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Visualizza Versione Completa : Da gerusalemme, un appello di un militante di Action for Peace.



yurj
01-04-02, 19:20
COMUNICATO STAMPA DA GERUSALEMME

UN PONTE TRA CAORLE E GERUSALEMME

Anche un Caorlotto si trova in questo momento a
Gerusalemme con la delegazione italiana di 500
attivisti della carovana di "Action for Peace"
composta da associazioni varie (da Asso Pace ai centri
sociali) che si trova in Medio Oriente per portare un
messaggio di pace e di fine delle violazioni dei
diritti fondamentali per il popolo Palestinese.
La tragicita`della situazione di escalation di
violenza nella quale si e` trovata la missione, ha
portato l'intera delegazione a rivedere i propri
programmi e a riflettere sui propositi che l'avevano
portata in Palestina.
L'invasione militare dei territori Palestinesi che il
governo Israeliano sta conducendo in queste ore, non
fa altro che accentuare la spirale di violenza che in
questi giorni ha portato perfino una ragazzina di 16
anni Palestinese Cristiana, che avrebbe voluto un
futuro come quello di un qualsiasi sedicenne del mondo
e anche di Caorle, a farsi esplodere per rivendicare
il diritto alla liberta' che non aveva mai vissuto
(abitava da quando era nata in un campo profughi ai
limiti della decenza umana di Betlemme).
L'utilizzo spropositato del termine "terrorismo",
l'immobilita' effettiva degli Stati Uniti e la non
chiara e decisa presa di posizione dell'Europa con
eccezzione del Belgio stanno abbandonando il popolo
Palestinese al massacro.
Per questo motivo si e' mobilitata la societa' civile
internazionale che da Gerusalemme e da Ramallah sta
lanciando un messaggio ben preciso ai propri
governanti: la pace in M.O. si raggiungera' solo con
la fine dell'occupazione Israeliana dei territori, il
riconoscimento dello stato Palestinese, la fine delle
violenze e dei soprusi nei confronti del popolo
Palestinese e l'attuazione di tutte quelle risoluzioni
dell'ONU che vengono solo lasciate su carta.
Giorgio Soncin dell'associazione Ya Basta che si trova
in questi giorni a Gerusalemme dichiara:
"L'inadeguatezza della carovana per la pace cosi'
com'era stata concepita si e' rivelata tale sin dal
primo giorno. Ci siamo trovati infatti nel fulcro di
quella che si puo' definire una guerra globale
permanente che e' iniziata l'11 settembre e che trova
nella precipitazione della questione Medio Orientale
l'appice sino ad ora mai raggiunto.
La situazione qui' e' di tensione altissima; la
militarizzazione di tutte le citta' e' imponente, e
l'abbandono nel quale e' lasciato il popolo
Palestinese e' una vergogna per tutta l'umanita'.
Al momento stiamo concentrando i nostri sforzi sulla
citta' di Ramallah dove si trova il quartier generale
di Arafat e di tutto il popolo Palestinese mai come
oggi unito, che si trova come lui nella stessa
condizione di isolamento e repressione.
Oggi altri 70 fratelli e sorelle Italiani accompagnati
da altri internazionali della societa' civile sono
riusciti ad entrare per vie traverse a Ramallah
violando le imposizioni del governo militarizzato di
Sharon. Lo scopo di quest'azione rischiosa che non
dovrebbe essere fata da volontari civili, ma bensi'
dale istituzioni della comunita' internazionale e'
quello di proteggere l'ospedale Palestinese
dall'entrata di militari Israeliani, e di creare un
ponte diplomatico tra il rappresentante della
popolazione Palestinese da giorni in isolamento e le
istituzioni internazionali.
Noi tenteremo di non andarcene da Ramallah fino a
quando la comunita' internazionale non riuscira' a
garantire la protezione di tutti i civili Palestinesi,
e l'unico modo per farlo e' il ritiro immediato delle
truppe Israeliane dai territori occupati.
In questi giorni ci stiamo trovando nella condizione
di fare una vera e propria diplomazia dal basso, in
quanto noi civili stiamo cercando di fare quello che
le istituzioni internazionali non hanno ancora fatto.
L'appello che lanciamo alla soieta' civile da
Gerusalemme e' quello di una giornata nazionale di
mobilitazione il 6 Aprile nella quale invitiamo
gruppi, associazioni e chiunque sia sensibile alle
ingiustizie di questa nuova guerra a farsi sentire
organizzando manifetazioni, preghiere, azioni di
disobbedienza sociale ecc per dichiarare la nostra
ostinazione nel dire basta alle ingiustizie e basta
con l'occupazione dei territori Palestinesi, perche'
un mondo migliore e' possible, e deve esserlo per
tutti."