Sir Demos
02-04-02, 15:59
In risposta all'amico, Angelo di centro se non erro, ho iniziato a controllare alcuni dati disponibili o previsionali che riguardano i provvedimenti di questo governo.
Preciso che tutto il ragionamento è basato su dati previsionali, dato in questa finanziaria è stato solamente prevista l'abolizione dell'imposta di successione che ha avuto come risultato quello di rendere più Regressivo il nostro sistema tributario.
LA DELEGA PROSSIMA VENTURA SULLA “RIFORMA FISCALE”
Il Governo si accinge a presentare una legge delega per l’attuazione della tanto annunciata riforma fiscale, che dovrebbe contenere le linee guida per sostanziali modifiche delle principali imposte: Irpef, Irpeg e Irap. Prevista per questa settimana, assieme alle deleghe su previdenza e lavoro, slitta invece a metà dicembre.
Per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle persone fisiche, la proposta che si prospetta è quella, già esposta nel programma elettorale della CDL, di un’imposizione con due sole aliquote: la prima del 23 per cento per i redditi fino a 200 milioni, la seconda del 33 per cento per la parte eccedente i 200 milioni.
Rispetto ad oggi, l’aliquota più bassa sale di 5 punti, dal 18 al 23 per cento, mentre quella più alta scende di 11 punti, dal 44 al 33 per cento. E’ evidente che sui redditi bassi e anche su quelli medi l’aggravio risulterà forte, mentre per i redditi alti si riscontreranno riduzioni del prelievo elevatissime. La manovra sulle aliquote è quindi un classico esempio di “Robin Hood alla rovescia”: togliere ai poveri per dare ai ricchi!!!
Va dato atto a Tremonti dell’intenzione di intervenire sulle detrazioni per compensare l’effetto delle aliquote sui redditi più bassi. L’intervento, però, consisterà nel sostituire le attuali detrazioni (riduzioni dell’imposta) con deduzioni (abbattimenti del reddito imponibile). Questa soluzione, a parità di importi di abbattimento, produrrebbe effetti ancora più distorti: la riduzione in termini di imposta sarebbe più vantaggiosa per i redditi superiori a 200 milioni, ai quali si applicherebbe l’aliquota del 33 per cento, anziché quella del 23 (ad esempio: 1 milione di deduzione all’aliquota del 23% determinerebbe una minore imposta di 230.000 lire, mentre all’aliquota del 33% produrrebbe un minore prelievo di 330.000 lire).
E’ evidente che, per garantire sgravi a tutti, occorrerebbero deduzioni corpose per i redditi bassi e deduzioni basse o nulle per i redditi alti. In attesa che il governo chiarisca bene i correttivi che intende introdurre per alleviare gli effetti della variazione delle aliquote, è bene interrogarsi sull’entità di questi correttivi. I contribuenti più ricchi, subiscono oggi un’aliquota Irpef del 44 per cento, che scenderebbe al 33: in sostanza, la loro imposta si ridurrà di un quarto. Se il governo vuole evitare una soluzione “Robin Hood alla rovescia”, dovrebbe garantire a tutti i contribuenti una riduzione d’imposta di un quarto (predisponendo opportune deduzioni o detrazioni). Dato che il gettito dell’Irpef è di circa 260 mila miliardi, questa operazione costa 65 mila miliardi di perdita di gettito. E’ decisamente tanto, troppo se sommata alle proposte sull’Irap e sull’Irpeg.
In sostanza, la riduzione del prelievo per i redditi alti è assai robusta: quale che sia l’eventuale meccanismo di tutela per i redditi bassi, il governo non potrà mai compensare interamente gli effetti redistributivi creati con le aliquote, a meno di creare una voragine sul gettito. Nell’ipotesi più ottimistica si può prevedere una soluzione del tipo: poco o nulla ai redditi bassi e medi per dare tanto, anzi tantissimo ai redditi alti. L’operazione “Robin Hood alla rovescia” si realizzerà comunque, con qualche briciola per tacitare i contribuenti “non abbienti” !
Riguardo alla tassazione delle imprese (Irpeg), Tremonti intenderebbe abolire l’attuale meccanismo DIT, copiare la riforma tedesca, abolendo per le imprese la tassazione delle plusvalenze, abolire il credito d’imposta sui dividendi, abbassare l’aliquota al 33 per cento. Copiare la riforma tedesca è una prova di scarsezza di idee, provincialismo e mancata comprensione dei problemi del sistema produttivo nazionale. La riforma tedesca ha detassato le plusvalenze perché era necessario superare il modello di “capitalismo renano”, cioè l’immobilizzo di ingenti partecipazioni azionarie nell’attivo delle imprese (banche e assicurazioni in primo luogo). Non sembra che il principale problema del sistema produttivo italiano sia oggi l’incapacità di smobilizzare la proprietà e di ristrutturarla. Semmai, sembra le imprese italiane sembrano soffrire, rispetto alle loro concorrenti estere, di una scarsa patrimonializzazione, dovuta anche al forte incentivo fiscale all’indebitamento, cui la DIT costituiva un rimedio efficace. La DIT consentiva anche una progressiva riduzione del carico fiscale delle imprese (certo, di quelle che conseguivano utili e gli accantonavano per reinvestirli) che a regime, avrebbe portato il carico effettivo ben al di sotto del 33 per cento indicato oggi dal governo.
Circa l’Irap, Tremonti annuncia che intende introdurre correttivi: verrebbe eliminato il costo del lavoro dalla base imponibile. Il costo di una tale operazione sarebbe di circa 35 mila miliardi, che sommato agli sgravi Irpef porta il costo della manovra a 100 mila miliardi (circa 5 punti percentuali di PIL). E’ evidente che questo intervento costa troppo, anche se graduato nel tempo.
Infatti, Tremonti annuncia che la copertura della riforma sarà trovata nel recupero dell’evasione. Ci troviamo, ancora una volta, in presenza di una copertura incerta a fronte di perdite di gettito certe ! Oppure ci troviamo di fronte a una complessa manovra mediatica, in cui si ripropone la realizzazione delle vaghe e troppo ambiziose promesse elettorali, per ora irrealizzabili anche a causa del famoso (e inesistente) buco lasciato dal centro-sinistra: la legge delega sarebbe insomma una sorta di dichiarazione d’intenti o di programma di Governo (magari anche per la prossima legislatura), ma non un serio e puntuale provvedimento di riforma fiscale.
P.S. Come si posso incollare delle tabelle?
Buon Pomeriggio.
Preciso che tutto il ragionamento è basato su dati previsionali, dato in questa finanziaria è stato solamente prevista l'abolizione dell'imposta di successione che ha avuto come risultato quello di rendere più Regressivo il nostro sistema tributario.
LA DELEGA PROSSIMA VENTURA SULLA “RIFORMA FISCALE”
Il Governo si accinge a presentare una legge delega per l’attuazione della tanto annunciata riforma fiscale, che dovrebbe contenere le linee guida per sostanziali modifiche delle principali imposte: Irpef, Irpeg e Irap. Prevista per questa settimana, assieme alle deleghe su previdenza e lavoro, slitta invece a metà dicembre.
Per quanto riguarda l’imposta sul reddito delle persone fisiche, la proposta che si prospetta è quella, già esposta nel programma elettorale della CDL, di un’imposizione con due sole aliquote: la prima del 23 per cento per i redditi fino a 200 milioni, la seconda del 33 per cento per la parte eccedente i 200 milioni.
Rispetto ad oggi, l’aliquota più bassa sale di 5 punti, dal 18 al 23 per cento, mentre quella più alta scende di 11 punti, dal 44 al 33 per cento. E’ evidente che sui redditi bassi e anche su quelli medi l’aggravio risulterà forte, mentre per i redditi alti si riscontreranno riduzioni del prelievo elevatissime. La manovra sulle aliquote è quindi un classico esempio di “Robin Hood alla rovescia”: togliere ai poveri per dare ai ricchi!!!
Va dato atto a Tremonti dell’intenzione di intervenire sulle detrazioni per compensare l’effetto delle aliquote sui redditi più bassi. L’intervento, però, consisterà nel sostituire le attuali detrazioni (riduzioni dell’imposta) con deduzioni (abbattimenti del reddito imponibile). Questa soluzione, a parità di importi di abbattimento, produrrebbe effetti ancora più distorti: la riduzione in termini di imposta sarebbe più vantaggiosa per i redditi superiori a 200 milioni, ai quali si applicherebbe l’aliquota del 33 per cento, anziché quella del 23 (ad esempio: 1 milione di deduzione all’aliquota del 23% determinerebbe una minore imposta di 230.000 lire, mentre all’aliquota del 33% produrrebbe un minore prelievo di 330.000 lire).
E’ evidente che, per garantire sgravi a tutti, occorrerebbero deduzioni corpose per i redditi bassi e deduzioni basse o nulle per i redditi alti. In attesa che il governo chiarisca bene i correttivi che intende introdurre per alleviare gli effetti della variazione delle aliquote, è bene interrogarsi sull’entità di questi correttivi. I contribuenti più ricchi, subiscono oggi un’aliquota Irpef del 44 per cento, che scenderebbe al 33: in sostanza, la loro imposta si ridurrà di un quarto. Se il governo vuole evitare una soluzione “Robin Hood alla rovescia”, dovrebbe garantire a tutti i contribuenti una riduzione d’imposta di un quarto (predisponendo opportune deduzioni o detrazioni). Dato che il gettito dell’Irpef è di circa 260 mila miliardi, questa operazione costa 65 mila miliardi di perdita di gettito. E’ decisamente tanto, troppo se sommata alle proposte sull’Irap e sull’Irpeg.
In sostanza, la riduzione del prelievo per i redditi alti è assai robusta: quale che sia l’eventuale meccanismo di tutela per i redditi bassi, il governo non potrà mai compensare interamente gli effetti redistributivi creati con le aliquote, a meno di creare una voragine sul gettito. Nell’ipotesi più ottimistica si può prevedere una soluzione del tipo: poco o nulla ai redditi bassi e medi per dare tanto, anzi tantissimo ai redditi alti. L’operazione “Robin Hood alla rovescia” si realizzerà comunque, con qualche briciola per tacitare i contribuenti “non abbienti” !
Riguardo alla tassazione delle imprese (Irpeg), Tremonti intenderebbe abolire l’attuale meccanismo DIT, copiare la riforma tedesca, abolendo per le imprese la tassazione delle plusvalenze, abolire il credito d’imposta sui dividendi, abbassare l’aliquota al 33 per cento. Copiare la riforma tedesca è una prova di scarsezza di idee, provincialismo e mancata comprensione dei problemi del sistema produttivo nazionale. La riforma tedesca ha detassato le plusvalenze perché era necessario superare il modello di “capitalismo renano”, cioè l’immobilizzo di ingenti partecipazioni azionarie nell’attivo delle imprese (banche e assicurazioni in primo luogo). Non sembra che il principale problema del sistema produttivo italiano sia oggi l’incapacità di smobilizzare la proprietà e di ristrutturarla. Semmai, sembra le imprese italiane sembrano soffrire, rispetto alle loro concorrenti estere, di una scarsa patrimonializzazione, dovuta anche al forte incentivo fiscale all’indebitamento, cui la DIT costituiva un rimedio efficace. La DIT consentiva anche una progressiva riduzione del carico fiscale delle imprese (certo, di quelle che conseguivano utili e gli accantonavano per reinvestirli) che a regime, avrebbe portato il carico effettivo ben al di sotto del 33 per cento indicato oggi dal governo.
Circa l’Irap, Tremonti annuncia che intende introdurre correttivi: verrebbe eliminato il costo del lavoro dalla base imponibile. Il costo di una tale operazione sarebbe di circa 35 mila miliardi, che sommato agli sgravi Irpef porta il costo della manovra a 100 mila miliardi (circa 5 punti percentuali di PIL). E’ evidente che questo intervento costa troppo, anche se graduato nel tempo.
Infatti, Tremonti annuncia che la copertura della riforma sarà trovata nel recupero dell’evasione. Ci troviamo, ancora una volta, in presenza di una copertura incerta a fronte di perdite di gettito certe ! Oppure ci troviamo di fronte a una complessa manovra mediatica, in cui si ripropone la realizzazione delle vaghe e troppo ambiziose promesse elettorali, per ora irrealizzabili anche a causa del famoso (e inesistente) buco lasciato dal centro-sinistra: la legge delega sarebbe insomma una sorta di dichiarazione d’intenti o di programma di Governo (magari anche per la prossima legislatura), ma non un serio e puntuale provvedimento di riforma fiscale.
P.S. Come si posso incollare delle tabelle?
Buon Pomeriggio.