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Der Wehrwolf
22-03-02, 19:10
Immigrazione, misure ad hoc dal Consiglio dei ministri

Castelli: «Passo avanti per frenare gli sbarchi»
di Giulio Ferrari

Addio alla prassi dell’inettitudine e del cinismo, fardello di demagoghi e speculatori, nelle politiche sull’immigrazione: il Consiglio dei ministri ha approvato un pacchetto di misure che si sposeranno efficacemente alla legge Bossi-Fini, attualmente in esame alla commissione Affari costituzionali della Camera. E la determinazione dimostrata dal governo è stata accolta con soddisfazione dai ministri leghisti: Roberto Castelli, titolare del dicastero della Giustizia, ha dichiarato che «si è fatto un grosso passo avanti nei confronti di quella che rischia di diventare una vera invasione». Tra i provvedimenti varati ieri dall’esecutivo, infatti, c’è la definizione del commissario straordinario per i coordinamento delle iniziative di contrasto alla clandestinità degli stranieri irregolari. Una figura, da tempo caldeggiata dalla Lega Nord, che avrà il compito di archiviare il periodo della disorganizzazione e delle iniziative estemporanee, attuando e dirigendo politiche e iniziative tali da rispondere in maniera coerente e sinergica al traffico di esseri umani. Alla nomina del commissario, farà peraltro seguito una seria politica estera in ambito comunitario ed extracomunitario. Nel primo caso, il Consiglio dei ministri ha auspicato, come si legge in un comunicato, che vengano compiuti i passi necessari preso gli altri stati dell’Unione europea per fare delle frontiere italiane «la frontiera d’Europa», ovvero sollecitare la collaborazione e il coinvolgimento dei partners nel sostegno alle misure di controllo del “confine mediterraneo”. Tra i popoli del Vecchio Continente, infatti, cresce la consapevolezza del pericolo rappresentato dall’immigrazione: secondo una ricerca effettuata dalla Fondazione Nord-Est, il 36% dei cittadini europei ha capito che gli immigrati costituiscono un’innegabile minaccia, soprattutto per quanto riguarda la sicurezza, l’ordine pubblico e l’occupazione. D’altra parte, saldo nel principio di «coniugare la solidarietà al rigore», come ha affermato anche ieri il ministro per gli Affari regionali Enrico La Loggia, il governo si impegna a tendere una mano alle nazioni più bisognose. In questo spirito, il Consiglio dei ministri ha annunciato interventi finanziari a sostegno dei paesi che adottano adeguate politiche di contenimento del fenomeno migratorio, al fine di favorire uno sviluppo economico al loro interno. In caso contrario, quando sarà evidenziata la complicità delle istituzioni locali con il traffico di clandestini, non mancheranno le “ritorsioni”, come il richiamo per consultazioni degli ambasciatori italiani presso i paesi da cui hanno origine i flussi migratori. Misure serie e concrete, che annunciano una svolta di legalità e responsabilità su una materia dove hanno sinora prevalso demagogia e malafede. Così che il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha potuto esprimere «apprezzamento per la buona volontà dimostrata dal governo nel fare passi avanti, rispetto a quello che sta assumendo i contorni di un problema epocale». Il Guardasigilli ha sottolineato che la Lega Nord «vorrebbe ciò che vogliono tutti i cittadini, e cioè che venga posto un argine a quella che rischia di diventare una vera invasione. Mi rendo conto - ha concluso Castelli - che ci sono notevolissimi problemi di carattere legislativo e di norme internazionali». Ma la giornata di ieri, ha visto anche il Consiglio dei ministri dichiarare lo stato di emergenza, proposto da Scajola, in conseguenza dell’ultimo massiccio approdo di clandestini in Sicilia. Con lo sbarco dell’altro giorno di un migliaio di stranieri, in prevalenza curdi, nei primi tre mesi di quest’anno l’isola ha conosciuto un incremento degli arrivi irregolari: oltre 3000 casi accertati contro i 5000 verificatisi in tutto il 2001. La misura dello stato di emergenza in Sicilia era già stata disposta in passato da Giorgio Napolitano, ministro dell’Interno del centrosinistra. Ma ieri è stata percorsa anche una nuova tappa del disegno di legge Bossi-Fini sull’immigrazione, al vaglio della commissione Affari costituzionali della Camera. Nella sua relazione Isabella Bertolini di Forza Italia, ha ribadito che «la legge è blindata su due principi cardine e cioè il collegamento tra permesso di soggiorno e contratto di lavoro, e la posizione ferma con i clandestini; si tratta - ha aggiunto - di un impegno preso non solo dal governo, ma dalla Casa delle libertà davanti agli elettori». E oggi si apre la discussione generale sulla normativa tanto attesa dagli italiani assillati dalla recrudescenza della criminalità d’importazione, dibattito che dovrà tener conto anche di precise scadenze perchè, trattandosi di procedura d’urgenza, il testo dovrà approdare in aula tra un mese esatto, il 21 aprile. In margine all’esame della legge sull’immigrazione, si registra una polemica innescata dal capogruppo dei Verdi al Senato, Stefano Boco, che si è esibito in un attacco alla Lega con argomenti di un livello congeniale alla sinistra. Gli ha risposto per le rime il senatore leghista Ettore Pirovano, ricordando che il diritto alla convivenza «si conquista col lavoro e il rispetto, non con assassini, stupri e violenze che i “poveri immigrati clandestini” stanno perpetrando quotidianamente».


Dussin (Lega): Necessario scortare le navi fino ai Paesi
di provenienza, altrimenti lasciamole in acque internazionali
«Sinistra, unica nemica della Bossi-Fini»
Tutta la maggioranza è compatta sulla nuova normativa
L’Ulivo è per l’invasione
di Alessadro Morelli

Tempi strettissimi per la legge sull’immigrazione Bossi-Fini, già licenziata dal Senato, e ora in discussione alla Camera. Ieri c’è stata la prima presentazione della nuova norma nell’ambito della Commissione Affari Istituzionali, che dopo la richiesta di urgenza posta dal governo, ha un mese di tempo per portare il testo di legge in aula. «I tempi dipendono unicamente dalle intenzioni della sinistra - ha spiegato l’onorevole leghista, Luciano Dussin -. È molto probabile che la minoranza abbia tutte le intenzioni di rallentare al massimo l’iter per l’approvazione da parte della commissione, come d’altronde è già successo al Senato».
Attraverso quali strumenti la minoranza può rallentare i lavori?
«Solo oggi - ieri per chi legge ndr -, giornata in cui non c’è stata discussione ma la semplice presentazione del testo passato al Senato, la sinistra ha richiesto una serie di verifiche ed audizioni nel tentativo di allungare i tempi. Il presidente della commissione, però, ha rigettato le richieste visto che sono già state discusse in Senato, facendo notare che esse erano puramente strumentali. Inoltre la sinistra potrà presentare emendamenti al testo legislativo, presumibilmente migliaia».
Ma la legge dovrà comunque arrivare in aula entro il 21 aprile, esatto?
«Si, ma sono convinto che la minoranza dovrà assumersi le responsabilità morali per il suo comportamento rispetto al Paese. L’infame legge Turco-Napolitano va cambiata in fretta, ed il loro comportamento in commissione non fa altro che rallentare i lavori».
I risultati della Turco Napolitano sono, in questi giorni, sotto gli occhi di tutti. Secondo lei in questo momento la Cdl paga per le scelte sbagliate dello scorso governo?
«Sicuramente, ma la legge di sinistra non è l’unico caso. Dopo quasi un anno di maggioranza posso tranquillamente affermare che ci avevano preparato un vero “terreno minato”, che non ha fatto altro che rallentare le nostre riforme. Il programma della Casa delle Libertà era chiarissimo, e gli elettori ci hanno premiato proprio per questa ragione, abbiamo quindi il diritto di governare nel rispetto della democrazia. Proprio per questo è giusto che l’opposizione utilizzi tutti gli strumenti a sua disposizione per apportare le proprie idee. Ma è assolutamente sbagliato porsi come unico obiettivo il puro ostruzionismo, soprattutto su un argomento tanto urgente quanto l’immigrazione. Finché la Turco Napolitano rimarrà in vigore avremo le “mani legate” rispetto all’invasione che è ora in atto».
Il Consiglio dei ministri ha approvato lo stato di emergenza sull’argomento immigrazione, inoltre, proprio come pubblicamente richiesto dal ministro Bossi, c’è stato il sì alla nomina di un commissario. È il segno della compattezza del governo sul tema?
«Le decisioni prese dal Cdm sono la dimostrazione della nostra unità. Sono però convinto che per far lavorare concretamente il commissario sarà necessario adottare degli strumenti legislativi assolutamente diversi dalla Turco-Napolitano oggi in vigore. Finché rimane questo stato di emergenza, i cui colpevoli sono i vecchi governanti, sarà necessario avere una figura con poteri particolari. Risolta la “crisi” attuale ritengo che la nuova legge abbia tutte le caratteristiche per assicurare che l’immigrazione sia realmente controllata. Innanzitutto per quanto riguarda i rapporti con i Paesi che maggiormente creano emigrazione, come Turchia, Algeria e altri. A questi Stati noi proponiamo reali aiuti e non mero assistenzialismo se si avvicinano, in termini di diritti umani, istruzione e valori democratici, ai requisiti occidentali. Questo, secondo noi, avrà evidenti benefici per il progresso dei Paesi più poveri».
Dopo gli ultimi sbarchi si sono levate molte voci, compresa quella del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, perché anche gli altri Stati dell’Unione Europea si impegnino per adottare strategie comuni contro il fenomeno dell’immigrazione clandestina. Lei cosa ne pensa?
«Che l’iniziativa sia estremamente logica. Purtroppo però, per ora, molti governi europei sono ancora di sinistra e quindi, evidentemente, favorevoli all’invasione. Sono convinto che tra pochi mesi tutto cambierà. Italia e Spagna sono state le apripista, ora è toccato al Portogallo e tra breve toccherà a Germania e Francia di mandare a casa le sinistre. Quando il cambio sarà avvenuto riceveremo risposte valide dall’Europa. Dei governanti dei Paesi socialdemocratici non mi fido, e come dimostrano le elezioni e i sondaggi che si stanno susseguendo, neanche i cittadini vogliono più essere governati dalle varie emanazioni dell’Ulivo mondiale. Per questo sono convinto che la legge Bossi-Fini sia la prima di una serie di leggi che nei prossimi mesi verranno approvate in tutta Europa».
Come risolvere ora il problema delle carrette dei mari?
«Con la collaborazione degli stessi clandestini: vede se la polizia di frontiere scopre degli extracomunitari che cercano di entrare, ad esempio, dal confine sloveno, non si preoccupa se questi siano turchi, algerini o altro, semplicemente li rispedisce nel Paese da cui stanno cercando di entrare. Allo stesso modo, se viene scoperta una carretta del mare in procinto di entrare nelle acque nazionali, è necessario offrire ai clandestini i doverosi aiuti sanitari e umanitari, e avere da loro le informazioni per poterli scortare nel Paese da cui sono partiti. Se manca la loro collaborazione sarà necessario riportarli in acque internazionali, instaurando un sistema di deterrenza reale».