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Rodolfo (POL)
07-04-02, 19:19
Gandhi sulla questione palestinese


Gandhi scrive :
"Ho ricevuto numerose lettere in cui mi si chiede di esprimere il
mio parere sulla controversia tra arabi ed ebrei in Palestina e
sulla persecuzione degli ebrei in Germania. Non e' senza
esitazione che mi arrischio a dare un giudizio su problemi tanto
spinosi.

Le mie simpatie vanno tutte agli ebrei. In Sud Africa sono stato
in stretti rapporti con molti ebrei. Alcuni di questi sono
divenuti miei intimi amici. Attraverso questi amici ho appreso
molte cose sulla multisecolare persecuzione di cui gli ebrei
sono stati oggetto. Essi sono stati gli intoccabili del
cristianesimo. L'analogia tra il trattamento loro riservato dai
cristiani e quello riservato agli intoccabili dagli indu' e'
molto stretta. In entrambi i casi sono stati invocati motivi
religiosi per giustificare il trattamento disumano di alcuni
uomini da parte di altri uomini. A prescindere dunque
dall'amicizia, la mia simpatia per gli ebrei e' giustificata
dalla piu' ovvia delle ragioni universali.

Ma la simpatia che nutro per gli ebrei non mi chiude gli occhi
alla giustizia. La rivendicazione degli ebrei di un territorio
nazionale non mi pare giusta. A sostegno di tale rivendicazione
viene invocata la Bibbia e la tenacia con cui gli ebrei hanno
sempre agognato il ritorno in Palestina. Perche', come gli altri
popoli della terra, gli ebrei non dovrebbero fare la loro patria
del Paese dove sono nati e dove si guadagnano da vivere?

La Palestina appartiene agli arabi come l'Inghilterra appartiene
agli inglesi e la Francia appartiene ai francesi. È ingiusto e
disumano imporre agli arabi la presenza degli ebrei. Cio' che
sta avvenendo oggi in Palestina non puo' esser giustificato da
nessun principio morale. I mandati non hanno alcun valore,
tranne quello conferito loro dall'ultima guerra. Sarebbe
chiaramente un crimine contro l'umanita' costringere gli
orgogliosi arabi a restituire in parte o interamente la
Palestina agli ebrei come loro territorio nazionale. La cosa
corretta e' di pretendere un trattamento giusto per gli ebrei,
dovunque siano nati o si trovino. Gli ebrei nati in Francia sono
francesi esattamente come sono francesi i cristiani nati in
Francia. Se gli ebrei sostengono di non avere altra patria che
la Palestina, sono disposti ad essere cacciati dalle altre parti
del mondo in cui risiedono? Oppure vogliono una doppia patria in
cui stabilirsi a loro piacimento?

[...]

Sono convinto che gli ebrei stanno agendo ingiustamente. La
Palestina biblica non e' un'entita' geografica. Essa deve
trovarsi nei loro cuori. Ma messo anche che essi considerino la
terra di Palestina come loro patria, e' ingiusto entrare in essa
facendosi scudo dei fucili inglesi. Un'azione religiosa non puo'
essere compiuta con l'aiuto delle baionette e delle bombe. Gli
ebrei possono stabilirsi in Palestina soltanto col consenso
degli arabi.

[...]

Non intendo difendere gli eccessi commessi dagli arabi. Vorrei
che essi avessero scelto il metodo della nonviolenza per
resistere contro quella che giustamente considerano
un'ingiustificabile aggressione del loro Paese. Ma in base ai
canoni universalmente accettati del giusto e dell'ingiusto, non
puo' essere detto niente contro la resistenza degli arabi di
fronte alle preponderanti forze avversarie."

(M. K. Gandhi, Harijan, 26 gennaio 1938)

gribisi
07-04-02, 21:21
La cosa
corretta e' di pretendere un trattamento giusto per gli ebrei,
dovunque siano nati o si trovino. Gli ebrei nati in Francia sono
francesi esattamente come sono francesi i cristiani nati in
Francia.


Re: secondo me qui sta il punto. Non è possibile avere un giusto trattamento per gli ebrei in giro per il Mondo, come gli eventi di pochi anni dopo avrebbero tragicamente dimostrato, aggiungendosi a 2000 anni di triste storia.
Pertanto o si fanno uno stato garante dove poter emigrare in caso di necessità, o sono destinati a cicliche persecuzioni, fino a quella che ne provocherà l' estinzione.
Nel 1939, se ci fosse stata Israele, 6 milioni di ebrei sarebbero sopravvissuti alla Shoah emigrandovi. Invece dovettero soccombere a stati filonazisti o a stati democratici che li respingevano alla frontiera.
Aggiungiamo poi, se mai non bastasse, che tutti gli stati del continente americano e dell' Oceania sono stati fondati da immigrati recenti, con metodi e obiettivi ben diversi e ignobili rispetto a quelli dei sionisti. Eppure di questi stati nessuno discute la legittimità attuale derivante dallo stato di fatto inveterato e consolidato, sebbene si concordi che all' origine la loro costruzione sia stata un' ingiustizia.

Patrizio (POL)
07-04-02, 22:43
Originally posted by gribisi
La cosa
corretta e' di pretendere un trattamento giusto per gli ebrei,
dovunque siano nati o si trovino. Gli ebrei nati in Francia sono
francesi esattamente come sono francesi i cristiani nati in
Francia.


Re: secondo me qui sta il punto. Non è possibile avere un giusto trattamento per gli ebrei in giro per il Mondo, come gli eventi di pochi anni dopo avrebbero tragicamente dimostrato, aggiungendosi a 2000 anni di triste storia.
Pertanto o si fanno uno stato garante dove poter emigrare in caso di necessità, o sono destinati a cicliche persecuzioni, fino a quella che ne provocherà l' estinzione.
Nel 1939, se ci fosse stata Israele, 6 milioni di ebrei sarebbero sopravvissuti alla Shoah emigrandovi. Invece dovettero soccombere a stati filonazisti o a stati democratici che li respingevano alla frontiera.

PATRIZIO: provando a mettermi nei panni ebraici, ma dove starebbe la mitica funzione "salvifica" dello stato sionista? Casomai - e al contrario - uno stato come l'Israele attuale ha tutte le probabilità per costituire la più grande tomba per gli ebrei (poiché se continua così è solo questione di tempo). Comincio a ricredermi sulla furbizia degli ebrei. Pare siano guidati da un istinto perverso e fuorviante...

Aggiungiamo poi, se mai non bastasse, che tutti gli stati del continente americano e dell' Oceania sono stati fondati da immigrati recenti, con metodi e obiettivi ben diversi e ignobili rispetto a quelli dei sionisti. Eppure di questi stati nessuno discute la legittimità attuale derivante dallo stato di fatto inveterato e consolidato, sebbene si concordi che all' origine la loro costruzione sia stata un' ingiustizia.

PATRIZIO: forse perché la creazione e la condotta di quegli stati (ma quali sono poi?) ha un impatto leggermente minore sulla pace mondiale... Forse...

oleg
07-04-02, 22:48
Se ti ritieni ebreo prima che italiano, vattene.
Cosi abbiamo finito noi italiani di dover sentirvi strillare a destra ed a manca che siamo degli intolleranti. Voi siete piu' che ben accetti nella nostra societa' confronto a come voi accettate i non ebrei nella vostra.

di nuovo...non ti piace vivere tra gli Italiani...vattene...

Cosi invece di ricordare i vostri presunti morti possiamo cominciare a ricordare i nostri caduti.

Non ti obbliga nessuno a rimanere. Ti senti perseguitato , discriminato, vittimizzato, vai nella tua patria nel tuo stato ebraico dove ci sono solo ebrei cosi non rischi neanche come dici te di soccombere.

Avete propio scassato. Ma non capite che, negli ulitmi 3000 anni vi hanno cacciato da ogni paese in cui vi siete fermati. Forse invece di prendervela con gli altri dovreste guardarvi allo specchio e domandarvi cercare di capire che forse siete voi stessi che vi portate adosso certi accidenti.

Basta guardare la vostra ultima patria, Israele i vostri vicini vi odiano dal primo momento in cui avete posato piede in que luogo. Ovunque andiate la vostra arroganza e presunzione da popolo eletto disgusta propio tutti.

gribisi
07-04-02, 23:24
E' sempre stato così, ergo è giusto così.
Stupida normatività del fattuale.