Robinson (POL)
06-04-02, 18:58
«Il Nobel a Peres? Se fosse possibile, lo ritireremmo»
Il Comitato è pentito: «Non si dimostra all’altezza, avalla l’azione violenta»
OSLO - Non solo il «falco» Ariel Sharon, ma anche la «colomba» Shimon Peres è sotto attacco nella comunità internazionale. Ed è sorprendente il giudizio negativo espresso da numerosi membri del Comitato norvegese per il Nobel. Il ministro degli Esteri israeliano, hanno sostenuto, non si sta dimostrando all’altezza del Nobel per la pace ricevuto nel 1994. E se fosse possibile glielo ritirerebbero. Una polemica che conferma come l’immagine di Israele stia precipitando. Hanna Kvanmo, uno degli esponenti, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano norvegese Dagavisen che «quello che sta accadendo in Palestina è grottesco e incredibile» e che Peres «ne è responsabile in quanto membro del governo». «Si è dichiarato d'accordo con quello che sta facendo il primo ministro (Ariel Sharon) e se non lo fosse sarebbe dovuto uscire dal governo», ha aggiunto Kvanmo.
Critiche a Peres sono venute da altri esponenti del Comitato per il Nobel. Il presidente Geir Lundestad ha ricordato che nel 1994 il Premio per la pace fu diviso tra Peres, il leader palestinese Yasser Arafat e l'ex primo ministro israeliano Yitzhak Rabin. «Se oggi Arafat fosse ucciso in conseguenza delle azioni israeliane, potremmo dire che un Premio Nobel ne ha ucciso un altro», ha aggiunto. Nonostante le critiche attuali, le ragioni che portarono all'assegnazione del Nobel non vengono tuttavia rinnegate. «All'epoca - ha detto Kvanmo - fu una decisione giusta. Peres è stato uno dei tre che realmente meritarono il Premio, perché prese l'iniziativa dei colloqui che portarono agli accordi di Oslo».
Nella polemica su Peres si è inserito anche Yasser Arafat. In un messaggio ha sostenuto che il ministro dovrebbe essere espulso dall’Internazionale socialista.
R.E.
© Corriere della Sera
Il Comitato è pentito: «Non si dimostra all’altezza, avalla l’azione violenta»
OSLO - Non solo il «falco» Ariel Sharon, ma anche la «colomba» Shimon Peres è sotto attacco nella comunità internazionale. Ed è sorprendente il giudizio negativo espresso da numerosi membri del Comitato norvegese per il Nobel. Il ministro degli Esteri israeliano, hanno sostenuto, non si sta dimostrando all’altezza del Nobel per la pace ricevuto nel 1994. E se fosse possibile glielo ritirerebbero. Una polemica che conferma come l’immagine di Israele stia precipitando. Hanna Kvanmo, uno degli esponenti, ha dichiarato in un’intervista al quotidiano norvegese Dagavisen che «quello che sta accadendo in Palestina è grottesco e incredibile» e che Peres «ne è responsabile in quanto membro del governo». «Si è dichiarato d'accordo con quello che sta facendo il primo ministro (Ariel Sharon) e se non lo fosse sarebbe dovuto uscire dal governo», ha aggiunto Kvanmo.
Critiche a Peres sono venute da altri esponenti del Comitato per il Nobel. Il presidente Geir Lundestad ha ricordato che nel 1994 il Premio per la pace fu diviso tra Peres, il leader palestinese Yasser Arafat e l'ex primo ministro israeliano Yitzhak Rabin. «Se oggi Arafat fosse ucciso in conseguenza delle azioni israeliane, potremmo dire che un Premio Nobel ne ha ucciso un altro», ha aggiunto. Nonostante le critiche attuali, le ragioni che portarono all'assegnazione del Nobel non vengono tuttavia rinnegate. «All'epoca - ha detto Kvanmo - fu una decisione giusta. Peres è stato uno dei tre che realmente meritarono il Premio, perché prese l'iniziativa dei colloqui che portarono agli accordi di Oslo».
Nella polemica su Peres si è inserito anche Yasser Arafat. In un messaggio ha sostenuto che il ministro dovrebbe essere espulso dall’Internazionale socialista.
R.E.
© Corriere della Sera