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Perdu
27-03-02, 16:16
La legge costituzionale sull'italiano lingua ufficiale della Repubblica è stata approvata in prima lettura alla Camera.

Fortunamente, è stato approvato anche un importante emendamento (che ha avuto il supporto di tutta la Casa delle Libertà e dei Verdi che in queste settimane sono stati sollecitati in tal senso dagli eurodeputati autonomisti dell' Alleanza Libera Europea confederati agli ecologisti al Parlamento Europeo).Non capiamo il voto contrario del resto dell'Ulivo su questa modifica riguardante la "valorizzazione delle lingue locali".Comportandosi così hanno superato persino Alleanza Nazionale in quanto a nazionalismo italiano!

L'emendamento inserisce all' art. 12 un comma che stabilisce che "la Repubblica valorizza gli idiomi locali".Questo emendamento, non è una rivoluzione, ma almeno lascia uno spazio vitale per le cosidette "lingue locali".E' nostra opinione che al Senato la legge vada implementata ulteriormente come richiedono i gruppi delle "Minoranze Etno-Linguistiche" storiche (riconosciute anche all'articolo 6 della Costituzione e dalla legge ordinaria del 1999), riconoscendo appositamente anche loro nello stesso articolo 12.

E' quindi importante non abbassare la guardia ed agire in maniera trasversale affinchè la riforma dell'art. 12 non discrimini nessuno.Anche perchè le divisioni "lingua ufficiale", "idiomi locali", "lingue minoritarie" sono tutte invenzioni politiche.

Non cadiamo nel trucchetto di chi vuole mettere gli uni contro gli altri.

E' bene dire una volta per tutte che culturalmente e scientificamente parlando sono tutte lingue.Lingue che in uno ordinamento realmente pluralista dovrebbero avere gli stessi diritti.Inoltre la distinzione "lingua-dialetto" è un'altra invenzione politica di stampo centralista (per fortuna al momento messa in disparte con la dizione "idiomi locali").Per decenni infatti con la discriminazione "lingua-dialetto" è stata fatta passare l'idea che parlare veneto,siciliano,emiliano, piemontese, napoletano fosse faccenda da "ignoranti".

In questo senso chi ha firmato la petizione elettronica ha dato una grande lezione di democrazia a tutti, chiedendo pari diritti per ogni tipo di lingua e cultura: italiana, sarda,veneta, sud tirolese, emiliana, occitana, friulana, siciliana, griko, piemontese, napoletano, esperanto, ligure, arbaresch, cimbro, lingue straniere etc.

In attesa che una cultura realmente attenta e rispettosa di tutte le diversità , penetri tra le nostre Comunità, nei nostri Popoli e quindi anche nella maggioranza dei politici, accontentiamoci di questo piccolo cambiamento.Del resto anche per fare un lungo viaggio si inizia compiendo pochi metri! L'importante è non fare passi indietro come si è corso il rischio di fare. Un rischio che non è terminato!

Matteo Incerti, coordinatore petizione elettronica per il pluralismo e la democrazia
linguistica.

Alleanza Libera Europea
www.efa-dppe.org