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Visualizza Versione Completa : Che c'entra il neopaganesimo con la New Age? Ecco che ne pensano gli ortodossi



Ichthys
09-04-02, 23:10
Che ne sia parte integrante!
Ma se la New Age è una strana e contraddittoria spiritualità sincretista e MULTIETNICA, che diavolo c'entra col neopaganesimo che rivendica il ruolo di recupero di una tradizione spirituale ETNICA?
Si può dire tutto quello che si vuole sul neopaganesimo, meno che sia un prodotto New Age!

Mjollnir
09-04-02, 23:13
Ichtys, mi sembra che - almeno in questo luogo comune propagandistico - gli ortodossi siano accomunati ai cattolici tradizionalisti...

Ichthys
11-04-02, 00:31
Ho paura che invece gli ortodossi abbiano i paraocci molto più grossi di quelli dei cattolici.
Non so nemmeno se rappresentano a pieno la vera ortodossia considerando che, se ho ben capito, prendono le distanze dalla chiesa greca (che riconosco come unica vera chiesa ortodossa) e dal patriarcato di Costantinopoli, per accostarsi di più a quella russa, una chiesa ipocrita, aggressiva e falsa nei propositi.

Mjollnir
11-04-02, 02:44
Al di là di questo, non ho capito una cosa: voi cristiani-gnostici puntate ad una riunificazione con la chiesa ortodossa? Ad un avvicinamento ? Ad un assorbimento ? Insomma, come mai questo interesse ?

Ichthys
11-04-02, 23:20
No, no, per quanto ci riguarda la Chiesa può continuare ad esistere tranquillamente in Europa nelle forme che conosciamo, è pur sempre un elemento che dovrebbe frenare - per quanto possibile - l'avanzata dell'Islam.
Non vogliamo alcuna assimilazione, vogliamo essere una elite, vogliamo essere i "pochi", il proselitismo non può essere utile in questo senso... il passaggio allo gnosticismo deve essere spontaneo e non indotto, ma perché lo gnosticismo sopravviva occorra che non si estingua o non si corrompa ancor più gravemente il cristianesimo in Europa, per questo appoggiamo i cattolici tradizionalisti nella lotta contro l'intromissione di fedi allogene (ma anche contro certe prese di posizione materialistiche e presunte progressiste) che nulla hanno a che vedere con quelle culture che hanno forgiato l'Europa... e questo vale anche per i cosiddetti neopagani.
È proprio vero, è stato detto che lo gnosticismo è un sistema a cavallo tra monoteismo cristiano e paganesimo politeista!

Mjollnir
11-04-02, 23:39
Ma, Ichtys, non vedo perche' scegliere deliberatamente di rimanere vincolati ad una forma nata nel contesto del confronto-scontro col cristianesimo nascente. Perche' tenere in vita artificialmente una forma come il cattolicesimo tradizionalista, ormai non + in grado di esprimere la ricerca del sacro degli Europei. Non sarebbe + adeguato e conforme al vero tornare ad una dottrina sapienziale-filosofica di autoperfezionamento e conoscenza del divino ? Io vedo lo gnosticismo come uno strumento, + che come un fine in se'.

vescovosilvano
12-04-02, 00:02
Intervengo solo per perecisare quanto segue:
il sottoscritto ed il MOnastero di san serafino a cui fa capo l'Ente Morale rappresentativo in Italia degli Ortodossi Tradizionali ossia l'"Associazione dei Cristiani Ortodossi in Italia - Giurisdizioni Tradizionali" Ente Morale di Culto e Religione, riconosciuto con D.P,R. del 14/01/1998 non appartengono alla Chiesa Russa Patriarcale.

Noi ci identifichioamo col Sinodo greco "dei resistenti" ton enistamenon, di cui è Primate il Metropolita Cipriano di Oropòs e Filì. Questo Sinodo ha rotto la Comunione con la Chiesa Ufficiale di Grecia quando questa - a seguito del Patriarcato di Costantinopoli allora capeggiato dal massone Melezio Metaxakis, introduse nel 1924 il Calendario Gregoriano per le feste fisse.
La impossibilità di ristabilire la comunione venne riaffermata dopo l'ingresso del Patriarcato nem "Movimento Ecumenico" da noi giudicato un tradimento del principio dell'"Unica Santa Cattolica ed Apostolica Chiesa".
Il nostro Sinodo è in piena Comunione con gli altri Sinodi che hanno la nostra stessa ecclesiologia (maggiori informazioni sul sito del Monastero ortodosso di San serafino di sarov e sul sito "Orthodoxia") ossia il Sinodo della Chiesa Rumena di Vecchio stile di cui è primate il Metropolita-Arcivescovo Vlasie di Statiloara, la Chiesa Bulgara di vecchio Stile di cui è Primate il vescovo Fozio di Triadiza, e la Chiesa Russa all'Estero (ROCOR) di cui è Primate il Metropolita Lauro di Siracusa e della Santa Triade.

La nostra posizione è chbiara e riassunta nelle "Tesi Ecclesiologiche dei Resistenti Ortodossi" che si possono reperire nei siti suddetti.
Quanto al Patrircato di Mosca basta vedere i miei interventi sul forum del sito Orthodosia, per capire cosa ne pensiamo.

Ichthys
12-04-02, 00:48
Originally posted by silvano
Intervengo solo per perecisare quanto segue:
il sottoscritto ed il MOnastero di san serafino a cui fa capo l'Ente Morale rappresentativo in Italia degli Ortodossi Tradizionali ossia l'"Associazione dei Cristiani Ortodossi in Italia - Giurisdizioni Tradizionali" Ente Morale di Culto e Religione, riconosciuto con D.P,R. del 14/01/1998 non appartengono alla Chiesa Russa Patriarcale.


Meno male... la Chiesa Russa non me la racconta giusta!

Ichthys
12-04-02, 00:54
Originally posted by Mjollnir
Ma, Ichtys, non vedo perche' scegliere deliberatamente di rimanere vincolati ad una forma nata nel contesto del confronto-scontro col cristianesimo nascente. Perche' tenere in vita artificialmente una forma come il cattolicesimo tradizionalista, ormai non + in grado di esprimere la ricerca del sacro degli Europei. Non sarebbe + adeguato e conforme al vero tornare ad una dottrina sapienziale-filosofica di autoperfezionamento e conoscenza del divino ? Io vedo lo gnosticismo come uno strumento, + che come un fine in se'.

Ma io volevo dire proprio questo: che la Chiesa tradizionale serve in ogni caso in quanto svolge il ruolo di una specie "tirocinio" da cui possono emergere nuovi gnostici come reazione all'incapacità della Chiesa stessa di spiegare certi aspetti della vita e lo gnosticismo non è infatti un punto di arrivo, ma la tappa e l'inizio per una "nuova partenza".

vescovosilvano
12-04-02, 15:27
Il cristianesimo, cari amici, non è una palestra dove si fa autoperfezionamento ma il luogo della Chiesa, mistero primordiale nel quale l'uomo incontra il dono della Grazia divina a cui risponde con la sua libertà.
Da questo incontro "sponsale" nasce la nostra deificazione in cui consiste la vera salvezza.
La Chiesa quindi non è il luogo ove uomini orgogliosi si "autoperfezionano" ma dove Dio Padre, in Cristo, attraverso il Santo Spirito, perfeziona l'uomo che vuole liberamente lasciarsi condurre alla perfezione in una sinergia dell'incontro interpersonale.
Se quindi nella Chiesa ci sono di questi orgogliosi è forse bene che se ne vadano, perchè quando si sono rivelati tali, come gli eretici, la Chiesa li ha posti-fuori (ana-tema).

Mjollnir
12-04-02, 23:33
Originally posted by Ichthys


Ma io volevo dire proprio questo: che la Chiesa tradizionale serve in ogni caso in quanto svolge il ruolo di una specie "tirocinio" da cui possono emergere nuovi gnostici come reazione all'incapacità della Chiesa stessa di spiegare certi aspetti della vita e lo gnosticismo non è infatti un punto di arrivo, ma la tappa e l'inizio per una "nuova partenza".

Allora d'accordo sul carattere di transitorieta'. Ma la Chiesa cattolica puo' essere un pto di partenza valido ? O comunque l'unico ?

vescovosilvano
12-04-02, 23:52
"cui possono emergere nuovi gnostici come reazione all'incapacità della Chiesa stessa di spiegare certi aspetti della vita "

Così l'amico gnostico.
Quello che gli gnostici non avevano capito nel II secolo e non capiscono nel XXI è che la Chiesa, oltre che non essere unma palestra di autorealizzazione spirituale, egoistica o (per usare un termine preso a prestito dallla psicologhia e insieme dal mito) narcisista, ma non è nemmeno il "luogo della spiegazione": è il luogo del disvelarsi dell'ineffabile, è il luogo ove si può compiere il paradosso dell'esperire l'ineffabile Dio, toccare l'irraggiungibile, attravisto la possibilità di rendere costantemente presente il Mystero di Cristo, attraverso la presenza dello Spirito nelle azioni sacre ove si disvela e si vela contemporaneamente l'energia vivificante.
Vieni e vedi, - fu detto nel Vangelo, ebbene l'esperienza della Chiesa è qualcosa "che comprender non la può chi nion la prova".

E' impossibile dire qualcosa della Chiesa da fuori della Chiesa.
Almeno questo è il sentire che di se ha la Chiesa Ortodossa.

Ichthys
12-04-02, 23:53
Originally posted by Mjollnir


Allora d'accordo sul carattere di transitorieta'. Ma la Chiesa cattolica puo' essere un pto di partenza valido ? O comunque l'unico ?

Direi il cristianesimo in genere... in Italia abbiamo a dispozione un cristianesimo nella sua forma cattolico-romana.

A Silvano
Se un uomo appare orgoglioso non lo è in quanto è orgoglioso di essere uomo di carne ed ossa (questo è l'orgoglio deleterio), ma in quanto figlio di Dio. Essere orgogliosi di riconoscersi come uomini che aspirano davvero di ritornare al Padre è un fatto qualificante e non squalificante. Nè ci si può accusare di mancanza di umiltà: non abbiamo infatti chiese sontuose, nè anelli alle dita, ne complicati copricapi... solo lo stare in disparte.
Chi non ha avuto nulla dalla vita, chi si è visto tutto contro, chi ha avuto i desideri frustrati, chi è destinato alla solitudine, chi soffre per malattie croniche, etc. tutte queste persone, per un motivo o per l'altro, non possono che diventare gnostiche se vogliono evitare di sfociare nell'ateismo a sentire le mezze risposte della Chiesa.
La religione che svilisce l'uomo e lo fa apparire come un burattino nelle mani di un burattinaio non è una religione valida.

vescovosilvano
13-04-02, 01:23
Mio caro amico,
sento molto dolore nella tuanultima lettera. Pregherò per te sprando che il tuo orgoglio non ti spinga a rifiutare una preghiera.
Hai ragione quando dici che una religione di burattini e burattinaio è da repingere.
Il problema è che la nostra Santa Chiesa Ortodossa non è tale.
Noi Ortodossi italiano siamo in disparte quanto te, non abbiamo nè Chiese sontuose, ....
rifletti a quello che dici.
Con amicizia.

Ichthys
13-04-02, 23:15
Originally posted by silvano
Mio caro amico,
sento molto dolore nella tuanultima lettera. Pregherò per te sprando che il tuo orgoglio non ti spinga a rifiutare una preghiera.
...

Io medito molto.

Hai visto il simbolo di questo forum? Si tratta di un simbolo runico in comune coi tradizionalisti indoeuropeisti (neopagani) chiamato anche "runa del cigno". Esso rappresenta l'uomo cosmico, l'uomo interiore, lo slancio verso l'alto.

http://digilander.iol.it/sam9999/rune/immagini/runa15.gif

Dal punto di vista gnostico rappresenta in particolare lo slancio verso Dio, l'uomo stilizzato con le braccia in alto, il desiderio di ascesa ugualmente simbolizzata dalle slanciate cattedrali gotiche con le loro guglie appuntite, coi loro archi rampanti e volte ogivali.

Questo slancio è come una preghiera, senza tale slancio le preghiere imparate a memoria non servono a nulla.

Cordialmente.

vescovosilvano
13-04-02, 23:38
Non so sei corretta l'interpretazione di quel simbolo, certo è corretto pensare che noi non abbiamo qui la nostra dimora. Il tendere in alto fa parte della nostra più profonda natura. E forse ce ne accorgiamo proprio quando scendiamo più in basso a causa del peccato.
Le cattedrali gotiche esprimo uno slancio in alto.
Devo dire che preferisco la dimensione più quieta delle Basiliche paleocristiane, in San Clemente o in Santa Maria in Coskmedin mi trovo meglio che a Chartres. Nella mia piccola chiesetta affrescata alla maniera ortodossa e piena di icone ma semplice e calda mi trovo ancora meglio e la tensione in alto è data da una bellissima Platitera ton ouranon (La più amplia dei cieli) nel catino dell'abside, ove il Bambino eterno, accolto nel suo grembo come in un trono, chiama chi prega con il gesto episcopale di benedire con le due mani che insieme benedicono ed accolgono.
Anch'io medito molto. Ma alla fine spero che Dio mi dia la grazia di dissolvere la mia meditazione in fiducia e che - come un bambino in braccio a ssua madre, secondo le parole di David, possa riposare, quieto, in Lui.
Lo auguro anche a te.

nadda
14-04-02, 01:05
Ne abbiamo già discusso altrove ma mi pare che per Ichtys il pungolo della ricerca sia il dolore ed il dolore ingiustificabile da teodicee più offensive del dolore stesso. In tal senso lo gnosticismo si propone come "terapia" non al dolore che reputa insuperabile e costitutivo la struttura stessa del creato quanto alla sofferenza psicologica che esso provoca, una sorta di effetto di reduplicazione del dolore, e che esso cerca di contrastare con un procedimento di discreazione, di ritrazione, di negazione della carne e delle passioni che essa ospita. Non a caso le sue teorie sono state studiate con interesse - certo un po' decontestualizzate - da psicologi e psicanalisti autorevolissimi in quanto forma di razionalizzione del dolore, di accettazione dell'"ombra" che ci accompagna. Paradossalmente, affermando un dualismo ontologico la gnosi diviene esercizio consolatorio impossibile per un cristiano che tenti alla luce della "sola" ragione di venire a capo della contemporanea affermazione della bontà del creato e dell'onnipotenza di Dio. Alla luce della Croce non certo banalizzata come adorazione della sofferenza - bisogna leggere la croce attraverso Cristo e non Cristo attraverso la croce - si può forse intuire un nesso ed una reciproca illuminazione tra la situazione di abban-dono di una creazione lasciata essere in un'apparente solitudine ed insensatezza, in quella "gettatezza" che Heidegger - lettore anch'egli dello gnosticismo - rinviene come caratteristica dell'ente (che sporge sull'abisso del nulla come assente presenza, orizzonte muto ed inquietante che pure ne rende possibile l'apparire ed il problematizzare), e l'abban-dono del Cristo sulla Croce, il fare propria, l'assumere e "metabolizzare" quel "nulla" della libertà deviata della creatura, la sua possibilità di negarsi alla comunione deificante - che pure ha in Dio la sua remota origine e dunque non teodicea ma assunzione piena da parte di Dio del rischio e della responsabilità della crezione e dei suoi mali - "nulla" di una libertà deviata assunto e riportato in seno a quel Nulla (è anche un nome della divinità gnostica vero?), quella kenosis, quello svuotamento di sè nel seno del Padre costitutivo la sua più profonda identità nello Spirito e come Spirito.