pigna2
23-03-02, 12:59
Esprimo la piena ed incondizionata approvazione al governo per avere ritirato la sua partecipazione ufficiale dal Salone del Libro di Parigi. I Francesi hanno dimostrato assoluta mancanza di rispetto per l'Italia , hanno dimostrato di non conoscere le regole dell'ospitalità e della democrazia , hanno dimostrato , ancora una volta , di avere la memoria corto , molto corta , quando pretendono di insegnare ad altri le regole della democrazia -
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PARIGI – Il governo italiano ritira la sua partecipazione ufficiale al Salone del Libro di Parigi, in segno di protesta per la contestazione che nella serata di giovedì ha impedito l'inaugurazione del padiglione dedicato alla cultura della Penisola. Gli incidenti che hanno coinvolto il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, al centro di un'accesa contestazione, hanno spinto alla clamorosa decisione, annunciata durante una conferenza stampa, dal sottosegretario ai Beni Culturali Nicola Bono. La manifestazione rischia di diventare un nodo diplomatico. Il sottosegretario ha motivato questa scelta dicendo che sono venute a mancare le condizioni di sicurezza per i politici presenti. Secondo Bono, non è escluso che in un secondo momento il governo italiano faccia un passo ufficiale di protesta contro quello francese. Il sottosegretario rimprovera al governo francese l'assenza di un servizio d'ordine per il contenimento dei cinquanta manifestanti anti-Berlusconi che hanno fatto deragliare l'inaugurazione. "Per far funzionare il Salone da un punto di vista cultura - ha detto - è necessario annullare la presenza politica e istituzionale". I contestatori: una protesta contro il paradosso italiano del conflitto d'interessi . Il ministro della Cultura, Giuliano Urbani, sottolinea che il ritiro della delegazione italiana "è stato un atto del tutto dovuto, dopo quanto accaduto giovedì ".
Il ministro Castelli rincara: "Parigi è un rifugio sicuro per molti latitanti che hanno commesso delitti gravissimi in Italia . La Francia è favorevole al mandato di cattura europeo e poi non ce li consegna. C'è un paradosso: coloro che fanno azioni condannabili, ovvero proteggono terroristi, si schierano poi a parole per la democrazia e condannano noi che siamo vittime dei delitti commessi dai latitanti da loro ospitati''.
Bono ha dichiarato che la decisione di ritirare la delegazione del governo italiano dal Salone del Libro e di annullare tutte le manifestazioni da questa organizzate è stata presa ''dopo intense consultazioni telefoniche con il primo ministro Silvio Berlusconi''. ''Non siamo fuggiti, come alcuni hanno scritto - ha aggiunto il sottosegretario - ma siamo stati costretti a lasciare lo stand perché non c'era un servizio d'ordine che ci garantisse di poter espletare il nostro lavoro. E oggi ci ritiriamo, ha proseguito, perché gli organizzatori del Salone ci hanno fatto sapere di non essere in grado di assicurarci che non ci saranno altre manifestazioni analoghe a quella di ieri''.
Le accuse politiche sono comunque tutte verso Catherine Tasca. "Un Paese amico dell'Italia - ha detto Bono - non è stato in grado di garantire le condizioni di sicurezza ai rappresentanti politici". Alain Elkann, dal canto suo, ha ribadito come "pochi italiani hanno portato avanti azioni dimostrative contro l'Italia", mentre Vittorio Sgarbi, in tre quarti d'ora di discorso, ha ribadito le pesanti responsabilità del ministro Tasca: ha accusato il ministro della cultura di essere ''l'ideologa'' che muove i giovani contestatori.
Al momento non ci sono scrittori che hanno deciso di abbandonare la kermesse in sostegno al Governo. In mattinata era già stato reso noto che il Padiglione Italia avrebbe annullato tutti gli appuntamenti ufficiali A partire dagli incontri in programma in mattinata. Non avrà luogo il dibattito coordinato da Alain Elkann, consigliere culturale per la diffusione del libro all'Estero del nostro Ministero, su Il lavoro culturale tra Italia e Francia.
Il sottosegretario Vittorio Sgarbi, oggetto della contestazione e al centro delle polemiche, non si è visto e non ha tenuto la sua 'Lectio magistralis' sulla storia e la geografia dell'arte, come aveva invece assicurato durante la conferenza stampa in cui sono state spiegate le ragioni del ritiro dell'Italia ufficiale dal Salone. " Ci andrò nella mia veste di scrittore, appena finita la conferenza stampa'', aveva detto, affermando di aver ricevuto una telefonata in cui il consigliere diplomatico di palazzo Chigi Gianni Castellaneta gli diceva di andare a tenere la sua lezione, ''ma senza parlare di politica''. Il sottosegretario ai beni culturali ha invece trascorso il pomeriggio dando interviste a numerose televisioni e radio. Agli organizzatori del Salone ha detto che la visita è rimandata a domani, ma non ha precisato l'ora.
Il ministro della Cultura francese, Catherine Tasca ha espresso la sua "disapprovazione'' per la protesta anti-Berlusconi che ieri sera ha turbato l'inaugurazione del padiglione italiano al Salone del Libro. ''Il Salone, manifestazione professionale e culturale di grande importanza, deve restare - ha sottolineato il ministro francese in un comunicato - il luogo di riflessione e di dialogo tra tutti quanti attorno al libro fanno vivere nei nostri paesi il dibattito culturale''. Tasca, le cui dichiarazioni che esprimevano l'ostilità alla partecipazione di Berlusconi alla manifestazione, adesso auspica che l'evento ''contribuisca all'approfondimento degli scambi culturali antichi e così ricchi tra l'Italia e la Francia''. ''Ci rammarichiamo ancora una volta per i disordini di ieri sera all'inaugurazione del padiglione italiano al Salone del Libro'': il ministero degli Esteri
francese, con un comunicato del portavoce, fa eco alla ''vivissima disapprovazione'' per la contestazione espressa dal ministro della Cultura, Catherine Tasca. ''Per quanto riguarda la reazione delle autorita' italiane - prosegue il portavoce del Quai d'Orsay - diamo loro assicurazione che la Francia resta attaccatissima allo sviluppo delle relazioni culturali con l'Italia, in particolare nel settore del libro, dove i rapporti sono eccezionalmente densi, ricchi e antichi''.
C'è scompiglio tra gli intellettuali italiani invitati alla kermesse . "Non sappiamo ancora di preciso quali appuntamenti saranno confermati - dice Carlo Lucarelli, a Parigi con Nicolò Ammanniti - Non avevamo colto la portata di una contestazione, quella di ieri sera, che c'era sembrata nei limiti: non abbiamo visto nè botte nè spintoni". Poi, il giallista si lancia in una provocazione: "Vorrà dire che faremo una delegazione ombra. Ci divideremo gli incarichi: Ammanniti prende il ministero della Cultura, io l'educazione". Scherza anche Sandrone Dazieri, pure giallista, invitato dagli editori francesi. "Mi propongo allora per gli Interni - aggiunge, mentre è in partenza per la capitale francese - quel che ho capito è solo che c'è una grande confusione"
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PARIGI – Il governo italiano ritira la sua partecipazione ufficiale al Salone del Libro di Parigi, in segno di protesta per la contestazione che nella serata di giovedì ha impedito l'inaugurazione del padiglione dedicato alla cultura della Penisola. Gli incidenti che hanno coinvolto il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, al centro di un'accesa contestazione, hanno spinto alla clamorosa decisione, annunciata durante una conferenza stampa, dal sottosegretario ai Beni Culturali Nicola Bono. La manifestazione rischia di diventare un nodo diplomatico. Il sottosegretario ha motivato questa scelta dicendo che sono venute a mancare le condizioni di sicurezza per i politici presenti. Secondo Bono, non è escluso che in un secondo momento il governo italiano faccia un passo ufficiale di protesta contro quello francese. Il sottosegretario rimprovera al governo francese l'assenza di un servizio d'ordine per il contenimento dei cinquanta manifestanti anti-Berlusconi che hanno fatto deragliare l'inaugurazione. "Per far funzionare il Salone da un punto di vista cultura - ha detto - è necessario annullare la presenza politica e istituzionale". I contestatori: una protesta contro il paradosso italiano del conflitto d'interessi . Il ministro della Cultura, Giuliano Urbani, sottolinea che il ritiro della delegazione italiana "è stato un atto del tutto dovuto, dopo quanto accaduto giovedì ".
Il ministro Castelli rincara: "Parigi è un rifugio sicuro per molti latitanti che hanno commesso delitti gravissimi in Italia . La Francia è favorevole al mandato di cattura europeo e poi non ce li consegna. C'è un paradosso: coloro che fanno azioni condannabili, ovvero proteggono terroristi, si schierano poi a parole per la democrazia e condannano noi che siamo vittime dei delitti commessi dai latitanti da loro ospitati''.
Bono ha dichiarato che la decisione di ritirare la delegazione del governo italiano dal Salone del Libro e di annullare tutte le manifestazioni da questa organizzate è stata presa ''dopo intense consultazioni telefoniche con il primo ministro Silvio Berlusconi''. ''Non siamo fuggiti, come alcuni hanno scritto - ha aggiunto il sottosegretario - ma siamo stati costretti a lasciare lo stand perché non c'era un servizio d'ordine che ci garantisse di poter espletare il nostro lavoro. E oggi ci ritiriamo, ha proseguito, perché gli organizzatori del Salone ci hanno fatto sapere di non essere in grado di assicurarci che non ci saranno altre manifestazioni analoghe a quella di ieri''.
Le accuse politiche sono comunque tutte verso Catherine Tasca. "Un Paese amico dell'Italia - ha detto Bono - non è stato in grado di garantire le condizioni di sicurezza ai rappresentanti politici". Alain Elkann, dal canto suo, ha ribadito come "pochi italiani hanno portato avanti azioni dimostrative contro l'Italia", mentre Vittorio Sgarbi, in tre quarti d'ora di discorso, ha ribadito le pesanti responsabilità del ministro Tasca: ha accusato il ministro della cultura di essere ''l'ideologa'' che muove i giovani contestatori.
Al momento non ci sono scrittori che hanno deciso di abbandonare la kermesse in sostegno al Governo. In mattinata era già stato reso noto che il Padiglione Italia avrebbe annullato tutti gli appuntamenti ufficiali A partire dagli incontri in programma in mattinata. Non avrà luogo il dibattito coordinato da Alain Elkann, consigliere culturale per la diffusione del libro all'Estero del nostro Ministero, su Il lavoro culturale tra Italia e Francia.
Il sottosegretario Vittorio Sgarbi, oggetto della contestazione e al centro delle polemiche, non si è visto e non ha tenuto la sua 'Lectio magistralis' sulla storia e la geografia dell'arte, come aveva invece assicurato durante la conferenza stampa in cui sono state spiegate le ragioni del ritiro dell'Italia ufficiale dal Salone. " Ci andrò nella mia veste di scrittore, appena finita la conferenza stampa'', aveva detto, affermando di aver ricevuto una telefonata in cui il consigliere diplomatico di palazzo Chigi Gianni Castellaneta gli diceva di andare a tenere la sua lezione, ''ma senza parlare di politica''. Il sottosegretario ai beni culturali ha invece trascorso il pomeriggio dando interviste a numerose televisioni e radio. Agli organizzatori del Salone ha detto che la visita è rimandata a domani, ma non ha precisato l'ora.
Il ministro della Cultura francese, Catherine Tasca ha espresso la sua "disapprovazione'' per la protesta anti-Berlusconi che ieri sera ha turbato l'inaugurazione del padiglione italiano al Salone del Libro. ''Il Salone, manifestazione professionale e culturale di grande importanza, deve restare - ha sottolineato il ministro francese in un comunicato - il luogo di riflessione e di dialogo tra tutti quanti attorno al libro fanno vivere nei nostri paesi il dibattito culturale''. Tasca, le cui dichiarazioni che esprimevano l'ostilità alla partecipazione di Berlusconi alla manifestazione, adesso auspica che l'evento ''contribuisca all'approfondimento degli scambi culturali antichi e così ricchi tra l'Italia e la Francia''. ''Ci rammarichiamo ancora una volta per i disordini di ieri sera all'inaugurazione del padiglione italiano al Salone del Libro'': il ministero degli Esteri
francese, con un comunicato del portavoce, fa eco alla ''vivissima disapprovazione'' per la contestazione espressa dal ministro della Cultura, Catherine Tasca. ''Per quanto riguarda la reazione delle autorita' italiane - prosegue il portavoce del Quai d'Orsay - diamo loro assicurazione che la Francia resta attaccatissima allo sviluppo delle relazioni culturali con l'Italia, in particolare nel settore del libro, dove i rapporti sono eccezionalmente densi, ricchi e antichi''.
C'è scompiglio tra gli intellettuali italiani invitati alla kermesse . "Non sappiamo ancora di preciso quali appuntamenti saranno confermati - dice Carlo Lucarelli, a Parigi con Nicolò Ammanniti - Non avevamo colto la portata di una contestazione, quella di ieri sera, che c'era sembrata nei limiti: non abbiamo visto nè botte nè spintoni". Poi, il giallista si lancia in una provocazione: "Vorrà dire che faremo una delegazione ombra. Ci divideremo gli incarichi: Ammanniti prende il ministero della Cultura, io l'educazione". Scherza anche Sandrone Dazieri, pure giallista, invitato dagli editori francesi. "Mi propongo allora per gli Interni - aggiunge, mentre è in partenza per la capitale francese - quel che ho capito è solo che c'è una grande confusione"
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