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Visualizza Versione Completa : Alcuni appunti sul nazionalsocialismo gnostico e neopagano



Ichthys
26-03-02, 02:00
Lo gnostico Otto Rahn godeva di un grande prestigio fra i capi hitleristi, e un suo libro, "La corte di Lucifero in Europa", fu imposto da Himmler «ai principali dignitari del nazismo, conferendogli cosi il valore dei Vangeli» (pag.64). Lo stesso Reichsfuehrer SS Himmler, vivamente interessato nelle ricerche di Otto Rahn in Montsègur, fece ricostruire il castello di Wewelsburg, vicino a Paderborn, in Westfalia. In esso, situato sotto una sala riunioni di dimensioni impressionanti, si trovava il "santo dei santi", un salone ad arcate a ogiva, il quale doveva ricevere il prestigioso Graal sopra un altare di marmo nero con incise le lettere SS in argento in alfabeto runico. «Le meditazioni degli ospiti di Wewelsburg vertevano sulla mistica biologica, sulla morale dell’onore, sul mito spirituale del sangue e altri temi gnostici e dualistici cari alle elites dell’oltre-Reno. Questi ritiri avevano per scenario una sala di quasi cinquecento metri quadrati situata sopra il locale in cui era l’altare della nuova religione» (pag.65). Si vede che qua il nazismo non appare come un fenomeno meramente politico, ma come un movimento condotto da stregoni e maghi, e ciò in uno dei paesi più avanzati in campo tecnico e scientifico, confermando la verità, già sperimentata dal Faust di Goethe, secondo cui l’estremo razionalismo scientifico conduce alla magia. E il proposito degli autori del libro che stiamo commentando sembra in questo senso molto chiaro: «E’ pertanto un’analisi del pensiero nazional-socialista fatta alla luce delle antiche tradizioni esoteriche che proponiamo ai lettori di questo libro: essendo il tema centrale la gnosi, con la sua più significativa concretizzazione dal tempo del profeta Mani, lo sviluppo si ordina naturalmente intorno al catarismo, caratteristica apparizione neo-gnostica del medio evo, e prosegue con lo studio dei templari. Subito la gnosi si nasconde, degenerando con i Rosa-croce e gli Illuminati di Baviera, per sfociare, dopo molti tentativi, nel misterioso gruppo Thule» (pag.72). Al contrario delle spiegazioni pseudo-storiche che vedono nel Terzo Reich la continuazione del Reich di Bismark e di Guglielmo II, la Germania di Hitler appariva agli occhi dei suoi fondatori e dei suoi iniziati come la terza epoca del genere umano (pag.193), secondo la dichiarazione dello stesso Fuehrer: «I tempi antichi furono. I1 nostro movimento è. Fra i due l’età di mezzo dell’umanità, il medio evo, che durò fino a prima di noi e che stiamo chiudendo» (Hermann Rauschning, "Hitler m’a dit", Parigi 1939 - apud "Hitler et la Tradition...", pag.193). Secondo alcuni autori, Hitler sarebbe stato portato da Rudolf Hess alla pratica dei metodi occultisti e appartenne anche a logge massoniche quali l'O.T.O. (Ordo Templi Orientis). Non la pensano così Jean e Michel Angebert. Per essi il capo nazista era già giunto a tali pratiche per una sua formaziove pseudomistica anteriore e per la sua affiliazione al gruppo Thule (pag.l95).

Rosemberg fu davvero la testa pensante della gnosi nazista. Nato in Estonia da famiglia germano-baltica, ottenne a Mosca all’inizio del 1918 il diploma di architetto, e di 1ì fuggi in Germania all’esplosione della Rivoluzione comunista (e probabilmente anche a causa delle sue origini ebraiche). Datosi agli studi teosofici entrò nella Thulegeselschaft, il gruppo di carattere occultista di cui abbiamo fatto menzione più sopra, dove attirò l’attenzione di Dietrich Gekart per la sua cultura che sorpassava la mediocrità dell’ambiente. Eckart lo presentò a Hitler che stava cominciando la sua carriera politica. Rosemberg fu uno dei primi iscritti al partito nazista e «la sua influenza fu decisiva nella formazione spirituale del futuro signore della Germania, nel quale egli rafforza ancor di più l’anti-semitismo e il gusto per il mistero» (Pag.262). Nella sua opera principale ("I1 mito del XX secolo"), Rosemberg rigetta l’Antico Testamento e del Nuovo ripudia principalmente le opere di San Paolo. Per questo teorico del Nazismo «vi è un cristianesimo positivo e un cristianesimo negativo. I1 primo si rifà all’immagine di Gesù vivo, il secondo all’immagine di Gesù crocifisso» (apud "Hitler et la Tradition..." pag.264). Rosemberg non considera il cristianesimo delle origini come un avversario, dato che esalta la personalità di Gesù Cristo da vivo, ma sull’esempio degli gnositici, alla cui famiglia appartiene per numerose affinità, rigetta quello che definisce come una mistificazione orientale: il sapere, la Resurrezione, la Crocifissione del Salvatore. L’odio della Chiesa come corpo sociale si afferma nel corso del libro. L’idea di una Chiesa universale, unica, che deve determinare e coordinare tutta la vita dello Stato, la scienza, l’arte e la morale in virtù dei dogmi, per Rosemberg non è se non «un residuo di quelle idee di caos proprie dei popoli che avvelenarono la nostra essenza». Contro quella concezione si erse Martin Lutero che «oppose alla monarchia politica e universale del Papa l’idea di una politica nazionale» (apud "Hitler et la Tradition..." pag.264). Più ancora: «Per il filosofo (Rosemberg) tutti gli avvenimenti sono significativi e dimostrano la lotta eterna che oppone in questo mondo le forze della luce alle forze delle tenebre. In questa prospettiva tutti gli eretici e, in primo luogo i catari, sono considerati come eroi di una tragedia di dimensioni cosmiche. In questa lotta degli elementi germano-nordici d’Europa contro l’universalismo romano, contro il cattolicesimo dominatore, vi fu un combattimento gigantesco; è nella storia degli albigesi, dei valdesi, dei catari, degli ugonotti, dei protestanti, dei luterani, che si deve vedere il quadro entusiasmante di una lotta epica» (Pag.264-265). Ancora secondo il "Mito del XX secolo", l’anima germanica e nordica rigetta la concezione statica di un Dio unico, sovrano dell’universo, rompe con l’Antico Testamento fedele in ciò allo spirito di Lutero, che riguardo a questo fu, per altro molto tardi, «liberato dai giudei e dalle loro menzogne». Proseguendo nella sua cascata di falsità, il profeta del nazismo aggiunge che la morte non deve essere considerata come il salario del peccato, come vuole il cristianesimo, essa è al contrario un semplice fenomeno naturale «il quale non perturba la nostra eternità che era prima e continua ad essere poi» (apud "Hitler et la Tradition..." pag. 268). Non è tutto ciò una copia fedele dello gnosticismo della scuola neoplatonica di Alessandria?