Welfare Roberto Maroni si è presentato alla tavola rotonda di Torino con una lista di conti da regolare con Sergio Cofferati. E li ha regolati a colpi di botta e risposta, sull' articolo 18. E non solo. Tema licenziamenti: attacca Maroni. '...l'articolo 18 non vale per i sindacati...'. Cofferati sbotta: '...te lo ripeto e te lo chiedo ufficialmente fai un provvedimento per abolirlo a noi e ai partiti, lascialo solo al volontariato...'. Tema collateralismo: al ministro brucia l' accusa lanciata dal leader della Cgil di governo 'collaterale' alla Confindustria (e non, caso mai, viceversa). La prova? Il professor Marco Biagi, ha detto, è 'tra gli estensori del Libro bianco sul lavoro del governo...' nonché 'componente del comitato scientifico di Confindustria'. La replica di Maroni: 'Basta dire cose non vere. Biagi non fa parte del consiglio scientifico di Confindustria e quindi non è collaterale a nessuno. Discutiamo invece del collateralismo del sindacato e i partiti politici'. Contro replica: 'Prendo atto che Biagi non è membro del comitato scientifico di Confindustria. Ma il collateralismo tra il governo e Confindustria è identificabile nel merito. Basta accostare il Libro Bianco al Manifesto per la competitività di Parma'.


Corriere della Sera 16 marzo 2002

Appello di 100 economisti per riformare il welfare

Sì alle riforme del mercato del lavoro e del welfare; sì all' emersione del sommerso; sì al dialogo sociale: è questo l' appello lanciato da circa cento economisti, che prendono posizione nel dibattito in corso sulle modifiche all' articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. 'Da una parte sola, dalla parte del lavoro', questo lo slogan dell' appello, che ha come primo firmatario Renato Brunetta, economista e europarlamentare di Forza Italia. Tra le altre firme figurano Marco Biagi, giuslavorista nello staff dei consiglieri del ministero del Welfare ed ex collaboratore di Tiziano Treu, ministro del Lavoro nel governo di Romano Prodi; Fiorella Kostoris Padoa-Schioppa, presidente dell' Isae. L' appello, articolato in 14 punti, chiede, tra l' alt ro, un mercato del lavoro più europeo e un 'nuovo patto tra padri e figli'. Tra i tanti nomi, oltre a quelli già menzionati, compaiono anche: Giuliano Cazzola, Giampaolo Galli, Mario Arcelli, Michele Bagella, Giampiero Cantoni, Innocenzo Cipolletta, Corrado Clini, Enrico Cisnetto, Bruno Costi, Raimondo Cubeddu, Fabrizio Galimberti, Stefano Micossi, Antonio Pedone, Gianfranco Polillo, Gaetano Guagliarello.


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http://utenti.tripod.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

brunik
22-03-02, 11:42
Vergognati.

Secondo te la vedova ce l'ha con Cofferati o con Scajola?

Claude74
22-03-02, 12:16
Originally posted by Fecia di Cossato
originally posted by brunik:

Tirate fuori la storia degli Assiro-Babilonesi per difendere l'indifendibile.

Scajola era stato pregato da Maroni e Biagi ed avvisato dai servizi segreti che era nel mirino delle BR e Scajola non l'ha protetto. Punto.

E voi date la colpa a Cofferati...Vergogna!...

Allora par di capire che, secondo la scimmia, Cofferati, poverino, è del tutto 'innocente'...

Vediamo che cosa penseranno i lettori al riguardo dopo che avranno letto i due recenti articoli [risalgono a meno di un mese fa, e non al tempo degli Assiro-Babilonesi] del Corriere della Sera [si...proprio quello dove la scimmia si diverte a giocare al copia-incolla], nel primo dei quali proprio Cofferati punta il dito contro Marco Biagi, in pratica l'autore del 'Libro Bianco' governativo sulla riforma del lavoro, accusandolo di essere nientemeno che la 'mente scientifica della Confindustria'.
Il lettore faccia ben caso ai punti che in entrambi gli articoli in questione lo scrivente ha sottolineato...

cordiali saluti!...



Corriere della Sera, 24 febbraio 2002

Il ministro, il ‘cinese’ e il dialogo a colpi di botta e risposta

Il ministro del Welfare Roberto Maroni si è presentato alla tavola rotonda di Torino con una lista di conti da regolare con Sergio Cofferati. E li ha regolati a colpi di botta e risposta, sull' articolo 18. E non solo. Tema licenziamenti: attacca Maroni. '...l'articolo 18 non vale per i sindacati...'. Cofferati sbotta: '...te lo ripeto e te lo chiedo ufficialmente fai un provvedimento per abolirlo a noi e ai partiti, lascialo solo al volontariato...'. Tema collateralismo: al ministro brucia l' accusa lanciata dal leader della Cgil di governo 'collaterale' alla Confindustria (e non, caso mai, viceversa). La prova? Il professor Marco Biagi, ha detto, è 'tra gli estensori del Libro bianco sul lavoro del governo...' nonché 'componente del comitato scientifico di Confindustria'. La replica di Maroni: 'Basta dire cose non vere. Biagi non fa parte del consiglio scientifico di Confindustria e quindi non è collaterale a nessuno. Discutiamo invece del collateralismo del sindacato e i partiti politici'. Contro replica: 'Prendo atto che Biagi non è membro del comitato scientifico di Confindustria. Ma il collateralismo tra il governo e Confindustria è identificabile nel merito. Basta accostare il Libro Bianco al Manifesto per la competitività di Parma'.


Corriere della Sera 16 marzo 2002

Appello di 100 economisti per riformare il welfare

Sì alle riforme del mercato del lavoro e del welfare; sì all' emersione del sommerso; sì al dialogo sociale: è questo l' appello lanciato da circa cento economisti, che prendono posizione nel dibattito in corso sulle modifiche all' articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. 'Da una parte sola, dalla parte del lavoro', questo lo slogan dell' appello, che ha come primo firmatario Renato Brunetta, economista e europarlamentare di Forza Italia. Tra le altre firme figurano Marco Biagi, giuslavorista nello staff dei consiglieri del ministero del Welfare ed ex collaboratore di Tiziano Treu, ministro del Lavoro nel governo di Romano Prodi; Fiorella Kostoris Padoa-Schioppa, presidente dell' Isae. L' appello, articolato in 14 punti, chiede, tra l' alt ro, un mercato del lavoro più europeo e un 'nuovo patto tra padri e figli'. Tra i tanti nomi, oltre a quelli già menzionati, compaiono anche: Giuliano Cazzola, Giampaolo Galli, Mario Arcelli, Michele Bagella, Giampiero Cantoni, Innocenzo Cipolletta, Corrado Clini, Enrico Cisnetto, Bruno Costi, Raimondo Cubeddu, Fabrizio Galimberti, Stefano Micossi, Antonio Pedone, Gianfranco Polillo, Gaetano Guagliarello.


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http://utenti.tripod.it/Submarine/stemmaitaliani.jpg Nobis ardua

Comandante CC Carlo Fecia di Cossato
Quando sono state dette quelle parole, Biagi era vivo. Esse vanno lette in quella situazione, cioè come delle critiche all'operato di un tecnico.....che c'è di tanto strano?
Insomma, se qualcuno uccidesse Brunik(;) ) e rivendicasse l'omicidio dicendo che egli era un "atttivista" di sx, la polizia dovrebbe venire a cercare te? O qualche altro forumista della CDL?

brunik
22-03-02, 13:32
Originally posted by Claude74

Quando sono state dette quelle parole, Biagi era vivo. Esse vanno lette in quella situazione, cioè come delle critiche all'operato di un tecnico.....che c'è di tanto strano?
Insomma, se qualcuno uccidesse Brunik(;) ) e rivendicasse l'omicidio dicendo che egli era un "atttivista" di sx, la polizia dovrebbe venire a cercare te? O qualche altro forumista della CDL?

Cofferati è un sindacalista che fa il suo lavoro, e ha semplicemente detto che il governo fa gli interessi di Confindustria.

Fecia di Cossato è un propagandista che fa il suo lavoro. A lui non interessa sapere perchè Biagi era senza scorta. Ha paura di Cofferati segretario dei DS e lo copre preventivamente di infamie.

Scajola è un ministro degli interni che non ha fatto il suo lavoro. E pare non se ne vergogni nemmeno.


Panorama 15.3.2002

i servizi segreti paventano il rischio di un attentato come quello che nel maggio 1999 costò la vita a Massimo D'Antona, consulente del ministero del Lavoro. E se all'epoca di D'Antona sul piatto c'era la riforma della concertazione sindacale oggi, nel centro del mirino dei terroristi, ci sarebbero soprattutto gli esponenti delle istituzioni impegnati su temi caldi come l'abolizione dell'articolo 18 su cui governo e sindacati si stanno scontrando da mesi. Ed è chiaro che in cima alla lista dei potenziali obiettivi delle nuove Brigate rosse, anche se non espressamente citati nella relazione, ci sono il ministro del Welfare, Roberto Maroni, e i suoi collaboratori più stretti che lavorano nell'ombra.

Mercoledì 20 Marzo 2002, 13:59

Biagi: Maroni, Avevamo Chiesto a Viminale Sua Tutela
(ASCA) - Roma, 20 mar - Il ministro del Welfare, Roberto Maroni, conferma che piu' volte al Viminale aveva chiesto di ripristinare la scorta per Marco Biagi, ucciso ieri sera a Bologna. Maroni, sollecitato dai giornalisti a Montecitorio, dice: ''Si', e' vero, lo avevo chiesto. Ci sono dei documenti e quindi e' inutile negarlo. Ma sono ormai dettagli che non hanno piu' importanza''.



Mercoledì 20 Marzo 2002, 14:27

Persico, Professore Aveva Ricevuto Minacce
Bologna, 20 mar. - (Adnkronos) - Il procuratore reggente di Bologna Luigi Persico ha confermato oggi, in un incontro in procura, che "il professor Biagi, in epoca non troppo lontana, era stato oggetto di minacce". Al consulente del ministro del Lavoro Roberto Maroni, stando a quanto ha detto il procuratore, sarebbero arrivate numerose lettere minatorie e soprattutto telefonate. L'indagine fu affidata al pm bolognese Giovanni Spinosa, che pero' ha chiuso il fascicolo il 21 settembre 2001 senza essere arrivato ad incriminare alcunche'.

La Stampa 21.3.02

AVVIATA UN´INDAGINE SUI COMITATI PROVINCIALI PER LA SICUREZZA
Inchiesta sui prefetti

Il questore di Bologna, Argenio Romano, si limita a dire: «La richiesta di scorta è partita da Milano e poi è stata estesa a Bologna. Quando la situazione di Biagi è stata ritenuta meno a rischio, la scorta è stata revocata a Milano e lo stesso è stato fatto a Bologna». E c´è chi puntualizza. Il prefetto di Roma, Emilio Del Mese, soppesa le parole una per una: «I servizi di tutela non vengono decisi dal comitato provinciale per l´ordine e la sicurezza, ma in un ambito più ristretto che si chiama sottocomitato di coordinamento. Vi sono ammessi soltanto il prefetto, il questore, il responsabile provinciale dei carabinieri e quello della Finanza. Se si discute di magistrati, e solo in quel caso, partecipa anche un rappresentante degli uffici giudiziari». Queste quattro autorità, dunque, decidono chi ha bisogno di una scorta e chi no? «Esatto: il sottocomitato valuta sulla base delle indicazioni che provengono dalle forze di polizia se è il caso di dare protezione oppure di revocarla. E in caso positivo stabilisce quale misura di protezione adottare: se è sufficiente un´attenzione particolare da parte delle pattuglie, o se serve la "tutela" ossia un agente di protezione, o se addirittura la "scorta", che è una macchina con equipaggio. Decide anche a chi tocca, tra le tre forze di polizia, assicurare protezione. Il sottocomitato, dopo le sue valutazioni, avanza la proposta al Dipartimento della Ps che si trova al ministero. E lì la proposta viene ratificata». In un dialogo tra centro e periferia. «Naturalmente. Il Dipartimento può ratificare oppure no una decisione del comitato provinciale. La finalità è ovvia: è solo il centro che ha la visione più ampia delle cose. Dal ministero si ha una visione generale della minaccia che può andare oltre le conoscenze sul territorio del questore, del colonnello dei carabinieri o di quello della Guardia di Finanza. Naturalmente questi ultimi hanno i loro referenti nei rispettivi comandi generali. Ricevono le informative che è bene che conoscano. E´ evidente che determinate informazioni arrivano anche al questore o al colonnello dei carabinieri». Scusi, ma se il meccanismo è così perfetto come lei lo disegna, perché non gli avete ridato la scorta dopo che i servizi segreti avevano lanciato un allarme così circostanziato? «Su questo punto - dice il prefetto di Roma - mi permetta di non rispondere. E´ materia coperta da riservatezza».

Pieffebi
22-03-02, 14:07
Originally posted by brunik
Vergognati.

Secondo te la vedova ce l'ha con Cofferati o con Scajola?


Per la verità la vedova ce l'ha con entrambi....

Goku
22-03-02, 15:56
Originally posted by brunik
Vergognati.

Secondo te la vedova ce l'ha con Cofferati o con Scajola?
_______________________________________

...trasformare arbitrariamente la giusta ed emotiva - ma anche composta - rabbia della povera vedova in arma di propaganda politica costituisce un'azione (a mio modesto avviso) non meno "vergognosa" di quella di chi tenta di attribuire a Cofferati una qualche forma di "responsabilità morale" dell'attentato sulla base delle sue recenti ed opinabilissime dichiarazioni.

Cerchiamo tutti di non tirare per la giacchetta le del tutto presunte (giacchè nessuno di noi può sapere cosa realmente pensino i parenti) opinioni di una famiglia già duramente provata ed oggi meritevole di veder completamente rispettata la sua riservatezza.

Cordiali saluti

Franci (POL)
22-03-02, 16:11
Originally posted by brunik
Cofferati è un sindacalista che fa il suo lavoro, e ha semplicemente detto che il governo fa gli interessi di Confindustria.

Fecia di Cossato è un propagandista che fa il suo lavoro. A lui non interessa sapere perchè Biagi era senza scorta. Ha paura di Cofferati segretario dei DS e lo copre preventivamente di infamie.

Scajola è un ministro degli interni che non ha fatto il suo lavoro. E pare non se ne vergogni nemmeno.
Brunik è un forumista che fa soltanto copiaincolla e non ha niente da dire di suo. E pare non se ne vergogni nemmeno.

:rolleyes:

C&C
Franci

Colombo da Priverno
22-03-02, 18:56
Invito anche qui tutti i forumisti al rispetto reciproco ed a portare avanti una discussione serena e pacata. E' comprensibile che le scottanti tematiche trattate riscaldino gli animi, ma non è accettabile nessun tipo di insulto ed ogni tipo di violenza verbale. Sicuro della vostra collaborazione vi auguro una buona discussione.

brunik
22-03-02, 19:01
Originally posted by Franci

Brunik è un forumista che fa soltanto copiaincolla e non ha niente da dire di suo. E pare non se ne vergogni nemmeno.

:rolleyes:

C&C
Franci

Cosa pretendi di più da una scimmia, come vengo elegantemente definito dagli alfieri della "cultura dell'amore"?

Io di cose da dire ne ho molte, solo che a differenza di te che non incolli niente perchè hai già pronto il kit delle risposte pronte fornito da Forza Italia vedo di documentare quello che dico.

E infatti nessuno mi risponde mai, si cambia sempre argomento o si tenta di buttarla in rissa passando agli attacchi alla mia persona, che, vi comunico, non mi fanno ne caldo ne freddo.

Resto in attesa di sentire qualcosa di intelligente da parte tua.

Per esempio potresti rispondere a una semplice domanda, che nessuno di voi geni che popolano il forum ha nemmeno tentato di affrontare:

cosa ci faceva Biagi senza senza scorta se i servizi segreti avevano avvisato Scajola che era nel mirino dei terroristi?

La risposta di Scajola è stata la seguente:
la scorta non è servita a Moro, Falcone e Borsellino

Da cui si evince che le scorte non servono.

Infatti l'hanno raddoppiata a Maroni, ora.

mustang
22-03-02, 23:19
Cofferati è un sindacalista che fa il suo lavoro, e ha semplicemente detto che il governo fa gli interessi di Confindustria.

Fecia di Cossato è un propagandista che fa il suo lavoro. A lui non interessa sapere perchè Biagi era senza scorta. Ha paura di Cofferati segretario dei DS e lo copre preventivamente di infamie.

Scajola è un ministro degli interni che non ha fatto il suo lavoro. E pare non se ne vergogni nemmeno.
------------------------------- ---------------------------------
Questo è quanto ha scritto brunik: Cofferati il buon sindacalista; fecia il servo propagandista al quale non frega niente che il dott. Biagi fosse senza scorta; Scajola il ministro inetto.

E poi si lamenta perchè nessuno risponde alle sue argomentazioni.

Anche questa, caro fecia, è una tipica dimostrazione della stolida e volgare arroganza in uso presso certa sinistra italiana.
I buoni di là, i cattivoni di qua.
saluti

brunik
23-03-02, 11:13
Originally posted by mustang
Cofferati è un sindacalista che fa il suo lavoro, e ha semplicemente detto che il governo fa gli interessi di Confindustria.

Fecia di Cossato è un propagandista che fa il suo lavoro. A lui non interessa sapere perchè Biagi era senza scorta. Ha paura di Cofferati segretario dei DS e lo copre preventivamente di infamie.

Scajola è un ministro degli interni che non ha fatto il suo lavoro. E pare non se ne vergogni nemmeno.
------------------------------- ---------------------------------
Questo è quanto ha scritto brunik: Cofferati il buon sindacalista; fecia il servo propagandista al quale non frega niente che il dott. Biagi fosse senza scorta; Scajola il ministro inetto.

E poi si lamenta perchè nessuno risponde alle sue argomentazioni.

Anche questa, caro fecia, è una tipica dimostrazione della stolida e volgare arroganza in uso presso certa sinistra italiana.
I buoni di là, i cattivoni di qua.
saluti


Ok, Mustang, come al solito hai perfettamente ragione.

Ma avrei sempre la domandina alla quale nessuno di voi (che, diversamente da me, non siete certo agit-prop scimmie ammaestrate stolide ed arroganti) ha voluto dare una risposta: se Scajola avesse fatto il suo dovere, Biagi sarebbe vivo ora?


Io sono convinto che la risposta la sapete anche voi, solo che non la potete dire per esigenze "superiori". E' per questo che divagate e mi insultate.

mustang
23-03-02, 17:55
....nemmeno un anno al Viminale.

Solo un fanatico in evidente mala fede può accusare un ministro che da soltanto un anno è responsabile del Viminale della morte di un servitore dello Stato; a fronte di oltre cinquant'anni di governi di centro e di centro sinistra ai quali si debbono aggiungere quelli "distruttivi" degli ultimi sette anni: i due governi Dini, i due governi Prodi, i due governi D'Alema e gli ultimi governi Amato.
Durante i quali il Viminale, e non solo quello, è stato riempito da funzionari scelti da governi di sinistra.
Questa è una ulteriore dimostrazione che la "menzogna" è parte integrante del Dna del comunista o ex comunista pentito o "bugiardo" o "combattente".

In conclusione la sola verità è che Marco Biagi è morto ammazzato da comunisti combattenti.
Niente e nessuno potrà mai cambiare questa realtà, a vostro eterno disonore.

Piccola nota: la scorta alla Boccassini non è stata ridata perchè non era mai stata tolta.
Scajola ha per questo querelato il Procuratore generale di Milano Borrelli.

mustang

brunik
21-04-02, 01:27
Originally posted by Fecia di Cossato
originally posted by Brunik:

...SI E' DIMENTICATO DI DIRE CHE SE AVESSE AVUTO LA SCORTA BIAGI SAREBBE VIVO...

...in altre parole la responsabilità della morte di Marco Biagi sarebbe di Scajola che, secondo loro, avrebbe disposto gli fosse sottratta la scorta. Chissà perchè questo 'ragionamento', degno in tutto e per tutto di una scimmia addestrata alla scuola di Togliatti a ripetere quello che scrive l'Unità, ...

E' chiramente superfluo aggiungere che...

...ogni commento guasterebbe!!!...
Comandante CC Carlo Fecia di Cossato

Riassunto della situazione fatto dalla scimmia stalinista, perchè gli homo sapiens democratici, quelli che dicevano che la colpa era dei girotondi, preferirebbero calare un bel velo di silenzio.

L'indagine interna di Scajola non ha dato alcun risultato. Il fatto che Biagi, nonostante gi avvertimenti, fosse solo e indifeso, secondo il ministro, è colpa della fatalità.



Martedì 16 Aprile 2002, 12:23


Biagi: Scajola, Nessuna Responsabilita' Per Mancata Tutela

(ASCA) - Roma, 16 apr - Dall'indagine condotta dal ministero dell'Interno sulla mancata protezione a Marco Biagi ''non emergono profili di responsabilita' penale o disciplinare. Emerge piuttosto una difficolta' a far circolare un circuito bvalutativo che ha sofferto una sorta di autorferenzialita' del sitsema, che non e' riuscito a procedere a valutazioni complessive, oltre che tecnico-operative''. Lo ha detto al Senato il ministro dell'Interno, Claudio Scajola, ripsondendo ad interrogazioni ed interpellanze. Il responsabile del Viminale ha poi affermato che ''e' necessaria una riforma organica dei servizi di protezione , sicurezza e tutela delle persone a rischio, perche' l'intero sistema ha bisogno di una urgente, efficace, efficiente revisione''

--

I familiari hanno allora denunciato le minacce alla Procura di Bologna che sta ora indagando.

Si ipotizzano i reati di omissione di atti d'ufficio e di omicidio colposo.

Tutto questo nel silenzio dei media. L'unico che ne parla è Il Resto del Carlino, ma sottovoce anche lui.


http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/imgtestata/titolo_carlino.gif

18.4.02
Molti misteri e poca chiarezza


Sulla morte di Marco Biagi: misteri colpevoli. Un silenzio vigile, composto e granitico. Poi Marina Orlandi, la moglie di Marco Biagi, ha fatto sentire la sua voce dopo l'intervento in Senato del ministro Scajola che ha «assolto sul piano amministrativo e penale» tutti coloro che hanno avuto delle responsabilità sul mancato ripristino della protezione al professore. La famiglia del giuslavorista bolognese assassinato un mese fa, prende atto delle conclusioni del titolare del dicastero degli Interni, non ritiene di esprimere valutazioni, anche per non interferire sul lavoro della magistratura bolognese, doverosamente impegnata ad approfondire… Dunque, di fronte a uno Stato che non sa difendere i suoi servitori, la famiglia del nostro professore, armato soltanto del computer e dei suoi valori, si difende da sola. La Procura di Bologna potrà arrivare a chiarire le «presunte condotte omissive» che potrebbero pesare sull'uccisione del docente, obiettivo delle brigate rosse: ipotesi di reato, omissione di atti di ufficio. Forse, omicidio colposo. Gli inquirenti si sono mossi anche su «una richiesta di verifica dei fatti» avanzata dalla famiglia Biagi, e ora la Procura è al lavoro sia sulle vicende legate al delitto sia sulle precedenti minacce di cui è stato vittima Marco Biagi. Ieri i magistrati hanno anche acquisito l'inchiesta amministrativa del prefetto Sorge. Dopo le affermazioni di grande impotenza del ministro Scajola sulla mancanza della scorta, rimangono ancora aperte questioni fondamentali: perché il cervello del nostro apparato di sicurezza ha ignorato l'allarme dei servizi segreti sugli obiettivi delle Br? Il rappresentante del Viminale ha affermato di non essere mai stato informato della situazione di Biagi. Nessuno può però negare la lettera che Biagi stesso inviò al ministro Maroni il 23 settembre, una lettera con la quale il professore chiedeva aiuto. Maroni non l'ha davvero trasmessa a Scajola? Comunque Scajola non può ignorare come è stata applicata la sua direttiva sul taglio alle scorte di altri casi. Le conclusioni del ministro che affermano semplici distonie in un sistema che va rivisto non vanno bene: se anche ci fossero state disfunzioni organizzative, questo di Marco Biagi non può considerarsi un capitolo chiuso. Chiediamo chiarezza e sicurezza. In nome dei diritti Costituzionali, pretendiamo giustizia. E soprattutto non lasciamo nessuno da solo.

di Alessandra Servidori

--

Quando era senza scorta gli telefonavano e gli dicevano: "sappiamo che sei solo". Lui era terrorizzato. Aveva chiesto aiuto a tutti. Nessuno lo ha ascoltato. Anche dopo che i servizi segreti avevano confermato che non era un visionario.

SCAJOLA, PERCHE' NON TI SEI ANCORA DIMESSO?

http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/imgtestata/titolo_carlino.gif

«Ispettore, mi aiuti almeno lei»

Sapeva che lo stavano cercando, il professore. Quando suonava il telefono, a Bologna, Pianoro, a Ravenna, a Modena, il cuore iniziava a battergli forte. Perchè i banditi l'hanno avvisato per tempo, Marco Biagi. «...sappiamo che sei solo, adesso, i tuoi angeli custodi se ne sono appena andati...», diceva un tipo strano senza alcuna inflessione dialettale. Poi riagganciava.
Diavolo! Come facevano quelli a sapere che la scorta, i due poliziotto della Digos che ormai per Biagi erano amici, se ne erano appena andati? Una domanda che il professore ha girato a tanti, agli amici più intimi, certo, ma soprattutto anche a chi, una volta revocata la scorta, aveva comunque il compito di provvedere alla sua sicurezza. Marco Biagi, il braccio destro di Maroni, l'uomo dell'articolo 18, ha chiesto aiuto ovunque. Ha bussato in Prefettura, in questura, a Roma... Niente di niente. Lui, che dava del tu a più di un ministro, ha telefonato persino a un ispettore di polizia, un vecchio amico. «...dammi una mano ti prego — gli ha detto — ...mi minacciano ancora. Sento di averli addosso ma nessuno mi crede, nessuno fa niente.. ho paura.. ho paura per me e per la mia famiglia...». E quello, l'ispettore, a spiegargli che lui, poveretto, era solo l'ultima ruota di un carro poco oliato e traballante. Avrebbe però parlato con chi di dovere, coi superiori, ma mica poteva fare di più.
C'è un'inchiesta anche su questo, adesso. Perchè un mese fa Marco Biagi è morto ammazzato mentre c'era qualcuno davvero convinto si trattasse di un visionario, uno che le telefonate minatorie se le '...poteva pure inventare...'.
Per ora l'inchiesta sulle scorta revocata è un fascicolo conoscitivo. Neppure in questo caso, come per l'omicidio, ci sono indagati, ma se vi fossero sarebbero nomi eccellenti, alti funzionari. Il ministro Scajola, per ora, ha assolto tutti E in via Valdonica, in lacrime, col terrore dentro, c'è chi ingoia rabbia.
Biagio Marsiglia

mustang
21-04-02, 06:30
Appunto: state tutti riferendovi a personaggi e procedure volute e messe là dai governi precedenti, uomini e procedure che non mi sento di criticare per "ignoranza assoluta dei problemi connessi".

Mentre noto la "vostra" bravura nello sfruttare le morti causate dai "combattenti comunisti". Ma si sa: cane non morde cane.
mustang