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nuvolarossa
29-03-02, 18:12
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Presentato il candidato sindaco della Cdl, Liguori

Presentato il candidato sindaco della Cdl, Liguori, ma la rotta l'ha tracciata il segretario provinciale di Fi Cuomo
Il centrodestra lancia la sfida
«Anche a Battipaglia il cambiamento che vuole Berlusconi»
Presenti gli onorevoli Andria, Brusco, Fasano e il coordinatore Capone

Annalisa Spera

BATTIPAGLIA
Alfredo Liguori è stato presentato ieri ufficialmente come il candidato a sindaco della Casa delle Libertà. Ieri mattina, in una sala gremita di personalità politiche il segretario provinciale di Forza Italia, Tonino Cuomo, ha investito ufficialmente l'esponente del partito di Battipaglia della leadership. «Il motivo per cui siamo qui oggi Ð ha esordito un sorridente Cuomo Ð è presentare ufficialmente Alfonso Liguori, il nostro candidato a sindaco per le ormai imminenti elezioni amministrative a Battipaglia». Visibilmente emozionato, Liguori ha accolto con un sorriso la standing ovation seguita alle parole del segretario provinciale. Ma non ha parlato: consono al suo modo di essere si è riservato solo una battuta finale: «Sono davvero commosso e ringrazio vivissimamente gli amici che oggi sono qui a manifestarmi il loro appoggio. Non ho parole, una sola per quelli che non sono degli alleati, o almeno non solo: grazie di cuore». L'appuntamento con il primo impegno pubblico del candidato è rimandato di dieci giorni: nella seconda settimana di aprile una grande manifestazione aprirà il partito alla cittadinanza. Nel frattempo gli ''amici'' hanno parlato: e tutti di comune accordo hanno parlato di un programma politico che prescinda dal tormentone dei nomi. Alfredo Liguori al centro del grande tavolo: alla sua sinistra proprio il segretario Cuomo, alla sua destra il nuovo leader provinciale di Alleanza Nazionale, Edmondo Cirielli, a sfatare quanti avevano ventilato la possibilità di una ridefinizione delle candidature nei grandi centri della provincia chiamati alle urne. Ma ancora: nutrita la schiera dei rappresentanti del centrodestra. Nino Marotta, un tempo segretario del Centro Cristiano Democratico, adesso del nuovo partito, l'UDC, Unione Democratica di Centro che annovera tra le sue fila il partito della Vela, il CDU di Buttiglione e Democrazia Campana di D'Antoni, gli onorevoli Andria, Brusco e Fasano, il coordinatore cittadino degli azzurri, Vito Capone, i segretari dei partiti che hanno deciso di appoggiare il centrodestra, ovvero il Psi e il partito Repubblicano Italiano, Grillo e Farina. Tutti hanno avuto una parola di conforto per Liguori e tutti hanno assicurato la piena adesione al progetto politico che deve rilanciare Battipaglia. «Questo è il punto di arrivo di un lungo processo Ð ha affermato Cuomo Ð un processo difficile, incerto, ma anche il risultato di una grande aspettativa: quella di creare pure a Battipaglia quel cambiamento che Berlusconi sta attuando a livello nazionale». «Con la nostra vittoria Ð ha proseguito Cirielli, nel suo primo impegno pubblico a Battipaglia Ð si aprirà una nuova stagione nella casa delle Libertà, un cambiamento che deve avere inizio a Battipaglia. La sinistra è avvertita: noi facciamo sul serio, e non si tratta di una dichiarazione di forza: è l'avvertimento di chi vuole che le cose cambino a Battipaglia e nell'intera provincia». E l'ufficializzazione del candidato a più di due mesi dalle elezioni è proprio il segno di questa lotta e il monito lanciato agli altri schieramenti da Cirielli: con l'appoggio del Psi, dei repubblicani e con l'apertura a tutte le forze moderate, come testimoniato da Nino Marotta, i numeri della Cdl fanno davvero paura agli avversari.
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tratto da LA CITTA'
quotidiano di Salerno e Provincia
del 29-03-2002

** Repubblicani in EMILIA e nella ROMAGNA (1)
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Repubblicani in MOLISE
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Repubblicani in IRLANDA
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Repubblicani in LIGURIA
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=17078

nuvolarossa
29-03-02, 18:16
Fiorentino De Nicola si presenta Il progetto per governare la città

NOCERA
«La coalizione che sostiene la mia candidatura è l'unica in grado di assicurare alla città realizzazioni concrete grazie al filo diretto con il Governo centrale». Questa la convinzione di Fiore De Nicola, che, ieri sera, presso l'ex segreteria politica di Edmondo Cirielli, ha presentato alla stampa la sua candidatura. De Nicola, dell'Udc, ha deciso di accettare la sfida, potendo contare anche sul sostegno di Fi ed An, nonché del Partito Repubblicano Italiano e del nuovo Psi. «Il nostro sarà un programma fatto di cose semplici, ma realizzabili, tendente a restituire a Nocera il ruolo di città capofila dell'Agro, anche attraverso la costituzione di una provincia autonoma».

nuvolarossa
07-05-02, 21:49
Per ulteriori notizie inerenti questa linea di discussione visitare anche il sito dei Repubblicani della Campania.......:

http://www.prinapoli.it/Home-1/nuova_pagina_2.htm
P.R.I., F.G.R. e M.F.R. della Campania

nuvolarossa
20-05-02, 23:33
Martedì 21 maggio Battipaglia ore 19.00
Centro sociale-Incontro elettorale
Mirella Giacco Graziani candidata Pri
Anita Garibaldi presidente "Mille donne per l'Italia" e consigliere nazionale Pri
On. Italico Santoro responsabile della segreteria politica
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tratto dal sito web
http://www.pri.it

nuvolarossa
21-05-02, 00:15
LA REPUBBLICA NAPOLETANA DEL 1799
===============================
CATECHISMO REPUBBLICANO
per l'istruzione del popolo
e la rovina dei tiranni


D. Che cosa è il Popolo?
R. E' l'unione di tutti i Cittadini, che compongono la società.
D. Quanti Popoli ci sono?
R. Il Popolo è uno, e abbraccia tutti gli uomini della terra: ma per la troppo grande estensione dei luoghi si trova separato in varie sezioni, che si limitano o dai gran monti, o dai mari, o dai fiumi, e che si chiamano nazioni.
D. Perchè queste nazioni non hanno lo stesso Governo?
R. Perchè i Governanti in vece di servire ai bisogni del Popolo, hanno servito ai propri interessi, hanno oppressi i Popoli in diverse maniere, ed a queste diverse oppressioni hanno dato differenti nomi di Governo.
D. Perchè il Popolo ha bisogno di un Governo?
R. Perchè un uomo solo non può difendere se stesso, e la sua proprietà. E' dunque necessario il Governo, affinchè mentre i Cittadini tranquilli travagliano per i loro vicendevoli bisogni, il Governo si occupi della comune salvezza.
D. Quale dunque esser dee l'oggetto del Governo?
R. Di provvedere alla pubblica sicurezza, e di far rispettare le proprietà di ciascuno individuo.
D. Chi deve stabilire il Governo?
R. Nessuno ha il diritto di governare, perchè tutti gli uomini hanno gli stessi bisogni. Il Popolo solo dunque ha il diritto di scegliere quel Governo, che giudica necessario al suo ben essere.
D. Qual è il Governo che conviene al Popolo?
R. Quello che gli procura il vantaggio della sicurezza personale, e delle sue proprietà, che gli conserva i suoi diritti, e mette gli altri nell'impotenza di opprimerlo, e di tiranneggiarlo.
D. Qual è il Governo che procura tutti questi vantaggi al Popolo?
R. Quello in cui il Popolo fa da se stesso i suoi interessi. Nessuno può aver tanta premura delle cose nostre, quanto noi medesimi. Chi è quel pazzo, che voglia affidare ad un altro gl'interessi della sua casa? Eppure gli uomini sono così sciocchi d'affidare gl'interessi della gran famiglia del Popolo tutto a persone, che non gli appartengono. Il Popolo quando si governa da se stesso non si lascia tassare il pane ad arbitrio di quelli, che si arricchiscono co' suoi travagli, non si lascia trattare come una bestia da soma dai suoi oppressori. In somma un Popolo quando si governa da se medesimo non può esser che felice.
D. Come si chiama il Governo in cui il Popolo dipende da se medesimo?
R. Si chiama Governo Democratico.
D. Questo Governo è esso antico?
R. I primi figli di Adamo vivevano in famiglia. Il lor governo era adunque Democratico, ed Iddio li benediceva. Quando poi gli ambiziosi ruppero questa fratellanza, e distrussero il Governo Democratico, le iniquità ricoprirono la terra, e Iddio l'inondò col diluvio. I figliuoli di Noè vissero altresì in famigli; l'ambizione distrusse di nuovo il Governo Democratico; e le guerre, le stragi, la morte furono i risultati di questa nuova ambizione.
D. Il Popolo può far tutto da sè nel Governo Democratico?
R. Se il Popolo volesse esercitare tutti gli atti della sua sovranità, non avrebbe il tempo di provvedere ai suoi affari. Esso deve adunque conservare la sua sovranità, ed incaricare delle persone a vegliare suoi suoi interessi. Esso elegge dunque a suo piacere i Rappresentati senza distinzione di stato o di nascita.
D. Qual è il dovere dei Rappresentati del Popolo?
R. Di far eseguire esattamente la Legge.
D. Cosa è la Legge?
R. E' la volontà sovrana del Popolo.
D. I Rappresentanti possono far la Legge?
R. La volontà essendo inalienabile, nessuno può far la Legge, eccetto il Popolo Sovrano. Esso consiglia le persone, che gli possono dar dei lumi nelle occorrenze, ma pronunzia liberamente e sovranamente la sua volontà.
D. I Rappresentanti a chi devono render conto della loro condotta?

R. Al Popolo. Esso deve giudicarli, quando escono dalle loro funzioni; e se il Popolo è stato servito male nella loro amministrazione, li punirà corrispondentemente al loro delitto.
D. Vi è niente di segreto nel Governo Democratico?
R. Tutte le operazioni dei Governanti devono essere note al Popolo Sovrano, eccetto qualche misura particolare di sicurezza pubblica, che se gli deve far conoscere, quando il pericoloè cessato.
D. Come i Cittadini esercitano nelle Assemblee primarie, allorchè procedono all'elezione dei Rappresentanti; la esercitano facendo la Legge, la quale non è, come abbiamo detto, che l'espressione generale della loro volontà.
D. Una Città può dominare sulle altre Città, o Paesi nel Governo Democratico?
R. Siccome un Uomo non può dominare su di un altro Uomo, così una Città non può comandare un'altra Città o Paese. Il Popolo è l'istesso dappertutto, e dappertutto ha i medesimi diritti. Ma le Città, ed i Paesi si devono insieme unire, e formare un Popolo solo, onde resistere ai comuni loro nemici.
D. I più recenti potenti non domineranno i più deboli di questo governo?
R. La Legge sola dominerà nel Governo Democratico. Gli uomini della Democrazia non sono così vili e timorosi, come quelli, che sono educati sotto un Governo Tirannico. Ciascuno può dire liberamente i suoi pensieri, ed ha tale energia da attaccare apertamente i suoi oppressori. Dunque non ci sono prepotenti, dove ci sono uomini liberi.
D. Tutti dunque dovrebbero essere contenti del Governo Democratico?
R. Tutti quelli, che amano il buon ordine, la tranquillità, e la felicità del Popolo amano questo Governo. Ma quelli che amano dominare sugli altri, che vogliono arricchirsi coi beni altrui, non sono certamente contenti del Governo Democratico.
D. I Nobili amano il Governo Democratico?
R. Tutti questi uomini, che vogliono distinguersi per la loro nascita, e per le loro ricchezze, e che vogliono primeggiare sugli altri, non sono amici dell'eguaglianza repubblicana. Ma quei nobili, che hanno bruciato i loro titoli, cioè le loro usurpazioni sul Popolo, che s'interessano del pubblico bene, e si confondono cogli altri Cittadini, questi amano il governo popolare, e meritano di essere tanto più stimati, quanto è maggiore il sacrifizio, che hanno fatto per lo bene comune.
D. Dunque i Nobili non sono più Nobili?
R. I Nobili nel Governo del Popolo sono solamente quelli, che si distinguono per le loro virtù patriottiche, cioè per i servizi che prestano al Popolo. I veri Nobili sono dunque gli Agricoltori, gli Artigiani, i Difensori della Patria, e non più gli oziosi, ed i prepotenti che ne sono i nemici.
D. Ed i Preti possono amare questo Governo?
R. Tutti quei Preti che vivono secondo lo spirito dell'Evangelio, devono amarlo. Infatti la Religione è tanto più pura, quanto più si avvicina alla sua sorgente. or i primi discepoli di Cristo avevano la perfetta comunione de' beni, cioè il Governo Democratico il più puro. I soli Preti adunque, che non possono amarlo, sono quelli, che vogliono dei ricchi benefizj; senza interessarsi del bene delle anime, che vogliono essere assediati da' servitori, e dominare sugli altri come altrettanti Tiranni contro lo spirito dell'Evangelio, il quale c'insegna, che Cristo disse ai suoi discepoli, che colui il quale vorrebbe dominare gli altri, sarebbe l'ultimo fra di loro.
D. Dunque la Democrazia non è contraria alla Legge di Cristo?
R. No, anzi la Legge di Cristo è la base della Democrazia. La Religione Cristiana è fondata su due principj, cioè l'amor di Dio, e quello del Prossimo. La Democrazia toglie tutte le usurpazioni, le oppressioni, le violenze; essa fa riguardare tutti gli uomini come fratelli: essa propaga dunque mirabilmente l'amor del Prossimo. Or i fratelli si possono amar fra di loro senza un comune benefattore? Dunque la Democrazia è fondata sugli stessi principj della Religione Cristiana. Un buon Cristiano dev'esser dunque un buon Democratico.
D. Ma la Religione Cristana comanda di ubbidire alle potestà quantunque discole?
R. Quando la Religione parla di Podestà, intende delle legittime, elette dal Popolo, e non di quelle usurpate dai Tiranni, i quali perciò devono esser condannati, e puniti dalla Legge, come i più grandi assassini del Popolo.
D. Perchè i Democratici prendono il titolo di Cittadini?
R. Il titolo di Cittadino è il solo titolo che conviene alla dignità di un uomo libero perchè questo nome esprime, ch'esso è membro di un governo libero, ed è parte della sovranità. Il titolo di Signore non può essere in bocca, che di uno schiavo, e non può esser preteso, che da un Tiranno.
D. Come il Cittadino esercita la sua sovranità?
R. La esercita nelle Assemblee pprimarie, dando il suo voto nell'elezione de' suoi Rappresentanti, e la esercita nella formazione della Legge.
D. Cosa è la Libertà?
R. E'la facoltà che deve avere ognuno di fare, e di dire tutto ciò, che non è contrario alla Legge.
D. La Libertà non consiste adunque nel fare tutto ciò, che si vuole?
R. Se ognuno potesse fare tutto ciò, che il suo capriccio gli detta, non ci sarebbe Governo Democratico, ma anarchia. Ognuno deve rispettar la Legge, e rispettandola fa ciò che vuole, perchè esso stesso ha voluto la Legge.
D. Cosa è l'eguaglianza?
R. E' il diritto che hanno tutti i Cittadini di esser considerati senza alcuna distinzione o riguardo innanzi alla Legge, sia che premj, o che punisca.
D. Dunque non vi è alcuna distinzione nel Governo del Popolo?
R. In questo Governo non si domanda se uno è nobile, s'è civile, plebeo, ma si domanda solamente s'è virtuoso, se è un buon padre di famiglia, se buon figlio, buon marito, buon amico, se ama la sua patria, se ha preso sempre le armi per difenderla da' suoi nemici, s'è giusto e benefico verso degli altri. Queste qualità distinguono solamente gli uomini liberi.
D. Dunque i Repubblicani devono esser virtuosi?
R. La virtù è la base della Democrazia. I Re, ed i Tiranni hanno bisogno di vizj per render gli uomini imbecilli, e tenerli sempre in discordia; così hanno tutto il comodo di opprimerli e di tiranneggiarli. Ma nel Governo del Popolo tutti gli uomini devono esser virtuosi, e riuniti, per opporsi ai comuni nemici.
D. I colpevoli sono tutti egualmente puniti, senza distinzione di nascita o di grado?
R. Noi abbiamo detto che non ci sarà un'altra distinzione, che la virtù. Dunque tutti saranno egualmente puniti. Non sarà più permesso ad un ricco d'insultare impunemente un povero, non ci saranno più prepotenti, che si faranno lecito di non pagare quelli che travagliano, e d'insultarli.
D. Tutti i Cittadini sono egualmente a parte degl'impieghi?
R. Tutti. Gl'impieghi non si daranno più ai nobili, ed ai danarosi. Il Popolo nomina i suoi Rappresentanti, ed esso nomina certamente quelle persone, che meritano la sua confidenza per i loro talenti, e per le loro virtù.
D. Ma i beni non saranno comuni nel Governo Democratico?
R. L'eguaglianza dei beni sarebbe contraria alla vera eguaglianza, perchè l'uomo attivo ed industrioso dovrebbe dividere il suo travaglio coll'ozioso, e col dissipatore. Nel sistema dell'eguaglianza si devono rispettare le proprietà di ogni individuo, ma non si deve permettere che il ricco opprima il povero.

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Mario Battaglini, il benemerito storico della Repubblica Napoletana del 1799, ha ricostruito il percorso di questo Catechismo, rilevando che esso apparve per la prima volta nel 1796 con la dicitura: "Catechismo Repubblicano - Anno IV della Repubblica francese una e indivisibile, Milano-Mantova". Una seconda edizione, senza menzione nè di luogo nè di data, uscì probabilmente nel 1797 recando sul frontespizio la frase: "L'istruzione del popolo è la rovina dei tiranni".
Ancora nel 1797 il Catechismo fu stampato a Venezia con l'indicazione "Italia - L'anno primo della libertà italiana". Quella napoletana, qui riprodotta, fu la quarta edizione, attribuita all'iniziativa di Monsignor Michele Natale, vescovo di Vico Equense, martire della Repubblica, afforcato in piazza del Mercato a Napoli il 20 agosto del 1799, quando salì sul patibolo insieme con Giuliano Colonna, Eleonora Fonseca Pimentel, Vincenzo Lupo, Nicola Pacifico, Antonio e Domenico Piatti, Gennaro Serra di Cassano.
(tratto da ed. LA CITTA'DEL SOLE- Manes Editori)
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tratto dal sito:
http://digilander.iol.it/maxico/Catechismo_repubblicano.html
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http://digilander.iol.it/maxico//liberte.gif

nuvolarossa
22-05-02, 18:21
Mercoledì 22 maggio Battipaglia (SA) h. 20.15
Appuntamento elettorale con Giorgio La Malfa e Italico Santoro

nuvolarossa
23-05-02, 18:52
E sul bonus fiscale La Malfa incontra gli operatori locali

E' stato di agitazione nel settore degli autotrasportatori. Il 16 giugno prossimo ci sarà una prima giornata di sciopero, a livello nazionale, con un corteo di tir che interesserà tutte le città d'Italia, Salerno compresa. Ad accendere la miccia un recente provvedimento dell'Ue che abolisce il bonus fiscale (oltre 3000 euro) concesso alle aziende del settore nel periodo '92-'94 allo scopo di evitare un aumento delle tariffe e ridurre i costi di trasporto. Secondo l'Ue, in quel periodo, le aziende italiane, grazie a questo decreto, sono state avvantaggiate nella competizione con quelle europee e ora devono restituire i soldi intascati. Al Governo attuale chiedono di aprire un tavolo di confronto per approntare una serie di norme che consentano alle aziende di autotrasporto di recuperare i costi di gestione che sono tra i più elevati in Europa. «Questa decisione - ha detto Pasquale Russo, coordinatore regionale della Fai-Confcommercio - rischia di mettere in ginocchio la categoria se non saranno adottate misure adeguate in forme di compensazione del bonus fiscale». Della questione si sta discutendo, in queste ore, nella sede della Confcommercio a Bruxelles e sarà anche oggetto di un convegno che si terrà domani a Napoli dove, si spera, saranno affrontate proposte concrete da presentare al Governo nazionale. Ma il tema è stato affrontato anche dalla Confcommercio di Salerno ieri pomeriggio che ha ospitato Giorgio La Malfa in qualità di presidente della Commissione Finanze della Camera. «Sosteniamo la battaglia che la categoria porta avanti - ha affermato Guido Arzano, presidente provinciale Confcommercio - perché la vertenza in atto peserà maggiormente sul meridione». A Salerno operano 2500 aziende di autotrasporto, tre delle quali sono tra le prime 100 in Italia. (ci.ma.)

lucifero
03-06-02, 19:47
Le deleghe, manco a dirlo sono state affidadate a Santoro, con il risultato che il partito ha collezionato grandi figuraccie come a Nocera, ove la lista repubblicana ha raccolto solo 23 voti, lo 0.1%, con tre candidate messe in lista grazie a firme false,

:eek:
Speravo fosse uno sbaglio, ma ho controllato sul sito del ministero.

Io sono reduce da una batosta elettorale non indifferente, ma come si fa a prendere 23 voti con una lista che doveva avere per legge almeno 20 candidati?

Senza ironia, ma veramente in casi come questi ci vorrebbe un commissario per capire chi ha sbagliato e cosa voleva fare o dimostrare.

Peccato che :D di commissari liberi ce ne siano in giro pochi!

Garibaldi
04-06-02, 12:49
perche' non ti proponi tu come commissario ????
Lo stile inquisitorio che metti nei tuoi messaggi sembra far pensare che tu abbia delle buone qualita' in tal senso!!!!!!!!!!!!!!!

lucifero
04-06-02, 16:27
:bo

Ho capito: va tutto bene! Andiamo avanti così.

:qi

nuvolarossa
07-06-02, 22:44
Ottimo il risultato elettorale del P.R.I. di CASERTA che si attesta sull' 1.92 % con 962 voti +0,89 % sulle precedenti amministrative del '97 di 5 anni fa........quasi raddoppiando i voti.
------------------------------------------------------------
tratto dal sito web:
il P.R.I. di Caserta (http://www.pri-caserta.com/webpage.htm)

nuvolarossa
10-06-02, 21:25
VOTO BALLOTTAGGIO: CAMPANIA, ULIVO VINCE PER CINQUE A QUATTRO
A ISCHIA SINDACO CON SCARTO DI SOLI DIECI VOTI

Napoli, 10 giu. (Adnkronos) - Nella battaglia delle amministrative per eleggere il nuovo sindaco nei comuni napoletani, casertani e salernitani, l'Ulivo si aggiudica cinque primi cittadini e il centrodestra quattro. A Castellammare di Stabia il nuovo sindaco e' per il centrosinistra Ersilia Salvato che supera con il 54,6% dei voti Antonio Bonifacio della Casa delle Liberta'. A Cercola vince Giuseppe Gallo dell'Ulivo con il 60,9% dei voti contro Vincenzo Barone della Cdl. A Ischia, per soli dieci voti, diventa sindaco Giuseppe Brandi della Casa delle Liberta'.

(Sia/Pe/Adnkronos)
10-GIU-0218:42

nuvolarossa
19-06-02, 00:18
************************************************** ************************************************** *****
BREVE STORIA DELLA REPUBBLICA PARTENOPEA
************************************************** ************************************************** *****
Discorso pronunciato in Fasano, nel 1980 dal senatore prof. Giovanni Spadolini per lo scoprimento del monumento dedicato ad Ignazio Ciaja.
************************************************** ***********************
La celebrazione di Ignazio Ciaja, presidente della Repubblica Partenopea, che la Città di Fasano, che gli dette i natali, ha voluto promuovere, evoca in me due nomi che voglio legare all'inizio della mia testimonianza di ricordo per il patriota repubblicano delle origini del Risorgimento nazionale. E i nomi sono quelli di Benedetto Croce e di Giosuè Carducci. Chiunque avesse avuto quattordici o quindici anni allo scoppio della seconda guerra mondiale, come chi ha in questo momento l'onore di parlarvi, ricorda l'emozione che in un giovanissimo studente di ginnasio di quegli anni già solcati dai nembi devastatori della guerra, suscitava la lettura di un volume stampato dalla casa editrice sacra alla Puglia e all'Italia per le sue tradizioni di libertà, la Casa Editrice Laterza, con una copertina, tra il rosso e il marrone, che caratterizzava l'intera opera di un grande combattente della libertà in patria; e quel libro di Benedetto Croce si chiamava La Rivoluzione Napoletana del 1799.
Il mio primo incontro con Ignazio Ciaja, conMario Pagano, con Domenico Cirillo, che dovevano insieme condividere la sorte del martirio alla fine di quell'anno 1799 così lontano, non solo nel calendario, ma troppo spesso nell'animo dei più, è legato a quelle pagine di un grande storico﷓intellettuale del Mezzogiorno d'Italia, nato in Abruzzo, cittadino onorario di Napoli, e, per il suo editore, cittadino anche della Puglia.

Il mio secondo incontro negli stessi anni con il patriota e col poeta e con l'uomo di cultura e di passione civile, è legato alle pagine di un altro libro che si tende a scordare troppo spesso nello spirito di flagellazione e di devastazione dei nostri valori su cui troppe volte è inciampata la vita italiana in questi anni; intendo dire Letture del Risorgimento Italiano di Giosuè Carducci. Un libro molto più vecchio come anagrafe di quello di Croce, ma ad esso intimamente legato; perché Carducci, che il giovane Croce aveva avuto tempo di conoscere malato e già paralizzato nella libreria Zanichelli di Bologna agli inizi del secolo, era stato il poeta e storico insieme che aveva fissato nella Repubblica Partenopea del 1799 l'inizio del Risorgimento Italiano. E toccò a Carducci negli anni '60 o '70 dell'altro secolo vedersi respingere da un editore della mia Firenze la proposta di raccogliere un'antologia dei poeti repubblicani tra la fine del '700 e gli inizi del '900. Antologia in cui si sarebbe collocata anche l'opera breve, ma intensa, del Ciaja; ciò non pertanto in quella stessa Bologna, qualche decennio prima, nel marzo del 1831, era stata stampata un'antologia repubblicana che Croce ricorda nella Letteratura Italiana del '700 e che comprendeva squarci lirici di Ignazio Ciaja.

E ancora, perdendosi nelle penombre della memoria storica, che tanto spesso è memoria autobiografica, il mio terzo incontro con Ignazio Ciaja è legato ad un altro libro ancora più dimenticato, ancora più in disuso dei due che ho ricordato, La Rivoluzione Napoletana del 1799 di Croce, Letture del Risorgimento Italiano di Carducci; è legata, cioè, ad un'opera di uno dei protagonisti diretti del Risorgimento Italiano, ponte tra la Toscana e la Puglia, Atto Vannucci, che ai martiri della Repubblica Partenopea dedicò le prime pagine di un libro fondamentale per la ricostruzione del martirologio del Risorgimento I Martiri della Libertà Italiana.

Unendo i tre nomi, il nome di Benedetto Croce, il nome di Giosuè Carducci e il nome di Atto Vannucci, noi arriviamo a ricostruire intera la parabola umana, singolare, eccezionale, dell'uomo che Fasano onora. Una vita lampeggiante e sfolgorante nella sua stessa brevità, una vita divisa fra la sua patria e Napoli, la capitale del Regno che con lui per la prima volta diventava capitale della Repubblica, antivedendo i destini futuri dell'Italia democratica e repubblicana che noi abbiamo conquistato un secolo e mezzo più tardi attraverso tanti sacrifici, tanti dolori, tante sofferenze e tante rinunce. Una vita che lo vede fino al 1786 legato, tra Monopoli e Fasano, alla Terra di Puglia e poi spiccare il volo per quelle facoltà di Giurisprudenza e, di fronte al contatto col mondo degli studi, col mondo della vecchia cultura accademica, erudita, cortigiana, ufficiale, cominciava a percorrere una su a via, una sua via di libertà e di conquista civile e sociale.

La figura e l'opera di Ignazio Ciaja scandisce, in termini davvero esemplari ed emblematici, quell'esperienza intellettuale e politica nella quale può ravvisarsi, riprendendo una classica pagina della crociana Storia del Regno di Napoli, la nascita dell'Italia moderna, della nuova Italia, dell'Italia nostra. Ed è in questo quadro della nascita dell'Italia moderna, della Nuova Italia, della Italia nostra che noi dobbiamo collocare tanto il Ciaja poeta giacobino, il Ciaja dell'ode a Carlo Lauberg, il Ciaja della Canzone alla Francia, il Ciaja del sonetto « Per la caduta di Mantova », quanto il Ciaja uomo di governo prima e martire poi della Repubblica Partenopea, impiccato insieme a Mario Pagano, a Domenico Cirillo, a Giorgio Pigliacelli il 29 ottobre del 1799.

Nel Ciaja poeta giacobino sentiamo già, come rilevò Mario Fubini che lo comprese nella classica collezione di Ricciardi, anche essa eredità della cultura crociana, più che un preannuncio della poesia del Risorgimento, un preannuncio non soltanto per il contenuto, ma per l'espressione in cui le forme settecentesche si avvivano per nuove di spirito e calore.

Nei moduli elaborati della letteratura settecentesca Ciaja immetteva la sua passione di libertà riuscendo a superare il diaframma opposto dalla letteratura, dalla letteratura fine a se stessa; e lasciatemi collegare quest'esperienza della Terra di Puglia con un'esperienza contemporanea che nel lontano, e per certi aspetti opposto, Piemonte vedeva in quegli stessi anni operare Vittorio Alfieri, il poeta che rifiutava il diaframma fra letteratura ed impegno civile, il poeta che sentiva l'unità fra battaglia per la cultura e battaglia per la libertà, il poeta che ispirerà non a caso il nostro Piero Gobetti.

La vita breve eppure intensissima di Ignazio Ciaja fu caratterizzata da una serie di scelte affrontate e sofferte sempre in prima persona. Dai giovanili sogni d'amore e dai primi componimenti poetici, agli studi severi di storia e filosofia, preferiti subito a quelli di giurisprudenza, cui aveva ritenuto di predestinarlo una certa tradizione cittadina e familiare.

E quindi il trapasso all'azione politica secondo patriottismo repubblicano e secondo visioni politiche in cui decisivo fu lo scandire sull'Europa intera e sul Mezzogiorno d'Italia del 1799, dell'inizio della grande rivoluzione apportatrice dei valori di fraternità, di giustizia e di libertà; gli stessi valori che dovevano poi risuonare nel binomio rosselliano « giustizia e libertà » cui si ispirò la emigrazione antifascista e laica del periodo della lotta alla dittatura. La Rivoluzione Francese e i suoi ideali, pure deformati e via via calpestati dalla reazione termidoriana, andavano fin dal 1792 peregrinando fra i giovani napoletani e meridionali in genere, soprattutto nelle scuole tenute da insegnanti privati, che allora giovanissimi allievi erano in quasi tutte le scuole, non esistendo lo stato moderno e laico nella sua concezione, che è tipicamente risorgimentale, di educatore, di addetto alla cultura nazionale, come un altro grande meridionale prefigurò e volle: Francesco De Sanctis.

E formavano essi, questi giovani, una nuova classe intellettuale e spirituale, ci ricorda Croce, come sempre quella che fa le rivoluzioni; checché farnetichino, diceva Croce, i cosiddetti materialisti storici di classi economiche, di borghesia grassa e magra, di operai e contadini e di somiglianti astrattezze che la semplice conoscenza dell'animo umano basta a confutare, dell'anima, come si è detto, tesa d'amore per un'idea e dell'amore spinto fino all'eroismo e alla morte.

L'idea, che i giovani napoletani e meridionali, e fra questi il giovane fasanese Ciaja, seguivano, era quella di un chimico: Carlo Lauberg riconosciuto punto di riferimento della nuova classe intellettuale, promotore di una serie di club, perché la vita dei partiti italiani è nata dai club, gruppi spontanei, dai circoli, che poi diventarono sette con la Giovine Italia, con la Carboneria, per la lotta ai regimi assoluti e che sono tornati circoli su cui si fondano i partiti di democrazia risorgimentale ancor oggi, in relazione tra loro e con suprema direzione unitaria, ossia una società patriottica napoletana in cui il Lauberg e con lui il Ciaja avevano gettato le fondamenta sulla fine di luglio e i primi dell'agosto '93 in una cena a Posillipo. E non erano mancati prima di allora contatti, suggerimenti, scambi di idee, relazioni personali con i repubblicani francesi. Era emersa la necessità di sostituire alla vecchia e pigra Massoneria meridionale qualcosa di più giovane e fattivo, ed era stata opera della neonata Società Patriottica Napoletana, la traduzione che il Lauberg aveva eseguito nel dicembre, della Costituzione Francese del 1793 con l'aiuto del padre Grimaldi, della quale furono stampate duemila copie diffuse dalla società per le città e il Regno, e voglio ricordarlo, era ancora, in tutta la pesantezza delle sue strutture, il Regno borbonico. Quella pubblicazione avrebbe provocato una denuncia che avrebbe rappresentato il primo motivo della persecuzione contro il gruppo di Lauberg e i suoi amici; Ciaja si adoperò con grande ardore e con non minore trepidazione per convincere il Lauberg e il suo maestro a mettersi in salvo, ad andare fuori del Regno di Napoli, a collaborare con i patrioti di altre parti d'Italia e poi in Francia col governo del Direttorio, che nel frattempo si era costituito. Gli argomenti e gli accenti con i quali Ciaja stringe e spinge il maestro e l'amico che riluttava a rompere gli indugi e a partire, sono politici e ad un tempo poetici, e investono la patria e i sentimenti e insieme la sfera dei ragionamenti; perché esitava? che cosa ancora lo legava a Napoli, a Napoli oppressa da un despota, anzi da una despota, quand'egli poteva recarsi da un popolo libero, dal popolo redentore che si apprestava a restituire agli uomini, nella visione di quei giovani, tutti i loro diritti? Esitava forse, perché gli pareva colpevole di disertare il posto di combattimento, abbandonare il campo del suo lavoro.

Restavano in Napoli, essi, i giovani che non invano il Lauberg aveva educato, i giovani che possedevano le forze per continuare l'opera da lui cominciata. Intanto a lui si apriva un più ampio campo di azione, Roma, Firenze, Genova, portando nell'anima l'immagine sempre presente dell'Italia che risorge all'aura della libertà repubblicana che spira dalla Francia.

La vicenda della fuga di Lauberg da Napoli e della successiva, conseguente prigionia di Ignazio Ciaja a Sant'Elmo, da dove sarebbe stato liberato nel 1798 per essere spedito al confino a Bisceglie e per poi ritornare a Napoli agli inizi del '99, non restarono circoscritti al mondo napoletano, ma raggiunsero tutta la penisola e si propagarono anche al di là della penisola. Il nome di Ciaja risonò allora in Francia e ne rimase particolarmente colpito Filippo Bonarroti, lontano discendente del più lontano predecessore e concittadino Michelangelo, il fondatore della società degli Eguali, il primo protagonista del socialismo repubblicano italiano, in una cui lettera si sarebbe affermato che se l'Italia è destinata ad essere libera, la vera rivoluzione comincerà sotto il clima ardente del Vesuvio. Al pari che in altri giacobini meridionali, motivo costante in Ciaja era la fede nel popolo di Francia, giudicato il popolo redentore; per chi abbia letto Carducci e sappia cosa è stata la poesia dei « Giambi ed Epodi » ed il motivo della Francia repubblicana e rivoluzionaria opposta a Napoleone III, quando, come principe﷓presidente, soffocherà la Repubblica Romana di Mazzini, quando a Mentana ed Aspromonte colpirà Garibaldi, capirà cosa vuol dire questo filone di cultura filofrancese che domina tutta una parte la storia del Mezzogiorno. Redentore dell'Italia, ma soprattutto già apportatore di nuovo vangelo al mondo, ravvivato dall'esempio della Repubblica concepita nel senso romano e classico della parola, come equivalente di virtù. Nella «Canzone alla Francia» Ciaja descrive la parabola del disfattismo agonizzante che tentava allora di rianimarsi e di riprendere forza con l'unione al papato temporale che prima aveva avversato, come aveva fatto il re di Napoli, il suo laicismo, laicismo che sembra acquistare intonazioni carducciane e comunque pienamente risorgimentali; l'idea fondamentale della Rivoluzione Francese, la fine dei privilegi e l'eguaglianza delle classi e delle razze viene intesa come la grande opera che spetta alla generazione, cui egli, Ignazio Ciaja, appartiene.

Nel suo liberalismo si inseriscono vibrazioni fortemente democratiche, anch'esse figlie del repubblicanesimo francese progenitore diretto del repubblicanesimo italiano del Risorgimento fino ad oggi. Dell'entusiasmo diffuso tra i prigionieri di Sant'Elmo e delle notizie di successo di Bonaparte, che era ancora il generale rivoluzionario quando vinceva a Campoformio gli Austriaci, che cancellava la Repubblica di Venezia e apriva la via alle vittorie che avrebbero abbattuto anche per pochi mesi il Regno Borbonico di Napoli, è testimoniante il sonetto del Ciaja « Per la Caduta di Mantova », dove si sente l'esultanza per la vittoria francese.

Liberato nel luglio del 1798, dopo quasi tre anni di prigionia, Ciaja fu relegato a Bisceglie sotto la sorveglianza del preside Marugli, perché trovato in possesso di una copia del « Contratto Sociale » di Rousseau. Come si vede, era sempre la cultura politica francese ad incrinare i suoi difficili rapporti con la giustizia regia, prima « La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo » motivo dell'imputazione al suo maestro Lauberg e la sua successiva cattura, oggi « Il Contratto Sociale » di Rousseau da cui nasce tutta la grande tradizione dell'Illuminismo e della democrazia europea. Sarebbe tornato a Napoli il Ciaja nei primi giorni dei febbraio del 1799 insieme ai Francesi per soffrire fino all'ultimo grandezze e limiti dell'esperienza repubblicana.

La realtà, scrive Croce, era venuta diversa, come suole, dal sogno, e i generali e i commissari francesi che dominavano in Napoli con metodi anche burbanzosi, alteri, non assomigliavano in niente alla Francia dell'amore e del canto di Ignazio Ciaja; pure egli procurava di fare il bene che si poteva e di attenuare i mali; e non si sdegnava, non prorompeva in rinfacci di accuse e se non più rigioivano facili nell'anima immagini liete, il coraggio gli stava sempre accanto a sostenerlo. Di questo atteggiamento e di questo stato d'animo sono testimonianze le lettere scritte al fratello che gli sopravvisse, che era andato a Parigi con la delegazione della Repubblica Napoletana al Direttorio, delegazione che non fu neanche ascoltata e neppure ricevuta. E' un idealismo senza illusioni psicologicamente e culturalmente aperto a certo storicismo che egli chiama fatalismo, quello con cui Ignazio Ciaja si accinge a vivere la difficoltà di quei giorni ed egli non cede alle illusioni. Siamo alla fine di un secolo che ha visto crollare il più grande, il più antico trono d'Europa; siamo alla fine di un secolo che ha aperto la via alla esperienza democratica e repubblicana nel mondo identificando la repubblica nel senso antico della parola: governo di popolo, per il popolo. E Ciaja dice in queste lettere, che Croce pubblicò molti anni dopo, molti decenni, un secolo e mezzo dopo: « Il secolo d'Attila era segnatamente quello barbarico, come il nostro sarà il secolo della Ragione e della Libertà »; le due parole, la « Ragione » e la « Libertà » che si uniscono in quegli anni in cui la dea Ragione occupa molte piazze d'Italia e molte statue e molti monumenti venivano fatti alla dea Ragione contrapposta agli antichi simboli della trascendenza e della religione rivelata « è dei secoli come delle persone ﷓ insisteva Ciaja al fratello ﷓ che hanno sempre come passione dominante un carattere esclusivo, credo che l'attuale guerra decida per sempre i destini d'Italia e maturi quelli d'Europa. Napoli ﷓ e per Napoli intendeva il Regno ﷓ non può essere serva, ogni ragione politica me ne è garante ». E si inserisce qui l'altro grande ideale di Ignazio Ciaja, la cultura, vista nelle sue più moderne sollecitazioni ed articolazioni. Nelle lettere al fratello, che era andato a Parigi per quella missione disperata di soccorso dei patrioti napoletani, egli non manca di chiedergli ogni volta libri e opuscoli « ... tra questi ti prego di mandarini il piano dell'Istituto Nazionale, quello del Collegio di Francia e l'altro delle Scuole Centrali ».

E giova anche notare come nelle sue lettere non vi sia soltanto la passione e il coraggio delle responsabilità, vi è anche il mondo degli affetti familiari tutto incentrato sulla figura della madre, un mondo irrinunciabile, forte di un'antica e sempre nuova stabilità, accanto al quale affiora quello degli amici, soprattutto gli amici del paese nativo, di Fasano, quelli che non si erano discostati da lui per il timore di compromettersi con un reprobo politico. Poeta civile, nel senso più alto della parola, Ciaja riusciva a riportare realtà ed affetti esterni ad una sua interiore religione della libertà, come la chiamerà tanto tempo dopo Benedetto Croce, volgendo ogni sentimento civile in moto dell'anima ed identificando cultura e libertà.

Continuiamo, diceva Croce, a raccogliere con pio sentimento tutto quanto si riferisce agli uomini che in Napoli nel 1799, ﷓ cominciando dall'ultimo presidente della Repubblica, presidente della Repubblica per poche settimane, Ignazio Ciaja ﷓, morirono per la libertà; è un culto della nostra più alta tradizione che giova tenere sempre vivo nei cuori
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nuvolarossa
29-06-02, 16:25
Adesione di Giuseppe Nocerino al PRI

Dopo le ultime scelte politiche che hanno portato il P.R.I. nella Casa Delle Liberta' vi comunico la mia adesione al P.R.I. di Somma Vesuviana. Sicuro di poter contribuire a rendere ancora più visibili e
forti gli ideali laici e riformisti nell'area di centro destra.

CORDIALI SALUTI
GIUSEPPE NOCERINO

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tratto dal sito:
http://www.prinapoli.it/Home-1/nuova_pagina_2.htm

nuvolarossa
30-06-02, 11:24
Il futuro ha un cuore antico

Cresce e si rinnova il partito Repubblicano di Caserta, indicando come linee guida, un accordo di unità fra tutte le forze politiche, sindacali e sociali, dotandosi con l’attivazione di questo sito web di uno strumento di informazione politica efficace e dinamica. Piano di rinnovamento che richiede programmazione e scelte prioritarie, responsabilità e rigore. L’attività dei nostri amministratori locali, le posizioni politiche nazionali della Federazione, le iniziative e l’impegno dei Repubblicani rappresentano la continuazione di una passione ideale e civile che trova le sue radici nella storia del Risorgimento Italiano. Si riconferma l’originalità e la peculiarità del P.R.I. espressione diretta della tradizione democratica, portatore di una cultura economica moderna, che crede in una organizzazione della pubblica amministrazione che risponda non ad esigenze di assistenzialismo ma ad una domanda di efficienza e di corretto funzionamento più aderente ai bisogni dei cittadini. La storia del Partito Repubblicano trae consolidamento da oltre un secolo di attivismo politico da cui le idee e le azioni ne scaturiscono, corsi e ricorsi storici, come disse SPADOLINI in uno dei suoi tanti interventi: ” Nessuna pregiudiziale per il futuro, amici, ma soprattutto pregiudiziali contro qualunque pregiudiziale, perché questo che è il partito della ragione, non può avere pregiudiziali ”.

P.R.I. Segreteria di CASERTA
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tratto dal sito web
dei Repubblicani di Caserta
http://www.pri-caserta.com/webpage.htm
http://www.pri-caserta.com/immagini/logosinistra1.gif</a>

nuvolarossa
03-07-02, 23:08
Oggi il consiglio comunale, dopo una faticosa trattativa
Caserta, pronta la giunta Falco

CASERTA - Il sindaco Luigi Falco di Forza Italia, rieletto al primo turno un mese fa, dovrebbe presentare stamattina la nuova giunta durante la seduta del Consiglio comunale che si terrà nel Belvedere di San Leucio.
La giunta di centrodestra dovrebbe essere così composta: Vincenzo Ferraro (vice sindaco) e Catello Tronco (Ccd), Giovanni Mancino e Antonello Acconcia (Democrazia Europea), Luigi Del Rosso (o Emilio Melorio) (Cdu), Pio del Gaudio, Giuseppe Vozza e Stefano Fabbrocile (Alleanza nazionale), Carlo Marino, Giovanni Cicia, Aniello Spirito, Antimo Ronzo, Diego Paternostro (Forza Italia), Giovanna Petrenga (esterna, ex direttrice della Reggia), Antimo Marotta (Pri).
Presidente del consiglio comunale, già designato da alcuni giorni dai partiti del centrodestra, sarà eletto Vincenzo Ascione di Alleanza nazionale.

nuvolarossa
21-07-02, 08:32
L’INTELLETTUALE, IL POLITICO

Un puro e duro né di destra né di sinistra

Antonio Ghirelli

Più che difficile, è ozioso chiedersi se oggi Francesco Compagna militerebbe nella coalizione di destra che ha vinto le ultime elezioni politiche, o piuttosto in quella di sinistra che occupa gli scanni dell'opposizione in parlamento e le piazze degli scioperi e dei girotondi nel Paese. È ozioso perché sono radicalmente mutati i tempi, la società italiana e gli schieramenti politici: la guerra fredda è un lontano e ormai pallido ricordo; la società fordista è stata cancellata dall’avvento dell’informatica; il personale politico dei partiti della prima Repubblica ha ceduto il campo ad una folla di nuovi venuti o di sopravvissuti al naufragio.
Tutto quello che si può dire, ricordando il nostro carissimo «Chinchino», il fondatore di «Nord e Sud», il parlamentare e ministro repubblicano, riguarda la sua testimonianza come intellettuale e militante di altissimo livello. È stato detto, a buon diritto, che in lui si sono fuse due ispirazioni: quella crociana, così rigorosa in assoluto e così distaccata in apparenza dal tumulto socio-politico; e quella di Gaetano Salvemini, così legata invece alla lotta quotidiana, alla denuncia quotidiana e documentata dai soprusi e delle storture.
I cardini del suo pensiero furono due: la convinzione che il nostro Paese avesse un bisogno drammatico di riforme, ma che queste riforme dovessero essere realizzate nel costante rispetto delle regole democratiche, della libertà di espressione e di impresa, senza ispirarsi ad alcuna ideologia totalizzante ed astratta; l'opinione, affondata nelle tradizioni più gloriose della storia meridionale, che il riscatto del Sud fosse legato al destino e alla cultura dell’Europa. Studiosi e pubblicisti di grande spessore, da Renato Giordano a Vittorio De Caprariis, da Giuseppe Galasso a Nello Ajello e a Rosellina Balbi (per citare soltanto i pionieri di «Nord e Sud») affiancarono Compagna nella sua battaglia su due fronti: quella dura, sarcastica, implacabile contro il populismo laurino e il fiancheggiamento della destra democristiana; quella rispettosa ma altrettanto intransigente contro la vulgata marxista, la migliore, quella che si ispirava al pensiero di Antonio Gramsci e che i compagni di Giorgio Amendola, Napolitano e Chiaromonte, esponevano dalle colonne di «Cronache meridionali». Quanto fosse serio e concreto l’impegno del fondatore di «Nord e Sud», del professore universitario di geografia economica, del barone ricco e scapigliato a cui la guerra aveva cambiato la vita e i pensieri, Chinchino lo dimostrò definitivamente nella sua partecipazione alle vicende del partito Repubblicano. Ugo La Malfa ne aveva fatto il proprio capolavoro come ago della bilancia tanto nel concerto del centro-sinistra quanto nell’ardua difesa dei valori laici nel Paese delle due Chiese, la fede nella trascendenza e quella nella palingenesi rivoluzionaria.
Senza perdere un’oncia del suo brio napoletano e della pungente vis polemica, Compagna seppe inserirsi nella logica della vita di partito in una città individualista come è Napoli, delle responsabilità di governo a Roma che si fecero assai pesanti quanto il presidente socialista della Repubblica, Sandro Pertini, affidò per la prima volta dopo decenni la presidenza del Consiglio appunto ad un laico, Giovanni Spadolini. Dell’insuperabile storico dell’Ottocento toscano, del grande giornalista, del sofisticato politico Francesco Compagna divenne il collaboratore più prezioso. Lavorando con lui, scoprì di nutrire con quelle per gli studi e per il meridionalismo, un’altra passione, forse la più forte, certo la più esigente, il senso dello Stato. In questo caso, se di destra si può parlare per Compagna, il riferimento va a quella Storica dei Poerio, di Scialoja, di Settembrini che nell’Ottocento aveva fatto l’Italia partendo dai moti del ’21 e dalla rivoluzione del ’48, sacrificando nelle galere e in esilio fortune personali e allori accademici.
Dopo essere stato ministro, dopo aver superato a fatica un grave attacco di cuore, in omaggio al senso dello Stato il barone Compagna accettò di tornare sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in costante, febbrile contatto con un capo come Giovanni Spadolini, incapace di riposo e di indulgenza anzitutto con se stesso. Non ci furono esitazioni nel fondatore di «Nord e Sud», non ci fu verso di fargli considerare i rischi a cui si esponeva prodigandosi come un novizio al seguito di quell’imperioso governante. E un giorno, un maledetto giorno di estate, Chinchino aveva appena finito di bagnarsi nel mare azzurro di Capri, che il suo cuore si fermò. Quando ci arrivò la notizia, restammo sbigottiti, divisi tra il dolore per la morte di un fratello e l’ammirazione per quel bizzarro miliardario, quell’inguaribile idealista che era caduto consapevolmente al servizio della Repubblica.

nuvolarossa
21-07-02, 08:41
Il meridionalista europeo

Raffaele La Capria

In una classe così erano i ragazzi stessi che si trasmettevano continuamente la loro scoperta del mondo, delle idee e degli ideali che lo attraversavano; e non c’è migliore insegnamento di quello che ci viene dai nostri coetanei, dai discorsi che si fanno insieme, dall’emulazione che nasce, dalle reciproche influenze. In questo senso la presenza tra noi di Chinchino fu determinante, e posso dire che contribuì forse più di ogni altra alla nostra formazione politica e intellettuale. Il principio cui ci si atteneva era soprattutto l’onestà e l’indipendenza del giudizio, e una attività critica costante.
Chinchino era tra noi il più preparato perché, diversamente da noi, non era animato soltanto da quello che lui chiamava «il sinistrismo verbale» diffuso tra molti garazzi a quei tempi - cioè da nobili ma astratti furori, e dalla speranza di un Cambiamento-Generale-di-Tutto-E-di-Tutti cui tanti di noi aspiravano e pochi di noi sapevano come conseguire - ma aveva frequentato Croce ed interiorizzato la sua lezione, e quella di Salvemini, di Omodeo, di Rossi Doria e poi di La Malfa, e ancora dopo di Spadolini e di Pannunzio, e aveva frequentato amici come Vittorio De Capraris e Renato Giordano che lo avevano aiutato a dare una forma alle proprie idee liberali in una comunanza di studi e di interessi.
Molti anni dopo, quando i ragazzi che eravamo erano diventati uomini adulti e ognuno aveva preso la propria strada e definito meglio le proprie idee, Chinchino era rimasto a Napoli e aveva fondato la rivista «Nord e Sud». Su quella rivista, insieme ai suoi amici, tra cui ricordo oltre De Capraris e Giordano, Giuseppe Galasso, Rosario Romeo, Nello Ajello, Rosellina Balbi, Enzo Golino, e poi Renato Cappa, aveva combattuto molte battaglie, in una Napoli borbonica che aveva inneggiato al sindaco Lauro. Napoli fu sempre in cima ai suoi pensieri, l’ha amata profondamente nella sua storia e nella sua civiltà, e ha cercato come ha potuto di proporre un’immagine presentabile, ricordando la Napoli Nobilissima e la grande tradizione che ci aveva trasmesso.
Quando nel 1961 il mio libro Ferito a morte che aveva appena vinto il Premio Strega fu attaccato da alcuni giornali di Achille Lauro per la sua polemica contro il sindaco, e con vari pretesti fu portato in tribunale, mi trovai subito a fianco il mio amico Chinchino a difendere me e le ragioni del mio libro con veementi articoli sulla sua rivista. E quando due anni dopo, nel 1963, il film Mani sulla città, scritto da me e da Francesco Rosi e diretto da Rosi vinse il Leone d’Oro a Venezia, di nuovo Chinchino fu al nostro fianco, lui che aveva combattuto la stessa battaglia contro la speculazione edilizia che stava stravolgendo la nostra città.
Ho seguito poi da lontano la carriera politica del mio amico, la parte da lui sostenuta per risollevare le sorti del Mezzogiorno con l’intervento dello Stato (la Cassa del Mezzogiorno), le sue appassionanti polemiche su giornali e riviste come «La voce Repubblicana», il «Mondo», «Il Mulino», «Il Mattino», e i vari momenti della sua evoluzione, dal liberalismo di Omodeo, al meridionalismo di Dorso e di Rossi Doria, l’europeismo di Spinelli e poi di Monnet; e, soprattutto l’Istituto fondato da Benedetto Croce e diretto da Federico Chabod.
Ma vorrei ricordare a conclusione di questo mio intervento quanto Compagna scriveva in un Editoriale pubblicato su «Nord e Sud» nel febbraio 1960, poco dopo la scomparsa di Renato Giordano: «Se noi risaliamo indietro lungo le vicende napoletane degli anni trascorsi, non possiamo non rilevare che nell’immediato dopoguerra furono seminate idee che poi sono in vario modo fiorite; furono avviati i ripensamenti del meridionalismo e gettate le basi dell’europeismo che poi hanno acquistato più corpose e più sicure dimensioni; furono intuiti i nessi tra il primo e il secondo che oggi risultano chiariti da tutta la successiva esperienza politica dei democratici meridionali... Ed è infine vero anche per Napoli che all’immediato dopoguerra risalgono le origini di quei pochi gruppi che poi si sono affermati attraverso varie vicende della vita nazionale, per aver saputo mettere alla prova la propria fedeltà ai princìpi ideali e la propria fermezza nelle posizioni politiche».
E voglio anche ripetere quanto ho scritto di Compagna nel mio libro Napolitan Graffiti, e cioè che lui rappresenta per me la parte migliore della borghesia napoletana, destinata ad essere sempre in minoranza, sopraffatta dalla peggiore. Quella liberale e crociana che per ragioni storiche fin troppo evidenti e per intrinseca debolezza collettiva ha potuto esprimersi culturalmente senza riuscire a incidere - se non raramente - sul tessuto civile della città, modificandolo.
Compagna lo sapeva, e nonostante tutto non ha mai abbandonato la partita.

nuvolarossa
16-08-02, 22:13
Partito Repubblicano Italiano
Napoli


Al Segretario Nazionale P.R.I.
Alla Direzione Nazionale P.R.I.
Al Segretario Regionale P.R.I.


Il giorno 2 luglio 2002, nei locali del P.R.I. – Partito Repubblicano Italiano, in Via S. Maria La Nova – Napoli, si è riunita l’Assemblea delle Sezioni della Città e della Provincia di Napoli (Sezione Stella-S.Carlo all’Arena, S. Lorenzo-Vicaria, Avvocata-Montecalvario, Pianura , Bagnoli, Ponticelli-Barra, Acerra, nonché le Sezioni Repubblicane delle Libertà di Napoli Centro, Somma Vesuviana, Ottaviano, S. Gennaro Vesuviano), alla presenza di numerosi amici repubblicani, che si riconoscono pienamente nella linea politica ufficiale della Segreteria e della Direzione Nazionale del P.R.I.

L’Assemblea, dopo ampio ed approfondito dibattito, ha sollecitato la Segreteria Regionale ad assumere le iniziative politiche ed organizzative necessarie al rilancio del partito, che versa ormai in uno stato di totale abbandono.

All’incontro ha presenziato Pietro Storia, responsabile Regionale della Federazione Giovanile Repubblicana, sottoscrivendo il documento.

Nel corso dell’Assemblea, inoltre, è stata ravvisata la necessità che siano assunte posizioni chiare in merito alle scelte politiche del Partito in Campania ed in particolare a Napoli. Ciò anche in considerazione del fatto che, allo stato, l’elettorato è frastornato dalla contraddittorietà fra le posizioni di quegli esponenti di area repubblicana, che partecipano a maggioranze di centro-sinistra, di quelli che, invece, sono schierati con la Casa delle Libertà ed, infine, di quelli che con una lista civica, denominata “i Repubblicani”, sono presenti nella maggioranza Jervolino del Comune di Napoli.

L’Assemblea, infine, ribadendo di aderire pienamente alla linea nazionale del P.R.I., decide di dar vita, nelle more del Congresso Provinciale, ad un Coordinamento tra le Sezioni summenzionate, designando a farne parte i sigg.: La Marca Michele, Buonincontro Salvatore, Gazzillo Crescenzo, Cirella Maurizio, Schiavo Federico, Carlo Spina, Andrea D’Avino, Scalfati Massimo, Antonio D’Apolito, Michele Izzo, Dinacci Filippo, Esposito Gaetano, De Stefano Giuseppe.
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tratto dal sito web del PRI di Napoli
http://www.prinapoli.it/Home-1/nuova_pagina_2.htm

nuvolarossa
16-08-02, 22:16
I giovani del quartiere Ponticelli da anni costretti a confrontarsi con un degrado sempre più invasivo ormai raggiunto il punto di saturazione intendono esternare la loro insofferenza a tale forma di degrado. Vogliono DIMOSTRARE la loro ESISTENZA il loro DISSENSO su decisioni spesso prese per rispondere ad emergenze ma che poi, lasciano un segno indelebile sul nostro territorio sulla nostra pelle e sulla nostra salute. Già stiamo pagando inadeguatamente rispetto agli altri cittadini napoletani il prezzo del progresso, riteniamo che non ci possono essere cittadini di serie A o B, siamo tutti equamente chiamati a pagare un equo pedaggio alla civiltà. Siamo chiamati ad impegnarci in prima persona per migliorare la qualità della vita, a non delegare altri, a chiedere a gran voce che ci venga riconosciuto la dignità di vivere e di lavorare in luoghi che si possano ritenere appartenere ad un mondo civile.

Il Segretario Regionale Federazione Giovanile Repubblicana

PIETRO STORIA
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tratto dal sito web della F.G.R. di Napoli
http://www.prinapoli.it/Home-1/nuova_pagina_2.htm

nuvolarossa
17-08-02, 11:15
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nuvolarossa
21-08-02, 22:10
ALTA TENSIONE
TRA I PARTITI

FRANCESCO VASTARELLA

L’ex governatore Andrea Losco o il popolare Enzo De Luca?
Il repubblicano Giuseppe Ossorio
o riuscirà a spuntarla Clemente Mastella riottenendo per uno dei suoi cinque consiglieri la poltrona di presidente del Consiglio regionale che era in quota Udeur? Manca meno di un mese all’appuntamento e anche quelli di vacanza diventano giorni di grandi manovre per il riassetto dell’ufficio di presidenza. C’è da scegliere il successore di Domenico Zinzi, che prima delle politiche del 2001 scelse Democrazia europea, schieramento poi passato con il Polo e inserito nel processo di riunificazione degli ex dc nell’Unione democratica di centro. Non è il solo nodo da sciogliere. Ci sono anche le presidenze di sei delle commissioni consiliari, tre incarichi ciascuna (presidente, vicepresidente e segretario), che potrebbero finire sotto esame e coinvolgere i 36 della maggioranza e una parte della minoranza. Una opposizione che negli ultimi giorni è stata investita dalla crisi di rapporti tra An e Fi sfociata nella richiesta di stati generali della Cdl. Come si fa a tenere tutti a bada quando ci sono 25 poltrone su cui puntare? Un bel grattacapo per Antonio Bassolino. E non solo per Bassolino.
Il punto cruciale resta il riassetto dell’ufficio di presidenza del Consiglio composto da sette consiglieri e che la maggioranza di centrosinistra volle bilanciato quattro a tre a suo favore: Zinzi, Pietro Paolo Ferraiuolo (vicepresidente, Fi), Gennaro Mucciolo (vicepresidente, Sdi), Antonio Milo (segretario, Ccd), Vittorio Nolli (segretario, comunisti), Pina Castiello (questore, An), Andrea De Simone, (questore, ds). Equilibrio alterato dalla scelta di Zinzi, tanto è vero che da un anno a questa parte ritorna periodicamente la polemica sulla richiesta di dimissioni, soprattutto da parte di Rifondazione. Una recente modifica del regolamento, proposta dalla Giunta, ha reso non più rinviabile l’appuntamento con il riassetto: verifica dell’ufficio e delle commissioni a metà consiliatura. Dunque, si comincia a metà settembre con il rischio di parallizzare approvazioni di leggi di primaria importanza come quella sull’urbanistica. Anche per questo c’è chi, come il capogruppo di Fi, Franco Bianco, e gli esponenti di Rifondazione Franco Specchio e Francesco Maranta, chiede di mettere subito a lavoro la commissione Statuto presieduta da Francesco D’Ercole di An, la commissione che dovrà definire il futuro assetto istituzionale della Campania.
Zinzi, che venerdì parte come capodelegazione della Campania alla conferenza mondiale di Johannesbug, secondo alcuni potrebbe essere presto destinato a un incarico di partito di alto profilo, se non addirittura a un ruolo nel Governo nazionale in caso di rimpasto. Dovrà essere proprio Zinzi, a metà settembre, a convocare la conferenza dei capigruppo per fissare il giorno della discussione. Chi andrà al suo posto? Le manovre sono in corso. Nel bel mezzo c’è il tradizionale appuntamento di Telese (2-8 settembre) in cui quest’anno Mastella promette fuoco e fiamme per il centrosinistra che mortifica l’Udeur. In gioco c’è la presidenza, ma dallo sfondo emergeranno gli assessorati che contano.

nuvolarossa
23-08-02, 21:20
I NOMI DI ULIVO E CDL
Regione, il centro presenta il conto per la successione al presidente Zinzi

NAPOLI

«Per carattere non sarò certo io a candidarmi alla presidenza del Consiglio regionale», dice il capogruppo della Margherita Enzo De Luca (Ppi), che da più parti viene indicato come candidato naturale visto che due anni e mezzo fa fu fatto il suo nome prima di Domenico Zinzi in quota Udeur. La prima mossa spetta dunque agli altri, a sentire De Luca, ma la sua candidatura assumebbe anche un forte significato in quanto è il più votato in percentuale due anni fa. «Grazie, ma non credo di correre questo rischio», avverte Raffaele Calabrò, il consigliere regionale di Forza Italia, ed ex presidente del Consiglio, che qualcuno vorrebbe in competizione. L’ex governatore Andrea Losco, della Margherita, è in vacanza lontano e fa sapere che «prima di parlare vuole avere chiaro il quadro della situazione».
Il repubblicano Giuseppe Ossorio da quando sono cominciate le grandi manovre sul rinnovo della presidenza, appuntamento fissato a settembre, si è chiuso nel silenzio e in questi giorni si gode il resto della vacanza a Serapo.
Si sente invece lusingata e gratificata Rosanna Cioffi, del centrosinistra, ma lanciata da Fulvio Martusciello di Forza Italia anche come provocazione alla maggioranza. Ipotesi che ha stizzito il capogruppo di An, Salvatore Ronghi, «Martusciello pensi ai fatti della Cdl», e ha fatto ironizzare il leader Udeur Clemente Mastella, «è come se il centrosinistra suggerisse il nome del successore di un ministro». «Sono soddisfatta perché mi si riconosce un ruolo al di sopra delle parti anche se sono del centrosinistra - dichiara Cioffi - Mi auguro non si tratti soltanto di una provocazione. Certo, maggioranza e minoranza devono fare i conti con i numeri che servono per questa elezione».
Il vicepresidente del consiglio regionale della Campania, Pietro Paolo Ferraiuolo (Fi), definisce «una splendida intuizione» la proposta di Martusciello. «Cioffi sarebbe la degna continuazione, alla guida del Consiglio, di Paola Ambrosio e di Raffaele Calabrò - spiega - Mastella, poi, non ha ben capito che non stiamo discutendo della nomina di un assessore, ma dell'elezione del presidente del Consiglio, figura di garanzia per tutti. Le riserve di An sono dovute più alla rabbia di aver perso l'iniziativa. Ronghi parla senza consultare il suo gruppo, se lo avesse fatto si sarebbe reso conto che molti sono favorevoli alla proposta».
Attendista Franco Bianco, capogruppo di Fi, un’altra delle figure che secondo alcuni potrebbe entrare a far parte della rosa di nomi. «Siamo rispettosi delle istituzioni - spiega - Stavolta desidereremmo che la scelta del presidente non venisse utilizzata come occasione per compensare il mancato affidamento di poltrone assessoriali. La prima cosa da fare è far funzionare il Consiglio sul serio». Come ribadisce il popolare De Luca: «Il funzionamento del Consiglio in primo luogo, con tutti i consiglieri, votati dai cittadini, che si riappropriano delle loro funzioni e del servizio che devono alla comunità. Dobbiamo mettere mano allo Statuto, non c’è minuto da perdere. La coalizioone di centrosinistra deve rilanciare unità e solidarietà di coalizione».

f. v.

nuvolarossa
06-09-02, 15:51
Annamaria Amato, La classe politica napoletana e le elezioni del 1913, Napoli, Edizioni "La città del sole", 2001, pp. 357, euro 20,66

La ricerca analitica, minuziosa, documentatissima di Annamaria Amato ripercorre le tappe della campagna elettorale del 1913 e del clima politico napoletano in piena età giolittiana. Studiosa del "consenso" e della "rappresentanza" la ricercatrice si è applicata sulla società napoletana indagando sulla classe politica locale, sulle contrapposizioni destra-sinistra, sul ruolo del clero e della malavita. Si ricava la sensazione di una peculiarità molto forte, di una realtà su cui il contesto nazionale sembra agire solo a livello di sottofondo, senza incidere, se non in una sorta di conferma della fama di Giolitti come "ministro della malavita". Necessario però, da questo punto di vista, "un altro tipo di approfondimento di carattere sempre socio-politico: quello che - chiarisce l'autrice - definiremo genericamente delle 'patologie elettorali'. (…) Dagli atti dei processi penali, infatti, che palpitano di una profonda umanità, emerge una realtà sociale spesso dolente, diffusamente corrotta e soprattutto facilmente corruttibile. Ad essere coinvolti più di frequente in indagini e processi, nel nuovo contesto di suffragio allargato, erano infatti gli analfabeti, [… che] costituivano la categoria sociale più debole, in quanto completamente priva di quella consapevolezza politica che dovrebbe essere alla base dell'atto di voto."
Chiaramente, questa considerazione costituisce l'ennesima riprova della distanza fra la classe politica nazionale e un Mezzogiorno (di cui Napoli è un poco l'emblema) su cui non viene attuata alcuna politica riformatrice. Resta naturalmente aperta la questione se l'adattarsi allo stato di fatto non risultasse più conveniente a certi notabilati che avrebbero controllato il consenso attraverso l'uso disinvolto del sistema bancario e del denaro pubblico, anche se, almeno a giudizio di Elio D'Auria, autore della prefazione, questo non inficia il carattere liberal democratico di una società appartenente a tutti gli effetti alla democrazia europea.
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tratto dal sito web del
PENSIERO MAZZINIANO (http://www.domusmazziniana.it/ami/)

nuvolarossa
06-09-02, 15:51
Annamaria Amato, La classe politica napoletana e le elezioni del 1913, Napoli, Edizioni "La città del sole", 2001, pp. 357, euro 20,66

La ricerca analitica, minuziosa, documentatissima di Annamaria Amato ripercorre le tappe della campagna elettorale del 1913 e del clima politico napoletano in piena età giolittiana. Studiosa del "consenso" e della "rappresentanza" la ricercatrice si è applicata sulla società napoletana indagando sulla classe politica locale, sulle contrapposizioni destra-sinistra, sul ruolo del clero e della malavita. Si ricava la sensazione di una peculiarità molto forte, di una realtà su cui il contesto nazionale sembra agire solo a livello di sottofondo, senza incidere, se non in una sorta di conferma della fama di Giolitti come "ministro della malavita". Necessario però, da questo punto di vista, "un altro tipo di approfondimento di carattere sempre socio-politico: quello che - chiarisce l'autrice - definiremo genericamente delle 'patologie elettorali'. (…) Dagli atti dei processi penali, infatti, che palpitano di una profonda umanità, emerge una realtà sociale spesso dolente, diffusamente corrotta e soprattutto facilmente corruttibile. Ad essere coinvolti più di frequente in indagini e processi, nel nuovo contesto di suffragio allargato, erano infatti gli analfabeti, [… che] costituivano la categoria sociale più debole, in quanto completamente priva di quella consapevolezza politica che dovrebbe essere alla base dell'atto di voto."
Chiaramente, questa considerazione costituisce l'ennesima riprova della distanza fra la classe politica nazionale e un Mezzogiorno (di cui Napoli è un poco l'emblema) su cui non viene attuata alcuna politica riformatrice. Resta naturalmente aperta la questione se l'adattarsi allo stato di fatto non risultasse più conveniente a certi notabilati che avrebbero controllato il consenso attraverso l'uso disinvolto del sistema bancario e del denaro pubblico, anche se, almeno a giudizio di Elio D'Auria, autore della prefazione, questo non inficia il carattere liberal democratico di una società appartenente a tutti gli effetti alla democrazia europea.
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tratto dal sito web del
PENSIERO MAZZINIANO (http://www.domusmazziniana.it/ami/)

nuvolarossa
17-09-02, 17:28
Casa delle Libertà I partiti vogliono una convention

I partiti della Casa delle Libertà serrano le fila per rilanciare l'opposizione all'amministrazione comunale di Salerno e per prepararsi alle elezioni nei Comuni di Scafati, Baronissi e Campagna. La decisione è stata assunta nel corso di un vertice al quale hanno preso parte il coordinatore di Forza Italia, Antonio Cuomo; di Alleanza Nazionale, Edmondo Cirielli; del Ccd, Enzo Di Rosario; di Democrazia, Europea, Angelo Grillo; del Cdu, Alfonso Fezza; del Nuvo Partito socialista, Carmine Farina; del partito repubblicano Italiano, Gaetano Lupi e del partito democratico cristiano, Gelsomino Pantuliano. Prevista anche l'organizzazione di una convention provinciale unitaria dei partiti del Polo.

nuvolarossa
14-10-02, 18:51
Lunedì 14 ottobre h. 18
Salerno
Sala "Politio" di Salerno Energia
(ex azienda del Gas-Torrione)
Via Stefano Passaro 1
Manifestazione Pri

Il segretario nazionale del Pri incontra i repubblicani di Salerno
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tratto dal sito web del
http://www.prilombardia.it/imgs/pri.gif (http://www.pri.it)

Giuseppe Gizzi
15-10-02, 10:04
Ho letto solo stamattina di quest'incontro e me ne dispiace. Perchè avrei voluto spiegare a Nucara dove si erano imboscati Santoro e i suoi quattro amici, mentre i VERI REPUBBLICANI, come il sottoscritto non lesinavano sacrifici di ogni tipo per tenere in piedi il partito. Ma tant'è. L'attuale dirigenza del Pri non contrasta gli opportunisti, anzi li fa assurgere agli onori della segreteria politica, in una coalizione nella quale il Pri non è proprio considerato ed è irrilevante. E non temo smentite, perchè quando eravamo dall'altra parte, pur con tutte le difficoltà di rapporto con i DS, il Pri faceva politica, la sua politica di spirito critico al servizio del paese, nella nostra posizione congeniale, che come diceva Spadolini era quella di avere i piedi ben fissi al centro e lo sguardo rivolto a sinistra. Oggi non solo si è scelti un'alleanza con i fascisti alla La Russa e con la Lega ( a proposito non so se qualcuno di voi abbia letto le squallide affermazioni sul Sud del ministro Maroni) ma si è scelta la strada della piaggeria, del conformismo alla linea politica berlusconiana, che quasi pare che il Pri sia diventato una corrente di Forza Italia- Nucara sebbene sia reggino non ha avuto da ridire nemmeno sul paventato taglio dei fondi alla Salerno Reggio Calabria, che per le condizioni in cui si trova è una vergogna mondiale- . Linea dalla quale, leggendo il forum, a parte i tradizionali oppositori romagnoli, su qualche aspetto va differenziandosi l'amico Calvin. P.S. A Fiuggi non verrò perchè sono fuori e mi piange il cuore nel vedere un Pri, che non solo è sottomesso a forze che con la nostra tradizione non hanno nulla a che vedere ma che ha rinunciato a fare politica, la sua politica.

kid
15-10-02, 11:22
è un'amarezza comune, nel senso che la maggioranza è quella che è. Noi abbiamo cercato di allargare le maglie di questa coalizione e mettere a disposizione del paese una parte politica con una certa idea dello Stato e del governo. In realtà la cosa non ha interessato. Da una parte perchè Berlusconi è un self made man ed accentra tutto su se stesso, con risultati fra l'altro discutibili, dall'altra perchè la maggioranza nel suo complesso ha una qualità scadente, proprio come dice Gizzi in An e soprattutto, me ne dispiace molto, nella lega. Gizzi dimentica solo che la politica di Spadolini nell'Ulivo non si poteva fare perchè ci hanno cacciati. Questo punto non è molto chiaro agli amici della perfieria, perchè le cose lì arrivano un po' in ritardo. Ma noi non siamo usciti dal centrosinistra, ma siamo stati buttati fuori, perchè se restavamo o diventavamo ds o diventavamo margherite, insomma o facevamo la fine di Bogi o quella di Bianco e Maccanico. In periferia si vive un po come Asterix ed Obelix nel loro felice villaggio, ma Roma ha bruciato il suolo circostante. Io so benissimo dove stava Italico negli anni in cui non si sapeva che fine avrebbe fatto il partito. Ma per lo meno non è stato eletto nelle liste dell'Ulivo come repubblicano e si è iscritto ai Ds! Gizzi questa era la condizione del partito. Uno che non è favorevole al centrosinistra non è favorevole. Se ne va e fa quello che gli pare. Lo stesso fai tu adesso che non sei favorevole al centrodestra. Fra cinque anni se vuoi tornare nel partito, perchè cambia la linea politica o per chissà quale motivo e se la segreteria ritiene che tu abbia il titolo per avere degli incarichi, ti assicuro che io che nel partito sto anche se non ne condivido le politiche, ti difenderò da chiunque si permetta di dire: Gizzi era da un'altra parte,Gizzi ci aveva lasciati, come faccio oggi con Santoro. E non perchè ti conosco come conosco Italico da uina vita, ma perchè voglio che i repubblicani stiano nel Pri e mi riprenderei anche i miei senatori che ci voltarono le spalle nel '96 nel momento di maggior bisogno. Perchè all'epoca non avevamo bisogno di Santoro ma dei senatori che D'Alema ci sequestrò, perchè lui " mica può salvare un morto". Berlusconi una frase di questo genere non c'è l'ha mai detta. Magari la pensa o non ritiene nemmeno necessaria pensarla. Ma non ce l'ha detta e scusami, in politica contano gli atti e le parole.
Poi le cose qui non vanno bene, vero. Fesso me che ci ho sperato, che ti devo dire. Sono un fesso, perchè quando uno è preso alla gola non ci ha voglia di dire va bene è finita, ma si batte a costo anche di creare scompensi, sconcerto, danni, ma per lo meno non tira le cuoia, forse c'è ancora una speranza. Ma dico: Pacciardi in Spagna sarà stato contento di combattere con i comunisti con quello che pur sapeva essere i comunisti? Ma combatteva per una causa che era la democrazia spagnola e quella europea. Ed io combatto per la causa della vita del Pri che vale la possibilità di una democrazia in Italia. Perchè non c'è ancora nessuno che mi abbia convinto che vi sia una possobilità democratica che prescinda dalla tradizione di questo partito, che sopravviverà a Berlusconi ed ai Maroni di turno. E' soppravissuta a Mussolini, figurati. Ma va aiutata questa tradizione o no? E va aiutata nei momenti più difficile quando sbagliare sembra inevitabile e parlare poi diventa quasi impossibile.

echiesa
15-10-02, 16:11
E vero quello che tu affermi calvin: salvare il PRI è il nostro primo dovere, e come ormai sanno tutti in questo forum la mia posizione è nettamente contraria a quella nazionale ma per il momento non ho mollato. L'errore che è stato fatto nel congresso di Bari è stato quello di portare sotto le insegne del Polo un partito che non ne era convinto. Possiamo entrare nelle beghe per quanto tempo vogliamo, ma aver vinto il congresso con una percentuale RISICATA ( ragazzi, qualcosa portato via dalla Sbarbati, sicurmente contrario, Carrara che non vota insieme a Grosseto per problemi formali) ed averlo portato nella casa delle libertà, con F.I., insomma manco oggi sappiamo dove siamo è stato il primo passo, seguito dal disastroso esito della campagna elettorale, dove abiamo avuto un deputato per carità ed un senatore in una zona di Milano dove alle comunali non si è manco riusciti a presentare una lista, e sia detto non con cattiveria, ma è un dato di fatto.
In seguito il buon La Malfa si è dimesso da segretario perchè" la Romagna e le zone storiche non mi hanno capito e non mi hanno seguito"cavolo, se ne accorge dopo che le zone del partito non è che fossero molto daccordo.
La Segreteria Nucara si è distinta per i commissariamenti ed i deferimenti ai proboviri. Se penso che è stato deferito Gallina per essere venuto a Carrara a tenere un discorso, mha, poi siamo qui a parlare di girotondi e comunisti.E nella relazione e nelle variazioni dello Statuto l'autonomia locale non esiste più: le realtà locali non aranno più voce politica, dovranno seguire il centro e basta. E questo è il PRI del futuro?? Una relazione che parla della Cirami fatta come fatta come di un succeso di questo Governo???
Tu calvin parli delle provicie come il villaggio di Asterix: io ti dico per fortuna che ci sono stati questi villaggi di Asterix che hanno resistito e cercano di resistere. ma penste davvero davvero che a Roma ci abbiano voluto perchè siamop la sinistra del centrodestra?? ma davvero davvero credete questo?? ma da quant'è che nessuno degli altri partiti ci cita?? mai sentito citarci. E quando La Malfa parla in parlamento il preidente del consiglio prende la porta e se ne va?? Vi era un dibattito sulla partecipazione ad operazioni militari, mica sulle caramelle gommose.
Non sarà mica per caso che il prode presidente con il fatto di essersi inglobato il PRI nazionale volesse pure inglobarsi i villaggi di Asterix???I quali villaggi di Asterix sono quelli che impediscono ai romani di oggi di impadronirsi delle regioni, vedasi caso Carrara, Ravenna, Ancona, e nel prossimo futuro Forlì, Cesena, Massa.In queste realtà vincere senza i repubblicani è molto più difficile.
Ma dal prossimo novembre i villaggi gallici verranno scardinati da parte non degli avversari. La pozione magica di Panoramix ci verrà tolta dallo stesso PRI.Fine della trasmissione. Quando per statuto le realtà locali non possono manco occuparsi di decidere a livello locale che fare,vuole dire che siamo belli che lavati e stirati.
Dopo novembre che succederà?? Appena uno uscirà dalla linea verrà buttato fuori, ed il aprtito verrà ingessato definitivamente.
Bella prospettiva, ottimo, per la salvezza del partito.
saluti
echiesa :fru

Giuseppe Gizzi
15-10-02, 16:47
Io che non sono nessuno, a livello di incarichi di governo di qualsiasi tipo, la vorrei combattere questa battaglia dall'interno. Ma, guardando all'atteggiamento inquisitorio della segreteria, da Carrara a Piacenza al più piccolo dei comuni, ritengo non sia possibile esercitare consapevolmente il ruolo di una minoranza critica all'interno del partito. Ciò che mi dispiace, amico Calvin( a proposito io sono per un pri terzaforzista magari alleato dei radicali in questa fase e non per il centrosinistra di Cofferati e Nanni Moretti) è che operando alla maniera di Nucara, si distruggono e si lacerano mortalmente le possibilità che i repubblicani, tutti i repubblicani possano militare sotto le insegne dell'Edera. La Campania non ècome la Romagna o le Marche o Carrara, per la tradizione repubblicana, riguardo numero di sezioni, militanti etc, eppure dal 1994, sotto la guida di Giuseppe Ossorio aveva avvicinato le percentuali elettorali degli anni ottanta, riportando il Pri, in consiglio comunale a Napoli, a Salerno, a Caserta e nelle rispettive province, oltrechè in regione con lo stesso Ossorio e con il ragguardevole risultato conquistato nelle sole province di Napoli e Salerno di trentacinquemila voti. Ora Calvin dice: noi dobbiamo salvare assolutamente la tradizione repubblicana perchè è una risorsa dell'Italia. Certo ed è fondamentale. Ma quando caro Calvin, Nucara e chi per esso pretende fedeltà ed interviene come un carrarmato a distruggre un lavoro decennale, la tradizione repubblicana non si salva, perchè se alle Europee del 2004, il Pri nazionale non conta sull'apporto di Ossorio e degli altri amici campani, è quasi impossibile che possa riconquistare un seggio alle Europee. Questa storia dell'automatismo tra scelte nazionali e locali a me pare che infligga un colpo mortale alla speranza del Pri di salvarsi. E non si ragiona, si badi bene per opportunismo, ma a Napoli ed in Campania non si può essere alleati di Michele Florino o di Alessandra Mussolini. Calvin, tu che rimani nel partito cerca di far capire a Nucara ed ai suoi che non si sacrifica e si butta a mare un partito con la nostra tradizione per essere più realisti del sovrano berlusconiano, che del Pri, purtroppo, non se ne frega per niente.

nuvolarossa
04-11-02, 01:20
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gif

Discorso pronunciato in Fasano, nel 1980 dal senatore prof. Giovanni Spadolini per lo scoprimento del monumento dedicato ad Ignazio Ciaja.

IGNAZIO CIAJA

La celebrazione di Ignazio Ciaja, presidente della Repubblica Partenopea, che la Città di Fasano, che gli dette i natali, ha voluto promuovere, evoca in me due nomi che voglio legare all'inizio della mia testimonianza di ricordo per il patriota repubblicano delle origini del Risorgimento nazionale. E i nomi sono quelli di Benedetto Croce e di Giosuè Carducci. Chiunque avesse avuto quattordici o quindici anni allo scoppio della seconda guerra mondiale, come chi ha in questo momento l'onore di parlarvi, ricorda l'emozione che in un giovanissimo studente di ginnasio di quegli anni già solcati dai nembi devastatori della guerra, suscitava la lettura di un volume stampato dalla casa editrice sacra alla Puglia e all'Italia per le sue tradizioni di libertà, la Casa Editrice Laterza, con una copertina, tra il rosso e il marrone, che caratterizzava l'intera opera di un grande combattente della libertà in patria; e quel libro di Benedetto Croce si chiamava La Rivoluzione Napoletana del 1799.

Il mio primo incontro con Ignazio Ciaja, con Mario Pagano, con Domenico Cirillo, che dovevano insieme condividere la sorte del martirio alla fine di quell'anno 1799 così lontano, non solo nel calendario, ma troppo spesso nell'animo dei più, è legato a quelle pagine di un grande storico‑intellettuale del Mezzogiorno d'Italia, nato in Abruzzo, cittadino onorario di Napoli, e, per il suo editore, cittadino anche della Puglia.

Il mio secondo incontro negli stessi anni con il patriota e col poeta e con l'uomo di cultura e di passione civile, è legato alle pagine di un altro libro che si tende a scordare troppo spesso nello spirito di flagellazione e di devastazione dei nostri valori su cui troppe volte è inciampata la vita italiana in questi anni; intendo dire Letture del Risorgimento Italiano di Giosuè Carducci. Un libro molto più vecchio come anagrafe di quello di Croce, ma ad esso intimamente legato; perché Carducci, che il giovane Croce aveva avuto tempo di conoscere malato e già paralizzato nella libreria Zanichelli di Bologna agli inizi del secolo, era stato il poeta e storico insieme che aveva fissato nella Repubblica Partenopea del 1799 l'inizio del Risorgimento Italiano. E toccò a Carducci negli anni '60 o '70 dell'altro secolo vedersi respingere da un editore della mia Firenze la proposta di raccogliere un'antologia dei poeti repubblicani tra la fine del '700 e gli inizi del '900. Antologia in cui si sarebbe collocata anche l'opera breve, ma intensa, del Ciaja; ciò non pertanto in quella stessa Bologna, qualche decennio prima, nel marzo del 1831, era stata stampata un'antologia repubblicana che Croce ricorda nella Letteratura Italiana del '700 e che comprendeva squarci lirici di Ignazio Ciaja.

E ancora, perdendosi nelle penombre della memoria storica, che tanto spesso è memoria autobiografica, il mio terzo incontro con Ignazio Ciaja è legato ad un altro libro ancora più dimenticato, ancora più in disuso dei due che ho ricordato, La Rivoluzione Napoletana del 1799 di Croce, Letture del Risorgimento Italiano di Carducci; è legata, cioè, ad un'opera di uno dei protagonisti diretti del Risorgimento Italiano, ponte tra la Toscana e la Puglia, Atto Vannucci, che ai martiri della Repubblica Partenopea dedicò le prime pagine di un libro fondamentale per la ricostruzione del martirologio del Risorgimento I Martiri della Libertà Italiana .

Unendo i tre nomi, il nome di Benedetto Croce, il nome di Giosuè Carducci e il nome di Atto Vannucci, noi arriviamo a ricostruire intera la parabola umana, singolare, eccezionale, dell'uomo che Fasano onora. Una vita lampeggiante e sfolgorante nella sua stessa brevità, una vita divisa fra la sua patria e Napoli, la capitale del Regno che con lui per la prima volta diventava capitale della Repubblica, antivedendo i destini futuri dell'Italia democratica e repubblicana che noi abbiamo conquistato un secolo e mezzo più tardi attraverso tanti sacrifici, tanti dolori, tante sofferenze e tante rinunce. Una vita che lo vede fino al 1786 legato, tra Monopoli e Fasano, alla Terra di Puglia e poi spiccare il volo per quelle facoltà di Giurisprudenza e, di fronte al contatto col mondo degli studi, col mondo della vecchia cultura accademica, erudita, cortigiana, ufficiale, cominciava a percorrere una su a via, una sua via di libertà e di conquista civile e sociale.

La figura e l'opera di Ignazio Ciaja scandisce, in termini davvero esemplari ed emblematici, quell'esperienza intellettuale e politica nella quale può ravvisarsi, riprendendo una classica pagina della crociana Storia del Regno di Napoli, la nascita dell'Italia moderna, della nuova Italia, dell'Italia nostra. Ed è in questo quadro della nascita dell'Italia moderna, della Nuova Italia, della Italia nostra che noi dobbiamo collocare tanto il Ciaja poeta giacobino, il Ciaja dell'ode a Carlo Lauberg, il Ciaja della Canzone alla Francia, il Ciaja del sonetto « Per la caduta di Mantova », quanto il Ciaja uomo di governo prima e martire poi della Repubblica Partenopea, impiccato insieme a Mario Pagano, a Domenico Cirillo, a Giorgio Pigliacelli il 29 ottobre del 1799.

Nel Ciaja poeta giacobino sentiamo già, come rilevò Mario Fubini che lo comprese nella classica collezione di Ricciardi, anche essa eredità della cultura crociana, più che un preannuncio della poesia del Risorgimento, un preannuncio non soltanto per il contenuto, ma per l'espressione in cui le forme settecentesche si avvivano per nuove di spirito e calore.

Nei moduli elaborati della letteratura settecentesca Ciaja immetteva la sua passione di libertà riuscendo a superare il diaframma opposto dalla letteratura, dalla letteratura fine a se stessa; e lasciatemi collegare quest'esperienza della Terra di Puglia con un'esperienza contemporanea che nel lontano, e per certi aspetti opposto, Piemonte vedeva in quegli stessi anni operare Vittorio Alfieri, il poeta che rifiutava il diaframma fra letteratura ed impegno civile, il poeta che sentiva l'unità fra battaglia per la cultura e battaglia per la libertà, il poeta che ispirerà non a caso il nostro Piero Gobetti.

La vita breve eppure intensissima di Ignazio Ciaja fu caratterizzata da una serie di scelte affrontate e sofferte sempre in prima persona. Dai giovanili sogni d'amore e dai primi componimenti poetici, agli studi severi di storia e filosofia, preferiti subito a quelli di giurisprudenza, cui aveva ritenuto di predestinarlo una certa tradizione cittadina e familiare.

E quindi il trapasso all'azione politica secondo patriottismo repubblicano e secondo visioni politiche in cui decisivo fu lo scandire sull'Europa intera e sul Mezzogiorno d'Italia del 1799, dell'inizio della grande rivoluzione apportatrice dei valori di fraternità, di giustizia e di libertà; gli stessi valori che dovevano poi risuonare nel binomio rosselliano « giustizia e libertà » cui si ispirò la emigrazione antifascista e laica del periodo della lotta alla dittatura. La Rivoluzione Francese e i suoi ideali, pure deformati e via via calpestati dalla reazione termidoriana, andavano fin dal 1792 peregrinando fra i giovani napoletani e meridionali in genere, soprattutto nelle scuole tenute da insegnanti privati, che allora giovanissimi allievi erano in quasi tutte le scuole, non esistendo lo stato moderno e laico nella sua concezione, che è tipicamente risorgimentale, di educatore, di addetto alla cultura nazionale, come un altro grande meridionale prefigurò e volle: Francesco De Sanctis.

E formavano essi, questi giovani, una nuova classe intellettuale e spirituale, ci ricorda Croce, come sempre quella che fa le rivoluzioni; checché farnetichino, diceva Croce, i cosiddetti materialisti storici di classi economiche, di borghesia grassa e magra, di operai e contadini e di somiglianti astrattezze che la semplice conoscenza dell'animo umano basta a confutare, dell'anima, come si è detto, tesa d'amore per un'idea e dell'amore spinto fino all'eroismo e alla morte.

L'idea, che i giovani napoletani e meridionali, e fra questi il giovane fasanese Ciaja, seguivano, era quella di un chimico: Carlo Lauberg riconosciuto punto di riferimento della nuova classe intellettuale, promotore di una serie di club, perché la vita dei partiti italiani è nata dai club, gruppi spontanei, dai circoli, che poi diventarono sette con la Giovine Italia, con la Carboneria, per la lotta ai regimi assoluti e che sono tornati circoli su cui si fondano i partiti di democrazia risorgimentale ancor oggi, in relazione tra loro e con suprema direzione unitaria, ossia una società patriottica napoletana in cui il Lauberg e con lui il Ciaja avevano gettato le fondamenta sulla fine di luglio e i primi dell'agosto '93 in una cena a Posillipo. E non erano mancati prima di allora contatti, suggerimenti, scambi di idee, relazioni personali con i repubblicani francesi. Era emersa la necessità di sostituire alla vecchia e pigra Massoneria meridionale qualcosa di più giovane e fattivo, ed era stata opera della neonata Società Patriottica Napoletana, la traduzione che il Lauberg aveva eseguito nel dicembre, della Costituzione Francese del 1793 con l'aiuto del padre Grimaldi, della quale furono stampate duemila copie diffuse dalla società per le città e il Regno, e voglio ricordarlo, era ancora, in tutta la pesantezza delle sue strutture, il Regno borbonico. Quella pubblicazione avrebbe provocato una denuncia che avrebbe rappresentato il primo motivo della persecuzione contro il gruppo di Lauberg e i suoi amici; Ciaja si adoperò con grande ardore e con non minore trepidazione per convincere il Lauberg e il suo maestro a mettersi in salvo, ad andare fuori del Regno di Napoli, a collaborare con i patrioti di altre parti d'Italia e poi in Francia col governo del Direttorio, che nel frattempo si era costituito. Gli argomenti e gli accenti con i quali Ciaja stringe e spinge il maestro e l'amico che riluttava a rompere gli indugi e a partire, sono politici e ad un tempo poetici, e investono la patria e i sentimenti e insieme la sfera dei ragionamenti; perché esitava? che cosa ancora lo legava a Napoli, a Napoli oppressa da un despota, anzi da una despota, quand'egli poteva recarsi da un popolo libero, dal popolo redentore che si apprestava a restituire agli uomini, nella visione di quei giovani, tutti i loro diritti? Esitava forse, perché gli pareva colpevole di disertare il posto di combattimento, abbandonare il campo del suo lavoro.

Restavano in Napoli, essi, i giovani che non invano il Lauberg aveva educato, i giovani che possedevano le forze per continuare l'opera da lui cominciata. Intanto a lui si apriva un più ampio campo di azione, Roma, Firenze, Genova, portando nell'anima l'immagine sempre presente dell'Italia che risorge all'aura della libertà repubblicana che spira dalla Francia.

La vicenda della fuga di Lauberg da Napoli e della successiva, conseguente prigionia di Ignazio Ciaja a Sant'Elmo, da dove sarebbe stato liberato nel 1798 per essere spedito al confino a Bisceglie e per poi ritornare a Napoli agli inizi del '99, non restarono circoscritti al mondo napoletano, ma raggiunsero tutta la penisola e si propagarono anche al di là della penisola. Il nome di Ciaja risonò allora in Francia e ne rimase particolarmente colpito Filippo Bonarroti, lontano discendente del più lontano predecessore e concittadino Michelangelo, il fondatore della società degli Eguali, il primo protagonista del socialismo repubblicano italiano, in una cui lettera si sarebbe affermato che se l'Italia è destinata ad essere libera, la vera rivoluzione comincerà sotto il clima ardente del Vesuvio. Al pari che in altri giacobini meridionali, motivo costante in Ciaja era la fede nel popolo di Francia, giudicato il popolo redentore; per chi abbia letto Carducci e sappia cosa è stata la poesia dei « Giambi ed Epodi » ed il motivo della Francia repubblicana e rivoluzionaria opposta a Napoleone III, quando, come principe‑presidente, soffocherà la Repubblica Romana di Mazzini, quando a Mentana ed Aspromonte colpirà Garibaldi, capirà cosa vuol dire questo filone di cultura filofrancese che domina tutta una parte la storia del Mezzogiorno. Redentore dell'Italia, ma soprattutto già apportatore di nuovo vangelo al mondo, ravvivato dall'esempio della Repubblica concepita nel senso romano e classico della parola, come equivalente di virtù. Nella «Canzone alla Francia» Ciaja descrive la parabola del disfattismo agonizzante che tentava allora di rianimarsi e di riprendere forza con l'unione al papato temporale che prima aveva avversato, come aveva fatto il re di Napoli, il suo laicismo, laicismo che sembra acquistare intonazioni carducciane e comunque pienamente risorgimentali; l'idea fondamentale della Rivoluzione Francese, la fine dei privilegi e l'eguaglianza delle classi e delle razze viene intesa come la grande opera che spetta alla generazione, cui egli, Ignazio Ciaja, appartiene.

Nel suo liberalismo si inseriscono vibrazioni fortemente democratiche, anch'esse figlie del repubblicanesimo francese progenitore diretto del repubblicanesimo italiano del Risorgimento fino ad oggi. Dell'entusiasmo diffuso tra i prigionieri di Sant'Elmo e delle notizie di successo di Bonaparte, che era ancora il generale rivoluzionario quando vinceva a Campoformio gli Austriaci, che cancellava la Repubblica di Venezia e apriva la via alle vittorie che avrebbero abbattuto anche per pochi mesi il Regno Borbonico di Napoli, è testimoniante il sonetto del Ciaja « Per la Caduta di Mantova », dove si sente l'esultanza per la vittoria francese.

Liberato nel luglio del 1798, dopo quasi tre anni di prigionia, Ciaja fu relegato a Bisceglie sotto la sorveglianza del preside Marugli, perché trovato in possesso di una copia del « Contratto Sociale » di Rousseau. Come si vede, era sempre la cultura politica francese ad incrinare i suoi difficili rapporti con la giustizia regia, prima « La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo » motivo dell'imputazione al suo maestro Lauberg e la sua successiva cattura, oggi « Il Contratto Sociale » di Rousseau da cui nasce tutta la grande tradizione dell'Illuminismo e della democrazia europea. Sarebbe tornato a Napoli il Ciaja nei primi giorni dei febbraio del 1799 insieme ai Francesi per soffrire fino all'ultimo grandezze e li_miti dell'esperienza repubblicana.

La realtà, scrive Croce, era venuta diversa, come suole, dal sogno, e i generali e i commissari francesi che dominavano in Napoli con metodi anche burbanzosi, alteri, non assomigliavano in niente alla Francia dell'amore e del canto di Ignazio Ciaja; pure egli procurava di fare il bene che si poteva e di attenuare i mali; e non si sdegnava, non prorompeva in rinfacci di accuse e se non più rigioivano facili nell'anima immagini liete, il coraggio gli stava sempre accanto a sostenerlo. Di questo atteggiamento e di questo stato d'animo sono testimonianze le lettere scritte al fratello che gli sopravvisse, che era andato a Parigi con la delegazione della Repubblica Napoletana al Direttorio, delegazione che non fu neanche ascoltata e neppure ricevuta. E' un idealismo senza illusioni psicologicamente e culturalmente aperto a certo storicismo che egli chiama fatalismo, quello con cui Ignazio Ciaja si accinge a vivere la difficoltà di quei giorni ed egli non cede alle illusioni. Siamo alla fine di un secolo che ha visto crollare il più grande, il più antico trono d'Europa; siamo alla fine di un secolo che ha aperto la via alla esperienza democratica e repubblicana nel mondo identificando la repubblica nel senso antico della parola: governo di popolo, per il popolo. E Ciaja dice in queste lettere, che Croce pubblicò molti anni dopo, molti decenni, un secolo e mezzo dopo: « Il secolo d'Attila era segnatamente quello barbarico, come il nostro sarà il secolo della Ragione e della Libertà »; le due parole, la « Ragione » e la « Libertà » che si uniscono in quegli anni in cui la dea Ragione occupa molte piazze d'Italia e molte statue e molti monumenti venivano fatti alla dea Ragione contrapposta agli antichi simboli della trascendenza e della religione rivelata « è dei secoli come delle persone ‑ insisteva Ciaja al fratello ‑ che hanno sempre come passione dominante un carattere esclusivo, credo che l'attuale guerra decida per sempre i destini d'Italia e maturi quelli d'Europa. Napoli ‑ e per Napoli intendeva il Regno ‑ non può essere serva, ogni ragione politica me ne è garante ». E si inserisce qui l'altro grande ideale di Ignazio Ciaja, la cultura, vista nelle sue più moderne sollecitazioni ed articolazioni. Nelle lettere al fratello, che era andato a Parigi per quella missione disperata di soccorso dei patrioti napoletani, egli non manca di chiedergli ogni volta libri e opuscoli « ... tra questi ti prego di mandarini il piano dell'Istituto Nazionale, quello del Collegio di Francia e l'altro delle Scuole Centrali ».

E giova anche notare come nelle sue lettere non vi sia soltanto la passione e il coraggio delle responsabilità, vi è anche il mondo degli affetti familiari tutto incentrato sulla figura della madre, un mondo irrinunciabile, forte di un'antica e sempre nuova stabilità, accanto al quale affiora quello degli amici, soprattutto gli amici del paese nativo, di Fasano, quelli che non si erano discostati da lui per il timore di compromettersi con un reprobo politico. Poeta civile, nel senso più alto della parola, Ciaja riusciva a riportare realtà ed affetti esterni ad una sua interiore religione della libertà, come la chiamerà tanto tempo dopo Benedetto Croce, volgendo ogni sentimento civile in moto dell'anima ed identificando cultura e libertà.

Continuiamo, diceva Croce, a raccogliere con pio sentimento tutto quanto si riferisce agli uomini che in Napoli nel 1799, ‑ cominciando dall'ultimo presidente della Repubblica, presidente della Repubblica per poche settimane, Ignazio Ciaja ‑, morirono per la libertà; è un culto della nostra più alta tradizione che giova tenere sempre vivo nei cuori.

nuvolarossa
15-11-02, 22:43
Caserta
Elpidio Iannotta candidato del Pri alle ultime elezioni amministrative e' stato nominato assessore nella Giunta comunale presieduta dal Sindaco Luigi Falco
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tratto dalsito web:
http://www.pri.it

nuvolarossa
20-11-02, 19:19
Riproposto dall'editore Galzerano uno dei saggi più importanti dell'eroe di Sapri
"La rivoluzione" di Carlo Pisacane

Bianca Bracci Torsi

«Eran trecento, eran giovani e forti e sono morti».
La poesia che Luigi Mercandini dedicò all'eroica e sfortunata impresa di Sapri, imparata a memoria da generazioni di scolari, riassume quanto la maggioranza degli italiani sa di Carlo Pisacane, sommariamente descritto come "eroe risorgimentale" dai libri di storia d'epoca pre-fascista.

Il giovane ufficiale napoletano andato consapevolmente alla morte insieme con pochi compagni, per testimoniare il suo sogno di un'Italia libera e unita, fu esaltato dalla retorica nazionalista dei primi anni del regno sabaudo, che pure cercò in tutti i modi di censurare o almeno "purgare" i suoi scritti a causa della mai smentita fede repubblicana, poi dal Minculpop mussoliniano e infine dai repubblichini di Salò che ne riesumarono l'opposizione ai Savoia. Fu resa giustizia a una figura ben più complessa e affascinante delle sue icone, soltanto dalla Resistenza al nazifascismo che intitolò al suo nome alcune formazioni partigiane, rivalutando il teorico, l'agitatore, il comandante al quale si devono anche splendide pagine sulla tattica e la strategia della guerriglia.

Non è un caso del resto, che gli studi più seri sulla figura e l'opera di Carlo Pisacane, in tutto il '900, siano quelli di Nello Rosselli e Giaime Pintor, due antifascisti militanti che gli dedicarono gli ultimi anni delle loro brevi vite, tragicamente spezzate.

In realtà Carlo Pisacane fu uomo d'azione e di pensiero, come ogni rivoluzionario, erede dei giacobini napoletani finiti sulla forca appena vent'anni prima della sua nascita ma già staccato dal mito della Rivoluzione francese, la cui formula contesterà con ironia («perché libertà non può esistere senza eguaglianza, quindi una di queste parole ridonda» mentre la fraternità «è un'ipocrisia che non esiste in natura… i cittadini vivranno come fratelli perché tali li rendono gli interessi, tutti ispiranti al bene pubblico».), legato a Mazzini, che fu sostenitore e finanziatore della sua ultima impresa, ma distinto da una visione laica e materialista del mondo fino a scrivere «Se Mazzini fosse irreligioso sarebbe l'ideale del cittadino», lettore attento di Fourier, Proudhom, Bakunin.

Il suo ritratto più veritiero è ancora quello tracciato dalla polizia borbonica, con la rozza ed efficace capacità di sintesi propria degli sbirri di ogni tempo: «socialista, cospiratore, rivoluzionario pericoloso». E La rivoluzione (pp. 304, euro 20), è appunto il titolo di uno dei suoi saggi che oggi ripropone l'autore e editore Giuseppe Galzerano (Galzerano - Casalvelino Scalo Tel. e Fax 0974/62028), corredata da un'ampia e documentata premessa sulla travagliata esistenza di Pisacane e dei suoi scritti.

Pur essendo pensata e scritta come parte di un'opera molto più ampia - i 4 volumi dei "Saggi storici, politici, militari sull'Italia" - La rivoluzione è un libro ampio e complesso, tessuto di citazioni, polemiche, esempi, frutto di letture, discussioni, studi che vanno dalla scuola militare della Nunziatella ai primi seminari socialisti tenuti in Svizzera nella semiclandestinità, ai salotti liberali londinesi. Il tutto percorso dall'unica certezza chiara di un uomo che rifiuta ogni forma di fideismo - nelle parole e negli uomini -, la certezza di una rivoluzione ineluttabile che sgorga dalla coscienza degli oppressi e deve essere solo sollecitata, organizzata, proposta.

La premessa, comune a tanta letteratura socialista dell'800, consiste nella contestazione delle teorie, spesso spacciate come dogmi religiosi o laici, di «economisti, preti, monarchici e moderati» a partire dal concetto di progresso, parola che «suona sulla bocca di uomini di ogni condizione e di ogni partito ma è da pochissimi, anzi da quasi nessuno compresa perché ridotta alla esaltazione di un puro e semplice accrescimento del prodotto e dell'umano sapere» che non cambia «la diseguale ripartizione della prosperità». Un obiettivo quest'ultimo possibile solo con l'abolizione della proprietà privata imposta della rivolta della plebe e prima base di quella "libera associazione" che prenderà il posto delle attuali forme dello stato.

Una rivoluzione che non può che essere cruenta: «cosa sono le idee senza… la guerra che le faccia trionfare? Un nulla. Sono le varie forme che i vapori prendono nell'aria e che uno zefiro disperde». Una rivoluzione che sostituisca agli inganni della religione le leggi della natura tenendo conto delle specificità di ogni popolo. Per quel che riguarda l'Italia la scelta deve essere quella di un'unica nazione, patria di tutti senza il predominio di nessuno degli stati esistenti né l'appoggio di nessun paese straniero - in aperta polemica con le ipotesi risorgimentali del regno unificato sotto la dinastia piemontese dei Savoia e dei "fraterni" interventi francesi - ma tornando, a rivoluzione vittoriosa, al federalismo dei comuni autonomi, legati da un volontario patto che escluda monarchi, presidenti, governi centrali.

Così Pisacane intreccia all'anarchismo la passione patriottica, percorsa dall'ammirazione per le antiche glorie di Roma repubblicana, al generoso slancio umanitario verso le plebi disperate la rivendicazione della guerra e della giustizia sommaria; da uomo del suo tempo che sa vedere tutte le contraddizioni di quel tempo e della sua stessa cultura e vuole superarle con l'azione diretta, in prima persona, pagando di persona, con un tentativo studiato e organizzato ma gravido di incognite, che conosce tanto bene che, pochi giorni prima della partenza per Sapri, scriverà a un compagno «Se tutti facessimo il proponimento di farci ammazzare in tentativi, anche infruttuosi, sarebbe a parer mio cosa più utile per la nostra povera Italia».
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Per scaricare La Rivoluzione, di Carlo Pisacane, in formato PDF...cliccare sopra questa frase.... (490 Kb) (http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//022%20Rivoluzione.PDF)
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nuvolarossa
22-11-02, 19:25
dal Consiglio regionale GIUSEPPE OSSORIO - CONSIGLIERE PARTITO REPUBBLICANO
Livelli assistenziali aggiuntivi: Va ripresa la contrattazione

IL FATTO
Accordo regionale sui livelli assistenziali aggiuntivi: è necessario riprendere al più presto la contrattazione tra gli organismi sindacali della Medicina generale e l’assessorato alla Sanità, interrotta nel dicembre del 2001. L’appello è del consigliere del Partito repubblicano, Giuseppe Ossorio, che, in un’interrogazione, fa notare come in molte altre Regioni italiane tali accordi siano stati sottoscritti già da diversi mesi, apportando un’indiscutibile razionalizzazione nell’assistenza territoriale e nell’uso delle risorse disponibili. A rispondere per iscritto è chiamata l’assessore al ramo, Rosalba Tufano.
Un chiarimento sui motivi del grave ritardo che si sta registrando nella ripresa della contrattazione avviata, nel corso del 2001, tra gli organismi sindacali della Medicina generale e una delegazione dell’assessorato alla Sanità: è la richiesta avanzata, in un’interrogazione, dall’esponente del Partito Repubblicano Italiano, Giuseppe Ossorio.
«Il confronto in questione — spiega il consigliere — avrebbe dovuto condurre alla definizione di una bozza contrattuale da presentare agli inizi del 2002. Tale impegno non è stato, però, portato a termine per l’avvicendarsi dell’assessore Teresa Armato con Rosalba Tufano».
Prima che la contrattazione si interrompesse, era stata già raggiunta una larga intesa su una serie di questioni: riconferma degli istituti del primo accordo regionale sui livelli assistenziali aggiuntivi risalente all’ottobre del 1997, con l’impegno di applicarlo in modo completo, fornendo una valida risposta ai bisogni della gente; necessità di elevare il livello delle prestazioni fornite, nell’ottica di una sempre maggiore salvaguardia della persona; riconoscimento della peculiarità della fornitura di beni e servizi da parte delle cooperative mediche ai medici e alle Aziende sanitarie.

Sistema formativo
Il sistema formativo va qualificatp con l’aggiornamento obbligatorio, con finanziamento individuato e corrispondente all’uno per cento del monte salari; utilizzo di un sistema operativo che determini un uso razionale delle risorse, per depotenziare la crescita esponenziale dell’offerta da parte dei diversi operatori sanitari, senza, nel contempo, penalizzare i bisogni di salute che provengono dal territorio. «All’interno dell’intesa — aggiunge Ossorio — era stata, inoltre, prevista la produzione di piani relativi ai Livelli di spesa programmati (Lsp), validi per il controllo della spesa complessiva, farmaceutica, diagnostica e per il ricovero, individuando anche un’integrazione tra la capacità operativa delle cooperative mediche in grado di organizzare il dato richiesto in forma omogenea, e le esigenze delle Aziende sanitarie per il controllo dell’uso delle risorse».
Tra le altre novità, l’applicazione dell’utilizzo di un fondo per suddividere gli incentivi tra potenziamento dell’attività distrettuale e medici che raggiungono gli obiettivi intermedi e finali di riduzione della spesa; una razionalizzazione degli organici di guardia medica e 118; lo svolgimento di formazione continua rivolta ai medici di Continuità assistenziale per l’età pediatrica.

Uso delle risorse disponibili
«E’ importante ricordare — sottolinea il consigliere repubblicano — che in molte regioni, come Lazio, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Basilicata, Liguria, Umbria, Marche e Veneto, gli accordi regionali in questione sono stati già sottoscritti da diversi mesi, recando indubbiamente una razionalizzazione dell’assistenza territoriale, nonché l’attuazione di progetti appropriati per l’uso delle risorse disponibili».

ant. aut.

nuvolarossa
22-11-02, 19:33
Corsi: «La Campania», rivista da potenziare

Un bilancio, tra traguardi raggiunti e prospettive future, della rivista «La Campania» a due anni dalla nascita: questo il tema al centro della conferenza stampa organizzata ieri dalla presidenza del Consiglio regionale.
Presenti all’incontro, il presidente del Consiglio, Domenico Zinzi, i capigruppo consiliari Francesco Bianco (Fi), Salvatore Ronghi (An), Pasquale Marrazzo (Ccd-Udc) e Giuseppe Ossorio (Pri), il direttore responsabile de «La Campania», Filiberto Passananti, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ermanno Corsi e il segretario dell’Assostampa, Enzo Colimoro. «L’intero Ufficio di presidenza, due anni fa, volle questa rivista per riempire un vuoto nella comunicazione istituzionale — sottolinea Zinzi —. Una rivista che, ci tengo a precisare, non è il classico bollettino dell’attività politica del Consiglio, ma un giornale vero e proprio, che ha saputo guadagnarsi il ruolo di ambasciatore della nostra regione nel mondo». A sostenere la causa della rivista, anche il capogruppo di Fi: «Noi appoggeremo in tutti i modi quest’iniziativa — dichiara Bianco — affrontando chi rema contro, chi parla e scrive soltanto per il gusto di dire no e chi vorrebbe tentare di trasformarla nello strumento informativo della Giunta regionale».
A favore della pubblicazione si è espresso anche Giuseppe Ossorio, presidente della commissione Cultura: «Adesso che finalmente abbiamo una rivista utile a tutti, c’è qualcuno che vuole farla chiudere — dichiara —. Dobbiamo salvaguardarla con tutti i mezzi, perché è l’espressione di ogni parte politica».
Categorico sulla necessità di mantenere un organo informativo istituzionale, Ermanno Corsi: «Chi potrebbe mettere in discussione la sopravvivenza di questa rivista — si è chiesto —? Qui si tratta, piuttosto di potenziarla e migliorarla. Recuperiamo il ritardo rispetto alle altre Regioni, andando avanti e garantendo l’uscita del giornale per il prossimo biennio».

ant. aut.

nuvolarossa
22-01-03, 20:33
Afragola/Il Pri in posizione critica con il centro-sinistra

Questionario del consigliere repubblicano Antonio Cuccurese

AFRAGOLA - Ad Afragola consigliere del Pri Antonio Cuccurese ha inviato a tutti i partiti un questionario col quale chiede un giudizio sull'azione politica dell'esecutivo ed una eventuale "riconferma o meno del sindaco". L'iniziativa ha scatenato forti critiche da parte della maggioranza di centro-sinistra, e soprattutto del primo cittadino, che ha definito l'iniziativa del consigliere repubblicano "un atteggiamento politicamente condannabile".
Alle critiche della maggioranza Cuccurese ha risposto "Per il momento non ci sono le condizioni per uscire dalla maggioranza". "Ho cercato solo - aggiunge - di dare una scossa al centrosinistra, di richiamarlo alle sue responsabilità. Comunque, qualora le cose non cambieranno, potrei anche prendere un'altra strada". Una strada che potrebbe essere "la chiusura di un accordo con il Polo, per la candidatura alle prossime provinciali".
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tratto dal sito web del
http://www.prilombardia.it/imgs/pri.gif (http://www.pri.it)

Giuseppe Gizzi
02-02-03, 11:17
Vi segnalo da "LA CITTA'" di Salerno del 1 febbraio 2003.

NASCE COORDINAMENTO REPUBBLICANI EUROPEI

I repubblicani europei della provincia di Salerno hanno costituito un comitato di coordinamento provinciale in vista delle prossime elezioni amministrative fissate per primavera. In un recente incontro, il movimento ha affidato il ruolo di gestire i rapporti con gli altri partiti del centrosinistra a Nicola Scarsi e Gerardo Petti che faranno parte anche del neonato organismo. Del comitato sono entrati a far parte: Enrico Bellelli, Mario Cafaro, Carmine Capua, Cosimo Cicia, Luigi De Vivo, Gaetano Ferrante, Antonio Fierro, Antonio Guariglia, Francesco Lupi, Mario Malangone, Mariolina Petriello, Raffaele Pinto, Elio Polito, Gennaro Ruoppolo, Pasquale Russo e Alfonso Tramontano. Un gruppo che dovrà affrontare tutti i temi legati alla partecipazione dei repubblicani europei alla prossima tornata elettorale. Prima della costituzione del comitato provinciale, sono stati definiti anche gli aspetti politici e organizzativi per la partecipazione al congresso nazionale MRE che è in programma a Roma i prossimi 29 e 30 marzo.

echiesa
02-02-03, 13:41
Si, l'avevo letto stamani. E vedo parecchi nomi "di peso" fra quanti hanno aderito all'MRE.
saluti
echiesa:fru

mcandry
02-02-03, 23:14
giuseppe ma tu che ne pensi?

Giuseppe Gizzi
03-02-03, 11:23
Caro Mc penso che la costituzione di questo coordinamento sia frutto della sciagurata politica della dirigenza nazionale a partire dal dicembre del 2000, immediatamene prima del Congresso di Bari. Giorgio La Malfa, sapendo di non potere contare sull'appoggio della componente campana per la svolta a destra, decise di avvalersi dell'apporto di ex e transfughi e segnatamente a Salerno di I. Santoro, a Napoli R.Minicucci e a Caserta un uomo più vicino ai centristi democristiani che al Pri come Carmine Bevilaqua che oggi siede in Direzione Nazionale. Premetto che quando parlo di queste cose, conosco i fatti direttamente, o per il tramite di amici molto cari. Riprendendo il filo del discorso, a Santoro fu dunque dato ampio mandato di "normalizzare" il partito in linea con la scelta di centrodestra. Da ciò deriva che, per coloro come il sottoscritto o per gli amici del coordinamento appena costituito c'erano due strade, o obbedire alla logica del nuovo dominus salernitano ( in verita fino al 1993 Santoro era stato un buon leader a Salerno ), oppure cercare altre strade. Visti anche i ragguardevoli risultati ottenuti in una provincia come la mia, non prioprio storicamente una roccaforte del partito, - il 3.7% alle scorse provinciali del 1999 e il contributo determinante dato con oltre 10000 voti e quasi il 2%ottenute alle regionali dell'anno successivo che hanno consentito al partito di eleggere in tutta Italia un consigliere rgionale direttamente- l'amico Ossorio-. Mettiamoci pure gli ottimi rapporti con il centrosinistra salernitano- abbiamo un assessore provinciale nella persona di Alberto Esposito anch'egli schierato con il Mre, e la recente elezione dell'amico Antonio Guariglia a presidente del consiglio comunale di Salerno- ed avrai un quadro chiaro. Con la segreteria Nucara, le cose non sono migliorate. La scorsa primavera Nucara affidò le deleghe per a presentazione delle liste in comuni come Agropoli, Nocera e Battipaglia a Santoro e non a Nicola Scarsi, per timore di accordi con il centrosinistra. Ciò costrinse Scarsi, Guariglia ed altri ad abbandonare il partito. In quella tornata il partito fece una figura miserabile a Nocera ove la lista dell'Edera ottenne 23 voti con trenta candidati,alcuni dei quali denunciarono pure di essere stati inseriti in lista grazie a firme false. Ma sorvoliamo. Nucara è poi venuto a luglio a Salerno. Ad alcuni amici che auspicavano una chiarificazione e la possibilità di stemperare gli animi ha detto testualmente" di non volere amici di Guariglia o di Scarsi nel partito", altrimenti avrebbe provveduto lui d'imperio a cacciarli. Ecco il quadro caro Mc. Per il sottoscritto abbandonare la casa madre, che è l'Edera è stato ed è un dolore grande, visti i sacrifici che io anche nel mio piccolo ho profuso per salvaguardarla. Ma viene un momento in cui oltre alla dignità politica, occorre anche salvaguaradre la propria dignità umana. Dico amaramente che con personaggi come Santoro e Nucara ciò non è possibile. Ciao.

mcandry
03-02-03, 11:53
:(

caro giuseppe, ora sono troppo preso emotivamente per risponderti in modo sereno, spero di riuscirci nel pomeriggio

Giuseppe Gizzi
04-02-03, 10:19
Sempre il primo febbraio è uscito su "IL MATTINO" quest'altro articolo.


GUARIGLIA E SCARSI, L'EDERA DELL'ULIVO.

Dopo l'addio al Pri di La Malfa Antonio Guariglia, neo presidente del Consiglio comunale, e Nicola Scarsi ufficializzano la loro adesione ai Repubblicani Europei, il ramo dell'edera che sta con il centrosinistra. Riuniti con il coordinatore regionale Alberto Esposito, i Repubblicani europei hanno deciso di partecipare con proprie rappresentanze alle prossime elezioni. Costituito anche il comitato di coordinamento provinciale, commposto da Enrico Bellelli, Mario Cafaro, Carmine Capua, CFosimo Cicia, Luigi De Vivo, Gaetano Ferrante, Antonio Fierro, Francesco Lupi,Mario Malangone, Mariolina Petriello, Gerardo Petti, Raffaele Pinto ( figlio dell'ex senatore Biagio), Elio Polito, Gennaro Ruoppolo, Pasquale Russo, e Alfonso Tramontano oltre appunto a Guariglia e Scarsi. Quest'ultimo e Petti sono delegati ai rapporti col centrosinistra.

Garibaldi
04-02-03, 14:21
Senza la svolta di Bari caro Giuseppe ora l'EDERA non esisterebbe piu' ?!?!?!!?
Comunque la vera dignita' e di colui che le battaglie le conduce al'interno.
Pur nella diversita' ci saranno pure maggiori sintonie all'interno che non con la banda rosso-verde-nera dei girotondi ?!?!!?!?
Sai quanti furbastri troverai li' !?!?!?
CENTO VOLTE di piu' di quelli di cui ti lamenti !!!
e la mosa successiva vostra sara' quella di cadere in braccio ai diessini !?!!?!? sic sic sic sic ?!?!!?!?
Quale dignita' c''e in tutto cio' !!!!
Quella di abbandonare una battaglia !???!?!?
QUELLA di darsi prigioniero al nemico demagogico e populista ????
... sino alla morte con l'edera sul feretro non mi schiodo !!?!!
QUESTA e' dignita'!!!!

Giuseppe Gizzi
04-02-03, 15:14
Ma caro Garibaldi, cosa diresti se rientrasse Bogi nella tua La Spezia e si mettesse a rifare il padrone con l'avallo della dirigenza nazionale in spregio di chi per anni si è fatto il mazzo tato per salvare il partito. Rispondimi! E poi aldilà della propaganda io tra le braccia dei DS non ci finisco così come nonvoglio farmi fagocitare dal cavaliere come purtroppo è avvenuto. Ma leggi un poco il sito nazionale del partito. Sembra l'apologia del berlusconismo e tu questa la chiami autonomia e salvezza per il partito. Poi ti voglio dire che io non sono iscritto al MRE e vorrei fregrmene di Santoro, ma non posso. Certo se alle prossime provinciali devo scegliere a Salerno tra chi ha salvato il partito a Salerno nel 1994 e chi questo partito lo voleva affondare come Santoro non ho dubbi, scelgo gli amici del Coordinamento.

echiesa
04-02-03, 15:48
Vedi, caro Garibaldi??? E sapessi quanti lo fanno e lo hanno fatto questo ragionamento.
Il sito del PRI è ormai la succursale del TG4.
saluti
echiesa:fru

mcandry
04-02-03, 22:00
Cari amici miei credo proprio che la questione sia così sfaccettata da porsi a diverse e diversificate interpretazioni, sono infatti da un lato daccordo con chi dice che le battaglievanno fatte da dentro, ma d'altra parte sono anche daccordo, e come non potrei, con il fatto che è difficile resistere quanto dopo anni di sforzi ti trovi scavalcato, messo da parte e contraddetto nei rapporti che fino a quel momento hai tenuto con i tuoi alleati.

Quindi obiettivamente non saprei cosa aggiungere a questo discorso se non che spero che si possa raggruppare intorno all'ideale di autonomia locale il più ampio gruppo di repubblicani possibile, sotto le insegne dell'edera e di nessun altra brutta copia.

kid
05-02-03, 10:40
nel sentimento di rispetto e di amicizia che nutro sinceramente per Gizzi, che Santoro non è Bogi. Nel senso che Italico non aveva la responsabilità nazionale del partito nel momento di massima delicatezza e l'ha svenduta. Poi ancora Santoro ha ereditato una situazione pesante ed ha sbandato, ma io ho sempre consudirato il suo recupero positivo e mi stupisco di questi attriti con suoi vecchi amici Guariglia e Scarsi se non sotto il profilo di rivalità personali e domini locali che si sono costituiti e disfatti nel tempo. Il nostro partito non è mai stato esente da conflittualità di questo genere, che una volta si risolvevano all'interno ed oggi ci si inventa l'mre e non so cos'altro. Dal mio punto di vista non giustifico l'mre in nessuna maniera. Capisco invece gli amici che sono contrari all'alleanza nazionale e ancora di più colori i quali sono contrari a quella locale con il la cdl. Nei casi più gravi questo può anche condurre all'allontanamento dal partito. Stiamo solo attenti che coloro i quali rompono con il partito da sinistra, magari entrano nell'mre e non si trovino poi candidati a sindaci della loro città per Forza Italia.

Giuseppe Gizzi
05-02-03, 11:26
Probabilmente non ricondurrei a conflitti solo personali i casi che tu citi. Innanzitutto grazie per la stima e l'amicizia che ti ricambio, ma, se segui la cronologia degli eventi, non puoi non compendere-( condividere no, ci mancherebbe, anche perchè pure io credo che ulteriori divisioni finiscano ulteriormente per dividere la già flebile voce repubblicana, sinceramente in queste condizioni non so come il Pri o l'Mre possa conqiustare un seggio europeo)- come per la stragrande maggioranza dei repubblicani che hanno lottato in condizione disperate, Santoro non sia altro che un traditore. Traditore perchè quando Giorgio La Malfa venne a Salerno nel ormai lontano 94, lui non c'era, e in una sala tutt'altro che piena, il nostro segretario si ritrovò vicino i Guariglia e gli Scarsi. Traditore perchè nel 95 dette vita a una lista provinciale con Marco Taradash denominata Sinistra Liberale. Traditore perchè un paio d'anni dopo dette vita all'UDR con Cossiga e Mastella. Traditore perchè, è questo te lo possono raccontare tanti amici,andava in quegli anni dileggiando Giorgio La Malfa definendolo mascalzone e ladro. Traditore perchè si candidò con il CCd alle Europee nel 1999. Traditore ancora una volta nel 2001 quando dopo il suo tutt'altro che trionfale rientro a Bari ( ed io era tra i contestatori), disse che in 24 ore si sarebbe sbarazzato con l'aiuto di chi pochi anni prima definiva ladro e mascalzone, di quei repubblicani che fino ad allora avevano salvato l'Edera a Salerno. Io non ero contrario al suo rientro, ma non ho potuto tollerare oltre alla non condivisione delle scelte politiche che poi si possono evolvere,che si usasse questo atteggiamento dispotico da parte della dirigenza nazionale nei confronti di chi aveva lavorato per salvare le insegne repubblicane. E poi tu dici che è possibile anche non scegliere alleanze con la CDL sul piano delle elezioni locali. Debbo purtroppo smentirti. E i casi di Piacenza e Carrara stanno lì a dimostrarlo. Se fosse possibile, ti dico, fare alleanze diverse, da quelle nazionali, ti garantisco, che Scarsi e Guariglia sarebbero tranquillamente rimasti con il Pri. Ma ciò non è. Un partito siffatto, che vuole imporre alleanze omogenee sul piano locale da Bolzano a Lampedusa, non tenendo conto delle specificità locali è un partito di yes-men. Forse l'obiettivo di Nucara è proprio questo: avere un partito di yes-men. Ma ciò, se mi consenti, non è affatto condivisibile.

kid
05-02-03, 12:09
e quindi non mi scaldo l'animo sulle vicende degli amici che entrano ed escono nel Pri. Pacciardi, ad esempio, io sono ben contento che è morto con la tessera del Pri in tasca e una dichiarazione sul pri in bocca. E' una morte la sua che mi auguro, visto che la vita di Pacciardi me la posso giusto sognare. Per cui non darei del traditore a Santoro come non ho voglia di darlo oggi a Guariglia e Scarsi. Io spero che si sanino questi conflitti o che essi si possano sanare in un tempo un po'migliore di quello che è stato affrontanto e che ancora si affronta, altrimenti davvero fra Pri e Mre, perdiamo ogni eredità positiva della nostra tradizione. Con questi occhi guardo all'Mre: invece di rinforzare civilmente la minoranza del pri si forma un partitino del partitino? Ma in confronto a questo sono niente i comportamenti di Santoro e di tanti altri dirigenti che hanno vissuto molte circostanze simili. L'mre è la pietra dello scandalo non le scelte individuali di andare di qua o di là, di dire questo o quello.
Quanto alla situazione delle alleanze a me pare che di fatto il partito faccia un po' ovunque come gli pare e voglio proprio vedere se Nucara lo cambia con qualche commissariamento.
Ad esempio, papero, te a Carrrara t'hanno cambiato? Il progetto lobotomia del Papero e di Picciotti è stato eseguito?

echiesa
05-02-03, 16:50
No, il progetto lobotomia non è stato eseguito per ora, ma il busturi è sempre nelle mani del chirurgo.
Il fatto che ad oggi non sia arrivato ancora il decreto di remissione dei peccati non mi piace nulla, dato che in questo periodo cominciano gli incontri con i partiti per le elezioni provinciali.E che si possa essere dal'oggi al domani spazzati via. Ed è chiaro che aleggia l'ombra di Banco, ossia di Medri.
E quando si conclude un abboccamento con F.I. al termine dei quali i rappresentanti di questa forza terminano dicendo" bene, riferiremo a chi di dovere", e per tutto l'incontro non hanno saputo fare altro che dire " voi avete tradito" " avete un sottosegretario dato da noi" ed amenità simili ecco, le palle mi girano non sai quanto.Siamo sempre lì: non si parla di politica e di problemi, si parla di fedeltà all'alleanza nazionale e di riconoscenza. E ricomincia a girare la voce del simbolo in mano al commissario e non al Partito Locale. Quindi se non lobotomizzati è chiaro che siamo diciamo così" abbastanza azzoppati"nelle trattative. Ed è difficile andare dagli altri Partiti sia del cds, che possono avere l'asso nella manica e quindi snobbarci ( ci risiamo, la posizione del PRI di Carrara verrà annunciata in alta sede, quindi si cerca l'intervento da Roma), che del csn, che ci aspetta, ci vuole,ma poi non può ad un certo punto stare fermo ad aspettare che a Roma decidano cosa fare di noi tre giorni prima della presentazione delle liste.E la situazione comincia ad essere difficile, perchè di rifare il giochetto dello scorso anno non mi va molto. Si levi l'acqua dal vino, e si dica con precisione che dobbiamo fare. Se la posizione è solo quella nazionale bon, ognuno farà secondo coscienza e scienza, ma si sappia presto e senza stillicidi.
Vi sono tropi luoghi Commisariati in Italia nel PRI, anche dove esistono organi eletti con tutti i crismi.Ed il fatto di operare con la spada di damocle sopra la testa.....ci siamo capiti.
E quindi capisco le prese di posizione di certi Amici in Campania, accidenti se le capisco.
saluti
echiesa
:fru

Garibaldi
05-02-03, 16:59
Come mai dovete rifare le elezioni a Carrara ????
Cosa vi e' successo a distanza di un anno???

echiesa
05-02-03, 17:03
Abbiamo le Provinciali e le elezioni a Massa
saluti
echiesa:fru

lucifero
27-05-03, 08:56
Ben ritrovati a tutti...

Non ho trovato nessun riferimento alla lista di Giugliano, che mi sembra abbia ottenuto un buon risultato (http://cedweb.mininterno.it:8888/amminis/amm030525/G0510340.htm).

Chi me ne sa dire qualcosa?

Giuseppe Gizzi
27-05-03, 10:06
Caro Lucifero, il risultato di Giugliano è davvero ottimo. La lista dei "Repubblicani", alleata del centrosinistra ha ottenuto un lusinghiero 5,2%. Tale lista non aveva l'avallo ufficiale del partito nazionale, ma aveva lo stesso simbolo che fu usato alle ultime omunali di Napoli. E' questa la dimostrazione che il lavoro di Giuseppe Ossorio e degli altri amici napoletani continua ad essere premiato dall'elettorato. Ed è la dimostrazione ulteriore, che almeno qui in Campania, l'alleanza con la Cdl non fa proseliti e indebolisce l'elettorato repubblicano.Lo dimostrano i dati di Quarto (NA) e Baronissi(SA), ove l'Edera ufficiale alleata del centrodestra raggiunge solo l'1%. Sottolineo pure il buon risultato dei Repubblicani Europei, in un comune come Scafati, ove il movmento della Sbarbati raggiunge un buon 2,8%. In generale, mi pare, che a parte qualche comune pugliese, il Pri arretra un poco ovunque. E ciò chiaramente non può che dispiacermi. Credo che per le prossime europee, occorra aprire una seria riflessione. Le divisioni dell'area repubblicana non giovano a nessuno. Altro che la ventilata chiusura di Nucara al MRE. Occorre invece lavorare per l'unità e per il rilancio del movimento repubblicano nel suo complesso. Gli elementi e gli uomini che creano divisioni e rancori, credo debbano fare ben più di un passo indietro, pena la scomparsa stessa del movimento repubblicano nel nostro paese.

nuvolarossa
27-05-03, 12:16
Definitivi comunali 2003 - Com. di BARONISSI (Salerno)

P.R.I. voti 95 pari all' 1.0%

nuvolarossa
27-05-03, 16:44
Definitivi comunali 2003 - Com. di QUARTO (Napoli)
P.R.I. voti 218 pari all' 1,0%

la_pergola2000
28-05-03, 15:00
Finalmente caro Lucifero ti si rilegge.
Ci volevano le amministrative di mezzo periodo per avere tue notizie.
Non capisco che cosa tu voglia dire quando riferisci dei risultati di Giugliano, è un buon risultato, e sembra un risultato tutto dovuto ad Ossorio, e sembra che sia una costola del PRI.
Come se non ci fosse abbastanza confusione dentro al partito e fuori. Il nostro problema si risolve abbastanza bene, se stiamo uniti qualche cosa portiamo a casa e possiamo continuare ad esistere altrimenti possiamo anche rimanere nelle nostre case a leggere Catullo o altro.
Altre volte dicemmo che un partito di centro e di opinione come il nostro, in un sistema bipolare, ha delle lacerazioni perchè è la composizione stessa del partito ad avere più anime, ma la divisione non risolve il problema. Il fatto stesso di avere più anime è un fatto positivo, se si fosse uniti, si potrebbe giocare in ambedue i fronti di volta in volta.
L'analisi dei risultati elettorali fa si che proprio questa peculiarità dei repubblicani può portare a dei successi sia nel centro destra che nel centro sinistra.
La divisione invece porta ad un indebolimento da qualsiasi parte si vada, cosa vuol dire andare verso destra? cosa vuol dire andare verso sinistra?
Quando in ambedue i casi si è deboli non si può portare avanti nessun tipo di politica?
Essere soci di minoranza in qualsiasi coalizione è già un limite.
I nostri padri fra cui Ugo La Malfa sostenevano che l'Italia deve sbloccare la sua democrazia per dare una svolta alla governabilità del paese e per intercambiare l'esecutivo, l'esempio dei liberali tedeschi, belgi, olandesi stà lì a dimostrare che questa politica può essere praticabile,
perchè da più parti si insiste e ci si irridisce?
Sostenevamo l'anno scorso che bisognava guardare alle persone che approfittavano della confusione per prepararsi un posticino in qualche amministrazione.
Quindi togliamo il malanimo dentro di noi e andiamo avanti.
I buoni risultati della Campania si possono anche leggere dentro l'elettorato campano che non è mai stato di estrema sinistra, per cui nel grande spazio della mentalità centrista qualsiasi lista centrista ha buon spazio, non credo che l'elettorato di Scafati sia particolarmente sensibile alla Sbarbati, essendo elezioni amministrative i voti dipendono dalla lista e dalle possibilità che hanno poi gli eletti ad amministrare.
Fin qui il mio pensiero.
Lucifero fatti leggere più spesso.

nuvolarossa
04-08-03, 10:32
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bilancio Regionale
LE REAZIONI DEL PALAZZO ALL’INDOMANI DELL’APPROVAZIONE
E’ prevalsa la «linea del rigore» slitta a settembre la legge omnibus

di Antonella Autero

NAPOLI - “Nessun assalto alla diligenza”. “Una netta inversione di tendenza rispetto agli anni scorsi”. “Una svolta all’insegna del rigore”. All’indomani del logorante tour de force che ha portato all’approvazione del Bilancio regionale di previsione 2003 e della legge Finanziaria, i commenti positivi si sprecano. Soprattutto da parte dei componenti del centrosinistra. Il via libera dell’aula ad un collegato ridotto a due soli articoli (più tre nuovi commi richiesti dalla Cdl), il ritiro dei numerosi emendamenti, e la scelta di sorvolare sul maxipacchetto di ordini del giorno presentato in serata, sono apparsi a molti “l’unica soluzione dignitosa per uscire dall’impasse”. Ne è convinto il consigliere dello Sdi, Fausto Corace, per il quale “quello dato dall’Assise è un segnale importante. Un documento contabile e una Finanziaria non omnibus, come accadeva in passato, conferiscono più dignità al Bilancio. E, nel contempo, concedono all’Assemblea la possibilità di esaminare con maggiore serenità gli argomenti inseriti nel vecchio collegato”. I cui contenuti, a quanto pare, saranno riproposti, anche se in forma diversa, nella prima seduta utile di settembre. La questione del personale dell’ente, l’istituzione di nuovi parchi, eventuali benefici per i consiglieri, dunque, potrebbero diventare oggetto di altrettante leggi. O, più probabilmente, di una sola disciplina che metta ordine in una serie di problematiche eterogenee.
“E’ prevalsa la linea del rigore” anche per il capogruppo dei Ds Nino Daniele. Il quale apprezza il fatto che “abbia vinto l’idea di fare del Bilancio un modo per incidere sulle scelte di programmazione e di sviluppo economico. Non c’è stato nessun assalto alla diligenza, riempita, in passato, di norme onnicomprensive”.
Ma, nella stessa maggioranza, c’è chi non ritiene opportuno farsi prendere troppo dall’entusiasmo. L’esponente del Partito Repubblicano Italiano Giuseppe Ossorio non riesce a chiudere gli occhi di fronte ai numerosi problemi irrisolti.
“Il documento approvato, all’atto pratico, non ha nessun significato — lamenta —. Lo avrebbe avuto se fosse stato un atto di programmazione per il 2004 o, magari, una legge capace di dettare le modalità per rientrare dal debito pubblico della sanità”.
Lamentele sulla concreta utilità del Bilancio provengono anche da una parte dello Sdi: “La insufficienza della cosiddetta “spesa libera” — protesta il capogruppo Antonio Simeone — e il fatto che siano già trascorsi otto dodicesimi dell’anno di riferimento sottolinea l’inutilità di un confronto così lungo”.
Ma la voce più critica resta quella del Polo. Che, pur avendo ottenuto il via libera dell’aula sui tre correttivi proposti, non risparmia bordate.
“Quello presentato dalla Giunta regionale e approvato ieri dal Consiglio, con il voto contrario della Cdl, è comunque un bilancio negativo — afferma il capogruppo di An, Salvatore Ronghi —. Non esiste certezza delle entrate, elemento che condizionerà le spese e imporrà una inevitabile variazione”. Nonostante tutto, ricorda Ronghi, “va dato atto del rigore e della serietà dimostrate evitando che passassero tutti gli ordini del giorno di fine seduta che, negli anni scorsi, hanno comportato la dispersione delle risorse in tanti rivoli inefficaci”. “Se è passata la linea del rigore — precisa il numero uno di Fi — Franco Bianco — è anche merito del senso di responsabilità dell’opposizione. Per noi “rigore” non è solo sinonimo di “collegato snello”, ma della possibilità di prevedere norme moralizzatrici. E l’incompatibilità per i manager delle Asl e la convenzione con la Corte dei Conti per un controllo semestrale sugli atti economici della Regione ne sono un esempio”.
Un richiamo all’ordine per la Giunta Bassolino viene, infine, da Sebastiano Sorrentino (Margherita), presidente della seconda commissione. “Mi auguro solo — commenta — che l’esecutivo regionale, per la prossima manovra finanziaria, affronti la sessione di Bilancio sulla base di un documento programmatico e nel rispetto dei tempi previsti. Vale a dire nel corso del corrente esercizio finanziario. Così si porrà fine a quella spirale viziosa che ci costringe a votare, e certo non per colpe attribuibili al Consiglio, dei preventivi di spesa che hanno tutte le connotazioni di consuntivi, o quasi”. (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
08-10-03, 20:55
Capri venerdì 10 ottobre h. 10,30
Hotel Quisisiana

"Manangin Sud"
Un nuovo modello di classe dirigente per lo sviluppo del Mezzogiorno

Interverrà l'on. Francesco Nucara Segretario nazionale Pri (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
10-10-03, 13:13
Repubblicani, nuovi innesti: c’è anche Silvestro

NAPOLI - Il partito Repubblicano consolida la sua presenza sul territorio e nelle sedi istituzionali. Infatti, ci sono dei nuovi iscritti.
Si tratta di Cosimo Silvestro, ex consigliere comunale, Antonio Bosco, ex assessore al Comune di San Giorgio a Cremano e Antonello Calvino, consigliere circoscrizionale di Scampia che vanno «a rafforzare la presenza istituzionale e il ruolo politico del partito» come spiegano Giuseppe Ossorio presidente della commissione consiliare Cultura della Regione, Alfredo Ponticelli, assessore al Comune, Ignazio Assumma consigliere comunale, Lazzaro Alfano consigliere alla Provincia. Di elezioni ha parlato l’assessore Ponticelli: «Ancora una volta presenteremo, coerentemente con il nostro modo di fare politica, una lista di professionisti amanti della politica che vogliono dedicarsi in modo serio».
(http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

kid
13-10-03, 17:37
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gifhttp://xoomer.virgilio.it/francesco.rinaldi29/KAR_ITALIANE/Celentano/Celentano_-_Non_esiste_l'amor.mid

E Titti?

nuvolarossa
13-10-03, 19:48
http://www.amicimiao.it/IMAGES/gifanimate/silvestro_titti.gif

... si puo' sapere a .... chi ti riferisci ? ... (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

mcandry
13-10-03, 19:50
Originally posted by nuvolarossa
http://www.amicimiao.it/IMAGES/gifanimate/silvestro_titti.gif

ma prima o poi lo acchiappa, vero?

nuvolarossa
22-10-03, 18:10
http://www.denaro.it/go/img/test/logo_up.gif i conti in rosso della sanità
E ora spunta la manovra Ossorio

NAPOLI - Conti infruttiferi per cinquecento milioni da liquidazioni vecchie Usl

Cinquecento milioni di euro disponibili su conti infuttiferi derivanti dai consuntivi delle ex gestioni liquidatorie delle vecchie Usl. Altri 600 milioni di euro, dirottati nel 2001 sulla spesa sociale e altrettanti sono sullo stesso capitolo di spesaper il 2002: in tutto sarebbero oltre tremila miliardi di vecchie lire che il segretario regionale del Pri Giuseppe Ossorio intende rilanciare come manovra immediata sul tavolo delle trattative con farmacisti ed exo convenzionati. Ma i tempi sono troppo stretti. I farmacisti, salvo improbabili retromarce sono intenzionati ad andare avanti all’indiretta a partire dal 20 ottobre. I venti giorni di proroga accordati dal fronte degli ex convenzionati scadono invece il 26 ottobre. Dall’assemblea dei soci Federlab e Anisap sono pronti a sospendere il conmvenzionamento fino a gennaio e lavorare solo da privati. "Siamo al tracollo, impossibile andare avanti".

Ricognizione sui fondi non spesi.

I due organismi consiliari al Bilancio e alla Sanità ribadiscono i concetti esposti dal consigliere dei Repubblicani Giuseppe Ossorio che, da relatore di maggioranza sul Bilancio preventivo 2003 aveva evidenziato «il disequilibrio finanziario latente del Bilancio regionale per i gravi riverberi causati dalla maggiore spesa sanitaria».
Ora lo stesso Ossorio, secondo indiscrezioni, ha pronta una manovra di rientro o meglio, un’ancora per tirare fuori dalle secche la Sanità campana, basata in parte su fondi (mille miliardi di vecchie lire della liquidazione delle vecchie Usl) depositati a Roma su conti infruttiferi ma di proprietà della Campania che possono essere svincolati entro poche settimane. Se la notizia fosse confermata l’idea sarebbe dio chiedere immediatamente un’anticipazione alle banche su somme certe, possedute e certificate. Insomma non un mutuo.
Altri fondi, per complessivi 2400 miliardi di vecchie lire, sono stati attribuiti alle Politiche sociali sottraendoli alla Sanità, in vista del decollo del Piani di zona e degli interventi socioassistenziali previsti dalla legge 328 del 2000. Fondi ancora non spesi che potrebbero tornare, ammeno come anticipazione, sulla Sanità su cui comunque grava ancora tutto il capitolo dell’assistenza ai disabili, tanto per fare un esempio. Ma a quanto ammontano i fondi non spesi di amministrazioni precedenti e che potrebbero andare a ristorare le casse della Sanità.

La Finanziaria di un anno fa

L’emendamento Villani alla legge finanziaria del 2002 autorizza l’utilizzo delle risorse finanziarie di diversi capitoli della Sanità non impegnate negli esercizi precedenti, per fronteggiare la parziale copertura della maggiore spesa sanitaria al 31 dicembre 2001. Si tratta di capitoli relativi a interventi per la lotta all’Aids, alla tossicodipendenza, alla riabilitazione, di cui 75 milioni di euro relativi a contributo regionale per il ripiano della maggiore spesa sanitaria negli anni 1997 e 1998 che dovrebbero già essere stati utilizzati.

8 mila miliardi di buco
Già critico sulla manovra finanziaria approvata dal Consiglio regionale nel luglio scorso Giuseppe Ossorio mostra di averci visto giusto: «Il Bilancio è inutile se non risolve il debito sanitaro», dice all’indomani dell’approvazione del bilancio - non ha senso approvare un bilancio preventivo a fine luglio che non interviene nel determinare i criteri per rientrare dal disastro dell’indebitamento sanitario. Abbiamo una spesa sanitaria che assorbe più della metà delle risorse del bilancio — ha aggiunto Ossorio — e che è destinata ad aumentare se non adottano dei criteri di rientro che devono partire dall’approvazione dei bilanci delle Asl per i quali si commette un falso nell’affermare che sono in pareggio aggravando ulteriormente il debito pubblico».

7 mila miliardi di buco

Ossorio puntava il dito sui circa 8 mila miliardi di vecchie lire di sbilancio sui conti della Sanità. Nodi che ora sono drammaticamente al pettine: «Il pareggio è solo un artificio, una finzione formale mentre il nodo da sciogliere è invece il suo equilibrio. Esiste un debito pregresso accumulato negli anni sia dalla Sanità pubblica sia da quella convenzionata».
(http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
31-10-03, 13:19
consiglio regionale. - COMUNICAZIONI: IL NO DELLA CONSULTA SCATENA LE REAZIONI
D'Ercole: Varo dello statuto impegno non più rinviabile

di Antonella Autero

NAPOLI - Ritardi del Parlamentino, scarsa attenzione del legislatore regionale al quadro normativo di riferimento, mancata approvazione dello Statuto. All’indomani della sentenza con cui la Corte costituzionale boccia parte della legge campana sulla comunicazione (la numero 9 del luglio 2002), si sprecano i richiami a un più forte senso del dovere per il Consiglio regionale.


La Consulta, nel dichiarare illegittimo l’articolo 11 comma 3, lettera “i” della legge regionale, si appella alla “mancanza di una nuova disciplina statutaria relativa al potere regolamentare delle Regioni”. In altre parole, in assenza di uno Statuto che lo prevedesse esplicitamente, alla Giunta non poteva essere delegato il compito di regolamentare una materia come la localizzazione e l’installazione di impianti di Tlc. “La nostra richiesta è sempre stata quella di provvedere a disciplinare la materia con legge e non con regolamento di Giunta”. Era una sentenza prevedibile, quella che boccia una norma della legge sul Corecom, per Enzo Ghionni, presidente dell’Uoc (Unione degli operatori della comunicazione). “L’Esecutivo - aggiunge - non ha adottato alcun regolamento, ma era chiaro che non potesse operare sulle frequenze. Va approvata al più presto possibile una apposita normativa di sistema”.
Un richiamo alla necessità di rispettare i confini tra le competenze dell’Assemblea e quelle dell’Esecutivo viene dal consigliere regionale Francesco Casillo della Margherita: “La sentenza apre un discorso molto più ampio — dice — perché non è certo la prima volta che la Giunta esercita il potere regolamentare, esautorando il Consiglio”. Tutte le speranze di un riequilibrio sono adesso riposte nella nuova Carta costituzionale, “che — spiega Casillo — non potrà non chiarire, evitando qualsiasi ambiguità, le reciproche competenze dei due organi”.
È d’accordo Franco D’Ercole (An), presidente della commissione Statuto: “Di regolamenti esorbitanti da parte dell’Esecutivo ce ne sono stati tanti, anche in passato, come le famose linee guida sul piano energetico. Questo in materia di comunicazione non sarebbe stato il più eclatante: è semplicemente venuto alla luce per una sentenza della Corte. L’unica soluzione per evitare questa sovrapposizione di competenze — conclude — è definire lo Statuto in maniera tempestiva. Noi stiamo lavorando e già domani (oggi per chi legge, Ndr), in commissione metteremo mano alla legge elettorale”.
A dare adito a possibili confusione di ruoli, attualmente, secondo Massimo Galluppi di Uniti per le Riforme, “è il fatto che la legge costituzionale 1 del 1999 non definisce l’allocazione delle potestà regolamentari. Dunque, fino a quando gli Statuti non chiariranno la gerarchia delle fonti, potranno ancora verificarsi sentenze come questa”. Mentre Franco Bianco, capogruppo di Forza Italia, punta il dito contro la maggioranza di centrosinistra: “Il Polo, all’atto dell’approvazione di una legge, ha sempre avanzato richieste di opportune modifiche o aggiustamenti che raramente sono stati acquisiti. E’ anche il caso del fascicolo di fabbricato: all’epoca, avevamo già fatto notare molti dei rilievi sollevati prima da Palazzo Chigi e, poi, dalla Consulta”.
Critico anche Giuseppe Ossorio (P.R.I.), presidente della sesta commissione (Istruzione e Cultura) che riflette sulla necessità di riservare maggiore attenzione “alla qualità e alla legittimità delle leggi regionali che produrremo”. Dice Ossorio: “E’ da sottolineare, soprattutto ai miei colleghi consiglieri, l’importanza di verificare la compatibilità con le leggi nazionali dei disegni e delle proposte che si andranno a proporre, compresi i singoli emendamenti, nel momento in cui si andrà a legiferare. Riflessione necessaria, in particolare alla vigilia del varo dello Statuto della Regione Campania”.
L’esponente repubblicano non risparmia bordate alla mancata applicazione delle leggi: “Proprio quella istitutiva del Corecom, dell’estate 2002 — lamenta — prevedeva l’istituzione del fondamentale e delicato organismo, nonchè la nomina del suo presidente e dei nuovi componenti entro 60 giorni, vale a dire sicuramente non più tardi dell’ottobre 2002. Ma tutto ciò ancora non si è verificato”.
(http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

Giuseppe Gizzi
11-11-03, 23:17
Il Partito Bulgaro ha emesso un altro colpo.

Giorni orsono, con lettera inviata dal segretario nazionale del Pri Nucara agli iscritti al Partito della Provincia di Napoli, veniva comunicato che nuovo responsabile politico della Campania, al posto del democraticamente eletto segretario Giuseppe Ossorio, è l'on. Italico Santoro. Ieri sera al convegno organizzato dal Cerge a Palazzo Serra di Cassano (al quale ho presenziato), lo stesso Nucara ha decretato con un tono che non ammetteva diritto di replica, che la scelta di insediare Santoro era dettata da necessità perchè: "anche la Campania deve mettersi al passo con la linea nazionale, di alleanza con La CDL".

P.S. Lascio a voi ogni commento... .

nuvolarossa
12-11-03, 15:05
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA//PRI376.gif Eletto l'esecutivo provinciale del partito
I quadri Repubblicani

SALERNO - Eletto, alla presenza del vice segretario nazionale Italico Santoro, l'esecutivo provinciale e i nuovi quadri dirigenziali del Partito Repubblicano.
Il segretario provinciale Gaetano Lupi sarà affiancato da Gianluigi Cassandra (vice segretario), Paolo Lorito (tesoriere), Guglielmo Balbi, Fernando Cappuccio, Anna Maria D'Amato, Gianfranco Ferrigno, Luisa Fiore, Antonio La Stella, Pasquale Mango, Corrado Marino, Luigi Pergamo e Silverio Sica. Eletto anche il Collegio dei probiviri, composto da Donato Vespa (presidente), Martino Di Serio e Vito Marano. (http://nuvolarossa.ilcannocchiale.it/)

nuvolarossa
04-12-03, 13:59
Per i dirigenti campani svolta verso il Polo

Ma Ossorio non ci sta

Alla fine hanno fatto il grande salto: abbandonare il centrosinistra, coalizione di maggioranza in Campania, e passare al Polo. Sicché ieri, i quadri regionali del Partito radicale italiano riuniti alla presenza del segretario nazionale Francesco Nucara, hanno confermato la loro “piena solidarietá nei confronti della politica nazionale del partito”.

I motivi per cui i quadri regionali del Pri decidono di cambiare coalizione? Considerano “ormai esaurita la capacitá propulsiva delle maggioranze di centrosinistra in Campania, sia per le loro interne contraddizioni, sia per la scomparsa di vera capacitá progettuale nelle Giunte in cui esse si esprimono”.
Il pensiero va dritto alle elezioni di primavera: il responsabile politico regionale, Italico Santoro, viene, infatti, invitato “a avviare i necessari contatti con le altre forze politiche in vista delle prossime scadenze elettorali e a verificare con i partiti della Casa delle Libertá la possibilitá di realizzare una convergenza politica e programmatica”.
In quest’ottica, i quadri regionali del Partito repubblicano campano decidono di dare vita a un comitato operativo che affianchi il lavoro del responsabile politico regionale.
Giá definiti e assegnati gli incarichi all’interno del nuovo organismo: Annibale Bruno Frizzato sará il coordinatore per le elezioni provinciali di Napoli, Salvatore Buonincontro il coordinatore per le elezioni europee in Campania, e Vincenzo Gargano il responsabile per gli enti locali.
Cade dalle nuvole, il consigliere regionale e presidente della commissione Politiche sociali, Giuseppe Ossorio, unico rappresentante del Pri nel Parlamentino campano. “Allora, auguri e buon lavoro” si limita a commentare ironico dopo aver appreso la notizia. Iscritto da trentacinque anni al Partito repubblicano italiano, di cui è stato segretario provinciale per dodici anni ai tempi in cui Francesco Compagna era ministro e adesso segretario regionale, Ossorio rimane saldamente ancorato alla coalizione di maggioranza.
“Sono stato eletto nel centrosinistra - dice — e intendo onorare fino alla fine il mio mandato”.

an. au.

Giuseppe Gizzi
04-12-03, 15:59
Non c'è bisogno che i neo-nominati si affannino troppo.

Auguri e buon lavoro dice l'amico Peppino Ossorio. Di lavoro c'è ne sarà ben poco da fare per Frizzato, Buonincontro e Gargano. Infatti ci penserà il "cerviello" Martusciello, come lo definì il compianto Lucio Colletti, a traghettare dei candidati da Forza Italia e farli candidare con il simbolo dell'Edera. Candidati che di repubblicano avranno ben poco, visto che le sezioni del PRI dell' 'intera e dico intera, senza essere smentito, provincia di Napoli sono con Ossorio e a favore del naturale mantenimento dell'alleanza con il centrosinistra. Non saranno nè Spina, nè Scalfati (un ex-missino toh!), ne un d'Avino, illustri sconosciuti a Napoli nel glorioso PLI di Valitutti, di Cortese e di Paolozzi, figuriamoci ora, nel 2003 ha potere rivitalizzare il Pri e farlo sentire parte della Cdl. Il Pri campano in anni recenti ha dato un contributo essenziale al salvataggio del PRI nazionale. Spesso Giorgio La Malfa lo ha riconosciuto e portato ad esempio. Ciò oggi viene calpestato, in nome di una battaglia persa a favore della CDL. Il Governo Berlusconi, infatti, sta lasciando solo macerie al Sud e va incontro a sconfitta sicura nelle provinciali di Napoli, Salerno e Avellino. Complimenti agli attuali dirigenti e all'ex candidato(trombato) del CCD alle Europee, assurto alla gloria della vicesegreteria. E La Malfa non si vergogna del suo atteggiamento ondivago e ipocrita?E voi cosa ne pensate amici della maggioranza del partito frequentatori del Forum?

mcandry
04-12-03, 16:07
esattamente come te... :(

kid
04-12-03, 17:43
per cortesia se la regione Campania è l'isola felice nel disastro delle macerie del mezzogiorno, o che anche la Campania di Bassolino e della Jervolino è una rovina di macerie, ma che la responsabilità è comunque del governo Berlusconi.

Giuseppe Gizzi
04-12-03, 19:22
La colpa non è solo di Berlusconi, caro Calvin. Sicuramente anche la Regione fà poco. Ma è un dato certo il fatto che la Campania e il Sud sono sempre più abbandonati. C'è il deserto più completo. 1 milione circa di nuovi emigranti dal Sud al Nord significheranno pure qualcosa. E tra di essi molti sono laureati. Ed è questa la strada che aspetta anche il sottoscritto ormai.Se le politiche del Governo c'entrano o meno, si possono avere opinioni differenti, comunque con Berlusconi non vi è stata nessuna inversione di tendenza Poi, io non difendo Bassolino o la Jervolino a spada tratta. Anzi. Ma essi rappresentano pur sempre un'espressione della vecchia politica, che capisce qualcosa e ha cognizione di causa e non ultimo, grazie al lavoro di questi anni, rispetta i repubblicani e ne capisce la diversità. Dall'altro lato c'è il nulla. Se pensi che oltre a Martusciello il più autorevole esponente della CDL in Campania è un vecchio missino come Antonio Rastrelli, persona rispettabilissima, ma difficilmente compatibile per le sue idee con i repubblicani. Per non parlare poi di Michele Florino, o a Salerno di Antonio Cuomo.... . Ecco il punto. Per soggiacere o come disse Nucara il 10 novembre a Palazzo Serra di Cassano "mettersi al passo" con la linea nazionale di alleanza con la CDL, i repubblicani della Campania dovrebbero allearsi con il nulla. Se consenti, questo è inaccettabile.

kid
04-12-03, 19:28
ma a me esponenti della segreteria mi hanno fatto il tuo stesso ragionamento: "nel centrodestra c'è il nulla, a sinistra un qualcosa d'insopportabile. Riempiamo il nulla e diamo una direzione all'opposizione di centrodestra, altrimenti continuiamo con Ossorio che non prende una posizione che è una". Il lato debole di questo ragionamento è l'ambizione, ma almeno un po d'ambizione ci vuole, un senso della sfida, una nuova strada. Io vorrei che il partito chiedesse questo: di andare all'opposizione con il centro sinistra quando governa il centrodestra e all'opposizione con il centrodestra quando governa il centrosinistra. Allora sarei tranquillo sulla integrità del partito.

Giuseppe Gizzi
05-12-03, 09:55
Vedi, caro Calvin, il discorso sull'integrità del partito è un discorso molto serio che non può essere lasciato cadere lì. Nucara nel suo intervento ai quadri, riportato sul sito ufficiale, paventa che i repubblicani campani-e segnatamente Ossorio- debbano rinunciare ai posti di potere. Noi, qui a Napoli, abbiamo un unico posto di potere:l'assessorato al Comune di Napoli, retto da Alfredo Ponticelli. Per il resto, si tratta di consiglieri eletti dalla Regione ai più piccoli comuni. Poi per quanto riguardo l'alleanza con il nulla, vorrei raccontarti questo episodio. Al Congresso provinciale del Pri di Salerno, al quale presenziai anch'io circa un mese fà a Battipaglia, Antonio Cuomo leader di FI a Salerno e candidato in pectore alla Presidenza della Provincia, affermò, smentendo i repubblicani che "contano prima i nomi e poi i programmi". Santoro, nel suo intervento finale disse che esponenti di FI-ma si riferiva a Cuomo- "a stento sanno leggere e scrivere, figuriamoci se capiscono di politica". Questo per dire, che oltre ad essere zero sul piano politico, pretendono pure di essere egemoni. Ecco perchè quella di Santoro e Nucara in Campania è una mission impossible. Poi, vorrei sapere da Santoro questo: come mai fino al 1992, egli varava giunte laiche e di sinistra con il Pds e il Psi a Salerno e provincia, ed era inoltre vicepresidente nazionale della Legacoop a estrazione comunista. Allora non parlava in questi termini e ci collaborava bene ed alacremente con i comunisti, e giammai dichiarò che fossero i peggiori. Tale scenario cambiò poi quando lui lasciò il Partito. Nel 1994 fù contrario persino all'accordo che La Malfa contrasse con Segni, Martinazzoli e Amato (magari oggi ci fosse un polo così), per appoggiare da allora sempre Berlusconi, da lui più volte definito fin da allora uomo geniale. Come mai questo cambio di rotta?Fino al 1993 egli fu un zelante propugnatore di una collocazione a sinistra del Pri, poi perchè c'è stata la svolta? Io posso immaginarlo. Credo dipenda forse da livore personale nei confronti della Magistratura. Ma se così è, credo che ciò debba influire poco o punto con le scelte politiche di un partito. Così, come dici tu, con questa scelta di dare retta a Santoro non si salvaguardia la dignità e l'integrità del partito, e soprattutto si è ingrati ed irriconoscenti verso, chi, a prezzo di pesanti sacrifici personali, ha salvaguardato la fiammella repubblicana in Campania, decisiva anche per la sopravvivenza del Pri nazionale. Un saluto.

kid
05-12-03, 11:13
che rispetto e vedi che non ho mai avuto toni polemici o intemperanze nei tuoi confronti. Il problema è la valutazione politica di quello che tu chiami una questione personale, il problema della magistratura. Santoro proviene dalla sinistra del partito, non nel senso storico, ma nel senso di coloro che non ritenevano la democrazia cristiana il sole dell'universo, come ai tempi l'onorevole Battaglia che definiva ancora nel '91 il governo Andreotti "il migliore governo possibile" e che se era per lui mai saremmo usciti dal pentaparito. E io ero anche più a sinistra di Santoro, nel senso che tutto il mio desiderio era rompere con la dc e se facevamo una giunta con i rossi anche ad Ovindoli ero felice. Ma dopo aver visto il comportamento ricattatorio della sinistra nell'uso della magistratura, uno ti assicuro che cambia, non solo ma gli viene pure da ridere se ti sollevano la questione morale su berlusconi che corrompe i magistrati. Ma guarda che questi signori con la loro aria da nobili idealisti, hanno corrotto l'essenza della vita democratica, scatenandoti i magistrati contro se non ti univi a loro. Un giorno vi racconterò delle mie frequentazioni con il giudice Maddalena e vi spiegherò come sono andate le cose, ma lo farò in un congresso del partito, mica sul forum che allegramente frequentiamo, con tutto il rispetto. Ecco le vocazione improvvise di vecchi destri del partito di cui mi risparmio i nomi, perchè ho legami profondi e un altrettanto profondo senso di pena. Del resto non era una novità e noi repubblicani ce l'eravamo scordato. Accadde nel '45 i rossi ti sterminavano se eri solo sospettato di essere un fascista, ma anche se eri un torturatore e ti schieravi con loro, avevi salva la vita e tornavi a fare carriera. Questa volta non c'è stato il bagno di sangue, ma la logica è stata la stessa. Ma non preoccupiamoci non sono mica più comunisti loro. Poi questo non significa che Santoro abbia ragione a volere la rottura con il centrosinistra in Campania, per carità. Quella è una mia idea che con Bassolino e quell'altra non ci si debba stare, ma come non starei con Miccichè in Sicilia, insomma.

Giuseppe Gizzi
05-12-03, 23:09
Caro Calvin, innanzitutto grazie del rispetto che è reciproco. Poi, passando alla discussione avevo ragione: Santoro ha cambiato opinione per via di certa magistratura. Molte delle argomentazioni da te riportate le condivido. Si potrebbe allargare il discorso oltre che su certa magistratura, anche sulla cultura e sull'Università o sull'editoria e sul ruolo distorsivo di certa sinistra italiana. Ma vedi, credo che questo esuli da scelte di politica regionale e provinciale. Non bisogna vedere complotti ovunque. Ed inoltre, credo che vicende personali, anche ingiuste e dolorose non debbano condizionare in alcun modo le scelte politiche di un partito serio come il PRI. Se consenti, credo che nelle attuale divisioni campane, che si riverbereranno fatalmente sul risultato delle elezioni europee ( non ci vuole un indovino per prevedere che il PRI in Campania si dimezzerà o giù di lì'), molte delle responsabilità vadano anche ascritte al comportamento tenuto dai dirigenti nazionali: La Malfa e Nucara su tutti. Cosa voglio dire? Semplicemente che il Pri nazionale ha fatto questo ragionamento. E' vero perdiamo Ossorio, Altieri, Guariglia etc, ma guadagniamo Santoro e i suoi amici. Cioè non perdiamo voti e poi chi se ne frega che i primi se ne vadano, tanto fuori dal Pri non li calcola nessuno. Ed è qui che casca l'asino. Perchè Santoro è malvisto da chi nel Pri è rimasto dal 1993 in poi. E perchè i suddetti sanno come si lavora sul territorio nel mantenere iniziativa politica e voti. Mi chiedo, ma perchè la dirigenza nazionale non ha lavorato per una mediazione? In Toscana convivono sia Echiesa che Oberdan o Nuvola su posizioni opposte, nel Lazio ad esempio Collura o Mcandry e Saletti, nell'Emilia Romagna Lauro Biondi e Mauro Mazzotti. La Campania è stata e potrebbe essere un vero serbatoio di voti per le Europee. Ma senza l'apporto dei suddetti, che sono stati costretti ad andarsene, sarà molto difficile riuscire a riconquistare un seggio europeo. E ciò dispiace anche a me. Un saluto affettuoso.

la_pergola2000
07-12-03, 01:48
Mi fa piacere rileggerti, ma tutte le volte i tuoi messaggi sono fonti di amarezza per noi che siamo per la pacificazione nazionale.
Vale la seconda parte delle tue considerazioni , la prima non è facilmente controllabile e siccome si tratta di fatti personalissimi, nemmeno una seduta di freud riuscirebbe a dipanare, tantomeno noi.
Mentre la seconda parte fatta di analisi di organizzazine politica è da prendere in considerazione.
Mi sono spesso domandato, ma questo Ossorio, che non ho mai sentito parlare o proporre qualcosa, ha mai fatto delle proposte? Perche da quello che tu scrivi leggo semrpe che è Santoro che fa quello, è Nucara che fa quell'altro, allora questi nostri dirigenti non hanno mai parlato con Ossorio? e se si Ossorio che cosa ha risposto?
Qualcosa deve avere risposto, gli Scarsi e i Guariglia qualcosa devono aver risposto, io ho visto dopo molte peripezie in internet che uno di questi è stato eletto in una lista dentro i ds, ha fatto il gruppo politico in seno al comune di Salerno? ha parlato agli ultimi congressi?
Le tue considerazioni su altre parti d'Italia sono giuste, è stato possibile in Campania?
C'è qualcuno che ha scatenato qualche altro in Campania?
Non credo che i due massimi dirigenti del PRI abbiano fatto quella scelta ad occhi chiusi, ci deve esser stato un precedente.
mentre a Massa, in Romagna, Savoldi hanno parlato ed espresso i loro giudizi, dalla Campania non è mai venuta nessuna proposta, un atteggiamento che mi pare subdolo, e credo che fa il paio con l'innamoramento della poltrona, cosa che succede dappertutto, fra l'altro.

nuvolarossa
13-12-03, 00:58
Numerose adesioni consentono il ritorno del Pri

Rafforzata la coalizione di centro

SAN NICOLA LA STRADA (Caserta) - Nostalgici repubblicani pronti a sorridere e rivivere il passato: approda il Partito Repubblicano Italiano a San Nicola La Strada e la presidenza, nonché il coordinamento e la delega provinciale sono stati offerti a Luciano Caiazza, ex berlusconiano che orgoglioso rende nota la notizia così esordendo: "Sono soddisfatto ed euforico per la proposta che mi è stata fatta, anche perché il neo partito raggruppa molti dei più noti nostalgici repubblicani, dei socialisti e tutti quanti oggi non si sentono più rappresentati da Forza Italia o da altri partiti locali, che a causa soprattutto delle persone da cui sono rappresentati rischiano di perdere quota e uomini in continuazione". Mentre parla degli altri, in verità Luciano Caiazza parla anche di se stesso, al cui proposito afferma: "Io sono stato al fianco di Pasquale Delli Paoli alle scorse elezioni, ma poi mi ha profondamente deluso, per questo ho scelto di tirarmi fuori dal partito berlusconiano e quindi, aderirò con piacere ed entusiasmo ai repubblicani, seppure non è certo che potrò accettare la carica di coordinatore locale, né la delega provinciale". Un altro partito, quindi, approda a San Nicola La Strada, per contrastare l'amministrazione di Angelo Pascariello o forse per attirarlo verso di sé. Lo stesso Caiazza, comunque, afferma: "Andremo a braccetto con l'Unione di centro e con tutta la Casa delle Libertà, anche perché ci tengo a sottolineare che se Delli Paoli non è più il leader da cui mi sento rappresentato, io mi sento sempre appartenente alla CdL, con la quale noi repubblicani manterremo sempre un colloquio aperto e sereno per costruire un futuro insieme, e soprattutto per contrastare gli operati amministrativi che non consideriamo giusti per la collettività". Svela inoltre che ci sono almeno quindici ex forzisti che passeranno nel giro di pochi giorni con il neo partito costituito e non trascura qualche piccolo cenno alla storia politica sannicolese, ricordando che anche Vincenzo Lanzante, padre di Ovidio Lanzante (ex assessore alle Finanze, oggi coordinatore di Collegio dell'Udc), era un repubblicano. Tutto lascia pensare che accanto all'Udeur e all'Udc, fiorisce un altro scaglione della politica centrista, quella del Pri, il cui coordinatore è Michele Vagliviello.

Deborah Carrano (http://utenti.lycos.it/nuvolarossa44/modules/news/)

nuvolarossa
13-12-03, 01:46
cliccare sopra per
collegarsi in Real Player
con il TG3 Regionale
http://www.inforegioni.rai.it/popup/r1_c6.gif
(http://www.inforegioni.rai.it/campania.htm)

echiesa
14-12-03, 11:19
Cioè della serie"ci perdiamo i Repubblicani e ci prendiamo un pò di naufraghi a casaccio": poi siamo contro al voto per gli extracomunitari, mha...:rolleyes:
saluti
echiesa:fru

cariniiii, adesso siamo "nostalgici" , dolciiiiiiii

nuvolarossa
20-12-03, 00:45
Campania: conferenza stampa di Italico Santoro/Il responsabile regionale illustra la posizione politica del partito

Confermata l'alleanza del Pri con la CdL

Il nuovo responsabile regionale del Pri, on. Italico Santoro, ha fissato nel corso di un'affollata conferenza stampa che si è tenuta a Napoli, Palazzo San Teodoro in via Riviera di Chiaia, la posizione del Partito in Campania.

La Conferenza segue l'incontro dei quadri regionali, tenuto sempre a Napoli alcune settimane or sono per l'insediamento della nuova guida del Pri in Campania e alla quale aveva partecipato il segretario nazionale on Francesco Nucara.

Tre i punti base della posizione politica del Pri in Campania.

In primo luogo, piena consonanza con la linea politica espressa dal Pri a livello nazionale.

In secondo luogo, ed in coerenza con tale scelta, collocazione del partito nell'ambito dell'alleanza di centro-destra.

In terzo la ridefinizione di una piattaforma programmatica , oggi assolutamente inadeguata in entrambi gli schieramenti. Lo sfascio della sanità in Campania ne rappresenta una chiara esemplificazione e l'ipotesi di far pagare ai cittadini gli effetti di una gestione demagogica ed inadeguata di un settore così delicato è particolarmente grave e rende manifesta l'incapacità della sinistra che sarà chiamata a risponderne dinanzi agli elettori.

"Noi repubblicani - ha sottolineato Santoro - siamo stati sempre il partito dei contenuti, delle priorità programmatiche ed intendiamo anche riaffermare questo nostro ruolo nell'interesse delle popolazioni amministrate".

L'on Italico Santoro ha poi precisato che subito dopo le festività natalizie saranno avviati incontri con le forze politiche campane, ed in particolare con quelle della Casa delle Libertà, per illustrare la nuova posizione del partito.

Nel frattempo - ha concluso - "un apposito Comitato è già al lavoro per definire il programma regionale del Pri e mettere a punto le liste in vista delle prossime scadenze elettorali".
(http://utenti.lycos.it/nuvolarossa44/)

nuvolarossa
24-12-03, 01:11
Riunione dei quadri regionali del Pri campano

I quadri regionali del PRI campano, riuniti alla presenza del segretario nazionale on. Francesco Nucara, confermano la loro piena solidarietà nei confronti della politica nazionale del partito.

Considerano esaurita la capacità propulsiva delle maggioranze di centrosinistra in Campania, sia per le loro interne contraddizioni sia per la scomparsa di vera capacità progettuale nelle giunte in cui esse si esprimono.

Invitano il responsabile politico regionale on. Italico Santoro ad avviare i necessari contatti con le altre forze politiche in vista delle prossime scadenze elettorali e di verificare con i partiti della Casa delle Libertà la possibilità di realizzare una convergenza politica e programmatica.

I quadri regionali del PRI campano decidono di dar vita ad un comitato operativo che affianchi il lavoro del responsabile politico regionale.

Nell'ambito del comitato sono stati affidati, in particolare, i seguenti incarichi:

Coordinatore elezioni provinciali di Napoli e provincia: avv. Annibale Bruno Frizzato

Coordinatore elezioni europee in Campania: dott. Salvatore Buonincontro

Responsabile enti locali: Vincenzo Gargano (http://utenti.lycos.it/nuvolarossa44/modules/news/)

Giuseppe Gizzi
10-01-04, 19:42
REGIONE, OSSORIO: occorre un'Authority sulla spesa.

Il leader repubblicano annuncia una proposta di legge: "Valiante ha ragione, ma è stato zitto per sette mesi" .

"Via, non sfugge a nessuno che le denunce del vicepresidente Valiante sull'attività delle società miste sono strumentali e che il vero obiettivo degli ex popolari è di ottenere qualcosa in più. Questo peraltro mi interessa relativamente, solo come fenomeno politico che si mette in moto. Tuttavia resta la sostanza delle critiche, che toccano aspetti della vita della Regione che dovrebbero stare a cuore a tutti i consiglieri". Giuseppe Ossorio, rappresentante dei "Repubblicani" nell'Assemblea del centro direzionale, ricorda di avere lanciato già da tempo il grido d'allarme sulla carenza di controllo della spesa regionale e annuncia l'imminente presentazione di una prposta di legge che preveda la crezione di un'Authority ad hoc." Al di là del nome -precisa- dovrà essere un soggetto esterno all'amministrazione regionale e soprattutto indipendente, in grado cioè di garantire sia la maggioranza che l'opposizione. Chiederò che la previsione venga inserita nell'allegato B al Bilancio, riservato alle leggi urgenti. Solo in questo modo la discussione di questi giorni può avere un senso. E spero che questa volta Valiante non resti zitto, come fece sette mesi fa quando denunciai le stesse cose che dice lui in questi giorni".
D) Il problema nasce per la proliferazione delle società miste e dei consulenti durante la gestione Bassolino?
R)"Non è giusto gettare la croce sull'attuale amministrazione. La questione ha radici molto più antiche e una dimensione molto più ampia: riguarda infatti non solo le società miste ma anche gli enti strumentali, le aziende regionali, dalle Asl all'EPT, dall'Arsan all'Erpac e così via. C'è urgente bisogno di sapere se questi organi abbiano prodotto finanza fuori controllo, se abbiano contratto, e in quale misura, debiti fuori bilancio. Per quanto riguarda i consulenti, mi creda, non costituicono il vero pericolo per il bilancio della Regione".
D) In assenza di un efficiente sistema di controllo della spesa che rischi corre la Regione?
R) "Ricordiamo tutti la stagione del dissesto degli enti locali all'inizio degli anni Novanta. Senza un reale controllo della spesa potremmo trovarci nella stessa situazione. Ma con un'aggravante dovuta al diverso contesto. Di fronte al dissesto dei Comuni lo Stato, all'epoca ancora molto forte e centralizzato, varò una legge capace di determinare un'inversione di rotta e di rendere possibile il risanamento. Ma oggi, col federalismo fiscale, di fronte ad una situazione di dissesto regionale, dove andremo a prendere le risorse per risollevarci? E poi, al di là di tutto, l'esatta cognizione dei flussi di spesa è il presupposto di una vera politica regionale"
D) In che senso?
R) "Quando finirà la possibilità di attingere a fondi strutturali europei, La Regione dovrà far conto solo sui finanzaimenti statali, sempre inferiori, e soprattutto sempre più vincolati. Ora, la possibilità di laborare con questi fondi un'azione politica regionale è strettamente condizionata alla capacità dell'Ente di controllare i flussi economici"
D) Tornando ai debiti fuori bilancio delle società miste e delle aziende, pensa che il fenomeno abbia dimensioni preoccupanti?
R) "Non esasendo impegnato in Giunta non ho cognizione diretta. Ma sulla base della mia esperienza di commercialista, mi limito a formulare ipotesi, a formulare domande alle quali vorrei dare delle risposte. Per esempio, mi chiedo, se è possibile che le gestioni liquidatorie possano effettuare duplicazioni di pagamento?"
D) Anche Fulvio Martusciello, di Forza Italia, ha riconosciuto che Valiante ha posto questioni giuste. Si attende un contributo dell'opposizione per trovare una soluzione strutturale al problema della spesa?
R)"Non voglio polemizzare con Martusciello. Del resto lui è il presidente della Commissione sulla Trasparenza e ha poteri importanti. Spero che non voglia utilizzarli solo in modo strumentale, cioè per concovocare questo o quell'altro dirigente o assessore".
Gimmo Cuomo

P.S. E questa la più lampante dimostrazione del lavoro che svolge in Consiglio l'amico Giuseppe Ossorio. Senza polemica, ma a beneficio della verità, vi chiedo, dopo tutti i risultati elettorali positivi conseguiti dal Pri sotto la guida di Ossorio, e dopo avervi dato la dimostrazione che egli e i repubblicani della Campania militano nel centrosinistra in una posizione da pari a pari, seppure con i nostri piccoli numeri, era proprio necessario, assecondando Santoro commissariare la Federazione Regionale del Pri? I voti dove andranno? Io credo non ad un Pri ridotto all'osso alleato della CDL in Campania.

Giuseppe Gizzi.

nuvolarossa
13-01-04, 23:50
Violenza e criminalità nella città partenopea/I grandi progetti non partono

Rinascimento napoletano, un'illusione che si spegne

di Armando Pannone

Bombe carta contro i vigili. Televisori scagliati contro la polizia. Rapine effettuate con la tecnica delle auto kamikaze, lanciate a folle velocità ,dritto nelle vetrine dei negozi. Autobus devastati. Furti negli ospedali. Non è Bagdad. E' Napoli. Degli omicidi tra la folla e della criminalità, poi, non è il caso di parlare, data la rilevanza nazionale conquistata insieme alla maglia nera della vivibilità. I napoletani vivono in condizioni di emergenza civile. A Napoli si muore per un cellulare. A volte, purtroppo, anche solo per un sorpasso. L'impegno delle forze dell'ordine c'è, ma non basta ad arginare una situazione incancrenita.

I grandi progetti non partono. Sulla utilizzazione delle aree dismesse a Bagnoli, dopo la chiusura dell'Italsider, le idee sono poche e le polemiche tante. Per non parlare della proposta cara ai Verdi, quella di crearvi un gigantesco parco. Che naturalmente finirebbe per pullulare di drogati e per richiedere altri interventi da parte delle forze dell'ordine.

Gli sprechi finanziari sono all'ordine del giorno, e qualche volta rasentano il ridicolo. Il Comune è sommerso dallo scandalo degli stipendi d'oro: 248 dipendenti che gonfiavano gli statini-paga e percepivano somme non dovute senza che nessuno esercitasse il benché minimo controllo. Si scopre ora che la società mista Smart Way, costituita nel 2002 con alcuni privati da provincia e regione per effettuare lavori stradali, non ha sede operativa né commesse: Ma paga lo stipendio dal maggio 2003 a 130 dipendenti; che, non avendo altro da fare, sono in ferie forzate.

Il ritratto della città, insomma, non assomiglia certo alla cartolina tutta glamour e lustrini tanto cara alla Sinistra. Per Napoli si è parlato addirittura di Rinascimento. Ma il Rinascimento ha rappresentato la massima espressione della promozione umana. Perché se ne possa ragionare, occorrono standard elevati di civiltà e di sviluppo. Napoli non esprime tale livello di valori. E' come un gigante incatenato, trattenuto da vincoli atavici. A Napoli non sussistono le minime condizioni di sviluppo per una democrazia realmente vissuta e partecipata. I traguardi raggiunti e gli sforzi profusi dal governo della città non possiedono il requisito dell'eccezionalità. Rientrano nella routinaria dinamica metropolitana di una grande città italiana.

Il Rinascimento è un'altra cosa. E' anzitutto impostazione culturale, altezza di pensiero, libertà da retaggi ideologici. E non è appannaggio di una sola parte. E' un patrimonio condiviso, da coltivare e difendere. Prescinde dal consenso a tutti i costi ma presuppone obiettivi chiari. A Napoli la gente invoca giustizia, efficienza, ordine, rispetto della legalità. Tutto questo passa per un rivolgimento profondo dell'azione politica. Passa per la cultura della meritocrazia, per una effettiva repressione dei reati, per un garantismo autentico, per la valorizzazione delle libertà e delle iniziative del "buon cittadino".

A Napoli, definita rinascimentale, il Circolo della Stampa tace mestamente da anni. Giovani generazioni di giornalisti neppure ricordano cosa ha rappresentato per la città quell'isola vitale del libero pensiero al centro della Villa Comunale. A Napoli, gli imprenditori si scoraggiano e gli investitori non osano. La città ha bisogno di voltare pagina. Con umiltà, accettando la patina grigiastra che ne offusca la figura. Non può tenere a lungo sul viso tirato un sorriso di circostanza. Una democrazia cresce e si sviluppa solo se è sorretta dalla volontà di immaginare davvero un futuro. Napoli è ancora al palo, nonostante le potenzialità da metropoli europea. Solo se si libererà degli impacci ideologici che ne rallentano i destini, potrà intravedere un orizzonte di rinascita.
(http://utenti.lycos.it/nuvolarossa44/)

Lincoln (POL)
14-01-04, 00:08
Caro Gizzi,
Come le ultime due consultazioni amministrative hanno evidenziato,gli elettori repubblicani sanno qual'è la loro casa anche se qualche "agente immobiliare"per conto terzi ,ha provato e prova tuttora pateticamente a sistemarli altrove.Naturalmente senza successo alcuno.

Giuseppe Gizzi
14-01-04, 00:23
Sinceramente non capisco a cosa ti vuoi riferire. Forse in Sicilia o Calabria i repubblicani hanno deciso di stare con la Cdl nelle scorse elezioni amministrative.In Campania NO.Forse dimentichi la figurella contratta a Nocera Inferiore dalla lista del Pri alleata della Cdl del tuo amico Santoro 23 voti per 30 candidati. E mi fermo qui. In Campania, i repubblicani quelli veri sono con Ossorio a Napoli e con Guariglia a Salerno. Lì ci sono i militanti. E lì ci saranno pure i voti alle prossime provinciali. Il tempo è galantuomo e ti dimostrerà chi ha le vere maggioranze su chi bara invece.

mcandry
14-01-04, 00:29
Originally posted by Giuseppe Gizzi
Il tempo è galantuomo...

speriamo... :rolleyes:

Lincoln (POL)
14-01-04, 00:33
Gizzi,
I Repubblicani,quelli veri,sono nel P.R.I.Mi sembra che sia tu a non avere le idee chiare in proposito.

Giuseppe Gizzi
14-01-04, 00:42
Alle tue certezze granitiche non ho da opporre nulla. Non rivoglio scrivere sempre le stesse cose, d'altronde le vicende storiche della Campania sono elencate nei treahd "Repubblicani in Campania" da 1 a 5. Ognuno ha le sue opinioni rispettabili. Io ho scritto e scrivo di vicende vissute direttamente e basta. Se tu abiti a Rieti, visto che nel tuo indirizzo c'è scritto centro italia, salutami la tua bellissima città che amo molto. Se la città non è Rieti, ti saluto ugualmente con affetto. Giuseppe Gizzi.

Lincoln (POL)
14-01-04, 01:15
Ho solo detto che l'unica "casa"dei repubblicani è il P.R.I.Anche perchè non ne vedo altre.Questa me la chiami una certezza granitica?Hai ragione.Lo è.Io coltivo laicamente il dubbio,ma qualche certezza nella vita(e in politica)bisogna pure averla.
Spero che tra le tue, non ci sia quella che si possa essere buoni repubblicani fuori o peggio ancora contro il Partito.
Ti saluto anch'io con affetto.

p.s.non era e non è mia intenzione intervenire in merito alle vicende campane sulle quali non ho sufficienti elementi di conoscenza.Le mie, erano solo puntualizzazioni di carattere generale valide, a mio avviso,dovunque in Campania ed altrove.

lucifero
18-01-04, 00:41
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gifhttp://xoomer.virgilio.it/francesco.rinaldi29/KAR_ITALIANE/Celentano/Celentano_-_Non_esiste_l'amor.mid


Originally posted by Giuseppe Gizzi
Se tu abiti a Rieti, visto che nel tuo indirizzo c'è scritto centro italia, salutami la tua bellissima città che amo molto.
Io, giuseppe, abito a Rieti. Lincoln dovrebbe essere un po' più in alto a sinistra...
Per carità (non di patria, che questa non è la mia) non entriamo in merito di quale sia il centro...
E tuttavia, spero che tu abbia occasione di ripassare qui, prima o poi. Per conoscerti, parlare e farmi mostrare la bellezza di Rieti, che mi è ancora recondita...

nuvolarossa
18-01-04, 13:49
Domani incontro provinciale

Ad Angri il centrodestra non ha ancora un candidato

ANGRI (Salerno) - E' legata alle decisioni che scaturiranno in sede provinciale, la scelta definitiva del centrodestra relativa alla candidatura a sindaco. La Casa delle Libertà cittadina, coordinata dal forzista Massimiliano Mazzola, è infatti in una fase di stallo, anche se non mancano alcuni dissensi interni in attesa di conoscere gli esiti dell'incontro che si terrà domani tra i vertici provinciali dei partiti della coalizione. A spingere verso la ricerca di una figura ''moderata'' che possa raccogliere ampi consensi in città, è l'Udc: «Siamo convinti che la scelta di un moderato possa offrire maggiori chances di successo - sostiene Lello Alfano - ma non c'è nessuno scontro nella Cdl, prevale anzi la sintonia d'intenti per centrare gli obbiettivi». Va verso la necessità di un confronto aperto sulle problematiche cittadine, la linea di Alleanza Nazionale, che ha candidato l'otorino Gianfranco D'Antonio: secondo il segretario cittadino, Giuseppe Palumbo, ci sono buone possibilità di conservare l'unità. E' invece sicuro di sé Mazzola, candidato di Forza Italia, che si dice convinto del successo della coalizione di destra sui due tronconi del centrosinistra. Intanto al candidato dei socialisti del Npsi, Giuseppe Caputo, arriva l'appoggio della neonata sezione repubblicana, guidata da Gerardo Rosato, quello di un nascente gruppo di Verdi federalisti e di due liste civiche. (http://utenti.lycos.it/nuvolarossa44/modules/news/)

nuvolarossa
01-02-04, 13:40
verso le provinciali

SALERNO - Il Partito Repubblicano fa sentire la sua voce. L’esecutivo provinciale si è riunito alla presenza del vicesegretario nazionale Italico Santoro. In una nota ufficiale, il responsapile provinciale Gaetano Lupi sollecita l’elaborazione, da parte dei partiti del centrodestra, di una piattaforma programmatica comune e la conseguente indicazione del candidato alla presidenza della Provincia. Lupi auspica inoltre che «sia avviato rapidamente un coinvolgimento di tutte quelle forze sociali che hanno a cuore le sorti della nostra provincia e che sono fortemente critiche sulla gestione operata sinora del centrosinistra» e ribadisce che i candidati alla guida delle coalizioni impegnate nel rinnovo dei consigli comunali e del consiglio provinciale dovranno essere la sintesi di questo processo aggregativo. (www.nuvolarossa.org)

Giuseppe Gizzi
03-02-04, 09:09
"Domani (3 febbraio 2004), alle 18 nella saletta rossa della Libreria Guida a Port'alba, via Port'alba 20/23 Napoli, presentazione del libro:"La Regione in salita" del repubblicano Giuseppe Ossorio. Una disamina della riforma del titolo V della Costituzione. A parlarne con l'autore il presidente dell'Ente Regione Campania, Antonio Bassolino, e il rettore dell'Università Orientale, Pasquale Ciriello.

nuvolarossa
10-02-04, 23:45
Alvignano (CE): il consigliere comunale Vincenzo Santabata aderisce al Pri

ALVIGNANO (Caserta) - Gli Amici della Consociazione di Caserta tramite il responsabile politico Carmine Bevilacqua comunicano con soddisfazione la notizia dell'iscrizione al Partito nella sezione di Alvignano, di Vincenzo Santabata. Nativo di Piedimonte Matese, risiede e svolge la propria attività di imprenditore edile ad Alvignano, dove attualmente ricopre la carica di consigliere comunale e delegato dallo stesso comune nel consiglio della comunità montana di Monte Maggiore.

nuvolarossa
12-02-04, 13:22
...

nuvolarossa
07-03-04, 14:03
Acerra, sfuma l’approvazione dello Statuto

ACERRA (Napoli) - Rinviata al prossimo Consiglio comunale la votazione sull'approvazione del nuovo statuto dell'Ente locale di Acerra. In base alle leggi vigenti, occorreva il voto di 21 consiglieri su 30 complessivi, ma in quel momento i presenti in aula erano solo 18. Per il sindaco Michelangelo Riemma «è un segno che denota la disaffezione per l'impegno politico e per i problemi della città». Nella prossima assise civica, saranno sufficienti 16 preferenze favorevoli per l'approvazione. Durante i lavori, è stato anche surrogato il consigliere Pasquale Patriciello (Ds), dimessosi per incompatibilità sopravvenuta con l'incarico di direttore sanitario dell'Asl 4. Al suo posto Ciro Piccirilli (Partito Repubblicano Italiano).

a.pet.

nuvolarossa
23-03-04, 21:27
Avellino: insediato il coordinamento provinciale

Ad Avellino si è insediato il coordinamento provinciale del Pri, dopo che la Direzione nazionale, su proposta del responsabile regionale on Italico Santoro, aveva affidato al dott. Mario Manganiello l'incarico di coordinatore provinciale del partito con il compito di guidarne il processo di ricostruzione e di rilancio, anche ai fini della futura convocazione e celebrazione del Congresso.

Del comitato provinciale di coordinamento sono stati chiamati a farne parte Andrea Ferri, Luigi Clemente, Antonio Mazzocca, Vladimiro Esposito, Patrizia Telaro, Vittorio Fierro, Gabriele Guercia, Giovanna Di Furia, Angelo Simone che rappresentano il nucleo sul quale sarà impostata l'attività politica e programmatica della futura Consociazione avellinese.

La nuova sezione, situata in Via Circumvallazione n.54, è intitolata a Ugo La Malfa e della stessa fanno già parte oltre cento iscitti di tutta la provincia.. L'inaugurazione è prevista per il 5 aprile alle ore 12 con una manifestazione alla quale, oltre alla presenza dei vertici nazionali del partito, è stata invitata la popolazione avellinese a dimostrazione del raccordo che la nuova sezione del Pri vuole stabilire con i cittadini con i quali affrontare e discutere i numerosi problemi dell'area irpina, una provincia dove i repubblicani erano tradizionalmente deboli. La ricostituzione della Consociazione irpina conferma la spinta espansiva della nuova dirigenza regionale del Pri campano, impegnato a presentare le liste con il simbolo dell'Edera nelle tre province in cui si vota e già pronto ad affrontare una campgna elettorale che si prevede particolarmente difficile.

nuvolarossa
23-03-04, 21:32
Campania: emergenza per il problema dei rifiuti urbani/La fuga del governatore Bassolino e l'occupazione della ferrovia a Villa Literno

I problemi nascono dagli errori del passato

Circa 6 milioni di abitanti immersi in 2,4 milioni di tonnellate annue di rifiuti, pari a circa 6.600 tonnellate al giorno, alle quali occorre aggiungere un altro milione di tonnellate di rifiuti speciali e di fanghi pari a 146.000 tonnellate all'anno. In Campania la densità demografica é di 426 abitanti per Kmq: meno di un quarto di ettaro pro capite. La situazione demografica si posiziona nella media tra quella dell'India (0,31 parti di ettaro) e quella del Bangladesh (0,10 parti di ettaro).

Il valore medio di produzione dei rifiuti per ogni singolo abitante della Campania è di 1,1 Kg/giorno. E il Governatore Bassolino non sapendo cosa fare, si dimette! Troppo difficile e rischioso, per la politica del supergovernatore, non solo tentare di risolvere ma anche semplicemente affrontare problemi così complessi e ad alta conflittualità sociale proprio sotto elezioni europee e provinciali (in molte province della Campania si vota lo stesso giorno).

Bassolino riceve aspre critiche dai suoi stessi compagni di partito. Il Sindaco di Salerno Mario De Biase (ds) afferma categorico: "non abbiamo interlocutori"… "è l'ora delle spiegazioni" e chiede chiarimenti su cosa sia stato fatto fino ad ora e su come siano stati spesi i soldi. I cittadini campani si chiedono perché, pur pagando regolarmente la TARSU (tassa sui rifiuti solidi urbani), le loro città debbano periodicamente diventare discariche a cielo aperto e rischiare di entrare in grave emergenza sanitaria: altro nodo al pettine del travagliato governo regionale. Ore contate per le scuole, le carceri, gli ospedali ed i mercati: le amministrazioni comunali stanno seriamente pensando di chiudere queste strutture pubbliche per evitare il diffondersi di epidemie.

L'ipotesi di Catenacci, nuovo commissario per l'emergenza rifiuti campana, sarebbe quella di provincializzare il problema: ogni provincia dovrebbe individuare un proprio sito di stoccaggio. La proposta è stata avanzata anche al Ministro Matteoli. E nel frattempo alcuni bambini di Montecorvino Pugliano (SA) hanno inviato una accalorata lettera al presidente Ciampi e "supplicato" il Papa affinché li aiuti a "non vivere tra i rifiuti".

A loro volta le associazioni dei consumatori scendono in piazza con una loro specifica rivendicazione: "risarcimento danni e rimborso della TARSU". L'Assessore Francesco Saverio D'Ambrosio minaccia: "se non cambia nulla, ripuliamo la città scaricando nel sito di stoccaggio provvisorio di Ostaglio. Mi prendo la responsabilità di violare una indicazione della ASL piuttosto che rischiare l'epidemia". E' il caos.

La Campania questa volta, però, deve reagire in maniera diversa, e può farlo. Il Partito Repubblicano Italiano ritiene che debba essere elaborato un Programma scientifico nazionale complessivo, sistemico e definitivo, sull'affair rifiuti. Un Programma che preveda il coinvolgimento delle Università, dei Centri dei ricerca, delle Associazioni culturali, dei Comuni, dei Consorzi di bacino, dei Consorzi obbligatori e delle Società miste di gestione. La proposta di ricerca avrà ad oggetto la viabilità tecnica, commerciale e sociale tesa a trasformare il "rifiuto" in "risorsa". Per la prima volta la questione rifiuti dovrebbe diventare priorità scientifica nazionale finalizzata non solo alla ricerca di soluzioni industriali e tecnologiche avanzate ma anche alla riduzione della conflittualità sociale dovuta alla totale disinformazione, e al miglioramento della qualità della vita, liberandola dall'inquinamento dei malaffari locali. La ricerca avrà anche lo scopo di definire un modello gestionale in grado di ottimizzare tutta la filiera dei rifiuti e l'intero processo di reindustrializzazione, dalla raccolta alla trasformazione e all'utilizzo, compresa l'attività di comunicazione-informazione. Il rifiuto, quale materia prima-seconda, sarà fonte di ricchezza locale e di nuova occupazione. Nasceranno piattaforme industriali ed isole ecologiche sensibili gestite da soggetti misti (Università-Associazioni-Comuni-imprese private). E' un'occasione di coinvolgimento e di partnership che ben si adatta alla nostra idea. La Segreteria Nazionale ha messo a disposizione un ufficio per la raccolta delle adesioni di tutti i Soggetti interessati al programma. Ci auguriamo che le Comunità scientifiche e locali della Campania siano le prime a dare il loro contributo e la loro adesione a tale proposta.

Bruno Frizzato

nuvolarossa
24-03-04, 20:45
Campania: emergenza per il problema dei rifiuti urbani/La fuga del governatore Bassolino e l'occupazione della ferrovia a Villa Literno

I problemi nascono dagli errori del passato

Circa 6 milioni di abitanti immersi in 2,4 milioni di tonnellate annue di rifiuti, pari a circa 6.600 tonnellate al giorno, alle quali occorre aggiungere un altro milione di tonnellate di rifiuti speciali e di fanghi pari a 146.000 tonnellate all'anno. In Campania la densità demografica é di 426 abitanti per Kmq: meno di un quarto di ettaro pro capite. La situazione demografica si posiziona nella media tra quella dell'India (0,31 parti di ettaro) e quella del Bangladesh (0,10 parti di ettaro).

Il valore medio di produzione dei rifiuti per ogni singolo abitante della Campania è di 1,1 Kg/giorno. E il Governatore Bassolino non sapendo cosa fare, si dimette! Troppo difficile e rischioso, per la politica del supergovernatore, non solo tentare di risolvere ma anche semplicemente affrontare problemi così complessi e ad alta conflittualità sociale proprio sotto elezioni europee e provinciali (in molte province della Campania si vota lo stesso giorno).

Bassolino riceve aspre critiche dai suoi stessi compagni di partito. Il Sindaco di Salerno Mario De Biase (ds) afferma categorico: "non abbiamo interlocutori"… "è l'ora delle spiegazioni" e chiede chiarimenti su cosa sia stato fatto fino ad ora e su come siano stati spesi i soldi. I cittadini campani si chiedono perché, pur pagando regolarmente la TARSU (tassa sui rifiuti solidi urbani), le loro città debbano periodicamente diventare discariche a cielo aperto e rischiare di entrare in grave emergenza sanitaria: altro nodo al pettine del travagliato governo regionale. Ore contate per le scuole, le carceri, gli ospedali ed i mercati: le amministrazioni comunali stanno seriamente pensando di chiudere queste strutture pubbliche per evitare il diffondersi di epidemie.

L'ipotesi di Catenacci, nuovo commissario per l'emergenza rifiuti campana, sarebbe quella di provincializzare il problema: ogni provincia dovrebbe individuare un proprio sito di stoccaggio. La proposta è stata avanzata anche al Ministro Matteoli. E nel frattempo alcuni bambini di Montecorvino Pugliano (SA) hanno inviato una accalorata lettera al presidente Ciampi e "supplicato" il Papa affinché li aiuti a "non vivere tra i rifiuti".

A loro volta le associazioni dei consumatori scendono in piazza con una loro specifica rivendicazione: "risarcimento danni e rimborso della TARSU". L'Assessore Francesco Saverio D'Ambrosio minaccia: "se non cambia nulla, ripuliamo la città scaricando nel sito di stoccaggio provvisorio di Ostaglio. Mi prendo la responsabilità di violare una indicazione della ASL piuttosto che rischiare l'epidemia". E' il caos.

La Campania questa volta, però, deve reagire in maniera diversa, e può farlo. Il Partito Repubblicano Italiano ritiene che debba essere elaborato un Programma scientifico nazionale complessivo, sistemico e definitivo, sull'affair rifiuti. Un Programma che preveda il coinvolgimento delle Università, dei Centri dei ricerca, delle Associazioni culturali, dei Comuni, dei Consorzi di bacino, dei Consorzi obbligatori e delle Società miste di gestione. La proposta di ricerca avrà ad oggetto la viabilità tecnica, commerciale e sociale tesa a trasformare il "rifiuto" in "risorsa". Per la prima volta la questione rifiuti dovrebbe diventare priorità scientifica nazionale finalizzata non solo alla ricerca di soluzioni industriali e tecnologiche avanzate ma anche alla riduzione della conflittualità sociale dovuta alla totale disinformazione, e al miglioramento della qualità della vita, liberandola dall'inquinamento dei malaffari locali. La ricerca avrà anche lo scopo di definire un modello gestionale in grado di ottimizzare tutta la filiera dei rifiuti e l'intero processo di reindustrializzazione, dalla raccolta alla trasformazione e all'utilizzo, compresa l'attività di comunicazione-informazione. Il rifiuto, quale materia prima-seconda, sarà fonte di ricchezza locale e di nuova occupazione. Nasceranno piattaforme industriali ed isole ecologiche sensibili gestite da soggetti misti (Università-Associazioni-Comuni-imprese private). E' un'occasione di coinvolgimento e di partnership che ben si adatta alla nostra idea. La Segreteria Nazionale ha messo a disposizione un ufficio per la raccolta delle adesioni di tutti i Soggetti interessati al programma. Ci auguriamo che le Comunità scientifiche e locali della Campania siano le prime a dare il loro contributo e la loro adesione a tale proposta.

Bruno Frizzato

nuvolarossa
31-03-04, 23:31
Avellino: 2 consiglieri comunali aderiscono al Pri

AVELLINO - Il coordinatore provinciale del partito Repubblicano di Avellino dottor Mario Manganiello, da tempo impegnato nella ricostruzione delle strutture operative periferiche del partito nella provincia Irpina, annuncia con soddisfazione i primi risultati eclatanti, che arrivano dopo l' insediamento nel capoluogo attraverso la costituzione della Consociazione Irpina, che gli amici hanno deciso di intitolare ad Ugo La Malfa. Manganiello comunica con grande piacere la notizia dell'iscrizione al Partito Repubblicano Italiano di Luigi Clemente, nativo di Cervinara (Av) dove è pure residente ed attualmente ricopre la carica di consigliere. Una analoga situazione si è felicemente concretizzata nel comune di Moschiano, ove ad aderire al Partito è il consigliere in carica Giancarlo Mazzocca. E' di tutti l'auspicio che gli ottimi risultati sin qui ottenuti costituiscano dei presupposti concreti e incoraggianti per la preparazione delle liste in vista degli appuntamenti del 12-13 giugno, che vedono in particolare interessato il comune capoluogo e il rinnovo del consiglio provinciale di Avellino. Tutto ciò nella speranza di avviare un cammino di avvicinamento a quelli che nella provincia Irpina furono i "fasti del passato", che consegnarono alla storia del Partito illustri personalità chiamate a ricoprire importanti incarichi, fino alla espressione di parlamentari nel collegio negli anni più recenti.

nuvolarossa
01-04-04, 11:01
CAVA DEI TIRRENI (Salerno) - Per le imminenti elezioni prov.li di Salerno e' ufficiale la candidatura di Gaetano Lupi con il Partito Repubblicano Italiano (Collegio di Cava 1)

http://www.nuvolarossa.org

nuvolarossa
02-04-04, 20:24
Nucara e Santoro ad Avellino e Napoli

Lunedì prossimo (5 aprile) il segretario Francesco Nucara e il vicesegretario Italico Santoro inaugureranno le nuove sedi di Napoli ed Avellino. Nel corso della visita verrà confermata la presentazione delle liste del Pri alle prossime provinciali in alleanza con la CdL.

nuvolarossa
03-04-04, 14:57
Partito Repubblicano, insediato il comitato di coordinamento

AVELLINO - Si è insediato il coordinamento provinciale del Pri. Al dottor Mario Manganiello l’incarico di coordinatore provinciale del Partito Repubblicano Italiano. Del comitato provinciale di coordinamento fanno parte Andrea Ferri, Luigi Clemente, Antonio Mazzocca, Vladimiro Esposito, Patrizia Telaro, Vittorio Fierro, Gabriele Guercia, Giovanna Di Furia, Angelo Simone. Tutti rappresentano il nucleo della futura consociazione avellinese. Il partito sarà presente alle prossime elezioni.

nuvolarossa
06-04-04, 12:45
Campania

PRI - Inaugurata a Napoli la nuova sede alla presenza del Sottosegretario

Nucara: Lavoro e ambiente per la rinascita della Regione

di Daniela Bernard

Si è inaugurata ieri la nuova sede napoletana del Partito Repubblicano Italiano. Presenti per annunciare le linee programmatiche del partito, ribadendo l’alleanza con la Casa delle libertà, il segretario nazionale Francesco Nucara, il vicesegretario del partito per la Campania, Italico Santoro, il coordinatore provinciale Bruno Frizzato e quello cittadino Armando Pannone. “La forza delle idee — spiega Nucara — sta nella capacità di avere una forte programmazione, parola inventata da La Malfa, a fronte dello sfacelo dell’amministrazione, soprattutto nel settore del lavoro”.

E per quanto riguarda la scuola, qual è la posizione del Partito Repubblicano?

“Sicuramente noi ci discostiamo molto dalla riforma Moratti, nonché dai suoi predecessori come Berlinguer. Crediamo fortemente nella scuola pubblica e in uno Stato che curi e guidi la formazione culturale dei futuri cittadini”.

Come sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, Nucara affronta anche il problema “emergenza rifiuti” che in Campania desta una forte preoccupazione.

“Al centro Nord e al Nord c’è sicuramente un rispetto maggiore per l’ambiente; c’è la cultura del riciclaggio e della raccolta differenziata dei rifiuti. Nel Sud, questa consapevolezza è ancora debole, c’è ancora ignoranza, ma credo che, pian piano, il messaggio venga recepito. D’altronde se non si comprende questo, sarà difficile crescere, visto che la vocazione della Campania e di tutto il nostro Mezzogiorno, è il turismo e l’agricoltura: attività che richiedono un rispetto e una salvaguardia altissima dell’ambiente e della natura che di questo tipo di economia sono le fonti primarie.
Anche da questo punto di vista, Napoli e la sua periferia si trovano in un degrado terribile che deve far riflettere su cosa non è stato fatto o si è smesso di fare”. Dello stesso parere Santoro. “Siamo partiti dal Rinascimento napoletano e siamo finiti tra i rifiuti. Le amministrazioni di centro-sinistra hanno riportato Napoli a un degrado peggiore di dieci anni fa. In Campania abbiamo una disoccupazione che ha raggiunto il 20 per cento. Non si è mai visto una Napoli così violenta e povera come in questo periodo. Le risorse vanno finalizzate a obiettivi concreti e bisogna che qualcuno si prenda le responsabilità di ciò che è stato o non è stato fatto”.

Giuseppe Gizzi
09-04-04, 17:32
Agenzia Asca del 3 aprile 2004:" OSSORIO (I REPUBBLICANI), CONQUISTEREMO EREDITA' DI UGO LA MALFA

Napoli, 3 aprile- Un cerchio su fondo bianco, la scritta al centro in maiuscoletto "repubblicani", sopra la cartina dell'Italia con i colori nazionali, in basso un ramo con foglie d'edera. E' il nuovo simbolo del Movimento dei "Repubblicani democratici", decisamente schierato nel centrosinistra, convinto sostenitore del progetto politico per il Nuovo Ulivo di Romano Prodi, parte integrante della lista unitaria per le europee. I repubblicani di sinistra sono guidati in Campania dal consigliere regionale e presidente della Commissione Cultura Giuseppe Ossorio, convinto che la tradizione di La Malfa "non si eredità ma si conquista sul campo", dentro il centrosinistra. Oggi il Movimento ha presentatto ufficialmente il suo simbolo e le proposte programmatiche nel corso di un'assemblea all'Hotel Terminus , che ha richiamato decine e decine di vecchi militanti dell'Edera. "La cultura repubblicana non può che stare nel centrosinistra -ha spiegato Ossorio-. Tradizionalmente i repubblicani sono sorti come movimento progressista, per il riscatto sociale. Oggi queste parole sembrano fuori uso. Invece, mai come in questo momento, c'è bisogno di quante più forze politiche , organizzate, che spingano nuovamente tutte le classe disagiate a vedere orizzonti migliori. Per questo una vera cultura repubblicana che affonda le radici nel passato serve al centrosinistra".

la_pergola2000
12-04-04, 00:11
oOssorio che finalmente si è espresso.
Mi sembra anche il simbolo si apparso anche nel passato prima di Bari o mi sbaglio?
Accorato il suo appello all'eredità di ugo la malfa speriamo che non si lasci intruppare come ha fatto la sbarbati a pesaro in una assemblea diessina dove si vantava di portare la tradizione repubblicana all'interno dei ds.
Noi siamo solo alleati della cdl e non portiamo niente di esperienza repubblicana a Forza italia o ad An.
Mi dispiace per i repubblicani che voteranno il triciclo per le europee non potranno votare per il partito della ragione e il partito della bellezza.
Fraterni saluti ad Ossorio e speriamo che i voti che porta ai ds non siano solo supini, il che mi lascia dubbioso.

perchè Ossorio non si è alleato con riscossa o con la Sbarbati al congresso di bari?
Che personaggio è ossorio?

trifoglio
12-04-04, 11:31
Non farti troppe domande Pergola, è meglio.

mcandry
13-04-04, 22:27
caro giuseppe, sono or ora di ritorno da vico equense ed ho visto in giro il simbolo, anche a napoli, eppure ancora una volta non capisco, siete nell'mre oppure no? e se non lo siete perchè cpn prodi? e poi ancora, ma perchè non nella minoranza? mah...

barney (POL)
17-04-04, 13:05
L'AMICO GAMBI DI RAVENNA E' STATO OGGETTO DI UN INQUALIFICABILE ATTACCO PERSONALE SULLA VOCE E SUL SITO UFFICIALE DEL PARTITO.

L'articolo, le risposte, gli attestati di solidarietà di dissenso come di consenso, sono postati nel 3D repubblicani Emilia Romagna.

Non vi rubo ulteriore spazio ma ritengo di segnalare la cosa confidando in precise affermazioni, non mi interessa il segno o il contenuto, degli amici repubblicani che da anni conoscono Gambi come repubblicano e come uomo.

Ritengo che al di là di maggioranza o minoranza sarebbe molto bello che i repubblicani tutti facessero capire che c'è voglia di discutere, di confrontarsi non di offendere, o delegittimare, persone e realtà estremamente utili, e particolarmente in questa dificile campagna, alla crescita complessiva del partito.

Vi ringrazio per l'ospitalità

Barney

FRANCO (POL)
22-04-04, 14:37
a Napoli il Pri presenterà la propria lista alle elezioni amministrative? ho visto che è sparito anche il sito internet!!

nuvolarossa
06-05-04, 19:14
Napoli/Cultura: Pri, critiche a Regione su politica promozione

Il direttivo provinciale di Napoli del Pri - Partito repubblicano italiano - si e' riunito per esaminare ''la situazione di disagio del mondo culturale napoletano e campano'', al centro anche delle ultime prese di posizione del fondatore dell'Istituto italiano per gli studi filosofici, Gerardo Marotta. Bruno Frizzato, coordinatore provinciale del Pri, ha espresso un giudizio negativo ''su tutta la politica di promozione culturale della Regione Campania, che finisce per strozzare la liberta' di pensiero, che, invece, nel solco della tradizione delle alte scuole di cultura di Napoli e nello spirito del Risorgimento nazionale, puo' generare un rinnovato umanesimo''. Massimo Scalfati, consigliere nazionale del Pri, ha analizzato i contenuti della legge regionale numero 7 del 2003, indicandone ''la natura autoritaria e coartatrice della liberta' di pensiero''. Scalfati ha affermato che la legge ''non tiene conto dell'associazionismo culturale 'diffuso' e delle proposte liberamente formulate dagli operatori culturali, ma muove da una logica politica del tutto opposta giacche' prevede un piano regionale della promozione culturale''. Armando Pannone, responsabile-informazione del coordinamento del Pri, ritiene che la Legge 7 dia ''un'altra dimostrazione della politica del centro- sinistra di imbavagliamento delle manifestazioni del pensiero gia' registratasi quando fu chiuso il Circolo della stampa da parte del Comune''.

Napoli, 6 maggio 2004 (ANSA)
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/PENNYLANE.mid

Giuseppe Gizzi
07-05-04, 22:37
Una precisazione per Franco.

A Napoli non è uscito dal Pri solo Ossorio, ma almeno il 95% dei repubblicani che avevano mantenuta alta la bandiera del Pri negli anni bui. Questo non per polemica ma per la verità oggettiva dei fatti. Ciao

mcandry
07-05-04, 22:46
questo però è razzismo amico gizzi...

a franco hai risposto, a me no... :)

nuvolarossa
09-05-04, 15:49
Il Pri si affida alla Telaro

AVELLINO - Il Partito Repubblicano Italiano, Coordinamento provinciale di Avellino, parteciperà alle elezioni amministrative del Comune di Avellino con un suo candidato nella lista civica «azzurri per Avellino», collegata al candidato Sindaco Amato Barile. La scelta del partito è caduta su Patrizia Telaro, figlia dell’ex esponente di rilievo della Dc irpina, nota professionista irpina nonchè vice presidente del Comitato per l'imprenditoria femminile di Avellino. La Telaro è anche molto conosciuta negli ambienti sportivi cittadini, avendo militato per molti anni della gloriosa Carisparmio in serie A.

mcandry
10-05-04, 01:15
insomma, proprio una repubblicana doc... :rolleyes:

nuvolarossa
12-05-04, 15:30
Pompei, Vittorio Sgarbi si candida a sindaco

POMPEI - Vittorio Sgarbi scioglie la riserva e si candida a sindaco di Pompei. A sostenerlo sarà un gruppo di liste a cui aderiscono il Partito Repubblicano Liberal Sgarbi il Partito della Bellezza e la civica ”Costituente per Pompei”. «Dovevo scegliere - racconta Sgarbi - tra Firenze, Monreale e Pompei. La scelta più logica è stata Pompei, vista l’importanza culturale e storica che riveste nel mondo». Il critico d’arte, che sarà in città fra il 20 e il 22, ha le idee chiare. Parla del progetto di una Pompei 2, parallela a quella archeologica, simile a un gigantesco set. Pensa a «una fondazione mista» fra pubblico e privato, a cui potrebbero partecipare anche «il Comune e gli stessi custodi», in modo da reperire altri fondi e garantire maggiore efficienza alla gestione.

Giuseppe Gizzi
16-05-04, 18:20
Sono state presentate le liste per le elezioni provinciali a Salerno e Napoli.

Come volevasi dimostrare, aldilà degli spavaldi proclami di Santoro, la realtà è stata ed è ben diversa. A Salerno, il Mre- che sostengo- ha presentato una lista veramente innovativa con ampio contributo della società civile, anche se non mancano storici personaggi dell'Edera salernitana come Giovanni Cennamo, Gaetano Petti, Giuseppe Luordo e il mio amico personale Donato Cavallo, che ha accettato il mio pressante invito a candidarsi nel collegio di mia pertinenza, che è quello n° 8 di Buccino. Il Pri, dal canto suo presenta anch'esso dei nomi storici come il consigliere provinciale uscente Costabile Maurano e Vito Marano, ma deve ricorrere a ben 5 doppie candidature per coprire la totalità dei 36 collegi provinciali. A Napoli, l'amico Ossorio ha presentato una lista anche qui con nomi storici dell'Edera napoletana come Maione, Scialdone, Alfano e Donato Iaccarino collegata al centro -sinistra. E il Pri? Leggo dal "Mattino" che non è riuscito a presentare la lista. (Peraltro anche a Frosinone c'è una lista Mre e non una del Pri). Proprio un bel esordio per il responsabile regionale Santoro. Meditate gente..., meditate, su dove siano i veri repubblicani in Campania, e ora mi pare anche in altre realtà....

mcandry
16-05-04, 19:00
ma io questo lo sapevo già, è proprio per questo che non capisco perchè uscire dal pri... anche in romagna si sta col centro sinistra eppure si è dentro... santoro si sarebbe potuto battere... ne sono sempre più sicuro...

barney (POL)
16-05-04, 19:15
Originally posted by mcandry
... santoro si sarebbe potuto battere...

Santoro complemento oggetto?!

Giuseppe Gizzi
16-05-04, 21:24
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gifhttp://xoomer.virgilio.it/francesco.rinaldi29/KAR_ITALIANE/Celentano/Celentano_-_Non_esiste_l'amor.mid

Mi dispiace caro Mc, ma non si sarebbe potuto vincere contro Santoro, semplicemente perchè non sarebbe stata una competizione leale. Infatti, tornando al 2001, ci saremmo trovati come a Bari, ove nacque e spuntò dal nulla una sezione napoletana "fantasma" con oltre 100 iscritti, guidata da Ruspantini, che diede alla maggioranza oltre 300 voti congressuali. Il giochino si sarebbe potuto tranquillamente ripetere in un Congresso regionale e nei congressi provinciali. Il paragone con la Romagna non è dunque calzante proprio perchè, da noi a differenza che in Romagna che assomma credo a 5000 iscritti, anche nei tempi migliori, dal 94 ad oggi abbiamo avuto al massimo 1000 iscritti. Risultato: i "giochini" alla Ruspantini con l'avallo dei vertici nazionali, di cui Santoro è uno dei massimi responsabili, che dicono: o centrodestra o morte, si sarebbero ripetuti sicuramente. E ti ricordo pure che anche quando Ossorio era ancora nel Partito, non gli fu consentito di presentare l'Edera con il csn alle ultime elezioni comunali di Napoli. Dunque: impossibilità di battere Santoro e chi vuole il Pri a destra. Ciao

barney (POL)
16-05-04, 21:47
Originally posted by Giuseppe Gizzi
... Dunque: impossibilità di battere Santoro e chi vuole il Pri a destra...
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/Barney/santoro.thumb.jpg
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/BELLASTRONZA.mid

trifoglio
17-05-04, 00:16
Originally posted by Giuseppe Gizzi
Una precisazione per Franco.

A Napoli non è uscito dal Pri solo Ossorio, ma almeno il 95% dei repubblicani che avevano mantenuta alta la bandiera del Pri negli anni bui. Questo non per polemica ma per la verità oggettiva dei fatti. Ciao

E pensare che al congresso di Roma Giorgio La Malfa dichiarò che Ossorio meritava la vice-segreteria e non la vecchia Signora, non aveva capito che erano personaggi della stessa pasta.
A proposito che fine a fatto Ruspantini?

mcandry
17-05-04, 00:36
Originally posted by Giuseppe Gizzi
Dunque: impossibilità di battere Santoro e chi vuole il Pri a destra. Ciao

amico mio, su questo punto non c'è proprio nulla da fare, non la pensiamo per niente nello stesso modo...

barney (POL)
17-05-04, 09:32
ALLORA LA PENSI COME ME: SI PUO' BATTERE'

Originally posted by barney
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/Barney/santoro.thumb.jpg

Giuseppe Gizzi
17-05-04, 10:49
Caro Trifoglio, la proposta della vicesegreteria nasceva dal fatto che Ossorio aveva salvato il partito in Campania, quando Santoro ed altri cercavano di distruggerlo. E poi anche per i bei risultati elettorali che il Pri in Campania, sotto la gestione Ossorio aveva ottenuto. A Napoli e provincia c'è, ribadisco, solo un 5% di repubblicani che pensa che il Pri debba stare a destra anche a livello politico per sopravvivere. Questi i fatti. Ciao

Giuseppe Gizzi
17-05-04, 10:50
A Napoli e provincia c'è, ribadisco, solo un 5% di repubblicani che pensa che il Pri debba stare a destra anche a livello politico

Mi correggo: volevo dire a livello locale.

Lincoln (POL)
17-05-04, 17:10
Come ho già avuto modo di dirti,i veri repubblicani stanno e continueranno a stare nel PRI che è e continuerà ad essere, l'unica casa politica dei repubblicaniIn Campania ed altrove.Tu(e me ne dispiace per te)da questa casa ne sei fuori.Questi sono i fatti ,quelli veri però.........D'altro canto,non ci hai appena detto che stai nell'MRE?Bene,è una scelta legittima,tanti auguri e buon viaggio...........verso i DS!:p ;)

Giuseppe Gizzi
17-05-04, 18:06
Caro lincoln, ognuno ha le sue certezze, io quando parlo della Campania, parlo di dati oggettivi, il resto non mi tange.

Lincoln (POL)
17-05-04, 19:50
Hai ragione.
Non mi tange nemmeno a me infatti sapere cosa fanno o dicono gli EX repubblicani usciti dal Partito.

nuvolarossa
25-05-04, 19:12
POMPEI

SUSY MALAFRONTE

POMPEI - Una campagna elettorale senza big in appoggio. I cinque candidati alla carica di primo cittadino del Comune sciolto per camorra, più che sulla passerella, puntano sul programma elettorale. Tutti, però, sperano sulla presenza di volti noti della politica nazionale al rush finale della competizione.
«Risanare le finanze delle casse del Comune», è il cavallo di battaglia di Salvatore Alfano, candidato a sindaco di Rifondazione Comunista, Dc, Democratici riformisti Pompei, Popolari per Pompei, Verdi e Federazione Democratica.
E poi, opere pubbliche, riassetto della rete viaria e del sistema fognario, costruzione di strutture sportive e scolastiche, decentramento degli uffici comunali nelle periferie.
Scuola, sport, anziani, ambiente e viabilità gli argomenti di punta di Claudio D'Alessio, candidato dei Ds, Margherita, Sdi, Democrazia Federalista Campania, Udc, Rinnovamento e Udeur.
Pulizia del fiume Sarno, sviluppo delle strutture alberghiere, ridisegnazione del territorio, compatibilmente con l'impatto ambientale, sezione distaccata del tribunale e facoltà universitaria è, invece, il programma elettorale di Forza Italia, An e Nuovo Psi, a sostegno di Arturo Sorrentino. Per la lista Di Pietro-Occhetto, rappresentata dal candidato sindaco Luisa Vitiello l'emergenza scuola è la priorità da affrontare. L'eclettico onorevole Vittorio Sgarbi, candidato del Pri Liberal Sgarbi, fino a oggi l'unica star del panorama politico nazionale ad aver stretto le mani ai pompeiani, ha scelto di candidarsi a sindaco di Pompei per aiutare la città nuova a integrarsi con quella antica. «Dovrà essere il Comune - ha detto l'onorevole - a gestire il patrimonio archeologico». Nei comizi e dibattiti pubblici della Margherita, dei Verdi, di Forza Italia, di Rifondazione Comunista, di An, dei Ds, del partito Di-Pietro-Occhetto, che in questi giorni affollano le piazze e le sale convegni della città, sono assenti i referenti politici nazionali.

Giuseppe Gizzi
26-05-04, 13:05
LA PRESENTAZIONE DEI REPUBBLICANI EUROPEI
«Nella coalizione per semplificare»

Una lista che scommette molto sui giovani, impegnata a ottenere un risultato paragonabile a quello delle passate elezioni provinciali quando riuscì a conquistare un seggio a palazzo Sant’Agostino e un rappresentante nella giunta Andria. Quell’Alberto Esposito che ieri sedeva al tavolo della presidenza insieme ai dirigenti di partito Nicola Scarsi e Antonio Guariglia nella manifestazione indetta per la presentazione della lista dei Repubblicani Europei per le prossime elezioni provinciali. All’iniziativa è intervenuto anche il candidato alle elezioni europee Cangiamila che ha illustrato il senso dell’impegno dei repubblicani per la costruzione dell’unità politica dell’Europa. Scarsi ha invece affrontato il tema delle elezioni provinciali, a cominciare da una rivendicazione forte della scelta di costruire il centrosinistra rimanendo ancorati al quadro di riferimento dei partiti nazionali.
«Dobbiamo dare atto ai Ds di aver operato scelte che semplificano il quadro politico - ha detto Scarsi - Ma anche noi ci siamo battuti per ripetere nella nostra provincia lo schema di alleanza esistente sul piano nazionale».
All’iniziativa ha partecipato anche il candidato alla presidenza della Provincia. «Siamo stati in grado di operare una eccezionale sintesi - ha detto Angelo Villani - sia sul piano politico che programmatico. Pur partendo da una obiettiva diversità, siamo arrivati a un punto di convergenza. Questa capacità ci distingue dal centrodestra, che si presenta agli elettori diviso».
«Mentre gli altri parlano di ballottaggio come obiettivo da raggiungere - ha concluso il candidato presidente - noi possiamo porci l’obiettivo di vincere al primo turno».
f.m.

nuvolarossa
02-06-04, 18:07
ANIELLO NATALE (PRI - LISTA SGARBI)

Le elezioni? Una partita a bridge

CASERTA - Scapolo, con tre lauree (scienze economiche aziendali, scienze politiche con indirizzo in diritto internazionale e strategia globale), il colonnello dell’esercito Aniello Natale si è candidato nella lista del Pri liberal-Sgarbi. E con un un unico fine: quello di vincere. Oltre tutto, Natale si vanta di essere l’unico candidato casertano-doc in campo per queste europee.
Ma da militare, quali sono stati i motivi che l’hanno indotta a scegliere la politica?
«Mi sono candidato perchè credo che i problemi sia della nostra provincia che quelli dell’intero Mezzogiorno, possano essere risolti in sede europea. Infatti, i cittadini non sanno quale bacino di opportunità ha in serbo la Comunità Europea. E quindi far conoscere le metodologie di approccio ai fondi europei. Per i cittadini potranno essere di grande ausilio. Il mio partito, il Pri, ha in sé una grande coerenza essendo il partito più antico e l’unico rimasto in piedi dal 1995. Ha 109 anni di storia.»
Si è proposto lei o è stato contatato per la candidatura?
«Sono stato contattato direttamente dal presidente nazionale del Pri Giorgio La Malfa che conosco da tempo».
Come è andata finora la sua campagna elettorale, ha avuto molti incontri con gli elettori?
«Ho avuto moltissimi incontri soprattutto nella provincia di Caserta. Ma sono stato anche in altre regioni come l’Abruzzo, la Puglia e la Basilicata».
Lei è nuovo a questo tipo di approccio. Cosa ha ricavato dall’incontro con la gente?
«Ho conosciuto tantissime persone che mi hanno attentamente ascoltato e sono sicuro che più di qualche frutto lo coglierò. Ma ciò che mi ha particolarmente appagato è l’arricchimento umano che ne è scaturito».
Qualche aneddoto curioso?
«In verità sono in tanti a chiedermi perchè mi sia candidato in contrapposizione ad un parterre così ricco di vip, quali Zinzi e Ventre: ma questi restano amici».
Realmente cosa si attende dalle urne?
«Sono stato presidente del circolo bridge club Caserta, per cui sono abituato alle grandi sfide. Sono sicuro di vincere».
Ma se non sarà eletto, il suo partito le riserverà qualche attenzione particolare?
«Non vado per il sottobanco politico. La mia sarà un’attività continua rivolta soprattutto alle problematiche dell’ambiente così degradato. E soprattutto anche per rispondere agli scopi che si prefigge Astrambiente, una delle poche associazioni riconosciute dal ministero dell’ambiente e per la difesa del territorio, di cui sono coordinatore».

g. d. s.

jhonalpha
17-06-04, 09:11
Nelle ultime elezioni provinciali, "I Relubblicani" napoletani, nel centro-sinistra, guidati da Giuseppe Ossorio, hanno raccolto oltre 30.000 voti (2,1%) conservando il seggio in Consiglio provinciale. A Cicciano, tradizionale roccaforte repubblicana, è stato addirittura raggiunto il 28%. Spero che faccia piacere a tutti i veri repubblicani e che sia di esempio per tutte le province e i comuni d'Italia...
Giovanni Alfano - Cicciano - NA

nuvolarossa
17-06-04, 09:44
jhonalpha i voti napoletani sono serviti solo a rafforzare il potere della realta' locale (con Ossorio in testa) ... e nel contempo hanno contribuito a disgregare la forza Repubblicana Nazionale che, nelle elezioni or ora concluse, ha raccolto oltre 270.000 voti (duecentosettantamila) ... questi Repubblicani, secondo te, sono figli di nessuno ? ... certamente non sono parenti di Ossorio.
Tu vorresti far passare il concetto che la linea politica da seguire sia quella di distruggere il P.R.I. ? quello cui ha contribuito anche Ossorio da due anni a questa parte ? Certo, potete essere fieri di aver mantenuto un Consigliere Provinciale ...e di aver perso un Deputato a Strasburgo !

Questo e' il classico esempio di chi si taglia i cogliomberi per far dispetto alla moglie !

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jhonalpha
17-06-04, 14:48
Caro "nuvola rossa", (ma cosa ti trattiene a presentarti?) è vero l'esatto contrario: l'obiettivo è far vivere i repubblicani ed il repubblicanesimo. Ma per fare questo non è sufficiente fare richiamo ai valori del PRI prescindendo dalle collocazioni e dalle alleanze (a proposito... quali sono le vere cause che hanno condotto il PRI verso l'alleanza con Berlusconi, Bossi, Fini e, ultimamente, anche Sgarbi?). A Napoli, ti assicuro, non è assolutamente il potere (che spesso non c'è!) ad animare chi, imperterrito e con orgoglio, non ne vuole sapere di spegnere la luce repubblicana. E, se hai argomentazioni, cerca di farmi capire cosa è Il PRI a destra se non un'anomalia antistorica e ... priva di qualsiasi sottofondo ideologico?
Giovanni Alfano - Cicciano - NA

nuvolarossa
17-06-04, 15:27
jhonalpha ... il P.R.I. non e' di destra e neppure e' a destra .. il PRI e' un partito storicamente democratico e di sinistra ... progressista non-marxista .... che ha governato 50 anni con la Democrazia Cristiana ed oggi alleato con forze di centro e di destra ... visto che le altre forze che si definiscono di centro-sinistra sono inaffidabili per la guida e la conduzione del Paese ... basterebbe solo guardare la posizione assunta sul problema dell'Iraq e sul fatto che certa sinistra (leggi Ds) pensavano solo a distruggerci invece che mettersi al tavolo con noi per buttare giu' programmi per il Governo del Paese ... programmi che ancora oggi non escono dalla penna di nessuno di questi pseudo-riformisti.
Certo che se fossimo in Inghilterra, con una vera sinistra riformista come quella di Blair, saremmo alleati con questa sinistra ... ma con quella italiana, demagoga e populista .... proprio non ci va di spartire l'ignominia di fare comunella con questi girotondisti nullafacenti.

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jhonalpha
17-06-04, 18:30
Perchè a destra è tanto diverso?
giovanni alfano

barney (POL)
17-06-04, 18:53
Originally posted by jhonalpha
Perchè a destra è tanto diverso?
giovanni alfano

Si: sono pure birichini.

nuvolarossa
17-06-04, 18:54
jhonalpha e barney .. ottima domanda ... e vi rispondo che avete ragione ... abbiamo avuto molti (troppi) segnali che anche in questa coalizione di cdx non si sia andati a finire troppo bene, rispetto alle promesse ed alle aspettative iniziali ... anche su questo versante politico c'e tanta demagogia e tanto chiacchiericcio al posto della volonta' di fare ... ed al termine dell'accordo che il P.R.I. ha fatto con il cdx .. e' ovvio che ne trarra' le sue conclusioni ... cosi' come fece con il csx ... pero' ci sono ancora due anni davanti per vedere se riusciamo ad imporre, almeno a questi alleati, un minimo di politica riformista e soluzioni economiche valide ... noi ci speriamo ... il tempo ancora c'e ... e se poi tutto dovesse andare buca ... ricordati, i Repubblicani non hanno mai sposato nessuno e sapranno trovare una soluzione "geniale" per non scomparire e per rimanere nell'agone politico in modo autonomo e caratteristico ... senza essersi venduti ad ex-comunisti ... a popolari ex-democristiani o ad ex-socialisti di passaggio !

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jhonalpha
18-06-04, 10:32
Esattamente come abbiamo fatto noi a Napoli, con Ossorio, con la nostra dignità politica e con la nostra ostinazione a rimanere repubblicani! Ci sarebbe bastato un minimo di tutela dell'autonomia locale (peraltro assicurata al Congresso di Bari)...
E' stato molto triste vederci negare il simbolo solo per imposizioni "superiori" ed "esterne" al partito...
Giovanni Alfano - Cicciano - Na

nuvolarossa
18-06-04, 11:17
jhonalpha ... l'autonomia locale e' stata garantita a tutti ... basta guardare le varie alleanze del P.R.I. per le elezioni ... in giro per l'Italia ... ma forse Ossorio si e' "dimenticato" di dirvelo che c'era questa autonomia delle realta' locali.
C'e' da chiederlo a lui come mai vi ha tenuto all'oscuro ....

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jhonalpha
18-06-04, 16:11
Per quanto mi risulti, il simbolo ci era stato esplicitamente negato in occasione delle elezioni comunali di Napoli città dove, data la visibilità, sembra che ci fosse stata una specifica sollecitazione dell'on. Presidente Berlusconi alla quale "non si poteva dire di no". Si fosse trattato di una città meno rilevante....
Converrai che, anche in questi termini, la sovranità dell'autonomia locale ne esce alquanto limitata... e, data la relazione e la concomitanza di elezioni tra Napoli città e provincia, la cosa non poteva non essere tenuta nella dovuta considerazione.
Giovanni Alfano - Cicciano - NA

nuvolarossa
18-06-04, 19:34
... ma questo e' quanto ti e' stato detto ... o hai partecipato direttamente alle trattative ?
Bada ragazzo, che il cavallo lo si porta in giro anche solo con un paio di carrube !

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jhonalpha
20-06-04, 16:41
Originally posted by nuvolarossa
... ma questo e' quanto ti e' stato detto ... o hai partecipato direttamente alle trattative ?
Bada ragazzo, che il cavallo lo si porta in giro anche solo con un paio di carrube !

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Attenzione! Il tono sta scadendo. Credo che non porti da nessuna parte (né ho alcun interesse) controbattere considerazioni anche inutilmente sprezzanti….
A scanso di qualsiasi equivoco, ove possa interessare, tengo a sottolineare che sono un “ragazzo” di 55 anni essendo nato a Cicciano (NA), dove attualmente vivo, nel 1949 quasi in contemporanea con l’elezione a Sindaco di Cicciano di Geremia Cavezza (repubblicano); carica detenuta fino al 1960. Ho militato sempre e solo nel PRI ricoprendo vari ruoli a tutti i livelli locali, provinciali, regionali e nazionali. (Penso che qualcuno, tra gli attuali vertici del Partito, si ricordi ancora di me). Più volte ho guidato la lista del PRI alle elezioni comunali locali e, nel 1998, sempre da repubblicano, ho guidato la lista dell’Ulivo. A Cicciano, senza alcuna gestione del potere e soprattutto senza “carrube”, tutti uniti, i repubblicani non sono mai andati sotto il 20% dei consensi. A livello provinciale e regionale, anche qui senza gestioni di potere, siamo sempre riusciti a mantenere la continuità della presenza repubblicana. Non so altrove, dove, viceversa, qualche “carruba” è stata e viene ancora elargita…
Da Cicciano, per il Collegio di Nola, per ben quattro volte siamo riusciti a conquistare il Consigliere Provinciale di Napoli (1970, 1985, 1999, 2004). Abbiamo ricevuto l’onore della presenza di tutti i leader storici del partito del dopoguerra: Parri, Pacciardi, Reale, Ugo La Malfa, Biasini, Spadolini, … ne andiamo ancora fieri. Così come, relativamente al più ampio raggio circoscrizionale Napoli-Caserta, ai tempi della segreteria provinciale retta dall’amico Ossorio, abbiamo assicurato sempre un apporto determinante per le elezioni a deputato di Compagna (dal 1968), Spadolini (1983) e Galasso (fino al 1993). Con il medesimo senso di disciplina ci siamo sempre posti a sostegno dei candidati per le elezioni europee assicurando anche qui, unitamente a tutti gli amici di Napoli e della Campania, il contributo determinante per garantire la presenza repubblicana nel parlamento europeo. Senza trascurare le ripetute brillanti candidature al Senato di Geremia Cavezza (dal 1968 al 1983).
Oggi siamo ancora vivi e presenti, come ho già avuto modo di sottolineare, e lo dobbiamo solamente all’impegno caparbio e costante di Peppino Ossorio che ha saputo garantire e difendere la presenza repubblicana come meglio non si poteva. Magari il PRI avesse potuto avvalersi di un “Ossorio” in ogni regione d’Italia.
Tanto basta per rimettere al mittente qualsiasi insinuazione… e per ribadire l’orgoglio della fede repubblicana connotata di umiltà, lealtà ed idealità che mal si addicono a chi pretende di discernere rimanendo nascosto nell’anonimato. E con questo, stante questi toni, penso di ritenere chiuso il dialogo.
Giovanni Alfano - Cicciano - NA

nuvolarossa
20-06-04, 18:42
.. apprezzabile il tuo intervento ... da vero repubblicano ... ma non hai pero' risposto alla mia domanda che non voleva essere una insinuazione ... ma una pura e semplice domanda ... che sotto di nuovo ti riporto ...


... ma questo e' quanto ti e' stato detto ... o hai partecipato direttamente alle trattative ?

e' ovvio che se ha i partecipato direttamente ... il tuo intervento rimane nel solco giusto ed anch'io dovrei interrogarmi del perche' si e' rinunciato a dare "autonomia" ai Repubblicani di Napoli ... se invece ti e' stato riferito che non veniva concessa "autonomia" ... allora ... permetti che qualche dubbio, da dubbioso impertinente quale sono, mi deve pur sorgere ... visto che l'autonomia nelle alleanze locali e' stata data in tutta Italia.
Per il nick usato al posto del mio nome e cognome (che poi sono diventati di pubblico dominio lo stesso) ... e' solo per una questione di prudenza e di protezione .. visto che sono aggredito da decine di virus ... di persone "rispettabili" che cercano di "affossare" quel poco che sono riuscito a costruire per aumentare la "visibilita" Repubblicana .... alcuni siti del Partito ... due Forum Repubblicani ... e un Portale.
Comunque in Pvt ti mando le mie generalita' .. che ti prego pero' di non diffondere sul Forum.
Ciao.

http://www.nuvolarossa.org/modules/news/

nuvolarossa
21-06-04, 20:10
jhonalpha, come ti avevo preannunciato nel post sopra a questo, ti ho mandato un Pvt ... sarebbe un messaggio privato ... ho visto pero' che non lo hai ancora aperto .... per raggiungerlo clicca sul Pannello di Controllo, in alto, sulla barra degli strumenti, e poi a destra clicca su "messaggi" ... se non riesci a raggiungere il messaggio ... dammi la tua e.mail che te lo invio tramite e.mail.

http://www.nuvolarossa.org/modules/news/

jhonalpha
26-06-04, 20:18
alfano.giovanni@email.it

nuvolarossa
10-08-04, 13:35
INTERVISTA CON IL SOTTOSEGRETARIO ALL’AMBIENTE FRANCESCO NUCARA

«Quell’impianto è sicuro, avrete tutte le garanzie»

ANTONIO TROISE
Roma. La linea del governo non cambia: i termovalorizzatori si devono fare. Francesco Nucara, sottosegretario all’Ambiente, manda un segnale inequivocabile proprio mentre, ad Acerra, le tensione cresce di ora in ora. «Capisco le preoccupazioni dei cittadini. Le ho vissute in prima persona quando, in Calabria, ci furono le cariche della polizia contro le persone che manifestavano contro gli inceneritori. Ma i problemi non si risolvono in questa maniera».
E come si risolvono?
«Facendo capire alla gente che i termovalorizzatori non inquinano, non sono dannosi. Ma sono fondamentali per risolvere il problema dei rifiuti».
Non esistono alternative?
«No. Le discariche, prima o poi, si esauriscono. E i rifiuti devono essere distrutti. Ma c’è anche un altro aspetto da tenere presente. A Vienna o, a Brescia per restare in Italia, i termovalorizzatori sono localizzati nel centro delle città. È la prova più evidente che non sono dannosi».
Però i cittadini di Acerra la pensano in maniera diametralmente opposta. Forse, prima, occorrerebbe convincerli?
«Noi siamo pronti a dare tutte le garanzie. La popolazione ha tutto il diritto di chiedere che ci sia una Valutazione di impatto ambientale o che, per cinque anni, la situazione sia attentamente monitorata da strutture non di parte. Ma non si può continuare a giocare allo scaricabarile. La Regione ha indicato il sito dove creare questo impianto. Ora il termovalorizzatore si deve fare».
Ad Acerra, però, sono tornate le barricate. E la situazione potrebbe degenerare.
«Capisco. Ma, ripeto: non si può pensare di rimandare nel tempo il problema dello smaltimento del rifiuti. Forse, con una adeguata raccolta differenziata, le dimensioni del problema sarebbero diversi. Ora dobbiamo recuperare il tempo perduto. Nessuno può pensare di poter tamponare l’emergenza continuano a spostare i rifiuti da una città all’altra».
È proprio quello che avvenuto fino ad oggi?
«Sì. Ma è una soluzione che non possiamo più adottare. Senza considerare, poi, che ad Acerra dobbiamo fare i conti con una situazione davvero paradossale».
Quale?
«I cittadini di Acerra si lamentano del termovalorizzatori. Ma dovrebbero anche sapere che la falda acquifera del comune è completamente inquinata proprio per i rifiuti sparsi sul territorio. Tanto che l’acqua del Comune non può essere utilizzata neanche per l’irrigazione dei campi. Tutto questo crea un danno economico incalcolabile».
Quindi, il ministero andrà avanti nonostante le proteste?
«La decisione politica è stata presa dalla Regione. Toccava all’amministrazione campana elaborare il piano di smaltimento dei rifiuti. Ora non si può tornare indietro. Anche perchè si innescherebbe un circolo vizioso e sarebbe possibile convincere i cittadini di un comune ad accettare quello che un’altra città a rifiutato. Ripeto: i cittadini hanno il diritto di chiedere tutte le garanzie e le compensazioni possibili. Il ministero è disponibile ad accettare le richieste. Ma gli impianti devono essere realizzati».

Anita
21-08-04, 11:00
Ma i rifiuti solidi urbani della regione campania cosa hanno di speciale rispetto a quelli prodotti nelle altre regioni ?
Hanno il pregio, al di la di chiacchiere da coiffer, di mettere crudamente sul tavolo il fallimento di tutta una politica locale, comprensoriale e regionale, portata avanti da questo centro-sinistra, su un problema che tocca tutte le famiglie.
L'incapacita' di gestire problemi della quotidianeita' rivela in modo palese l'incapacita' di gestire il bene pubblico da parte di Bassolino, Rosy Bindi e compagni, ed intanto il Popolo affonda tra i miasmi dei rifiuti.
Dove sono gli ex-repubblicani di Ossorio?
Hanno forse buttato nel cassonetto oltre 100 anni di storia in cambio di qualche poltrona?
Perche' non prendono spunto da questa situazione per abbandonare una coalizione che ha dimostrato tutta la sua famelicita' ma anche la sua pochezza, e non rientrano, con le trombe dell'Aida del Verdi, nella casa repubblicana di partenza?
Dovrebbero fare discorsi legati alla termodistruzione, unico vero metodo che soluzionerebbe il problema, ed hanno forse il timore di apparire "impopolari"?
Ma dov'e finito lo spirito "libertario" repubblicano della "rivoluzione napoletana"?
E' diventata la prepotenza con cui non si vuole stoccare il proprio sudicio mantendone il diritto alla produzione?
Ma questo non e' piu' spirito libertario, e' soltanto demagogia populista!

Giuseppe Gizzi
21-08-04, 17:39
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gif

Carissima Anita, gli ex-repubblicani di Ossorio non sono affatto tali. Alle scorse elezioni provinciali di Napoli, la lista "repubblicani democratici" ha conquistato 30200 voti e il 2,1% di voti. Sui problemi politici specifici,vorrei invitare in qualità di ospite di questo forum, te e gli altri amici del Pri a visitare il sito "www.repubblicanidemocratici.it" (http://www.repubblicanidemocratici.it), così ti potrai fare un'idea delle iniziative e delle battaglie dei repubblicani democratici della Campania, sempre in nome dello spirito di servizio e dell'interesse generale e non come dici tu, con una punta di malizia per poltrone che non ci sono mai state e non ci sono. Cordialmente. Giuseppe Gizzi.
http://www.fmboschetto.it/musica/moon%20river%20.mid

Garibaldi
22-08-04, 10:51
Caro Gigi, complimenti per i voti e per il sito, il sito e' bello, devo dire che pero', in assenza di analisi dei problemi locali della regione, quanto scritto mi da la sensazione di un insieme di belle parole messe li solo come specchietto delle allodole!
Certo, bei articoli e bei sentimenti su cui e' difficile non condividere.
Ma i problemi del Popolo e dei Lavoratori Napoletani e Campani ?
I Programmi e le soluzioni ?
La discussione e la partecipazione?
E parlando di sacchetti dal lozzo, da che parte state??
Ricordo quando avevate il sito artigianale costruito per il Pri e ora, vedendo questo, denoto solo la dovizia grafica e la perfezione stilistica, segnale di impegno anche economico.
Anche questo mi dà il sapore di un passaggio dalla sponda povera dell'impegno e della abnegazione alla sponda dei quattrini e della demagogia.
Possibile che voi Napoletani, autentici geni del "pacco", non sappiate inventarvi un "trucco qualsiasi" per rientrare nel Pri??

nuvolarossa
22-08-04, 11:13
«Campagna non è solo ''Chiena''»
Il coordinatore del Partito Repubblicano Italiano, Russo, attacca l'assessore Granito
«Si pensa solo al centro storico, il resto è abbandonato»

Sergio Macellaro

CAMPAGNA (Salerno) - Interesse solo per il centro storico, mentre il resto del territorio di Campagna è di fatto abbandonato. E' questa l'accusa mossa dal coordinatore cittadino del Partito repubblicano, Pasquale Russo, all'assessore comunale all'ambiente, Maria Granito, che qualche giorno fa aveva dichiarato: «La natura e le biodiversità vanno protette e tutelate perché costituiscono una grande ricchezza per Campagna e per tutta la provincia. E il fiume Tenza è un'importante risorsa per il nostro territorio sia dal punto di vista ambientale che turistico oltre che essere l'''ingrediente'' principale della ''Chiena'': ecco perché in collaborazione con il Wwf e con la protezione civile ho voluto due giorni di pulizia del fiume». Proprio prendendo spunto da queste dichiarazioni, Pasquale Russo in una lettera ha lanciato precise accuse di abbandono del territorio all'assessore Granito, al Wwf e al nucleo comunale di protezione civile: «Bisogna certamente porre attenzione al nostro ambiente, ma ricordo all'assessore che Campagna non è solo il fiume Tenza e l'evento della ''Chiena'', ma esistono altri fiumi, come l'Atri, affluente del Tenza, e il Trigento che sono praticamente abbandonati al loro destino, insieme alle frazioni cittadine. All'assessore vorrei chiedere anche della distruzione ittico-faunistica che si crea lungo il tragitto del fiume Tenza, dal centro storico fino alla fine del suo percorso; e quale sia l'accordo con il ''Consorzio Tenza'' per l'irrigazione e la captazione delle acque; e infine quale futuro avrà il fiume Tenza in relazione alla nuova condotta, che porta queste acque di raccolta in località Pescara del comune di Eboli mentre i due fiumi Atri e Trigento Ð nella frazione Camaldoli, non ricevono alcuna attenzione da parte di chi dovrebbe tutelare l'ambiente. Come cittadino e come coordinatore politico resta mio dovere ricordare ancora che a Campagna non esiste solo l'evento ''Chiena''. La nostra città ha una storia e un territorio che può certamente essere valorizzato sfruttando ricchezze che al momento non vengono in alcun modo tutelate».

Lincoln (POL)
22-08-04, 17:47
non è così semplice.Quando ci si è chiusi la porta alle spalle...e poi,certe dinamiche politiche, una volta messe in moto, diventano difficilmente controllabili...
Mi pare d'altro canto che loro stessi ne siano ben consapevoli ed il fatto che si siano intruppati nell'Ulivo la dice lunga in proposito...
Detto ciò-e lo dico sia chiaro con tutto il rispetto possibile per il loro impegno,-stiamo parlando di una vicenda localistica...

nuvolarossa
03-09-04, 19:58
Nucara in Sicilia e in Campania

Il segretario del Pri Francesco Nucara ha incontrato ieri a Messina l'esecutivo regionale del Pri siciliano. Nel pomeriggio di lunedì Nucara avrà, a Caserta, un incontro con il gruppo dirigente della Regione Campania.

nuvolarossa
07-09-04, 10:43
Russo (Pri) scrive all'amministrazione
«La frazione Quadrivio lasciata al degrado»

Sergio Macellaro

CAMPAGNA (Salerno) - «Una città con gravi carenze igienico-sanitarie e dagli odori particolari»: è l'accusa del coordinatore cittadino del Partito Repubblicano Italiano, Pasquale Russo, che denuncia il problema ai responsabili comunali affinché provvedano a sanare il degrado igienico nella popolosa frazione Quadrivio. Documentate le accuse di Russo: «Numerosi i problemi da segnalare. La mancata disinfestazione dei cassonetti; la presenza di erbacce lungo le strade del paese, in particolare nei pressi dell'incrocio di ''Parco Quindici'' o in piazza ''Palatucci''; il degrado che circonda la statua di Padre Pio. E' mio dovere far presente agli attuali amministratori le inadempienze che hanno portato al disagio igienico-sanitario della periferia. Se è vero, infatti, che ci si sta prodigando molto per scongiurare la discarica a Campagna, è anche vero che gli amministratori si sono completamente dimenticati della periferia e fra non molto i liquidi che colano dai cassonetti faranno arrivare il loro cattivo odore come un ''piacevole incenso'' nelle nostre case. Tutto cià grazie alla scarsa sensibilità dei politici, vecchi e nuovi, che continuano ad assistere al degrado del Quadrivio». Russo nella lettera chiede dunque «quali sono i progetti futuri dell'amministrazione, che ha il dovere di sostenere le frazioni periferiche evitando di prestare attenzione soltanto ai problemi del centro storico di Campagna».

nuvolarossa
10-09-04, 20:10
Grazzanise (CE): Mario Cantiello, già assessore e vice sindaco, aderisce al Pri

GRAZZANISE (Caserta) - Gli amici iscritti alla sezione Giovanni Spadolini di Grazzanise e il coordinatore provinciale di Caserta Carmine Bevilacqua esprimono la loro soddisfazione per l'adesione al Partito Repubblicano di Mario Cantiello, già assessore e vice sindaco dell'importante centro casertano dal 2002 al 2004, per il quale si è subito provveduto ad inoltrare la richiesta alla Direzione Nazionale del PRI per il rilascio della tessera. I repubblicani di Grazzanise, insieme alla loro attività ed all'entusiasmo, potranno contare sull'esperienza politica e sindacale di Mario Cantiello, per riacquistare il ruolo importante nella politica comunale che fino a una decina di anni fa gli apparteneva.

nuvolarossa
13-09-04, 18:21
Perché i "Repubblicani Democratici" della Campania a Ravenna, di Giuseppe Gizzi

.... omissis ... il consigliere regionale dei Repubblicani Democratici della Campania, Giuseppe Ossorio, e la quasi totalità dei repubblicani campani uscirono dal Pri all'indomani del Congresso di Fiuggi che si tenne nel 2002, allorquando si concluse definitivamente, con estremo nostro disappunto, il percorso che condusse .... omissis ....

(continua sotto al link)
(http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&postid=1388277#post1388277)
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&postid=1388277#post1388277

nuvolarossa
29-09-04, 15:09
«Occorrono progetti per il turismo»
Il repubblicano Russo accusa: amministratori poco attenti

CAMPAGNA (Salerno) - Dure accuse del coordinatore cittadino del Partito Repubblicano Italiano, Pasquale Russo, sulla mancanza di un progetto per il rilancio turistico della città attraverso progetti che coinvolgano pubblico e privati. «Senza un programmazione intersettoriale - sostiene Russo - Campagna non potrà mai inserirsi in un discorso turistico. Gli amministratori devono farsi carico dello sviluppo di questo territorio, sfruttando appunto le risorse naturali e i monumenti che la storia ha regalato a Campagna, partendo dal Castello di Sant'Angelo con i sotterranei comunicanti con la Cattedrale, il convento dei Benedettini e Santa Maria La Nova. Senza dimenticare i castelli di Serradarce e Puglietta, le tre casematte fatte costruire dal re Giuseppe Bonaparte ai piani di Puglietta e la biblioteca vescovile che vanta oltre diecimila volumi a partire dal 1502, documenti originali del 1400 e pergamene dal 1080 in poi». Russo individua anche la strada da percorrere per finanziare i progetti turistici: «I Por finanziano progetti integrati per strutture e infrastrutture complementari per lo sviluppo dei sistemi turistici locali. Ci sono finanziamenti disponibili per Comuni, Comunità montane e consorzi senza scopo di lucro, ma agli amministratori tutto questo sembra sfuggire».

nuvolarossa
06-10-04, 21:52
Vitulazio (CE): Antonio Catone, Consigliere comunale, aderisce al Pri

Il Consigliere comunale ed Assessore del comune di Vitulazio Antonio Catone, con somma soddisfazione degli amici repubblicani della locale sezione, ha deciso di aderire al PRI.

Vitulazio è una operosa cittadina in provincia di Caserta che conta oltre cinquemila abitanti. E' amministrata da una giunta, espressione della lista civica che ha vinto le elezioni, di cui faceva parte Antonio Catone risultato uno dei più votati.

Il neo consigliere e assessore repubblicano caratterizza attualmente la sua attività nell'ambito delle tematiche ambientali, mentre nella vita di tutti i giorni volge la sua professione di insegnante presso l'istituto tecnico di Capua. A lui va il benvenuto del Responsabile provinciale del Pri di Caserta Carmine Bevilacqua e di tutti gli amici della provincia.

nuvolarossa
12-10-04, 11:45
Pri, si è insediato il comitato regionale

NAPOLI - Si è insediato ieri, alla presenza del segretario nazionale Francesco Nucara, il comitato di coordinamento del Pri in Campania. Coordinatore politico è il professore Bruno Trezza. Sul piano organizzativo, è stato indicato come coordinatore Carmine Bevilacqua. Nel corso della riunione è stata affermata la priorità del partito in merito al tema dello sviluppo del Mezzogiorno, «tema trascurato dalle forze politiche e non adeguatamente presente nell’azione di governo. Lo sviluppo del Sud - si legge in una nota del partito - richiede misure qualificate in termine di infrastrutture e ricerca, misure che debbono far parte di piani territoriali specifici».

nuvolarossa
12-10-04, 19:09
Campania - Pri

Bruno Trezza alla guida del Comitato di coordinamento

Alla presenza del segretario nazionale Francesco Nucara, è stato insediato il comitato di coordinamento del Pri campano, guidato da Bruno Trezza. Il coordinatore organizzativo è Carmine Bevilacqua, della direzione nazionale e responsabile del Pri a Caserta.

nuvolarossa
12-10-04, 19:55
Campania: Nucara insedia il comitato di coordinamento Pri

Tra gli obiettivi lo sviluppo del Mezzogiorno

Alla presenza del segretario nazionale, onorevole Francesco Nucara, è stato insediato il comitato di coordinamento del Pri campano. Nella riunione sono stati discussi gli ultimi risultati elettorali che hanno riconfermato la presenza repubblicana, specie nel Mezzogiorno, come forza politica autonoma e rilevante.

E' stata inoltre affermata la priorità del partito in merito al tema dello sviluppo del Mezzogiorno; tema, questo, largamente trascurato dalle forze politiche e non adeguatamente presente nell'azione di governo. A tale proposito, la legge Finanziaria recentemente presentata si mostra particolarmente insufficiente; il ricorso a misure vecchie e già negativamente sperimentate, come le riserve di spesa per le aree meridionali, ne è elemento negativo e caratterizzante.

Lo sviluppo del Mezzogiorno richiede misure qualificate, in termini di infrastrutture, trasporti, ricerca, sviluppo delle imprese, etc; misure che debbono far parte di piani territoriali specifici, caratterizzanti le linee di sviluppo delle diverse aree meridionali. E' questo un impegno che deve essere coerentemente perseguito a livello governativo, regionale e locale anche mediante opportune riforme di tipo istituzionale.

Sul piano politico il professor Bruno Trezza è stato chiamato a guidare il Pri della Campania.

Nel comitato di coordinamento ci sarà una rappresentanza diffusa di tutte le province campane guidati dai rispettivi segretari.

Sul piano organizzativo è stato indicato come coordinatore Carmine Bevilacqua membro della Direzione nazionale e responsabile provinciale del Pri di Caserta.

mcandry
13-10-04, 11:20
Originally posted by nuvolarossa
Campania - Pri

Bruno Trezza alla guida del Comitato di coordinamento


farà la stessa fine di santoro??? :rolleyes:

Lincoln (POL)
14-10-04, 12:19
Originally posted by mcandry
farà la stessa fine di santoro??? :rolleyes:

:confused:
Cioè??
Diventera vicesegretario nazionale?:D

Giuseppe Gizzi
18-10-04, 19:50
Scarsi e Guariglia lanciano i Repubblicani «per l’Ulivo»

SALERNO - I Repubblicani «di Sinistra», quelli che si riconoscono nell’esperienza dell’Ulivo, si sono costituiti anche in provincia di Salerno. Alla firma del documento costitutivo hanno partecipato, assieme al presidente della VI commissione permanente del consiglio regionale, Giuseppe Ossorio, anche Antonio Guariglia, presidente del consiglio comunale di Salerno e il preside Nicola Scarsi che è stato a lungo segretario del partito.
«Dopo la svolta di una componente del partito verso il centro destra - dice Scarsi - abbiamo puntato ad una riorganizzazione del movimento per il rilancio della tradizione laico-repubblicana all’interno della sinistra. Abbiamo voluto ribadire con forza il peso campano di questa componente politica».
Con Ossorio si stabilisce dunque un patto campano che riunifica le forze in campo. In proiezione ci sono gli impegni in particolare in vista delle elezioni regionali e una convention programmatica, con gli altri leader di Uniti per l’Ulivo e il centro sinistra, in programmata già tra un mese.
Anche il movimento dei Repubblicani a Salerno mira a rilanciare l’impegno con iniziative proprie e mettere insieme, in un coerente orizzonte politico, le forze migliori in un fecondo rapporto tra etica e politica, come dice Scarsi, che ha contrassegnato la nostra azione che si rifà alla lezione di La Malfa e Spadolini. È questa è la strada che vogliamo continuare a battere». Sul piano dell’organizzazione, si va alla gestione del movimento attraverso organismi di coordinamento provvisori (segretario provinciale, Scarsi; presidente Guariglia) per poi giungere alla fase congressuale, in linea con le indicazioni nazionali del movimento in via di costituzione e riorganizzazione.


P.s. Il movimento è quello dei "Repubblicani Democratici",- sito internet www.repubblicanidemocratici.it- che si costituisce a Salerno, dopo Napoli e le altre province campane. Oltre 100 repubblicani salernitani lo hanno tenuto a battesimo lo scorso venerdì alla presenza del leader Giuseppe Ossorio. Obiettivo immediato è quello delle elezioni regionali della prossima primavera, ma nell'immediato futuro si pensa alla creazione di una federazione delle forze che nel csn si riconoscono nella tradizione repubblicana e liberale.

Giuseppe Gizzi

.............................
ho rieditato il post perche' il link sopra
e' errato .... aggiungo sotto il link giusto:
http://www.repubblicanidemocratici.it/
N.R.

Giuseppe Gizzi
21-10-04, 10:17
21 ottobre 2004


L’Illusione della terza forza
di Antonio Guariglia* e Giuseppe Ossorio**



L’illusione della terza forza e della terza via, nell’intreccio delle loro specificità, pur nella distinzione, necessariamente finiscono con l’incontrarsi. Quell’illusione è ormai antica e si potrebbero citare nomi notissimi della cultura europea da Ropke a Croce, fino ad arrivare a Giovanni Spadolini. Sembrerebbe un paradosso o una mancanza di stile legare questi grandi nomi ad una illusione, sia pure nobile. La verità, infatti, è che quella che abbiamo chiamata illusione non è tale se con essa si vuole indicare la necessità etico-politica di trovare e perseguire una strada diversa da quella del socialismo classico (in tutte le sue sfumature) ed il liberalismo classico (in tutte le sue forme). Anzi, da questo punto di vista, non è un’illusione, è una necessità politica, tanto che, recentemente, se ne sono fatti interpreti Clinton e Blair. Essi, addirittura, vorrebbero costruire questa terza forza per garantire il controllo della cosiddetta globalizzazione che non si può semplicemente lasciar libera come pensano i veteroliberali, né incatenare come, tutto sommato, pensano molti veterosocialisti e veterodemocristiani.

Non si mette, dunque, in discussione che rappresentanti dei vecchi partiti dell’area laica, repubblicana, liberale e socialista in primis, tutti assieme prospettano o praticano questa terza via, nel senso di delinearne i contorni e di sostanziare le idee con chiare e precise battaglie ideali o politiche.

Ma l’illusione torna ad essere illusione o addirittura una semplice svista se, dal terreno, per così dire, politologico, si scende nella battaglia politica, per non dire della prassi elettorale.

In poche parole, in un sistema maggioritario, e sia pure semimaggioritario come quello italiano, per giunta a turno unico, è impensabile che si possa creare una terza forza in grado di porsi fra i due schieramenti ed essere rappresentata adeguatamente in Parlamento. Si dovrebbe raggiungere qualcosa come il 10-15% per poter contare qualcosa che comunque rimarrebbe irrilevante. In ogni caso per poter contare poco. Un conto è dire: “Organizziamo all’interno di uno schieramento quei gruppi e quei partiti che s’ispirano alla terza forza”. Altro è scegliere di testimoniare da soli senza poter in alcun modo incidere nella politica quotidiana, quella che si esercita nelle Istituzioni parlamentari.

Certo, c’è chi sa bene tutto ciò e, semplicemente, prepara un’inesistente terza forza all’unico scopo di “venderla” poi al maggior offerente o ad uno degli offerenti che si è già deciso chi sia e lo si tiene, per così dire, coperto. Anche questo è un modo di far politica, forse non dei più limpidi. Ma ciò che dev’essere chiaro è che chi aderisce a questo tipo di politica dovrebbe essere consapevole che il suo destino, che potrebbe anche essere un nobile destino, è quello di portare acqua, in questo caso, purtroppo, non si sa bene a chi o, viceversa, lo si conosce già e bene.





Antonio Guariglia* e Giuseppe Ossorio**
*Presidente del Consiglio comunale di Salerno
**Consigliere regionale della Campania























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la_pergola2000
21-10-04, 11:51
Caro peppino dobbiamo commentare ?

Giuseppe Gizzi
21-10-04, 12:07
Certo, amico Lapergola

kid
21-10-04, 17:02
che non c'è possibilità per il terzaforzismo in un sistema maggioritario uninominale? Ce ne accorgemmo già tutti dopo l'esperienza del patto segni. Forse Ossorio ci dice che si è stufato di fare il terzaforzismo nel movimento repubblicano e che sceglierà fra mre e pri. Bravo, ma lo dica! Manco questo dice.

Giuseppe Gizzi
22-10-04, 20:50
Calvin, nella sostanza, chiede a noi "Repubblicani Democratici" di scegliere, -dopo l’editoriale apparso sul nostro sito www.repubblicanidemocratici.it, tra Pri e Mre. Per noi, la questione non può essere posta in termini così semplicistici. Infatti, crediamo che il bipolarismo abbia condotto alla spaccatura delle tradizionali famiglie politiche politiche che costituivano il centro : democristiani, repubblicani e perfino i socialisti. Chi per sensibilità aveva ed ha una concezione politiche democratico-riformista ha scelto il centro-sinistra. Chi per vocazione aveva ed ha una concezione politica moderata-conservatrice ha scelto il centro-destra. Affermiamo questo senza spirito di polemica, anzi in modo costruttivo, come si dice, per comprenderci meglio, perché la storia è infinita. Dunque, per noi “Repubblicani Democratici”, compito dei repubblicani che hanno scelto il centro-sinistra è quello di accrescere le opportunità e le occasioni di confronto e di coordinamento fra di loro. Essi hanno storie diverse, come ricca è la storia delle famiglie laiche, diffuse in territori diversi, con esperienze diverse. Stesso compito, credo tocchi a quei repubbliocani che dall'altra parte hanno scelto il centro-destra. Giuseppe Gizzi

kid
25-10-04, 10:48
politica moderata conservatrice? Alla faccia del semplicismo!

Giuseppe Gizzi
28-10-04, 15:15
La svolta d’Israele. L’indecisione dell’Europa.
di Ernesto Paolozzi*



Due avvenimenti, uno grande ed uno, per certi aspetti, traumatico imporrebbero una riflessione alla politica italiana che ha iniziato la lunga corsa verso l’elezione di un nuovo Parlamento.

Innanzitutto la svolta compiuta dal governo israeliano. Con i voti essenziali dell’opposizione laburista di Simon Peres, il governo di destra ha coraggiosamente avviato il ritiro dei coloni dalla striscia di Gaza. Un evento di grandissima rilevanza, che ha provocato un aspro dibattito, scissioni, proteste, e che si colloca come il fondamento di un nuovo progetto politico per l’intera terra d’Israele. A noi, spettatori esterni, interessa poco ricostruire la dialettica interna ai partiti israeliani, con l’evidente spaccatura del centrodestra e l’irata protesta dei tradizionalisti. Conta molto di più che il premier Sharon, che ha sempre rappresentato l’ala dura dello schieramento politico, abbia oggi deciso di voltare radicalmente pagina, tanto da meritarsi l’appoggio dell’intero partito laburista e modificando, nello stesso tempo, gli equilibri della politica internazionale in uno dei punti più caldi, più pericolosi, del mondo. Questa svolta avrà grandi conseguenze, delle quali è ancora impossibile prevedere gli esiti. Certamente pone l’amministrazione degli Stati Uniti americani, che vinca Bush o vinca Kerry le prossime elezioni, di fronte a nuove responsabilità e richiama, con tutta evidenza, anche l’Europa ad assumere un ruolo diverso. Oggi non è più possibile trincerarsi dietro le critiche al “fanatismo tradizionalista del sinismo”, ma ci si trova a doversi confrontare con una nuova politica, che tende alla pace e che non può, allo stato attuale, che ridarci speranze in una fase così buia e penosa.

L’Europa, invece, vive certamente una fase di crisi. Il Commissario indicato, lo spagnolo Barroso, si trova a dover gestire un momento difficilissimo nel quale è evidente una crisi di identità delle forze politiche europee che si dividono e si scontrano su fattori di non poco conto, come quelli della laicità dello Stato e sui contenuti della Carta costituzionale non ancora in vigore. Si delineano schieramenti abbastanza netti: i popolari e i socialisti in aperto contrasto, con i liberali al centro, che potrebbero fungere da essenziale elemento di mediazione.

Detta così la cosa, l’impressione che si ha è di crisi e di sfaldamento rispetto a quell’ideale di unità europea per il quale tutti ci siamo battuti in questi anni. Ma è anche vero che l’unità non è, di per sé, un valore, ed ha senso solo se è unità di distinti, se, insomma, è unità che garantisce il dissenso ed anzi lo concepisce come elemento vitale per la libertà. Quella che appare è una crisi che potrebbe anche essere un momento di crescita perché certo non è pensabile che tanti paesi che si uniscono possano sacrificare le loro identità politiche e culturali da un giorno all’altro. Anzi, è forse un segnale positivo che la polemica nata attorno alle probabilmente incaute dichiarazioni di Buttiglione si stia organizzando non soltanto in considerazione della provenienza, per così dire, geografica dei protagonisti, bensì attorno ad idee politiche trasversali che si richiamano alle grandi correnti del pensiero filosofico e politico dell’Europa: il socialismo, il liberalismo democratico, il cattolicesimo.



Ernesto Paolozzi
*Professore presso l'Università degli Studi
“Suor Orsola Benincasa” di Napoli

Lincoln (POL)
28-10-04, 20:44
con questa stupidaggine dei repubblicani di un certo tipo che sono di sinistra(naturalmente quelli illuminati e democratico-progressisti)e quelli di altro tipo che sono invece di destra e quindi ,si capisce, poco illuminati e poco anzi per niente democratico-progressisti.
I repubblicani sono...repubblicani.Punto.E non hanno bisogno di etichette per definirsi ,tanto più se queste(le etichette cioè) provengono dallo sciagurato bipolarismo che abbiamo in Italia.

kid
29-10-04, 10:31
ed io che giravo incappucciato per casa, immedesimato nel repubblicano oscurantista!

Giuseppe Gizzi
30-10-04, 09:08
Lincoln si chiede: ancora? Ancora cosa? Il concetto di tolleranza di Lincoln è molto stringente e immagino che risenta del suo non antichissimo passato terzo internazionalista. Nel Pri, caro Lincoln, convivevano repubblicani mazziniani, repubblicani cattaneani e, via via, anche repubblicani crociani( Francesco Compagna era uno di essi). Azionisti, anarchici e massoni. Cattolici, protestanti, ebrei e atei. E lo stesso concetto di Democrazia Repubblicana non fu forse la bandiera con la quale Ugo La Malfa e Ferruccio Parri si distinsero dopo il partito d’Azione? Il medesimo concetto fu poi ripreso da Giovanni Spadolini nel 1981, per descrivere le caratteristiche del Pri come partito della democrazia senza aggettivi. Nel bipolarismo, che ha scatenato forze centrifughe all'interno dei partiti storici della democrazia italiana, anche i repubblicani si sono divisi. Si è convissuto finché è stato possibile (allora non era stata elaborata la teoria qualunquista e opportunista delle alleanze a geometria variabile! ). Poi è stato inevitabile la divisione. Ciò è dispiaciuto , credo a tutti noi. Ma non può impedirci di compiere delle scelte che ci sembrano in linea con le nostre convinzioni di sempre, con le nostre sensibilità. Lincon, questo puoi anche non condividerlo, ma dovresti certamente rispettarlo. Giuseppe Gizzi

Lincoln (POL)
30-10-04, 12:28
Potrei anche condividere(in linea di massima perchè poi si tratta di approfondire)la parte iniziale del tuo intervento,ma non capisco cosa c'entri con la mia osservazione precedente che ribadisco.
Per quanto riguarda le conseguenze dell'affermazione del bipolarismo le cose non stanno precisamente come dici tu.
Il PRI, a differenza degli altri partiti della cosiddetta "Prima Repubblica",non si è MAI sciolto e non ha MAI cambiato la sua ragione sociale(nome e simbolo)per cui ,non vi è stata alcuna inevitabile divisione dei repubblicani dovuta cioè al venir meno del soggetto politico di riferimento.Semplicemente, c'è chi è rimasto repubblicano (nella casa di sempre) e chi ha scelto di andarsene altrove o di diventare diessino,margheritino o qualche altra cosa.Così stanno le cose che a Gizzi piaccia o meno.
Poi caro Gizzi,non si capisce cosa c'entri in tutto ciò il rispetto per le idee altrui(che è ovvio)che tu continui ad invocare come una litania.
Bisogna assumersi la responsabilità delle scelte che si fanno e da quello che scrivi ho quasi l'impressione che tu non sia troppo convinto delle tue.Se questo sta ad indicare un tuo personale disagio per aver lasciato un partito nel quale hai militato con convinzione la cosa è non solo comprensibile ma perfino apprezzabile perchè ciò(è quello che mi auguro)potrebbe favorire magari in futuro un tuo rientro ma non è che puoi pretendere da chi è nel PRI una sorta di comprensiva benedizione per una scelta(quella di abbandonare il partito)che dal nostro punto di vista non solo come è ovvio non è giustificabile, ma non può avere politicamente parlando,comprensione alcuna.
Saluti

Giuseppe Gizzi
03-11-04, 10:12
Caro Lincoln, tu pensi che non possano esistere repubblicani al di fuori del Pri. Ti rispondo non per amore di polemica, ma solo per capire. Sinceramente, a me pare che ciò non lo si può né sostenere né condividere. Il Pri, infatti non è più percepito dalla stragrande maggioranza dei repubblicani come l' unica casa comune, né gli italiani ne percepiscono la necessità: in primo luogo, per quella sciagurata scelta di annegare i valori repubblicani nel centrodestra dei tanti campioni di laicità dello Stato (vedi l’idea del centrodestra della scuola pubblica, leggi la polemica che ha destato in Europa Bottiglione ) , di liberalismo metodologico ( focalizza tutta l’azione ministeriale di Tremonti ), di europeismo azionista ( ricorda tutto lo scetticismo europeista del leader del centrodestra ), di meridionalismo democratico ( non un provvedimento in favore del Mezzogiorno ). In secondo luogo, per l’attuale scelta infelice della segreteria nazionale del Pri, la cosiddetta teoria delle geometrie variabili delle alleanze in sede locale, increspata di opportunismo e imbevuta di qualunquismo , sulla quale non mi hai risposto. Le geometrie variabili non rappresentano null'altro che l’estremo tentativo di sopravvivenza della dirigenza (sic) nazionale. Almeno questo Giorgio La Malfa non l’avrebbe mai teorizzato, al punto che scelse l’allontanamento di tanti amici, anziché concepire un partito Arlecchino.E, poi, caro Lincoln, oggi nell’occidente liberaldemocratico esiste una unica organizzazione sopranazionale che, al di fuori degli Stati nazionali sovrani, riesce a imporre la sua volontà agli associati, che poi sono credenti, è la Chiesa Cattolica. Chi ne contesta l'autorità, i dogmi e la vera lettura delle scritture è considerato un'eretico, e ciò è percepito come tale in tutti 5 Continenti. Chi, invece, oggi si colloca all'esterno del Pri da repubblicano lo fà anche perchè il Pri non è più percepito come una struttura capace di imporsi con carisma e lungimiranza, e guidare le scelte di chi si dichiara e crede nel repubblicanesimo. Lo so che per un ex-terzointernazionalista come te sia difficile da comprendere, poichè hai sempre creduto nei dogmi, ma se attualmente ti professi laico, dovresti anche esercitare un minimo di laicità e non additare o contestare chi vive il suo repubblicanesimo coerentemente al di fuori del Pri. Perché quello che fu il più grande partito dall’unità nazionale fino al 1993, oggi, purtroppo, non rappresenta alcunché.
Giuseppe Gizzi

kid
03-11-04, 12:04
bisognerà poi capire cosa rappresentate invece di alto ed elevato moralmente voi nelle giunte con la Jervolino e Bassolino.

nuvolarossa
03-11-04, 20:51
Caserta: riunione del Comitato di coordinamento regionale campano

Si è tenuto, lunedì 1 novembre, a Caserta presso i locali della segreteria provinciale, una riunione del Comitato di coordinamento regionale campano presieduta dal Responsabile Politico prof Bruno Trezza.

Il Comitato ha affrontato alcune delle problematiche principali afferenti la posizione e la strategia politica da perseguire in Campania e precisamente:

E' stata ribadita la necessità di seguire a livello regionale e provinciale le indicazioni scaturenti dagli eventuali accordi federativi stipulati a livello nazionale, riservando al Comitato il compito si coordinamento.

Conseguentemente è stata riservata al Comitato il compito di indicare i componenti per gli incontri interpartitici conseguenti.

È stata ribadita la competenza del comitato in merito alla formazione delle liste in merito ai differenti nominativi, sia in termini propositivi che in termini di verifica delle indicazioni proposte.

Dato lo stretto intervallo di tempo per le elezioni è stata sottolineata la necessità di iniziare il lavoro di formazione delle liste in modo da accelerare al massimo i tempi.

È stata poi affrontata la questione della strutturazione della provincia e della città di Napoli nonché il problema della sede del partito; a tal fine è stata convocata un'apposita riunione del Comitato per sabato 6 novembre alle ore 16 a Napoli.

Infine è stata riconosciuta la necessità di avere riunioni del Comitato nelle diverse province per affrontare più compiutamente i problemi locali, sia in vista delle elezioni sia al fine di organizzare al più presto i necessari congressi per ricostituire tutti gli organi del partito. A tal riguardo, una prima riunione è stata fissata per martedì 9 novembre alle ore 16 ad Avellino.

Giuseppe Gizzi
04-11-04, 11:28
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gifhttp://xoomer.virgilio.it/francesco.rinaldi29/KAR_ITALIANE/Celentano/Celentano_-_Non_esiste_l'amor.mid

Sì alla Federazione, ma basata sui contenuti
Serve un nucleo capace di sintetizzare i tre riformismi
di Giuseppe Ossorio*

da "L'Articolo" - Supplemento de L'Unità
n.127 - 3 novembre 2004

Ci siamo. Come sempre, all'approssimarsi delle scadenze elettorali ci si colloca per sfruttare rendite di posizione che in un sistema maggioritario, appunto, rendono. Una patologia della politica dovuta essenzialmente ad un bipolarismo anomalo, nato in una stagione di confusione politica di cui ancora paghiamo le conseguenze. Mi pare che si siano accomunate alla rinfusa culture diverse che in altri tempi - di cui non si ha, peraltro, nostalgia -si confrontavano e si scontravano. Credo che siamo l'unico paese occidentale nel quale i liberali, i socialisti e i cattolici, anziché riconoscersi ciascuno in un ben preciso partito, sono, al contrario, equamente divisi fra i poli e, all'interno dei due poli, ulteriormente separati, quasi fossero specie e sottospecie zoologiche. Purtroppo, tant'è. Ma veniamo al dibattito interno al centrosinistra.

Si cerca di trovare un modus vivendi per tenere insieme i rappresentanti delle culture liberale, socialista e cattolica. L'ultima esperienza, com'è noto, è stata quella della lista unitaria alle elezioni europee, nata da un' idea di Prodi, il cui risultato è ancora da decifrare in tutte le sue conseguenze. Certamente, però, rappresenta l'avvio di un processo utile al centrosinistra e alla stabilità dell'intero sistema politico italiano. Per non ricominciare sempre da capo, adesso è necessario che quel tentativo assuma la forma di un progetto politico. In Campania i leader del centrosinistra dovrebbero individuarne i contenuti programmatici e la forma organizzativa. Sul piano dei contenuti, la questione è ardua perché, se si scende nei dettagli, le differenze appaiono evidenti mentre, invece, è necessario che, con la collaborazione di tutti, si trovino dei punti di convergenza. Se, ad esempio, guardiamo la questione dal punto di vista della cultura liberale, ci troviamo di fronte ad alcuni apparenti paradossi. In politica estera, se volessimo usare i vecchi parametri, la posizione dei repubblicani, degli azionisti e dei liberali apparirebbe certamente più atlantista di quella degli altri alleati di centrosinistra. Per certi aspetti, cioè, più propensa a comprendere le ragioni della grande democrazia americana, più attenta ad ostacolare gli antiamericanismi italiani che potrebbero alimentare l'isolazionismo degli Stati Uniti. Ma, se discutessimo le grandi questioni dei diritti individuali, dalle garanzie giuridiche della persona, alla libertà di ricerca nell'ambito scientifico (vedi questione delle staminali), la posizione dei liberaldemocratici si potrebbe tranquillamente classificare fra quelle più progressiste. Per l'aspetto organizzativo, senza nasconderne le difficoltà, è necessario avviare un patto federativo fra i partiti che diedero vita alla lista Prodi. Penso che sia la via più praticabile, perché evita strappi che potrebbero essere laceranti. Essa, al tempo stesso, indica una strada dalla quale sarebbe poi difficile uscire. Ciò porta alla conclusione che questa ipotesi federativa è il terminale di un percorso costruito sull'intesa sui contenuti. Nella nostra regione, Antonio Bassolino ha già sperimentato e condotto a buon fine, sia pure tra mille difficoltà, una vasta alleanza che andava da rifondazione comunista ai Repubblicani Democratici e poi ai centristi di Mastella. Si è cercato di coniugare l'iniziativa sul cosiddetto reddito di cittadinanza con la politica di sviluppo e con quella, oggi essenziale, della ricerca scientifica e del sostegno alle Università della Campania nel quadro delle esigue risorse finanziarie regionali. Il che è, come dire, cercare di mettere assieme politiche di equità sociale con politiche di sviluppo nell'ambito del rigore finanziario perché, in poche parole e senza tecnicismi, se non si hanno le risorse, il denaro, è difficile anche poterlo ridistribuire e poter pensare a nuovi investimenti. Da questo esempio, al quale si potrebbero affiancarne tanti altri, come la politica sanitaria e la salvaguardia del territorio, si comprende bene, a mio avviso, che la nuova grande alleanza democratica che va formandosi deve essere in grado di battere la coalizione di centrodestra ma, al tempo stesso, di "poter governare" sul serio, e non vivacchiare nella gestione amministrativa. Per far ciò c'è necessità di creare, sulla scia dell'esperienza bassoliniana, un nucleo forte e coeso capace di tenere assieme i tre riformismi pur rispettandone le identità e le specificità. Ma questo, è bene chiarirlo, non per un puro rispetto, sia pure comprensibile, per le tradizioni, ma perché è l'unica condizione per vincere e governare. Il riformismo di tradizione repubblicana e liberaldemocratica è quello che svolge, a mio avviso, la doppia funzione di attirare sul centrosinistra una parte forse anche cospicua dell'elettorato che oscilla fra i due schieramenti e dall'altra, sul terreno del governo, di prospettare soluzioni di respiro europeo.



da "L'Articolo" - Supplemento de L'Unità
n.127 - 3 novembre 2004


Giuseppe Ossorio
Consigliere regionale dei Repubblicani Democratici

Giuseppe Gizzi
09-11-04, 12:42
I NODI DELLA POLITICA
Primo vertice dei segretari della Grande alleanza ma sulla lista unitaria posizioni ancora distanti
De Mita: “Bassolino decida presto, bisogna pensare ai programmi”
di Francesco Vastarella



tratto da “Il Mattino” - sabato 6 novembre 2004 - pag. 27




I segretari dei partiti del centrosinistra campani: Fausto Corace - Segretario regionale dello Sdi, Ciriaco De Mita - Segretario regionale de La Margherita, Giuseppe Ossorio - Segretario regionale dei Repubblicani, Gianfranco Nappi Segretario regionale dei Ds.



«Se il Presidente Bassolino pensa di candidarsi è opportuno che lo dica perché bisogna discutere sul come, sulle modalità e sui programmi». Stuzzicato sulle sollecitazioni di Massimo D'Alema al governatore, anche il segretario regionale della Margherita, Ciriaco De Mita, insiste affinché Antonio Bassolino sciolga la riserva. Ma De Mita lo fa soprattutto per un obiettivo che insegue da due anni: regole dell'alleanza e riequilibrio di poteri giunta-consiglio. De Mita, parlando ieri a Villa Pignatelli per la presentazione del libro «Da un secolo all'altro», scritto con Biagio De Giovanni e Roberto Racinaro, ha fatto cenno «a un manifesto della nuova politica» che sta preparando con un gruppo di professori dell'università di Salerno.

È un momento particolare per il centrosinistra, anche se ci sono parole rassicuranti sul vertice di ieri dei segretari campani dei partiti che fanno riferimento alla Federazione dell'Ulivo e alla lista unitaria, Ds, Margherita, Repubblicani, Sdi. In Campania la componente demitiana della Margherita non vuole la lista unitaria. Poi, ci sono i nodi della legge elettorale le e del restrizioni regionali al condono nazionale, argomento sul quale ieri, i capigruppo di maggioranza hanno rinviato le decisioni a lunedì.

Ma torniamo alla lista unitaria. Ieri, nella sede della Margherita in via Santa Brigida a Napoli, la prima prova della Grande alleanza democratica. Intorno allo stesso tavolo Fausto Corace, segretario Sdi, De Mita, Gianfranco Nappi, segretario Ds, Giuseppe Ossorio dei Repubblicani. «Un vertice senza grandi aperture e senza grandi chiusure», dicono. Il commento ufficiale affidato invece a un comunicato: «Valutazione positiva. Definito un primo appuntamento di approfondimento sui temi istituzionali e sulla legge elettorale per il 15 novembre. Ribadito l'impegno per il varo dello Statuto».

La proposta di un confronto «per dare un primo concreto segnale di unità» era stata avanzata da Ossorio. E Nappi ha aggiunto la richiesta di «invitare al confronto tutte le altre forze del laboratorio campano del centrosinistra». Nappi incalza: «Importante che ci sia stata la riunione, la prima del cantiere della federazione dell'Ulivo. Poi, discuteremo di come presentarci alle Regionali. Importante la presenza di Ossorio, principale rappresentante campano della cultura repubblicana e liberaldemocratica e che fin dall'inizio è stato con il centrosinistra e ha scelto di partecipare al gruppo costitutivo della Federazione».



Fracesco Vastarella



tratto da “Il Mattino” - sabato 6 novembre 2004 - pag. 27




Riproduciamo il comunicato Ansa della riunione dei Segretari dei partiti del centrosinistra nella regione campania



ANSA 14:54 - 5 Novembre 2004

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GAD: CAMPANIA; PRIMO INCONTRO PER COSTRUZIONE ALLEANZA



(ANSA) - NAPOLI, 5 NOV - Primo incontro per la costruzione della Grande alleanza democratica in Campania: si sono riuniti oggi, nella sede della Margherita, i segretari delle quattro forze politiche promotrici della federazione de l'Ulivo: Fausto Corace, segretario regionale SDI, Ciriaco De Mita, presidente della Margherita, Gianfranco Nappi, segretario regionale DS e Giuseppe Ossorio dei Repubblicani.

Si è trattato, secondo quanto si sottolinea in un comunicato diffuso alla fine del vertice, di incontro verso la costituenda Federazione de L'Ulivo. I quattro segretari esprimono una valutazione “molto positiva” sul confronto che si è realizzato. È stato definito un primo appuntamento di approfondimento di merito sui temi istituzionali e sulla legge elettorale in Campania, che si terrà lunedì 15 Novembre, con la partecipazione dei rappresentanti dei partiti e gruppi consiliari.

Si è ribadito, inoltre, l'impegno per la più rapida approvazione del nuovo Statuto della Regione Campania. In secondo luogo, si è stabilito di lavorare ad una assemblea pubblica degli eletti, sempre sui temi istituzionali, sia in riferimento alla "grave riforma” che la maggioranza sta portando avanti in Parlamento sulla Devolution e sia in riferimento alle scelte di riforma istituzionale della Campania.

L'assemblea rappresenterà una occasione di confronto largo e aperto alla quale saranno invitate tutte le forze del centrosinistra.

Questo primo percorso di lavoro delle quattro forze promotrici è anche al servizio dell'unità più larga e più forte di un centrosinistra che in Campania si accinge ad affrontare la prova elettorale a partire dalla sua esperienza di governo.

Il segretario dei Ds della Campania, Gianfranco Nappi, giudica “molto importante che si sia svolta la riunione, la prima di un percorso di lavoro che serve come punto di partenza del cantiere della federazione dell'Ulivo in Campania. Poi - ha aggiunto Nappi - discuteremo di come presentarci alle Regionali. È stata importante la presenza di Ossorio che è il principale rappresentante campano della cultura repubblicana e liberaldemocratica e che fin dall'inizio è stato col centrosinistra e ha scelto di partecipare al gruppo costitutivo della Federazione”.



ANSA

Giuseppe Gizzi
21-11-04, 11:35
La libertà come metodo una cerniera per il centrosinistra

GIUSEPPE OSSORIO

tratto da “La Repubblica” del 7 novembre 2004

L’intervento di Ernesto Paolozzi dedicato all'interessantissimo volume di Francesco Flora, Città di Caino, va al di là, a mio avviso, della pur importante ricostruzione storiografica del fermento politico dell'Italia repubblicana. E l'introduzione di Ugo Piscopo pone elementi di dibattito utili per la nostra politica attuale.
La posizione di Francesco Flora si collocava all'interno dell'azionismo degli anni Quaranta in maniera originale. Il grande critico, infatti, proponeva una congiunzione fra politiche sociali e libertà costituzionali e civili all'interno del metodo crociano della libertà. Ciò vuol dire che si cerca di superare la contrapposizione storica fra liberalismo e socialismo evitando di sfociare in una forma di democraticismo o giacobinismo estremi. Se ben riflettiamo, è la prova alla quale vengono chiamati ancor oggi, sia pure in condizioni per tanti aspetti diverse, i partiti e i movimenti che nel centrosinistra intendono costruire, in Campania come in Italia, la nuova grande alleanza democratica.
Nel nostro caso, probabilmente, si fa di necessità virtù, nel senso che l'alleanza fin troppo ampia è spinta essenzialmente dal sistema maggioritario e dal parziale presidenzialismo che impongono, sul piano elettorale, di allearsi, se non ci si voglia destinare alla sconfitta sicura. Da qui, come a tutti è evidente, sia nel centrosinistra che nel centrodestra si sono formate coalizioni che a molti sembrano, e in effetti sono, del tutto innaturali: leghisti-secessionisti con nazionalisti a destra, neocomunisti e liberal-democratici a sinistra. Ed è proprio questa innaturalità delle alleanze che forse rende possibile la vittoria elettorale, ma rende quasi altrettanto impossibile la governabilità se, per governabilità, non intendiamo la pura amministrazione corrente. Anzi, quando si passa, come talvolta è accaduto sia nell'esperienza dell'Ulivo che in quella della Casa delle libertà,a procedere sul terreno delle grandi riforme, sono venuti fuori degli ircocervi perché frutto di estenuanti mediazioni.
È forse veramente il caso, allora, che si passi a un chiarimento profondo, rigoroso, delle posizioni culturali che possa servire da fondamento ad alleanze che sono solo strumentali. Checché se ne dica, la Campania in questi anni ha rappresentato un laboratorio interessante nel quale, senza nasconderci le enormi difficoltà, si è sperimentata un'alleanza di governo molto, molto larga, che comprende tutte le culture politiche del centrosinistra. Ma, come è evidente, bisogna andare avanti, perché una coalizione ha sempre bisogno di nuova linfa, nuove passioni e nuove intelligenze.
Nel caso specifico, sono convinto che i termini dell'alleanza debbano, appunto, impostarsi secondo la libertà come metodo. Sul piano istituzionale, ad esempio, nel contemperare l'esigenza azionista e liberale dell'efficienza di governo (dal presidenzialismo all'autonomia amministrativa delle giunte) con l'esigenza democratica e insopprimibile di una maggiore rappresentatività della assemblee elettive, oggi del tutto appannata. Sul piano sociale ed economico, nell'impegnarsi a garantire livelli di giustizia sociale e l'equità economica promuovendo nel contempo lo sviluppo dell'economia per creare ricchezza, senza distogliere i mezzi finanziari e la spesa pubblica verso forme di evidente inefficienza e improduttività. Bisogna convincersi che senza una forte e incisiva politica della ricerca scientifica, e senza sviluppo economico non è possibile l'equità sociale, se non col tornare indietro, verso forme di pauperismo, suggestive sul piano letterario ma prima o poi fortemente nocive proprio per i cittadini meno abbienti, perché non può distribuirsi una ricchezza che non si crea.
Ho fiducia che nella Regione Campania vi siano le risorse culturali e politiche per incrementare questo processo. E sono convinto che proprio gli intellettuali che rappresentano quella tradizione a cui Francesco Flora si richiamava, ossia quella del repubblicanesimo e del liberalismo democratico, se si vuole di sinistra, possano svolgere una funzione, come si diceva un tempo, di cerniera fra le altre grandi tradizioni culturali dell'attuale centrosinistra, quella cattolica-democratica e quella socialista.

L'autore è presidente della commissione Cultura della Regione Campania

nuvolarossa
21-11-04, 13:00
Ossorio e "la repubblica"

... Non so se Ossorio avrebbe visto pubblicati i suoi articoli da "Repubblica" se fosse ancora rimasto iscritto al Partito Repubblicano ... ma quel richiamo ai padri nobili del Repubblicanesimo, per giustificare le proprie scelte politiche, mi sembra che sia inadeguato ... chi e' infatti in grado di dire quali sarebbero le opinioni di chi ci ha gia' preceduto nelle grandi praterie celesti ?
Resta il fatto che non mi sembra un buon metodo quello di "sposarsi" con una donna e poi decidere solo dopo cosa farci insieme ... cioe' decidere aprioristicamente di allearsi con qualcuno senza prima aver deciso uno straccio di "programma" comune .... certo, sono le storture del bipolarismo che portano, anche le forze laiche e democratiche, a queste contorsioni ... pero' perlomeno vediamo prima i programmi (che devono essere indirizzati al Bene Comune) e poi si deve decidere con chi stare.
Questo metodo e' quello seguito dal Partito Repubblicano che rimase fedele alleato nel csx sulla base di programmi condivisi ... e se ne distacco' solo quando questi programmi cominciarono ad essere disattesi .... stessa metodologia per l'alleanza (ancor'oggi in corso) con il cdx ... di cui ci piacquero i programmi di ammodernamento sociale del Paese e di rilancio della sua economia .... salvo poi il verificare che, purtroppo, questo programma non viene compiutamente realizzato .... e l'unico collante che ci rimane e' quello della collocazione atlantica ed occidentale del Repubblicanesimo (questo si siamo certi che i Padri nobili ne convengono anche dall'al di la') ... e che si potrebbe anche decidere di uscire anche da questa alleanza ... ma sempre (erroneamente od in giustezza) con la coscenza a posto di aver sempre evitato di anteporre gli schieramenti ai programmi.
Se si possono fare errori nelle alleanze che si vanno a fare dopo aver accettato i programmi di questa alleanza ... figuriamoci le testate contro al muro che si danno ... quando si scelgono alleanze aprioristicamente ... ed i programmi si fanno dopo ... solo dopo !!

http://www.nuvolarossa.org/
http://utenti.lycos.it/NUVOLA_ROSSA/WALZER.mid

la_pergola2000
21-11-04, 23:49
caRO PEPPINO VORREI LEGGERTI PIù SPESSO, HO GIà VISTO CHE SEI PASSATO AL VOI E QUESTO NON è BELLO, FARE DELLE DISTINZIONI FRA VOI E NOI PORTA IRRIMEDIABILMENTE AD UNA DIVISIONE NON SOLO DI SCHIERAMENTO , MA ANCHE POLITICA, MESI FA TI CONSIGLIAI DI STARE ATTENTO AD OSSORIO IN QUANTO DAI SUOI SCRITTI SI VEDEVA CHE SEGUIVA UN SUO RAGIONAMENTO, ED ORA CHE IL CS ( DS ) FA PATTI CON TUTTI. CI STA BENE ANCHE OSSORIO.
PROBABILMENTE FRA NON POCO CI RITROVEREME INSIEME NEL CS. E SPERO CHE VORRAI RITORNARE.
OSSORIO CREDO CHE NON FARA' QUESTA OPERAZIONE , COME NON LA FARA' LA SIGNORA EUROPEA.
cOMUNQUE DALLO SCRITTO DI OSSORIO NON HO CAPITO MOLTO ANZI FA UNA CONSIDERAZIONE POLITICA SEMPLICISTICA E DIREI POCO INTELLIGENTE, NON OCCORREVA SCOMODARE L'AZIONISMO ( LONTANO ANNI LUCE DALLA SITUAZIONE ATTUALE, PER POTER GIUSTIFICARE UNA GIRATA DI FRONTE.
sI POTEVA DIRE BENISSIMO CHE NON SI CONDIVIDEVANO LE SCELTE DEL CD E FINIVA Lì.
ANDANDO A PRENDERE IDEE DI UN LONTANO PASSATO DIMOSTRA DI NON AVERNE OGGI.
FACCI LEGGERE TUE OPINIONI CHE SONO SEMPRE PIù FRESCHE E GENUINE DI QUELLE DI OSSORIO.
MI è DISPIACIUTO CHE HAI SEGUITO OSSORIO AND COMPANY, COMUNQUE TI PREGO RIMANI SEMPRE REPUBBLICANO, PERCHE' ALTRIMENTI TI TROVERESTI SBATTUTO NELLA MARGHERITA O PEGGIO NEI RE.
CIAO.

la_pergola2000
21-11-04, 23:55
.............. desidererei sapere che cosa ne pensi del GAd visto che proprio su repubblica michelino serra nellla sua amaca si chiedeva che cosa poteva essere, perchè lui non ci capiva niente.
Se lo dice un ex comunista che cosa ne doveremo pensare noi.Ciao.

nuvolarossa
23-11-04, 12:04
Pri: Napoli, Riunito Comitato Provinciale

Di (Iam/Ct/Adnkronos)

Napoli, 22 nov. (Adnkronos) - Si e' riunito oggi il comitato provinciale di coordinamento del Partito repubblicano italiano, nella sede di via S. Brigida, a Napoli. In una nota del partito e' spiegato che nel corso dei vari interventi ''e' stata evidenziata la responsabilita' delle istituzioni locali che non intervenendo sulle numerose problematiche sociali ed economiche hanno compromesso le condizioni della convivenza civile e l'esercizio dei diritti e delle liberta' individuali''.

nuvolarossa
23-11-04, 20:49
Tolleranza zero

Non si può lasciare la città di Napoli nelle mani della camorra

Con sei morti ammazzati in un giorno, il sindaco di Napoli Rosa Russo Jervolino ha preso in considerazione l’ipotesi di una militarizzazione della città.

A leggere la dichiarazione del sindaco, ci pare che ella stessa non ci creda, per la verità, visto che riterrebbe più utile avere "fondi ed investimenti per centri di aggregazione sociale e civile", dove forse i camorristi possano andare a bere il caffè e a fare due chiacchiere; ma prendiamo atto che, dopo il governatore della Campania e il segretario dei Verdi Pecoraro Scanio, a suo modo anche il sindaco non esclude misure drastiche e l’intervento diretto del governo con l’esercito.

Evidentemente questi prestigiosi esponenti del centrosinistra sono contrari ad inviare i militari contro il terrorismo in Iraq, ma li ritengono utili per combattere la camorra. Possiamo nel complesso ritenerlo un passo avanti.

In verità il governo si è attivato immediatamente inviando 300 uomini di rinforzo a Napoli per svolgere compiti di intelligence, e cioè quello che più servirebbe per vedere se si possono colpire i fondi dei camorristi, oltre che le loro persone. Il problema è dunque di controllare e minare gli investimenti ed i lucri della camorra, prima di fare investimenti che potrebbero essere a loro volta passati al vaglio della criminalità nel napoletano. Ma, a parte gli aspetti teoretici che possono confrontarsi sulle misure da prendere per una efficace lotta alla criminalità, fa specie improvvisamente tanta agitazione a sinistra, tanta voglia di repressione. C’era anche negli anni passati, o è frutto di una sottovalutazione del fenomeno, che improvvisamente mostra la propria miopia? Ci si metta una mano sulla coscienza, prima di rispondere. Non vorremmo che si volessero riparare sotto l’intervento del governo i vizi e i difetti di impostazione che hanno contrassegnato le politiche svolte dagli enti locali nel fronteggiare il fenomeno criminale.

I militari possono servire, non c’è dubbio, ma non possono essere l’unico rimedio. Per colpire la camorra bisogna essere disposti a rivoltare la regione Campania come un guanto e non guardare in faccia a nessuno. E stando ai fatti di Potenza dobbiamo dare atto a chi, come il senatore Salvi, invita il suo partito e la sua coalizione "ad alzare la guardia". Questo vale per tutte le forze politiche, ovviamente. Il che significa, se non fosse abbastanza chiaro: tolleranza zero.

Roma, 23 novembre 2004

Garibaldi
09-01-05, 16:50
Se guardiamo alla realta' della Campania ho l'amaro in bocca nel vedere la scelta di un ex-repubblicano come Ossorio. Con la scusa dell'avversione al governo nazionale ha fatto convergere, sulle sue posizioni, moltissimi ex-amici repubblicani. La posizione di contrasto alla maggioranza del Pri e' legittima, fa parte della democrazia e dialettica interna ad una organizzazione, ma non puo' essere presa a pretesto, nella realta' e nel territorio locale, per tenere calza e bordone a formazioni politiche che nulla hanno a che fare con la risoluzione dei problemi della povera gente.
Anzi, localmente, in Campania, li hanno acuiti e resi a livello di terzo mondo. Continuare a spalleggiare il governatore Bassolino che rappresenta una delle esperienze piu' negative d'Italia nella amministrazione del territorio, e farlo con una sigla inventata "repubblicana", non e' corretto perche' macchia di incapacita' amministrativa e di amore per il "bene comune" anche chi invece non ha responsabilita' in questa condotta scellerata.
E' la collettivita' campana tutta che e' messa a rischio e noi Repubblicani dobbiamo gridarlo ai quattro venti che non siamo complici del medioevo bassolinano che oggi grava pesantemente sulla regione Campania.
Sarebbe stato credibile e onesto l'atteggiamento di questi ex-repubblicani, se, mentre si dichiaravano contrari al governo nazionale, avessero abbandonato Bassolino e la sua congrega di incompetenti al suo destino e riacquistata una autonomia che solo e soltanto e' difendibile all'interno del Partito Repubblicano, al di la' di ogni schieramento.
Ma la pratica e' stata quella del "predicar bene e razzolare male" come e' ormai diventato di moda nella maggior parte del mondo politico nostrano piu' attento all'arte del trasformismo che a quella della soluzione dei problemi dei cittadini.

nuvolarossa
14-01-05, 20:41
Nucara a Napoli e a Lamezia Terme

Il segretario del Pri è oggi a Napoli dove, alle ore 10,00, in via Santa Brigida, si inaugura la nuova sede regionale del Pri campano. All’incontro partecipano i quadri regionali e provinciali del Pri.

Lunedì 17 gennaio Nucara parteciperà alla Direzione Regionale del Pri calabrese che si terrà alle 14,30 a Lamezia Terme.

nuvolarossa
15-01-05, 19:34
http://www.nuvolarossa.org/images/library/simbolo_pri_20-01-2005.jpg

Questa mattina, alle 10,30, verrà inaugurata la nuova sede regionale e provinciale di Napoli del Partito repubblicano italiano, in via Santa Brigida, 76.
Nell’occasione gli iscritti discuteranno di come «costruire l’alternativa politica alla sinistra di potere». Interverranno il referente politico nazionale per la Campania, Bruno Trezza, e il segretario nazionale del Pri, Francesco Nucara, viceministro dell’Ambiente.

.................................................
la notizia e' apparsa in tutte le edizioni del Mattino di tutte le Provincie della Campania

Giuseppe Gizzi
17-01-05, 00:07
REPUBBLICANI DEMOCRATICI E DEMOCRAZIA REPUBBLICANA promuovono:
> "UN PATTO REPUBBLICANO PER L'ITALIA LAICA"
> Roma, sabato 15 gennaio 2005, ore 15 Centro congressi Conte di Cavour, via CAVOUR
> intervengono:
>
> GIUSEPPE OSSORIO : consigliere regionale della CAMPANIA dei Repubblicani Democratici
> GIANPIERO PIERACCINI : coordinatore regionale della TOSCANA di Democrazia Repubblicana
> ANTONIO GUARIGLIA : presidente del consiglio comunale di SALERNO
> ERNESTO PAOLOZZI : associazione per la Democrazia Liberale
> ALBERTO PINCIONE : coordinatore del Comune di CARRARA di Democrazia Repubblicana
> GIORGIO RAFFI : assessore al Comune di MASSA
>
>
>
> A questa importante manifestazione costitutiva, organizzata dai REPUBBLICANI DEMOCRATICI della Campania e dal MOVIMENTO di DEMOCRAZIA REPUBBLICANA della Toscana, sono intervenuti Consiglieri comunali, amministratori repubblicani e delegazioni di amici repubblicani provenienti dalla Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Liguria, Lazio, Abruzzo, Basilicata e Sicilia, nonchè dalla Campania e dalla Toscana. Essi si doteranno, nella riunione plenaria del prossimo mese, di uno Statuto aperto a tutti i repubblicani, senza volontà di annessione e leadership precostituite.
I convenuti hanno concordato di dare vita ad una Federazione fondata su base "paritaria" che opera nella coalizione di centro sinistra, aperta al contributo di tutti i repubblicani e liberaldemocratici che vogliono rimettere al centro dell'agenda politica del paese proposte di impostazione repubblicana.
Essi si riconoscono nell'Eldr e vogliono organizzare, su quei principii, i tanti repubblicani che si riconoscono in una politica di equità sociale e di garanzia delle libertà individuali e collettive, ricordando la grande lezione del pensiero democratico. Lotteranno per il riscatto del Mezzogiorno, come grande occasione di sviluppo italiano; contro il dominio della proprietà dei mezzi di comunicazione televisivi, che in Italia opprime la libertà della libera circolazione delle idee; per la libertà della ricerca scientifica; per un Parlamento europeo con effettivo e forte potere legislativo.
Si è ribadita la volontà, perdurante il sistema bipolare, di scegliere il centro sinistra quale polo con il quale contrarre alleanze elettorali, in vista delle elezioni regionali del 2005 e delle elezioni politiche del 2006.
>
> Giuseppe Gizzi

nuvolarossa
17-01-05, 10:55
Cdl, Martusciello incorona Taglialatela

A passo felpato vero le elezioni. Mentre il centrodestra si appresta a incoronare Marcello Taglialatela, segretario regionale di An, candidato alla Regione, Bassolino ieri ha aperto la campagna elettorale. Il nome di Taglialatela sarà ufficializzato mercoledì a Roma nel vertice della Cdl. Ma già ieri il viceministro e coordinatore regionale di Forza Italia Martusciello ha ammesso: «C’è stato un ampio confronto per individuare una candidatura di profilo autorevole, forte, riconosciuto dai partiti e con esperienza di gestione regionale. Taglialatela ha sicuramente queste caratteristiche». Su Taglialatela non pone pregiudiziali il Nuovo Psi, che pure ieri ha proposto la candidatura della radicale Emma Bonino. «Sarebbe una candidatura molto forte per i temi legati al valore internazionale della nostra regione. Comunque, non c’è divisione, tutti vogliamo lavorare per scegliere il candidato migliore», ha spiegato il viceministro Stefano Caldoro che ieri è stato eletto segretario regionale del partito. Intanto, ieri il Pri ha inaugurato a Napoli la nuova sede. «Le prossime elezioni - ha detto il viceministro all’Ambiente Nucara - sono l’occasione per mostrare l’insufficienza della gestione Bassolino». Nel centrosinistra, Bassolino, intervenendo al congresso della sezione Ds di San Giovanni a Teduccio, ha invece lanciato il proprio slogan: ascoltare, ascoltare, ascoltare. «Quello che vorrei avviare insieme a voi, oggi, è il lavoro più importante di questa campagna elettorale: un lavoro capillare, attentissimo, di ascolto. Tra la gente, nei luoghi di lavoro, in ogni casa». E, poi, quel verbo ripetuto tre volte. «In questi cinque anni - ha aggiunto Bassolino - abbiamo svolto un’azione di governo incisiva, di rinnovamento e di svolta. Ma proprio perché consapevoli dei tanti passi avanti, dobbiamo essere attenti verso ciò che non ha funzionato, verso i limiti della nostra politica. Dobbiamo saper comprendere ciò che ci viene richiesto, le domande importanti alle quali ancora non abbiamo saputo dare risposta». Bassolino ha annunciato di voler seguire il metodo della concertazione: le prossime settimane incontrerà i settori sociali e le categorie più diverse «per ascoltare le richieste e le critiche che vengono da tanti ambienti, anche e soprattutto da quelli con i quali non siamo riusciti in questi anni a instaurare un dialogo». Parole che hanno esaltato la platea ds ma provocato la reazione del suo prossimo sfidante. «Quella di Bassolino mi sembra una dichiarazione tardiva e inutile visto che finora ha preferito chiudersi con i suoi consulenti in una torre d’avorio», ha osservato Taglialatela. Bassolino, a San Giovanni a Teduccio, non si è invece soffermato sul tema che in questi giorni più tiene banco nel centrosinistra: la lista unitaria. Che il governatore sia d’accordo sul listone non vi sono dubbi. Ma altrettanta certezza, nel non volerlo, c’è nella Margherita, sebbene tra i dielle ci sia chi domani, nella direzione regionale, cercherà di convincere De Mita a cambiare idea. Ieri il vicecoordinatore del partito ha però raffreddato queste aspirazioni. «Taluni esponenti della Margherita - ha commentato Bruno Cesario - rilanciano fuori tempo massimo la lista unitaria. Sembra che non vogliano prendere atto che una scelta diversa è già stata formalmente adottata dalla direzione regionale e implicitamente dall’ultima direzione nazionale con il lodo 9+5 che tiene conto delle diverse sensibilità e opportunità sul territorio». E il presidente regionale della Margherita, Scalera, ha aggiunto: «La direzione non è chiamata a pronunciarsi sulla lista unitaria. C’è già una decisione precisa, adottata in modo pressoché unanime dalla direzione, a favore della lista autonoma». p.mai.

nuvolarossa
17-01-05, 10:59
NUOVA SEDE PRI Inaugurata da Nucara.
Il viceministro per l’Ambiente e segretario nazionale del partito Vincenzo Nucara ha inaugurato la nuova sede regionale e provinciale del Pri, in via Santa Brigida. Alla manifestazione ha partecipato anche il responsabile regionale, Antonio Trezza.

http://www.nuvolarossa.org/images/library/simbolo_pri_20-01-2005.jpg

nuvolarossa
18-01-05, 20:36
Napoli: inaugurata la nuova sede regionale del Pri/Con il segretario nazionale il prof. Trezza responsabile della Campania

Le insufficienze della gestione Bassolino

Si è tenuta a Napoli una manifestazione in occasione della apertura della nuova sede regionale e provinciale del PRI a Napoli in Via S. Brigida, n. 76. È questo il primo segno concreto della riorganizzazione del partito in Campania; riorganizzazione che prelude al rilancio della presenza repubblicana nella regione e nella città.

Alla manifestazione hanno partecipato l’On. Nucara, viceministro per l’Ambiente, e segretario nazionale del partito, il Prof Trezza, responsabile nazionale per la Campania, l’avv. Bevilacqua, segretario organizzativo regionale, l’On. Arpaia responsabile politico provinciale ed altri esponenti del partito.

L’On. Nucara ha osservato come la presenza operativa del PRI fugherà rapidamente la confusione ingenerata dall’uso illegittimo del simbolo dell’edera da parte di organizzazioni e persone non autorizzate, ed a suo tempo debitamente diffidate a tal proposito, in quanto non appartenenti al partito e, comunque, posizionate su linee politiche e schieramenti del tutto antitetici.

La prossima campagna elettorale per le regionali, che vedrà il PRI attivamente impegnato, è l’occasione -ha inoltre affermato l’On.Nucara- per mostrare, al di là degli schieramenti, l’insufficienza della gestione Bassolino della regione che oggi attraversa la sua condizione più difficile. La criminalità ha raggiunto livelli mai visti in precedenza e ad essa si accoppia una condizione insostenibile di disoccupazione contro la quale non è stata posta in essere misura alcuna, per cui l’un fenomeno ha alimentato l’altro. La stessa vita civile della regione, e della città di Napoli in particolare, ha raggiunto i suoi livelli più bassi nel degrado della sanità, nell’assenza di un piano per lo smaltimento dei rifiuti, per la mancanza di un quadro coerente per la gestione dell’acqua e del disinquinamento.

La denuncia di questa gestione e la necessità di cambiare saranno i temi portanti della campagna elettorale del PRI in occasione della prossima tornata elettorale.

nuvolarossa
13-03-05, 00:57
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nuvolarossa
20-03-05, 11:28
Napoli e la retorica luttuosa

Ogni qualvolta muore un ragazzo per mano di questa assurda guerra di camorra che sta insanguinando Napoli, ci si interroga stupiti e addolorati sulle ragioni che si celano dietro atti così cruenti facendo riaffiorare temi come il disagio sociale, l’assenza di sbocchi alternativi e di un sostegno concreto alle famiglie che vivono nei quartieri di periferia. Psicologi ed esperti si accalcano nell’elencare le cause di drammi imputabili alla società, intesa nel modo più ampio e generico per giungere alla conclusione che i colpevoli di queste giovani vittime siamo noi tutti. Insomma, un concentrato di demagogia e luoghi comuni oltre che di pericolose semplificazioni della realtà perché si tende in questo modo a coprire le responsabilità dei singoli per le proprie azioni.

La verità è ben diversa perché le persone perbene, anche se povere, non si piegano a certe logiche senza smarrire il confine tra il bene ed il male.

Se un ragazzo di 14 o 15 anni è un piccolo delinquente probabilmente lo si deve all’ambiente nel quale è cresciuto, alla famiglia che lo ha allevato, ma le colpe non sono della società. C’è chi sceglie la delinquenza come stile di vita, che non si sognerebbe nemmeno lontanamente di ribellarsi ad un sistema che pone al vertice chi detiene il potere con arroganza e prepotenza.

Se è vero che la paura di esporsi prende in ostaggio intere comunità che non possono contare su un adeguato supporto delle istituzioni e delle forze dell’ordine costringendole ad adeguarsi allo status quo, è altrettanto vero che esiste una fetta della società che è marcia nella sua essenza: è quella che si compiace ed esalta le figure di tanti boss di quartiere perché questi simboleggiano un certo modo di detenere il potere ed il controllo della zona e che facilmente si tramutano in modelli da eguagliare o da rimpiazzare.

Quel che è ancora più inquietante sono le rappresentazioni di questa cultura e di questo modo di intendere il “rispetto” in occasione dei funerali di giovani vittime di una guerra più grande dei loro stessi capi. Vittime di una scelta che è innanzitutto propria e dei familiari, piccoli criminali che vengono osannati come eroi. Sono scene che si ripetono sistematicamente: oggi per il quindicenne di Caivano ucciso dalle forze dell’ordine nel corso di un inseguimento dopo una rapina, o per il quattordicenne di Villaricca “punito” per aver osato rubare uno scooter alle persone sbagliate. Bare bianche che si fanno largo tra una folla che applaude una vita sconfitta e che inveisce contro la polizia “assassina” colpevole di aver svolto il proprio compito a rischio dell’incolumità di agenti, anch’essi giovani o padri di famiglia la cui scelta di vita è stata ben diversa, o contro le telecamere poste lì ad infangare l’immagine e la memoria di quello che era poco più di un bambino, ma anche un ladro di periferia.

E’ giusto rispettare il dolore dei cari, meno accettare frasi fatte e ricattatorie volte a trasferire altrove le responsabilità di una vita sbagliata: “siamo abbandonati a noi stessi”, “questa società non offre molto”, “dov’era lo Stato quando per crescere i nostri figli siamo stati costretti a rubare o a fare altro?”. Ma nessuno si chiede cosa si è fatto per migliorare e cambiare la vita dei propri figli, sottraendoli alla logica delle pistole e della sopraffazione del prossimo. Ho visto un ragazzo nascere in quartiere che non è un modello di civiltà e di vivibilità ma a due passi dal centro della città: nella sua vita di adolescente ha avuto tutto da un padre fin troppo premuroso, ma la sua scelta è stata quella delle bande, esaltandosi dinanzi al gusto di un furto e finendo la sua triste esistenza contro un camion mentre fuggiva a tutta velocità su una moto rubata con una pistola nei pantaloni.

Non esiste una società colpevole, ma esistono persone che scelgono il crimine. Se si parte da questo assunto sarà possibile creare una società diversa e possibilmente non immersa nella sua inutile retorica.

Paolo Carotenuto

nuvolarossa
26-03-05, 00:16
Caos rifiuti in Campania/Nucara: soluzione positiva

Francesco Nucara, viceministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, ha espresso viva soddisfazione per l' approvazione, da parte del Senato, in data 23 marzo 2005, del Disegno di Legge di conversione del DL 17 febbraio 2005 n. 14, recante "misure urgenti per fronteggiare l'emergenza nel settore dei rifiuti nella Regione Campania".

Il decreto legge, che aveva già grande valenza economica e sociale, dopo le modifiche apportate assume un significato ed una importanza ancora maggiore. Tale testo prevede all'art. 4 la possibilità, per fronteggiare la gravissima crisi finanziaria determinatasi nel settore dei rifiuti in Campania, di trasferire fondi sulla contabilità speciale intestata al Commissario delegato per l'emergenza ambientale, anche attraverso apposite operazioni finanziarie su base pluriennale, ai cui oneri si provvede nell'ambito delle disponibilità del bilancio regionale.

"La proposta del Governo di inserire misure urgenti anche per la Calabria - secondo Nucara - è di grande rilievo, soprattutto, perché prevede, in relazione allo stato di emergenza ambientale in atto nella Regione, l'adozione di ordinanze di protezione civile volte ad assicurare il compimento di tutte quelle attività relative alle tariffe per lo smaltimento dei rifiuti e per la depurazione delle acque".

E' prevista inoltre la nomina di appositi commissari delegati con poteri sostitutivi in caso di inadempimento degli Enti Locali.

Il viceministro ha provveduto immediatamente ad informare il Commissario delegato per l'emergenza ambientale in Calabria, Dott. Domenico Bagnato, dell'approvazione della norma aggiuntiva.

Il decreto legge, ora passa all'esame della Camera dei deputati per l'approvazione definitiva.

nuvolarossa
04-04-05, 22:37
http://www.nuvolarossa.org/images/library/pricampania20050404.gif

Giuseppe Gizzi
06-04-05, 09:40
Devo dire in tutta onestà che il risultato del Pri in Campania non è male: 0,9%, nonostante che le liste repubblicane fossero 3. Oltre alla nostra corazzata dei "Repubblicani Democratici" che ha conquistato l'1,4%, con quasi 41 000 voti di lista e rieletto Giuseppe Ossorio, c'era anche il Mre. E questo nonostante il sito nazionale del Pri non abbia nemmeno messo on line la lista, sintomo credo di non grandi speranze per essa. Forse la lista del Pri in Campania si è giovata dell'ultimo abbandono di Santoro ed è riuscita a fare emergere potenzialità inespresse. Se sommiamo i voti delle 3 liste in Campania ( sebbene in politica 2+2 non fa mai 4) siamo al 3,2%, percentuali da anni '80.... Siamo ormai l'ultima riserva dei mohicani...

Giuseppe Gizzi
08-04-05, 21:42
Successo dei Repubblicani Democratici alle elezioni regionali della Campania
Rieletto Giuseppe Ossorio


redazionale




I fatti parlano da soli. La lista "Repubblicani-democrazia liberale" ha conquistato un seggio pieno, ottenendo circa 41.000 voti, ossia ben 10.000 in più di quelli ottenuti nel 2000 con la lista del PRI. Il capolista, il rappresentante storico dei repubblicani in Campania, Giuseppe Ossorio, ha superato le 4.200 preferenze, ed è risultato essere dell'area politica repubblicana, l’unico eletto in una lista proporzionale in tutta Italia, così come già accadde nel 2000.

Il successo della lista è ancor più evidente se si pensa alla difficile condizione verificatasi in Campania, alla presenza, cioè di ben ventuno simboli, tre dei quali si richiamavano alla tradizione del repubblicanesimo.

E’ ancora prematuro addentrarsi in un’analisi dettagliata del voto, che compiremo, assieme ai candidati e agli intellettuali vicini alla nostra cultura politica, nei prossimi giorni. Ma è già possibile stabilire alcuni punti fermi. Innanzitutto, la netta sconfitta del centrodestra e lo spostamento dei voti intercettati dalle liste centriste del centrosinistra.

In Campania, inoltre, è stata premiata la scelta della coerenza dei Repubblicani Democratici con i valori della sinistra democratica e riformista, in sintonia col nuovo clima che attraversa l’intero paese e l’attività concreta e riformatrice compiuta in Consiglio regionale con l’approvazione di leggi fondamentali per lo sviluppo sociale, civile ed economico della regione, come quelle sulla ricerca scientifica e l’Università firmate da Giuseppe Ossorio. E’ stato premiata, ancora, la scelta di costruire, assieme ai Democratici liberali di Valerio Zanone ed Ernesto Paolozzi, un soggetto politico nuovo che, pur richiamandosi alle tradizioni del repubblicanesimo e del liberalismo democratico, ha cercato, nel linguaggio e nelle iniziative, di presentarsi alle nuove generazioni come una novità, nel grigio quadro politico italiano e campano.

Ciò che infatti appare indispensabile oggi è promuovere, nell’ambito del centrosinistra, un'area politica liberal-democratica ed autonoma capace di modernizzare la politica socialista e cristiano-sociale già fortemente rappresentata nella coalizione dell’Unione, stante l'odierno modello bipolare del sistema politico italiano.

Con il risultato della Campania sono state gettate le prime fondamenta di un movimento che anche in altre parti d’Italia sta radicandosi fra le forze intellettuali e politiche più attente allo sviluppo concreto del nostro paese, alla sua reale integrazione con l’Europa. L'augurio è che i tanti repubblicani sparsi in Italia sappiano non disperdere i loro valori autentici, riorganizzandosi.



www.repubblicanidemocratici.it

Evergreen
09-04-05, 16:16
Mi congratulo con Ossorio e spero vivamente che faccia una riflessione tale che lo porti, fuori dai suoi interessi personali, a lavorare per il rientro nel Partito repubblicano, unico soggetto in grado di garantire per il futuro una speranza di laicita' .
Plaudo ai dirigenti campani del Pri che hanno garantito la visibilita' ed il successo delle liste repubblicane.
Non credo che sia una grossa dose di merito partecipare al dissesto della Campania assieme alle truppe di Bassolino che hanno ridotto una regione ed un popolo ingannato solo dalla demagogia e dal populismo, quasi a livello delle amministrazioni monarchiche di Achille Lauro.
Grazie.

nuvolarossa
06-05-05, 19:01
Napoli: riunito il coordinamento delle Regioni del Sud/In agenda i fondi strutturali, le infrastrutture, la difesa del suolo e l'innovazione

L'impegno dei laici per il Mezzogiorno

"Dare più voce al Sud, in Europa e verso il Mediterraneo": è questo l'obiettivo, ma anche lo slogan, dei presidenti delle otto regioni meridionali che hanno dato vita al primo coordinamento regionale, dopo le elezioni del 3 e 4 aprile.

Antonio Bassolino (Campania), Salvatore Cuffaro (Sicilia) Vito De Filippo (Basilicata), Ottaviano Del Turco (Abruzzo), Michele Iorio (Molise), Agazio Loiero (Calabria), Nichi Vendola (Puglia) sono i presidenti che si sono riuniti a Napoli per definire il programma e gli obiettivi dei prossimi incontri, nei quali affronteranno in maniera coordinata i diversi temi inerenti all'attività delle loro regioni.

L'idea era nata nell'incontro dei presidenti del centrosinistra con i vertici dell'Unione e con Prodi a Roma, qualche settimana fa, ed era stata perfezionata con l'estensione dell'invito a tutti i presidenti delle regioni meridionali, indipendentemente dal loro colore politico ed infatti erano presenti a Napoli anche il presidente della Sicilia Salvatore Cuffaro e del Molise Michele Iorio, entrambi espressione dello schieramento di centrodestra.

Gli obiettivi programmatici definiti a Napoli riguardano la programmazione dei Fondi U.E. 2003/2007 che sembrano essere ai primi posti dell'interesse dei presidenti per l'impatto che hanno sull'attività concreta delle regioni; le infrastrutture e i trasporti, che alla luce delle esperienze avute necessitano di forti e continui rapporti interregionali; la difesa del suolo e prevenzione delle calamità naturali che, nelle regioni del sud si stanno susseguendo con intensità e frequenza per cui, come nel caso di Cerreto in Calabria, si è reso necessario l'intervento della Protezione civile; la ricerca e l'innovazione senza i quali nessuno sviluppo è possibile; il turismo la cui promozione all'estero va fatta in maniera raccordata e che si rende più che mai necessaria per fronteggiare la concorrenza degli altri paesi del mediterraneo ed infine le politiche sociali, diventate indispensabili in regioni afflitte da una disoccupazione cronica e da un invecchiamento crescente.

Per ora un indice di temi da approfondire in riunioni specifiche che si terranno una volta al mese in regioni scelte a seconda le diverse esigenze oppure a Roma: un coordinamento che non ha per adesso alcun "coordinatore fisso" e che nominerà di volta in volta un delegato che avrà il compito di monitorare lo stato di avanzamento dei progetti e le scelte decise.

La riunione di Napoli ha per ora evitato il pericolo paventato al momento dell'annuncio dell'iniziativa, vale a dire la costruzione di un velleitario fronte delle regioni contrapposto al Governo centrale che oltre a pregiudicare il ruolo istituzionale della Commissione Stato/Regioni avrebbe avuto un impatto negativo sull'opinione pubblica, specie nel momento che il governo ha rimesso in primo piano, attraverso l'istituzione di un Ministero per la Coesione il problema del Mezzogiorno, penalizzato nella prima fase dell'esperienza governativa dalle riserve del cosiddetto asse del Nord.

In questa direzione la dichiarazione di Bassolino: "La Padania è qualcosa di inesistente, il Mezzogiorno è una realtà storica" esprime in pieno il cammino nel corso del quale è maturato l'impegno di quei meridionalisti che hanno sempre messo al centro della loro attenzione politica e culturale la questione meridionale, nell'obiettivo di riequilibrare le condizioni economiche e sociali delle regioni del nord e del sud. In questo impegno hanno scritto pagine indimenticabili, compiuto analisi rigorose, avanzato proposte operative quei meridionalisti che facevano riferimento all'area culturale e politica laica e cattolica, alcune volte in polemica, ma spesso uniti negli obiettivi, con quelli dell'area marxista. Le leggi speciali, l'intervento straordinario, l'istituzione della Casmez, la riforma agraria, la bonifica, l'elettrificazione dei paesi e delle campagne, l'acqua e la costruzione del sistema idrico, la creazione delle infrastrutture e ‘industrializzazione furono i temi che assieme all'apertura all'Europa caratterizzarono quelle proposte rimaste, purtroppo, spesso minoritarie di fronte alle logiche e al peso dei grandi partiti di massa, sia di maggioranza che di opposizione.

L'iniziativa del coordinamento delle Regioni meridionali va quindi seguita e sostenuta, ma con i riferimenti culturali, naturalmente aggiornati, prima indicati e senza scadere nella costruzione di un fronte regionalista contrapposto al Governo, le cui iniziative dovranno essere valutate con rigore ma senza pregiudizi. Il coordinamento non potrà, nello stesso tempo, diventare il punto di riferimento politico di un'area geografica contrapposta alla cosiddetta "Padania" leghista , perché questa rimane sempre un'invenzione suggestiva ma che non può andare oltre la propaganda elettorale.

Pino Vita

nuvolarossa
22-06-05, 19:25
http://www.ilriformista.it/imagesfe/berl-pistolero1452_img.jpg

Giuseppe Gizzi
27-06-05, 10:09
Cotroneo, Ossorio e Paolozzi: un dialogo sul futuro della democrazia
I parte di 2



I Argomento: Dopo la caduta del Muro di Berlino sembrava che per la democrazia liberale e per i valori del repubblicanesimo ci sarebbe stata una sorta di vittoria definitiva. Bisogna ammettere che non è stato proprio così. La democrazia liberale nel mondo è ancora, per taluni aspetti, minoritaria, e non sappiamo se l’Occidente abbia ancora la capacità di esportare il proprio modello politico senza usare necessariamente la forza.



Ne abbiamo discusso con Girolamo Cotroneo, ex Presidente della Società Filosofica Italiana e, per anni, assiduo collaboratore della rivista “Nord e Sud” di Francesco Compagna, Ernesto Paolozzi, filosofo di ispirazione liberale, Giuseppe Ossorio, Consigliere regionale della Campania e fondatore dei Repubblicani Democratici, assidui collaboratori del nostro sito.



Girolamo Cotroneo, che negli ultimi anni di vita di “Nord e Sud” fu, per tanti aspetti, l’ispiratore ideologico della storica rivista, sostiene che “la caduta del muro di Berlino è stata la genesi pratica del famoso libro di Francis Fukuyama, La fine della storia, apparso nel 1992, ma preceduto, nel 1989, da un articolo con lo stesso titolo. Un libro forse maltrattato più di quanto meritasse, ma che certamente leggeva la storia adoperando in maniera un poco troppo disinvolta la dialettica hegeliana: caduto l’ultimo avversario “storico”, il comunismo, il liberalismo, sosteneva il politologo nippo-americano, non aveva più di fronte a sé (e invece c’erano e come) ideologie forti in grado di fermarne la diffusione al livello mondiale, Se la storia, secondo Hegel, è «il progresso nella coscienza della libertà», questo traguardo sembra ormai definitivamente raggiunta.”

Cotroneo continua: “Che si trattasse soltanto di un’illusione è ovvio; non a caso Samuel Huntington nel suo denso volume Lo scontro tra le civiltà, apparso nel 1996, replicò che la fine del mondo bipolare contrassegnato dalla “guerra fredda” tra liberalismo e comunismo aveva trovato, o creato, un mondo multipolare, di cui l’Occidente era soltanto uno dei poli, che inoltre non aveva più la capacità di attrazione che aveva avuto in passato. La presenza, accanto a quella occidentale, di culture e civiltà “forti”, affatto estranee alla democrazia liberale, e la loro volontà di non lasciarsi fagocitare da quest’ultima, rende molto difficile pensare che possa sostituire visioni del mondo (la democrazia liberale non è soltanto una tecnica di governo, ma, appunto, una vera e propria Weltanschauung) con le quali nulla ha in comune. L’idea poi – che pure qualche favore incontra – di imporla con la forza mi sembra talmente in contraddizione con i principi stessi del liberalismo, da doverla escludere più ancora che a livello di possibilità politica, nei nostri stessi pensieri. Parafrasando Schopenhauer, direi che la democrazia liberale è come la fede o l’amore: non si possono imporre.”

Paolozzi sostiene: “Indubbiamente, il ragionamento svolto da Cotroneo non fa una piega, né in punto di principio né in punto di fatto. Perché una visione storicistica com’è la nostra non può mai pensare che la storia si fermi, che i contrasti che la animano si appianino per sempre. La libertà non vince e non perde mai definitivamente e, infatti, sconfitti alcuni nemici, ne sono subito apparsi all’orizzonte tanti altri. Ciò però deve indurci a riconsiderare il liberalismo da un punto di vista più generale. Ossia come un metodo di interpretazione della realtà e, assieme, una fonte ispiratrice della prassi politica, dell’impegno individuale. Per questa ragione non possiamo più misurare il tasso di democrazia liberale secondo i parametri dell’Ottocento o anche della prima metà del Novecento, come oggi siamo abituati a fare quando ci attardiamo in polemiche fra liberisti e statalisti, liberali conservatori e libertari.”

Ossorio aggiunge: “Certo, se cerchiamo di tradurre sul terreno politico e sul terreno economico ciò che è stato finora detto, dobbiamo avere il coraggio di dire che il repubblicanesimo e il liberalismo classici devono per noi rappresentare un punto di riferimento generale, come per un cristiano i Vangeli. Ma sul piano della politica attuale vanno individuati obiettivi concreti da raggiungere, altrimenti si rischia qualcosa di simile a ciò che sta accadendo in Europa. Penso infatti che abbia ragione Blair. Per tornare agli ideali del vero europeismo, che sono poi, sostanzialmente, ideali liberali e repubblicani, sia necessario oggi costruire una nuova Europa, perché se si rimane quasi superstiziosamente legati ai principii di Mastricht si va incontro ad un sicuro fallimento. La polemica non deve essere fra europeisti ed antieuropeisti, ma fra vecchi e nuovi europeisti.”







II argomento: Veniamo all’Italia, la quale vive una sorta di crisi nella crisi europea. Da noi, infatti, oltre ai problemi già esposti, non sembra neanche mettersi in moto l’alternanza di governo fra forze di ispirazione socialista e liberale come avviene in altre grandi democrazie occidentali.



Cotroneo risponde con nettezza: “E’ così, infatti i due schieramenti italiani – quali che siano le idee e le dichiarazioni dei loro leader – hanno al loro interno sacche (o enclaves) non irrilevanti, affatto ostili al liberalismo. Questo perché sono coalizioni di partiti assai diversi tra loro per storia e cultura, che si uniscono soltanto per ragioni elettorali, evitando chiarimenti politici definitivi. Che cosa hanno in comune i liberali (ce ne sono) di Forza Italia, i cattolici democratici di Follini e Casini con la Lega Nord? E che cosa la Margherita e parte autorevole dei Ds hanno in comune con Pecoraro Scanio, Bertinotti e Diliberto? Se non si riuscirà a creare – non sta a me dire come, ovviamente – un partito davvero, e non soltanto velleitariamente, riformista, credo che il futuro di questo paese non sarà grandioso”.

Ossorio sottolinea: “Ecco, questo è il punto nodale. La incapacità di entrambi gli schieramenti di costruire due partiti, o almeno due raggruppamenti, che abbiano una nitida fisionomia politica, un riconoscibile progetto economico, una comune ispirazione ideale. Diciamolo francamente, i repubblicani e i liberali, pur di grande prestigio, di centro sinistra e di centro destra, come Meccanico e Zanone, Pera e Urbani, non sono riusciti, in questi anni, a condizionare gli schieramenti i quali sono, come ha giustamente detto il professore Cotroneo, degli ibridi, degli ircocervi, per dirla con le parole di un filosofo caro a Cotroneo e a noi, per cui è effettivamente difficile immaginare una transizione tranquilla e, per così dire, fisiologica del nostro paese, tanto è vero che finalmente si parla di tendere ad un maggioritario mite. Temo anzi (ma forse potrebbe essere un bene) che da qui alle elezioni, ma certamente nella prossima legislatura, i colpi di scena possano essere ancora molti, perché troppi partiti sono legati esclusivamente ai leader, altri non hanno radici storiche profonde, altri sono in pieno travaglio ideologico, per cui non è facile intuire dove approderanno.”

Paolozzi aggiunge: “E’ così. E vorrei dire che non mi meraviglierei se, a metà della prossima legislatura, non ci trovassimo a dover affrontare una nuova rivoluzione parlamentare, mentre il paese cosiddetto reale attende invece non tanto o non soltanto risposte concrete a singoli problemi (in fondo questa è la retorica della praticità) ma quanto un’ispirazione politica di fondo, una guida morale, economica e politica che sappia dare speranze, che sappia dimostrare di essere all’altezza del grande confronto fra culture e civiltà diverse che trovano, per ora, un punto di convergenza soltanto nella più pazza e sfrenata concorrenza economica. Che tutto è tranne che la concorrenza liberale.



Le interviste sono state curate dalla Professoressa Lea Reverberi.

nuvolarossa
27-06-05, 16:15
Caro Gizzi ... a me sembra di individuare, in questo dialogo da te riportato, alcune contraddizioni di fondo non perfettamente risolte ed alcune analisi svolte sulla base di alcuni pilastri posti come inizio del ragionamento ma che, secondo me, sono errati ... intanto dico subito che mi sembra azzardato parlare di schematismi ideologici affiancandoli alla nobile storia della rivista "Nord e Sud" dove Compagna era solito esprimere tensioni ideali molto pragmaticamente legate a quegli obiettivi meridionalistici che dovevano portare le regioni del Sud ad aquisire condizioni di vita e di lavoro non difformi da quelle settentrionali ... e non si attardava mai in battaglie "contro" .. ma sempre in battaglie a "favore" anche per l'alta ispirazione che ne faceva un intellettuale di stampo europeo .... ed uno statista legato alla analisi dei problemi e delle soluzioni da dare a questi ... senza preclusione di schieramenti preventivi .... seguiva cioe' l'imprinting Repubblicano ... "prima i programmi e poi gli schieramenti" ... e non invece come sembra essere organizzato il movimento di Ossorio ... proteso, come si legge in tutte le pagine del sito, ad autodefinirsi in una visione ideologica di scuola repubblicana ... ma mancante della peculiarita' prima di tale scuola ... cioe' l'analisi dei problemi ... e nel Meridione ed in Campania non si puo' dire che non abbondino i problemi ... non solo irrisolti ... ma addirittura incancreniti da amministrazioni di sinistra (a parole) che nulla hanno da spartire con i problemi della gente campana ... e che Ossorio ha avallato e sostenuto ...
Secondariamente mi sembra alquanto inesatto datare alla caduta del muro di Berlino la crisi del Liberalismo e del Repubblicanesimo .... la crisi del Liberalismo era gia' iniziata da parecchio tempo prima ... mentre quella del Repubblicanesimo non era per nulla iniziata ... ricordo infatti che nel 1992 il Pri ottenne il 4,4% alla Camera e il 4,7% al Senato .... risultato piu' che soddisfacente nel pieno di una crisi che vedeva coinvolti tutti i maggiori partiti della Repubblica ... e che, ancor'oggi, con il proprio simbolo e la propria storia, rimane a testimoniare la caparbieta' di chi cerca con le unghie e con i denti di salvaguardare la nobile tradizione di una forza democratica e riformista che affonda le proprie radici in oltre 110 anni di Storia ...
La crisi semmai e' iniziata ... colpevolmente ... a causa del maniacale ed antidemocratico sistema elettorale "peggioritario" che ha contribuito a "spaccare" tutte le famiglie politiche italiane (e quella Repubblicana per ultima) ... i cattolici ... i liberali ... i socialisti ... financo i radicali ....
Ma il sistema elettorale non e' l'unico agente colpevole di questo processo ... ad esso si sono collegati, con ampie responsabilita', anche quelle figure di ex-repubblicani che sono usciti singolarmente o a frotte ... in tempi diversi ... con diverse giustificazioni e sfumature ... ed hanno contribuito notevolmente ad "indebolire la famiglia Repubblicana .... ecco ... a costoro ci sarebbe di chiedere che si tacciano ... soprattutto quando recitano la farsa dell'impegno per costruire una casa democratica comune che, nella realta', hanno cercato di sfasciare ... e che comunque rimane ... viva e vegeta ... ma non a loro dispetto bensi' come ancora di salvezza e speranza per quello che la storia di questi anni finira' per insegnargli ad essere un loro, anche se tardivo, ravvedimento ...

http://www.nuvolarossa.org/

Giuseppe Gizzi
27-06-05, 16:54
Caro Nuvola, sono in parziale accordo con alcune tue tesi ed in completo disaccordo su altre.
1) Condivido pienamente la tua analisi sui guasti provocati dal sistema peggioritario, che ha diviso le famiglie politiche storiche e condotto a questa stravagante personalizzazione della politica che sta conducendo il paese alla deriva;
2) Su Ossorio non condivido nulla del tuo giudizio. Egli è infatti stato tra i principali collaboratori di Francesco Compagna. Fu lo stesso Compagna, all'apice della sua carriera politica che lo volle segretario provinciale del Pri a Napoli negli anni settanta. Egli, inoltre ha salvato il Pri in Campania, quando lo raccolse esanime nel 1993, e lo ha condotto ad essere presente, nell'unica area metropolitana del paese. Il Pri purtroppo è infatti irrilevante a Roma, Torino, Milano, Genova, Bologna e Firenze. Ha avuto, amio modesto avviso anche il merito di riavvicinare intellettuali di area laica e penso a Tullio d'Aponte, che dopo Francesco Compagna, ha assunto la cattedra di Geografia Economica all'Università Federico II ed altri di matrice liberale come Ernesto Paolozzi tra i massimi studiosi italiani di benedetto Croce. Poi siamo usciti dal Pri insieme a lui nel 2002, e credimi, non è stata nè una decisione facile nè indolore. Ma purtroppo, abbiamo dovuto prendere atto che non solo il Pri si era avviato a convivere a braccetto con un partito vergognosamente anti-meridionalista senza battere ciglio (non so se Compagna fosse stato vivo cosa avrebbe detto di Bossi e dei suoi), ma anche che dall'alto vi erano imposizioni vincolanti per le alleanze locali, così da mortificare le scelte prese dagli organismi locali;
3) Sul centro-sinistra e sulle nostre alleanze con loro, beh cosa dire... Parlariamo invece del paese di Bengodi promesso da Berlusconi, nel quale il Pil per la prima volta fa registrare un risultato non di stagnazione, ma addirittura di negatività. E poi cosa dire della ripresa dell'emigrazione non più solo intellettuale dal Sud, con interi paesi che si spopolano completamente. O della mancanza in questi quattro anni di uno straccio di politca economica, di politica industriale e di politica degli investimenti dell'aitante latin lover? Il centro-sinistra a livello locale sicuramente non brilla per risultati concreti di rilievo, ma consentimi, la politica del centro-destra per il Sud non solo non brilla, ma rappresenta il vuoto pneumatico assoluto!

nuvolarossa
27-06-05, 17:14
Originally posted by Giuseppe Gizzi
..... Parlariamo invece del paese di Bengodi promesso da Berlusconi, nel quale il Pil per la prima volta fa registrare un risultato non di stagnazione, ma addirittura di negatività. E poi cosa dire della ripresa dell'emigrazione non più solo intellettuale dal Sud, con interi paesi che si spopolano completamente. O della mancanza in questi quattro anni di uno straccio di politca economica, di politica industriale e di politica degli investimenti dell'aitante latin lover? ... Caro Gizzi ... che sia facile addossare tutte le colpe di questo mondo a Berlusconi e' facile ... in tempi di vacche magre poi ... e' facilissimo ... cosi' come e' facile addossare alla Lega colpe che non ha ... che non ha mai avuto ... per il Meridione ... salvo le sue folcloristiche uscite che lasciano sempre il tempo che trovano senza determinare effetti reali ... salvo quelli propagandistici e demagogici ... di cui, per'altro, la sinistra e' abbondamente immersa ....
La crisi italiana e' una crisi strutturale e viene da molto lontano ... e chi ne fa la bandiera dell'antiberlusconismo inganna se stesso ... e le sue capacita' di analisi politica ... e compie analoga operazione populista, anche se di segno opposto, come quelle leghiste ... ne piu' ne meno ....
La crisi dell'Italia sta nella incapacita' e nella inadeguatezza della classe dirigente italiana ... dove la partitocrazia ha imperato ... inserendo "politici" capaci solo di supercazzole verbali ... in tutti i gangli dello stato in una azione "spartitoria" che dura da decenni ... e proseguita anche ferocemente dai governi ulivisti ... assatanati di posti e di poltrone e sordi a qualsiasi ammodernamento del Paese ....
Se una colpa questo Governo ha avuto e' stata quella di non prendere quelle decisioni impopolari che sarebbero state necessarie ... tra cui l'abbattimento di alcune piovre che rappresentano lo Stato nello Stato .... ed il tentennamento nell'opera di liberalizzazione del Paese ... tutte cose che un Governo di centro-sinistra non potra' mai assolutamente fare perche' contrarie ad ogni azione demagogico-populista cui sono da sempre abituati ....
Partiamo dai problemi del Paese .... e questo Governo bene o male cerca di fare qualcosa .... e operiamo con la metodologia "Repubblicana" dell'analisi dei problemi ... finiamola di avere gli incubi notturni per Berlusconi .... la Res Publica esiste dal '46 e ci sara' anche dopo di lui .... sempreche' non la si distrugga prima con l'ignavia e con l'inerzia ... e con il perdersi dietro alle discussione sul "sesso degli angeli" ....

lucifero
06-07-05, 00:02
scusate se mi intrometto...
ma che sta succedendo al PRI in campania?

http://www.pri-napoli.it/

mcandry
06-07-05, 00:05
direi proprio che c'è qualcosa che non va

nuvolarossa
06-07-05, 00:20
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gif


Originally posted by lucifero
... ma che sta succedendo al PRI in campania? ... al P.R.I. non sta succedendo proprio nulla ... sono i vapori del pennacchio del Vesuvio che danno alla testa ... e allora ognuno si inventa la sua etichetta repubblicana .... nel napoletano ce ne sono a bizzeffe .... a Forcelle sono famosi per fare le migliori imitazioni al mondo di qualsiasi cosa ... figurati se non riescono a fare anche delle imitazioni repubblicane ... si son detti ... se ci sono riusciti nelle Marche ... non ci riusciamo noi napoletani ? ... loro si sono fatto quello europeo ... e noi ci facciamo quello americano .... e magari anche mondiale ...

kid
06-07-05, 11:20
che sia il pri campano quello del sito in questione.

lucifero
06-07-05, 22:10
beh. l'ho trovato qui...
http://www.elezioninews.it/modules.php?name=Web_Links&l_op=viewlink&cid=10
si qualifica come:
Partito Repubblicano Italiano
Descrizione: Il sito web della Federazione Provinciale di Napoli del PRI
ed è lì da 6 mesi...
se non è della federazione provinciale, allora che questa lo faccia togliere...

nuvolarossa
06-07-05, 22:24
Originally posted by lucifero
... Il sito web della Federazione Provinciale di Napoli del PRI ... ... ho fatto delle ricerche ed in effetti al link che hai indicato c'era, molto tempo fa, un anno ... forse due .... un sito del Pri di Napoli ... che poi era sparito .... e, con tutta probabilita', qualcuno ha riutilizzato lo spazio web per costruirci un suo sito ....
Ma di casini di questo tipo la rete e' piena .... la rete non e' che sia meglio della realta' in cui siamo immersi ... non e' altro che la ripetizione papele papele ... della quotidianeita' .... con tutti i suoi pregi ed i suoi difetti .... alla velocita' di 1,5 Mb/sec ....

Ho pensato di inviare una informativa al gestore del Portale in questione .... all'indirizzo email antonioliberti@virgilio.it ..... vedi sotto ...

Vi segnalo che il link che e' stato inserito 6 mesi fa sul vostro sito ....
http://www.pri-napoli.it/
non fa riferimento al Partito Repubblicano Italiano di Napoli ... bensi' al Circolo Repubblicano Neoconservatore "Ronald Reagan" degli amici napoletani dei Repubblicani Americani ...
Vi prego di modificare la dicitura relativa che compare nella vostra pagina al link ...
http://www.elezioninews.it/modules.php?name=Web_Links&l_op=viewlink&cid=10
grazie

nuvolarossa
07-07-05, 16:43
Originally posted by lucifero
.... che lo faccia togliere... ... il webmaster del sito Web Links ... mi informa che il link errato e' stato rimosso ...
nel contempo mi informa anche che, nella paginata relativa alla rassegna stampa dei partiti politici, ha provveduto ad inserire il simbolo del P.R.I. .... vedi al link ...
http://www.elezioninews.it/modules.php?name=Content&pa=showpage&pid=35

http://www.nuvolarossa.org/

Giuseppe Gizzi
25-07-05, 10:01
Si rinvia al sito www.repubblicanidemocratici.it, nel quale è integralmente riprodotta la sentenza con la quale il Tribunale di Roma ha respinto il ricorso del Pri contro i Repubblicani Democratici per vietare l'uso del simbolo e del nome "Repubblicani". Ecco qui riprodotto un breve, quanto amaro commento della vicenda sempre riprodotto sul sito "www.repubblicanidemocratici.it"

Una sentenza del Tribunale di Roma dà ragione ai Repubblicani Democratici



Il Commento
Il Tribunale di Roma, con la sentenza del 5 luglio 2005, ha respinto il ricorso del Partito Repubblicano Italiano nei confronti dei Repubblicani Democratici per il presunto uso improprio del simbolo. I Repubblicani Democratici sono stati difesi dal prof. avv. Felice Laudadio e dall'avv. Aniello Mele.
Riproduciamo di seguito il testo completo della sentenza, che argomenta diffusamente l'inconsistenza del ricorso.
L'atto giudiziario del Segretario Nazionale del Pri nei nostri confronti lo abbiamo inteso come un errore di valutazione soprattutto politico, perchè dimostra quanto sia improduttiva e sbagliata la lotta politica allorquando si affidano le conclusioni ad una dialettica estranea al confronto aperto, sempre condotto da noi senza interdizioni e sempre con serenità. Ci auguriamo che la famiglia repubblicana, divisa dal sistema politico, si comporti nel futuro senza astio e ritrovi un modo per dialogare al di là delle rispettive collocazioni.
La politica, diceva l'illustre statista, non si fa con il sentimento, noi, più modestamente, aggiungiamo: figuriamoci con il risentimento.


Redazionale

nuvolarossa
25-07-05, 10:45
... al di la delle sentenze giuridiche che, visto come e' scesa in basso parte della Magistratura Italiana, spesso fanno sorridere il bilichero ... rimane il fatto che chi va a spasso con i gioielli altrui al mio paese lo chiamano "ladro" ....

http://www.nuvolarossa.org/

Giuseppe Gizzi
27-09-05, 15:39
27/09/2005

GARGANI: AGGREGHIAMO VALORI, NON È UN MERCATO DI PARTITI
Forza Italia «divide» i Telaro



Undici ex-dirigenti del Partito Repubblicano Italiano passano con Forza Italia. Ieri l'annuncio ufficiale nel corso di una conferenza stampa, dopo che la notizia era trapelata già qualche giorno fa. Del gruppo che ha aderito agli azzurri anche Patrizia Telaro, figlia di Antonio Telaro, che proprio nelle settimane passate ha deciso di lasciare insieme ad altri esponenti di primo piano il movimento di Silvio Berlusconi. Entrambi hanno avuto ruoli importanti nelle formazioni politiche che hanno abbandonato. Patrizia è stata dirigente provinciale e segretaria cittadina del Pri, il papà, dopo una lunga militanza nella Democrazia Cristiana, è stato ai vertici irpini di Forza Italia, fino alla decisione di sottoscrivere il progetto dell'Udeur. Insieme a Patrizia Telaro hanno scelto gli azzurri anche Mario e Luigi Manganiello (rispettivamente segretario provinciale e consigliere nazionale del Partito Repubblicano), Andrea Ferri, Vittorio Fierro, Paola Fanfarillo, Antonio Napolitano, Angelo Clemente, Gerardo Setola, Quirino Iuliano, Olinda Scalzo. «Non chiamatelo passaggio - ha avvertito l'europarlamentare Giuseppe Gargani, presente alla conferenza stampa -, bensì aggregazione di valori. Il nostro obiettivo è arrivare alla costituzione della casa comune del popolarismo europeo. Il mercato lo lasciamo agli altri partiti». Mario e Luigi Manganiello hanno, da subito, rivendicato la giusta collocazione all'interno delle fila provinciali di Forza Italia. «Avranno la visibilità che meritano - ha assicurato il coordinatore, Antonio De Mizio -. Adesioni che rappresentano un'inversione di tendenza». Intanto, però, in Forza Italia si registra la posizione di dissenso di Felice Pennacchio, già amministratore comunale a Lacedonia, che ha restituito al coordinatore De Mizio la delega di responsabile provinciale del dipartimento «Politiche per il Sud», segnalando con fermezza una carenza di azione ed attenzione del partito sul territorio e sollecitando una non rinviabile inversione di tendenza.

Texwiller (POL)
27-09-05, 15:59
bell'approdo per i laici.
Bastava suggerirlo prima a Nucara per non spiazzarlo.
Tex Willer

Texwiller (POL)
27-09-05, 17:24
un bel riposizionamento familiare..... si gioca sul rosso e sul nero

e, nel caso di Avellino, scegliere le due famiglie politiche più forti come prospettiva di poltrone.

Vero spirito repubblicano.

Tex Willer

nuvolarossa
06-10-05, 14:56
Rabbia da parte degli intellettuali per il degrado di Napoli e interesse per Romaneapolis
Bocciate le gestioni Bassolino e Jervolino

di Sergio Menicucci

“Una città struggente e magica ma anche allarmante. Dista solo 2 ore da Roma ma la lontananza sembra molto più lunga”. Ne è covinto lo scrittore Antonio Debenedetti ritirando il Premio Napoli per il suo “E fu settembre”. Come ridurre questa distanza che non è soltanto chilometrica, ma anche culturale, politica, economica? Il direttore de L’opinione Arturo Diaconale e il senatore Salvatore Lauro hanno lanciato, la settimana scorsa, un progetto “Romaneapolis” che va in questa direzione. Integrare cioè le comunicazioni, i trasporti, il turismo e dare un nuovo punto di riferimento al paese. Domani e dopodomani a Capri in occasione dell’annuale manifestazione dei giovani imprenditori i leader politici e sindacali si confronteranno con i vertici della Confindustria sul “ Futuro aperto. La governance del coraggio per l’Italia che vorremmo”. Nei due giorni che saranno aperti da Matteo Colanninno jr e chiusi da Luca Cordero di Montezemolo ci saranno tanti faccia a faccia da quello tra Berlusconi e Fassino a quello tra Casini e Rutelli. Botta e risposta anche tra il Ministro Claudio Scajola e il sindacalista Savino Pezzotta, tra Enrico Letta (responsabile economico della Margherita) e il Ministro Giorgio La Malfa. Mancherà Romano Prodi in giro per l’Italia con il suo Tir giallo. Dovrà prepararsi per la manifestazione dell’Unione di domenica mattina a Roma che va perdendo pezzi. Dopo il mancato corteo non ci sarà neanche spazio e tempo per far parlare tutti. Nel 20° convegno degli under 40 della Confindustria, invece, la passerella è ampio e pluralista. Il Mezzogiorno come fulcro dei futuri intrecci economici e culturali del Mediterraneo avrà la parte più ponderante delle analisi.
E Napoli è lì davanti ai Faragliani. Attende soluzioni perché il degrado si tocca con mano e si vede appena si scenda alla stazione ferroviaria Garibaldi, allo scalo aereo di Capodichino o si prende un traghetto o un aliscafo dal molo Beverello. Allora cambiare si può e si deve. La proposta della macro-area tra Roma e Napoli rappresenta un tentatuvo di percorrere strade diverse da quelle percorse finora dalle amministrazioni di sinistra. Antonio Bassolino dal doppio mandato di sindaco è alla seconda legislatura da Governatore della Campania. Rosa Russo Jervolino si ricandita a “sindaca” nella prossima primavera. E senza fare del catastrofismo occorre partire dalla constazione della realtà, accettando anche analisi amare come quelle di molti intellettuali che si sono pronunciati durante questa estate. Dichiarazioni che hanno suscitato la reazione dei politici campani, senza però trovare argomentazioni valide per controbatterle. Napoli è una città brulicante nella quale si vede, molto più che in altre, la gente per strada. “Una umanità che ispira un’idea di dolcezza e di disperazione” osserva la scrittrice messicana Sandra Cisneras a Napoli per ritirare il premio della narrativa straniera. E il regista tedesco Wim Wenders nella capitale partenoea per la presentazione del suo ultimo film “ Non bussare alla mia porta” si sente sì rapito dal Vesuvio, dal porto, dalla mozzarella ma poi rispondendo agli studenti dell’Università Federico II osserva che “Napoli architettonicamente è proprio messa male”.
Michele Placido aggiunge “ Mi dispiace dirlo ma ho ritrovato Napoli in uno stato di distruzione dal quale è difficile riprendersi”. E Renzo Arbore a luglio era stato ancora più duro. “E’ una città dove ogni giorno è più difficile di quello appena trascorso: un tasso di violenza pauroso, una invivibilità che si riscontra ovunque. Impressiona che a parlare male della città non siano più quelli del nord ma gli stessi residenti”. Pesante anche il nordista Giorgio Bocca”. L’illegalità è ovunque. Si ruba anche nelle amministrazioni di sinistra. Bassolino non è attento ma Napoli vive di camorra e corruzione”.

nuvolarossa
10-10-05, 11:07
LA STORIA
Felice di essere repubblicano del 2 per cento
Gino Borrelli è commercialista e ha rivestito per molti anni la carica di assessore prima di diventare vicesindaco

SERENA ROMANO

Lo dice spesso, tant’è vero che è diventato per lui quasi uno slogan: «Quello che c’è oggi a Benevento, è perché c’eravamo...». Gino Borrelli, sessantenne, marito di Giuseppina Delli Carri, padre di tre figlie, commercialista per quasi 20 anni prestato alla politica, è stato, infatti, fra quelli che hanno creato la nuova immagine della città sulla quale stanno ancora lavorando gli attuali politici e amministratori. Iscrittosi nel ’87 al partito Repubblicano - che ha contribuito a fondare e al quale è sempre rimasto legato - consigliere comunale dall’80, è stato dall’84 al ’93 assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione, poi vicesindaco di Antonio Pietrantonio con delega a Bilancio, Finanze e Programmazione. Qualcosa nella sua infanzia faceva presupporre questo futuro? «No. Papà era ferroviere e abitavamo nelle case costruite per i dipendenti. La nostra, dunque, era una famiglia monoreddito e avevo fatto ragioneria proprio perché al più presto avrei dovuto lavorare. Ma quando, dopo il diploma, mi offrirono di entrare in banca, rifiutai perché volevo frequentare l’università di Economia e Commercio a Napoli. Il che suscitò discussioni in famiglia, perché le disponibilità non erano notevoli». Alla fine, però, riuscì a spuntarla... «Si, perché, grazie a una buona media scolastica, il primo anno fui ospite della Casa dello Studente, una bellissima dimora in via Foria alla quale accedevano solo i più meritevoli: tant’è che molti di questi sono diventati personaggio di prestigio». Come ha vissuto gli anni dell’Università? «Come i più belli della mia vita, perché adoravo il modo di fare accogliente e aperto, dei napoletani. Quando con amici beneventani mi trasferii in una pensione vicino all’Università, i bottegai della zona sapendo che ero studente di Economia mi chiamavano «dottorino» e se ero al verde mi dicevano «non c’è problema: mi pagate domani». Ricorda un episodio o un’atmosfera particolare di questi anni? «L’università era sul lungomare accanto all’elegante Caffè ”Rosso e Nero” con tavolini all’aperto anche d’inverno. E ricordo il senso di sollievo e di felicità che mi prendeva quando - uscendo dall’atrio scuro dell’università dopo un esame ben riuscito - mi ritrovavo di fronte al mare inondato di sole e con gli amici andavamo a prenderci il caffè da ”Rosso e Nero” per festeggiare». Com’è entrato nel mondo del lavoro e della politica? «Dopo un periodo di insegnamento, mi dedicai alla libera professione di commercialista, ma i contatti con la politica avvennero subito dopo la laurea, con il partito Repubblicano. Era l’epoca di Ugo La Malfa del quale leggevo gli scritti sulla politica dei redditi; e l’epoca della crescita a Benevento del Pri grazie a un gruppo di giovani - di cui facevo parte - fra i quali gli avvocati Silvio Ferrara, Vittorio De Luca, Abele Blandino o il professore Aurelio Biancolilli». Com’è avvenuto il passaggio dalla frequentazione del partito alla candidatura politica? «Noi non frequentavamo il partito come un circolo, ma come occasione di incontri e fucina di idee: ed essendo un partito di poche persone, per gli iscritti candidarsi alle elezioni era d’obbligo, benché fosse difficile essere eletti. A Benevento il Pri aveva il 2% e un solo rappresentante in consiglio comunale. Ma nell’80, grazie alla candidatura di molti giovani, i voti raddoppiarono e fummo eletti in due: l’avvocato Ferrara ed io». Lei non rappresentava nè una famiglia di politici, nè un sindacato, nè altre associazioni di categoria: come mai fu eletto? «La prima candidatura avvenne quasi per caso: vinsi perché avevo un buon rapporto con la gente e mi piaceva socializzare. In seguito sono rimasto in politica perché, se ami la tua città, non c’è esperienza più esaltante che contribuire a gestirla: nulla di più gratificante dell’intuire che cosa è giusto fare in un dato momento e, una volta presa la decisione, riscontrarne la validità. E molte scelte fatte allora si sono rivelate fondamentali per il futuro di Benevento: in particolare, quella di Benevento città-cultura. Siamo stati noi, infatti, a creare le basi per l’Università, manifestazioni culturali come Città Spettacolo e gli spazi per ospitarle». Qual è la differenza fra un amministratore di ieri e uno di oggi? «Ieri un amministratore era coinvolto direttamente nella gestione della cosa pubblica e l’atto amministrativo più importante era la delibera di giunta: oggi, con il nuovo meccanismo dei dirigenti, sono questi che operano nel concreto attraverso le determine assumendosi rischi e responsabilità delle scelte che prima erano nostri. Allora, per esempio, per il problema della refezione scolastica o dello stadio la gente andava dall’assessore: oggi andrebbe dal City Manager o dal dirigente del settore. Ma se questo meccanismo è preferibile sul piano operativo, per il politico è meno coinvolgente». Dopo tanti anni di politica come ha fatto a rientrare nel mondo del lavoro? «Non ne sono mai uscito, grazie a validissimi collaboratori in grado di sopperire alle mie assenze dovute alla politica».

nuvolarossa
18-10-05, 11:08
E il Pri contende al Nuovo Psi il seggio lasciato libero

Il segretario provinciale del Pri di Napoli, Emilio Prisco, che sottolinea di aver riportato il maggior numero di preferenze per il suo partito alle scorse elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale della Campania, rivendica l’attribuzione del seggio lasciato vacante dal parlamentare di An Italo Bocchino. «Ove mai così non fosse - sottolinea Prisco - il Nuovo Psi con circa 80mila preferenze di lista avrebbe tre esponenti nell’assise regionale, laddove il Pri con 28mila preferenze di lista sarebbe privo di ogni rappresentanza». Prisco, nel precisare di aver già proposto ricorso al Tar della Campania, nel quale ha sollevato, tra l'altro, una eccezione di incostituzionalità della norma elettorale e la cui discussione è fissata per il prossimo mese di novembre, rivendica «pari dignità nella Cdl» per il proprio partito, che «è stato sempre leale nei confronti degli alleati della coalizione e che ha contribuito al risultato conseguito nella scorsa tornata elettorale».

nuvolarossa
18-10-05, 13:22
I malumori contro il presidente sono arrivati al punto che contro l’affaristica gestione bassoliniana qualcuno auspica l’intervento della magistratura
Napoli in declino. Bassolino sotto tiro
Sempre più isolato il Governatore della Campania

di Paolo Carotenuto

La grande stampa ha scoperto le gravi difficoltà che il governatore della Regione Campania, Antonio Bassolino, sta vivendo soprattutto per i violenti attacchi mossi alla sua gestione e persona dall’interno del suo stesso partito, a conferma di una situazione apparsa già palese quando il settimanale L’Espresso dedicò lo scorso settembre una “rumorosa” prima pagina al declino di Napoli. Il titolo “Napoli Addio” fu visto come una chiara operazione architettata da correnti dei Ds volta non solo a colpire la Margherita e il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, ma anche Bassolino, ovvero il grande protettore della città e ideatore di quel processo che è noto come rinascimento napoletano e di cui l’evidenza affiorata in tutta la sua crudezza in questi ultimi anni ha mostrato la natura ingannatoria.

Del resto avvisaglie già si erano materializzate con grande anticipo quando Bassolino, ormai stufo di restare relegato alla politica campana, ambiva a un ruolo di primo piano a Roma, venendone respinto e costretto di fatto a ricandidarsi alla guida della Campania. Conferma questa di un isolamento sempre più forte all’interno del partito, appena stemperato da un potere costituito oggi solo dalla fitta rete di contatti e relazioni che Bassolino ha tessuto occupando tutti i ruoli di comando nell’ambito dell’amministrazione pubblica. E garantendosi il sostegno della stampa e dei media attraverso il coinvolgimento dei giornalisti dei quotidiani più importanti in un vergognoso comitato consultivo di saggi tenuto a dare conto del proprio operato al solo governatore della Regione.

Tutto ciò non è servito negli ultimi tempi a ridare linfa vitale alla sua immagine che si è andata deteriorando. Di qui la mossa strategica di ritagliarsi un nuovo ruolo sulla scena nazionale come capofila dei governatori in rivolta con ‘l’affamatore’ governo centrale per cercare di passare sotto silenzio i nodi irrisolti ancora vivi all’interno della coalizione: se ha “comprato” la fedeltà di Mastella con qualche incarico eccellente e la poltrona di presidente del consiglio regionale nobilmente omaggiata alla signora Lonardo, moglie del leader dell’Udeur, sono sempre contrastati i rapporti con De Mita ma soprattutto con l’onorevole ed ex sindaco di Salerno, De Luca, che proprio in questi giorni ha lanciato un grande atto d’accusa contro l’affaristica e immorale gestione bassoliniana auspicando l’imminente irruzione sulla scena politica campana della magistratura per porre fine a questo stato di cose.

Il senatore Cesare Salvi, spalleggiato da Fabio Mussi e col sostegno del neo senatore a vita Giorgio Napolitano, al Consiglio nazionale dei Ds pose la questione morale in termini generali alludendo allo strapotere dei governatori delle regioni, ma fu chiaro che l’obiettivo principale fosse Antonio Bassolino. Bassolino è la prima vittima del suo delirio di onnipotenza - che lo ha spinto a cercare ruoli al di sopra delle sue possibilità - ma anche dell’incapacità gestionale, del suo progetto fallimentare, di una regione sommersa dai rifiuti quando ha ricoperto per anni il ruolo di commissario straordinario per l’emergenza rifiuti della regione (assegnatogli dal governo di centrodestra, ndr), salvo dimettersi appena prima dell’esplosione di una nuova fase critica a ridosso delle elezioni.

Provò in questo modo ad occultare le proprie responsabilità grazie a un atto di codardia assestato sfruttando anche il benevolo silenzio lautamente indotto dei media che hanno così coperto quei tentennamenti davanti alle pressioni di gruppi di potere locale e di interesse che hanno prodotto il solo risultato di mantenere immutata la situazione (che vede una Regione costretta a inviare all’estero a prezzi esorbitanti ecoballe di rifiuti, ndr) senza che si riuscisse a costruire un solo termovalorizzatore necessario per ridefinire il sistema di smaltimento. Il caso più spinoso riguarda tuttavia lo scandalo della sanità regionale: cinque anni di gestione bassoliniana hanno prodotto un buco abissale nei bilanci spingendo la sanità verso la bancarotta soprattutto per aver adottato politiche demagogiche servite solo ad accrescere le inefficienze.

Oggi la Regione non riesce nemmeno a pagare le ricette ai farmacisti, che vantano crediti pluriennali, però in compenso continua ad assumere manager di chiara estrazione “presidenziale”. Uno di questi è stato la causa di un grave episodio di tentata corruzione che incredibilmente è stato abilmente affossato nel dibattito politico nazionale: Un deputato e responsabile sanità nazionale dei Ds, già in chiaro conflitto di interessi, è stato pescato in una intercettazione telefonica mentre intimava ad un manager di area diessina di licenziare un dirigente per assumerne un altro. Un caso che penalmente non ha avuto effetti perché il manager non si è piegato, ma che avrebbe dovuto porre prepotentemente la questione morale.

Invece Bassolino ha pensato bene di minimizzare la cosa blaterando considerazioni altamente irresponsabili e che mal si sposano con quella immagine di alta integrità e statura morale di cui ancora oggi continua a rivendicare per sé, difendendo il “compagno” in questione al quale ha confermato tutta la sua stima, amicizia e fiducia. La moralità di Bassolino è così profonda che in tutta tranquillità ha assegnato a uno dei suoi uomini, Luca Esposito, la poltrona di assessore al Turismo dopo che lo stesso era stato interdetto dai pubblici uffici. Bassolino è così forte da poter assumere alla Regione ragazzotti appena laureati con la qualifica di dirigente senza predisporre un regolare bando o concorso e non sentirsi in dovere di dare una giustificazione.

E‚ così pieno di prosopopea che ha attivato un blog nel quale ritiene di poter concedere ai suoi adepti e fan lo spazio per glorificarne le gesta commentando i suoi sporadici post senza concedersi al contraddittorio, dimostrando tra l’altro di avere una pessima sensibilità verso gli elettori. Bassolino è offuscato dal mito del personaggio che si è creato, il salvatore della patria che avviò quella stagione rinascimentale che si identificava nel suo nome, senza sapere che oggi il bassolinismo fa rima solo con affarismo, così come conferma il filosofo diessino Biagio De Giovanni, secondo cui “il bassolinismo ormai è solo potere e relazioni personali”. E forse deve ringraziare soprattutto la nullità dell’opposizione di centrodestra se gli attacchi più violenti e rumorosi alla sua gestione provengano esclusivamente da colleghi del suo partito.

www.mezzogiornoeuropeo.it

nuvolarossa
02-11-05, 02:52
Vairano (CE): un consigliere comunale è passato al Pri

VAIRANO (Caserta) - "La scelta di aderire al Pri, formalizzata in Consiglio Comunale il 25 u.s. è motivata oltreché dalla serietà dimostrata nell'azione politica dall'attuale vertice del Partito e mi riferisco in particolare al Segretario Nazionale Francesco Nucara e al Presidente Giorgio La Malfa, soprattutto per l'ispirazione liberale e la tradizione di un partito risorgimentale e laico che non si è fermato a Mazzini, ma che è andato ben oltre, con uomini come Giovanni Conti, Ugo La Malfa e Giovanni Spadolini per citarne solo alcuni. Uomini di altissimo profilo e alto senso dello Stato, il cui contributo al miglioramento della nostra Italia è scolpito oltre che nei nostri cuori, su tutti i saggi di storia della Repubblica. Ritengo pur nel mio piccolo di poter dare un utile contributo per il miglioramento e la soluzione delle tante problematiche presenti nel territorio del mio Comune in particolare e nel Casertano più in generale. Sono inoltre convinto che i grandi sistemi democratici progrediscono per il lievito delle idee e che le idee sono in genere un patrimonio delle minoranze. Il mio impegno nel partito sarà totale e sono certo sarà apprezzato.

Colgo l'occasione per dare un saluto ai dirigenti del PRI, al mio amico Biagio Melissari che è stato l'artefice del mio passaggio al PRI, ai responsabili territoriali Bevilacqua, Trezza, al responsabile organizzativo Postorino, ai militanti e soprattutto a tutti i simpatizzanti, nei confronti dei quali mi metto sin da oggi a disposizione, con umiltà serietà e dedizione"

Ubaldo Scalera, Consigliere Comunale

nuvolarossa
06-12-05, 22:24
Caserta: la Fgr raccoglie i questionari di valutazione sulla città

E' iniziata da qualche giorno la raccolta dei questionari di valutazione sulla città di Caserta distribuiti nei condominii della città dalla Federazione Giovanile Repubblicana di Caserta.

"Siamo entusiasti dell'inaspettato successo ottenuto - ha affermato il segretario organizzativo FGR Giacomo Colasanti- e della grande attenzione dataci dai nostri concittadini, i quali hanno collaborato con entusiasmo al nostro progetto rispondendo numerosi all'invito di poter valutare l'operato dell'amministrazione comunale. La città ha avuto modo di rispondere ai nostri quesiti anche attraverso lo stand posto in via Mazzini attorno al quale si è riunita sfidando le fredde temperature invernali della serata, e ciò ci spinge a continuare nel nostro lavoro con maggiore entusiasmo, sapendo di poter contare sul rispetto e la stima della popolazione casertana".

A confermare le tesi del segretario FGR le tante lettere pervenute nella sede della federazione presso i palazzi del partito repubblicano casertano, con i ringraziamenti dei cittadini per l'iniziativa, accompagnati da considerazioni e consigli su nuove iniziative da intraprendere. E ancora i tanti questionari inviati a mezzo posta da chi non ha avuto la possibilità di riporli nei punti di raccolta condominiali, a testimonianza della numerosa partecipazione al progetto politico dei Giovani repubblicani.

Nel più breve tempo possibile verranno elaborati e comunicati i risultati statistici relativi al Sondaggio di valutazione e in seguito pubblicati sui quotidiani e distribuiti alla cittadinanza.

Fgr Caserta

nuvolarossa
19-01-06, 20:53
Campania: Congresso regionale Pri

Sabato 21 gennaio 2006 si terrà a Napoli presso l'Hotel Terminus il Congresso Regionale per la Campania. Sarà un'occasione per discutere sul rilancio del PRI nella regione, per cercare di riorganizzarsi al meglio e per trovare una soluzione ai problemi che, inevitabilmente, si dovranno affrontare. A questo proposito è previsto un intervento del commissario della provincia di Salerno, Luigi Pergamo, che analizzerà la situazione salernitana soffermandosi, in particolar modo, sull'aspetto economico. Si attendono anche gli interventi di Cinzia Morello, segretaria della sezione di Teggiano e del prof. Costabile Maurano, sindaco di Castellabate, ormai veterano del partito che testimonierà con la sua lunga esperienza cosa vuol dire essere repubblicano.

Il congresso, inoltre, servirà per unire le proprie forze in vista delle elezioni primaverili e per proporre e organizzare nuove e future iniziative.

nuvolarossa
23-01-06, 20:30
Campania: congresso regionale del Pri a Napoli/Presente il segretario Nucara. Carmine Bevilacqua nuovo segretario
Punto di partenza per nuovi traguardi

Per il PRI in Campania è giunta l'ora di rinascere e di far sentire la propria voce. Sabato 21 gennaio nella sala dell'Hotel Terminus a Napoli i repubblicani campani hanno assicurato la loro partecipazione e il loro impegno nella prossima competizione elettorale. Molte personalità sono intervenute. Il primo a presentarsi e a congratularsi con il "popolo repubblicano" è stato l'onorevole Tagliatatela, esponente di Alleanza Nazionale, che ha sottolineato come il PRI sia l'esempio del lavoro che viene premiato. Anche Procaccino, rappresentante del Nuovo Partito Liberale Italiano, ha evidenziato il ruolo determinante che i liberali e i repubblicani hanno avuto nella costruzione della Prima Repubblica e ha espresso la speranza di poter ancora, insieme, risollevare le sorti di Napoli e dell'intera Campania. Un PRI, quindi, che non viene lasciato solo, che allarga i propri orizzonti e mira a nuovi traguardi. Il partito continua a vivere perché nuove generazioni vi confluiscono. Fiducia e speranza sono riposte nei giovani che con entusiasmo si affacciano alla vita politica. Molto interessante è stato, infatti, il breve ma significativo intervento di Emmanuele De Angelis, della Federazione Giovanile Repubblicana Campana, che si è detto felice ed entusiasta di confrontarsi con nuove realtà e di affrontare le situazioni politiche accompagnato dall'incoscienza tipica dell'età. I giovani repubblicani sono pronti a fare una politica alla "vecchia maniera" a contatto, cioè, con la gente. Significativi sono stati anche gli interventi dell'onorevole Gazzillo, che ha sottolineato il valore storico del partito e ha sollevato il problema del degrado della città di Napoli accentuato dalla politica bassoliniana, e di Pasquale Mango, che ha evidenziato l'importanza della viva presenza dell'Edera nella provincia di Salerno. Anche Cacciapuoti si è espresso sulla situazione preoccupante di Napoli soprattutto a livello economico. Franco Plaitano e Mario Robertazzi, entrambi della provincia di Salerno, hanno affrontato diversi temi che riguardano il PRI, il primo soffermandosi sul ruolo politico e il secondo ribadendo la forte unione che deve caratterizzare il partito per conseguire nuovi risultati. Il commissario della provincia di Salerno, Luigi Pergamo, ha fatto notare l'importanza storica dell'evento. Infatti, era ormai da molto tempo che non si teneva un Congresso del PRI in Campania. Si è detto pronto a sostenere un partito che sta cambiando aprendosi alle nuove generazioni. Il PRI, perciò, sarà presente in tutti i comuni della provincia di Salerno che dovranno affrontare le elezioni politiche e amministrative in primavera. È intervenuto anche il sindaco di Castellabate, Costabile Maurano, repubblicano dal 1972, che ha evidenziato il rigore morale e l'onestà con cui, da sempre, i sostenitori dell'Edera si sono distinti in ogni situazione, lavorando con entusiasmo e determinazione. Essere repubblicani vuol dire abbracciare uno stile di vita e portare a termine una missione. Trezza, il referente politico nazionale per la Campania , ha ripreso i temi affrontati da tutti i partecipanti, sottolineando la profonda tradizione e l'orgoglio tipico dei repubblicani. "Siamo pochi, ma siamo giusti" perché "chi nasce repubblicano muore repubblicano". Al Congresso era presente il segretario nazionale del partito Francesco Nucara, accompagnato dal segretario organizzativo Giovanni Postorino e dal responsabile del tesseramento Franco Torchia. L'intervento a chiusura del dibattito del segretario Nucara è stato seguito attentamente e ha dato speranza e voglia di continuare a combattere a tutto il "popolo repubblicano". Egli ha messo in evidenza come il problema della Campania sia quello di avere tanti amici sostenitori dell'Edera ma non una struttura che li organizzi e li tenga uniti. Dar vita e partecipare al Congresso ha voluto dire rilanciare il partito "per farsi venire a cercare". Infatti altre volte nella storia la situazione del PRI è stata drammatica ma il partito è tornato sempre a vivere. Dal 2003, grazie anche alla rinascita de "La voce repubblicana", il partito sta facendo grandi passi in avanti. In Campania, e soprattutto a Napoli, la situazione è difficile per la presenza non solo della camorra ma anche della microcriminalità che la politica bassoliniana non è riuscita a combattere. I repubblicani devono partire dal popolo, devono lottare per il cittadino perché, da sempre, questo è stato il loro punto di forza per affrontare e risolvere ogni problema. In ogni regione d'Italia ci sono sicuramente tanti repubblicani che non sanno ancora di esserlo, perciò bisogna scovarli e dar loro una strada da seguire cosicché il sogno repubblicano non rimanga soltanto un'utopia. Queste significative parole del segretario nazionale possano imprimere forza e determinazione ai simpatizzanti del partito che guardano al futuro con ottimismo.

Al termine del dibattito congressuale è stata presentata una mozione unica votata all'unanimità contenente l'indicazione dei componenti della direzione regionale della Campania. Segretario regionale è stato eletto Carmine Bevilacqua.

Barbara Maurano, Castellabate (Sa)

nuvolarossa
25-01-06, 20:36
Caserta: la Federazione giovanile repubblicana replica all'articolo dei giovani della Margherita

Giovedì 19 gennaio è stato pubblicato sul "Corriere di Caserta" un articolo " I Giovani della Margherita in campo per le comunali", nel quale veniva dichiarato dal Responsabile cittadino, Gennaro Ricciardi, quanto segue:

"Caserta è una città che offre ben poco ai giovani, nelle prossime settimane ci attiveremo per mettere in risalto i problemi della nostra città".
La Federazione Giovanile Repubblicana della città di Caserta alla luce di queste allarmanti affermazioni improntate ad un atteggiamento polemico e demagogico, stranamente fatte a pochi mesi dalle elezioni comunali, ha sentito la necessità di rispondere, attraverso il medesimo quotidiano.
Si è fatto portavoce del nostro pensiero l'amico Luca Bevilacqua: "Noi giovani Repubblicani del P.R.I. ci chiediamo come mai queste persone si ricordino di Caserta e dei giovani a soli quattro mesi o poco più dalle elezioni e in pieno inizio della campagna elettorale? Dove erano i giovani quando in pieno inverno noi repubblicani eravamo in centro a raccogliere pareri e osservazioni sulla conduzione dell'amministrazione comunale e del suo operato?
Tipico della sinistra, anche giovanile, è l'atteggiamento catastrofista e disfattista, che diffonde malumore e pessimismo tra la cittadinanza.
Si sappia che gli spazi per i giovani ci sono, ma bisogna saperseli conquistare, non con le inutili polemiche, ma con un serio e duro lavoro.
Noi lo stiamo facendo e ne stiamo raccogliendo i frutti, e lo continueremo a fare nei soli interessi della nostra città.
Apriamo dunque gli occhi e riflettiamo prima di parlare".

Federazione Giovanile Repubblicana - FGR - Caserta

nuvolarossa
13-02-06, 20:41
Sistema bancario, Cacciapuoti responsabile per il Pri

Il segretario nazionale del Pri Francesco Nucara ha deciso di affidare l'incarico di Responsabile politico per le attività che riguardano il sistema bancario italiano ed europeo all'amico Raffaele Cacciapuoti di Napoli.

nuvolarossa
07-03-06, 02:06
Elezione del Senato 9/10 aprile 2006

Campania/Candidati Lista Pri

FORTE Giuseppe
PLAITANO Francesco
SOLITO Francesco
PARATO Carlo
OSCI Roberto
CANTIELLO Mario
DEL GAIS Gennaro
STELLATO Attilio
RONGA Ugo
ROSATO Gerardo
PISANIELLO Maria
GIANNONE Giovanna
ANTONUCCI Raffaella
AIELLO Carlo Luigi
CARCAVALLO Cesare
FIENGO Gennaro
GALLO Walter
DE CRESCENZO Rosaria
DE MASI Elena
MAROTTA Salvatore
CELENTANO Carmine
FALCONE Domenico
REO Prisco
MEMOLI Vincenzo
PERGAMO Luigi
MAZZA Gerardo
FERA Umberto

nuvolarossa
17-03-06, 21:26
La Malfa e Nucara a Napoli

Lunedì 20 marzo, Napoli, ore 12,00, Hotel Terminus, presentazioni candidati.

nuvolarossa
21-03-06, 20:11
Il PRI è preoccupato per la mancanza di coesione tra i partiti della CDL

NAPOLI - Promosso dal vice segretario cittadino del Partito Repubblicano Italiano Raffaele Cacciapuoti, si è svolto un incontro tra la segreteria del PRI ed i rappresentanti delle sezioni cittadine di Napoli "Ugo La Malfa", "Chiaia-San Ferdinado-Posillipo" "Raffale Biondi" e "Delle Libertà".

Alla riunione hanno partecipato anche l'On. Alfredo Arpaia, l'Avv. Carlo Spina, il segretario organizzativo Marco Arpaia ed il vicesegretario provinciale Gianluca Cricrì. Nel corso dell'incontro è stata ribadita la profonda preoccupazione del PRI per la mancanza di coesione tra i partiti della cdl nel sostegno della candidatura a sindaco di Franco Malvano ed alla mancanza di un programma politico. I Repubblicani napoletani temono che qualora le scelte definitive dovessero essere rimandate dopo il 9 aprile, si potrebbe assistere alla disgregazione dell’intera coalizione. Pertanto il PRI invita i maggiori partiti della cdl a convocare al più presto un incontro in grado di dare ufficialità e compattezza alla coalizione che sosterrà Malvano, se ciò non avvenisse, in mancanza di una scelta unitaria a livello locale, si darebbe vita ad una alleanza priva di ogni caratterizzazione politica e programmatica.

da Eduardo Improta, ufficio stampa PRI

nuvolarossa
23-03-06, 20:19
Giovani Pri e le fonti di energia

La Federazione Giovanile Repubblicana di Caserta, nella persona di Emmanuele de Angelis, segretario regionale, di Luca Bevilacqua e Giacomo Colasanti, ha partecipato alla presentazione dei candidati del Pri al Senato per la Campania, avvenuta all’ Hotel Terminus. Con l'occasione è stato presentato il programma del partito, ed è stato affrontato il tema dell’energia e le sue fonti».

nuvolarossa
24-03-06, 20:08
Repubblicani Democratici, addio Unione: «Patti stravolti»

Napoli - Alfredo Ponticelli assessore de I Repubblicani Democratici al Comune spiega in una lettera perché il suo partito si è messo sull’Aventino e ha mollato l’Unione: «Scrivo per esprimere la grande preoccupazione che provo accorgendomi che questo centrosinistra avevo posto grande fiducia, si è negli ultimi anni involuto e sta toccando in alcuni momenti quei punti bassi che nella prima Repubblica furono appannaggio del centrosinistra di allora». «L’impegno - scrive ancora - che Dino Di Palma presidente della Provincia ha assunto con noi e che adesso vuole disattendere per la presidenza del Ctp ha creato il caso. Ovviamente la cosa che più disgusta non è l'eventuale mancata nomina, bensì gli accordi che si disattendono e che sono il frutto di intrighi machiavellici per pura sopravvivenza personale. Accordi presi nel 2004. E se un Repubblicano che si sente di appartenere, soprattutto, alla gente di Napoli, incomincia a prendere le distanze dal centrosinistra qualcosa deve pur significare. La mia sensibilità di professionista prima ancora di assessore mi induce a ritenere che la pratica delle poltrone di questo centrosinistra è talmente forte che esso merita di volgere al termine».

nuvolarossa
04-05-06, 19:25
Caserta: il Pri e il rinnovo del consiglio comunale/Bevilacqua appoggiato con entusiasmo dai militanti della Fgr
I giovani e l'onda del cambiamento

Sono le 11:15 del 29 aprile quando da Palazzo Castropignano escono fieri e pronti alla campagna elettorale i ragazzi della federazione giovanile repubblicana guidati dal loro Segr. Reg. Emmanuele de Angelis e dal candidato al consiglio comunale Luca Bevilacqua; sono convinti dei loro ideali, pronti a dare una svolta alla pesante aria politica che si respira tra quelle mura, pronti a condurre avanti la loro campagna incentrata sui problemi, sulle aspettative e le esigenze dei giovani amici e delle loro famiglie.

Gli occhi increduli dei rappresentanti degli altri partiti alla vista di un gruppo cosi affiatato e motivato da degli ideali repubblicani, che affiorano alla mente ricordi ormai sbiaditi di Mazzini, Spadolini, La Malfa, personaggi che hanno reso grande l'Italia agli occhi del mondo, e che oggi rivivono nella memoria di questo gruppo di ventenni appassionati.

La candidatura di Bevilacqua, appoggiata con grande entusiasmo, ma non senza difficoltà, dall'intera federazione e dal Segretario De Angelis in primis, pone al centro del programma argomenti quali l'ambiente e la sua tutela, i giovani e la promozione della loro crescita politica, universitaria e professionale, la sponsorizzazione del ruolo delle donne "menti" delle quali non se ne può fare a meno tanto nella vita politica che in quella civile.

Il progetto giovanile è nato quasi da un anno grazie proprio alla passione e al credo repubblicano del giovane Bevilacqua, ricco dei valori trasmessi dal papà Carmine, attualmente Segretario Regionale del Partito, che ha coinvolto, fin dall'infanzia il figlio nella propria attività politica.

"Sono pronto a dare il mio contributo e quello del mio gruppo giovanile per portare benessere e nuove idee alla nostra città, afferma Luca Bevilacqua. Grazie ai nostri progetti, se gli elettori ci daranno la loro fiducia, credo che potremmo dare un nuovo volto a Caserta, un volto che vada oltre la Reggia o il Borgo di San Leucio. Vogliamo "esportare" la nostra cultura giovanile in ogni realtà vicina e lontana. Diciamo allora giù le mani da Caserta e non permettiamo ai Bassoliniani di trasformare il nostro capoluogo in una Colonia degli sporchi interessi personali di alcuni politicanti che purtroppo ci governano. Non diamo alla sinistra adito a satellizzare Caserta in un sobborgo partenopeo. Con il vostro voto darete fiducia a molti…darete fiducia a giovani che hanno scelto di andare avanti non dimenticando mai i valori e le radici della nostra storia e della nostra identità".

Giacomo Colasanti, Ufficio Stampa Fgr Campania

Elezioni Comunali 28-29 maggio 2006

Caserta/Lista Pri collegata al candidato sindaco Paolino Maddaloni

BENCIVENGA Gabriele
BERTOZZI Amedeo
BEVILACQUA Luca
CAMPI Salvatore
CORONATO Vincenzo
CUCCURULLO Giuseppe
DE PASCALE Anna
DE STASIO Vincenzo
DI PALO Carmela
DI SALVO Giuseppe
FAGA Gaetano
FARINA Raffaele
FEMIANO Beniamino
FEZZI Vittorio
IORIO Alessandro
LETIZIA Stefano
MARCIANO Oreste
MARINO Francescantonio
MARINO Luigi
MIELE Giovanni
MINASI Nicola Franco
NATALE Leopoldo
NATALE Nicola
PARLA Antonio
PASCARELLA Giovanni
PETRINI Francesca
PORRINO Raffaele
REA Antonio
SACCO Romolo
TEDESCO Salvatore
URSOMANDO Marco
VARONE Ciro
VITALE Luigi

tratto dal sito del Partito Repubblicano
http://www.pri.it

http://www.ilcannocchiale.it/blogs/bloggerarchimg/Repubblicani/LogoPri.gif

nuvolarossa
09-05-06, 16:22
Il Pri presenta i suoi candidati

CASERTA - Il segretario provinciale del Pri, Pompeo Petrella, procederà sabato prossimo, alle 16, presso la sede provinciale del partito, in via Unità Italiana, alla presentazione dei candidati alle prossime amministrative a Caserta. Interverranno i componenti della direzione regionale del partito unitamente al segretario regionale Carmine Bevilacqua, il segretario cittadino Nicola Graziano e l'intera federazione giovanile. La cerimonia, aperta al pubblico, si svolgerà alla presenza del candidato a sindaco della Cdl il prefetto Paolino Maddaloni al quale i Repubblicani testimonieranno il loro appoggio. Maddaloni esporrà il proprio programma, già sottoscritto dagli alleati.

nuvolarossa
04-06-06, 09:02
SARÀ CONSIGLIERE PER IL PARTITO REPUBBLICANO IN CASO DI VITTORIA DEL CENTRODESTRA
Bevilacqua, 24 anni e la forza di 479 voti

CASERTA - Lunedì sera pareva ce l'avesse fatta, anche per l'elenco del Comune Luca Bevilacqua (nella foto) era fra gli eletti. Poi la doccia fredda, il quorum che per il Partito Repubblicano Italiano non è scattato, e ora l'attesa del ballottaggio e la certezza che se Maddaloni sarà sindaco Luca - 24 anni e 479 voti - sarà consigliere comunale.

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Bella forza, si dirà: è cresciuto a pane e politica, col padre Carmine segretario regionale del partito. La realtà è un pò diversa ed è lo stesso Bevilacqua jr a raccontarcela. «I voti di papà ci sono, chi lo nega, ma lui stesso ha dato atto a me e alla federazione giovanile del partito che la differenza l'abbiamo fatta noi». Infatti tu eri il candidato della federazione giovanile. «È così, non a caso il committente della mia campagna elettorale è stato Emanuele De Angelis, il nostro segretario regionale. Il nostro punto di forza sono stati proprio i giovani». Che si son fatti sentire la prima volta nel novembre scorso per far sapere che l'amministrazione Falco non incontrava il gradimento della città. «Avevamo appena fatto il congresso costitutivo, quel sondaggio è stata la nostra prima iniziativa politica. Dopo un mese, i fatti ci hanno dato ragione». Immaginiamoti già in consiglio comunale: non ti preoccupa il paternalismo dei veterani? «Saprò farmi rispettare. Molti li conosco già, gli altri li conoscerò. E loro conosceranno me». Un pò di apprendistato dovrai metterlo in cantiere. «Naturalmente. Il primo anno sarà tutto carta e penna, ho molto da imparare. Aspetterò per dire la mia». I ragazzi che ti hanno votato cosa si aspettano da te? «Un punto di riferimento. C'è tantissimo da fare per i giovani a Caserta». Magari anche in modo trasversale. «Mi piacerebbe ma Caserta è una città un pò chiusa, non ci sono scambi fra le giovanili dei due schieramenti. Già è difficile mettere insieme noi della Cdl…». Già, che reazioni ci sono state al tuo boom elettorale? «Molti complimenti, un pò di invidia». Per il resto il Pri non ha brillato. «E pensare che per rafforzare il partito papà aveva candidato persone che altrimenti avrebbero votato me». Tu però avevi un posto d'onore. «Macché. La candidatura non me l'ha regalata, me l'ha fatta guadagnare con anni di gavetta. E questo, per chi si accinge ad un impegno amministrativo in favore della città, tutto sommato è un bene. Devo quindi ringraziare mio padre forse per questo, quando un obiettivo si raggiunge con fatica lo si apprezza di più e si mettono meglio a frutto le opportunità che da esso derivano».

MARINELLA CAROTENUTO

tratto da Il Mattino Caltanet 4 giugno 2006

nuvolarossa
11-10-06, 18:12
Risultati "altissimi" raggiunti dalla giunta Bassolino

http://img254.imageshack.us/img254/640/bassolinosh0.jpg

nuvolarossa
11-10-06, 19:52
Fgr di Caserta: festeggiato il primo anno di attività/Esempio di impegno e di passione politica. I progetti previsti per il futuro
Muoversi seguendo disegni strategici

La Fgr di Caserta festeggia in questi giorni un anno di vita, un progetto nato dalla costanza e dalla voglia di far politica di alcuni ragazzi.

Nella sede del partito casertano davanti a numerosi amici, con semplici e chiare parole il Segretario regionale della Fgr Campania, Emmanuele de Angelis, dopo aver ringraziato tutti per il continuo e numeroso assenso, ha ricordato tutti gli eventi portati avanti dalla federazione in un anno di vita.

Prima di tutto l'appoggio elettorale alla lista di Gimmy Cangiano e Amedeo Baldascino in occasione delle elezioni alla Sun, che si sono concluse con la riaffermazione nei quadri dirigenziali di questi ultimi.

Il sondaggio di valutazione sulla città di Caserta realizzato attraverso uno stand in via Mazzini e presso i Condomini della città, il cui risultato di malcontento generale si è poi sintetizzato con la caduta dell'amministrazione comunale a breve distanza temporale.

E ancora la Fgr di Caserta si è interessata anche di problemi internazionali, partecipando alla fiaccolata tenutasi nell'inverno scorso a Roma in appoggio alla causa israeliana. Per poi concentrarsi in gennaio nell'organizzazione del Congresso regionale del partito e della Federazione con l'elezione del Segretario Regionale Emmanuele de Angelis, riconoscimento importante per l'intera Federazione Casertana.

"La nostra più grande soddisfazione - ha detto de Angelis - è stata l'ottima affermazione del nostro candidato giovane alle scorse comunali, Luca Bevilacqua, nella lista del partito. Scelta coraggiosa la nostra, ma non azzardata visto che solo per una manciata di voti, nonostante siano stati ben 479, non si è riusciti a concludere in bellezza un anno pieno di eventi e soddisfazioni".

Un impegno, quello della campagna elettorale, profuso fino al ballottaggio, che ha visto l'intera federazione gestire la sera fino a tarda ora la segreteria del candidato sindaco Paolino Maddaloni ed essere protagonista nell'organizzazione di tutte le manifestazioni che riguardavano i giovani.

"Un ringraziamento particolare va a tutti i ragazzi che hanno creduto in noi e che continuano a farlo - termina il Segretario Regionale - possiamo ritenerci soddisfatti di quello che abbiamo fatto, di come è trascorso quest'anno nonostante le enormi difficoltà, con la speranza che fra un anno ci si possa ritrovare a festeggiare qui una realtà sempre più consolidata, quella della nostra Federazione. I nostri prossimi obiettivi nell'immediato futuro saranno l'inserimento della Federazione nei diversi forum giovanili, da quello comunale fino a quello nazionale, che reputo le uniche palestre dove potersi formare politicamente. Inoltre ci impegneremo per la presentazione di una nostra lista alle prossime elezioni universitarie alla Federico II".

***********

La Direzione e la Segreteria Nazionale della Fgr rivolgono un augurio agli esponenti della Federazione giovanile di Caserta che nel corso di quest'anno sono stati esempio di impegno e passione politica e li invitano a continuare nel percorso politico intrapreso.

Le tante iniziative ed i conseguenti risultati ottenuti stanno a testimoniare come i principi e il modo di fare politica dei repubblicani riescano ancora a riscuotere consenso e approvazione anche nel difficile mondo giovanile, dove la politica spesso viene vista con sospetto e rigettata.

Ma rappresentano qualcosa di più: rappresentano, loro come tanti giovani in altre parti d'Italia, una speranza per il nostro piccolo partito che solo di recente ha iniziato un processo di rinnovamento e di ricambio generazionale.

Tuttavia questo non può avvenire con improvvisazione e senza un disegno strategico, ma in un contesto ampio nel quale a coloro che in questi anni hanno portato avanti la battaglia laica, liberale e democratica per un Paese più moderno e civile, sotto le bandiere del glorioso Partito Repubblicano, vengono affiancati giovani le cui potenzialità, supportate dall'entusiasmo, dalle energie e dalle capacità, possono tradursi in un'arma vincente per il futuro del Pri.

Rinnovando gli auguri ai giovani di Caserta, la Direzione e la Segreteria nazionale della Fgr invitano tutti i giovani repubblicani a proseguire con crescente impegno nella loro azione politica.

http://www.nuvolarossa.org/images/library/barra.jpg

tratto dal sito del Partito Repubblicano
http://www.pri.it

http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Darwin/LogoPri.gif

nuvolarossa
31-10-06, 19:44
http://www.nuvolarossa.org/modules/xgallery/cache/albums/01-Album-di-Enzo/LOGOFORUM03BIG.sized.gifhttp://www.fmboschetto.it/musica/undersea.mid

Allarme criminalità
La sinistra al governo della Regione Campania ha fallito miseramente

Una volta la sinistra italiana sosteneva con una certa virulenza che la principale responsabilità del degrado della società meridionale, ed in particolare dell'alto tasso di criminalità organizzata, dipendeva dai governi locali democristiani e dalle loro maggioranze.

Secondo questa analisi, piuttosto comune ed insistente, vi era una forte collusione fra potere politico e potere criminale, tale che le possibilità di sviluppo delle Regioni del Mezzogiorno erano bloccata in partenza. La sinistra conseguentemente - e coerentemente - chiedeva ai cittadini una svolta: cacciare le amministrazioni democristiane e centriste che al Sud convivevano con mafia, camorra e ‘ndrangheta, e trovare dei volti nuovi, dando la speranza di un rinnovamento profondo per la società meridionale: si candidava quindi a guidarla con i suoi uomini.

http://www.unita.it/images/jervolino.jpg

Questo accadeva vent'anni fa. Ma da vent'anni la Campania è governata da Bassolino, esponente del Pci prima e dei Ds poi; e Napoli da almeno quindici anni dalla signora Jervolino che era sì democristiana, ma poi esponente della Margherita, alleata dei Ds. E oggi, in base alla riscossa malavitosa che vige nella regione, un ministro di Grazia e Giustizia, della medesima maggioranza che sostiene il presidente Bassolino e il sindaco Jervolino, vuole mandare l'esercito, per ridare sicurezza ai cittadini. Allora la domanda che si pone è: se l'analisi di una volta fosse sbagliata, oppure, più semplicemente, se la si sia addirittura scordata. Miriam Mafai, che è una analista politica dotata di notevole memoria, scrive a proposito su ""la Repubblica": "Non me ne vogliano il sindaco della città, Rosa Russo Jervolino, né il presidente della Regione, Antonio Bassolino, se dirò che in questi giorni di violenza ed ammazzamenti la loro reazione mi è parsa tardiva, insufficiente e quasi esitante. Non spetta certamente a loro prendere le necessarie misure a tutela dell'ordine pubblico a Napoli e nella Regione. Ma mi chiedo se hanno valutato in tempo la profondità del male che li aggrediva". Dovrebbe essere elementare rispondere alla domanda della Mafai: questa valutazione non c'è stata. E se non spettano alle istituzioni campane le iniziative per tutelare l'ordine pubblico, senza voler dare loro la responsabilità politica per la deriva che è stata presa - come pure la parte politica della Mafai usava fare in passato - certo un problema rimane, ossia cosa hanno fatto il sindaco e il presidente della Regione per contrastare la criminalità in Campania. Ad esempio, apprendiamo che un dossier della Confesercenti di Napoli denuncia un prelievo che costa complessivamente alle imprese 77 miliardi di euro, "di cui quasi trenta miliardi escono dalle tasche dei commercianti in quelle dei mafiosi". Ciò significherebbe che "le assicurazioni offerte dal racket in cambio di protezione sono aumentate in media del 30%, se non raddoppiate".

Il sindaco conosceva questo dossier? E non si sentiva in dovere di prendere dei provvedimenti nei confronti dei commercianti vessati dal racket? Non poteva far sì che la polizia comunale, se non quella dello Stato, li tutelasse? Non poteva altresì far chiudere gli esercenti che comunque decidevano di alimentare le cosche rifiutando la protezione delle istituzioni? Si è mai occupato il sindaco di Napoli di questi aspetti così rilevanti? Che cosa ha fatto, insomma? Niente, sembrerebbe, perché avrebbe magari rischiato di colpire dei suoi stessi elettori.

Ma se il problema è elettorale, forse il comune di Napoli o la Regione andrebbero commissariati, per avere un'autorità sul territorio che non si preoccupi di vincere le elezioni e prenda i provvedimenti necessari. Tale soluzione potrebbe servire più dell'esercito in Campania. Ammettiamo anche invece che davvero il sindaco non si accorgesse della realtà in cui viveva. Noi ci ricordiamo di duri colpi inflitti alle cosche in Campania dal ministero degli Interni. Quello presieduto dal ministro Pisanu, però. Dell'azione del ministero sotto Amato non abbiamo alcuna notizia. E' chiaro però che se si pensa di mandare l'esercito, significa che la situazione è sfuggita al controllo dell'autorità del ministero dell'Interno, oltre che di quella comunale e regionale. E se Amato è da poco tempo preposto ad una funzione tanto delicata, certo questo non si può dire altrettanto per il sindaco ed il presidente della Regione.

Pensare di gettare tutto il peso della situazione sulle spalle dell'esercito ci sembra francamente il segno di un fallimento da cui non si vogliono trarre le necessarie conseguenze.

Roma, 31 ottobre 2006

http://www.nuvolarossa.org/images/library/barra.jpg

tratto dal sito del Partito Repubblicano
http://www.pri.it

nuvolarossa
02-11-06, 20:15
Caserta, riunita la Federazione giovanile dell'Edera/Emmanuele de Angelis ha ridefinito cariche e responsabilità dei quadri
Un progetto che richiede entusiasmo

Si è riunito il giorno 30 ottobre, presso la sede di Caserta del Partito Repubblicano Italiano, il direttivo regionale della Federazione Giovanile Repubblicana.

Il segretario Regionale FGR Emmanuele de Angelis ha provveduto con l'occasione alla riorganizzazione delle cariche e responsabilità dei quadri, definendo cosi la struttura: per le politiche giovanili, culturali e sportive l'incarico è stato affidato a Andrea Volpe e Giuseppe Recchia, in collaborazione col segretario regionale della federazione.

http://www.rositour.it/Italia/Campania/Caserta/Caserta%20Vecchia%202.jpg

Seguiranno invece le vicende politiche locali, le istituzioni, e l'andamento dell'amministrazione comunale, il Segr. Organizzativo Giacomo Colasanti e il candidato alle scorse comunali Luca Bevilacqua; ancora, per essere vicini alle problematiche e ai bisogni dei giovani coetanei e non, si occuperanno di politiche universitarie Stefano Gambardella, Federico Razza, il segr. Cittadino della FGR Ciro Salamone, Giulio Rubino e Emmanuele de Angelis.

Dal dibattito è emerso un forte dissenso nei confronti dell'andamento della politica locale in seno sia alla maggioranza, dall'operatività latente e ancora intenta a preferire le polemiche verso il passato piuttosto che la visione costruttiva del futuro, sia in seno alla minoranza, ancora troppo assente e ormai silenziosa, quasi immobile.

"La nostra federazione - ha detto de Angelis - è l'unica giovanile che, nonostante la mancata affermazione in consiglio, continua a credere nella politica. Non dimentichiamo che hanno avuto fiducia in noi giovani circa 500 persone, dando il loro voto all'amico Luca Bevilacqua, nostro rappresentante. Queste persone, come noi, credono nel nostro progetto e, per loro e per tutti, dobbiamo combattere per una città migliore. Se le federazioni giovanili della CDL volessero darci una mano e collaborare ad un progetto comune nel bene della nostra città la cosa sarebbe alquanto gradita. Se tutto dovesse continuare a restare cosi statico, non è scartata l'eventuale ipotesi di analizzare la possibilità di marciare da soli, o con altri che credono come noi nella capacità e forza di cambiare in meglio. Di questo ed altro si è parlato in riunione, giovedì 2 novembre, con il direttivo cittadino e col Segretario Regionale Carmine Bevilacqua".

Fgr Caserta

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
02-11-06, 21:07
avanti miei ... Prodi

http://www.corriere.it/Media/Foto/2006/11_Novembre/02/giannlle.gif

nuvolarossa
03-11-06, 20:18
Napoli e la scuola liberaldemocratica/Una tradizione affossata dai vari massimalisti
Giunte di ogni colore nemiche del rinnovamento

di Renato d'Emmanuele

La cultura liberaldemocratica ha di bello che a rileggerla a distanza di decenni dimostra intatta la sua freschezza e la sua attualità, malgrado le critiche rivolte da massimalisti di ogni risma. Lo stesso Ugo La Malfa doveva subire dagli avversari l'appellativo di Cassandra, per i suoi moniti sulle spese dissennate della pubblica amministrazione e le deficienze strutturali del sistema economico italiano, dimenticando che Cassandra non faceva altro che predire sventure che si sarebbero invariabilmente verificate. Non magie, ma analisi.

In questi giorni Napoli sta affondando sotto il piombo dei proiettili esplosi negli agguati di camorra e sotto il malaffare di una classe dirigente interamente responsabile di ciò che sta accadendo. Ma è davvero tutto nuovo, tutto inedito? Davvero la sinistra al governo in città si trova a vivere una situazione più grande e sfuggente dei poteri che sono affidati a sindaco, presidente di provincia e governatore regionale? O Napoli sta vivendo l'ennesima fase acuta di un degrado civile che la infetta da decenni, senza soste? Viene in aiuto la lettura di pagine del passato. Fine anni Settanta, 1978 per la precisione. La camorra ammazza in media cento persone l'anno nella sola provincia di Napoli, il centro storico della città marcisce nel degrado e nell'incuria, intere zone della città sono sommerse dai rifiuti, la speculazione edilizia la fa da padrona. In periferia nuovi quartieri sorgono come funghi, privi di ogni controllo, senza alcun piano regolatore. Rosario Romeo è uno storico liberale che ben conosce Napoli. E' meridionale, siciliano, nativo di Giarre. Insegna Storia moderna presso la Sapienza di Roma ed è autore di numerosi studi sul Risorgimento, tra cui una monumentale biografia sul conte di Cavour che ancora oggi è considerata dal mondo accademico di indiscussa superiorità. Nel 1979 diventerà rettore della Luiss e nel 1984 verrà eletto al Parlamento europeo in quota Pri nella lista comune e "federalista" promossa da repubblicani e liberali. Nel 1978 Rosario Romeo è da alcuni anni editorialista del "Giornale" di Indro Montanelli, dove scrive con assiduità di politica interna ed europea, di terrorismo e violenza politica, dei problemi dell'università. Il 24 settembre di quell'anno pubblica sulle colonne del "Giornale" una lunga riflessione dal titolo "Napoletanità". Partendo da un episodio marginale di storia risorgimentale relativo al periodo in cui la burocrazia piemontese, dopo la spedizione dei Mille, si scontra con i residui apparati del vecchio stato borbonico, Romeo ricorda come già a metà Ottocento la città apparisse "brulicante di gente senza mestiere e senza voglia di averne, capitale della piccola truffa e della camorra, festaiola e pittoresca al limite del grottesco, ignorante, superstiziosa, sprofondata in condizioni igieniche inammissibili in un paese civile". Dinanzi a queste convinzioni che andavano radicandosi negli italiani del centronord, l'opinione pubblica locale, come ricorda Romeo, rispondeva "con l'esaltazione indiscriminata della napoletanità, mescolanza di scetticismo amabile e di duttilità, in cui ogni indulgenza e ogni debolezza si giustificavano nel nome di una presunta umanità di rapporti, che di fatto finiva spesso per garantire l'indisturbato prosperare di arbitri e prepotenze". La stessa cantilena che il sindaco Rosa Russo Iervolino recita nel ricordare che scippi, rapine e omicidi avvengono in ogni città del mondo e che non bisogna tralasciare il buon carattere dei napoletani, il clima radioso e la buona riuscita della Notte Bianca e dell'annuale concerto in piazza di Capodanno. Rosario Romeo prosegue nell'analisi e, procedendo nella lettura dell'articolo, ci sembra di leggere un pezzo del novembre 2006 anziché del settembre 1978: "A Napoli i migliori propositi di rinnovamento si sono sempre scontrati con una rete tenacissima e invisibile, stesa a protezione dello stato di cose esistente (…) L'amministrazione del comune è da tempo diventata proverbiale per il doppio primato del numero dei dipendenti e dell'inefficienza. Il funzionamento di ogni sorta di istituzioni, dagli ospedali alle banche, è inceppato da una sorta di ideologia della reciproca assistenza che impone la creazione di una fitta rete di relazioni speciali e di piccoli privilegi alla persona. Settori tra i più importanti dell'economia devono fare i conti con l'ipoteca della camorra di cui alimentano anche i mille rivoli della miserabile economia del vicolo". Un quadro chiarissimo in cui sembra di riconoscere, trasportando i fatti del 1978 ai giorni nostri, la proliferazione delle società miste comunali e regionali, le decine di commissioni consiliari speciali, il parassitismo della burocrazia, l'elargizione elettoralistica dei corsi di formazione professionale e dei contratti di lavoro socialmente utile. L'affondo di Rosario Romeo è impietoso: "Si sono incentivate attese parassitarie antiche e nuove, accompagnate da forme inedite di aggressiva rissosità". Nel 1978 Napoli è governata, e lo sarà fino al 1983, da una giunta di sinistra imperniata sul Pci e guidata da Maurizio Valenzi. Il giudizio di Romeo è drastico: "L'amministrazione di sinistra è fallita non meno delle precedenti". Così come la diarchia Bassolino-Iervolino è fallita rispetto al governo pentapartitico degli anni Ottanta, pure additato come esempio di malgoverno e collusione con la criminalità. L'editoriale di Romeo si chiude con una richiesta alle nuove generazioni: "Molti dei giovani migliori pensano di emigrare. Eppure oggi più che mai la città ha bisogno degli eredi della tradizione del novantanove". Ma noi che scriviamo oggi, e che giovani ancora viviamo a Napoli, vediamo che i giovani degli anni Settanta, arrivati al governo degli enti locali, hanno ripreso gli stessi vizi dei loro padri e nessun germe della Repubblica partenopea del 1799 è attecchito. E ci domandiamo se non sia davvero il caso di emigrare, per tornare da turisti e rattristarsi per la bellezza tradita della città e l' "armonia perduta" che ci ha raccontato Raffaele La Capria. Con un bagaglio di letture e sensibilità liberaldemocratiche che non attecchiscono e anzi vengono sbeffeggiate da una classe dirigente che si mostra ancora interamente borbonica. E interprete della politica delle "tre effe": festa, farina e forca.

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
04-11-06, 11:22
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nuvolarossa
10-11-06, 21:38
Parole gravissime
Per Bassolino non si può combattere la camorra senza paralizzare Napoli

Abbiamo già avuto modo di ricordare che nel passato il Partito comunista italiano - e poi il Pds - sosteneva che le amministrazioni di centrosinistra Dc *Psi erano il terreno di coltura e di cultura delle organizzazioni criminali attive sul territorio. Allora noi contestavamo quello che ci appariva come un "dogma sinistro": e anche adesso pensiamo che non sia così. Ma se quell'assunto fosse vero, a fronte del caso Campania, dove la situazione dell'ordine pubblico è chiaramente fuori controllo e la condizione di grave emergenza è di fronte a tutti, tranne a coloro che non la vogliono vedere, non resterebbero che le dimissioni di Bassolino e del sindaco Jervolino.

http://www.danzaymovimiento.com/data/images/jmax/jmax-ep000347.jpg

D'altra parte le organizzazioni criminali hanno un preciso interesse nel cercare di instaurare un rapporto con il potere politico locale e con chi lo rappresenta, altrimenti non si spiegherebbero la pioggia di voti per Leoluca Orlando Cascio a Palermo, Enzo Bianco a Catania, Loiero in Calabria e Bassolino e Jervolino in Campania. Il giudice Falcone ci insegnava che la mafia vota per i più forti, non per i perdenti. Se le organizzazioni criminali sostenevano le giunte del passato con il loro voto, non è che cambiate le giunte quel voto si sia eclissato. Per questa ragione ci pare particolarmente grave sentire il presidente della Regione Campania opporsi all'arresto di cinquemila malavitosi, sostenendo che in questa maniera si paralizzerebbe la Regione. Perché nelle condizioni attuali la paralisi la procura la camorra, non la lotta alla camorra. Facciamo presente che il presidente della Regione Campania non è un politico con i calzoni corti: è una personalità che conosce perfettamente il suo mestiere ed il mestiere della politica. Se aveva riserve sul piano di sicurezza Amato, aveva modo di manifestarle riservatamente al ministro degli Interni o al questore. Se ha scelto di usare il mezzo stampa per esternare posizioni di questo rilievo, ciò significa creare un problema al governo nel momento in cui si accinge ad una dura lotta alla criminalità. Non osiamo pensare cosa sarebbe successo se Antonio Gava avesse mai preso una simile posizione ai suoi tempi. Per questo ci chiediamo se il governo non debba fare una scelta fra la lotta alla camorra ed il sostegno al Presidente della Regione, che sulla base di tali posizioni non può più restare al suo posto.

Roma, 10 novembre 2006

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
04-12-06, 21:01
Torre del Greco, Salvatore Piro nuovo segretario del Pri/Ciro Iacomino ha lasciato il suo incarico. Presente alla manifestazione Nucara
Il prezioso contributo della Campania

TORRE DEL GRECO (Napoli) - Passaggio di consegne lunedì 27 novembre a Torre del Greco. Alla presenza del segretario nazionale, Francesco Nucara, il segretario cittadino del Pri di Torre del Greco, Ciro Iacomino, ha lasciato commosso il suo incarico all'avvocato Salvatore Piro.

Al congresso cittadino del Partito repubblicano era presente anche il segretario regionale Carmine Bevilacqua e la giovane Rosaria Sorrentino a presiedere il convegno dal tema: "I repubblicani quale forza politica necessaria al rilancio dell'economia e dello sviluppo della città in tutti i suoi aspetti".

Risultati

L'appassionato Iacomino ha elencato i risultati raggiunti a Torre del Greco grazie al PRI dal 1973 al 1992: dalla ristrutturazione delle aree agricole al mercato ortofrutticolo, dall'irrigazione all'acqua potabile per la cittadinanza, alla trasformazione dei sentieri sterrati in strade percorribili e funzionali, dalla Procura alla caserma dei Carabinieri. Dal ‘92 al 2006 c'è stata invece una controtendenza: cinque sindaci per consumare 3.080 miliardi di vecchie lire. Ora a Torre del Greco – ha lamentato Iacomino – è impossibile passeggiare, i rifiuti solidi urbani impediscono alla gente di uscire dai portoni e poi c'è la grande incognita Vesuvio, con l'assenza di una strada di fuga. "Il nostro nemico principale – ha detto alzando i toni – è l'indifferenza, che noi dobbiamo combattere". Molte cose sono ancora da fare, partendo dalla riqualificazione dell'area portuale. Ora è tutto nelle mani dell'avvocato Piro che, dopo aver ringraziato per la fiducia accordata alla sua persona, ha esposto il proprio progetto politico per la città e le priorità di cui vorrà farsi promotore. La precedenza assoluta verrà data – ha assicurato il neo incaricato – alla moralizzazione della vita politica, con interventi sull'attuale regolamento comunale (in accordo dunque con quanto espresso anche dal segretario uscente), per impedire operazioni individuali spesso alla base del declino di una amministrazione.

Riorganizzazione della macchina comunale, ponendo efficienza e risultati in primo piano nel rapporto con il cittadino, modifica del regolamento con rideterminazione di quorum elettivi e introduzione di responsabilità specifiche ed incompatibilità di incarichi e, non ultimo, la riqualificazione della sopraccitata area portuale, sono stati i punti programmatici annunciati da Piro, che ha infine esortato i presenti ad evitare visioni pessimistiche e a credere nella possibile vittoria.

Regione fondamentale

La parola è passata poi all'onorevole Nucara che ha ricordato ai partecipanti la lunga tradizione del PRI, che si è costituito in partito organizzato nel 1895, ma il cui simbolo risale al 1831. Ed è questa storia che è stata "affidata" all'ex premier Berlusconi con la svolta congressuale del 2001, in cui la Campania si è rivelata fondamentale. Quando Berlusconi, da uomo molto pratico di mentalità aziendale, chiese quanti voti avrebbe portato il PRI alla sua coalizione, Nucara rispose: "Non portiamo voti, ma qualcosa che nessuno può dare, la Storia".

Un repubblicano, che sia alleato del centrodestra o del centrosinistra, resta sempre e comunque un repubblicano, perché esiste un humus comune che non divide ma unisce. Ci sono ideali (e non ideologie) che ci appartengono, qualsiasi sia lo schieramento e le alleanze politiche. Passando alla questione locale, il segretario ha criticato, senza mezzi termini, l'amministrazione Bassolino: "Se volete continuare a vivere nell'immondizia, nei rifiuti e nel degrado, continuate a votare la sinistra". Su una cosa noi repubblicani non possiamo transigere: con la concezione comunista di questo governo che vuole attuare la ridistribuzione del reddito secondo i bisogni e non secondo i meriti di ognuno. Dov'è la meritocrazia? Con questa domanda ha concluso il suo intervento il segretario del Pri, dopo essersi congratulato con il nuovo segretario cittadino di Torre del Greco.

Chiara Capotondi

tratto da http://www.pri.it

nuvolarossa
25-12-06, 10:23
Napoli sempre peggio per qualità della vita e disservizi
In Campania Ds e Margherita sono ai ferri corti

di Sergio Menicucci

Bassolino, il governatore della Regione Campania, non vuole essere da meno di Romano Prodi. Anche lui ha presentato per la Finanziaria 2007 un maxiemendamento. Senza il dovuto parere della Commissione competente. La necessità di approvare il documento contabile ha fatto stringere i tempi e così nell’Aula di Palazzo Santa Lucia è giunto un provvedimento con molte crepe e accompagnato da accese polemiche. In esso c’è di tutto, compresi i contrasti di impostazione tra i due partiti maggiori della coalizione: i Ds e la Margherita. Uno dei punti più controversi è quello relativo alla richiesta di azzeramento di tutti i consigli di amministrazione degli organi gestionali delle società miste e degli enti strumentali partecipati dalla Regione. Per la Margherita sarebbe l’occasione di ottenere un riequilibrio politico, detto più prosaicamente una migliore lottizzazione. Ma ci sono anche tagli alle iniziative per lo sviluppo turistico e ai trasporti e finanziamenti per i detenuti che hanno ottenuto l’indulto. Critiche le opposizioni anche in merito ai soldi spesi da Bassolino per l’allestimento di piazza Plebiscito con le sculture di Jenny Holzer, poco gradite ai napoletani che avrebbero preferito valorizzare un artista campano. Sul dibattito pesa, principalmente, la vicenda della società Soresa, creata nel 2003 per pagare l’immenso debito accumulato nella sanità: ben 5 miliardi di euro a partire dal 2001.

La Regione contrasse allora un mutuo trentennale, aumentando due addizionali. Dopo quasi due anni si scopre che neppure un euro è stato pagato ai creditori. Anzi, vengono spesi altri 18 milioni di euro per affidare compiti di recupero a due società private con capitale irrisorio, sedi e dipendenti incerti, telefoni muti. E’ bagarre quando An chiede di vederci chiaro. Due consiglieri della Margherita si dimettono, il vicepresidente Valiante trasmette tutte le carte alla Procura. La vicenda scotta politicamente. Bisogna intervenire sulle banche. E allora tutti gli esponenti della Margherita salgono in processione a Nusco per avere lumi dal “gran capo dc” Ciriaco De Mita. La soluzione? Affidare la Presidenza ad un uomo di Bassolino e l'incarico di direttore generale a un demitiano. La situazione non è più rosea al Comune. Criminalità, povertà, disoccupazione, mortalità, disservizi sono tutte le voci in negativo che portano Napoli al 96° posto nella classifica della qualità della vita stilata, ogni dicembre, dal giornale della Confindustria “Il Sole 24 ore”. Una marcia indietro di sette posizioni che condanna la gestione amministrativa del sindaco Rosa Russo Jervolino alle prese con un'altra piaga: quella della mondezza.

L’assessore diessino Gennaro Mora si è presentato in Consiglio comunale sostenendo la tesi che se i sacchetti dei rifiuti erano per strada e non nelle discariche, la responsabilità era dei centri di smaltimento e non dalla mancata raccolta. A Napoli ci sono 1400 tonnellate di spazzatura e 6 mila tonnellate in siti di stoccaggio temporaneo allestiti dal Comune e dalla società Asia. Il Prefetto della Protezione civile Guido Bertolaso, commissario ad acta, non ci sta e replica seccamente che “con l’attuale gestione commissariale sono state smaltite 5 mila tonnellate in più di rifiuti rispetto al 2005”. Quindi la responsabilità del degrado è del Comune. Per risolvere il problema il centrodestra, con Varriale (Fi), Schifone (An), Lanzotto (Udc) propone la costruzione di un inceneritore a Napoli, cercando di convincere la gente che i termovalorizzatori non inquinano ma rappresentano una risorsa. Altrimenti la scena è quella di vedere, ancora per lungo tempo, i sacchetti e i mobili lungo i binari della Circumvesuviana.

tratto da http://www.opinione.it/

Giuseppe Gizzi
14-02-07, 11:20
Il ricordo di Medri nelle parole dell’amico on.Giuseppe Ossorio

Giuseppe Ossorio ricorda il caro amico Giorgio, rammentandone le doti di equilibrio e passione politica e indicandolo ai repubblicani come esempio di dedizione agli ideali di fratellanza repubblicana.