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Tomás de Torquemada
09-04-02, 02:43
POLTERGEIST

Sin dall'epoca dell'Impero Romano, uomini hanno descritto casi di infestazione. Secoli di enigmi e di punti irrisolti. Uno degli enigmi più studiati nel mondo è il fenomeno del Poltergeist, qualcosa di spaventoso. Vediamolo insieme.

I casi di poltergeist si distinguono dai comuni casi di fantasmi per la presenza di determinati fattori:

strani rumori: battiti, pichiettii, fruscii;
spostamenti, osservati o no, di oggetti in casa;
sparizione di oggetti, che riappaiono settimane o mesi dopo;
improvvisa apparizione di "apporti", cioè piccoli oggetti come pietre, monete e qualche volta cibo;
spontanee apparizioni di scritte o disegni su muri, mobili o carta;
disruzione di oggetti;
allineamento di oggetti in casa;
sensazione di essere stati spinti da una forza invisibili.
Con il termine Poltergeist (termine tedesco che vuol dire spirito chiasoso, rumoroso) indichiamo tutti quei fenomeni incentrati in particolare nei movimenti di oggetti, rumori, fuochi, voci umane più una grande quantità di modifiche nell'ambiente circostante. Questa fenomenologia paranormale viene altresì indicata con la sigla RSPK e cioè Psicocinesi Spontanea Ricorrente.
Sarebbe superficiale cercare di catalogare ciò che un poltergeist è in grado di fare.
Il C.R.I.P. su questo argomento cercherà di essere chiaro, semplice e breve.

Il poltergeist, come fenomeno paranormale, è stato a lungo confuso con le infestazioni di luoghi. L'infestazione era sempre dovuta alla manifestazione del fantasma di un defunto che cercava di raggiungere uno scopo preciso (sepoltura non avuta...) mentre è provato da una moltitudine impressionante di casi anche a livello mondiale, che il poltergeist è un fenomeno provocato dalla mente umana (come del resto tanti fenomeni paranormali) e che quindi rientra nella casistica dei fenomeni psicocinetici (PK).
Come in altre pagine affermato, le prime notizie di infestazione o di poltergeist, sono rintracciabili già a partire dall'era antica, con il famoso episodio narrato da Plinio il Giovane (61 - 114 d.C.), che nel suo famoso Epistolario, composto da 10 libri (libro VII - lettera XXVII), narra di una abitazione in cui accadevano cose strane (rumori di catene e sviluppi di luci).
Sempre da studi fatti, si può affermare che il fenomeno dei poltergeist si manifesta per gradi:
Nel primo grado, può cominciare tutto con semplici rumori improvvisi come colpi secchi o raps (mobili che si spostano o vasi che si rompono) senza che in realtà nulla sia accaduto. In seguito quelli che in precedenza erano solo rumori, si trasformeranno in effettivi spostamenti di oggetti sia piccoli che grandi, sia leggeri che molto pesanti. Inizieranno a volare oggetti sfidando tutte le leggi fisiche, compiendo pazzesche evoluzioni in aria, come cambi di direzione a 90°. E' comunque meno rara la casistica di manifestazioni più pericolose, come combustione all'interno di un appartamento, pioggia di pietre, apporti.
E siamo ancora al primo grado.

Nel grado secondo sembra come se tra una o più personi presenti all'accaduto e la forza che muove gli oggetti, si crei una specie di gara. Gli oggetti inizieranno a volare e poi si riposeranno subito dove erano partiti, come se le persone presenti metessero in difficoltà la forza; altre volte, colpi secchi ( raps nella terminologia della materia in questione ), si manifestano solo dopo un comando preciso.

Il terzo grado è forse quello che più viene confuso con il fenomeno dell'infestazione. Rumori di passi, catene, voci umane, urla, porte che si aprono dove si sentono passi, ecc.

Tra gli studiosi della materia si è raggiunta una sorta di concordanza nel ritenere certe delle conclusioni:
il fenomeno dei poltergeist si manifesta nella maggior parte dei casi tramite un soggetto riconducibile a quell'ambiente (abitante o un soggetto che magari ci lavora). L'identikit di un soggetto "portatore involontario" di un poltergeist è nell'età adolescenziale (nelle donne si verifica con la comparsa delle prime mestruazioni), hanno problemi sociali sia familiari che non, sono aggressivi, a volte soffrono di epilessia. Queste situazioni tese, in un adolescente, possono provocare il fenomeno poltergeist in quanto i soggetti non riuscirebbero a sfogare queste tensioni interne irrefrenabili. L'agente diventa il fulcro delle manifestazioni che vanno scemando in maniera concentrica quanto più ci si allontana dal soggetto.


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Immagine tratta dal sito http://www.prairieghosts.com/

Si può così affermare che il fenomeno dei poltergeist è quasi certamente causato dalla mente umana durante un periodo preciso della vita di tutti noi. E' comunque vero che non tutte le persone di questo mondo, durante l'adoloscenza, possono provocare poltergeist. E' così sfatato anche la teoria che porta il poltergeist ad essere una manifestazione di un defunto. Si tratta "semplicemente" di un fenomeno di psicocinesi involontaria che va a scomparire con l'avanzare dell'età o con il superamento di problemi legati alla sessualità del soggetto.

C'è da dire comunque che si sono verificati casi di "agenti poltergeist" in età adulta che avevano problemi psicologici comunque legati all'infanzia ed alla pubertà.

Concludendo, nessun fenomeno poltergeist è stato mai documentato nè tramite foto nè tramite filmati. Ogni volta che una telecamera veniva posta all'interno di un ambiente, nessun fenomeno si verificava.
Restano tanti e tanti interrogativi, come del resto è "normale" quando si parla di paranormale.

Questo è uno dei casi, se non Il caso, più importante di RSPK. Forse perchè è stato uno dei più osservati e studiati.
Rosenheim è una piccola città sulle rive dell'Inn, regione nel sud-est della Germania.
Questa cittadina che allora contava circa 30.000 abitanti, saltò alla ribalta per mezzo di una certa Annemarie S., giovane diciannovenne operaia.
Annemarie lavorava nello studio dell'avvocato Adams; siamo nel novembre del 1967.
Il primo episodio coinvolse una lampada al neon. All'improvviso si spense. Fu chiamato un elettricista il quale non fece altro che ruotare la lampada nella posizione iniziale. La lampada era funzionante ma "era stata" ruotata di 90°. Nessuno pensò a chissà cosa. La vita continuò come sempre.

Nei giorni seguenti uno schedario molto pesante, fu ritrovato non dove era stato lasciato. I fusibili si bruciavano in continuazione, comincio il fenomeno chiamato raps e vari strumenti da lavoro, coma una fotocopiatrice, cominciarono a rompersi.
In una non ben definita seconda fase, furono coinvolti i telefoni, che a volte suonavano ininterrottamente senza che nessuno attendesse dall'altro capo del filo. Successivamente le bollette telefoniche che arrivavano allo studio, mostravano delle cifre incredibili che non corrispondevano al consumo reale che se ne faceva.

Finalmente furono chiamati dei tecnici che in primo luogo sospettarono delle tubature, secondo loro causa dei raps sulle pareti.
Gli elettricisti notarono un aumento enorme della tensione elettrica ed anche con il rifacimento completo dell'impianto alimentato in maniera autonoma da un generatore, non cambiò nulla.
L'agenzia dell'energia elettrica, contattata da Adams, installò diversi contatori in varie parti dello studio per monitorare il consumo. I tracciati elettrici segnarono dei picchi irregolari della tensione.
In un episodio in particolare, la corrente segnò circa 50 A ma ifusibili non ebbero danni. Inspiegabile.
L'1 dicembre del 1967, arrivò allo studio dell'avvocato Adams, l'eminete professor Hans Bender, dell'istituto di psicologia dell'università di Friburgo. Bender arrivò con due collaboratori di diversa università. La polizia aprì un'inchiesta su probabili sabotaggi. La confusione la faceva da padrone.
Gli strumenti altamente tecnologici usati nei rilevamenti, andarano in crisi. I tlefoni continuarono a chiamare sempre lo stesso numero 0119 - il centro informazioni meteorologiche.
Siamo arrivati al 1968. I fenomeni continuavano imperterriti. Annemarie iniziò a soffrire di isteria, otite, malesseri. La giovane lasciò il lavoro... tutti i fenomeni cessarono come se niente mai fosse successo.

Le Conclusioni Finali:
Dopo attenti e numerosi esami tecnici, effettuati da personale specializzato:
non fu osservata alcuna alterazione magnetica, elettrostatica, u-soniche ed infrasoniche. Nessuna frode fu scoperta.

Dal sito http://www.paranormale.com/

Tomás de Torquemada
21-05-02, 20:51
POLTERGEIST - SPIRITO BURLONE

Compaiono all'improvviso, procurano scompiglio, fanno rumore e talvolta parlano con voci in genere menzognere. Rompono oggetti, spostano mobili, lancaino pietre. Hanno seguito l'uomo per tutta la sua esistenza.

Uno dei primi casi dei quali ci sia pervenuto un resoconto scritto risale a circa mille anni fa e riguarda eventi avvenuti in una fattoria sul Reno, presso Bingen. Mani invisibili gettavano pietre, le mura tremavano, si accendevano fuochi misteriosi, mentre una voce tonante, uscita dal buio, accusava il fattore di aver violentato la figlia di uno dei suoi contadini. Ovunque l'uomo si recasse lo "spirito fastidioso" (=Poltergeist), lo seguiva. Finì evitato da tutti. La cronaca medievale che racconta questi eventi li fa risalire al nono secolo. E' caratteristica dei Poltergeist quella di "attaccarsi" ad una singola persona. Nel 1925 a Copenaghen, il famoso "cacciatore di spettri" inglese Harry Price incontrò un giovanotto chiamato Iltyd Nicholl. Questi gli raccontò che da anni era vittima di ripetuti "bombardamenti aerei" mediante oggetti diversi che si materializzavano all'improvviso dal nulla e lo colpivano. Proprio mentre parlav, Nicholl venne colpito a un piede da uno spillo da balia; Price lo raccolse da terra e lo trovò caldo. Il giovane gli raccontò anche che una volta, mentre si trovava su un autobus, improvvisamente si trovò a stringere un grosso bollitore pieno di caffè fumante, ed un'altra volta gli si materializzò in grembo una cappelliera con dentro un cappellino femminile.


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Dal sito http://www.prairieghosts.com/

Nel 1926 andò a Vienna richiamato dalla vicenda di Eleonore Zugun, una contadinella rumena di 13 anni. Sul suo volto, le mani ed il corpo apparivano segni di morsi, graffi e ferite che a suo dire le venivano inflitti da uno spirito malvagio invisibile. La sua famiglia, terrorizzata, dapprima la mandò in un monastero; poi, quando i fenomeni si riseppero, la portò a Vienna. ospite di un gruppo di studiosi. In Austria la persecuzione continuò. Nell'appartamento di Eleonore si udivano misteriosi raspamenti dietro i muri e si verificavano incomprensibili spostamenti di oggetti. Sotto gli ochhi di Price, un tagliacarte d'acciaio lungo una ventina di cm attraversò la stanza andando a piantarsi al centro di una porta. Due minuti dopo Eleonore lanciò un urlo e Price vide il segno di un morso sul suo braccio.

La rottura di piatti, tazze e bicchieri è comune nei casi di poltergeist. Altro fenomeno pressoché costante è la caduta di pietre. Un caso tipico avvenuto a Tucson, in Arizona, nel 1983, è stato studiato da D Scott Rogo. La famiglia vittima dei fenomeni era composta da padre, madre e tre figli dai 15 ai 20 anni. Da dieci settimane cadevano intorno alla loro casa pietre di ogni dimensione; i lanci cominciavano nel pomeriggio inoltrato e continuavano per due o tre ore. Alcune delle pietre cadevano sul tetto, ma la maggior parte colpiva la facciata della casa o le macchine parcheggiate davanti. La famiglia era convinta che a gettare i sassi fosse un teppista nascosto all'intorno, ma per quanto gli avessero dato la caccia, non erano mai riusciti a coglierlo sul fatto. Una pattuglia di poliziotti, chiamata ad investigare, ugualmente non trovò nulla, ma ebbe la macchina ammaccata dalle sassate.I membri della famiglia, quando lanciavano un grido di sfida al teppista presunto, venivano subito ripagati da una vera granugnola di pietre. Una volta una troupe televisiva locale venne a fare delle riprese, e fu accolta da una pioggia di sassi, particolarmente concentrata sulla macchina dello sceriffo che aveva accompagnato i cameramen.

Il fenomeno cessò all'improvviso, così come era cominciato. L'unico dato che gli investigatori riuscirono a cogliere, fu che il lancio dei sassi verso la casa avveniva in particolare quando tutta la famiglia era all'interno, e non c'era quasi alcuna attività quando la casa era vuota.

Dal sito http://www.acam.it/ - Tratto da "I Misteri"

Tomás de Torquemada
16-08-02, 07:47
POLTERGEIST, TELECINESI ED IL MISTERIOSO CASO DI ROSENHEIM
di Antonio Bruno per Edicolaweb

Il povero signor Arturo Riva giurava di non essere pazzo! Ma come si poteva credergli? Ciò che raccontava era, quanto meno, inverosimile.

Le motociclette erano da sempre state la sua passione e, negli anni '50, riuscì a concretizzare il suo sogno divenendo titolare di un'officina meccanica per la riparazione di moto. Avrebbe potuto immaginare di tutto, sul futuro del suo lavoro, meno quello che accadde veramente nel 1954. Fatto sta che, in quell'officina di Maiano (UD), le moto... partivano da sole nel cortile dell'officina! E non solo... All'improvviso, si trovavano ruote appese ai muri, si assisteva alla caduta dei pneumatici i cui ganci, inspiegabilmente, cedevano, i recipienti di lubrificanti si rovesciavano... e tutto senza che mano umana li toccasse.
Fortunatamente per il signor Riva, si ebbero delle testimonianze a favore; altri testimoni asserirono quanto riferito dal principale: nell'officina accadevano fatti sconvolgenti. La cosa durò parecchio. Poi, affranto, il povero sig. Riva decise di trasferirsi in locali meno "turbolenti" e lasciò libera la vecchia officina.
Il nuovo inquilino era un rivenditore di patate che vi si trasferì con tutti i suoi tuberi. Il "pieno" di patate, effettuato pochi giorni dopo l'insediamento del commerciante, ebbe ben presto un grottesco epilogo: la tela che ricopriva i tuberi si strappò senza intervento visibile e le patate iniziarono ad essere "sparate" in ogni direzione. Tutti poterono osservare, terrorizzati, quello strano fenomeno. In particolare, si notò che le patate si dirigevano preferibilmente verso il tetto. Era un tipico caso di Poltergeist.

Trasferiamoci in un supermercato inglese, a Long Witthenham. Siamo nel 1962.
Alcuni testimoni, spaventatissimi, asserirono che, improvvisamente, i barattoli di marmellata iniziarono a volare per il supermercato. Fu un dicembre memorabile. Dopo la marmellata, iniziarono a volare sulla testa dei clienti scatole di biscotti, cioccolatini e caramelle. Le commesse erano terrorizzate ma anche i colleghi ed i superiori non se la passavano meglio.
La cosa più curiosa di questo caso di poltergeist fu la preferenza degli "spiriti" per i vasetti di bicarbonato, i quali più di ogni altro fenomeno, attraversavano, volando a gran velocità, tutto il negozio per scagliarsi fuori da una finestra. I vasetti partivano tutti dallo stesso scaffale ed uscivano dalla stessa finestra...

Febbraio 1958, Seaford, Long Island. Questo caso venne studiato con particolare attenzione dai parapsicologi W.G. Roll e J.G. Pratt, oltre che un ingegnere elettronico, un architetto ed un poliziotto.
Jimmy, figlio dodicenne di James M. Hermann, pareva al centro di misteriosi fatti parafisici ben registrati e catalogati dagli esperti della polizia della contea di Nassau. Nella casa degli Hermann, non si contavano più, ormai, i rumori misteriosi, colpi, oggetti che levitavano a grande altezza e svariati danni ad altri oggetti. Si segnalarono, in particolare, le "evoluzioni" di un giradischi, un mappamondo, dei libri ed alcune bottiglie.
La polizia stessa, non riportò un buon ricordo di quei sopralluoghi: un'intera libreria, infatti, si rovesciò addosso ad un ispettore mentre, un'altra volta, una zuccheriera esplose nelle mani di un agente. Alcune bottiglie di vino erano stappate da mani invisibili, altre esplodevano. C'è da dire, stranamente, che i due parapsicologi Roll e Pratt, non se la sentirono di qualificare quei fenomeni come "puro" poltergeist. Resta da appurare se l'"impurità" degli eventi di Seaford fosse da attribuirsi, secondo i due studiosi, a cause "umanamente razionali" o ad una più spiccata caratteristica "extraumana".

Uno dei casi di telecinesi spontanea più interessanti, viene riportato da J.Luis de la Pena nel libro "Poltergeist". Siamo a Rosenheim, in Germania, nel 1967:

"Il luogo in questione era un modesto ufficio che il signor Adams, avvocato, aveva in paese. L'aspetto che caratterizza il caso di Rosenheim rispetto alle altre infestazioni è che probabilmente si tratta del processo studiato con maggior attenzione nella storia di questo tipo di fenomeni paranormali.
Se analisi future non invalideranno le tesi e le argometazioni degli investigatori che intervennero sul posto, ci sarebbe materia sufficiente per mettere in imbarazzo gli scienziati, che cercano di gettare discredito sulla telecinesi.
Rosenheim è una piccola città sulle rive dell'Inn, nel sud-est dell' ex repubblica federale tedesca. All'epoca dei fatti che stiamo raccontando in questa sede, contava circa 35.000 abitanti e divenne famosa grazie ad Annemarie S., una giovane di appena diciannove anni, operaia. Prestava i suoi servizi anche come impiegata nello studio dell'avvocato. Una sua compagna, Gustel H., di diciassette anni, la aiutava in ufficio. Alla fine di novembre del 1967, uno dei tubi al neon situati nello stesso ufficio del signor Adams si spense bruscamente. Chiamarono l'elettricista, che trovò la lampadina ancora funzionante, semplicemente aveva compiuto una rotazione di 90° rispetto alla posizione iniziale.
Nessuno avrebbe pensato a qualcosa di anomalo, se nei giorni seguenti non si fossero verificati fenomeni incomprensibili di vario genere. Uno schedario molto pesante apparve lontano dal luogo ove abitualmente era situato. I fusibili automatici della rete elettrica saltarono improvvisamente nonostante non ci fosse sovraccarico di corrente. Si sentirono colpi e strani scoppi in diversi punti dell'ufficio; una macchina fotocopiatrice cominciò a perdere il toner...
Successivamente, i problemi parvero incentrarsi sugli apparati telefonici. A volte suonavano ininterrottamente senza che nessuno stesse chiamando. A volte, i quattro telefoni, di marca Siemens, trillavano contemporaneamente e, fatto spiacevolissimo, cominciarono ad arrivare bollette con cifre incredibili, decisamente sproporzionate rispetto all'uso che se ne faceva abitualmente.
Si ricorse così ad alcuni esperti di idraulica, perché si riteneva che potessero essere le tubature dell'acquedotto a causare le forti vibrazioni e altri rumori che si diffondevano nei locali. I tecnici verificarono che le installazioni si trovavano in condizioni eccellenti. E poiché, d'altra parte, le lampadine continuavano a non funzionare e un elettricista aveva rilevato incomprensibili aumenti nella tensione elettrica, si procedette a sostituire l'intero impianto installando un generatore autonomo. Nonostante ciò, le anomalie continuarono e il proprietario decise alla fine, disperato, di chiedere aiuto all'azienda incaricata dell'erogazione dell'energia elettrica.
Accorsero un ingegnere e vari tecnici che effettuarono un esame completo della rete locale. Non trovarono dispersioni né prese spurie, ma decisero di collocare molti contatori per il monitoraggio dei parametri mediante poligrafo. Si poté così seguire con efficacia il fenomeno. Il tracciato grafico di voltaggio, che dovrebbe essere una linea continua leggermente irregolare, segnò in diversi punti impressionanti punte di sovraccarico (da 230 a 250 V).
Un lunedì, alle ore 7.30, cadde bruscamente una lampadina, che si infranse al suolo. In quel momento il poligrafo segnò un sovraccarico di 50 A. Tuttavia, i fusibili non saltarono.


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Immagine tratta dal sito http://www.prairieghosts.com/

Poiché le lampadine continuavano a svitarsi da sole e cadere, furono protette da una reticella metallica perché i vetri non ferissero il personale dell'ufficio.
L' 1 dicembre 1967 intervenne il professor Bender, dell'istituto di Friburgo e dopo un esame sommario degli eventi ricorse a sua volta a due specialisti: il dottor F. Karger, dell'Istituto Max Planck (Scienze fisiche) e un secondo fisico, G. Zicha, di Monaco. Anche la polizia intervenne, istruendo un'indagine per verificare la presenza di eventuali sabotaggi. Interrogò gli impiegati e giunse alla conclusione che la presunzione di reato fosse completamente inattendibile. La confusione di investigatori, avvocati, impiegati e polizia giunse al parossismo.
Si utilizzò una serie completa di strumenti: un oscillografo Tektronic Mod. 1A4 per la registrazione delle funzioni, un magnetometro per misurare i livelli di suono, elettrometri, trasduttori per gli ultrasuoni a frequenze ultrasoniche. Ma non ci fu modo di verificare se quelle manifestazioni obbedissero a cause naturali o fraudolente. In alcuni casi, il poligrafo tracciava una curva simile a un 8, oppure graffiava la carta. Ambedue gli effetti sono inspiegabili.
Quando per controllare le anomalie telefoniche si collegò la rete dell'ufficio ad uno speciale apparato, il contatore della centrale continuò a registrare chiamate inesistenti. Inoltre si verificò che, spesso, il ricettore del signor Adams agiva come se venisse composto sempre uno stesso numero, lo 0119, che secondo la guida locale corrispondeva a quello delle informazioni meteorologiche.
Fino agli inizi del 1968 continuarono questi fenomeni fisici ed elettrici.
Un fisico, il signor Buchel, presente in ufficio, notò con spavento che le cartellette sul tavolo cadevano da sole e che il cassetto di uno schedario si apriva senza che nessuno lo toccasse. Annemarie, in quella situazione, cominciò ad avvertire disturbi articolari, otiti e sintomi isterici.
Pochi giorni dopo, quando la giovane abbandonò definitivamente il lavoro e cambiò impiego, tutti i fenomeni cessarono di colpo.
Oggi non si sa nulla di quella giovane. Sembra che si sia fidanzata con un giovane ingegnere e che in seguito si sia sposata ma intorno a lei non furono più registrati fatti strani.
Nel frattempo, il caso dell'ufficio ebbe nuove implicazioni. Un illusionista cercò di coprire di ridicolo il poltergeist scrivendo in un articolo, pubblicato nel suo libro "Folletti impostori" (Sì, è la tipica fantasia cicappina!...n.d.r.), che si trattò di veri e propri inganni e che i fenomeni di Rosenheim altro non erano che artifici organizzati dagli impiegati dell'ufficio.
Allan, l'illusionista, si basava - secondo quanto afferma Hans Bender - sul fatto che, dopo una ispezione nell'ufficio, aveva notato un filo di nylon che pendeva dal tetto. Ne dedusse che alcuni effetti avrebbero potuto essere realizzati mediante intervento meccanico. Bender, tuttavia, assicurò indignato che il filo fu collocato per controllare le oscillazioni del tetto. (Il nostro "Randi tedesco", evidentemente, preferiva fingere di non considerare che un filo di nylon, per quanto abilmente manovrato, non può svitare delle lampadine. Ma si sa che certo scetticume a-scientifico, quando non riesce a trovare le prove razionali di un presunto inganno, ricorre agli illusionisti più scaltri, quelli che, quasi fosse un altro gioco di illusionismo, sono capaci di inventarsele su due piedi, le "prove"... n.d.r.).
I magistrati ordinarono di togliere dal libro di Allan l'accusa riportata in uno dei capitoli. Più tardi, tuttavia, il provvedimento venne revocato, ma si obbligò Allan ad aggiungere una nota in cui gli autori dichiaravano di non dubitare dell'onorabilità e della rettitudine del signor Adams e del suo studio. Continuarono, tuttavia, anche a distanza di tempo, a contrapporsi feroci critiche e nuovi apporti a sostegno dell'autenticità di quei singolari fatti parafisici.
Per noi Rosenheim è il più importante e decisivo caso di telecinesi spontanea ripetuta. Il dossier dei periti concluse che:

- non fu osservata alcuna interazione magnetica;
- non si trovò nessun campo elettrostatico intenso, che avrebbe potuto indurre alcuni fenomeni;
- le variazioni di tensione non obbedivano ad alterazioni di voltaggio della centrale;
- non si registrarono fonti ultrasoniche né infrasoniche;
- non si scoprì alcuna frode;
- i fenomeni sfidavano qualunque spiegazione che fosse compatibile con le leggi conosciute della fisica teorica e sembravano essere il risultato di forze aperiodiche e di breve durata;
- i fenomeni dinamici su masse fisiche sembravano provocati e controllati da forze intelligenti."

Fin qui l'articolo del citato J.L. Jordan Pena.
A me non resta che rilevare alcuni dati che ritengo basilari in queste casistiche. Al di là del risibile intervento dell'illusionista, anche nel caso di Rosehneim si è evidenziato un elemento ricorrente nei fenomeni di poltergeist o di poltergeist con implicazioni telecinetiche: la presenza di individui in età puberale o adolescenziale. È evidente che qualche ragione di carattere psicodinamico innesca, occasionalmente, una serie di fenomeni ingestibili dai diretti responsabili. Le ipotesi, al proposito possono essere e sono tante. Ma il fattore della presenza di giovanissimi o giovani in tali fenomenologie è innegabile. Se, poi, si vogliono supporre "volitività" estranee ai diretti responsabili "fisici" degli eventi, volontà che ne sfrutterebbero le capacità proprio come avviene nella medianità, è argomento di discussione e di illazioni svariate. Nel nostro concetto di essere umano, noi siamo essenzialmente dei "tramiti" in connessione con tutta una serie di forze visibili ed invisibili che esistono, benché non ancora ben comprese, nel nostro universo. Si è parlato di "fluidi", di "energie" possedute dai ragazzi, messi in moto da ignoti psichismi. Io azzardo un'ipotesi successiva, pur senza spingermi troppo nell'inverosimile: suppongo, cioè, che questi eventi "non accadano a caso", che la particolare situazione psicologica dei giovani coinvolti, conscia o inconscia che sia, possa essere solo "uno dei passaggi". Almeno in certi casi. Certo, potrebbe trattarsi "semplicemente" dell'esplosione di tensioni psichiche in atto, della manifestazioni di incontenibili conflitti dell'io.
In effetti, è difficile supporre una causa logica e matura a delle lampadine che si svitano da sole o a dei barattoli di marmellata che volano in un supermercato. Ma, ripeto, forse si tratta di "passaggi", di stati in divenire di determinati ordini di eventi. Se, ad esempio, consideriamo il caso di Rosenheim, cosa mi impedisce di ipotizzare una preesistenza, in quell'edificio, di qualche psichismo "latente", disincarnato, direi "incastrato" fra il nostro mondo ed un'altra, imprecisabile dimensione…? E se l'arrivo nell'edificio di uno o più soggetti particolarmente "dotati", vuoi per la particolare età vuoi per la specifica situazione psicologica, costituisse un appiglio automatico per questi preesistenti psichismi vaganti? In parole più terra terra: e se gli spiriti inquieti usassero, per manifestarsi, i misteriosi meccanismi parapsicologici di cui paiono essere la causa, nel poltergeist, particolari individui?
Come ho detto, non possiamo adattare questa mia ipotesi a tutta la casistica: prudenza dovrebbe insegnare a tutti l'estrema ascientificità delle generalizzazioni. Però, proprio per lo stesso ragionamento, non possiamo escluderla a priori, visto che mi risulta esistere anche una certa casistica a sostegno, come quando si è appurata la ripetizione degli stessi fenomeni con due soggetti "dotati" giunti in tempi diversi e successivi su un determinato luogo. E perché, poi, questi soggetti, provocherebbero i fenomeni in oggetto solo in "quei" luoghi? Credo che anche la mia ipotesi, a volte, possa essere plausibile. Fino a prova contraria.

Dal sito http://www.edicolaweb.net/

vescovosilvano
16-08-02, 23:43
Leggo con interesse le lettere precedenti.
Non è dubbio che vi siano dei casi dove fenomini "paranormali" possono essere causati da capacità sconosciute della mente umana. Ma non si deve dimenticare che molti fenomeni sono di origine demoniaca.
Non ho grande esperienza personale in merito ma posso riferire un episodio di cui sono stato partecipe.
Una persona deve acquistare una vecchia villa di campagna. Viene avvertito da gente del paese di non comprarla. Ringrazia del consiglio, pensa alla presenza di ipoteche o altre traschizioni pregiudizievoli, fa fare i dovuti accertamenti e dopo non aver nulla riscontrato torna da chi glielo aveva detto. Viene a sapere di aver frainteso e che si trattava invece di una specie di maledizione causata dal fatto che una signora, dai costumi pittosto liberi, vedova di un dipendente che aveva ereditato la villa da una nobildonna per la sua fedeltà, indebitatasi per la vita che conduceva si vede pignorare la casa dai creditori (forse usurai). In compagnia di maghi compiono riti strani con uso di erbe maleodoranti bruciate per maledire tutti coloro che avrebbero abitato quella casa. Tre acquirenti successivi lasciano la casa quasi subito, abbastanza sconvolti. Il nuovo proprietario constata che la casa è teatro di strani fenomeni. Potre e finestre che si aprono o si chiudono senza presenze umane, rumori che paiono il pulsare di un cuore etc. Invitato mi recoi sul posto e consttato anch'io questi strani fenomeni. Addirittura chido personalmente a chiave diverse porte che dopo poco si ritrovano aperte senza che nessuno avesse potuto avervi accesso. Allora mi decido a tornare la sera successiva. Celebro il rito della Santificazione dell'acqua, recito l'esorcismo per una casa contaminata e giro la casa aspergendola con acqua santa. Giunto sotto un arco a metà di un corridoio sento un forme rumore e ci accorgiamo che il marmo di un gradino sottostante l'arco si era letteralmente spaccato al centro dove io avevo asperso l'acqua santificata. Il proprietario, un po' imbarazzato, mi confessa che un chiaroveggente che aveva chiamato aveva individuato, proprio in quel preciso punto "presenze inquietanti". Ripeto la preghiera di esorgismo, aspergo di nuovo la casa con acqua santificata ed incenso tutta la dimora. Da quel giorno nessun fenomeno inquietante si è più verificato. Sono passati circa 10 anni.
Io non sono nè credulone nè facile a suggestioni emotive. E non credo che le forze della mente si lascino suggestionare dagli esorcismi.
Che ne pensate? Per me è abbastanza chiaro alla luce della dottrina cristiana ortodossa.

Skepto
17-08-02, 21:26
Decisamente interessante, Silvano.

Quest è il primo caso che sent di un esorcismo compiuto da un esponente di una fede non cattolica; è evidente che Dio (o chi per esso) non si cura delle minime dispute fra gli uomini per come adorarlo.
A questo punto mi piacerebbe sapere se sono documentati esorcismi di fedi non cristiane...

Tomás de Torquemada
18-08-02, 06:52
Originally posted by silvano
Leggo con interesse le lettere precedenti.
Non è dubbio che vi siano dei casi dove fenomini "paranormali" possono essere causati da capacità sconosciute della mente umana. Ma non si deve dimenticare che molti fenomeni sono di origine demoniaca.
Non ho grande esperienza personale in merito ma posso riferire un episodio di cui sono stato partecipe.
Una persona deve acquistare una vecchia villa di campagna. Viene avvertito da gente del paese di non comprarla. Ringrazia del consiglio, pensa alla presenza di ipoteche o altre traschizioni pregiudizievoli, fa fare i dovuti accertamenti e dopo non aver nulla riscontrato torna da chi glielo aveva detto. Viene a sapere di aver frainteso e che si trattava invece di una specie di maledizione causata dal fatto che una signora, dai costumi pittosto liberi, vedova di un dipendente che aveva ereditato la villa da una nobildonna per la sua fedeltà, indebitatasi per la vita che conduceva si vede pignorare la casa dai creditori (forse usurai). In compagnia di maghi compiono riti strani con uso di erbe maleodoranti bruciate per maledire tutti coloro che avrebbero abitato quella casa. Tre acquirenti successivi lasciano la casa quasi subito, abbastanza sconvolti. Il nuovo proprietario constata che la casa è teatro di strani fenomeni. Potre e finestre che si aprono o si chiudono senza presenze umane, rumori che paiono il pulsare di un cuore etc. Invitato mi recoi sul posto e consttato anch'io questi strani fenomeni. Addirittura chido personalmente a chiave diverse porte che dopo poco si ritrovano aperte senza che nessuno avesse potuto avervi accesso. Allora mi decido a tornare la sera successiva. Celebro il rito della Santificazione dell'acqua, recito l'esorcismo per una casa contaminata e giro la casa aspergendola con acqua santa. Giunto sotto un arco a metà di un corridoio sento un forme rumore e ci accorgiamo che il marmo di un gradino sottostante l'arco si era letteralmente spaccato al centro dove io avevo asperso l'acqua santificata. Il proprietario, un po' imbarazzato, mi confessa che un chiaroveggente che aveva chiamato aveva individuato, proprio in quel preciso punto "presenze inquietanti". Ripeto la preghiera di esorgismo, aspergo di nuovo la casa con acqua santificata ed incenso tutta la dimora. Da quel giorno nessun fenomeno inquietante si è più verificato. Sono passati circa 10 anni.
Io non sono nè credulone nè facile a suggestioni emotive. E non credo che le forze della mente si lascino suggestionare dagli esorcismi.
Che ne pensate? Per me è abbastanza chiaro alla luce della dottrina cristiana ortodossa.

Grazie per la testimonianza, carissimo Silvano, tanto più preziosa poiché - giungendo dalla tua autorevole persona - non lascerà in alcuno il minimo dubbio circa la fondatezza di ciò che hai descritto.

Nel merito, hai perfettamente ragione... Ritengo anch'io che siffatti fenomeni siano, spesso, cagionati dall'intervento di entità negative.

Silvia
19-08-02, 13:30
Poltergeist
di Alfredo Lissoni

Oggetti che volano. Presenze invisibili. Strani fenomeni legati a luoghi e oggetti. I primi casi documentati. Le indagini di William Roll. Lo strano caso di Julio Vasquez. I poltergeist e gli adolescenti. Una forma di comunicazione inconscia?

William Roll, noto ricercatore psichico americano così narra un’incredibile esperienza capitatagli nel corso di un’indagine a Olive Hill, nel Kentucky. Cinque minuti dopo la mezzanotte di Lunedì 16 dicembre 1968, io camminavo dietro il dodicenne Roger Callihan, mentre egli entrava nella cucina di casa sua. Arrivato all’acquaio, si volse verso di me, e in quel momento la tavola della cucina che era alla sua destra, saltò nell’aria, ruotò di circa 45 gradi e andò a posarsi sulle spalliere delle sedie che le erano attorno, con tutte e quattro le gambe sollevate dal pavimento. Avvenne in un batter d’occhio. Quella sera Roger era andato a letto presto, e io avevo preso una tazza di caffé a quella tavola con i suoi genitori. Era una comune tavola da cucina con un piano di legno ricoperto di plastica e gambe di metallo. Il ragazzo non era stato in cucina dopo di noi. Al momento dell’incidente io guardavo direttamente Roger ed ero sicuro che non aveva spinto la tavola. Non riuscivo a scorgere alcun altro modo con cui lui o altri avrebbero potuto provocare il fatto. Le tazze e i piatti che erano rimasti sulla tavola, precipitarono a terra ...
Questo fatto, uno dei pochi a cui Roll assistette direttamente, appartiene a quell’ampia casistica di fenomeni che gli studiosi di parapsicologia chiamano poltergeist. Poltergeist è una parola, derivata dal folklore tedesco, che significa spirito chiassoso. Rumori apparentemente provenienti dal nulla, colpi nei muri, fruscii, voci sommesse, oggetti che volano attraverso le stanze o che cadono sul pavimento come spinti da una mano invisibile, e ancora mobili che si spostano da soli, luci che si accendono e spengono autonomamente, piccoli incendi, fetori nauseabondi ... questa è in linea di massima la fenomenologia che si riscontra nei casi di poltergeist. A differenza dei luoghi infestati da spettri, in questo caso non si verificano apparizioni. La presunta entità scatenante (se di questo si tratta) non si mostra ai presenti ma rimane invisibile. Spesso il poltergeist si manifesta ricorrentemente in un luogo ben preciso (una stanza, una scalinata, una parte di abitazione) oppure si accanisce su un oggetto o una serie di oggetti particolari (piatti, armadi, letti) ma può capitare che prenda di mira anche una o più persone. Di rado questo fenomeno provoca danni fisici e quando questo avviene si tratta per lo più di morsi, schiaffi, spintoni, quasi sempre di lieve entità (escludendo con questo il pericolo rappresentato dagli oggetti che volano o dai mobili che cadono; in questo caso i danni per la persona possono essere maggiori, ma incidenti di questo genere si verificano molto raramente).

I PRIMI CASI DOCUMENTATI

Il fenomeno del poltergeist era già conosciuto nell’Antichità ma è stato documentato seriamente solo a partire dal XIX° secolo. Il più noto caso di poltergeist ottocentesco è quello che nel 1848 infestò la casa della famiglia Fox ad Hydesville nello stato di New York (il caso Fox, che diede origine al moderno spiritismo, è stato già trattato in un’altra parte di questa stessa opera… e, aggiungo io, anche in un altro thread di questo stesso forum: Spiritismo).
Tra il novembre del 1850 e il febbraio del 1851 si verificarono strani fatti anche nella cittadina di Yerville, in Francia. Qui due ragazzi Gustave e Bunel, rispettivamente di dodici e quattordici anni sembravano essere oggetto di particolari attenzioni da parte di un poltergeist che provocava forti colpi sulla mobilia e che arrivava anche a elargire sonori schiaffoni ai due giovani. Gli strani fatti accadevano nella parrocchia dove Gustave e Bunel erano affidati alle cure di un pastore di nome Thorel, il quale fu accusato a più riprese di essere uno stregone. In realtà Thorel era estraneo a questi fatti paranormali e denunciò per diffamazione (vincendo la causa) coloro che lo accusavano delle singolari molestie subite dai due ragazzi. Durante il processo furono molti i testimoni che raccontarono degli strani avvenimenti della canonica. Un contadino affermò di aver visto alcuni attrezzi del camino muoversi da soli, mentre il parroco della vicina Saussay disse che in occasione di una sua visita nella parrocchia di Yarville, un martello, mosso da una forza invisibile, era volato in aria attraverso una stanza, adagiandosi poi su un tappeto come se una mano lo avesse posato con delicatezza.
Tra il febbraio e il marzo 1883 a Worksop, in Inghilterra fu scomodata anche la polizia per tentare di scoprire la causa dei numerosi danni che la casa della famiglia di Joseph White subiva in continuazione. I fatti paranormali sembravano raggiungere il culmine quando era presente una giovane ragazza debole di mente di nome Eliza Rose che spesso veniva a far visita alla famiglia Tuttavia alcuni fenomeni strani accadevano anche quando Eliza non era sul posto. L’agente di polizia William Higgs assistette ad alcune di queste manifestazioni assieme al medico di famiglia il dott. Lloyd, che vide mentre si trovava con la signora White, un catino alzarsi lentamente, volare attraverso la stanza e cadere poi in pezzi sul pavimento.
Perfino il celebre criminologo italiano Cesare Lombroso ebbe una curiosa esperienza con un poltergeist. Nel novembre del 1900 a Torino indagò sugli strani fatti che accadevano nella cantina di un’osteria. Lombroso fu uno dei primi a tentare di verificare sperimentalmente questi strani eventi. Ecco come nel suo scritto Ricerche sui fenomeni ipnotici e spiritici (1909) descrive il suo tentativo di documentare il fenomeno: Vi era nel centro (della cantina) una rozza tavola sulla quale feci porre sei candele accese... Vidi tre bottiglie vuote, che erano in piedi sul pavimento, rotolare come se fossero state spinte da un piede e rompersi contro la tavola. Per evitare ogni inganno toccai ed esaminai minutamente con una candela tutte le bottiglie piene sugli scaffali e mi assicurai che non vi fossero fili né spaghi che potessero provocare il movimento. Dopo pochi minuti due bottiglie e poi altre quattro e infine altre due del secondo e terzo scaffale caddero sul pavimento senza fare rumore come se fossero state deposte. Dopo la loro discesa - non si potrebbe dire caduta - sei di esse si spezzarono sul pavimento umido ... mentre due rimasero intatte.

(continua...)

Dal sito: http://www.republik.org/

Silvia
21-08-02, 13:45
Poltergeist (seconda parte)
di Alfredo Lissoni


I MODERNI POLTERGEIST

Venendo a casi più recenti, documentati con più rigore e (per quanto possibile) in condizioni di maggior controllo, interessanti sono quelli verificatisi negli anni Sessanta e Settanta, in gran parte indagati dal già citato William Roll. Uno dei più clamorosi, considerato ancora oggi inspiegabile, è il caso verificatosi a Miami nel 1967. Qui nei magazzini della Tropication Arts, una ditta specializzata nella vendita all’ingrosso di souvenirs della Florida, accadevano fatti alquanto curiosi. A un ritmo piuttosto frequente alcuni grossi scatoloni posti sui robusti scaffali nelle varie corsie del magazzino continuavano inspiegabilmente a cadere, mandando in pezzi il loro contenuto (bicchieri decorati, portacenere, statuine, bottiglie ecc ...).
I fatti si verificavano in diverse zone dell’area di stoccaggio. Quando i danni subiti cominciarono a raggiungere il livello di guardia, rischiando di compromettere l’attività della ditta, uno dei due soci il signor Laubheim si decise a chiedere l’intervento della polizia. Sul posto venne mandato l’agente William Killin che dopo aver assistito alla rottura di un bicchiere e al rovesciamento apparentemente inspiegabile di due scatole, decise di interpellare i suoi superiori. Sul posto si recarono oltre agli ufficiali di polizia anche Howard Brooks, prestigiatore di professione e lo stesso William Roll. Ci si accorse quasi subito che i fenomeni accadevano quando era presente un certo Julio Vasquez, un profugo cubano di diciannove anni. Se Julio se ne andava cessavano anche i fenomeni. Il ragazzo fu controllato dagli esperti che esclusero la burla. Julio venne anche sottoposto a una serie di test parapsicologici per verificare eventuali sue capacità psicocinetiche (la psicocinesi, lo ricordiamo, è la presunta facoltà di muovere oggetti con la forza del pensiero). I risultati degli esami furono però deludenti. Se la mente di Julio era la causa scatenante dei fenomeni questi erano da lui provocati inconsciamente. Durante gli studi effettuati da Roll sul caso del poltergeist di Miami, vennero utilizzati per la prima volta anche degli appositi oggetti-bersaglio per poter meglio controllare lo spostamento degli stessi nei punti in cui maggiore era l’attività del fenomeno.
Nel 1978 un altro caso si verificò a Enfield in Inghilterra. Qui il poltergeist rivolgeva le sue attenzioni non solo alla casa ma anche alle persone. In particolare una ragazzina di nome Janet di notte veniva violentemente sbalzata fuori dal suo letto. Nella casa si udiva anche una voce cavernosa e i voli di oggetti erano all’ordine del giorno. Una volta, stando al racconto dei testimoni, una forza invisibile sollevò addirittura una cucina a gas e scaraventò fuori dalla finestra un divano...
Sempre contro le persone sembrava accanirsi anche il poltergeist di Indianapolis nel 1962. Una giovane donna Renate Beck e sua madre la signora Lina Gemmecke vennero a più riprese punte da qualcosa di invisibile. I segni sulle braccia delle due donne erano inequivocabili. Per capirci di più William Roll, che si occupò anche di questo caso, andò a vivere per qualche tempo nella casa delle due donne. Nell’abitazione viveva anche Linda una giovane ragazza figlia della signora Beck che però non era stata presa a sua volta di mira dal misterioso fenomeno. Tutto era cominciato la mattina del 10 marzo mentre la signora Beck e sua madre facevano colazione una tazza che la signora Gemmecke aveva posato sul lavandino volò per più di tre metri attravero la stanza schiantandosi contro un muro. Mezz’ora dopo sempre in cucina una serie di punture o morsicature comparvero sulla pelle delle due donne. La cosa si ripeté poche ore dopo ma questa volta e per tutte le volte successive la vittima fu solo la signora Gemmecke. Nei giorni seguenti mentre era presente anche Roll capitava spesso che la donna lamentasse morsicature al braccio e alle gambe. Tutto questo avveniva in concomitanza con altri eventi come colpi nei muri e volo di oggetti. Pur indagando a fondo Roll non venne a capo del mistero anche se ipotizzò che la signora Gemmecke potesse cadere saltuariamente in uno stato dissociativo durante il quale avrebbe potuto provocare i fenomeni senza peraltro ricordarsi di averlo fatto una volta tornata in sé. Tuttavia questa ipotesi non poté essere dimostrata e la signora Gemmecke esasperata per gli accadimenti che la perseguitavano se ne andò dagli Stati Uniti tornandosene nella nativa Germania. Da quel momento i fenomeni cessarono.


IPOTESI E CONGETTURE

La convinzione di molti studiosi che (a dispetto del nome) questo strano fenomeno non sia legato tanto allo spiritismo quanto alla parapsicologia nasce da una constatazione di fatto. La manifestazione di un poltergeist (come si può notare anche dai casi sopra esposti) è quasi sempre associata alla presenza di una persona in età giovanile. Spesso si tratta di uno o più adolescenti che attraversano una fase delicata della vita caratterizzata da turbe emotive che devono trovare uno sfogo. In un gran numero di casi le famiglie presso le quali si manifesta il poltergeist hanno seri problemi legati al ménage quotidiano oppure all’interno di esse vi sono incomprensioni a volte gravi a volte causate dal normale conflitto generazionale tra genitori e figli. Insomma pare che il fenomeno si manifesti in particolar modo laddove vi siano giovani che abbiano dei problemi. Su questo punto perfino gli psicologi sono concordi con i ricercatori psichici. Il poltergeist sarebbe dunque il risultato di uno sfogo che il giovane attuerebbe o per attirare l’attenzione o per punire gli adulti o i suoi superiori nei confronti dei quali consciamente o inconsciamente proverebbe un più o meno marcato rancore. Ma in che modo questi soggetti riescono a produrre un simile fenomeno? Qui le opinioni divergono: gli psicologi e più in generale gli scettici sono convinti che il giovane tenda a fabbricare consciamente abili trucchi per ingannare gli adulti. In questa ottica il poltergeist è semplicemente il frutto di un comportamento volutamente distruttivo e il soggetto è perfettamente conscio di quello che fa. I parapsicologi invece sostengono che il soggetto produce inconsciamente una sorta di psicocinesi spontanea incontrollabile, provocando così i fenomeni paranormali. Interessante a questo proposito la teoria del professor Armando Pavese che nel suo libro Manuale di Parapsicologia (Edizioni Piemme - 1989) afferma che lo scatenarsi di fenomeni paranormali di matrice psicocinetica rappresenta una sorta di comunicazione inconscia tramite la quale il soggetto esteriorizza un’esperienza che gli causa sofferenza. L’adolescente nevrotico dunque lancia al mondo esterno un messaggio ben preciso che è legato spesso al suo desiderio di libertà o di indipendenza. Spesso si tratta di una vera e propria richiesta di soccorso perchè il soggetto vive un’esperienza sgradevole che vorrebbe a tutti i costi superare. Ed è un fatto che una volta risolti i problemi familiari o personali degli adolescenti coinvolti in casi di polergeist, il fenomeno quasi sempre cessa. Probabilmente tutte le ipotesi contengono elementi di verità . Sicuramente molti casi di poltergeist sono spiegabili con trucchi e burle, molti potrebbero essere frutto di fenomeni psicologici particolari come la dissociazione psichica (ovvero lo sdoppiamento di personalità), ma esiste comunque una considerevole quantità di casi non ancora del tutto spiegati.

Dal sito: http://www.republik.org/

Tomás de Torquemada
31-01-03, 00:03
POLTERGEIST: PSICODINAMICA DELLA "SINDROME RSPK"
di Giuseppe Perfetto

"Il desiderio allo stato puro è assai difficile da individuare. Si individua nel momento in cui diventa prepotente. In cui sfascia tutto."
Cesare Musatti, I Girasoli, 1984

Come lo psicanalista Jan Ehrenwald scrisse nell' introduzione ad un suo articolo apparso sulla prestigiosa rivista scientifica The Journal of Nervous and Mental Disease, ogni proemio ad un possibile discorso intorno ai fatti paranormali presuppone l' assunto che il verificarsi degli stessi possa considerarsi garantito. In mancanza di ciò, ovviamente, ogni tentativo di presentare una teoria dei fenomeni, o un loro ordinamento in un modello coerente, sarebbe fuori luogo [Ehrenwald, 1972].

Dal momento che questo lavoro si inserisce nel filone di studi, oggi tanto fertile, che va sotto il nome di parapsicologia psicoanalitica, un ulteriore presupposto sta nel fatto che si riconosca l' apporto della psicoanalisi quale strumento conoscitivo scientificamente valido.

Dovrebbe essere una buona abitudine, in parapsicologia, esplicitare sin dall' inizio il livello d' analisi di riferimento. Da un punto di vista epistemologico, in questo lavoro seguirò un metodo in uso nella abituale procedura clinico-psicologica [Perfetto, 1995]: l' interpretazione psicoanalitica, in un confronto che parte dal piano comportamentale del sintomo manifesto per giungere all' individuazione dei contenuti latenti e inconsci; pervenendo, attraverso l' induzione, alla costruzione di un modello generale, confrontato con le altre teorie, con i dati di letteratura e con i risultati di ricerche sperimentali.


L' RSPK: PSICOCINESI SPONTANEA RICORRENTE

Il fenomeno parapsicologico oggetto del nostro studio è il poltergeist, fenomeno sul quale possediamo una tale mole di documentazione storica ma, anche scientifica, tale da garantirci la sua oggettiva realtà, <<noi oggi possiamo dire che il Poltergeist è l' unico fenomeno spontaneo che possiamo dare tranquillamente per accertato - storicamente e scientificamente>> [Cassoli, 1994]. Poltergeist è una parola tedesca composta dal verbo poltern che significa "fare chiasso, rumoreggiare", e dal sostantivo geist cioè "spirito, fantasma". Prediligerei il termine fantasma per la sua assonanza alla terminologia psicanalitica: fantasma dell' animo umano. Fantasma, sempre associato al desiderio inconscio. Poltergeist: fantasma chiassoso.

Nel gergo magico-spiritistico, col termine di poltergeist venivano designate quelle entità, che Kardec chiamava "baronti", che si caratterizzavano per il loro manifestarsi attraverso azioni deleterie. Mentre gli spiriti che abitavano nelle case e nei castelli potevano essere definiti "intelligenze inoffensive" assorbite nelle proprie misteriose vicende personali, i poltergeist risultano essere all' opposto entità negative, distruttive, maligne, astute.

Poltergeist si riferisce ad un insieme di manifestazioni paranormali che hanno come scenario un luogo abitato. I fenomeni o, in un' ottica parapsicopatologica, i sintomi con cui si manifesta possono essere: improvvise cadute a terra d' oggetti, loro spostamenti o voli; lampade, fornelli o radio che si accendono e si spengono da soli; suoni percussivi: battiti e tonfi, rumori che si avvertono nei mobili o nei muri; quadri che precipitano dalle pareti o che ruotano, squilli di campanelli, bicchieri e piatti che vanno in frantumi, finestre e porte che si aprono e si chiudono da sole, guasti all' impianto elettrico, incendi, etc... il tutto, ovviamente, senza origine fisica accertata. E' raro che episodi di poltergeist si protraggano oltre i due mesi. Fenomeni di anomalie cinetiche di questo genere sono tutt' altro che rare: da un' approfondita ed estesa indagine statistica compiuta da Giulio Caratelli e Massimo Biondi risulta che in Italia si verifica una media di tre casi ogni due anni e che nel mondo, ogni anno, si presentano diverse decine di episodi di tipo poltergeist-infestazione [Biondi e Caratelli, 1993]. Un interessante elemento osservato già dai primi pionieri della ricerca psichica, è che questi fenomeni paiono prodursi come se una mente intelligente li guidasse; una mente intelligente mossa dalla rabbia, da una volontà di rivalsa, in preda ad un raptus furioso. Fenomeni ed attributi che ricordano, secondo il lessico psichiatrico, le reazioni pantoclastiche.

Oggi, in parapsicologia, questi eventi hanno perso la loro originaria connotazione spiritistica per essere scientificamente inquadrati fra le manifestazioni psi-cinetiche della mente umana, tant' è che si è preferito sostituire lo scomodo vocabolo poltergeist con la più consona denominazione di Psicocinesi Spontanea Ricorrente o RSPK, in inglese Recurrent Spontaneous Psycho Kinesis.

L' RSPK, o poltergeist, è quindi un fenomeno paranormale che rientra nella categoria della manifestazioni psicocinetiche (Macro-PK) e nulla ha a che fare con spiriti di defunti o entità varie. Psico-cinesi: parola che rinvia a due ordini di livello: il suffisso Psico si riferisce al fatto che "motore" del fenomeno è la psiche, cosciente, sia soprattutto sul piano della dinamica inconscia, e qui il campo di indagine è tutto psicologico; mente Cinesi (dal greco kinèsis = movimento) rinvia al dato oggettivo che all' interno di un sistema fisico è avvenuto un cambiamento dello stato di quiete o di moto di un oggetto senza l' intervento di una forza, o energia, nota, e questo è dominio della fisica. Su questo doppio versante mente/materia si inserisce il fenomeno RSPK che tanto interessa i parapsicologi, al punto che il famoso Hans Bender affermò che lo studio del poltergeist rappresenta la via regia per un' estesa conoscenza dell' uomo all' interno della natura [Bender, 1974 in Roll, 1977]. Più semplicemente credo che dalla comprensione psicologica dell' RSPK si possano far derivare una serie di informazioni utili per una più ampia comprensione delle fenomenologie paranormali nel loro complesso.

Nulla sappiamo sulla natura fisica dell' energia agente nell' RSPK. I dottori Karger e Zicha, fisici dell' Istituto Max Plank di Monaco, gli esperti che seguirono con spirito scientista il caso di poltergeist di Rosenheim del 1967, studiato da Bender, constatarono che durante il monitoraggio del fenomeno continuavano a venir registrate forti escursioni elettriche, sebbene avessero eliminato sistematicamente ogni possibile causa fisica ed avessero controllato il funzionamento di tutti gli strumenti utilizzati. La loro perizia conclude dicendo che <<non è possibile una descrizione dei fenomeni attraverso gli attuali principi della fisica>> e attribuiscono i fatti ad una non meglio precisata <<influenza meccanica senza causa apparente>> [Karger e Zicha , 1968 in Roll, 1977 e in Bender 1972].

Qualcosa conosciamo invece del versante psicologico del fenomeno. Come dicevamo prima sull' "intelligenza del poltergeist", apparve chiaro ai primi ricercatori (tra i quali Podmore, Lang e Barret della S.P.R.) che l' RSPK non fosse tanto legato al luogo o all' ambiente fisico, se così fosse il fenomeno sarebbe invece di tipo infestatorio. L' RSPK è piuttosto legato alla presenza di una persona, allontana la quale le manifestazioni scompaiono per magari riprodursi nel luogo ove la stessa si è trasferita [Biondi e Caratelli, 1993]. Pertanto l' RSPK si dice orientato all' individuo. Proprio constatando questa "intelligenza" dell' RSPK, questa non casualità delle manifestazioni, si è ritenuto che il poltergeist non fosse provocato da movimenti tellurici, da fenomeni bradisismici o di carattere idrogeologico . Così seguendo la relazione di Karger e Zicha, sappiamo che <<si è riscontrata una correlazione sorprendentemente esatta, ignota in fisica: le deflessioni anomale si registrarono solo quando una certa impiegata, la signorina Sch., si trova nelle immediate vicinanze. Poiché gli eventi avvengono esclusivamente in presenza di un dato essere umano, si determina un caso imprevisto in fisica>> [Karger e Zicha, 1968 in Moss, 1974]. Il soggetto agente psicocineticamente sull' ambiente, in modo inconsapevole, è detto focus, o agente focale, o soggetto focale del fenomeno.

Si osservò che tale agente focale era, nella maggioranza dei casi, un adolescente, la cui età media era intorno ai 15 anni. Non solo, da estese indagini medico-psicologiche risultò che il 79% di questi giovani agenti focali accusavano disturbi mentali di più o meno grave entità [statistica per il periodo 1950-74 in Roll, 1977]: in generale una psicodiagnosi rilevava la presenza di conflitti psicologici intensi, a forte connotazione affettiva di tipo aggressivo. Alan Owen scrisse, nel 1970, che <<anche se non si può affermare con certezza che i fenomeni poltergeist coincidano con il periodo della pubertà, pensiamo che si scatenino non per effetto di un' energia fisiologica, ma a causa dell tensione emotiva che può crearsi in questo delicato periodo della vita di un individuo>>.


FODOR: L' ESPRESSIONE PSICOCINETICA DELL' AGGRESSIVITÀ

Lo psicoanalista ungherese Nandor Fodor scriveva, nel '48: il poltergeist <<se lo si osserva non si può dubitare in alcun modo che dietro di essi infurii una tempesta inconscia>>.

Fodor fu il primo a suggerire che il comportamento dei soggetti induttori dell' RSPK poteva essere fatto risalire ad una esteriorizzazione dei loro impulsi aggressivi repressi: <<Esso [l' attività del poltergeist] è antisociale, dà sfogo ad un odio violento, è causa di distruzione >>,aggiungendo che <<si tratta di repressioni proiettate>> [Fodor, 1945].

Su questa linea interpretativa si è pervenuti a riscontrare la tonalità emotiva che costantemente si cela dietro al fenomeno RSPK: l' aggressività; tant' è che, come dato invariato ed acquisito dalla ricerca parapsicologica, in ogni testo specializzato si può leggere che il poltergeist è "causato" dall' aggressività, più o meno manifesta, di una persona, generalmente in età adolescenziale, che scaricherebbe questa sua rabbia in maniera psicocinetica e involontaria su uno specifico individuo o sull' ambiente in generale. RSPK: aggressività esteriorizzata tramite l' azione psicocinetica. Comunque, <<anche prima dell' era della psicoanalisi, gli osservatori aveva notato che molti fenomeni di poltergeist, come gli assalti con pietre, vasellame e cosi via, sembravano rivelare un' ostilità latente verso qualche individuo. In altri casi sembra chiaramente che i fenomeni stiano "perseguitando" il presunto agente >> [Broughton, 1991].

Studi psicologici successivi hanno cercato di avvalorare queste intuizioni di Fodor, senza però null' altro apportare di particolarmente originale sul piano teorico.

Psicologi, psichiatri e parapsicologi che in prima persona si sono occupati di casi di RSPK, spostando la loro attenzione dal fenomeno in sé all' ambiente nel quale si presenta, hanno definito oppressivo e limitante il clima psicologico nel quale l' agente focale vive.

Un dato statistico particolarmente interessante è quello riguardante il fatto che almeno nel 41% dei casi i fenomeni RSPK compaiono in momenti in cui erano avvenuti nella famiglia cambiamenti e/o problemi che potevano avere influito sull' agente focale. William G. Roll ha individuato i seguenti eventi ansiogeni connessi all' RSPK: l' insorgenza del fenomeno compare quando la persona focale e la famiglia si trasferiscono in un altro luogo, quando essa è ammalata o sottoposta a insolite tensioni psicologiche, quando un genitore o un' altra persona significativa sono lontane da casa, oppure l' RSPK comincia immediatamente dopo la morte di un parente o di un amico [Roll, 1977].

In seguito a queste ed altre constatazioni Roll pervenne a conclusioni che possiamo così riassumere: l' RSPK è collegato ad una persona focale, generalmente giovanissima, i cui rapporti con la famiglia, o con un familiare, o con qualcuno con cui è in continuo contatto, hanno trovato particolari difficoltà assumendo un carattere patologico. Il poltergeist è di norma associato a intime tensioni del soggetto, il quale esprimerebbe attraverso la fenomenologia paranormale la sua aggressività e ribellione.

A questo punto, approfondendo l' analisi, c'è da chiedersi da dove provenga questa aggressività.

Senza necessariamente adottare una prospettiva patolocizzante, possiamo affermare che l' RSPK si configura come una sindrome, ovvero un insieme di sintomi che designano uno specifico stato patologico; idea condivisa anche da William Roll [1972]. L' operazione necessaria consiste nel fare di queste manifestazioni non dei sintomi psichiatrici, segni di sé stessi, ma dei sintomi analitici, elementi simbolici metaforizzabili. E' dunque pienamente condivisibile il pensiero di Enrico Marabini che parte dal concetto che ogni evento paranormale s' iscrive all' interno di un Sistema Fenomenico Paranormale, << questo perché i fenomeni psi rappresentano la risultante finale, cioè l' effetto, di un complesso processo interattivo che si realizza tra parti, o elementi, o unità di sistemi diversi>>, aggiungendo che <<ogni rapporto interattivo realizza nel soggetto un evento informativo; acquista cioè la connotazione di una comunicazione significativa>>, inoltre, riguardo specificatamente il poltergeist: << proprio in funzione della sua forte connotazione di interazione sociale, ritengo che possa essere considerato un vero e proprio evento di comunicazione non verbale ad estrinsecazione extracorporea>> [Marabini, 1992 in AA.VV., 1992]. L' RSPK è la conclusione di una evoluzione (o forse di una regressione): la psicocinesi devastante del poltergeist si presenta come il sintomo di un complesso processo psicologico, l' operazione analitica consisterà nell' apporto di un senso, di una intelligibilità, mirando al movente inconscio [Perfetto, 1995]. Fodor affermava chiaramente che << senza scoprire il linguaggio cifrato del "poltergeist" non potremmo mai comprenderlo>> [Fodor, 1945]. Ritengo che tutta la dinamica psicologica che sottende ai fenomeni RSPK è magistralmente sintetizzata in queste parole di Fodor che riferendosi al caso della signorina Whalen scriveva <<la sua libido era sfuggita per vie collaterali e la sopraffaceva come se si fosse trattata di un fantasma, consumando le sue forze vitali in un vano tentativo di trasmettere un messaggio: allo stesso modo come, in altri casi, avrebbe fatto un sintomo nevrotico sulla persona>> [Fodor, 1948].

Fu probabilmente proprio Nandor Fodor a dare impulso a quella particolarissima materia scientifica a cui poi Rhine diede il nome di parapsicopatologia, designando con essa lo studio delle turbe mentali che si manifestano in modo paranormale. Fodor scrisse, nell' introduzione al suo articolo sul caso della signora Forbes, che un medium oppure, aggiungeremmo noi, un sensitivo o un qualunque soggetto psicomiletico <<può produrre apprezzabili fenomeni psichici come un nevrotico manifesta i suoi sintomi>> [Fodor, 1945; vedi anche AA.VV., 1992].

Quindi, l' RSPK va inquadrato nell' ambiente nel quale si presenta. E' da porre in primo piano il campo costituito dalle relazioni interpersonali: l' agente focale risponde al clima psicologico che gli sta attorno manifestando il proprio disagio attraverso una particolarissima classe di sintomi, la psicocinesi, segni privi di simbolizzazione per l' arcaicità dell' esteriorizzazione del pensiero. Sulla questione della psicodinamica dell' RSPK Emilio Servadio scrive: << La psicoanalisi ha mostrato come i conflitti inconsci possano assumere caratteristiche assai primitive ed estreme, lo stesso si può ipotizzare nei riguardi dei conflitti, e delle energie che li alimentano, relativi ai giovani in questione. L' enigma del Poltergeist consiste per altro nella eccezionalità e paranormalità del manifestarsi dei conflitti: i quali, in modi e per canali ignoti, danno luogo a fenomeni parafisici nell' ambiente, anziché originare sintomi, o sogni>> [Servadio, 1986].

La psicocinesi del poltergeist si presenta come il sintomo di un complesso processo psicologico. Il sintomo ha carattere d' estraneità rispetto al soggetto, l' operazione analitica consisterà nell' apporto di un senso, o di una intelligibilità, mirando al movente inconscio. Davide Gilletti così si esprime: <<Possiamo analizzare gli eventi caratteristici del Poltergeist come simboli di una psiche allargata, elementi di un sogno che si traduce nella realtà fisica circostante, fuoriuscendo dalla mente del sognatore stesso. Così come gli elementi di un sogno tessono la trama all' interno della quale l' inconscio si esprime, allo stesso modi gli eventi paranormali possono essere interpretatati>>; e sulla stessa linea ermeneutica Gilletti aggiunge che <<partendo dall' ipotesi che ogni evento sia anche un "racconto", si tratta di applicavi certe griglie interpretative ordinariamente utilizzate per l' analisi semiologica è nostra ipotesi che tutto quanto avviene nel campo di indagine della parapsicologia ubbidisca alle stesse leggi che sono proprie della creazione onirica>> [Gilletti, 1988].


INDAGINI PSICOLOGICHE SUGLI AGENTI FOCALI

Possiamo citare a titolo esemplificativo l' esito psicodiagnostico del tredicenne agente focale del poltergeist di Neudorf del 1952. Bender scrive che l' esame << mise in evidenza una struttura della personalità quale in seguito abbiamo ritrovato anche in altri giovani coinvolti in casi di poltergeist: tensioni e conflitti non superati in rapporto con la pubertà, forte frustrazione e aggressività tendente a scaricarsi in maniera esplosiva >> [Bender, 1972]. Oppure a proposito del caso di Brema del 1965, nel quale il focus era un garzone di un reparto di porcellana di 14 anni, sempre Bender scrive: <<quando la tensione conflittuale intrapsichica raggiungeva un alto grado di intensità, si poteva addirittura prevedere che ci sarebbero state altre scariche psicocinetiche >> [Bender, 1972], analogamente si esprime uno psicologo che seguì un caso italiano di poltergeist: egli <<notò che la situazione del soggetto [focale] era comunque matura per un' esplosione di tipo psicologico e ritenne evidente una correlazione tra la massima tensione psichica e la comparsa di fenomeni apparentemente paranormali>> [Bononcini e Martelli, 1982].

Il caso di Miami, del 1966-67, studiato da Roll e Pratt, è piuttosto famoso. In un negozio di chincaglierie si cominciò a manifestare la tipica fenomenologia dell' RSPK. Nel magazzino lavoravano, oltre al proprietario, due impiegati e un commesso di nome Julio. Julio, un diciannovenne rifugiato cubano, fu individuato quale agente focale; fu sottoposto dal dottor John Altrocchi, docente di psicologia medica e professore associato di psicologia presso la Duke University, e dal dottor Randall Harper a una serie di test psicologici che comprendevano il Test di Rorschach, il Minnesota Multiphasic Personality Inventory (MMPI), il Thematic Apperception Test (TAT) e un test di associazione di parole. Si riscontrò in Julio << segni evidenti di rabbia, ribellione, senso di non riuscire a far parte dell' ambiente sociale, di non ottenere quello di cui aveva bisogno (...). Aveva una vita molto ricca di fantasia unita a emozioni instabili. Di queste le più notevoli si rivelavano nei molti esempi di sentimenti e impulsi aggressivi che lo disturbavano e sono per lui inaccettabili. Lui cerca di impedire la diretta espressione di questi sentimenti; in realtà non solo non controlla l' espressione di impulsi aggressivi che possono essere fondamentalmente ... distruttivi, ma sente anche la necessità di controllare impulsi di una natura piuttosto autoaffermativa che aggressiva... Gran parte della sua fantasia deve essere sostanziata da motivi aggressivi e dalle sue espressioni immaginarie, e spesso egli è consapevole della sua rabbia>>. [Roll, 1972].

Come già accennato, spesso fenomeni di RSPK compaiono in concomitanza con eventi emotivamente significativi per il soggetto focale. Poco prima della manifestazione RSPK si acutizzarono alcune difficoltà in casa di Julio, la matrigna gli aveva detto che voleva lui si trasferisse fuori di casa. Inoltre Julio aveva nostalgia della madre e del nonno che erano rimasti a Cuba. Gertrude Schmeidler, professoressa di psicologia alla City University di New York, condusse anch'essa una serie di indagini sulla personalità di Julio, rilevando che le sue risposte denotavano tenerezza familiare nell' infanzia, educazione ad alti livelli morali, senso di indegnità, di colpa e di reiezione, complessi di inferiorità, sviluppo di tratti della personalità tendenti alla passività, tendenze dissociate in relazione alle espressioni di aggressività. Comparve anche dell' aggressività verso il padrone: <<Tale risentimento sarebbe stato esercerbato da un padrone che veniva considerato come falso e menzognero, e cioè come la figura di un padre che esige la virtù ma non la merita per il suo basso livello morale. L' esprimersi delle tendenze dissociate in forme aggressive, la reazione morale alle condizioni di lavoro e la miseria del lavoro stesso, si sarebbero allora rivelate come un' aggressione dissociata (poltergeist) contro le proprietà del padrone, unità ad una acquiescenza esteriore alla richieste del lavoro... La risposta al controllo parentale era l' immaginaria realizzazione di un' aggressione o di un atteggiamento passivo-aggressivo nel quale egli sembra capitolare, ma in qualche modo indiretto riesce a mostrare resistenza ostile>> [Roll, 1972].

I disturbi di poltergeist sembrano molto spesso manifestare tensioni familiari. Così per esempio nella storia TAT di un altro agente focale <<il motivo era una ostilità fra padre e figlio. Le risposte Rorschach presentavano immagini di missili, bombardamenti e di animali in lotta. Tutta l' aggressività che faceva sorgere queste immagini non era sentita dal soggetto come proveniente da se stesso ma come esistente nella situazione esterna. Nella sua personalità vi era una barriera che deviava le emozioni dirette contro i genitori così che egli era inconsapevole della sua ostilità>> [Roll, 1972].


SISTEMA

In definitiva la ricerca psicologica nel campo del poltergeist non è andata sostanzialmente molto oltre la psicologia di Fodor: si è girati intorno all' ultimo termine: l' aggressività.

Studiando diversi resoconti di casi di RSPK particolarmente quella ventina nella quale comparivano anche indagini psicologiche, ho avuto sempre più la conferma che l' RSPK si configura non tanto come evento paranormale a se stante, ma come un sistema dinamico di relazioni. Tale punto di vista permette di inquadrare il poltergeist quale Sistema Fenomenico Paranormale, considerando la manifestazione paranormale come la risultante di un rapporto interattivo tra uno o più soggetti e l' ambiente [Marabini, 1994]. I fenomeni psi, così come ogni altro comportamento, le caratteristiche della personalità, i sintomi e le difese assunte, sono l' espressione dell' interazione dell' individuo col suo ambiente, una risposta a un rapporto interpersonale. Un tale approccio sistemico risulterà utile ai fini di una psicoterapia dell' RSPK.

Hans Bender ritenne che per produrre massicci fenomeni psicocinetici, come quelli dell' RSPK, fosse << necessaria una situazione molto tesa dal punto di vista affettivo e forse interazioni inconsce di parecchie persone coinvolte >> [Bender, 1972]. L' RSPK si presenta essenzialmente come una sociopatia: più che di una patologia individuale ci troviamo di fronte ad un sistema familiare le cui relazioni sono psicologicamente disturbate [Cassoli. 1994].

William Roll e John Altrocchi, nel loro studio sui poltergeist, pervennero alla conclusione che <<le relazioni fra i membri della famiglia erano significativamente più patologiche di quanto non fossero i componenti delle singole personalità.... In generale gli incidenti di poltergeist sembrano essere sintomi di relazioni interpersonali patologiche piuttosto che di personalità individuali patologiche... Nel caso di Julio, la sua forzata separazione dalla madre, l' avversione che aveva per lui la matrigna e l' arrendevolezza del padre alla volontà di lei devono avere prodotto tensioni inconsuete. Nel caso di Virginia Campbell, studiato dal dott. Alan Owen vi era pure una recente storia di separazioni familiari. Questo si verificò in proporzioni anche più vaste nel caso di Heiner, il ragazzo di Brema studiato da Hans Bender. Traumatiche relazioni interpersonali e familiari emersero anche in altri due casi di cui mi sono occupato. Nell' uno il padre della persona poltergeist aveva chiesto il divorzio dalla madre... Nell' altro vi era stata una tragedia familiare traumatizzante...>> [Roll, 1972].


SISTEMI DUALI: CONFIGURAZIONI DESIDERIO - AGGRESSIVITÀ

La tesi che sostengo è che dietro alla manifestazione aggressiva dell' RSPK si celi il desiderio. L' aggressività diviene comprensibile a partire da un termine in apparente contrapposizione: il desiderio.

Seguendo la prospettata impostazione sistemica (l' agente focale studiato all' interno di un sistema di relazioni da cui non è separabile) osserviamo che "il contenitore" dell' RSPK è un rapporto intercorrente fra due persone: da un lato abbiamo il soggetto agente focale e dall' altro un individuo-oggetto focale. Tale rapporto duale, ovvero tra i due elementi del sistema, si iscrive all' interno di una complessa dialettica desiderio-aggressività.

Di questi sistemi, analizzando la letteratura, sono giunto ad individuarne alcune configurazioni tipo, pervenendo a possibili spiegazioni sulle cause latenti dell' aggressività nella psicocinesi spontanea ricorrente.


DESIDERIO-FRUSTRAZIONE-AGGRESSIVITA' E REGRESSIONE

Gran parte degli studiosi, relativamente ad una possibile eziologia dell' RSPK, tende ad indirizzarsi su due termini: frustrazione e aggressività.

Emilio Servadio scrive che nei casi di poltergeist può esservi molto spesso un' attivazione, a livello inconscio, dell' aggressività, specie se nell' ambiente c' è una persona che, a torto o a ragione, viene sentita come limitante o oppressiva [Servadio, 1986].

Dalle indagini compiute sui giovani agenti focali è emerso che l' aggressività è associata ad una scarsa tolleranza alle frustrazioni.

Per non rimanere incastrati nel circolo vizioso dei significanti, frustrazione e aggressività, è necessario precisarne il significato e specificarne la loro psicodinamica.

Nel 1939 un gruppo di psicologi della Yale University pubblicarono un interessante studio intitolato Frustrazione e aggressività [Dollard, Miller, Dobb, Mowrer, Sears, 1939; vedi anche Mummendey, 1988] che diede l' avvio a tutta una serie di ricerche sperimentali sul comportamento aggressivo nell' ambito della psicologia delle relazioni sociali. Col termine frustrazione gli autori intendono la condizione soggettiva che sorge quando il raggiungimento di un fine incontra un ostacolo o, in altri termini, la frustrazione è rappresentante d' un evento che interferisce col comportamento diretto a una meta. L' aggressione è invece un' azione comportamentale che ha lo scopo di danneggiare o nuocere un altro individuo. Il legame fra questi due concetti è espresso dalle seguente asserzione: la frustrazione conduce sempre a qualche forma di aggressività e l' aggressività è sempre conseguenza della frustrazione: la frustrazione è la causa dell' aggressività, che ne è l' effetto. Un altro effetto della frustrazione consiste nella regressione [Nuttin, 1968].

Ritornando al Sistema Fenomenico Paranormale in oggetto, l' RSPK, possiamo ragionevolmente ritenere che il poltergeist è causato dal fatto che qualcuno ha frustrato l' agente focale (o più in generale il soggetto focale subisce le limitazioni imposte dall' ambiente), e quest' ultimo reagisce a tali frustrazioni con intenti aggressivi espressi in forma psicocinetica; così il processo si esaurirebbe in un meccanismo behaviorista stimolo-reazione.

Una tale analisi può essere soddisfacente in prima approssimazione, ma non rende pienamente ragione della ulteriore dinamica psichica che cela. Per esempio, seguendo il modello, sorgono almeno un paio di quesiti: qual' è, in generale, la meta a cui tende l' agente focale? E' possibile che l' aggressività espressa dall' agente sia fine a se stessa?

Le analisi psicodinamiche dei parapsicologi sull' RSPK si fermano sempre allo stadio della semplice registrazione di una espressione di aggressività, ma difficilmente si coglie il fatto che quest' ultima è solamente una formazione reattiva data dalla frustrazione di un desiderio. La frustrazione sorge quando il soggetto focale si vede rifiutare il soddisfacimento di una domanda pulsionale. In quest' ottica l' RSPK è prodotto dal fatto che l' altro, la persona-oggetto focale, frustra il desiderio del soggetto focale e da qui l' esteriorizzazione dell' aggressività psicocinetica. La meta, spesso inconscia, se così possiamo semplicemente definirla, del giovane agente focale dell' RSPK è vitale: essere (riconosciuto) l' oggetto del desiderio dell' altro.


OLTRE LA PSICOLOGIA DELLA FRUSTRAZIONE: IL MANCATO RICONOSCIMENTO DEL DESIDERIO

E' nostra ipotesi che l' aggressività psicocinetica del poltergeist sia solo la reazione data da una frustrazione del desiderio, desiderio non riconosciuto dall' altro.

Fodor, nonostante abbia maggiormente portato l' accento sulle emozioni negative delle manifestazioni RSPK, accennò anche all' ipotesi che la causa del poltergeist potesse essere attribuibile <<alla fuga di tempestose energie sessuali>> dei soggetti che entravano nella pubertà [Fodor, 1945].

Questa questione del desiderio, indipendentemente dall' economia dell' agente focale, va precisata. Di fatti è il desiderio che poniamo all' apice, quale causa prima, del processo che sta alla base della sindrome RSPK.

Secondo Freud è il desiderio che mette in moto e da direzione all' apparato psichico. Freud sul modello del sogno ha mostrato come il desiderio sia reperibile anche nella formazione dei sintomi (formazioni di compromesso)... e, come abbiam detto, l' RSPK si configura parapsicopatologicamente come un complesso di sintomi.

Qualunque desiderio è desiderio di essere riconosciuto dall' altro e desiderio di imporsi all' altro nella stessa maniera.

<<Lo stesso desiderio dell' uomo si costituisce sotto il segno della mediazione, è il desiderio di far riconoscere il proprio desiderio. Esso ha come oggetto un desiderio, quello d' altri, nel senso che l' uomo non ha oggetto che si costituisca per il suo desiderio senza una mediazione >> [Lacan, 1966]. Dialettica della coscienza del sé espressa hegelianamente: << In breve, in nessun punto appare più chiaramente che il desiderio dell' uomo trova un il suo senso nel desiderio dell' altro, non tanto perché l' altro detenga le chiavi dell' oggetto desiderato, quanto perché il suo primo oggetto è di essere riconosciuto dall' altro>> [Lacan, 1966].

Ciò che l' uomo desidera è che l' altro lo desideri, essere ciò che all' altro manca, essere causa del desiderio dell' altro. Nell' Edipo il bambino aspira ad essere l' oggetto del desiderio della madre.

L' aggressività sorge in quanto vi è un mancato riconoscimento del desiderio del soggetto da parte dell' altro.

<<La paura dell' insoddisfazione, e l' effettiva castrazione che ogni esperienza desiderante implica, generano dei comportamenti tanto aggressivi quanto di rifugio>> [Cariou, 1973].

<< L' aggressività deriva da una spinta istintuale naturale o da una reazione di fronte all' impossibilità degli altri a soddisfare: cioè a riconoscerci? ... Di fatto le due cose si implicano e si rinforzavano reciprocamente>> [Cariou, 1973].

L' inserimento della categoria del desiderio all' interno del discorso parapsicologico non è un' operazione particolarmente nuova, per esempio già Ehrenward la introduce in particolare nell'analisi dei sogni ESP, ma nel nostro Paese è da menzionare l' originale e lodevolissima opera teoretica di Daniele Camoletto. Nella psicanalisi degli eventi psi Camoletto introduce la categoria ermeneutica del desiderio: <<questo desiderio inconscio viene considerato in modo deterministico ed impiegato proprio dove si parla di caso... mettendo del senso nell' insensatezza>> [Camoletto, 1996], pervenendo ad affermare (del tutto indipendentemente e simultaneamente a me) che << possiamo supporre che i fenomeni metapsichici sono legati ad una domanda di amore e riconoscimento>>, o ancora: <<la metapsichica si occupa ugualmente della proiezione attiva nel mondo materiale o percettivo di un desiderio inconscio>> [Camoletto, 1995].

Il movente del mancato riconoscimento del desiderio da parte dell' altro, con reattività aggressiva psicocinetica, è rinvenibile nel già citato caso di Rosenheim, nel quale l' agente focale era un' impiegata diciannovenne di nome Annemarie Sch. L' esame psicodiagnostico di Annemarie Sch. rilevò: presenza di conflitti attuali, labilità psichica, elevata eccitabilità di breve durata e una bassa tolleranza alle frustrazioni [Bender, 1972]. Nella documentazione fornita da Bender compare nel sistema duale un' autentico compiacimento del desiderio dell' altro: << Fu analizzato il problema della motivazione [del poltergeist]. Un esempio interessante è fornito dalle improvvise rotazioni dei quadri. Prima di partire per un viaggio l' avvocato Adam aveva detto in presenza della signorina Sch.: "Adesso manca soltanto che i quadri si mettano a muoversi alle pareti !". Poco dopo si manifestò questa variante! Il riferimento all' avvocato Adam risultò evidente quando ... al suo ingresso nella stanza un quadro compì una rotazione, obbedendo quasi ad una sorta di "ansia di realizzazione" psicocinetica >> [Bender, 1972]. In questo caso compare chiaramente il fatto che la giovane agente focale aveva investito il suo desiderio sul suo capo. Nel racconto Bender accenna brevi annotazioni su questa dinamica, per esempio: Annemarie << aveva fatto sua la battaglia dell' avvocato Adam, che doveva difendersi dalle diffamazioni della stampa e anche di certi ambienti della città di Rosenheim. Si diceva infatti che questi strani fatti altro non erano che manipolazioni e imbrogli>> [Bender, 1972]. Di fatto Bender giunge alla conclusione che i fenomeni di Rosenheim erano dovuti allo costituirsi di uno specifica dinamica affettiva all' interno del "campo psi" [Dèttore, 1986]: <<La specifica situazione creatasi nello studio legale, in particolare l' interesse particolarmente intenso dell' avvocato per i fenomeni, insieme al trasporto che la signorina Sch. aveva per il suo principale, aveva creato il "campo affettivo" che è sempre necessario per la manifestazione dei fenomeni psi>> [Bender, 1972].


L' AMBIVALENZA

La concezione freudiana dell' aggressività ha subito nel tempo una serie di riformulazioni teoriche e tuttora questo tema presenta ancora problemi d' inquadramento metapsicologico.

Freud dopo la svolta del 1920, con l' articolo Al di là del principio del piacere, introduce il concetto di pulsione di morte, e da questo punto di vista l' aggressività altro non sarebbe che la manifestazione di una pulsione di morte rivolta all' esterno, la cui meta è la distruzione dell' oggetto. Questa concezione dell' aggressività quale "istinto primario" ha però sollevato una moltitudine di perplessità.

Nella clinica le condotte aggressive, più o meno coscienti, non sembrano in realtà legate connesse con fini puramente distruttivi, ma appaiono in qualche modo associate a qualcosa che è dell' ordine della sessualità e del piacere.

La psicoanalisi ha messo in evidenza il gioco complesso dell' aggressività nel suo impasto e disimpasto con la libido. Adler parlava di Triebverscharankung, intreccio pulsionale, e di leghe pulsionali. Freud addotta il termine di ambivalenza per indicare quelle situazioni nelle quali il medesimo oggetto è al contempo investito sia dalla libido che dalla pulsione aggressiva o, in altri termini, vi è una coesistenza sullo stesso piano di amore e odio.

Nell' RSPK il soggetto focale, nella sua relazione oggettuale con l' altro, instaura un investimento pulsionale che va nella doppia direzione di un simultaneo sentimento di amore e odio. In questa configurazione, l' RSPK è causato dal fatto che l' agente focale ha investito in modo ambivalente l' individuo oggetto focale. Questa ipotesi è in accordo con alcune opinioni espresse da Emilio Servadio quando scrive che data la giovanissima età dell' agente focale << si suppone che nella predetta età critica, si svolgano nell' inconscio del giovane protagonista conflitti particolarmente intensi, inerenti all' attivarsi degli impulsi sessuali e delle difese, o controcariche, relative >> [Servadio, 1986]. In parecchi casi di poltergeist <<è stato accertato che le manifestazioni avevano a che fare con la "crisi puberale" di un ragazzo o di una giovinetta, ed erano in qualche modo connesse con certi loro conflitti inconsci, e con la relativa mobilitazione, altrimenti inespressa, di potenti cariche sessuali ed aggressive >> [Servadio, 1963].

Per i suoi caratteri anomali e per la sua complessità abbiamo ritenuto di inserire in questa categoria il caso di poltergeist di Milano del 1976 seguito dall' Avv. Luigi Occhipinti e dallo psicologo Angelo De Micheli [Occhipinti, 1978]. Il caso evidenzia abbastanza bene il gioco di impasto e disimpasto delle pulsioni aggressive e della libido di cui abbiamo prima parlato.

In realtà, come vedremo, in questo come nei successivi altri casi riportati, compaiono sovrapposizioni con alcune altre configurazioni. Infatti mentre il modello psicodinamico sulla classificazione delle eziologie della sindrome RSPK qui esposto presenta configurazioni tipo, per così dire pure, sul campo si osservano frequentemente configurazioni miste.


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Immagine tratta dal sito http://www.prairieghosts.com/

Lo scenario della manifestazione RSPK è una casa abitata da una coppia di greci, entrambi ventisettenni: Enrica e Costantino. Enrica fa l' impiegata presso il Consolato di Grecia, guadagna discretamente e possiede un appartamento. Costantino è studente di architettura ed <<ha in mente soltanto i viaggi, un desiderio irrefrenabile di vedere luoghi lontani e la passione per oggetti di antiquariato>>. E' ospite di Enrica. Aveva comprato da un rigattiere un vecchio cappello inglese dell' 800, una bombetta, e in concomitanza con questo acquisto cominciano a verificarsi una serie di manifestazioni poltergeist: spostamento di oggetti, fenomeni di autocombustione e incendi, colpi e rumori vari, fornelli a gas e apparecchi elettrici che si accendevano da soli, etc. Gli esperti parapsicologi si misero a indagare nella vita dei due giovani, cercando di comprendere eventuali loro problemi, specialmente d' ordine sentimentale: <<le loro famiglie erano al corrente e d' accordo sulla loro convivenza? Si, avrebbero anzi desiderato che si sposassero. Enrica sarebbe stata disposta. Costantino un po' meno. Litigavano spesso? Si. Specialmente in questi ultimi giorni, perché Enrica era molto gelosa>>. Nel resoconto Occhipinti elenca una lunga serie di eventi parafisici eccezionali soffermandosi su uno: la bombetta si bruciò carbonizzandosi per autocombustione stando appoggiata su un cartone da imballaggio, <<ma su questo cartone non vi era la minima traccia né di bruciato, né di sporco di carbone: eppure, mentre tentavo di afferrare il cappello con una pinza, erano caduti per terra frammenti carbonizzati.... Che cosa poteva rappresentare quell' oggetto, che tutto congiurava ad indicare come il "mezzo" attraverso il quale si scatenava la misteriosa forza psichica causa dei fenomeni?>>. Le conclusioni di Occhipinti sul caso furono che entrambi i giovani potevano essere all' origine dei fenomeni <<data la coesistenza di sentimenti intensi, spesso contrastanti, e date le loro caratteristiche psicologiche... Ciò spiegherebbe l' imponenza e l' intensità del poltergeist... è fuori dubbio, a mio avviso, che l' elemento scatenante almeno all' inizio, va ricercato nella psiche di Costantino che a 27 anni non aveva forse ancora trovato una maturità e un equilibrio psicologico, e che si trovava combattuto tra l' affetto per Enrica, la comodità di una bella sistemazione, con la possibilità di proseguire i suoi studi di architettura, e la profonda ansia di evadere, di viaggiare... Sono inoltre convinto che il cappello inglese abbia giocato un ruolo determinante nell' insorgere e nel declinare dei fenomeni, anche se solamente come elemento catalizzatore. Simbolicamente, esso rappresentava per Costantino tutto il resto del mondo, al quale si contrapponevano radicalmente Enrica e le comodità>> [Occhipinti, 1978]. Il dottor De Micheli attraverso colloqui con i due giovani e l' indagine col test proiettivo di Rorschach pervenne a questi riscontri. Enrica presentava un' affettività egocentrica e possessiva che riusciva difficilmente a gestire e controllare, affettività disturbata da ansia e un pronunciato senso di sicurezza derivata da una raggiunta indipendenza economica che rinforzava il suo egocentrismo e possessività, <<l' affetto nei confronti del ragazzo è morboso e assolutista, possessivo, decisamente fuori dalla norma. Il giovane è per la ragazza un elemento che la completa, parte di se stessa di cui vorrebbe disporre incondizionatamente>>. <<La ragazza sembra non prendere coscienza delle problematiche dell' altro>> evidenziando <<un conflitto inconscio di vaste proporzioni>>. La domanda d' amore di Enrica era prepotentemente assoluta e totalizzante, per cui è possibile che la bombetta rappresentasse per lei un oggetto frustrante aggressivamente investito, quale simbolo degli investimenti libidici e degli interessi che Costantino non rivolgeva a lei, con conseguenti ansie di perdita; o, come dice anche Piero Cassoli, il cappello <<era in quel giorno il simbolo delle aspirazioni del giovane: desiderio del giovane di viaggi in terre lontane, attrazione per l' antiquariato, aspirazioni che lo portavano a posizioni molto distanti da quelle della ragazza, che voleva soprattutto sposarsi>> [Cassoli, 1990]. Dall'altra parte Costantino è tutto compreso nella sua indecisione e ambivalenza affettiva, la sua valutazione psicodiagnostica rileva essere una personalità decisamente insicura, <<esprime un perenne senso di insoddisfazione e di instabilità... l' affettività è profondamente contraddittoria... una personalità difficile, in particolare sul piano dei rapporti interpersonali... l' instabilità affettiva lo porta ad un desiderio di abbandono e di solitudine che si realizza con viaggi all' estero; manifestazione tangibile di questa sua ricerca di interessi... necessità di un appoggio e pertanto della sua insicurezza. Le difficoltà economiche limitano la possibilità di realizzazione di queste aspirazioni>>. L' RSPK quindi può avere avuto per lui, lungo il versante aggressivo della sua profonda ambivalenza, la funzione di ribellarsi alla possessività affettiva di Enrica o, come dice Sergio Conti, quella casa era divenuto uno stimolo frustrante per Costantino, simbolo di tutti i condizionamenti e delle limitazioni a cui inconsciamente si ribellava [Conti, 1990]. Questo caso ci appare uno di quelli rari in cui sono presenti due agenti focali: focus non sono tanto i singoli membri del sistema, "esplosivamente poltergeist" è la loro relazione: <<il rapporto di vita in comune di questi giovani>> è retto da <<situazioni di tensione non risolte verbalmente, di scontro e di conflitto>> [De Micheli 1978, in Occhipinti, 1978].

Fra i casi di RSPK che possiamo classificare come eziologicamente collegato a degli investimenti di tipo ambivalente vi è quello studiato da Anna Maria Bononcini e Aldo Martelli, poltergeist che ebbe quale agente focale un ragazzo quindicenne.

In questo, come nei successivi altri casi riportati, compaiono delle sovrapposizioni con alcune altre configurazioni. Ci tengo a sottolineare che il presente modello psicodinamico sulla classificazione della sindrome RSPK illustra delle configurazioni prototipiche, inevitabilmente nella realtà si osservano frequentemente delle configurazioni miste.

<<Il ragazzo (che indicheremo con A.B.) all' età di due anni circa fu con altri fratellini abbandonato dai veri genitori, che tennero con se solo uno dei figli, ed affidato ad un istituto dove rimase per circa sette anni. Possiamo ipotizzare che per lui sia stato uno shock l' abbandono dei genitori e la preferenza data al fratello rimasto in famiglia e che un secondo trauma sia stata la separazione dall' altro fratello inizialmente ricoverato con lui perché questi gli fu di nuovo preferito, essendo stato adottato molto prima di lui dalla stessa assistente che li curava. Quando fu adottato a sua volta da una coppia di mezz' età, i signori C., il ragazzo, a nove anni, presentava grossi problemi psicologici)>>. Nella casa adottiva c' erano anche i due nipotini dei signori C., A.B. manifestò nei loro confronti gelosia tramutatasi in un vero e proprio odio. Prima del manifestarsi del RSPK, A.B. fu seguito da uno psicologo, il quale riferisce che il ragazzo aveva sicuramente problemi psicologici di natura affettiva ed era molto inibito ed insicuro. Inoltre il ragazzo manifestava comportamenti ribelli e di rifiuto. Dai colloqui con questo psicologo, postumi al poltergeist, emerse che A.B. si sentiva rifiutato dall' ambiente che lo circondava; questi vissuti di frustrazione avevano anche una base di realtà: una parente confidò agli autori che la notte di natale A.B. fu lasciato senza regali, a differenza dei due nipotini, e mandato a casa sua dalla madre desiderosa di tranquillità. Nel soggetto focale <<erano presenti conflitti di carattere sessuale (tipici dell' età, ma esasperati dalla emarginazione e dalla mancanza di rapporti interpersonali, soprattutto con le ragazze), l' aggressività era introiettata e solo raramente aveva libero sfogo. I problemi di A.B. erano comunque centrati sull' ambiente familiare, sulla tensione psichica cui era sottoposto con discussioni, rimproveri>>, tensioni che si esternavano in violenti scoppi d' ira. <<Nei confronti della madre esisteva evidentemente un reciproco rapporto di odio-amore. La zia del ragazzo ci disse che questi fingeva di essere sempre stato figlio dei signori C. e ricordava alla "madre" il tempo in cui era stato nel suo ventre e successivamente ella lo fasciava, chiedendole i particolari. Costei lo assecondava in tutto ciò . Dopo l' incendio dell' appartamento dei signori C., i parenti ci dissero che la madre, evidentemente molto scossa, una sera aveva dato un coltello al ragazzo gridandogli di ucciderla per farla finita>>. L' indagine psicodiagnostica del caso si concentrò sui <<complessi rapporti tra A.B. e la madre che è personaggio carico di ambivalenza nei confronti del figlio e del poltergeist stesso>>, dall' esame della madre <<traspare una notevole ambiguità. Riguardo ai fenomeni essa sembra temerli e desiderarli ad un tempo. Riteniamo che, essa ne favorisca il verificarsi in quanto oggetto di amore per A.B. (e quindi da accontentare) che come bersaglio dei suoi impulsi aggressivi>> [Bononcini e Martelli, 1982].

Dei vissuti di perdita, e angosce di separazione, possono essere sorte nel giovane dalla consapevolezza che i signori C. intendevano riaffidarlo a qualche istituto, perché ritenuto dal padre responsabile, seppur inconsapevole, dell' RSPK, inoltre la madre gli rinfacciava aspramente d' essere un buono a nulla.


L' ANGOSCIA DI SEPARAZIONE

Alla base di moltissimi poltergeist vi si ritrova come movente psichico l' angoscia di separazione o di perdita, esperita dal soggetto focale come vissuto abbandonico [Perfetto, 1995].

Per illustrare questa configurazione mi servo di un caso esemplare, quello studiato dalla psicologa Chiara Brillanti insieme ad una équipe del Centro Studi Parapsicologici di Bologna. [Brillanti, 1991]. L' RSPK, avvenuto nel 1990 in un paesino del trevigiano, coinvolse una famiglia formata dai genitori, dal figlio maggiore Carlo e dal fratello quindicenne Alberto. Il fenomeno ha inizio immediatamente dopo la partenza del figlio maggiore per la leva militare. L' agente focale, immediatamente individuato, è Alberto, <<ragazzo difficile, molto sensibile e introverso>>, sottoposto a un prolungato periodo di tensioni che si esprimevano in crisi nervose. Dai vari colloqui emerse quanto per Alberto fosse essenziale la figura del fratello maggiore, tanto amato ed ammirato: era Carlo che di fatto lo guidava, lo proteggeva, lo seguiva negli studi. Il giorno in cui Carlo doveva presentarsi alla visita medica per il servizio militare, Alberto cercò di nascondere la cartolina precetto; <<Alberto aveva subito un grosso shock psicologico per la partenza del fratello che, sicuramente, aveva creato fragilità e insicurezza nella sua sfera psichica>>. I fenomeni non si sono più ripresentati dal giorno in cui Alberto ha saputo del ritorno a casa del fratello, ritorno favorito dal subbuglio che avevano provocato le manifestazioni psi-cinetiche. Appare chiarissimo in questo caso che l' origine psichica dell' RSPK è da far coincidere con la separazione forzata di questi due fratelli, vissuto di perdita non tollerato dall' economia psichica di Alberto. Inoltre tale vissuto abbandonico fu doppiato dall' atteggiamento della madre che nell' acme del poltergeist <<in preda allo sconforto e alla disperazione, caccia addirittura Alberto di casa ingiungendogli di non ritornare più. Il ragazzo ritorna in casa Airaldi [i vicini] con la tremenda consapevolezza che i suoi non lo vogliono più con loro>> [Brillanti, 1991].

L' angoscia di separazione, o di perdita, sembra anche essere alla base di molti fenomeni di psicocinesi spontanea [Piccinini, 1980].. Tipicamente l' agente dei fenomeni psicocinetici inconsciamente percepisce extrasensorialmente che una persona alla quale è legata da vincoli affettivi sta attraversando una situazione di grave percolo. A titolo esemplificativo citiamo un caso raccolto da Graziella Piccinini: <<Mio padre era ricoverato in ospedale per un incidente avuto dieci giorni prima. Ero in casa da sola. Ero appena entrata in soggiorno quando vidi cadere un quadro, di circa 80 per 50 cm., che raffigurava la vecchia casa paterna. Il quadro era appeso con due chiodi. Cinque minuti dopo mi telefonarono dall' ospedale per dirmi che mio padre si era improvvisamente aggravato ed era moribondo. Avvisai mio fratello e mia cognata ... e andammo di corsa all' ospedale. Arrivammo che c' era il prete per l' estrema unzione. Poi per fortuna il papà si riprese e non morì >> [Piccinini, 1980].


IL MECCANISMO DELLA PERSECUZIONE PARANOICA E LA PSICOSI

Secondo lo schema freudiano, nel delirio di persecuzione <<la persona agognata diventa il persecutore e il contenuto della fantasia di desiderio diventa il contenuto della persecuzione>> [Freud, 1911].

Ciò che appare di preferenza nel delirio è l' esaudimento di desideri, inconsci.

Per difendersi dall' amore lo psicotico non ha altro mezzo che spostare la persona e distruggere l' amore stesso convertendolo in odio, l' emozione, infatti, lo implicherebbe in un a relazione col desiderio dell' altro di cui sente tutta la carica mortifera.

Abbiamo già detto che l' RSPK ricorda molto le reazioni pantoclastiche degli psicotici, oppure anche i passaggi all' atto. Già Fodor considerò il poltergeist una manifestazione a strutturazione psicotica, sottolineando la natura persecutoria delle manifestazioni [Fodor, 1945], egli scrive: << Io le considero quali manifestazioni (...) di un grave disturbo mentale di tipo schizofrenico, e non come il prodotto di alcunché di "soprannaturale". Mi sono convinto che tali manifestazioni possono essere capite soltanto nei termini della psicologia dinamica, fondata dalle scoperte di Freud>>. [Fodor, 1948].

Nell' atto psicocinetico c' è la perdita del simbolo. L' RSPK è un passaggio all' atto psicocinetico senza la mediazione simbolica del pensiero o della parola; <<negli agenti esaminati da Roll è emerso un fattore costante. Gli agenti di poltergeist hanno normalmente scarsa attitudine all' espressione verbale>> [Rogo, 1974]; emozioni arcaiche che non si articolano nella parola, che non hanno una ricaduta eleborativa superiore, meccanismo, questo, non molto diverso dalla telepatia. Anche la telepatia è regressivamente psicotica dal momento che desimbolizza la parola per veicolare comunicazioni arcaiche di rappresentazione/affetto o immagine/emozione. In questo senso l' RSPK è un' apertura psicotica, tanto regressiva da escludere l' ordine del simbolico. L' RSPK funziona sul registro dell' onnipotenza dell' azione, tanto quanto dell' onnipotenza del pensiero.

Già Camoletto individuò le proiezioni persecutorie e paranoiche che stanno dietro al poltergeist: <<anche questi fenomeni giungono sempre dall' Altro: le pietre non partono dall' agente, ma gli arrivano dall' esterno in modo persecutorio, per lui o per i suoi familiari>>, nel poltergeist <<possiamo anche parlare di stato conflittuale e l' intento persecutorio, se è presente, soddisfa e punisce al contempo il desiderio ostile che non può essere cosciente al momento della sua realizzazione psicocinetica>> [Camoletto, 1995].

Accenniamo al fatto che addirittura nella stessa biografia di Schreber sono riportati piccoli eventi parafisici: <<Schreber lamenta un' insonnia, e descrive dei piccoli fatterelli, sui quali temo che non ci sia mai soffermati: degli scricchiolii nella parete della sua camera da letto, rumori disturbanti che gli impedivano di addormentarsi. Raps dunque, e dal contesto si deduce che la moglie doveva condividerne l' ascolto>> [Schreber, 1903 in Camoletto, 1995]. Allucinazioni di uno psicotico o psicocinesi involontaria di un noto magistrato?

Rileggeremo il noto caso, analizzato da Fodor, della signora Forbes alla luce di quest punto di vista [Fodor, 1945]. Abbiamo già detto che per Fodor il poltergeist è una manifestazione che si iscrive all' interno dei disturbi psicotici. Vari elementi che emergono dallo studio di questo caso fanno pensare che alla base della struttura psichica del soggetto focale, la signora Forbes appunto, vi siano elementi paranoidi.

Nella casa dei signori Forbes a partire dal febbraio del 1938, si manifestarono i tipici eventi dell' RSPK: esplosione e cadute di tazzine e bicchieri, spostamento nell' aria di uova, tappeti, tegami e altri oggetti. Fodor individuò immediatamente quale persona focale del poltergeist la signora Forbes che giudicò essere <<vittima di una grave dissociazione mentale>>, stimando che il fenomeno avesse origine in gravi conflitti inconsci presenti nella donna. Iniziò una prima indagine anamnestica dalla quale emerse che la donna si era sposata precocemente, a diciassette anni, senza alcuna educazione sessuale, e che tre anni prima del poltergeist aveva <<tentato di colpire suo marito alla schiena con uno scalpello, scappando in strada in vestaglia e gridando: all' assassino, al fuoco! Tutto questo indicava una repressa aggressività verso il marito>>. Più avanti Fodor scopre l' esistenza di una dinamica aggressiva, parlando di questa proiezione sul marito, al limite dell' intento omicida.

La personalità patologica della signora Forbes si era strutturata a partire da traumi e aggressioni sessuali avvenuti nella prima infanzia [Caratelli, 1993]. Il carattere distruttivo e persecutorio di gran parte della fenomenologia RSPK si poteva far risalire a conflitti inconsci irrisolti, a uno stato di estrema tensione psichica e ad aggressività verso il marito. Altre manifestazioni, come la produzione di fenomeni olfattivi paranormali, <<nonché la maggioranza degli apporti, per Fodor erano influenzate, determinate da motivazioni e desideri inconsapevoli, delle quali rappresentavano una deviazione e un' espressione simbolica>> [Caratelli, 1993].

Nandor Fodor scrive che divenne <<evidente che la Signora Forbes soffriva di un grave stato di dissociazione>>. Questo e altri aspetti della psicosi sono evidenti nel seguente stralcio di un colloquio nel quale la donna dice: <<Qualche volta sento di non essere qui, di non essere realmente viva. Sento come se fossi morta... Mi sembra come se un' altra persona avesse possesso del mio corpo. Mi si dicono spesso cose, credendo che io le sappia, mentre non le so. Dicevo spesso a mio marito, dopo la mia operazione ai reni, che non era realmente qui, che ero morta e lui non lo sapeva, che non poteva realmente udirmi.. Quando cammino spesso mi sento al di sopra del terreno, mi sento galleggiare. Sogno spesso di essere in una grande stanza piena di bare... Io cerco di destarmi e di ritornare nel mio corpo, ma non posso>>. Immediatamente dopo Fodor afferma: questa <<confessione fa pensare ad un incipiente schizofrenia della paziente>>. I sintomi psicotici sono abbastanza evidenti: vissuti di derealizzazione, alterazione dello schema corporeo, depersonalizzazione, allucinazioni uditive... Gli aspetti paranoidi sono ancora più chiari in queste parole di Fodor: vi si delinea la fantasmatica immagine del persecutore: <<Odiava suo marito per un' azione di cui egli era del tutto innocente, ed essa non sapeva di odiarlo. Nella sua prima notte di matrimonio essa gridava ... ed ebbe uno svenimento. Il suo rapporto sessuale riattivò il suo dramma di stupro, e nella confusione mentale risultante dalla mobilitazione dei vaghi orrori, del passato, essa identificò suo marito col suo primo assaltatore e ne fece l' oggetto dei suoi sentimenti di vendetta>> [Fodor, 1945].

Fodor studiò anche un altro caso di poltergeist, quello della signorina Whalen, ed anche in questo caso parlò oltre che di conflitti e frustrazione, anche di <<regressione schizofrenica... i fenomeni intorno a lei venivano ad inserirsi nella categoria di quelli schizoidi>> [Fodor, 1948].

Marianna Bolko riporta un insolito caso tedesco [Bolko, in AA.VV., 1992]. Una famiglia costituita da sei persone riferirono di percepire pizzichii, crampi e dolori di vario genere alle gambe. Possiamo parapsicologicamente considerare questo fenomeno quale l' emergenza di un' azione psicocinetica coinvolgente vie somatiche. Il probabile agente fu la madre, diagnosticabile come paranoica: <<Il delirio della signora era legato alla famiglia che abitava nell' appartamento soprastante. All' inizio si trattò solo di sospetti che ben presto si trasformarono nella sicurezza che gli abitanti dell' appartamento mandavano radiazioni elettriche nella loro casa durante la notte. Queste radiazioni erano responsabili dei dolori che provava di notte alle gambe>>. Il marito vedeva inspiegabili movimenti degli indicatori di elettricità. Nell' abitazione vi erano i due figli <<dei quali il primo con un legame molto stretto con la madre, tanto che il desiderio di andare a vivere da solo fece precipitare il vissuto delirante della madre>>. Naturalmente gli psichiatri ricondussero tutti i fatti a sindromi psicotiche, sulla scorta della macchina influenzatrice del Tausk. E' difficile dire se il caso dovesse essere di competenza del parapsicologo o dello psichiatra, o d' entrambi. Chi lavora con pazienti psichiatrici conosce bene il fatto che "eventi paranormali" costituiscono un tema ricorrente nei discorsi deliranti. Ma questo caso è rilevante per il fatto che ben sei persone, tra cui una psicologa imparentata con uno dei figli della signora, riferirono tali accadimenti paranormali.


IL SISTEMA A CONFIGURAZIONE TRIANGOLARE

Finora abbiamo visto nel campo dell' RSPK l' interazione fra un agente focale e un oggetto-l' altro: configurazioni duali. Nella mia rilettura della casistica sul poltergeist ho però anche osservato una diversa configurazione del sistema interpsichico, ove gli attori possono raffigurarsi disposti ai vertici di un triangolo. Generalmente il soggetto è una famiglia: una madre, un padre e il figlio, che di solito è in fase pre-adolescenziale. Non è importante che nella realtà esistano veramente tali persone rappresentanti la tipica famiglia nucleare, ciò che è essenziale è la posizione simbolica che assumono nella triangolazione. Infatti intendiamo con essi precise posizioni simboliche rispetto al soggetto, così ad esempio la figura paterna può essere assunta da un fratello allo stesso modo come una zia può assumere un' imago materna. Stiamo ovviamente riferendoci alla triangolazione di tipo edipico. Tale triangolo si configura a partire dalla dialettica del desiderio assunta dal soggetto focale, designato come figlio, che ha ruolo attivo nei confronti della Madre, verso la quale va il suo desiderio, aspira a esserne causa e oggetto. A tale domanda si oppone il Padre che interdice tale godimento. E' essenziale la presenza nel sistema delle reciproche relazioni delle figure simboliche: così non è essenziale che l' agente focale dell' RSPK sia cronologicamente alle prese con il suo complesso edipico, allo stesso modo la figura parentale del padre potrà essere assunta da chiunque eserciti una fantasmatica interdizione-castrazione, cosi come l' imago materna può essere assunta dall' altro, quale oggetto del desiderio.

L' emergere di una tale psicodinamica alla cui base sta una tale configurazione edipico-triangolare non è nuova nella teoresi parapsicologica, già Marie Coleman parlò, nel 1958, di un "triangolo paranormale".

Alla base di molti poltergeist vi sono sistemi di relazione che riproducono una configurazione tipicamente edipica.

Un chiarissimo esempio di RSPK alla cui base vi è una dinamica edipica è il caso di poltergeist di Roma del 1975, brillantemente studiato, e "curato", da Giorgio Salvadori [Salvadori, 1975 e 1977] con la supervisione di Emilio Servadio [Caratelli. 1993]. L' RSPK si presenta in una agiata famiglia romana costituita da: padre, medico, che seppur ginecologo non ha mai affrontato con i figli problemi di carattere sessuale creando, nel contesto familiare, <<dei tabù sui quali non si ammette in alcun modo di parlare>>; madre, donna dal carattere dominante che tiene i figli sotto un costante controllo, <<non si rende conto che sono cresciuti e li considera ancora come bambini piccoli>>; figlio maggiore che <<è un po' il "cocco" della mamma, che non riesce a nascondere il suo compiacimento e la sua predilezione per lui>>, ed infine Federico, il quindicenne agente focale, che a causa delle difficoltà nello studio ha sempre avuto bisogno di aiuti esterni, cosa che gli viene spesso rinfacciata dalla madre, la quale <<fa continui paragoni col fratello maggiore,... questa difficoltà è più una mancanza di voglia (ribellione) che una vera difficoltà>>. Federico <<chiede pochi soldi al padre, che non glieli nega mai>>, <<frequentemente, quando il padre dorme in clinica, egli ottiene il permesso di dormire nel letto con la madre, cosa che fa piacere ad entrambi, e che non avviene più per il fratello maggiore>>, <<dando così una emblematica soddisfazione alla sua non ancora superata situazione edipica>>. Dai colloqui di Salvadori con la famiglia, nei quali traspariva l' invasività materna, si era <<constatato che tutti erano convinti che la causa dei fenomeni avvenuti era da localizzarsi in Federico. Il primo ad esserne convinto era lui, e ne era piuttosto preoccupato, come se le cose stessero andando oltre l' accettabile (cioè il desiderato) e gli sfuggissero di mano>>. A questo punto, dopo aver studiato la dinamica degli eventi, Salvadori interviene con una sorta di consulenza psicanalitica familiare: <<Quando ho enunciato che la causa di tutto, più che in Federico, ritenevo fosse nel comportamento degli altri membri della famiglia nei suoi riguardi, ho destato la più ampia meraviglia. Ho allora spiegato che il disinteresse del padre nel campo educativo, aveva certo fatto nascere nel figlio un complesso di abbandono, che aveva fatto insorgere in lui il bisogno di richiamare su di sé l' attenzione degli altri. Che l' esagerato amore materno, quasi soffocante, lo aveva fatto restare ad uno stadio arretrato del suo sviluppo affettivo con le conseguenti manifestazioni ... del desiderio di dormire nel letto della madre (complesso edipico non ancora risolto), e col desiderio inconscio di dimostrare invece i suoi poteri eccezionali, anche in confronto alle migliori capacità di studio del fratello maggiore>>. L' RSPK <<si era risolto in una forma di ribellione aggressiva che aveva raggiunto lo scopo desiderato>> cioè quello di portare a soluzione i conflitti inconsci di Federico. Salvadori analizzerà anche due sogni ricorrenti del soggetto focale. Il primo: <<Mi sembra di cadere dentro un pozzo buio e non raggiungere mai il fondo, sul quale so esserci un lupo feroce che certo mi aggredirà. La cosa strana è che non ho paura della caduta, che non ha nulla di angoscioso, ma molta del lupo che mi azzannerà>>. Il secondo sogno: <<Mi sembra di percorrere una strada lunghissima e diritta, fiancheggiata da case continue, senza traverse, con un cielo plumbeo che la chiude in alto e la rende buia. In fondo alla strada vedo la Basilica di San Pietro>>. Seguono le associazioni del soggetto sul significante San Pietro: <<il Papa... massima autorità infallibile>>. Salvadori, rigorosamente freudiano, interpreta: <<Questi due sogni, pur diversi nel loro significato manifesto, si assomigliano nel loro significato profondo. Infatti appare in essi il desiderio di penetrare e percorrere un condotto lungo e oscuro, manifestazione che, pur passata al vaglio della censura, dimostra il desiderio di un rapporto sessuale. Questo rapporto viene però inibito dal divieto paterno rappresentato dal lupo che minaccia di azzannarlo (paura della castrazione) o dalla semplice visione del padre quale massima indiscussa autorità su di lui. Anche da questi sogni appare in Federico una componente erotica importante, che si tramuta in una forte aggressività, come spesso succede quando la fase edipica non è bene superata e risolta, aggressività rivolta contro la figura del padre... Nel caso di Federico questa aggressività si esplica attraverso mezzi paranormali che acquistano anche un significato di affermazione narcisistica nei riguardi del fratello maggiore che gode la stima del padre e della madre>>. L' intervento psicologico di Salvadori consisterà nel promuovere in Federico un' indipendenza affettiva dalla coppia genitoriale, il cui esito sarà l' estinzione dell' RSPK [Salvadori, 1975 e 1977].

Un tale sistema a configurazione triangolare è ad esempio quello che si può ritrovare in un caso di RSPK avvenuto a Milano nel 1989, studiato da una équipe di medici [Gagliardi, Garzia, D' Ambrosio, Margnelli e Fattore, 1990]. L' undicenne agente focale, M. G., fu sottoposto, insieme ai genitori, ad accurati ed approfonditi esami psicodiagnostici e psicofisiologici. Riportiamo qui di seguito alcuni stralci della relazione presentata sul caso. Si osserverà che la psicodinamica aggressiva dell' RSPK è connessa alla domanda di riconoscimento affettivo che M. G. rivolge alla madre, attraverso quello che gli autori individuano come la ricerca di un' identificazione positiva. L' esame psicologico dell' agente focale evidenzia la presenza di un disturbo ossessivo-compulsivo, forte aggressività verso i genitori, scarso rapporto con la realtà e rifugio nel proprio mondo fantastico interno, inoltre il soggetto << vive la coppia genitoriale in modo idealizzato: papà e mamma li vorrebbe disponibili ma li sente lontani>>. Per quanto riguarda l' ambiente familiare sono presenti: forte tensione interpersonale, ménage familiare fortemente compromesso e frammentario e l' anamnesi mette in risalto fallimenti individuali, dell' attività lavorativa individuale, della vita familiare e sentimentale delle figure parentali. <<Durante i colloqui emergerà anche che il ragazzo, non identificandosi con un padre scarsamente presente, cercherà nella madre un' identificazione, indossando i suoi vestiti, collezionando una serie di profumi, prediligendo tinte pastello. C'è una chiara richiesta rivolta alla madre di essere contenuto, le richieste alla madre sono forti, la mamma gli deve solo cose buone, solo così può crescere, ed ecco che mima i suoi atteggiamenti: uso dei profumi, dei vestiti, ma non per essere gay, solo per un' identificazione; la madre è pertanto sopraffatta da queste richieste>>. In M. G. si evidenziarono chiare ritorsioni specialmente contro il padre, <<nel corso dell' anamnesi M. G. aveva rivelato paura di un padre violento nei suoi sbalzi d' umore ed inesistente per una identificazione>> [Gagliardi, Garzia, D' Ambrosio, Margnelli e Fattori, 1990].

In questa configurazione edipico-triangolare è classificabile anche il caso della famiglia Lemerle: RSPK seguito psicoterapicamente da Djohar Si Ahmed [Si Ahmed, 1990]. In questa vicenda di poltergeist << ci troviamo davanti a un groviglio confuso di affetti e pulsioni >> retti dal desiderio edipico, e a tensioni psichiche familiari <<non elaborate a causa dell' intensità degli affetti in gioco>>. L' agente focale è il figlio maggiore dei Lemerle: Sebastien di 12 anni. La patologia familiare si struttura sul rapporto tra il ragazzo e la madre. Quest' ultima si palesa essere una donna molto depressa, con una vita sessuale inesistente, che <<da sfogo al suo sentimento, alle sue angosce e alle sue preoccupazioni d' ogni specie su Sebastien che si sente depositario e responsabile di questo enorme carico che la madre gli affida>>, <<atteggiamento della madre che fa di lui un confidente, un compagno, un sostituto del padre>>. Il padre, una figura sostanzialmente inesistente e passiva, è descritto nel suo <<stato di uomo castrato>>, disturbato dai rumori del poltergeist che gli impedivano di dormire la notte e che lo obbligavano a lasciare il letto coniugale per fare il giro della casa alla ricerca della sorgente del fracasso. Poi c'è la sorellina di 9 anni che <<trasforma in recite isteriche molti dei suoi comportamenti, del resto lei non ha ha altre soluzioni davanti ad un padre assente... e a una madre che ha instaurato una relazione così privilegiata col figlio. Relazione confermata da una massiccia e reciproca espressione di affetti>>. Per l' inconscio di Sebastien, <<schiacciato dal peso della depressione materna che deve contenere, preso tra il desiderio di morte e di restaurazione dell' immagine paterna, attanagliato ugualmente da desideri di morte, con grande fatica rimossi, nei confronti della sorella>>, la produzione dell' RSPK ha la funzione di <<impedire ogni riavvicinamento sessuale tra il padre e la madre, preso com'è da una carica di eccitazione pulsionale fortemente sollecitata dalla distanza cosi "ravvicinata" della madre nei suoi confronti>> [Si Ahmed, 1990].


COMPARAZIONE TRA MINI-GELLER E AGENTI FOCALI

Anna Maria Bononcini sottopose a test psicologici di tipo proiettivo (Rorschach, TAT, etc.) alcuni mini-geller studiati da Bersani e Martelli. I soggetti presentavano una fenomenologia mista: oltre a produrre fenomeni di torsione dei metalli (metal-bending) si trovarono coinvolti in manifestazioni di tipo RSPK [Bononcini e Martelli, 1982]. I risultati della ricerca sono tutti in accordo con le ipotesi fin qui formulate! Nel complesso i soggetti rivelarono tutti coartazione emotiva e problematiche psicologiche connesse con l' espressione dell' aggressività.

Nel caso di O.B., 18 anni, emerge chiaramente la questione del desiderio e della domanda d' amore e di riconoscimento rivolta all' altro. Il soggetto manifesta: profondi impulsi di tipo aggressivo largamente rimossi, figura materna vissuta come rigida e dominante, <<vivo spirito di opposizione nei confronti dell' ambiente ed al sentimento che, da tale ambiente, il soggetto non potrà mai essere accettato pienamente ed amato. Da qui la necessità di inibire i sentimenti di amore e di bisogno, con la conseguenza di una notevole coartazione emozionale. Siamo dell'' opinione che la paranormalità di O.B. sia un modo di rispondere alle aspettative materne, oltre che uno sfogo occasionale per l' aggressività repressa. Paranormalità come mezzo per sentirsi al centro dell' attenzione>>.

In G.D. compaiono configurazioni psicodinamiche miste connesse a frustrazioni, conflitti edipici e relazioni ambivalenti: << sul piano emotivo troviamo una personalità coartata, gelosia e spirito di emulazione nei confronti del fratello maggiore e del padre ed un forte legame ambivalente con la madre, testimonianza di un' imperfetta risoluzione del nodo edipico. Il soggetto è stato fortemente incoraggiato nel su essere paranormale dalla madre. Riteniamo che in questi caso la paranormalità possa essere almeno motivata dal forte livello di aspirazione frustrata e nel rapporto di emulazione col più brillante fratello>>.

In fine l' altro adolescente, P.G. che manifesta coartazione emozionale, basso livello di resistenza alle frustrazioni, << ricerca di contatto affettivo. Gli affetti, comunque, risultano frenati da inibizioni ed angoscia, configuratasi come angoscia di castrazione, faceva sospettare di rapporti turbati con con la figura paterna>>, a sostenere la sua paranormalità vi era un bisogno di rivalsa nei confronti del gemello, la necessità di soddisfare le altrui aspettative e <<desiderio di accontentare un padre che ha sempre fortemente stimolato il ragazzo a produrre fenomeni e a migliorare>> [Bononcini e Martelli, 1982].


NOTE NOSOLOGICHE GENERALI

In generale possiamo dire che la struttura psichica dell' agente focale può essere desunta in base alla relazione oggettuale che si instaura fra l' Io dell' agente focale e l' altro significativo del rapporto; relazione oggettuale che rinvia alla questione del desiderio. Finché siamo nell' economia di una semplice frustrazione del desiderio, oppure una triangolazione edipica, l' RSPK si configura nel campo di una reattività nevrotica ove in ultima analisi l' angoscia è sempre di castrazione. Se domina una relazione analitica associata ad angosce di perdita o di separazione possiamo essere nel quadro di un disturbo di personalità borderline. Più schiettamente se la relazione oggettuale è di tipo fusionale-simbiotico siamo nel registro di una psicosi, più specificatamente ove predomina persecuzione attraverso le difese della doppia negazione e della proiezione la struttura è paranoica.


INDICAZIONI PSICOTERAPEUTICHE PER UN INTERVENTO SULL' RSPK

"Il dialogo sembra costituire in se stesso una rinuncia all'aggressività"
(Jacques Lacan, [i]Scritti, 1966)

Dobbiamo ricordare che il poltergeist è l' espressione di un profondo disagio psicologico, e che è sintomo è di sofferenza.

Come la libido anche l' aggressività può essere sublimata, trasformata in "energia psichica" al servizio dell' Io e resa socialmente accettabile: elaborata terapeuticamente essa si manifesta allora come iniziativa, dinamismo, intraprendenza, capacità di affrontare gli ostacoli e di superarli.

Scott Rogo ritiene che un metodo sicuro per attenuare ed estinguere i disturbi poltergeist sia un intervento sulla famiglia: <<l' agente implicato può essere analogo al paziente designato nella terapia familiare e, come tale, può non essere tanto la vera sorgente della patologia, quanto piuttosto la vittima .

In un approccio di tipo sistemico l' intervento non sarà esclusivamente diretto verso un' indagine degli eventi remoti (inconsci, conflittuali...) della parapsicopatologia, bensì cercherà di comprendere cosa sta accadendo in quel dato sistema di relazioni interpersonali, indicando il modello di interazione patologico.

Fodor mostrò per primo come l' esplorazione dell' inconscio, per mezzo della tecnica psicoanalitica, e la presa di coscienza da parte dell' agente focale-paziente di taluni conflitti e desideri inconsci possa determinare una "guarigione dalla sindrome RSPK" [Caratelli, 1993]: <<debellare il fantasma attraverso una catarsi>> [Fodor, 1948].

Una psicoterapia del poltergeist, oltre ad interessare le interazioni interpersonali, dovrebbe mirare ad una soggettivazione del desiderio da parte dell' agente focale. Lo psicologo favorirebbe la scoperta del desiderio attraverso, oltre all' analisi delle dinamiche profonde scatenanti l' RSPK, con un lavoro sul sogno (come fece il Salvadori) piuttosto che l' associazione libera. Questo tipo di lavoro ha un effetto soggettivante. Il terapeuta promuove una sorta di responsabilità d' assunzione del desiderio del paziente-focus, lavoro sicuramente molto complesso poiché come abbiamo visto, il desiderare implica l' accettazione della mancanza e la presa di coscienza del riverbero metonomico della domanda, il che naturalmente rinvierebbe ulteriormente alla questione della castrazione. Un' obbiettivo della cura dovrebbe mirare ad una sovversione del soggetto, agevolando nel paziente l' assunzione di un ruolo in cui vi si reperisca quale soggetto cosciente del desiderio.

Nell' RSPK vi è un desiderio che non passa nell' ordine simbolico della domanda, che lega i due membri, soggetto focale e persona-oggetto focale, fra i quali il veicolo è un' arcaica onnipotenza dell' azione. Una possibile funzione del terapeuta potrebbe proprio essere quella di assumere una posizione di terzo simbolizzante, rompendo la diade, triangolizzando la relazione, introducendo il veicolo della parola, spostando ed articolando il desiderio, in particolare normalizzando situazioni più gravi di sistemi psicotici desimbolizzati.

[Chi fosse interessato alla bibliografia può richederla all'indirizzo di posta elettronica di Metapsichica]


[u]RIASSUNTO

L' articolo segue l' indirizzo psicanalitico che, partendo dal sintomo manifesto, giunge all' individuazione del movente inconscio, pervenendo alla costruzione di un modello psicodinamico sulle cause psicologiche che stanno alla base della "sindrome RSPK" (o poltergeist).Particolare attenzione viene posta sull' agente focale inserito nel suo sistema di relazioni interpersonali, dato che l' RSPK non si presenta tanto come evento paranormale in se, ma come un sistema di rapporti patologici. La tesi sostenuta è che dietro ad ogni manifestazione RSPK è presente un desiderio inconscio dell' agente focale. Si individuano alcune cause psicologiche del poltergeist inserite in configurazioni sistemiche. L' RSPK è causato dal fatto che qualcuno ha frustrato l' agente (o più in generale egli sente le limitazioni imposte dall' ambiente) e reagisce a tali frustrazioni con intenti aggressivi espressi tramite la PK. Tale meccanismo rivela che l' aggressività è solamente una formazione reattiva prodotta dalla frustrazione di qualcosa di molto preciso: il desiderio. L' aggressività psicocinetica sorge quando l' agente focale si vede rifiutare il soddisfacimento di una domanda pulsionale, o quando vi è un mancato riconoscimento del suo desiderio: la meta dell' agente focale è sempre quella di essere riconosciuto come l' oggetto del desiderio dell' altro. In altri casi l' agente focale instaura una relazione di tipo ambivalente, in un contemporaneo sentimento di odio e amore; altra causa è l' angoscia di separazione, vissuta dall' agente come un vissuto di abbandono; inversione affettiva dei meccanismi paranoici. Infine vi può essere una dinamica edipica nella quale ad un investimento libidico su una figura materna si oppone l' interdizione di una figura paterna.L' articolo si conclude con l' esposizione di alcune indicazioni psicoterapeutica per un intervento sull' RSPK: promuovere una sublimazione dell' aggressività trasformandola in energia socialmente accettabile al servizio dell' Io; comprendere le dinamiche interpersonali patologiche; reperire il senso inconscio della manifestazione, elaborando i complessi; infine il terapeuta dovrebbe mirare ad una soggettivazione e ad una responsabilità d' assunzione del desiderio da parte dell' agente focale.

Dal sito http://www.metapsichica.it/

Tomás de Torquemada
03-12-07, 14:19
Nonnina 80enne dagli Urali vittima del Poltergeist

Gli abitanti di un piccolo villaggio negli Urali chiamato Verhnyje Kliuci, nella regione di Kurgan, sono stati testimoni di un caso allucinante di Poltergeist costato la vita ad un'anziana donna di 80 anni nonche' ferite di vario genere al sindaco, ad un poliziotto e a due medici giunti in soccorso.

Come raccontato dal direttore del centro di ricerche di fenomeni anomali degli Urali, Dmitrij Volobuiev, l'autunno scorso uno spirito maligno, che in questo caso viene definito col nome di "Poltergeist", si e' insediato nella modesta casetta di legno di una vecchietta di 80 anni iniziando letteralmente a tormentarla rovesciandole addosso acqua dal tetto, spaccando i piatti, riversando sul pavimento gli utensili domestici e divertendosi inoltre a fulminare in continuazione le lampadine, costringendo cosi' l'anziana donna a vivere permanentemente al buio.

Ma piu' di tutto, lo spirito maligno si divertiva a sgretolare le pareti interne dell'abitazione della vecchietta, la quale da parte sua era impegnata in continuazione a fare le pulizie di casa e a portare in strada i cocci, facendo fatica a dormire un paio d'ore al giorno. E cosi' il sindaco del villaggio decise di far trasferire la povera donna in un'altra casa, andandola a prelevare di persona accompagnato da un agente di polizia.

Ma una volta entrati nella casetta di nonna Tasia, il nome della vecchietta in questione, lo spirito si e' letteralmente scatenato iniziando a gettare loro addosso pezzi di intonaco oltre che a cocci di vetro. "Ci ho rimesso due bei bernoccoli in testa", ha poi dichiarato a proposito Anatolij Galuncikov, sindaco di Verhnyje Kliuci, mentre l'agente di polizia locale Aleksandr Cernoskutovyj ed il medico Ivan Cekan hanno entrambi rischiato la vita dal momento che dei cocci di vetro per un niente non li hanno colpiti alla gola.


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Veduta dei monti Urali - Immagine tratta dal sito http://farm1.static.flickr.com/

Ma purtroppo le disgrazie non sono finite qui, dal momento che lo spirito ha seguito la vecchietta anche dopo che quest'ultima era stata trasferita nella sua nuova abitazione. E questa volta a farne le spese e' stata la dottoressa Natalja Pshenyzina, colpita al capo da pezzi di intonaco cadutigli addosso da una delle pareti nel momento in cui stava visitando la nonnina, che da parte sua e' deceduta un paio di giorni dopo.

A Verhnyje Kliuci si sono cosi' recati gli specialisti del centro di ricerche di fenomeni anomali degli Urali, i quali pero' non sono stati in grado di condurre una soddisfacente ricerca sull'accaduto. Racconta Dmitrij Volobuev: " Nell'effettuare un'ispezione all'abitazione, e fra di noi c'era anche un esperto criminalista, siamo giunti alla conclusione che effettivamente si e' trattato di un caso di attivita' paranormale. Ne siamo sicuri quasi al 100%, sebbene la nostra indagine non sia ancora stata completata, - ha dichiarato lo specialista. - Ci mancano le testimonianze del pronipote della vecchietta che abitava con lei e che e' stato piu' volte testimone diretto di quanto accaduto. Chissa' per quale ragione lo spirito non l'ha nemmeno toccato. E' assai probabile che sia stato proprio lui ad attirare lo spirito nella casa della bisnonna".

Vale la pena notare a questo proposito che alla luce di quanto accaduto, il villaggio di Verhnyje Kliuci e' diventato luogo di pellegrinaggio non solo da parte di studiosi di fenomeni anomali ma anche di giornalisti. Infatti, come dichiarato dall'amministrazione locale, la settimana scorsa e' giunta sul posto una troupe televisiva da Mosca, mentre prossimamente e' attesa una vera e propria invasione di massa da parte di corrispondenti di mass-media degli Urali.

http://italia.pravda.ru/science/5523-0/
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Dal sito http://italia.pravda.ru/