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Visualizza Versione Completa : 270 bis - Non Nobis Domine



Gianmario
09-04-02, 19:56
NON NOBIS DOMINE



Brucia Jacques de Molay

sull'isola dei giudei

e bruciano i suoi compagni

per sempre accanto a lui

sul trono di Mammona

la Tiara e la Corona

bruciano sui bracieri

i santi cavalieri

Perché la sola croce

che accettiamo di portare

è questa nostra spada

infissa sull'altare

Jacques de Molay

adesso come ieri

non tremano sui bracieri

i tuoi santi cavalieri

E dopo tanti anni

la storia è sempre uguale

le loro voci cantano

cullate dal maestrale

E io scruto l'orizzonte

ogni giorno per vedere

gonfiarsi dei mantelli

con le loro insegne nere

Perché la sola croce

che accettiamo di portare

è questa nostra spada

infissa sull'altare

Jacques de Molay

adesso come ieri

non tremano sui bracieri

i tuoi santi cavalieri

Non nobis, non nobis Domine

sed nomine tuo da gloriam

Gianmario
09-04-02, 19:57
http://www.270bis.com/Jacques%20de%20Molay%20tondo%20grigio.jpg

Ogni volta che Marcello capita a Parigi non manca di passare sull’isolotto della Senna dove è stato bruciato l’ultimo Gran Maestro dei Templari, Jacques de Molay. Il posto lo ha scoperto per caso passeggiando senza meta (cosa che Parigi invita a fare). C’è una piccola lapide seminascosta sotto un ponte con una dicitura molto semplice e il luogo dà un grande senso di pace. Ci hanno chiesto in parecchi delle indicazioni più precise… ma queste cose è bene cercarsele e trovarsele da soli.

Gianmario
09-04-02, 19:58
Storia dei Templari



Correva l'anno 1099. Si era appena conclusa la Prima Crociata, il primo capitolo di un fenomeno storico che, a prescindere dalle interpretazioni più o meno di parte che i vari storici ne danno, evidenziò il conflitto tra due diverse culture: quella cristiana e quella musulmana. Con la caduta di Gerusalemme, si concluse quel pellegrinaggio armato voluto dal Papa Urbano II° al concilio di Clermont-Ferrand, nel 1095. La maggior parte di coloro che vi avevano partecipato, cavalieri, nobili, o semplici viandanti, fece ritorno in Europa, lasciando così sguarniti di uomini e di mezzi i fragili regni cristiani appena sorti in Terrasanta; questi, circondati da nazioni ostili e potenti, si trovarono fin da subito in netto svantaggio e tutto faceva presagire una rapida "reconquista" araba del Santo Sepolcro. Fu allora - dicono i cronisti dell'epoca - che un gruppetto di nove cavalieri, tutti piccoli feudatari francesi, scelse di rimanere in Palestina per difendere dai predoni i pellegrini che continuavano ad affluire in Medio Oriente. Vivevano secondo la Regola di San Benedetto (castità, povertà e obbedienza), ma si dedicavano anche all'arte militare: li capitanava Ugo de Payns, futuro primo Maestro (o Gran Maestro) dell'Ordine Templare.

Le voci su di loro si sparsero, sia in Palestina che in Europa. Era il 1118 e il Re Baldovino di Gerusalemme concesse fin dall'inizio privilegi e sovvenzioni; anche il Papa Onorio II°, vinta un'iniziale diffidenza verso questi monaci guerrieri (in quanto dediti alla contemplazione così come alla violenza), scelse, grazie anche all'appoggio di San Bernardo, Abate di Clairvaux, di dare il suo benestare: riconobbe formalmente l'Ordine, e da quel momento i "Pauperes Milites Christi" ricevettero donazioni in denaro e in terre da ogni parte d'Europa. Stabilito il loro quartier generale a Gerusalemme, in prossimità dei resti della Spianata del Tempio di Salomone (da qui il nome), i Templari crebbero in numero e potere, giungendo a farsi carico della difesa dei regni latini d'Outremer.

Nel giro di pochi anni, in seguito alle generosissime donazioni, sorsero in tutta Europa le commende, ovvero case, monasteri, caserme, cimiteri e fattorie di proprietà dell'Ordine, presenti in ogni località degna di nota e soprattutto sulle vie dei pellegrinaggi. Erano centri di reclutamento di nuovi membri da inviare in Palestina, e servivano anche per sostenere le campagne militari. Ancora oggi si trovano facilmente le tracce di queste "filiali": chi di voi è stato in Costa Azzurra, ad esempio, avrà forse notato come ogni paesino abbia la sua "Rue des Templières", nel luogo in cui anticamente sorgeva una chiesa o una caserma dell'Ordine; non parliamo poi di Parigi, dove ancora oggi la "Rue Vieille du Temple" segnala il sito in cui si trovava la Casa Madre Europea dell'Ordine. In zone più vicine a noi, nel primo isolato di Via Po a Torino sorgeva una Chiesa Templare, e tuttora è possibile visitarne una sita poco lontano, a Moncalieri.

Altro punto a favore dei Templari, oltre alla capillare diffusione delle loro commende, fu l'abilità diplomatica: stabilirono rapporti bilaterali con i Turchi, con gli Arabi e persino con la potentissima setta sciita degli Assassini del Vecchio della Montagna (da cui riscuotevano una decima!). Possedevano inoltre una fitta rete di agenti segreti infiltrati sia nel mondo islamico che in Europa.

Alla fine del XII secolo la potenza dei Templari raggiunse il suo apice: divenuti un esercito d'élite, temutissimo dai Musulmani, ma soprattutto una vera e propria potenza politica ed economica in grado di rivaleggiare con nazioni come la Francia (a cui, nel secolo successivo, prestarono forti somme), essi vennero gradualmente perdendo quella funzione militare che li aveva resi famosi, complici anche i risultati disastrosi delle ultime crociate, a cui l'Europa partecipava con sempre più scarsa convinzione. Alla fine del XIII secolo il XXIII° Maestro dell'Ordine, Jacques de Molay, trasferì il tesoro del Tempio da Cipro a Parigi, dove lui stesso si insediò. Fu l'inizio della rovina. La ricchezza e il potere dell'Ordine, col tempo, avevano incominciato a venire visti di mal occhio dai potentati dell'epoca, che sentivano il loro potere personale sminuito dai molti privilegi del Tempio (si noti che dal 1139, grazie ad una Bolla Pontificia promulgata da Innocenzo III°, l'Ordine aveva diritto di riscuotere le decime nel proprio territorio, e nulla doveva in tasse al Re o al Pontefice; i Templari erano inoltre giudicabili solo da tribunali ecclesiastici...).

In breve tempo la situazione precipitò: il Re di Francia Filippo il Bello, coadiuvato dal Primo Ministro Guglielmo di Nogaret, dopo un'astuta campagna denigratoria contro il Tempio fece arrestare nella notte del 13 Ottobre 1307 tutti i Templari presenti nel suo regno, e tra questi lo stesso Gran Maestro Molay. Riuscendo poi a manipolare l'inizialmente riluttante Pontefice Clemente V (da lui appoggiato nell'elezione), Re Filippo estese l'arresto a tutta l'Europa. Ciò sdegnò enormemente l'opinione pubblica (e persino Dante! Pg XX, 91-96) tanto più che le motivazioni dell'arresto, pur essendo infamanti (eresia, sodomia, demonismo, connivenza con gli infedeli...) non erano corroborate da alcuna prova. Ma l'arresto avvenne ugualmente e, sotto tortura, alcuni "confessarono". Tuttavia il Papa cercò di creare una difesa per i Templari, ma Filippo il Bello ottenne dall'Università di Parigi (Universitas Magistrorum, e come tale soggetta al potere temporale del Re e facilmente manipolabile) una sentenza che indicava colpevoli chi difendesse i Cavalieri. Così 54 Cavalieri vennero arsi vivi su un'isola della Senna (L'isola dei giudei) e due dei quattro avvocati difensori "sparirono" misteriosamente. Il Papa, prima di sciogliere l'Ordine, aveva nuovamente tentennato, infine cedendo alle pressioni del Re di Francia. L'inevitabile risultato fu la salita al rogo, il 19 Marzo del 1314, dell'ultimo Gran Maestro, Jacques de Molay, e di molti Notabili, tra cui il Gran Precettore di Normandia Charnais (discendente, pare, di un altro templare omonimo che secondo fonti attendibili trasportò in Europa la Sacra Sindone, ma questa è un'altra storia...). Filippo il Bello, nonostante i modi particolarmente "disinvolti", l'ebbe dunque vinta su tutti i fronti: riuscì a liberarsi dell'influenza politica e dai debiti monetari contratti con il Tempio, giungendo perfino a salvare la Francia dalla bancarotta rimpinguendo i forzieri del regno con il tesoro sottratto ai Cavalieri!

Praetorianus57
26-08-08, 03:57
Dove si può scaricare la canzone?