Mjollnir
24-03-02, 00:45
quote:
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Originally posted by Mjollnir
Patrizio, penso che ci si debba porre piuttosto la questione di a quale rito partecipare e non se partecipare o no ad rito in quanto tale. Altrimenti ti chiedo cosa bisognerebbe fare - dal pto di vista tradizionalista integrale - per liberarsi del giudeo-cristianesimo: infiltrarsi nella chiesa romana e favorire la fuoriuscita dai suoi riti dei contenuti biblici per riaffermarne la continuità col mondo romano preesistente ? Mi sembra un'impresa ardua. D'altra parte, si può dire che la chiesa abbia mantenuto la continuità del rito ? O non è invece che, tradendone i significati originari, sia proprio lei la responsabile della frattura ? Ed il suo rito, a che divino ricollega ? Non è forse un falso divino, una contraffazione, visto che ha generato la secolarizzazione ? Evidentemente la funzione di ponte tra divino ed umano non le è riuscito. O no ?
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Mjollnir, credo che le tante questioni che si possono muovere al cattolicesimo (o meglio al cristianesimo tout court, visto che la polemica è paganesimo-cristianesimo) vengano risolte in chi se le pone, dalla lettura attenta dell'Evola più maturo, ma soprattutto dalla lettura di Guénon (e degli altri grandi tradizionalisti Schuon, Hamvas, Burckhardt, Coomaraswamy) - appurato che la semplice lettura in sè non conduce da nessuna parte ma può solo operare (questo sì) una positiva dischiusura di diversi aspetti della Conoscenza.
Un rito o è valido o non lo è, e fino a prova contraria non può essere dimostrato che il rito cattolico non sia tradizionalmente valido - nemmeno le storture del Concilio Vaticano II sono bastate a disabilitarlo (almeno per ora).
Comprendo il tuo dubbio, ma, come si può affermare che la spiritualità ariana non sia entrata nel cristianesimo, facendolo diventare cattolicesimo? O credi che le cattedrali medievali non fossero prodotti abbastanza ariani?
Questo non ha certo estromesso gli aspetti derivanti dalla tradizione ebraica, e difatti tu contesti una natura ibrida al cattolicesimo (cosa difficilmente contestabile). Ma, puoi affermare che esista o sia esistita una tradizione rimasta puramente di derivazione mono-etnica? Fatti una carrellata delle vie religiose viventi, e vedi un po'. Per quanto riguarda quelle non più viventi, come l'odinismo, sai quanti aspetti di essa sono stati mutuati dai Germani dall'Asia mongola? Basti pensare agli aspetti sciamanici di Odino e alla sua stessa figura, secondo alcuni un "prestito" di età Voelkerwanderungen, quindi per niente ariano. Per non parlare degli aspetti non-ariani del celtismo, cui abbiamo già fatto cenno.
In definitiva, il diritto del cattolicesimo sulle genti europee non è più contestabile - a meno di non voler ragionare (ripeto!) in termini del tutto laici, di archeologismo spirituale, come se bastasse il desiderio di riportare in vita una tardizione morta (o meglio: confluita in altro) per poter rimettere una civiltà su altri binari. I fatti spirituali ci sono dati, e non ci è lecito (perché non abbiamo alcun mezzo in proposito, provenendo tali fatti dall'alto e non dal basso - a meno, ripeto ancora, di non voler ragionare in maniera laica) condannarli o denigrarli, ma solo COMPRENDERLI DAL PUNTO DI VISTA TRADIZIONALE: e qui si può allora dibattere su quali siano le peculiarità delle forme abramiche, rispetto alle altre; ma fermo restando che sono perfettamente legittime, oltreché provvidenziali.
Ciao.
Caro Patrizio
ritorna qui il problema delle categorie del tradizionalismo integrale, come l'unità esoterica delle fedi, la continuità del rito, l'assoluta oggettività dei fatti spirituali, ecc..., alle quali tu attribuisci efficacia praticamente inesorabile, mentre a mio parere rimangono inadeguate.
Cominciamo dal sincretismo: è innegabile che nella storia delle credenze si siano sempre avuti fenomeni di questo tipo, tuttavia esso può avvenire a vari livelli ed in misura differente. Non ogni "prestito" o "scambio" di mitologemi ha la stessa portata.
Circa la figura di Odino-Wotan, da tempo G. Dumezil (Gli Dèi dei Germani. Saggio sulla formazione della religione scandinava), E. Turville-Petre (Myth and religion of the North) e Jan de Vries (Altgermanische Religionsgeschichte) hanno fatto giustizia dell'ipotesi della derivazione asiatica (o secondo alcuni addirittura mediterranea !) del Padre degli Dèi germanico: essa era stata avanzata da B. Kummer, Midgards Untergang e proseguita dal teorico del nordicismo etnico H. Guenther,Frommigkeit nordischer Artung, che rifiutavano soprattutto il suo carattere sciamanico ed "impenetrabile" ed il ricorso alla magia. Ma la loro incomprensione di questa figura deriva sia dall'utilizzo del criterio cronologico, sia soprattutto dall'aver trascurato ( o non aver capito, + probabilmente) che Odino è già una ipostasi della divinità della prima funzione, una delle 2, in quanto è complementare al dio Tyr. Quest'ultimo, però, è molto meno conosciuto perchè nel corso dei secoli Odino ha esercitato una certa "egemonia" sia sul dio complementare della 1° funzione, sia su quello della 2°, Thor. Questo è accaduto anche nella religione romana con Juppiter che in pratica "oscura" Dius Fidius. Il presunto sciamanismo asiatico di Odino è una unilateralizzazione del fatto che questo dio rappresenta l'aspetto varunico della sovranità, quindi il lato oscuro, notturno, misterioso, terribile e vendicatore, mentre Tyr rappresentava l'aspetto mitriaco, quindi chiaro, solare, pacifico, benevolo ecc... Ma entrambi garantiscono, con modalità diverse, la sacralità della giustizia e dell'ordine cosmico, il rispetto della gerarchia degli dei e quindi anche degli uomini. Se si considerano, infatti, i miti e gli episodi in cui Odino farebbe sfoggio della sua "stregoneria", si vede chiaramente che la magia dei "vincoli" e dei legami che muta le sorti delle battaglie hanno lo scopo di punire il dio della seconda funzione ed i suoi devoti dalla colpa + grave per loro, e cioè l'insubordinazione, l'arroganza, la brama di potere. In una parola, la hybris del guerriero che rivendicando per sé anche la sovranità in nome della potenza materiale, sconvolge l'ordine del cosmo ed i giusti rapporti tra le funzioni.
Al di là di questo, non ci sono motivi per imputare ad Odino una origine allogena nel pantheon nordico o comunque una comparsa recente; è presente fin dalle origini del paganesimo nordico come dio principale, venerato soprattutto dalla classe aristocratica.
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Originally posted by Mjollnir
Patrizio, penso che ci si debba porre piuttosto la questione di a quale rito partecipare e non se partecipare o no ad rito in quanto tale. Altrimenti ti chiedo cosa bisognerebbe fare - dal pto di vista tradizionalista integrale - per liberarsi del giudeo-cristianesimo: infiltrarsi nella chiesa romana e favorire la fuoriuscita dai suoi riti dei contenuti biblici per riaffermarne la continuità col mondo romano preesistente ? Mi sembra un'impresa ardua. D'altra parte, si può dire che la chiesa abbia mantenuto la continuità del rito ? O non è invece che, tradendone i significati originari, sia proprio lei la responsabile della frattura ? Ed il suo rito, a che divino ricollega ? Non è forse un falso divino, una contraffazione, visto che ha generato la secolarizzazione ? Evidentemente la funzione di ponte tra divino ed umano non le è riuscito. O no ?
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Mjollnir, credo che le tante questioni che si possono muovere al cattolicesimo (o meglio al cristianesimo tout court, visto che la polemica è paganesimo-cristianesimo) vengano risolte in chi se le pone, dalla lettura attenta dell'Evola più maturo, ma soprattutto dalla lettura di Guénon (e degli altri grandi tradizionalisti Schuon, Hamvas, Burckhardt, Coomaraswamy) - appurato che la semplice lettura in sè non conduce da nessuna parte ma può solo operare (questo sì) una positiva dischiusura di diversi aspetti della Conoscenza.
Un rito o è valido o non lo è, e fino a prova contraria non può essere dimostrato che il rito cattolico non sia tradizionalmente valido - nemmeno le storture del Concilio Vaticano II sono bastate a disabilitarlo (almeno per ora).
Comprendo il tuo dubbio, ma, come si può affermare che la spiritualità ariana non sia entrata nel cristianesimo, facendolo diventare cattolicesimo? O credi che le cattedrali medievali non fossero prodotti abbastanza ariani?
Questo non ha certo estromesso gli aspetti derivanti dalla tradizione ebraica, e difatti tu contesti una natura ibrida al cattolicesimo (cosa difficilmente contestabile). Ma, puoi affermare che esista o sia esistita una tradizione rimasta puramente di derivazione mono-etnica? Fatti una carrellata delle vie religiose viventi, e vedi un po'. Per quanto riguarda quelle non più viventi, come l'odinismo, sai quanti aspetti di essa sono stati mutuati dai Germani dall'Asia mongola? Basti pensare agli aspetti sciamanici di Odino e alla sua stessa figura, secondo alcuni un "prestito" di età Voelkerwanderungen, quindi per niente ariano. Per non parlare degli aspetti non-ariani del celtismo, cui abbiamo già fatto cenno.
In definitiva, il diritto del cattolicesimo sulle genti europee non è più contestabile - a meno di non voler ragionare (ripeto!) in termini del tutto laici, di archeologismo spirituale, come se bastasse il desiderio di riportare in vita una tardizione morta (o meglio: confluita in altro) per poter rimettere una civiltà su altri binari. I fatti spirituali ci sono dati, e non ci è lecito (perché non abbiamo alcun mezzo in proposito, provenendo tali fatti dall'alto e non dal basso - a meno, ripeto ancora, di non voler ragionare in maniera laica) condannarli o denigrarli, ma solo COMPRENDERLI DAL PUNTO DI VISTA TRADIZIONALE: e qui si può allora dibattere su quali siano le peculiarità delle forme abramiche, rispetto alle altre; ma fermo restando che sono perfettamente legittime, oltreché provvidenziali.
Ciao.
Caro Patrizio
ritorna qui il problema delle categorie del tradizionalismo integrale, come l'unità esoterica delle fedi, la continuità del rito, l'assoluta oggettività dei fatti spirituali, ecc..., alle quali tu attribuisci efficacia praticamente inesorabile, mentre a mio parere rimangono inadeguate.
Cominciamo dal sincretismo: è innegabile che nella storia delle credenze si siano sempre avuti fenomeni di questo tipo, tuttavia esso può avvenire a vari livelli ed in misura differente. Non ogni "prestito" o "scambio" di mitologemi ha la stessa portata.
Circa la figura di Odino-Wotan, da tempo G. Dumezil (Gli Dèi dei Germani. Saggio sulla formazione della religione scandinava), E. Turville-Petre (Myth and religion of the North) e Jan de Vries (Altgermanische Religionsgeschichte) hanno fatto giustizia dell'ipotesi della derivazione asiatica (o secondo alcuni addirittura mediterranea !) del Padre degli Dèi germanico: essa era stata avanzata da B. Kummer, Midgards Untergang e proseguita dal teorico del nordicismo etnico H. Guenther,Frommigkeit nordischer Artung, che rifiutavano soprattutto il suo carattere sciamanico ed "impenetrabile" ed il ricorso alla magia. Ma la loro incomprensione di questa figura deriva sia dall'utilizzo del criterio cronologico, sia soprattutto dall'aver trascurato ( o non aver capito, + probabilmente) che Odino è già una ipostasi della divinità della prima funzione, una delle 2, in quanto è complementare al dio Tyr. Quest'ultimo, però, è molto meno conosciuto perchè nel corso dei secoli Odino ha esercitato una certa "egemonia" sia sul dio complementare della 1° funzione, sia su quello della 2°, Thor. Questo è accaduto anche nella religione romana con Juppiter che in pratica "oscura" Dius Fidius. Il presunto sciamanismo asiatico di Odino è una unilateralizzazione del fatto che questo dio rappresenta l'aspetto varunico della sovranità, quindi il lato oscuro, notturno, misterioso, terribile e vendicatore, mentre Tyr rappresentava l'aspetto mitriaco, quindi chiaro, solare, pacifico, benevolo ecc... Ma entrambi garantiscono, con modalità diverse, la sacralità della giustizia e dell'ordine cosmico, il rispetto della gerarchia degli dei e quindi anche degli uomini. Se si considerano, infatti, i miti e gli episodi in cui Odino farebbe sfoggio della sua "stregoneria", si vede chiaramente che la magia dei "vincoli" e dei legami che muta le sorti delle battaglie hanno lo scopo di punire il dio della seconda funzione ed i suoi devoti dalla colpa + grave per loro, e cioè l'insubordinazione, l'arroganza, la brama di potere. In una parola, la hybris del guerriero che rivendicando per sé anche la sovranità in nome della potenza materiale, sconvolge l'ordine del cosmo ed i giusti rapporti tra le funzioni.
Al di là di questo, non ci sono motivi per imputare ad Odino una origine allogena nel pantheon nordico o comunque una comparsa recente; è presente fin dalle origini del paganesimo nordico come dio principale, venerato soprattutto dalla classe aristocratica.