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Visualizza Versione Completa : Appello alla società civile del mondo - Basta con la congiura del silenzio



Roderigo
01-04-02, 16:52
APPELLO ALLA SOCIETA' CIVILE DEL MONDO
Basta con la congiura del silenzio

Noi firmatari di questo appello riteniamo che a breve si scatenerà un'offensiva israeliana all'interno dei Territori Palestinesi Occupati e che un tale attacco senza precedenti richieda una risposta della società civile globale altrettanto senza precedenti. Per questo motivo esortiamo la società civile di tutto il mondo - comprese le organizzazioni per i diritti umani, i gruppi di solidarietà e i singoli individui - ad agire direttamente per fermare la belligerante occupazione militare israeliana della striscia di Gaza e della Cisgiordania, compresa Gerusalemme est. Venerdì le forze occupanti israeliane hanno invaso il quartiere generale del presidente Yasser Arafat a Ramallah, proseguendo la lunga e sistematica campagna per indebolire, umiliare e distruggere la leadership politica palestinese. Le truppe israeliane hanno anche ripreso pieno controllo di Ramallah e imposto un coprifuoco totale.

Contemporaneamente, ufficiali israeliani hanno dato il via a un rafforzamento militare massiccio, mobilitando anche 10 mila riservisti dell'esercito, preparandosi a una guerra apertamente dichiarata in tutti i Territori Occupati Palestinesi che promette di essere ampia, prolungata e sanguinaria.

Nel corso del mese, la crescita degli attacchi israeliani - omicidi volontari, cannoneggiamenti e bombardamenti aerei indiscriminati, soffocamento economico e sociale completo e distruzione a tappeto di case e dell'agricoltura - sono culminati in vere e proprie invasioni dei campi profughi e dei villaggi che hanno ucciso centinaia di civili.

Le dichiarazioni odierne del primo ministro Ariel Sharon, in cui si riferiva ad Arafat come al «nemico» e in cui parlava della necessità di «estirpare il terrorismo palestinese ovunque esista» indicano che tali attacchi riprenderanno presto, con ferocia e raggio d'azione maggiori e che porteranno a conseguenze disastrose.

Sono anni che i gruppi della società civile palestinese avvisano che la libertà di Israele di agire come stato al di sopra della legge mina in maniera sostanziale le possibilità di arrivare a una pace giusta e duratura.

Dopo decenni di occupazione, apartheid, pulizia etnica e 18 mesi di guerra totale contro una popolazione civile, chiediamo alla comunità internazionale di non aspettare massacri come quello di Sabra e Shatila nel 1982; è adesso il momento di agire.

Il sostegno alla popolazione palestinese mostrato dai gruppi di solidarietà internazionale, in dichiarazioni, visite e iniziative è stato inestimabile durante questa crisi.

Ora è giunto il momento che la società civile del mondo intero utilizzi il momentum che ha generato e l'integrità etnica che è riuscita a dimostrare per richiedere azione immediata dai governi per porre termine all'occupazione, che è la radice del conflitto.

I governi, compresi quelli che si stanno incontrando alla Commissione Onu dei diritti umani, devono essere sottoposti a pressioni chiare e dirette da parte dei loro cittadini affinché ottengano immediatamente da Israele il rispetto della quarta Convenzione di Ginevra e il ritiro completo dai Territori Occupati come passi necessari per arrivare a una pace giusta e duratura.

A tal fine chiediamo a tutti coloro che si oppongono all'occupazione, all'apartheid, alla pulizia etnica e ai crimini di guerra, che si impegnano per la giustizia e la pace, che sono in grado di dire la verità al potere, di :

1. Alzare la voce per interrompere la congiura del silenzio tra i governi che permettono a Israele, che gode di sostegno illimitato e incondizionato dagli Usa, di compiere crimini di guerra e altre violazioni del diritto internazionale umanitario rimanendo impunito.

2. Di dimostrare pubblicamente, in maniera chiara e forte davanti ai loro governi e alle organizzazioni internazionali e richiedere protezione immediata ed effettiva per i civili palestinesi nei Territori Occupati Palestinesi, attraverso proteste, cortei, campagne sui mezzi di informazione e altri mezzi pacifici.

3. Di richiedere ai governi di non aiutare più militarmente lo stato di Israele, sospendere gli aiuti economici, sostenere la necessità di perseguire i criminali di guerra e chiedere ad altri stati di fare altrettanto.

4. Continuare e intensificare le attività inserite nella campagna sistematica per porre fine all'occupazione, apartheid, pulizia etnica e crimini di guerra nei Territori Palestinesi Occupati e per sostenere i diritti legittimi e le aspirazioni dei palestinesi.

E' arrivato il momento di agire direttamente, poiché il modello di oppressione crescente e brutalità cui abbiamo assistito negli ultimi 18 mesi si muove inesorabilmente verso un disastro le cui conseguenze possiamo solo cominciare a immaginare.

In queste scure ore di sofferenza e decisa resistenza, siamo sicuri che il peggio debba ancora venire ma siamo altrettanto sicuri che, con il sostegno della società civile globale in questo momento cruciale, la pace e la giustizia prevarranno.

***Heydar Abdel ShafiHanan AshrawiMustafa BarghoutiAzmi BisharaRana NashashibiEyad SarrajKhader ShkiratRaji Sourani

Roderigo
01-04-02, 16:53
Cuore di Londra
20 mila per la Palestina nella capitale inglese

ORSOLA CASAGRANDE

LONDRA - Hanno sfilato per le vie del centro per dire no a una possibile guerra contro l'Iraq, ma soprattutto per gridare orrore e sdegno per l'aggressione militare di Israele contro i palestinesi. Più di ventimila persone hanno aderito all'appello del comitato inglese contro la guerra e della campagna per il disarmo nucleare. E' stata la quarta manifestazione che nel giro di cinque mesi ha letteralmente invaso Trafalgar Square. Colorato, rumoroso, anche ieri il lungo corteo è partito da Hyde Park e ha percorso le zone più turistiche e note della capitale inglese. Migliaia le bandiere palestinesi e le kufia: quel che sta accadendo in Palestina è non solo da condannare, ma avviene perché, e lo hanno ribadito in molti anche dal palco, gli Usa hanno avallato questa ennesima, violenta aggressione di Sharon. Petizioni, appelli, incontri si moltiplicano anche a Londra per dire stop al massacro dei palestinesi e per dire no all'assedio del leader dell'Olp, Yasser Arafat. La manifestazione di ieri, nata originariamente come ennesimo atto di condanna della «guerra al terrorismo» ingaggiata dai governi americano e inglese, si è necessariamente trasformata in un appello a fermare il massacro in Palestina: le voci unanimi sono state tante. Dal palco gli interventi hanno confermato che nelle prossime settimane gli sforzi e le manifestazioni per i palestinesi si moltiplicheranno. I sindacati erano presenti in forza nel corteo con i loro striscioni perché, dicono, non solo bisogna mostrare al governo Blair che questa guerra non è certo combattuta «in nome dei lavoratori», ma anche dire non a una politica interna che punta tutto sulle privatizzazioni dei servizi pubblici e liquida il sindacato etichettandolo come «vetero».

Numerosa la presenza della comunità islamica, minacciata e discriminata anche in Gran Bretagna, soprattutto dopo l'approvazione da parte del parlamento di una delle leggi più repressive degli ultimi tempi che prevede l'internamento senza processo di persone sospettate di terrorismo. Sfilano Globalise Resistance (una specie di social forum) e il Socialist Workers Party, tantissime le bandiere degli antinuclearisti e quelle della Socialist Alliance (il cartello che ha unito diverse anime della sinistra extra Labour alle elezioni). C'é lo striscione di Rifondazione, che a Londra ha una sezione e quello delle studentesse dell'Essex. Sul palco il deputato della sinistra Labour Jeremy Corbyn che ha firmato, assieme ad altri centoquaranta deputati, la mozione che dice no ad un intervento armato in Iraq.


FRANCIA
Cortei contro Sharon

Migliaia di manifestanti hanno sfilato ieri per le strade di Parigi Bordeaux, Marsiglia, Lione e Strasburgo al grido di «Arafat libero», chiedendo uno stato palestinese indipendente. Circa 2.500 persone hanno marciato davanti al parlamento europeo e alla corte dei diritti dell'uomo sventolando bandiere palestinesi urlando slogan come «Bush, Sharon assassini. Europa complice». «Questa manifestazione non è fatta per portare il conflitto mediorientale in Francia ma per dimostrare il nostro supporto alla causa palestinese», spiega Mohamed Latreche, presidente del partito musulmano in Francia che ha organizzato la marcia. Piccole scaramuccie si sono avute prima che iniziasse la marcia tra gli organizzatori e un piccolo gruppo di tedeschi impegnati a urlare slogan antisemiti. A Lione, dove la notte tra venerdì e sabato due automobili incendiate sono state lanciate contro una sinagoga, almeno 6.000 persone si sono radunate nella piazza centrale scandendo slogan come «Non c'è pace senza giustizia». A Parrigi un migliaio di manifestanti hanno chiesto una forza di protezione internazionale per i palestinesi, mentre nel sud di marsiglia circa duemila persone hanno presidiato il consolato israeliano gridando «Sharon SS», e «Libertà per Arafat». «sto marciando oggi perché entrambi i popoli sono in pericolo - spiega Mireille Tal Delamarre, membro dell'Unione degli ebrei francesi per la pace - la decisione presa dal governo Sharon va contro la sicurezza stessa di Israele... è un suicidio», aggiunge. La Francia, uno dei primi paesi occidentali che ha difeso la creazione di uno stato palestinese indipendente, ha condannato l'attacco israeliano contro la residenza di Arafat. Il presidente Jacques Chirac ha ripetuto un appello al senso di responsabilità del primo ministro Ariel Sharon e di Yasser Arafat affinché facciano qualsiasi cosa per porre fine alla violenza, insistendo che il leader palestinese resti la legittima autorità del suo stato.


GERMANIA
Protesta in piazza a Berlino

Un migliaio di dimostranti, molti dei quali palestinesi, hanno marciato attraverso il centro di Berlino nella mattinata di sabato. Contro uno «Sharon assassino e fascista», e uno stato israeliano «killer di bambini», alcuni di loro hanno dato fuoco a bandiere israeliane in segno di solidarietà con il popolo palestinese contro l'occupazione del governo israeliano. Contemporaneamente dal governo israeliano arrivava l'annuncio dell'incursione dei suoi soldati nel quartier generale di Arafat.

il manifesto 31 marzo 2002

Roderigo
01-04-02, 16:53
Betlemme, duecento pacifisti davanti ai carrarmati

Circa duecento pacifisti stranieri, simpatizzanti della causa palestinese, si sono schierati oggi pomeriggio davanti ai carri armati israeliani che si sono concentrati posizionandosi per penetrare nell'abitato di Betlemme. Lo si apprende da uno dei circa quaranta attivisti italiani che partecipano all'operazione: l'intento dichiarato e' quello di allestire una barriera umana di pacifisti, per dissuadere i militari dalla enetrazione. I duecento attivisti provengono prevalentemente dall'Europa, ma ci sono anche cittadini giapponesi e statunitensi.

Agi (lunedì 1 aprile)

Roderigo
01-04-02, 16:55
Betlemme, l'esercito spara su pacifisti

L'esercito israeliano ha attaccato un gruppo di pacifisti e giornalisti a Betlemme, prima lanciandogli contro un carroarmato e poi sparando colpi di arma da fuoco. Sette persone (tra cui un giornalista) sono stati feriti e ricoverati nell'ospedale della città. Lo riferisce Radiogap.

red (lunedì 1 aprile)

Roderigo
01-04-02, 17:02
Medio Oriente. Tulkarem e Betlemme come Ramallah: i carri armati israeliani avanzano fra le case

http://www.rainews24.rai.it/ran24/immagini/ramallah_1_soldier.jpg

Gerusalemme, 1 aprile 2002

Carri armati israeliani stanno avanzando verso il centro di Tulkarem, in Cisgiordania, sparando sulle case lungo la strada. Lo hanno detto all'Ansa fonti locali.

Carri armati verso Betlemme
Carri armati israeliani stanno dirigendosi verso la città di Betlemme, in Cisgiordania. Lo riferiscono all'Ansa testimoni oculari, secondo cui i carri armati sono già arrivati al campo profughi di Deheishe.
Circa duecento pacifisti stranieri, simpatizzanti della causa palestinese, si sono schierati oggi pomeriggio davanti ai carri armati israeliani che si sono concentrati posizionandosi per penetrare nell'abitato di Betlemme.

"Attaccheremo i terroristi con tutti i mezzi", ha detto il ministro della difesa israeliano Ben Eliezer parlando stamani alla radio di stato israeliana, perchè "nel mese di marzo hanno perso la vita 150 israeliani in attentati terroristici, fra cui famiglie intere". "Difenderemo le nostre case, le nostre famiglie, e i nostri figli", ha promesso il ministro israeliano. "Intendiamo catturare tutti i ricercati, a qualsiasi costo, per processarli - ha detto Ben Eliezer - perchè sono loro i responsabili dei sanguinosi attentati perpetrati contro la nostra popolazione civile".

Violenti combattimenti a Ramallah
Un bombardamento è in corso su un edificio vicino al quartier generale del presidente dell'Autorità palestinese Yasser Arafat, a Ramallah, in Cisgiordania. Lo riferiscono fonti palestinesi.

I combattimenti a Ramallah si stanno intensificando, con cannoneggiamenti e mitragliamenti che vengono avvertiti nel centro della città, vicino al quartier generale del presidente palestinese Yasser Arafat, sempre barricato nel suo ufficio. Lo hanno riferito testimoni sul posto.

I testimoni hanno aggiunto che, in questo momento, il capoluogo della Cisgiordania viene anche sorvolato da elicotteri da combattimento israeliani.

Otto soldati israeliani sono rimasti feriti oggi nell'esplosione di una bomba mentre perquisivano una casa a Qalqilya, in Cisgiordania. Lo ha detto all'Ansa il facente funzione sindaco Abu Ayma. Uno dei feriti è grave, ha aggiunto il sindaco. Il centro della città è interamente presidiato da carri armati, che sono entrati questa notte. Sparatorie sono in corso. Il sindaco ha detto che la città "è pronta a resistere ad oltranza all'occupazione e non alzerà mai bandiera bianca".

Gli israeliani stanno andando di casa in casa ed hanno già effettuato 26 arresti. Fra gli arrestati ci sono anche dei ricercati dagli israeliani per gli attentati degli ultimi 18 mesi. La città, dove è stato imposto il coprifuoco, è senza acqua ed elettricità e scarseggiano medicinali e prodotti alimentari.

L'ospedale di Ramallah, in Cisgiordania, ha ricevuto finora 25 cadaveri di palestinesi morti nell'incursione israeliana in corso in questi ultimi
quattro giorni. Lo ha detto all'Ansa, il primario dell'ospedale Munzer Sharif. "Non abbiamo idea di quanti morti e feriti ci siano realmente - ha detto il dottor Sharif - non possiamo far circolare le nostre ambulanze".

Ucciso un bambino palestinese a Gaza
Un bambino palestinese di 10 anni è stato ucciso oggi dal fuoco di soldati israeliani a Rafah, nel sud della striscia di Gaza. Lo hanno reso noto fonti ospedaliere palestinesi. Il bambino è stato colpito da un proiettile al petto, secondo quanto dichiarato dal direttore dell'ospedale di Rafah, Ali Musa.

RaiNews24

Pieffebi
01-04-02, 17:03
da www.israele.net:

" Terroristi palestinesi ricercati si nascondevano negli uffici di Arafat. Hanno tentato di sottrarsi all'arresto con la complicita' di alcuni attivisti e giornalisti europei .

1 aprile 2002

Un gruppo di circa 20 terroristi palestinesi, alcuni dei quali responsabili dell'assassinio del ministro israeliano Ze'evi e che dovevano essere ufficialmente nelle prigioni di Arafat, erano invece "ospiti" e protetti negli uffici del presidente palestinese. Domenica i terroristi ricercati hanno tentato di fuggire dagli uffici di Arafat a Ramallah mescolandosi a un gruppo di giornalisti e attivisti europei (tra i quali alcuni sedicenti "pacifisti" italiani e membri del movimento "No Global" ) che erano entrati domenica negli uffici di Arafat nonostante il divieto dei soldati israeliani.
Un comunicato delle Forze di Difesa israeliane ha precisato che alcuni stranieri, inclusi alcuni giornalisti, sono stati arrestati perche' offrivano una copertura intenzionale a elementi criminali palestinesi .
Gli attivisti, quasi tutti europei, avevano marciato e forzato linee militari israeliane per entrare negli uffici di Arafat, ignorando gli spari in aria di avvertimento dei soldati israeliani. Una delle attiviste, la francese Claude Liutique, aveva dichiarato: "I soldati israeliani sappiano che puntano le armi anche contro cittadini europei". I sedicenti "pacifisti" europei si vantano infatti di voler fare da "scudi umani" per proteggere i palestinesi. Non risulta che abbiano intenzione di offririsi come scudi umani nei ristoranti e sugli autobus israeliani per proteggere i civili israeliani .
Il responsabile dell'ufficio-stampa delle Forze di Difesa israeliane ha dichiarato che Israele condanna la penetrazione violenta del gruppo di civili negli uffici di Ramallah e che i membri del gruppo hanno violato la "zona militare chiusa", mettendo in pericolo le proprie vite e quelle dei soldati israeliani .
(Maariv, 31.03.02) "

Shalom!

Jan Hus
01-04-02, 17:03
Vergogna.

Non una parola sugli attentati terroristici che gli arabi compiono ai dani degli israeliani.

Vergogna, vergogna, vergogna.

Pieffebi
01-04-02, 17:06
Originally posted by Pieffebi
da www.israele.net:

" Terroristi palestinesi ricercati si nascondevano negli uffici di Arafat. Hanno tentato di sottrarsi all'arresto con la complicita' di alcuni attivisti e giornalisti europei .

1 aprile 2002

Un gruppo di circa 20 terroristi palestinesi, alcuni dei quali responsabili dell'assassinio del ministro israeliano Ze'evi e che dovevano essere ufficialmente nelle prigioni di Arafat, erano invece "ospiti" e protetti negli uffici del presidente palestinese. Domenica i terroristi ricercati hanno tentato di fuggire dagli uffici di Arafat a Ramallah mescolandosi a un gruppo di giornalisti e attivisti europei (tra i quali alcuni sedicenti "pacifisti" italiani e membri del movimento "No Global" ) che erano entrati domenica negli uffici di Arafat nonostante il divieto dei soldati israeliani.
Un comunicato delle Forze di Difesa israeliane ha precisato che alcuni stranieri, inclusi alcuni giornalisti, sono stati arrestati perche' offrivano una copertura intenzionale a elementi criminali palestinesi .
Gli attivisti, quasi tutti europei, avevano marciato e forzato linee militari israeliane per entrare negli uffici di Arafat, ignorando gli spari in aria di avvertimento dei soldati israeliani. Una delle attiviste, la francese Claude Liutique, aveva dichiarato: "I soldati israeliani sappiano che puntano le armi anche contro cittadini europei". I sedicenti "pacifisti" europei si vantano infatti di voler fare da "scudi umani" per proteggere i palestinesi. Non risulta che abbiano intenzione di offririsi come scudi umani nei ristoranti e sugli autobus israeliani per proteggere i civili israeliani .
Il responsabile dell'ufficio-stampa delle Forze di Difesa israeliane ha dichiarato che Israele condanna la penetrazione violenta del gruppo di civili negli uffici di Ramallah e che i membri del gruppo hanno violato la "zona militare chiusa", mettendo in pericolo le proprie vite e quelle dei soldati israeliani .
(Maariv, 31.03.02) "

Shalom!

E si da anche credito agli antiglobal....quelli che hanno dato prova di civiltà devastando Genova dopo goteborg, Praga, Nizza, Napoli..., e che recentemente hanno portato le loro civili violenze (non da poco) anche a Barcellona (dove hanno tirato molotov contro ambulanze che assistevano poliziotti spagnuoli feriti).

Shalom!!!

L'Uomo Tigre
01-04-02, 17:08
Originally posted by Jan Hus
Vergogna.

Non una parola sugli attentati terroristici che gli arabi compiono ai dani degli israeliani.

Vergogna, vergogna, vergogna.

Hai ragione, rimedio io:
VIVA L'EROICA RESISTENZA PALESTINESE!

Roderigo
01-04-02, 17:11
I carri armati di Tel Aviv distruggono le infrastrutture per l'acqua potabile a Ramallah. Qalqiliya occupata.


GERUSALEMME – L’aveva detto, Sharon, nel discorso alla Nazione trasmesso in diretta radio e tv in uno degli shabbat più violenti e drammatici che Israele ricordi: “Siamo in guerra per difendere la nostra casa, ma vinceremo”. E, nel quarto giorno di assedio al “responsabile unico del terrorismo” Arafat, il premier israeliano ha tutta l’intenzione di tener fede alla sua parola da ex-generale. Non più solo Ramallah, ma anche Betlemme, Qalqilya, Tulkarem sono nel mirino di un esercito israeliano già rafforzato dal 95% dei 20 mila riservisti richiamati nei giorni scorsi è già partito in missione. Secondo fonti militari israeliane, l'esercito intende gradualmente entrare in tutte le città della Cisgiordania alla ricerca di terroristi

Scontri a Ramallah, Betlemme sotto assedio
Mentre Arafat continua ad essere confinato nelle due stanze al primo piano del suo quartier generale, per le strade di Ramallah i combattimenti si fanno più aspri di ora in ora: non bastassero i colpi di mitra e di cannone (bombardato un edificio vicino alla sede dell’Anp), Tsahal, l’esercito israeliano, ha deciso di impiegare anche gli elicotteri da combattimento, che, secondo, testimoni, stanno sorvolando il capoluogo della Cisgiordania. I soldati continuano i rastrellamenti casa per casa, aprendosi il varco con la dinamite, e i carri armati circondano l’ospedale, impedendo le operazioni di soccorso. Il tutto mentre il governo israeliano ha deciso di espellere il gruppo di pacifisti no-global, guidato dal francese Josè Bovè, che ieri era riuscito a incontrare Arafat. Situazione drammatica anche a Betlemme, di fatto isolata da ieri sera da uno spiegamento di tank israeliani: in ospedale non ci sono più medicinali e, per trasportare i feriti, le ambulanze devono disporre di un lasciapassare speciale fornito dai militari israeliani.

Il Nuovo 1 aprile 2002

Roderigo
01-04-02, 17:19
Originally posted by Jan Hus
Vergogna.
Non una parola sugli attentati terroristici che gli arabi compiono ai dani degli israeliani.
Vergogna, vergogna, vergogna.
Contro il terrorismo dei kamikaze, io ho speso sicuramente più parole di quante ne abbia speso tu contro il terrorismo di stato israeliano. Tuttavia è certo, che se i palestinesi - è così che si chiamano palestinesi - fossero armati fino ai denti dagli Stati Uniti e possedessero l'esercito più forte del Medio Oriente, gli F16, gli elicotteri, ed i carri armati, nessuna loro organizzazione praticherebbe attentati terroristici.

R.

Goku
01-04-02, 17:22
Originally posted by Jan Hus
Vergogna.

Non una parola sugli attentati terroristici che gli arabi compiono ai dani degli israeliani.

Vergogna, vergogna, vergogna.
_________________________________________________

Perchè quei sedicenti "pacifisti" - pronti a fare scudo ad Arafat con i loro corpi,ma NON a fare altrettanto con gli inermi civili israeliani vittime quotidiane del folle e sanguinario terrorismo suicida sugli autobus di Gerusalemme,per le strade di Tel Aviv,nei caffè di Hadera e Netanya - hanno marciato,gridando "Israele=Terzo Reich!",per le strade di quella stessa Francia in cui,solo nelle ultime 48 ore,ben 3 sinagoghe sono state oggetto di altrettanti ATTENTATI (a Marsiglia,Lione e Strasburgo).

Cordiali saluti



G. - L'Entità un tempo nota come "Jeronimus"

Pieffebi
01-04-02, 17:24
Bel ragionamento. Ottimo. Che peccato che non ci sia più l'Unione Sovietica per armare i palestinesi (magari con armi nucleari) e donare al mondo la democrazia, quella "vera" liberandolo da "sionisti", imperialisti e neo-liberisti!


Shalom!

Pieffebi
01-04-02, 17:26
Originally posted by Goku

_________________________________________________

Perchè quei sedicenti "pacifisti" - pronti a fare scudo ad Arafat con i loro corpi,ma NON a fare altrettanto con gli inermi civili israeliani vittime quotidiane del folle e sanguinario terrorismo suicida sugli autobus di Gerusalemme,per le strade di Tel Aviv,nei caffè di Hadera e Netanya - hanno marciato,gridando "Israele=Terzo Reich!",per le strade di quella stessa Francia in cui,solo nelle ultime 48 ore,ben 3 sinagoghe sono state oggetto di altrettanti ATTENTATI (a Marsiglia,Lione e Strasburgo).

Cordiali saluti



G. - L'Entità un tempo nota come "Jeronimus"

Anche Arafat ha paragonato l'esercito israeliano a quello nazionalsocialista. Peccato i nazisti del mondo siano tutti amici suoi, e non da oggi.

Shalom!

L'Uomo Tigre
01-04-02, 17:29
Originally posted by Goku

_________________________________________________

Perchè quei sedicenti "pacifisti" - pronti a fare scudo ad Arafat con i loro corpi,ma NON a fare altrettanto con gli inermi civili israeliani vittime quotidiane del folle e sanguinario terrorismo suicida sugli autobus di Gerusalemme,per le strade di Tel Aviv,nei caffè di Hadera e Netanya - hanno marciato,gridando "Israele=Terzo Reich!",per le strade di quella stessa Francia in cui,solo nelle ultime 48 ore,ben 3 sinagoghe sono state oggetto di altrettanti ATTENTATI (a Marsiglia,Lione e Strasburgo).

Cordiali saluti



G. - L'Entità un tempo nota come "Jeronimus"

Ma lo sai che sei il più grande produttore nazionale di cazzate?
Come fanno a fare da scudi umani contro i kamikaze, si mettono in ogni strada, bar, ufficio, autobus, etc, se neppure il fichissimo e sedicente miglior servizio segreto del mondo e il più forte (e psicopatico) esercito della regione riescono a prevenire i loro attacchi?
Vai a fare da scudo umano in sinagoga in Francia, va!
:lol

Roderigo
01-04-02, 17:35
Originally posted by Pieffebi
Bel ragionamento. Ottimo. Che peccato che non ci sia più l'Unione Sovietica per armare i palestinesi (magari con armi nucleari) e donare al mondo la democrazia, quella "vera" liberandolo da "sionisti", imperialisti e neo-liberisti!Shalom!
Quando c'era l'Urss la condizione e la forza militare dei palestinesi non era sostanzialmente diversa da quella di oggi. Tra l'altro, fu proprio l'Urss ad armare in modo decisivo i sionisti nel corso della prima guerra arabo-israeliana del 1948.
Il punto è che c'è qualcosa di ipocritamente ridicolo nel condannare gli attentati terroristici della parte più debole in conflitto, mentre si è supinamente pronti a giustificare ogni iniziativa di guerra e repressione condotta dall'esercito più forte del Medio Oriente contro le popolazioni civili palestinesi, e nel rimuovere ostinatamente la causa prima del conflitto: l'occupazione israeliana di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme est. Bisogna che vi convinciate che i palestinesi hanno gli stessi diritti degli israeliani. Che gli uomini sono tutti uguali. Non esiste che i diritti di un popolo siano solo la viariabile dei diritti e degli interessi di un'altro. Nessuno accetterebbe di essere messo in questa condizione. Non lo accettano e non lo accetteranno neppure i palestinesi.
Invece di limitarvi a fare il tifo per Sharon, chiedetevi dove condurrà tutto questo. Gli israeliani possono distruggere l'Anp, assassinare Arafat, assassinare e arrestare decine di terroristi veri o presunti, distruggere case e infrastrutture. E poi?

R.

Jan Hus
01-04-02, 17:58
Originally posted by Roderigo
Contro il terrorismo dei kamikaze, io ho speso sicuramente più parole di quante ne abbia speso tu contro il terrorismo di stato israeliano.

Ma quale terrorismo di stato israeliano...Israele non ha mai perseguito la strage sistematica di civili, a differenza degli arabi.

Di parole come le tue, di falsa condanna (in realtà di equiparazione) nessuno sa cosa farsene.


Originally posted by Roderigo
Tuttavia è certo, che se i palestinesi - è così che si chiamano palestinesi - fossero armati fino ai denti dagli Stati Uniti e possedessero l'esercito più forte del Medio Oriente, gli F16, gli elicotteri, ed i carri armati, nessuna loro organizzazione praticherebbe attentati terroristici.

Gli arabi SONO stati armati, dall'Unione Sovietica.

Gli attentati terroristici, però, li hanno sempre fatti.

Se avessero il loro esercito, continuerebbero a farli.

Perchè la guerra degli arabi a Israele è una guerra agli israeliani.

Non a caso, è "Morte a Israele" che gli arabi gridano nelle manifestazioni in corso in queste ore.

Non a caso si rifiutano di condannare il terrorismo; dicono le stesse cose che dici tu.

Tu vorresti che la guerra fosse "ad armi pari": che assurda pretesa!

Tu saresti dispoto a riconoscere le ragioni di Israele solo se l'esistenza di Israele fosse in pericolo.

Per fortuna che agli israeliani dell'opinione della gente come te non gliene frega proprio niente.

Jan Hus
01-04-02, 18:13
Originally posted by Roderigo
Il punto è che c'è qualcosa di ipocritamente ridicolo nel condannare gli attentati terroristici della parte più debole in conflitto, mentre si è supinamente pronti a giustificare ogni iniziativa di guerra e repressione condotta dall'esercito più forte del Medio Oriente contro le popolazioni civili palestinesi, e nel rimuovere ostinatamente la causa prima del conflitto: l'occupazione israeliana di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme est.

La causa prima del conflitto è l'ostinazione araba nel voler distruggere Israele.

La tua tesi, seconco cui la "causa del conflitto" sarebbe l'occupazione della Cisgiordania, non regge: gli arabi attaccavano Israele anche quando la Cisgiordania era nelle loro mani.

Israele ha l'esercito più forte del Vicino Oriente? Et pour cause: vorrei proprio vedere dove sarebba adesso se non fosse così!

La repressione è condotta contro i movimenti armati arabi, non contro le popolazioni civili.

Sono gli attentati terroristici di Arafat che hanno come obiettivo le popolazioni civili.


Originally posted by Roderigo
Bisogna che vi convinciate...Che gli uomini sono tutti uguali. Non esiste che i diritti di un popolo siano solo la viariabile dei diritti e degli interessi di un'altro. Nessuno accetterebbe di essere messo in questa condizione. Non lo accettano e non lo accetteranno neppure i palestinesi.

Che retorica sciocca.

Tu ti rifiuti di accettare che gli arabi, che per te sono tanto buoni e cari, vogliano distruggere Israele.

Il diritto di distruggere Israele, che è quello che vogliono, non lo avranno mai.


Originally posted by Roderigo
Invece di limitarvi a fare il tifo per Sharon, chiedetevi dove condurrà tutto questo. Gli israeliani possono distruggere l'Anp, assassinare Arafat, assassinare e arrestare decine di terroristi veri o presunti, distruggere case e infrastrutture. E poi?

Noi non ci limitiamo a "fare il tifo per Sharon", cosa che comunque non facciamo.

Noi cerchiamo, ostinatamente, di difendere le ragioni di Israele contro te e i tuoi degni amici.

Chiediti tu a cosa può portare la politica di Arafat, a cos'ha portato in questi trent'anni; e a cosa può portare il sostegno della gente come te (sostegno inconidzionato e acritico) alla politicia di Arafat.

Oggi come oggi, Arafat è il principale ostacolo a qualsiasi negoziato. La sua scomparsa dalla scena, preferibilmente di morte naturale, sarebbe un vero toccasana.

Roderigo
01-04-02, 21:46
Originally posted by Jan Hus
Ma quale terrorismo di stato israeliano...Israele non ha mai perseguito la strage sistematica di civili, a differenza degli arabi.
Di parole come le tue, di falsa condanna (in realtà di equiparazione) nessuno sa cosa farsene.
Non so e non credo che l'esercito israeliano non abbia mai perseguito l'uccusione di civili. Sharon nella sua carriera ha sempre fatto la guerra contro i campi profughi. Quando si lasciano morire dissanguate le persone ai posti di blocco, quando si impediscono i soccorsi, quando si porta la guerra nelle città e nei villaggi, quando si taglia l'acqua potabile e l'elettricità, quando si sequestrano tutti i maschi adulti di un villaggio, quando si arriva a sparare sui giornalisti e sui pacifisti, si colpiscono i civili. Non mi interessa l'etica delle intenzioni vere o presunte, mi interessano le conseguenze. Quando si stermina una famiglia "per errore", è delle scuse israeliane che nessuno sa cosa farsene.


Originally posted by Jan Hus
Gli arabi SONO stati armati, dall'Unione Sovietica.
Gli attentati terroristici, però, li hanno sempre fatti.
Se avessero il loro esercito, continuerebbero a farli.
Perchè la guerra degli arabi a Israele è una guerra agli israeliani.
Non a caso, è "Morte a Israele" che gli arabi gridano nelle manifestazioni in corso in queste ore.
Non a caso si rifiutano di condannare il terrorismo; dicono le stesse cose che dici tu.
Tu vorresti che la guerra fosse "ad armi pari": che assurda pretesa!
Tu saresti dispoto a riconoscere le ragioni di Israele solo se l'esistenza di Israele fosse in pericolo.
Per fortuna che agli israeliani dell'opinione della gente come te non gliene frega proprio niente.
Con o senza l'Urss, i palestinesi non hanno mai avuto un esercito, né una forza militare paragonabile non dico ad Israele, ma a quella di qualsiasi stato. I palestinesi non hanno mai avuto uno stato. E tuttora non l'hanno, questa è la causa del conflitto.
Una guerra può non essere ad armi pari, ma è sempre un conflitto tra eserciti, tra forze militari. L'aggressione di un esercito contro un popolo, non si chiama guerra. Si chiama appunto "aggressione", "repressione", o anche "terrorismo di stato".
Riconsco le ragioni di Israele in difesa del proprio stato. Non riconosco le ragioni di Israele in difesa delle proprie colonie e delle proprie ambizioni espansioniste. Le ragioni di Israele non hanno una dignità superiore alle ragioni dei palestinesi.


Originally posted by Jan Hus
La causa prima del conflitto è l'ostinazione araba nel voler distruggere Israele.
La tua tesi, seconco cui la "causa del conflitto" sarebbe l'occupazione della Cisgiordania, non regge: gli arabi attaccavano Israele anche quando la Cisgiordania era nelle loro mani.
Dipende di cosa parliamo. Se vogliamo parlare del conflitto storico arabo-israeliano, allora esso ha avuto inizio nell'ultimo ventennio dell'800 ed ha la sua causa nell'errata impostazione della questione sionista, poiché essa si è illusa di trovare in Palestina "la terra senza popolo per un popolo senza terra". Il popolo invece c'era e non ha accettato la penetrazione ebraica, così come l'avrebbe rifiutata qualsasi popolo in qualsiasi parte del mondo. Compresa la nostra parte del mondo, che non ha accettato gli ebrei neppure come cittadini, altro che stato!
Tuttavia, non è vero che questo conflitto consiste in una unica sequenza senza biforcazioni e periodizzazioni. E senza ulteriori e nuove cause prodottesi nel corso della sua storia. Fra queste vi è l'occupazione del 1967, di Gaza e Cisgiordania. Il conflitto a cui assistiamo oggi ha la sua specificità e nasce da qui. E' il conflitto che oppone ad Israele il popolo palestinese dei territori occupati. Un conflitto che ha avuto momenti di rivolta popolare (1987-1993); [2000-oggi) e momenti di tregua, persino di pace (1994-2000). Questo conflitto può avere una unica soluzione e consiste nell'applicazione delle risoluzioni dell'Onu. La direzione palestinese di Arafat approva questo esito. I governi israeliani laburisti invece non sono mai andati oltre la concessione di uno stato palestinese a sovranità limitata. Il governo Sharon è invece esplicitamente contrario alle risoluzioni dell'Onu ed allo stesso processo di pace iniziato ad Oslo.


Originally posted by Jan Hus
Che retorica sciocca.
Tu ti rifiuti di accettare che gli arabi, che per te sono tanto buoni e cari, vogliano distruggere Israele.
Il diritto di distruggere Israele, che è quello che vogliono, non lo avranno mai.
Affermare che israeliani e palestinesi hanno gli stessi diritti e che gli uomini sono tutti uguali, qualche anno fa, lo avrei reputato anch'io retorico. Oggi so che non è così, putroppo. Perchè non si tratta di affermazioni condivise da tutti. Sono affermazioni rifiutate non solo da persone che si riconoscono in organizzazioni esplicitamente razziste e xenofobe, ma anche da persone come te. E questa non è una ghiotta opportunità per darti del "razzista". Questo è un problema.
La storia secondo cui i palestinesi lotterebbero, non per la loro indipendenza, ma per la distruzione di Israele, è la favola del lupo e dell'agnello. E' il pretesto per proseguire l'occupazione e la colonizzazione dei territori.



Originally posted by Jan Hus
Noi non ci limitiamo a "fare il tifo per Sharon", cosa che comunque non facciamo.
Noi cerchiamo, ostinatamente, di difendere le ragioni di Israele contro te e i tuoi degni amici.
Chiediti tu a cosa può portare la politica di Arafat, a cos'ha portato in questi trent'anni; e a cosa può portare il sostegno della gente come te (sostegno inconidzionato e acritico) alla politicia di Arafat.
Oggi come oggi, Arafat è il principale ostacolo a qualsiasi negoziato. La sua scomparsa dalla scena, preferibilmente di morte naturale, sarebbe un vero toccasana.
No, non è vero che difendete le ragioni di Israele. Ne difendete solo l'immagine. Come facevano i vecchi comunisti con l'Urss. Con Stalin, con Krusciov, con Breznev non importa. Interrogarsi sulle ragioni vere e sulle possibili prospettive, non è e non è mai stato compito dei difensori di immagini.
La politica di Arafat poteva portare ad un accordo come quello che si stava profilando a Taba. Con il consenso di Arafat e la ferma avversione di Sharon. Senza interlocutori, Arafat non ha grandi margini di manovra. Il fatto che non sottoscriva la tua visione demoniaca del leader palestinese, non significa che gli dia un sostegno acritico. Ma ragionare su Arafat mentre è in atto una vera e propria campagna di demolizione della sua figura non è facile.
Ad essere incredibilmente acritica è la tua idea che una uscita di scena di Arafat sarebbe un "toccasana", darebbe luogo ad una leadership "più moderata e pragmatica" (ma con il consenso di chi? E per fare che cosa?). Mai sentito parlare di Hamas?

R.

Jan Hus
01-04-02, 23:04
Rispondo solo all'ultima parte, perchè per il modo in cui strutturi le tue risposte nel momento in cui cito appare soltanto l'ultima parte della tua risposta, e non ho il tempo di citare tutto.


Originally posted by Roderigo
No, non è vero che difendete le ragioni di Israele. Ne difendete solo l'immagine. Come facevano i vecchi comunisti con l'Urss. Con Stalin, con Krusciov, con Breznev non importa. Interrogarsi sulle ragioni vere e sulle possibili prospettive, non è e non è mai stato compito dei difensori di immagini.

Infatti tu difendi a spada tratta Arafat, che per te rappresenta l'"immagine" degli arabi palestinesi.


Originally posted by Roderigo
La politica di Arafat poteva portare ad un accordo come quello che si stava profilando a Taba. Con il consenso di Arafat e la ferma avversione di Sharon. Senza interlocutori, Arafat non ha grandi margini di manovra. Il fatto che non sottoscriva la tua visione demoniaca del leader palestinese, non significa che gli dia un sostegno acritico. Ma ragionare su Arafat mentre è in atto una vera e propria campagna di demolizione della sua figura non è facile.
Ad essere incredibilmente acritica è la tua idea che una uscita di scena di Arafat sarebbe un "toccasana", darebbe luogo ad una leadership "più moderata e pragmatica" (ma con il consenso di chi? E per fare che cosa?). Mai sentito parlare di Hamas?

Tu puoi continuare a credere che una figura come quella di Arafat volesse seriamente un accordo con Israele, e che un accordo del genere si stesse profilando a Taba.

Ognuno è libero di credere a quello che gli pare.

Patrizio (POL)
01-04-02, 23:56
E' chiaro che il sionismo non arretrerà di un passo. Ha avuto il placet degli USA ed ora si scatena.

Ma è anche chiaro che gli ebrei della diaspora prendono praticamente tutti le parti del sionismo, e che rispondono al richiamo del sangue e del loro millenario razzismo tribalista.

Vi state costruendo da soli l'ennesimo ghetto!
Vi state bruciando fino all'ultimo grammo tutta la fiducia che eravate riusciti a costruirvi presso gli europei, commossi con la carta olocaustica.

Roderigo
02-04-02, 08:38
Originally posted by Jan Hus:
Infatti tu difendi a spada tratta Arafat, che per te rappresenta l'"immagine" degli arabi palestinesi
Non è una questione di immagine nel senso di "marchio".
Arafat è un simbolo vivente della nazionale palestinese. I palestinesi, oltre che "capo politico", lo riconoscono come "padre della patria". Egli è un elemento di unità del popolo palestinese. La sua uscita di scena, potrebbe determinare una guerra civile tra i palestinesi per la successione, oppure l'affermarsi di una direzione fondamentalista, un bin Laden che giustificherebbe da parte israeliana l'archiviazione definitiva di ogni trattativa e la soluzione militare della questione palestinese, oppure ancora la clanizzazione dei palestinesi, che permetta ad Israele di stipulare "accordi separati" con i singoli capi-villaggio. Arafat è un argine a tutto ciò. In questo consiste la sua importanza, e in questo consistono le ragioni per cui Sharon vuole eliminarlo, anche fisicamente.


Originally posted by Jan Hus:
Tu puoi continuare a credere che una figura come quella di Arafat volesse seriamente un accordo con Israele, e che un accordo del genere si stesse profilando a Taba.
Ognuno è libero di credere a quello che gli pare.
Certo, tu sei libero di pensarla come Sharon. O come Deborah e Dragonball.
Ed io sono libero di pensarla come Yossi Beilin.

R.

Arafat ha compiuto una serie di scelte strategiche dal 1974 fino alla data degli accordi di Oslo. Sarebbe grottesco pensare che abbia preso la decisione di riconoscere lo stato d'Israele - un fatto che ha permesso ad Israele di firmare un trattato di pace con la Giordania nel 1994, di allacciare relazioni economiche e politiche con la maggior parte dei paesi appartenenti alla Lega araba, di istituire rappresentanze diplomatiche nel Golfo persico e in Nordafrica, di ampliare i suoi rapporti diplomatici in tutto il mondo e migliorare sostanzialmente la propria situazione economica - solo in cambio di un incarico di sindaco di Gaza o Ramallah, costretto a chiedere l'autorizzazione di Israele per qualunque spostamento... No, la volontà del leader palestinese è di pervenire a un accordo permanente con Israele per poter diventare il presidente dello stato palestinese con capitale Gerusalemme.

YOSSI BEILIN

* Ex ministro della giustizia, responsabile dei negoziati segreti di Oslo. Membro del Parlamento israeliano, autore di numerosi libri, tra cui Il Manuale di una colomba ferita (in ebraico), Yeodioth Ahronoth Books, Tel Aviv, 2001 e Touching Peace: from Oslo Accord to a Final Agreement, Weidenfeld & Nicolson, Londra, 1999.