Sir Demos
29-03-02, 18:01
E' una vera caccia all'uomo. Le truppe israeliane sono entrate nell'ufficio di Yasser Arafat, nel quartier generale di Ramallah. Tiratori scelti israeliani e guardie dell'Anp sono impegnati in una vera e propria battaglia nell'ufficio personale del leader palestinese attaccato all'alba da carri armati e truppe israeliane. Una delle guardie del corpo di Arafat è stata uccisa e almeno venti persone sono rimaste ferite. Ma il premier palestinese, trasferito in un bunker sotterraneo, annuncia che i palestinesi non si arrenderanno. E attende gli israeliani con un fucile mitragliatore poggiato sulla scrivania. "Vogliono uccidermi - ha dichiarato Arafat - ma io morirò da martire".
Da parte sua, Sharon vuole chiudere al più presto la partita con il presidente dell'Anp . L a vita di Arafat, come ha spiegato uno dei suoi più stretti collaboratori, sarebbe "davvero in pericolo". Tank israeliani stanno sparando proprio contro l'ufficio del numero uno palestinese, mentre p alestinesi e israeliani si fronteggiano con violenti colpi d'arma da fuoco. Ma sembra soltanto l'inizio. Il premier israeliano Sharon ha detto che ''le operazioni militari dureranno alcune settimane''. Numerosi i feriti. Tra questi è grave un giornalista palestinese, cameraman della tv satellitare egiziana Nile Tv, ferito insieme a due suoi collaboratori.
L'operazione stanza per stanza. Prima viene aperto un varco nelle pareti degli edifici con un colpo di carro armato, da due lati opposti per evitare di essere presi in trappola dai palestinesi. Quindi una "bonifica" delle zone circostanti a colpi di mitraglia, anche sui piani superiori rispetto al foro. Poi arriva un mezzo blindato per trasporto truppe che "parcheggia" nel buco fatto dal carro armato. I soldati, una dozzina circa, scendono in pieno assetto da guerra e uno alla volta si introducono nell'edificio. A questo punto inizia l'operazione di "pulizia". I militari di Sharon entrano in ogni stanza. Si aprono la strada utilizzando granate stordenti o raffiche di mitra. E
così proseguono, piano dopo piano.
Tank israeliani a Ramallah . Con una ventina di carri armati l'esercito israeliano ha messo a ferro e fuoco Ramallah ed è entrato nella residenza di Arafat. Una parte del quartier generale dell'Anp è in fiamme e il muro di cinta del palazzo è stato demolito. Circa cinque guardie del presidente palestinese sono state uccise, compreso un ufficiale, e sarebbero una quarantina i feriti.
La città di Ramallah è senza elettricità e in diversi punti sono in corso sparatorie fra i palestinesi e l’esercito israeliano.
La situazione si fa sempre più drammatica anche in Israele: una kamikaze si è fatta esplodere in un centro commerciale a Gerusalemme provocando due morti e decine di feriti.
La rappresaglia israeliana. E' arrivata così la risposta del governo israeliano agli ultimi attacchi palestinesi, tra cui l’attentato di Netanya , che ha provocato venti morti civili in una delle stragi peggiori della Seconda Intifada. Le ragioni di Israele sono state spiegate dal primo ministro Ariel Sharon: il leader palestinese è “un nemico di Israele" . L'Anp ha preso le parole di Sharon come una vera e propria "dichiarazione di guerra". Speciali misure di sicurezza sono state adottate nel timore di nuovi attentati in Israele e il governo ha richiamato, con un atto che non ha precedenti negli ultimi anni, ventimila riservisti. D'altra parte i due gruppi integralisti islamici, Hamas e il Fronte popolare per la liberazione della palestina hanno annunciato che colpiranno gli israeliani in Palestina e nel mondo . Anche il segretario di stato americano Colin Powell è stato messo al corrente della situazione. Al momento, però, gli Stati Uniti non hanno preso una posizione ufficiale.
Sembra così sfumare ogni speranza di pace per il Medio Oriente. E il piano saudita , approvato dai leader della Lega Araba per trovare una soluzione alla crisi mediorientale, si rivela già lettera morta.
Complimenti a Sharon per aver distrutto tutto quello che in questi faticosissimi anni, lo stesso Arafat e Perez avevano costruito.
Da parte sua, Sharon vuole chiudere al più presto la partita con il presidente dell'Anp . L a vita di Arafat, come ha spiegato uno dei suoi più stretti collaboratori, sarebbe "davvero in pericolo". Tank israeliani stanno sparando proprio contro l'ufficio del numero uno palestinese, mentre p alestinesi e israeliani si fronteggiano con violenti colpi d'arma da fuoco. Ma sembra soltanto l'inizio. Il premier israeliano Sharon ha detto che ''le operazioni militari dureranno alcune settimane''. Numerosi i feriti. Tra questi è grave un giornalista palestinese, cameraman della tv satellitare egiziana Nile Tv, ferito insieme a due suoi collaboratori.
L'operazione stanza per stanza. Prima viene aperto un varco nelle pareti degli edifici con un colpo di carro armato, da due lati opposti per evitare di essere presi in trappola dai palestinesi. Quindi una "bonifica" delle zone circostanti a colpi di mitraglia, anche sui piani superiori rispetto al foro. Poi arriva un mezzo blindato per trasporto truppe che "parcheggia" nel buco fatto dal carro armato. I soldati, una dozzina circa, scendono in pieno assetto da guerra e uno alla volta si introducono nell'edificio. A questo punto inizia l'operazione di "pulizia". I militari di Sharon entrano in ogni stanza. Si aprono la strada utilizzando granate stordenti o raffiche di mitra. E
così proseguono, piano dopo piano.
Tank israeliani a Ramallah . Con una ventina di carri armati l'esercito israeliano ha messo a ferro e fuoco Ramallah ed è entrato nella residenza di Arafat. Una parte del quartier generale dell'Anp è in fiamme e il muro di cinta del palazzo è stato demolito. Circa cinque guardie del presidente palestinese sono state uccise, compreso un ufficiale, e sarebbero una quarantina i feriti.
La città di Ramallah è senza elettricità e in diversi punti sono in corso sparatorie fra i palestinesi e l’esercito israeliano.
La situazione si fa sempre più drammatica anche in Israele: una kamikaze si è fatta esplodere in un centro commerciale a Gerusalemme provocando due morti e decine di feriti.
La rappresaglia israeliana. E' arrivata così la risposta del governo israeliano agli ultimi attacchi palestinesi, tra cui l’attentato di Netanya , che ha provocato venti morti civili in una delle stragi peggiori della Seconda Intifada. Le ragioni di Israele sono state spiegate dal primo ministro Ariel Sharon: il leader palestinese è “un nemico di Israele" . L'Anp ha preso le parole di Sharon come una vera e propria "dichiarazione di guerra". Speciali misure di sicurezza sono state adottate nel timore di nuovi attentati in Israele e il governo ha richiamato, con un atto che non ha precedenti negli ultimi anni, ventimila riservisti. D'altra parte i due gruppi integralisti islamici, Hamas e il Fronte popolare per la liberazione della palestina hanno annunciato che colpiranno gli israeliani in Palestina e nel mondo . Anche il segretario di stato americano Colin Powell è stato messo al corrente della situazione. Al momento, però, gli Stati Uniti non hanno preso una posizione ufficiale.
Sembra così sfumare ogni speranza di pace per il Medio Oriente. E il piano saudita , approvato dai leader della Lega Araba per trovare una soluzione alla crisi mediorientale, si rivela già lettera morta.
Complimenti a Sharon per aver distrutto tutto quello che in questi faticosissimi anni, lo stesso Arafat e Perez avevano costruito.