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Pieffebi
24-03-02, 21:55
da www.israele.net :

"ANALISI E COMMENTI

Gli "arafattiani" contro la tregua

di Zeev Schiff, 21 marzo 2002

I quadri intermedi della leadership palestinese ritengono che la violenza contro Israele abbia avuto successo e questo punto di vista non e' cambiato dopo che Israele ha completato quello che e' stato definito dagli israeliani "il piu' vasto attacco di tutti i tempi" contro obiettivi terroristici.
Questa e' la conclusione principale a cui si giunge dopo una serie di colloqui con vari leaders palestinesi di medio livello. Non si tratta degli attivisti di Hamas, che hanno sempre sostenuto che bisogna combattere Israele fino alla morte, bensi' di attivisti di al Fatah e Tanzim, che riconoscono in Yasser Arafat il loro capo. Sono nati e cresciuti nei territori, alcuni di loro parlano l'ebraico e conoscono Israele. Essi ritengono che i successi ottenuti dai palestinesi sino ad ora siano dovuti alla violenza esercitata contro Israele e i suoi cittadini e che percio' si possa ottenere di piu' continuando e intensificando tale violenza. Per questo non pensano che i palestinesi debbano accettare un cessate-il-fuoco. Fra coloro che sostengono questa tesi vi sono attivisti che hanno gia' violato precedenti tentativi di mantenere la tregua e si ha l'impressione che tenteranno di nuovo di ripetere le loro azioni.
Nel gruppo vi sono accenti diversi: alcuni dicono che non bisogna accettere il cessate-il-fuoco adesso, altri sostengono che debba essere rinviato. Quelli a favore della seconda possibilita' non hanno ancora formulato una chiara posizione politica. Apparentemente sembrano suggestionati dalla "teoria del Hezbollah": le violenze incessanti hanno costretto Israele a ritirarsi unilateralmente dal Libano e la cosa potrebbe funzionare nei territori. Essi pensano che questa strategia debba essere applicata in Cisgiordania e a Gaza, e in seguito, con l'aiuto degli arabi israeliani, anche nelle zone all'interno della "linea verde" (cioe' in Israele).
Il fatto che la violazione della tregua determini una reazione israeliana e ostacoli gli sforzi americani di guadagnare l'appoggio dei paesi arabi per un attacco contro l'Irak non sembra essere al centro delle loro considerazioni.
Sono convinti che la recente offensiva dell'esercito israeliano si sia conclusa con una vittoria palestinese. Vedono nella fuga e nella resa una vittoria e un successo e nella loro stessa morte un atto di eroismo. Le truppe israeliane hanno paura - sostengono - e l'attacco dell'esercito israeliano e' stata l'ultima freccia al suo arco.
Gli intervistati non hanno dato spiegazioni circa il silenzio del mondo arabo (a parte le solite critiche a Israele). D'altra parte c'e' da dubitare che le sofferenze che patirebbero i palestinesi a causa della guerra che costoro auspicano interessino veramente lo stesso Arafat, cosi' come non gliene importava nulla quando corse ad abbracciare Saddam Hussein, durante la Guerra del Golfo, causando sofferenze immani ed espulsioni di massa ai palestinesi dai paesi del Golfo.
La leadership palestinese di livello medio ritiene che non vi debbano essere negoziati comprensivi con Israele in questa fase perche' cio' porterebbe - dal loro punto di vista - alla perdita di un'occasione. La cosa ha anche implicazioni in materia di politica interna palestinese. Essi infatti sostengono che le trattative debbano essere rinviate per evitare il ritorno dei vecchi negoziatori, percepiti come la causa del "disastro di Oslo" e di gravi danni e sofferenze ai palestinesi . Quei negoziatori - dicono - hanno tratto benefici personali dall'occupazione e si sono corrotti. Ora i palestinesi devono attendere che compaia una nuova generazione di negoziatori. Ma la possibilita' che alcuni di loro possano entrare a far parte dell'equipe negoziale li terrorizza, poiche' in tal caso verrebbero considerati dei traditori.
(Ha'aretz, 19.03.02) "

Certamente certa propaganda antisionista pseudopacifista occidentale, soprattutto "di sinistra", creando un immeritato consenso intorno ad Arafat ed ai suoi, incoraggia questi atteggiamenti ...poco responsabili....e dunque anche le reazioni eguali e contrarie dell'opposto campo.

Shalom!