PDA

Visualizza Versione Completa : Walter Ego fallisce ancora



08-04-02, 22:02
( 1^ puntata) La persona con una grossa macchia sulla cravatta di cattivo gusto e che mi sta asfissiando col fumo del suo sigaro si chiama Cirillo ed è, anche se nessuno lo direbbe, un ispettore della polizia. Accanto a lui, quello con la faccia rossa e lo sguardo stralunato non è un tossico appena arrestato: quello sono io, Walter Ego, un investigatore privato. Se vi interessa sapere perché sono qui, sono qui perché mi ha invitato Cirillo che, esibendo il tesserino, non solo non paga ma qualche volta si porta con se anche qualche amico. Se poi la smettete di guardare dalla nostra parte e vi voltate di spalle, là dove guardano tutti, vedrete anche voi Tania, la spogliarellista del Club privato dove sono stato condotto e da dove me ne andrei volentieri se non fossi ancora in attesa delle consumazioni che abbiamo ordinato quasi mezzora fa. Fa caldo, qui dentro. Troppo caldo, troppo velluto, troppe poltroncine rosse, troppo alcol e troppa gente sudaticcia, quasi tutti in giacca e cravatta. Le donne, almeno loro, possono stare poco vestite. Tania, in particolare, deve sentire un caldo della madonna, visto come sta finendo di tormentare il reggiseno di finto pizzo e come lo fa agitare in mezzo alle gambe. Che ci fa un reggiseno in mezzo alle gambe? Che domande, e allora, le calze della spogliarellista sulla testa di quello pelato, che ci stanno a fare? Non oso pensare dove finiranno gli slip tra qualche istante, se Tania, dopo essersele tolte, le tira in mezzo al pubblico, sono sicuro che qualche deficiente che salta per afferrarle spunta certamente fuori. Per fortuna nei locali di classe, almeno le mutande le spogliarelliste non se li tolgono. “Ma dove mi hai portato?” chiedo seccato al mio amico ispettore. Ma Cirillo non mi ascolta neppure. E’ scattato come una molla per contendersi col ragioniere della Cassa di Risparmio le mutandine della giovane ucraina in volo. Sfortunatamente questo non è un locale di classe. Il mio volto è ormai una maschera di rassegnato disgusto.
Finisco di bere l’indefinibile liquore che una cameriera con la cellulite mi ha portato e cerco di uscire da quel locale sciagurato quando vengo raggiunto da un tizio che, da qualche minuto, sembra più interessato a me che alla spogliarellista. Decisamente non fremevo dalla voglia di fare amicizia. “E’ lei Walter Ego?” Faccio segno di si col capo, pronto ad aggiungere di non avere però una lira, “E’ lei Walter Ego, il famoso investigatore?”. Il giovane in fondo non è antipatico. “Si, sono io, come posso esserle utile?” “Ho bisogno di lei…” Probabilmente, il solito cornuto che vuole che gli segua la moglie, penso tra di me, e cerco tra le tasche un biglietto da visita. “Mi vogliono uccidere, signor Ego…mi uccideranno….” Uccidere? Chi? Perché? “Domani, domani vediamoci da Rosati a Piazza del Popolo, conosce il posto?”

“Ti ha chiesto se conosci Piazza del Popolo? Ma da dove viene, da Rocca Sinibalda?” Monica, la mia socia, ride di gusto. Non credo che ci sia molto da ridere, in fondo stava parlando di un omicidio, anche se non ho capito a chi si riferisse. “Ma quale omicidio, Walter, hai solo incrociato un ubriaco troppo eccitato. Secondo me, domani, da Rosati non troverai proprio nessuno. Invece di perdere tempo in queste stupidaggini, perché non vai a spennare qualcuno dei clienti che ti ho segnalato? Non posso essere sempre io a portare i soldi a casa!” E ride. Ride sempre, questa maledetta ragazza. E’ brava ma non ha fantasia, non ha gusto del mistero, non ha amore per questo mestiere sciagurato. Domani, a Piazza del Popolo, io ci sarò.


"Walter Ego fallisce ancora", come tutti i racconti di Walter Ego, è opera letteraria di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone realmente accaduti, è del tutto casuale.