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Visualizza Versione Completa : Ma il terrorismo non è mai buono



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05-04-02, 21:27
Il confronto in Medio Oriente ha raggiunto livelli tali da richiedere la revisione di molti concetti. Occorre un'analisi fredda, libera per quanto possibile da componenti emotive, forse anche sgradevole.

E' ormai evidente che tra i due contendenti, non dico tra tutti gli israeliani e tutti i palestinesi, in questo particolare momento esiste un'assimetria nelle posizioni e una simmetria nei comportamenti. Obiettivo contingente di Israele è il raggiungimento della sicurezza nelle città e negli insediamenti. Obiettivo dei palestinesi è sfruttare al massimo la situazione di stallo per accelerare la creazione di quello Stato auspicato dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza del 13 marzo.

A questi fini, una cessazione delle ostilità sarebbe di ostacolo più che di beneficio. Ne deriva, ovviamente, un differente approccio strategico. Dottrina di tipo sequenzialista da parte di Israele, ovvero prima colloqui sulla sicurezza, poi trattativa politica, e dottrina del parallelismo da parte palestinese, ovvero iniziamo contemporaneamente la trattativa politica e i colloqui sulla sicurezza. E' il gatto che si mangia la coda. Le posizioni sono inconciliabili e certo non risolvibili dai due leaders attualmente in carica.

In questi giorni i fattori di contesto sembrano per lo più a favore delle tesi palestinesi, anche quando viene sommessamente pronunciato il diritto di Israele all'autodifesa.

Vediamoli, questi fattori. Israele mobilita i riservisti, pur se militarmente è in forte vantaggio tattico. Arafat è vittima assediata e senza pane, ma, almeno così vediamo, con pieno accesso di telecamere, cronisti, parlamentari rossoverdi italiani e pacifisti multicolori. Forte incremento di atti terroristici negli insediamenti civili, con scarsa deplorazione da parte della comunità internazionale e dell'Onu. Due risoluzioni del Consiglio favorevoli ai palestinesi. L'ultima, quella di venerdì Santo, invita solo gli israeliani a cessare lo scontro. Gli Stati Uniti che, da un lato, ritornano sulla scena e, unici, invitano Arafat a fare di più, ma, dall'altro, per la prima volta nella storia dell'Onu votano risoluzioni sfavorevoli ad Israele. Un vertice della Lega Araba a Beirut, disertato dai principali attori nell'area, che legittima un piano teorico, ma non condanna il terrorismo. Unione Europea che chiede solo a Sharon la cessazione delle ostilità.

A questo punto, mi chiedo, perché mai l'assediato Arafat dovrebbe condannare il terrorismo palestinese, se è proprio questo la sua arma vincente e, almeno apparentemente, sembra aver ormai ottenuto la solidarietà dei soloni del pianeta? Con grande scorno ed evidente imbarazzo dobbiamo ammettere, a denti stretti, che questo round è già stato vinto dal terrorismo. E non mi vengano a dire, le solite anime candide nostrane, che è così perché quello palestinese è terrorismo buono.






di Mario Arpino

http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/chan/editoriali_commenti:3195141:/2002/04/05:

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05-04-02, 21:41
Per i pacifisti rifondaroli Arafat è buono, non centra nulla col terrorismo cattivo dei Kamikaze.

Patrizio (POL)
05-04-02, 21:56
I sionisti quelli sì che hanno da sempre approvato il terrorismo - vedi la stessa nascita del loro stato, l'attentato al King David, etc.

E se ora non usano i bombaroli è perché possono usare gli elicotteri e i carri armati, con cui si lavora molto meglio (specie contro un avversario con le mani praticamente legate).