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Burton Morris
01-09-09, 19:35
Pannella: è necessario un atto di clemenza per riportare la legalità nelle prigioni e nei tribunali

1 settembre 2009

• da una nota di agenzia letta a Radio Radicale

La drammatica situazione nelle carceri italiane, la necessità di un "atto di clemenza per riportare la legalità nelle prigioni e nei tribunali", e dunque il rilancio della proposta di una amnistia "contro la prescrizione, immonda realtà strutturale" del Paese, sono alcuni dei temi affrontati da Marco Pannella in un intervento che sarà pubblicato domani sulle pagine di RadioCarcere, la pagina settimanale de Il Riformista dedicata al carcere e alla giustizia penale.

"Che il sessantennale regime italiano sia sempre più corrotto e corruttore pochi possono negarlo - afferma Pannella - per questo ormai abbiamo deciso: si continua, si rilancia e si otterrà amnistia".
:: Radicali.it :: (http://www.radicali.it/view.php?id=145607)

Siete d'accordo con Pannella?

zulux
02-09-09, 00:43
sì, molto.... purtroppo... aggiungerei...

Resurgens
02-09-09, 08:50
Se si parla di un altro indulto mi trovo contrario: si è già fatto ed è risultato fallimentare, vuoi per cause intrinseche, vuoi per mancanza di coerenza di chi ci governa, vuoi per altri motivi. Ripetere un'esperienza così pericolosa per la società (perché oltre a criminali occasionali c'è la seria possibilità di rimettere in libertà gente recidiva, che fa del crimine il proprio modo di sbarcare il lunario o, peggio, per divertirsi, e della permanenza in carcere nulla più di una fastidiosa interruzione) dovrebbe essere solo un'ultima spiaggia.

Non voto ancora perché attendo che qualcuno possa dare spiegazioni sulla proposta di Pannella... o che qualcuno mi dica che siamo all'ultima spiaggia...

So che la situazione nelle carceri è critica, ma davvero l'unica soluzione è svuotarle d'ufficio?

Resurgens

LIBERAMENTE
02-09-09, 09:09
Se si tratta di un nuovo indulto non concordo neanche io. Attendo ulteriori chiarimenti, ma così la proposta non mi suona benissimo. Piuttosto molti reati andrebbero depenalizzati (così si ridurrebbe la mole di persone in gattabuia) e si dovrebbe affrontare in maniera diversa il problema della carcerazione degli stranieri ( che sono una percentuale enorme della popolazione carceraria e sui quali si deve trovare un accordo a livello internazionale in merito alle forme e modalità di detenzione).

Nicola
02-09-09, 18:06
Se si tratta di un nuovo indulto non concordo neanche io. Attendo ulteriori chiarimenti, ma così la proposta non mi suona benissimo. Piuttosto molti reati andrebbero depenalizzati (così si ridurrebbe la mole di persone in gattabuia) e si dovrebbe affrontare in maniera diversa il problema della carcerazione degli stranieri ( che sono una percentuale enorme della popolazione carceraria e sui quali si deve trovare un accordo a livello internazionale in merito alle forme e modalità di detenzione).

Sono d'accordo con te, depenalizzazione e diversa carcerazione degli stranieri sarebbero ben più di un palliativo. Non so cosa volesse dire Pannella, sono certo che a breve lo preciserà, anche perché credo che non siamo noi i soli a chiedere un chiarimento.
Le carceri sono disumane, ma, d'altra parte, non si può nemmeno ammainare per sempre la bandiera della Giustizia e del Diritto.

Nicola
02-09-09, 21:23
Sono d'accordo con te, depenalizzazione e diversa carcerazione degli stranieri sarebbero ben più di un palliativo. Non so cosa volesse dire Pannella, sono certo che a breve lo preciserà, anche perché credo che non siamo noi i soli a chiedere un chiarimento.
Le carceri sono disumane, ma, d'altra parte, non si può nemmeno ammainare per sempre la bandiera della Giustizia e del Diritto.
... e infatti dal Fb di Marco: :sofico:

AMNISTIA! AMNISTIAA!! AMNISTIAAA!!! INFORMATEVI SCEMI! SCEMII!! SCEMIII!!! Marco
Share
Today at 6:02pm
Io voglio solamente un’amnistia diversa da quella, ignobile e delinquenziale, che appesta l’Italia con 1.800.000 “amnistiati” (senza nemmeno essere giudicati, anche per i peggiori delitti !) negli ultimi 10 anni; e almeno 6 milioni negli ultimi 35. L’amnistia che io voglio è per far fuori questa sporca amnistia di classe, perlopiù aperta a chi ha da pagarsi ricche difese; è per affrontare – capite, scemi ? – l’immensa tragedia rappresentata dagli oltre DIECI MILIONI di processi “pendenti”, che sarebbero almeno 16 milioni, senza l’amnistia con cui io voglio farla finita. ALMENO IL 30% DEGLI ITALIANI E’ COINVOLTO IN QUESTA TRAGEDIA DI STATO, DEMOCRATICA, UMANA.

Resurgens
02-09-09, 22:34
... e infatti dal Fb di Marco: :sofico:

AMNISTIA! AMNISTIAA!! AMNISTIAAA!!! INFORMATEVI SCEMI! SCEMII!! SCEMIII!!! Marco
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Today at 6:02pm
Io voglio solamente un’amnistia diversa da quella, ignobile e delinquenziale, che appesta l’Italia con 1.800.000 “amnistiati” (senza nemmeno essere giudicati, anche per i peggiori delitti !) negli ultimi 10 anni; e almeno 6 milioni negli ultimi 35. L’amnistia che io voglio è per far fuori questa sporca amnistia di classe, perlopiù aperta a chi ha da pagarsi ricche difese; è per affrontare – capite, scemi ? – l’immensa tragedia rappresentata dagli oltre DIECI MILIONI di processi “pendenti”, che sarebbero almeno 16 milioni, senza l’amnistia con cui io voglio farla finita. ALMENO IL 30% DEGLI ITALIANI E’ COINVOLTO IN QUESTA TRAGEDIA DI STATO, DEMOCRATICA, UMANA.

Sarò scemo anch'io, ma continuo a non capire... La soluzione dovrebbe essere uno snellimento del sistema giuridico, con depenalizzazione di alcuni reati (tra cui, e non mi vergogno di dirlo, l'apologia di fascismo in quanto reato d'opinione), la certezza della pena e una maggiore rapidità dei processi, non un'amnistia che faccia uscire persone riconosciute colpevoli senza che la pena sia stata scontata.

Se proprio è necessario diminuire la pressione nelle carceri in attesa di una riforma della giustizia, allora non sarebbe meglio permettere detenzioni alternative, come gli arresti domiciliari (che i media trasmettano che ciò equivalga alla scarcerazione è solo disinformazione) per certi crimini?

Probabilmente mi mancano delle informazioni, per cui non so se le mie conclusioni sono corrette o no, come non so se ho interpretato bene le parole di Marco...

Resurgens

Nicola
02-09-09, 23:08
Caro Resurgens, sinceramente non lo so nemmeno io. La depenalizzazione dei reati dovrebbe essere un po' più ampia dei soli reati d'opinione (per quanto odiosi) e chiaramente si dovrà ricorrere molto alle cosiddette misure alternative, come giustamente osservi. I problemi restano quelli di sempre: mancata digitalizzazione degli uffici, procedure lente e inefficienti (a volte anche obsolete), scarsi mezzi a disposizione, insufficienza cronica degli organici, scarsa produttività, diciamolo, di almeno parte della magistratura.

Queste sono considerazioni mie, cosa intenda Marco con amnistia aspetto di conoscerlo più nel dettaglio.

Hope
03-09-09, 00:46
Il problema delle carceri è legato a quello della giustizia...
Il pacchetto radicale sulle riforme in materia giustizia credo sia più che valido quanto meno per ridare aria ad un sistema che è impantanato.

Nicola
03-09-09, 18:49
Pannella su Facebook


La mia lettera a Tonino Di Pietro
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Yesterday at 10:46pm

Caro Tonino,

Come ben sai (ma fingi evidentemente di non essertene accorto) la riproposizione dell’amnistia è mia e sicuramente, penso, dell’intera galassia Radicale. Piuttosto, di destra è davvero la dichiarazione: “No a indulti e amnistie – bisogna costruire più istituti penitenziari”, proprio tua oggi e non di Berlusconi o di Gasparri o che so io dell’Impregilo!

E, a proposito, puoi darmi notizie sulla “amnistia” che tu sostieni così efficacemente da almeno 30 anni che ha davvero radicalmente “liberato” (e anche senza virgolette) probabilmente il fior fiore dell’alta delinquenza organizzata politicamente o mafiosamente e/o mentre io, purtroppo, poverino, da 30 anni sostengo questa sicura premessa alla riforma STRUTTURALE della mala-Giustizia italiana che oggi comporta oltre 10 milioni di processi “pendenti”… In questi 10 milioni di pendenti, senza il mio e nostro, radicale intervento, farai ottenere ad almeno un altro paio di milioni di ricchi – di difesa e di soldi – delinquenti la tua amnistia.

Comunque da abruzzese a molisano (e dobbiamo riunirci necessariamente tra poco!), noi lottiamo cocciutamente e non perché nipoti o figli di Procuratori generali o di Beccaria o di Calamandrei e di conseguenza, come capita però un po’ troppo spesso a te, nella cocciutaggine rischiamo proprio di meritare un Nobel diciamo, per onesta minchioneria. Parliamone comunque. Io sono disposto a farlo con piena fiducia. Ti ricordo – ma almeno di questo forse non c’è bisogno – che questa “Giustizia” purtroppo ancora tanto tua oggi coinvolge e tormenta, secondo il rapporto ufficiale del Commissario per i Diritti Umani Alvaro Gil-Robles del Consiglio d’Europa, “il 30% della popolazione italiana”, o preferisci che ricorriamo ad un “arbitrato” così amati da una parte dell’attuale magistratura? Io preferirei, magari, De Magistris piuttosto che Gasparri. Ma tu ci staresti? Ciao. Un abbraccio.

Marco

il Gengis
04-09-09, 19:51
Pannella: "Le carceri sono un girone infernale"
Amnistia. Il leader radicale chiede l'atto di clemenza per riportare legalità nelle prigioni e nei tribunali

• da Il Riformista del 2 settembre 2009, pag. 22

di Marco Pannella

Massimo Calearo, dopo l’ispezione ferragostana alle carceri promossa e organizzata da Rita Bernardini con il sostegno di Antonella Casu, l’ha evocata come un’immersione in un dantesco girone infernale. Chi l’ascoltava non avvertiva l’enfasi, ma il dolore per la verità scoperta e la determinazione di darle seguito. In molti, fra i quasi duecento che hanno esercitato la prerogativa attribuita dalla legge a parlamentari e consiglieri regionali, hanno condiviso la sua emozione e la volontà di impegnarsi.

La comunità penitenziaria aveva assoluto bisogno sperava - di trarre ulteriore conforto e coraggio dall’attualità emersa e dal dibattito così suscitato. Invano! Raiset, servizio pubblico e privato, era in vacanza, tranne che per le solite desolanti cronache "politiche" e criminali. Dibattiti, "approfondimenti", zero. Erano e restano invece maledettamente urgenti e necessari, per comprendere il da farsi, per sperare anziché disperare, per meglio concepire il nuovo possibile che c’è e urge. S’accentua la maledetta urgenza di condividere la ricerca delle vie d’uscita da questa Gehenna.

Ma occorre non cadere nell’errore di sempre. La tragedia, che c’è, non è di per se è il carcere: epifenomeno, conseguenza, indotto, di quella della Giustizia. Lasciamo, per un attimo, la parola preziosa - al Ministro della Giustizia Alfano, in un suo intervento alla Camera, il 27 gennaio 2009: "Quello che di impressionante vi è da sottolineare è la mole dei procedimenti pendenti, cioè, detto in termini più diretti, dell’arretrato o meglio ancora del debito giudiziario dello Stato nei confronti dei cittadini: 5 milioni e 425 mila i procedimenti civili pendenti, 3 milioni e 262 mila quelli penali. Ma il vero dramma è che il sistema non solo non riesce a smaltire questo spaventoso arretrato, ma arranca faticosamente, senza riuscire neppure ad eliminare un numero almeno pari ai sopravvenuti, così alimentando ulteriormente il deficit di efficienza del sistema".

Il Ministro insomma denuncia il carattere strutturale della crisi della Giustizia italiana: ne vengono distrutti Stato e società. Massima tragedia, quindi, istituzionale e sociale del Paese. La nostra proposta trentennale ha un nome semplice, tanto da suscitare nello sfascismo di Regime e nella sua partitocratica classe dominante, nei ruoli di governo e di opposizione, la scontata accusa d’essere idiota e mentecatta; il suo nome è Amnistia. Contro - tra l’altro - l’ignobile realtà del sistema di potere e di classe che consiste nel termine impronunciabile: PRESCRIZIONE.

E’ questa infatti l’immonda realtà strutturale, necessaria al sessantennale Regime sfascista e al suo Disordine Costituito: nei soli ultimi dieci anni 1.800.000 beneficiari di prescrizioni. Almeno due milioni con il prossimo 2010. Fra i quali, certo, Berlusconi e berlusconidi a gogò; ma anche i due coimputati Massimo D’Alema e Pinuccio Tatarella. Che il sessantennale Regime italiano sia sempre più (se possibile!) corrotto e corruttore pochi oserebbero negarlo. Che sia criminogeno e anche tecnicamente (non "moralmente"!) equiparabile non più alla figura del "delinquente abituale" ma a quella del delinquente " professionale", anche. Luigi Ferrajoli, giurista e persona liberale, annotava di recente quanto segue: "Il nostro è uno dei paesi più sicuri del mondo, in cui la criminalità è in costante calo da decenni.

In Italia abbiamo 600 omicidi all’anno, nella sola Rio de Janerio sono 6.000. Negli Stati Uniti sono 20-25.000 (circa 40 volte in più che l’Italia) con una popolazione che è 6 volte quella italiana. Con tutte le nostre mafie, non c’è paragone. Lo stesso vale per i reati contro la persona. E’ chiaro, però, che se racconti ogni delitto in modo ossessivo, pensiamo di vivere nella giungla.." Da Radiocarcere, da Radio Radicale ormai abbiamo deciso. Si continua, si rilancia e si otterrà: AMNISTIA!!

il Gengis
04-09-09, 20:11
Pannella: “biglietto aperto a Tonino di Pietro”

Roma, 2 settembre 2009

• questo testo sarà pubblicato domani su Notizie Radicali, giornale telematico di Radicali Italiani

Caro Tonino,

come ben sai (ma fingi evidentemente di non essertene accorto) la riproposizione dell’amnistia è mia e sicuramente, penso, dell’intera galassia Radicale. Piuttosto, di destra è davvero la dichiarazione: “No a indulti e amnistie – bisogna costruire più istituti penitenziari”, proprio tua oggi e non di Berlusconi o di Gasparri o che so io dell’Impregilo!

E, a proposito, puoi darmi notizie sulla “amnistia” che tu sostieni così efficacemente da almeno 30 anni che ha davvero radicalmente “liberato” (e anche senza virgolette) probabilmente il fior fiore dell’alta delinquenza organizzata politicamente o mafiosamente e/o mentre io, purtroppo, poverino, da 30 anni sostengo questa sicura premessa alla riforma STRUTTURALE della mala-Giustizia italiana che oggi comporta oltre 10 milioni di processi “pendenti”… In questi 10 milioni di pendenti, senza il mio e nostro, radicale intervento, farai ottenere ad almeno un altro paio di milioni di ricchi – di difesa e di soldi – delinquenti la tua amnistia.

Comunque da abruzzese a molisano (e dobbiamo riunirci necessariamente tra poco!), noi lottiamo cocciutamente e non perché nipoti o figli di Procuratori generali o di Beccaria o di Calamandrei e di conseguenza, come capita però un po’ troppo spesso a te, nella cocciutaggine rischiamo proprio di meritare un Nobel diciamo, per onesta minchioneria. Parliamone comunque. Io sono disposto a farlo con piena fiducia. Ti ricordo – ma almeno di questo forse non c’è bisogno – che questa “Giustizia” purtroppo ancora tanto tua oggi coinvolge e tormenta, secondo il rapporto ufficiale del Commissario per i Diritti Umani Alvaro Gil-Robles del Consiglio d’Europa, “il 30% della popolazione italiana”, o preferisci che ricorriamo ad un “arbitrato” così amati da una parte dell’attuale magistratura? Io preferirei, magari, De Magistris piuttosto che Gasparri. Ma tu ci staresti? Ciao. Un abbraccio.

Marco

il Gengis
04-09-09, 20:12
Pannella: contro l’amnistia illegale, clandestina, di massa e di classe in corso da decenni - chiamata PRESCRIZIONE - lottiamo per una vera e ampia amnistia per la legalità, per la Riforma della Giustizia e dello Stato

Roma, 3 settembre 2009

• Dichiarazione di Marco Pannella

Fin dall’autunno del ’78, per tre decenni, abbiamo lottato in Parlamento e nel paese per un’ampia amnistia, per restaurare la legalità e lo Stato di Diritto, contro l’amnistia di fatto, riservata ai privilegiati che possono pagarsi gli avvocati per fare cadere i loro processi in prescrizione”: così il leader radicale Marco Pannella ha spiegato le ragioni della sua lotta contro il degrado della giustizia italiana.

Tonino Di Pietro, per ignoranza o per auto-inganno, è pienamente corresponsabile, e dunque complice, di questo stato di cose – ha spiegato Pannella - Accuso questo oppositore di comodo del Regime Partitocratico di difendere la vergognosa e incivile amnistia attualmente in corso, chiamata PRESCRIZIONE, di cui hanno beneficiato quasi due milioni di persone in dieci anni, mentre con l’indulto avevamo iniziato un processo che - se accompagnato da un’amnistia - avrebbe portato alla riforma complessiva della Giustizia e al rientro nella legalità costituzionale.

L’Europa ci condanna per questo degrado e il governo italiano è costretto ad ammettere i suoi torti, salvo poi rifiutarsi di pagare le multe e di risarcire le vittime – ricorda Pannella – Il ministro Alfano ha detto parole di verità in Parlamento, denunciando un “debito giudiziario dello Stato nei confronti dei cittadini” che ha ormai “oltrepassato il limite di ogni possibile tollerabilità.

Il Ventennio fascista – ha concluso Pannella – era lontano mille miglia dai livelli di indecenza del Sessantennio partitocratico. Si tenta di fare passare la nostra proposta come un atto di “clemenza buonista”, mentre noi vogliamo farla finita con questo Regime immondo e illegale, candidandoci al Governo del paese.

zulux
05-09-09, 12:06
...cerchiamo di discutere... senza arrivare a una compilation di dichiarazioni pannelliane... mi sembra che l'ultima chiarisca l'aspetto fondamentale... cioè l'opposizione all'amnistia di classe determinata dall'istituto della prescrizione... con una comunicatività molto polemica e deflagrante come nello stile di marco...

Resurgens
05-09-09, 13:48
Ciò che è da combattere con l'amnistia è dunque l'uso della prescrizione, che da presunto strumento di umanità (se non sbaglio dovrebbe servire a non far sentire "braccati" per tutta la vita persone che hanno commesso reati di non eccessiva gravità) diviene strumento di impunità per chi è abile a far durare a lungo i processi...

L'amnistia dunque come prima fase che permetta una ristrutturazione della giustizia, che (auspicabilmente) renda più rapidi i processi ed eviti che la prescrizione possa essere usata come difesa di comodo da chi se lo può permettere. Se non sbaglio anche l'indulto doveva avere una funzione simile, solo che con la caduta del governo la riforma della giustizia non è avvenuta e l'indulto è servito solamente ad aumentare il senso di insicurezza (vero o presunto) in Italia...

Ora, mi sorgono due domande: in che cosa si differenzia l'amnistia che ha in mente Pannella dall'indulto che c'è stato, e più in generale che differenza c'è tra un'amnistia e un indulto? Non avendo fatto diritto brancolo nel buio...
La seconda domanda è: come si può essere certi che all'amnistia seguirà una riforma adeguata della giustizia, se la politica è quella che è e basta la caduta di un governo per dare tutta la colpa delle miserie d'Italia a quello precedente?

Resurgens

edera rossa
06-09-09, 00:42
continuo a credere che la soluzione non stia in indulti od amnistie ( anche se sono ingiuste le polemiche verso il precedente indulto) , ma nel collegare la pena effettiva da scontrare alle condizioni della carcerazione stessa. E questo dovrebbe costituire non un atto di generosità dello stato , ma di giustizia nei confronti di che sta scontando una pena in condizioni indegne di un paese civile. Diminuendo , in virtù di legge, la pena a seconda delle condizioni carcerarie in cui la stessa viene od è stata scontata si dà alla opinione pubblica l'esatta motivazione delle ragioni di una scarcerazione e della giustizia della stessa. Si pone inoltre in tutta evidenza, ed in maniera continua, il problema carcerario come problema di tutta la società italiana. Con tale soluzione si evita inoltre la casualità lei condoni e dellle amnistie più propri di una monarchia che della pietas repubblicana che deve manifestarsi nella mitezza delle pene e nella civiltà della loro applicazione.

zulux
06-09-09, 01:36
Ciò che è da combattere con l'amnistia è dunque l'uso della prescrizione, che da presunto strumento di umanità (se non sbaglio dovrebbe servire a non far sentire "braccati" per tutta la vita persone che hanno commesso reati di non eccessiva gravità) diviene strumento di impunità per chi è abile a far durare a lungo i processi...

L'amnistia dunque come prima fase che permetta una ristrutturazione della giustizia, che (auspicabilmente) renda più rapidi i processi ed eviti che la prescrizione possa essere usata come difesa di comodo da chi se lo può permettere. Se non sbaglio anche l'indulto doveva avere una funzione simile, solo che con la caduta del governo la riforma della giustizia non è avvenuta e l'indulto è servito solamente ad aumentare il senso di insicurezza (vero o presunto) in Italia...

Ora, mi sorgono due domande: in che cosa si differenzia l'amnistia che ha in mente Pannella dall'indulto che c'è stato, e più in generale che differenza c'è tra un'amnistia e un indulto? Non avendo fatto diritto brancolo nel buio...
La seconda domanda è: come si può essere certi che all'amnistia seguirà una riforma adeguata della giustizia, se la politica è quella che è e basta la caduta di un governo per dare tutta la colpa delle miserie d'Italia a quello precedente?

Resurgens
...non posso entrare nel merito di argomenti giuridici che non conosco... riguardo alla seconda domanda è... se non si fa l'amnistia... ci rassegnamo al fatto che i ricchi saranno assolti e i meno abbienti condannati?... e chi deciderà la sorte di quei milioni di processi pendenti?... certo il tuo dubbio persiste ed è drammatico... ed è stato provocato proprio da quella classe partitocratica che ha reso la politica... come dici tu... quella che è


continuo a credere che la soluzione non stia in indulti od amnistie ( anche se sono ingiuste le polemiche verso il precedente indulto) , ma nel collegare la pena effettiva da scontrare alle condizioni della carcerazione stessa. E questo dovrebbe costituire non un atto di generosità dello stato , ma di giustizia nei confronti di che sta scontando una pena in condizioni indegne di un paese civile. Diminuendo , in virtù di legge, la pena a seconda delle condizioni carcerarie in cui la stessa viene od è stata scontata si dà alla opinione pubblica l'esatta motivazione delle ragioni di una scarcerazione e della giustizia della stessa. Si pone inoltre in tutta evidenza, ed in maniera continua, il problema carcerario come problema di tutta la società italiana. Con tale soluzione si evita inoltre la casualità lei condoni e dellle amnistie più propri di una monarchia che della pietas repubblicana che deve manifestarsi nella mitezza delle pene e nella civiltà della loro applicazione.

... ma più concretamente come si potrebbe realizzare una riforma carceraria del genere...?

edera rossa
06-09-09, 20:26
...non posso entrare nel merito di argomenti giuridici che non conosco... riguardo alla seconda domanda è... se non si fa l'amnistia... ci rassegnamo al fatto che i ricchi saranno assolti e i meno abbienti condannati?... e chi deciderà la sorte di quei milioni di processi pendenti?... certo il tuo dubbio persiste ed è drammatico... ed è stato provocato proprio da quella classe partitocratica che ha reso la politica... come dici tu... quella che è



... ma più concretamente come si potrebbe realizzare una riforma carceraria del genere...?

una volta stabilite le condizioni carcerarie minime, ogni singolo carcerato dovrebbe essere accompagnato da un suo fascicolo personale dal quale risultino anche gli standard ( basterebbero alcuni standard tipo come numero di carcerati per cella, spazio personale a disposizione, servizi igienici) in cui si svolge concretamente la sua carcerazione. A seconda della percentuale media di discostamento dagli standard minimi si determina la percentuale di tempo in meno di carcerazione alla quale ha diritto.

Burton Morris
06-09-09, 23:42
una volta stabilite le condizioni carcerarie minime, ogni singolo carcerato dovrebbe essere accompagnato da un suo fascicolo personale dal quale risultino anche gli standard ( basterebbero alcuni standard tipo come numero di carcerati per cella, spazio personale a disposizione, servizi igienici) in cui si svolge concretamente la sua carcerazione. A seconda della percentuale media di discostamento dagli standard minimi si determina la percentuale di tempo in meno di carcerazione alla quale ha diritto.

La trovo una proposta molto interessante, andrebbe applicata subito, le pene diventerebbero più brevi alleviando le condizioni dei carcerati e farebbe rendere conto a tutti della gravità della situazione.


Ciò che è da combattere con l'amnistia è dunque l'uso della prescrizione, che da presunto strumento di umanità (se non sbaglio dovrebbe servire a non far sentire "braccati" per tutta la vita persone che hanno commesso reati di non eccessiva gravità) diviene strumento di impunità per chi è abile a far durare a lungo i processi...

L'amnistia dunque come prima fase che permetta una ristrutturazione della giustizia, che (auspicabilmente) renda più rapidi i processi ed eviti che la prescrizione possa essere usata come difesa di comodo da chi se lo può permettere. Se non sbaglio anche l'indulto doveva avere una funzione simile, solo che con la caduta del governo la riforma della giustizia non è avvenuta e l'indulto è servito solamente ad aumentare il senso di insicurezza (vero o presunto) in Italia...

Ora, mi sorgono due domande: in che cosa si differenzia l'amnistia che ha in mente Pannella dall'indulto che c'è stato, e più in generale che differenza c'è tra un'amnistia e un indulto? Non avendo fatto diritto brancolo nel buio...
La seconda domanda è: come si può essere certi che all'amnistia seguirà una riforma adeguata della giustizia, se la politica è quella che è e basta la caduta di un governo per dare tutta la colpa delle miserie d'Italia a quello precedente?

Resurgens

Straquoto la parte in grassetto, quanto al resto, non arrendiamoci allo schifo della partitocrazia.


Il problema delle carceri è legato a quello della giustizia...
Il pacchetto radicale sulle riforme in materia giustizia credo sia più che valido quanto meno per ridare aria ad un sistema che è impantanato.
:giagia:

il Gengis
07-09-09, 23:51
...cerchiamo di discutere... senza arrivare a una compilation di dichiarazioni pannelliane... mi sembra che l'ultima chiarisca l'aspetto fondamentale... cioè l'opposizione all'amnistia di classe determinata dall'istituto della prescrizione... con una comunicatività molto polemica e deflagrante come nello stile di marco...

come sai mi adeguo sempre e solo al verbo del grande capo :)

Resurgens
10-09-09, 17:15
Vedo e rilancio: avrebbe senso proporre gli arresti domiciliari per un maggior numero di crimini, in modo da diminuire la pressione nelle carceri senza permettere che chi sa cavalcare l'onda dell'indignazione pubblica (quella che dice "invece di proteggerci, i nostri politici liberano i criminali") affossi il tutto, affinché nulla in realtà cambi?

La proposta di edera rossa mi sembrà buona e innovativa, ma offre il fianco proprio a chi fa del qualunquismo e dell'antipolitica la propria "vera" bandiera... Non dimentichiamoci che questa battaglia per la giustizia va di pari passo con quella contro lo statusquotismo partitocratico e spesso una vittoria da una parte si traduce in una sconfitta dall'altra (come è successo con l'indulto, perché sappiamo bene come partitocrazia e antipolitica non siano affatto diverse...)

Resurgens

P.S.: Spero di tornare un po' più attivo quando mi sarà ripristinata internet, spero verso l'inizio di ottobre...

Burton Morris
10-09-09, 20:08
Giustizia di Regime
Contro l'amnistia di classe

• da L'Altro del 10 settembre 2009, pag. 1

di Marco Pannella

«Quello che di impressionante vi è da sottolineare immediatamente all’attenzione di tutti voi è la mole dei procedimenti pendenti, cioè, detto in termini più diretti, dell’arretrato o meglio ancora del debito giudiziario dello Stato nei confronti dei cittadini: 5 milioni 425mila i procedimenti civili, 3 milioni 262mila quelli penali (che arrivano a 5 milioni con i procedimenti pendenti nei confronti di ignoti, ndr). Ma il vero dramma è che il sistema non solo non riesce a smaltire questo spaventoso arretrato, ma arranca faticosamente, senza riuscire neppure a eliminare un numero pari ai sopravvenuti, così alimentando ulteriormente il deficit di efficienza del sistema». Povero, caro ministro Alfano. Lui così equilibrato, moderato e misurato, quando riferisce alla Camera sullo stato della Giustizia sembra quasi un radicale. E’ costretto dalla dura eloquenza delle cifre ad assumere il nostro lessico, notoriamente eccessivo: "impressionante", "vero dramma” "spaventoso arretrato" e via esagerando.

Addirittura parla di "debito giudiziario dello Stato" e dice bene. Si tratta dello stesso Stato nel quale ogni neonato che viene alla luce, ha già sulle spalle un debito di poco meno di trentamila euro. In vent’anni, ciascun italiano si trova à dover pagare 300mila euro di interessi su quello stesso debito. Resta solo il dubbio se chiamare tutto ciò "fallimento" oppure “bancarotta fraudolenta". Lo stesso vale per il debito giudiziario. Sommando civile (con tutte le nefaste conseguenze che esso provoca per l’economia, le imprese e le famiglie) e penale, l’arretrato dei processi arriverà presto alla cifra iperbolica di 11 milioni di procedimenti pendenti.

I dati ufficiali sulle prescrizioni dicono che sono almeno due milioni, nell’arco di un decennio, coloro che hanno goduto, di questa speciale "amnistia di Regime". Se poi si aggiungono quelle del ventennio precedente, si deve arrivare almeno alla cifra record, rispetto a qualsiasi amnistia, di 5 milioni di prescrizioni. Però Di Pietro dice che no, l’amnistia "non serve" perché bisogna prendere "il toro per le corna, cioè costruire più penitenziari". E aggiunge che "i detenuti devono stare dentro, per non farli tornare a delinquere". Complimenti Tonino! Intanto i ladri, gli assassini, i corrotti se ne vanno liberi e i loro reati rimasti impuniti, grazie alla prescrizione, cioè all’amnistia più sporca, vergognosa e corrotta prodotta strutturalmente e meditatamente dal Regime, abisso di infamia anche se confrontato con quello precedente, fascista.

Esistono dunque, caro Tonino, caro Alfano, due, "amnistie". La nostra proposta, fondata sul diritto e finalizzata a una grande riforma della Giustizia, mai concessa, rifiutata da eredi comunisti, dal Regime - al solito con loro; e quella imperante, imposta a un popolo martirizzato e oppresso, clandestina, strisciante, di massa e di classe prodotta dalla seconda Partitocrazia, quella che ha sostituito la fascista. Noi Radicali, vogliamo una linea chiara e ufficiale di politica giudiziaria, per stabilire i reati da amnistiare; loro optano per questa "amnistia" anonima, banale come il male totalitario, illegale, l’assassinio di Stato chiamata prescrizione, affinché faccia liberamente il suo corso, devastando la Giustizia e lo Stato di diritto, i tribunali e le carceri, le famiglie e le vite.

Del resto, di che stupirsi? Tutto questo è avvenuto, avviene ma non dovrà più avvenire, peggiorando il fascismo in tutti i settori della vita politica e civile, nel vissuto di un popolo. In particolare in campo giudiziario, con la distruzione della Giustizia, che mai in questo paese aveva raggiunto questi livelli di inciviltà e di barbarie.

gordon
11-09-09, 10:27
ce la faremo! AMNISTIA!!!

hidetoshi777
11-09-09, 23:44
Vedo e rilancio: avrebbe senso proporre gli arresti domiciliari per un maggior numero di crimini, in modo da diminuire la pressione nelle carceri senza permettere che chi sa cavalcare l'onda dell'indignazione pubblica (quella che dice "invece di proteggerci, i nostri politici liberano i criminali") affossi il tutto, affinché nulla in realtà cambi?

La proposta di edera rossa mi sembrà buona e innovativa, ma offre il fianco proprio a chi fa del qualunquismo e dell'antipolitica la propria "vera" bandiera... Non dimentichiamoci che questa battaglia per la giustizia va di pari passo con quella contro lo statusquotismo partitocratico e spesso una vittoria da una parte si traduce in una sconfitta dall'altra (come è successo con l'indulto, perché sappiamo bene come partitocrazia e antipolitica non siano affatto diverse...)

..

Ridurre il numero di coloro in attesa di giudizio è necessario immediatamente, un qualcosa di TERRIFICANTE che in un paese civile oltre il 50% dei detenuti sia ancora da considerare innocente e attende anni e baldeccani prima di essere giudicato

hidetoshi777
12-09-09, 00:22
Il problema in generale è la schifosa creazione di una discarica sociale, tale per cui chi esce dal carcere ovviamente ci rientra immediatamente dopo.

ma CHE CAZZO di prospettive si danno a chi esce, se il lavoro in carcere è un'utopia?? Arrivederci art. 27, arrivederci pena come ristabilimento del condannato nella società civile, benvenuta pena retributiva.

A questo punto tanto vale condannare a morte chi sbaglia... Ma la gente non si accorge che tenere in galera, in queste galere, i detenuti, altro non fa che diminuire la sicurezza di chi sta fuori?

Nicola
12-09-09, 00:29
Per rispondere un po' a tutti, a rischio di ripetermi (ma assolutamente NON di terminare questa bella conversazione) spero in qualcosa di più di un'amnistia, nel senso di un ripensamento globale del nostro sistema giudiziario, a partire dalla depenalizzazione di tanti odiosi ed inutili reati.

hidetoshi777
12-09-09, 00:38
Per rispondere un po' a tutti, a rischio di ripetermi (ma assolutamente NON di terminare questa bella conversazione) spero in qualcosa di più di un'amnistia, nel senso di un ripensamento globale del nostro sistema giudiziario, a partire dalla depenalizzazione di tanti odiosi ed inutili reati.

Beh, ma credo che il pacchetto di riforme giudiziarie targato Tortora (e referndum 99') siano ancora oggi attuabili

Del resto sono stati gli stessi radicali quest'anno a proporre di cancellare l'obbligarotierà dell'azione penale, la separazione delle carriere e la responsabilità civile dei PM, e via discorrendo... La depenalizzazione la richiedono da una vita...

Secondo me si deve iniziare innanzitutto con un ricorso MASSICCIO a pene detentive alternative, e sicuramente a stringere ma di parecchio il ricorso alla custodia cautelare

Burton Morris
14-09-09, 19:29
ce la faremo! AMNISTIA!!!
Ogni tanto passi di qui, eh? :chefico:

Il problema in generale è la schifosa creazione di una discarica sociale, tale per cui chi esce dal carcere ovviamente ci rientra immediatamente dopo.

ma CHE CAZZO di prospettive si danno a chi esce, se il lavoro in carcere è un'utopia?? Arrivederci art. 27, arrivederci pena come ristabilimento del condannato nella società civile, benvenuta pena retributiva.

A questo punto tanto vale condannare a morte chi sbaglia... Ma la gente non si accorge che tenere in galera, in queste galere, i detenuti, altro non fa che diminuire la sicurezza di chi sta fuori?
Straquoto Hidetoshi


Per rispondere un po' a tutti, a rischio di ripetermi (ma assolutamente NON di terminare questa bella conversazione) spero in qualcosa di più di un'amnistia, nel senso di un ripensamento globale del nostro sistema giudiziario, a partire dalla depenalizzazione di tanti odiosi ed inutili reati.

...iniziando dall'amnistia. :)

Resurgens
19-09-09, 23:02
Allora visto che la situazione è così grave ci sarebbe da fare a tappe serrate:
1) amnistia (o arresti domiciliari dove e quando possibile), in modo da diminuire il peso sulle carceri;
2) migliorare la situazione nelle carceri rese gestibili, riconvertendole da luoghi di punizione a luoghi di reinserimento, e non parlo di permessi premio per i più giudiziosi o riduzione delle pene legittimamente comminate, ma di reinserimento effettivo nel mondo del lavoro, anche con un po' di rischiosa e sana fiducia (d'altronde che fiducia sarebbe, se non fosse rischiosa?) nell'assegnazione di lavori "a rischio" (vuoi per il contatto con le persone o con il denaro) a chi è riuscito a seguire un percorso di ri-educazione civica: concordo con chi pensa che l'etichettamento sociale dei "delinquenti" come tali renda queste persone più propense ad agire in conformità con il giudizio esterno...
3) operare una riforma della giustizia che alleggerisca i procedimenti, riconverta la prescrizione nella tutela del delinquente in quanto persona (fa male dirlo e sentirlo dire, ma lo stato non può accollarsi il ruolo di vendicatore di chi viene offeso da un crimine, è un elemento terzo per definizione che deve decidere secondo giustizia e non secondo vendetta, altrimenti tanto vale tornare tutti alle faide mafiose).

In che modo, però questi provvedimenti evidentemente impopolari potrebbero essere portati avanti in una società democratica in cui il malcontento può essere sfruttato a fini elettorali sia da destra che da sinistra?

Resurgens

hidetoshi777
22-09-09, 20:49
Allora visto che la situazione è così grave ci sarebbe da fare a tappe serrate:
1) amnistia (o arresti domiciliari dove e quando possibile), in modo da diminuire il peso sulle carceri;
2) migliorare la situazione nelle carceri rese gestibili, riconvertendole da luoghi di punizione a luoghi di reinserimento, e non parlo di permessi premio per i più giudiziosi o riduzione delle pene legittimamente comminate, ma di reinserimento effettivo nel mondo del lavoro, anche con un po' di rischiosa e sana fiducia (d'altronde che fiducia sarebbe, se non fosse rischiosa?) nell'assegnazione di lavori "a rischio" (vuoi per il contatto con le persone o con il denaro) a chi è riuscito a seguire un percorso di ri-educazione civica: concordo con chi pensa che l'etichettamento sociale dei "delinquenti" come tali renda queste persone più propense ad agire in conformità con il giudizio esterno...
3) operare una riforma della giustizia che alleggerisca i procedimenti, riconverta la prescrizione nella tutela del delinquente in quanto persona (fa male dirlo e sentirlo dire, ma lo stato non può accollarsi il ruolo di vendicatore di chi viene offeso da un crimine, è un elemento terzo per definizione che deve decidere secondo giustizia e non secondo vendetta, altrimenti tanto vale tornare tutti alle faide mafiose).

In che modo, però questi provvedimenti evidentemente impopolari potrebbero essere portati avanti in una società democratica in cui il malcontento può essere sfruttato a fini elettorali sia da destra che da sinistra?

Resurgens

Facile!!! nessuno.

zulux
23-09-09, 02:32
una volta stabilite le condizioni carcerarie minime, ogni singolo carcerato dovrebbe essere accompagnato da un suo fascicolo personale dal quale risultino anche gli standard ( basterebbero alcuni standard tipo come numero di carcerati per cella, spazio personale a disposizione, servizi igienici) in cui si svolge concretamente la sua carcerazione. A seconda della percentuale media di discostamento dagli standard minimi si determina la percentuale di tempo in meno di carcerazione alla quale ha diritto.
...sarebbe un'ottima idea... bisognerebbe proporla in alto...


come sai mi adeguo sempre e solo al verbo del grande capo :)
....fai male...

Per rispondere un po' a tutti, a rischio di ripetermi (ma assolutamente NON di terminare questa bella conversazione) spero in qualcosa di più di un'amnistia, nel senso di un ripensamento globale del nostro sistema giudiziario, a partire dalla depenalizzazione di tanti odiosi ed inutili reati.
...infatti pannella parla di aministia e di una radicale riforma...

Allora visto che la situazione è così grave ci sarebbe da fare a tappe serrate:
1) amnistia (o arresti domiciliari dove e quando possibile), in modo da diminuire il peso sulle carceri;
2) migliorare la situazione nelle carceri rese gestibili, riconvertendole da luoghi di punizione a luoghi di reinserimento, e non parlo di permessi premio per i più giudiziosi o riduzione delle pene legittimamente comminate, ma di reinserimento effettivo nel mondo del lavoro, anche con un po' di rischiosa e sana fiducia (d'altronde che fiducia sarebbe, se non fosse rischiosa?) nell'assegnazione di lavori "a rischio" (vuoi per il contatto con le persone o con il denaro) a chi è riuscito a seguire un percorso di ri-educazione civica: concordo con chi pensa che l'etichettamento sociale dei "delinquenti" come tali renda queste persone più propense ad agire in conformità con il giudizio esterno...
3) operare una riforma della giustizia che alleggerisca i procedimenti, riconverta la prescrizione nella tutela del delinquente in quanto persona (fa male dirlo e sentirlo dire, ma lo stato non può accollarsi il ruolo di vendicatore di chi viene offeso da un crimine, è un elemento terzo per definizione che deve decidere secondo giustizia e non secondo vendetta, altrimenti tanto vale tornare tutti alle faide mafiose).

In che modo, però questi provvedimenti evidentemente impopolari potrebbero essere portati avanti in una società democratica in cui il malcontento può essere sfruttato a fini elettorali sia da destra che da sinistra?

Resurgens

...il primo punto va spiegato e motivato... il secondo può essere reso popolare.... il terzo lo è già...
...mi piacciono questi tre punti... andrebbero perfezionati e maggiormente diffusi...

Resurgens
24-09-09, 13:31
...il primo punto va spiegato e motivato... il secondo può essere reso popolare.... il terzo lo è già...
...mi piacciono questi tre punti... andrebbero perfezionati e maggiormente diffusi...

Far passare l'idea che l'etichettamento sociale può indurre i "delinquenti" a delinquere può essere un buon inizio per permettere una riforma delle carceri che non sia vista come un "premiare chi delinque, perché quelli vanno in carcere, non lavorano e hanno tutto fatto, dovrei provarci anch'io" (e questo è un discorso che sento in famiglia...)

... E far passare una buona volta l'idea che in uno stato democratico moderno lo stato non punisce ma riabilita: altrimenti tanto vale, come dicevo, darsi alle faide mafiose, reistituire la pena di morte come punizione, "spendere soldi per trovare modi più umani di uccidere", citando un vecchio videogioco...

Resurgens

hidetoshi777
24-09-09, 20:32
Amnistia per uscire dall'illegalità. Intervista a Luigi Ferrajoli sulla proposta di Marco Pannella | RadioRadicale.it (http://www.radioradicale.it/scheda/287625/amnistia-per-uscire-dallillegalita-intervista-a-luigi-ferrajoli-sulla-proposta-di-marco-pannella)

vorrei proporvi questo pezzo, illuminante secondo me

il Gengis
25-09-09, 19:39
Ecco perchè difendo l'indulto

• da Il Sole 24 Ore del 23 settembre 2009, pag. 16

di Luigi Manconi
Davvero singolare la sorte del provvedimento di indulto approvato nel luglio del 2006. Ispirato da Giovanni Paolo II, che lo richiamò esplicitamente nel suo discorso in parlamento nel novembre del 2002; sollecitato da una manifestazione dei Radicali nel Natale del 2005 cui parteciparono l'ex capo dello Stato Francesco Cossiga e il futuro capo dello Stato Giorgio Napolitano; "imposto" dall'abnorme sovraffollamento carcerario, l'indulto venne approvato da oltre due terzi dei parlamentari, come vuole la Costituzione. E, poi, ripudiato da pressoché tutti coloro che lo votarono.

Il provvedimento nasceva già limitato dalla mancata approvazione di un'amnistia che, contemporaneamente all'intervento sulla popolazione reclusa avrebbe potuto ridurre il vertiginoso accumulo di fascicoli processuali, destinati in percentuale rilevante alla prescrizione, dopo aver intasato, i canali giudiziari. Sia chiaro: indulto e amnistia sono misure eccezionali, previste dalla Costituzione, per "liberare" carceri e aule giudiziarie da un sovrappiù di uomini e di pratiche, che ostacolano una decente amministrazione della giustizia. Saggezza vuole, e così è sempre stato, che camminassero insieme. Non così nel 2006. Per giunta, l'indulto - in qualche modo inevitabile - venne approvato in un clima sociale dove la questione dell'insicurezza assumeva un ruolo crescente nei meccanismi che determinano le ansie collettive. E mentre, proprio in quel periodo, accadeva che, lo spazio dedicato alle cronache criminali dal complesso dei telegiornali nazionali cresceva fino a più che raddoppiare. Cosicché l'indulto diventò, rapidamente, il capro espiatorio di tutti i guai della giustizia italiana e la presunta causa dell'aumento dei delitti.

Va detto, innanzitutto, che tale aumento non ci fu affatto: se non per un periodo brevissimo e relativamente ad alcune tipologie di reato. E ciò vale per l'intera fase storica: nel 2008 gli omicidi volontari sono stati 605, mentre erano 1916 nel 1991. Certo, nelle settimane immediatamente successive al ritorno in libertà degli indultati, una parte di essi commise un nuovo reato (recidiva): e questo produsse un autentico corto circuito nell'opinione pubblica. Ma, a distanza di oltre tre anni, un'accurata ricerca condotta da Giovanni Torrente dell'università di Torino dimostra inequivocabilmente che quell'allarme fu comprensibile, ma infondato. Si prenda il dato più significativo, la recidiva: il 28,45% degli indultati ha commesso un nuovo reato. Percentuale elevatissima, tale da segnalare incontrovertibilmente - parrebbe - il fallimento della misura di clemenza, se non vi fosse un piccolo e ineludibile dettaglio: tutte le ricerche nazionali e internazionali concordano nell'indicare come la percentuale di recidiva tra coloro che scontano interamente la pena, senza condoni o misure alternative, è più che doppia.

Una rilevazione dell'Ufficio statistico del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria ha mostrato come il 68,45% dei soggetti scarcerati nel 1998 abbia fatto reingresso in carcere una o più volte negli anni successivi. Non solo: la ricerca di Torrente evidenzia che, a partire dal 2006, il tasso mensile medio di recidiva diminuisce progressivamente. Ancora: coloro che scontavano la pena in misure alternative (ai domiciliari, per esempio), sono stati recidivi in percentuale inferiore (21,78%) rispetto a chi proveniva dal carcere (30,31%). Si noti, infine, che l'incremento dei detenuti stranieri (circa il 38% dei reclusi) non è dovuto al comportamento recidivante dei soggetti indultati, ma a un progressivo inasprimento del controllo e, in prospettiva, agli effetti dell'introduzione dell'"aggravante per clandestinità". Tant'è vero che, mentre la recidiva tra gli italiani supera il 30%, quella tra stranieri si ferma al 21,36 per cento. Che non è male come colpo inferto a uno degli stereotipi più robusti del senso comune nazionale.

In conclusione quel provvedimento di clemenza ha avuto più di un effetto positivo: certo, la popolazione detenuta - a distanza di tre anni - ha non solo raggiunto il tetto di allora, ma lo ha superato. Si pensi, tuttavia, a cosa sarebbe accaduto in assenza di quell'effetto deflattivo, pur provvisorio: oggi, prevedibilmente, le carceri ospiterebbero, si fa per dire, circa 80mila detenuti. Si ha un'idea di quali sarebbero state le conseguenze di tale super-affollamento?

Più in generale si può dire che un provvedimento, anche così contradditorio come l'indulto del 2006, abbia confermato una verità spesso dimenticata: una concezione dinamica e non rigida della pena - non ridotta alla detenzione in una cella chiusa - può avere effetti pratici assai positivi. Può costituire - lo dico sinteticamente - un contributo alla sicurezza collettiva (meno recidiva) e un vero e proprio risparmio, oltre che sul piano della sofferenza individuale, su quello strettamente economico (meno risorse da destinare alla repressione dei reati e a una custodia carceraria eccezionalmente onerosa).

zulux
26-09-09, 01:39
Far passare l'idea che l'etichettamento sociale può indurre i "delinquenti" a delinquere può essere un buon inizio per permettere una riforma delle carceri che non sia vista come un "premiare chi delinque, perché quelli vanno in carcere, non lavorano e hanno tutto fatto, dovrei provarci anch'io" (e questo è un discorso che sento in famiglia...)

... E far passare una buona volta l'idea che in uno stato democratico moderno lo stato non punisce ma riabilita: altrimenti tanto vale, come dicevo, darsi alle faide mafiose, reistituire la pena di morte come punizione, "spendere soldi per trovare modi più umani di uccidere", citando un vecchio videogioco...

Resurgens

...assolutamente d'accordo... è essenziale il recupero del senso riabilitativo dell'istituzione penitenziaria... sempre se non si vuole cadere nella barbarie regressiva....

hidetoshi777
26-09-09, 01:58
ok io la prendo in toni apocalittici e probabilmente esagerati ed esagitati, ma mi chiedo "vogliamo dire o no che c'è un problema quando oltre il 40% dei detenuti è in attesa di giudizio"?

Vogliamo dire con forza che tenere oltre 30.000 persone ancora in attesa di un primo grado è angosciante e illegalmente criminogeno?

Vogliamo dire che una giustizia che costa un pil di punto percentuale all'anno, ha arretrati tra civile e penale di quasi 10 milioni di processi e fa attendere anche un decennio per una sentenza non è normale?

zulux
26-09-09, 02:00
ok io la prendo in toni apocalittici e probabilmente esagerati ed esagitati, ma mi chiedo "vogliamo dire o no che c'è un problema quando oltre il 40% dei detenuti è in attesa di giudizio"?

Vogliamo dire con forza che tenere oltre 30.000 persone ancora in attesa di un primo grado è angosciante e illegalmente criminogeno?

Vogliamo dire che una giustizia che costa un pil di punto percentuale all'anno, ha arretrati tra civile e penale di quasi 10 milioni di processi e fa attendere anche un decennio per una sentenza non è normale?

...più che dirlo... pare non basti nemmeno urlarlo... dovremmo inventraci qualcos'altro ancora... altrimenti sarà dura che ci stiano a sentire... i tuoi toni non sono apocalittici... sono la triste e drammatica realtà...

Resurgens
26-09-09, 09:44
ok io la prendo in toni apocalittici e probabilmente esagerati ed esagitati, ma mi chiedo "vogliamo dire o no che c'è un problema quando oltre il 40% dei detenuti è in attesa di giudizio"?

Vogliamo dire con forza che tenere oltre 30.000 persone ancora in attesa di un primo grado è angosciante e illegalmente criminogeno?

Vogliamo dire che una giustizia che costa un pil di punto percentuale all'anno, ha arretrati tra civile e penale di quasi 10 milioni di processi e fa attendere anche un decennio per una sentenza non è normale?

Sì, diciamolo. Già che ci sono vado finalmente a votare nel sondaggio. Ma, oltre a questo: che fare? Come dice zulux, dirlo e urlarlo non serve a niente, e ci sono sempre gli sciacalli populisti pronti a cavalcare l'impopolarità di questi provvedimenti per mantenere il proprio potere. Che fare, dunque? Il dilemma leniniano perdura, pur se in altra veste...

Resurgens

zulux
26-09-09, 12:07
Sì, diciamolo. Già che ci sono vado finalmente a votare nel sondaggio. Ma, oltre a questo: che fare? Come dice zulux, dirlo e urlarlo non serve a niente, e ci sono sempre gli sciacalli populisti pronti a cavalcare l'impopolarità di questi provvedimenti per mantenere il proprio potere. Che fare, dunque? Il dilemma leniniano perdura, pur se in altra veste...

Resurgens

...bisognerà trovare nuove forme di comunicazione... e imporsi all'attenzione dei media.... il come farlo credo sia un problema spinoso e quasi irrisolvibile per gli stessi dirigenti radicali...

hidetoshi777
27-09-09, 11:02
Sì, diciamolo. Già che ci sono vado finalmente a votare nel sondaggio. Ma, oltre a questo: che fare? Come dice zulux, dirlo e urlarlo non serve a niente, e ci sono sempre gli sciacalli populisti pronti a cavalcare l'impopolarità di questi provvedimenti per mantenere il proprio potere. Che fare, dunque? Il dilemma leniniano perdura, pur se in altra veste...

Resurgens

Eh lo so, purtroppo è una questione da iper pessimismo della ragione e mero ottimismo della volontà

Non so se qualcuno ha visto il programma condotto da barbara d'urso un paio di giorni fa, si parlava di olindo e consorte che vogliono tornare a vivere nella stessa cella. Alessandra mussolini davanti alle telecamere si è esibita in uno show sadico "questi dovrebbero crepare in cella altro che farli vivere assieme"

Applausi scroscianti

Resurgens
27-09-09, 19:15
Eh lo so, purtroppo è una questione da iper pessimismo della ragione e mero ottimismo della volontà

Non so se qualcuno ha visto il programma condotto da barbara d'urso un paio di giorni fa, si parlava di olindo e consorte che vogliono tornare a vivere nella stessa cella. Alessandra mussolini davanti alle telecamere si è esibita in uno show sadico "questi dovrebbero crepare in cella altro che farli vivere assieme"

Applausi scroscianti

La situazione dei coniugi Romano è particolare, penso che debba essere valutata come caso a parte, poiché è possibile (vista anche la natura del loro crimine) che la convivenza possa essere deleteria alla riabilitazione sociale e civica (nonché psicologica). Ovviamente non si tratta di "lasciarli crepare" in celle separate, ma di impedire che si riformi quel bozzolo emotivo che li ha racchiusi e separati dal mondo, portandoli a compiere la strage che hanno compiuto...

Ma la cosa preoccupante non è tanto che la Mussolini si sia espressa così (è anche scontato che l'abbia fatto vista l'area politica cui fa riferimento), quanto gli "applausi scroscianti" che fanno capire quanto la mentalità della punizione sia sempre diffusa fra le masse, ora come ai tempi di Hammurabi...

Resurgens

Carmine
07-10-09, 21:09
Difficile trovare un tema più scomodo.

edera rossa
08-10-09, 00:04
. Alessandra mussolini davanti alle telecamere si è esibita in uno show sadico "questi dovrebbero crepare in cella altro che farli vivere assieme"

Applausi scroscianti

per un criminale, ben più pericoloso, come suo nonno è stata adottata la soluzione da lei proposta.