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Visualizza Versione Completa : Enver Hoxha Tungjatjeta!!



Tovarish
10-04-02, 18:09
TRATTI BIOGRAFICI DI ENVER HOXHA

Enver Hoxha nacque ad Argirocastro, nel sud dell'Albania il 16 Ottobre 1908; suo padre era un modesto impiegato, per parecchi anni emigrante in America, sua madre una casalinga. Grande influenza sulla crescita spirituale di Enver Hoxha fu esercitata da suo zio Hyen Hoxha, un uomo che per quel periodo può essere definito rivoluzionario, rappresentò Argirocastro il 28/11/1912 all'atto di proclamazione dell'indipendenza d'Albania, firmando un documento che consacrava la volontà del popolo albanese a liberarsi dal gioco dell'impero turco, più tardi anche l'atteggiamento ostile contro il regime reazionario di re Zog, ebbero un ruolo fondamentale per la formazione delle idee politiche di Enver Hoxha. Nella sua città respirava aria di protesta contro un governo repressivo che culminò con la rivoluzione democratica del 1924. Finita la scuola elementare frequentò il liceo di Argirocastro. A 16 anni era già tra i primi iniziatori e anche segretario della società degli Studenti di Argirocastro permeata di spirito democratico-rivoluzionario. Capeggiò la protesta degli studenti progressisti quando la sede fu chiusa dal governo dopo un anno. Lascia Argirocastro per trasferirsi a Korça dove continuò gli studi nel liceo francese. Qui conobbe la storia, la letteratura e la filosofia francese. In questa città lesse per la prima volta il "Manifesto del Partito Comunista" datogli da un lavoratore di nome Koçi Bako e in questo periodo conobbe per la prima volta la Rivoluzione Socialista d'Ottobre, tutto ciò con le idee della rivoluzione francese che entusiasmarono Enver Hoxha ne determinarono lo sviluppo culturale e le sue tendenze politiche. Nell'estate del 1930 terminò con ottimi risultati gli studi nel liceo di Korça, nello stesso anno vinse una borsa di studio per frequentare la facoltà di scienze naturali a Montepellier in Francia. Era nei suoi desideri studiare la filosofia o la giurisprudenza. Qui segue le lezioni e le conferenze dell'Associazione dei Lavoratori organizzate dal Partito Comunista Francese. Dopo un anno non avendo grande interesse per la biologia lascia Montepellier per andare a Parigi, sperando di continuare lì gli studi universitari. Frequenta i corsi della facoltà di filosofia della Sorbona e gli ambienti marxisti della capitale francese, collabora con "L'Umanitè" scrive alcuni articoli sulla situazione dell'Albania. Qui ha modo di studiare il "Capitale" di Marx e "L'Antidyring" di Engels. Per questi motivi nel Novembre del 1933 gli viene negata la borsa di studio dal governo di Zogu. Per problemi economici e grazie all'aiuto di alcuni amici albanesi va' a Bruxelles, dove trova lavoro nel consolato albanese. Frequenta i corsi universitari della facoltà di giurisprudenza, qui amplia e arricchisce ancora di più le proprie conoscenze sulla letteratura marxista-leninista. Ben presto fu licenziato, perché il console scoprì, attraverso gli agenti di Zogu, che il suo impiegato depositava nell'ufficio materiali e libri rivoluzionari. In quel periodo studiava in Francia e lavorava in Belgio, frequentando anche l'università di Bruxelles. Rimasto senza lavoro e senza soldi non potendo finire gli studi universitari Enver Hoxha l'estate del 1936 ritorna definitivamente in Albania. Trascorre un breve periodo di tempo nella sua città di nascita, si rilaccia ai comunisti albanesi, nel luglio del 1936 conosce Alì Kelmendi comunista albanese, ha contatti con il gruppo comunista di Korça, che era il più solido e organizzato del movimento. Ritorna a Korça come insegnante nel liceo francese. Il 7 Aprile del 1939 l'Italia occupa l'Albania. Per le sue idee apertamente rivoluzionarie e antifasciste viene licenziato. Lascia Korça, va' a Tirana, capitale dell'Albania il 29 Novembre del '39. Qui lavora per un po' di tempo come professore part-time nel Ginnasio Statale, venne nuovamente licenziato perché ormai noto comunista. Con l'aiuto di alcuni amici apre un piccolo negozio, che divenne una copertura per la sua attività clandestina. Si mette in contatto con molti membri dei vari gruppi comunisti, con quello di Scutari, con quello dei Giovani di Korça et. In collaborazione con i militanti comunisti di questi gruppi lavora attivamente per l'unificazione del disperso movimento comunista, col fermo proposito di creare un unico partito comunista. L'8 Novembre del 1941 fu fondato il Partito Comunista Albanese ed Enver Hoxha che aveva avuto un ruolo importante e decisivo fu eletto tra i sette membri del Comitato Centrale provvisorio. Secondo la decisione della riunione, non fu eletto alcun segretario o presidente. Ben presto Enver Hoxha si mette in rilievo come il vero leader del partito. Svolse una intensa attività per l'organizzazione del partito a Tirana e nelle diverse città e regioni dell'Albania . Lui era l'inspiratore principale della vita politica del partito, che consisteva nell'organizzazione della lotta armata attraverso un fronte unico di tutte le forze, indipendentemente dal loro orientamento politico e ideologico. Nel Settembre del 1942 attraverso la Conferenza di Pesa fu creato il Fronte Nazionale di Liberazione. Condannato a morte in contumacia dal tribunale fascista, Enver Hoxha vive e lavora nella illegalità a Tirana e nelle diverse regioni del paese. Nel Marzo del'43 la prima Conferenza Nazionale del P.C.A. lo elegge, anche formalmente, segretario generale del partito, carica che terrà sino alla sua morte. Fondò l'esercito di liberazione nazionale che nella primavera del '44 contava circa 70 mila uomini. Il ruolo di Enver Hoxha come uomo politico e militare fu molto importante e forse fondamentale. Fondamentale fu anche il ruolo che ebbe Enver Hoxha nell'organizzazione del nuovo sistema politico. Consapevole del fatto che l'Albania nel dopoguerra non poteva essere ancora un dominio feudale della borghesia, né una colonia delle potenze imperialiste, Enver Hoxha nel partito inspirò la creazione di embrioni del nuovo potere politico: i consigli nazionali di liberazione. Nel Maggio del 1944 il Congresso Antifascista di Permet nomina Enver Hoxha presidente del Comitato Antifascista Nazionale di Liberazione, all'epoca unico organo legislativo dello Stato albanese, con gli attributi di un governo provvisorio, e Comandante Generale dell'Esercito. Dopo 4 mesi in vista dell'ormai prossima liberazione del paese, il Comitato fu trasformato in Governo Democratico Provvisorio ed Enver Hoxha fu il primo capo di governo della nuova Albania. Dopo la liberazione avvenuta ad opera esclusiva dello stesso esercito di liberazione albanese, Enver Hoxha inizia una nuova fase di lotta per far risorgere l'Albania sulla strada del socialismo. Nel Marzo del 1946 l'assemblea Costituente uscita dalle elezioni del Dicembre del 1945 proclamò L'Albania Repubblica Popolare, e nominò Enver Hoxha Primo Ministro, carica che terrà fino al 1954. Nell'Agosto dello stesso anno Enver Hoxha partecipa a Parigi alla Conferenza di Pace, come capo della delegazione albanese, difendendo brillantemente il diritto del suo popolo a considerarsi membro della coalizione antifascista, contrastando le rivendicazioni territoriali della Grecia. Il periodo 1947-1948 fu contrassegnato dal fermo e determinato comportamento di Enver Hoxha atto a impedire la realizzazione degli intenti titisti: trasformare l'Albania in una Repubblica Iugoslava. La diffidenza di Enver Hoxha verso i dirigenti iugoslavi e verso Tito ebbe origine nel corso della guerra e si sviluppò nel dopoguerra, via via che i rapporti tra i due Stati si estendevano così crescevano i dubbi di Enver Hoxha sulla reale politica iugoslava. Questi dubbi venivano alimentati dal modo con cui erano condotti i rapporti economici tra i due paesi e con la tendenza sempre più spiccata della Iugoslavia a far dell'Albania un suo stato satellite. Soprattutto il problema nazionale, con la mancata autodeterminazione del Kossovo promessa da Tito e mai realizzata alimentavano i dubbi di Enver Hoxha verso la dirigenza iugoslava. Gli anni '50 furono gli anni dei primi, difficilissimi, passi dell'Albania verso lo sviluppo economico, sociale e culturale. Per valutare correttamente, oggettivamente, questa esperienza quasi cinquantennale, per comprendere la grandezza delle trasformazioni politiche, economiche, sociali e culturali realizzate, si devono fare i conti con la enorme arretratezza che l'Albania aveva ereditato dal passato. Un paese con una economia completamente agricola, di agricoltura primitiva segnata da rapporti economici feudali, quasi totalmente priva dell'industria, con un livello di istruzione molto basso: 80-85% della popolazione analfabeta; una vita media che non toccava i 40 anni, questa era l'Albania prima della guerra. A tutto ciò si dovevano aggiungere le perdite umane, 28 mila caduti su 800 mila abitanti e le distruzioni della guerra. Enver Hoxha come leader del P.C.A. e come capo del governo ebbe un ruolo importante in quella che si rivelò una lotta ancora più cruenta della guerra per far risorgere l'Albania. La politica del Partito del Lavoro - chiamato così dopo il primo congresso del Novembre 1948 - aveva tre orientamenti fondamentali: L'industrializzazione, lo sviluppo dell'agricoltura attraverso la cooperativizzazione, un programma per lo sviluppo dell'istruzione e della cultura.

Enver Hoxha fu l'ispiratore e l'ideatore di queste opere che furono avviate in quegli anni, come leader del Partito del Lavoro. Con grandi sacrifici, con un enorme entusiasmo popolare ed anche con l'aiuto dei paesi socialisti - Unione Sovietica negli anni '50 e per un certo periodo poi anche la Cina - l'Albania fu trasformata in un paese progredito, ben lontano dal livello ereditato dal passato, e questo era già un ottimo progresso. Furono costruiti grandi complessi industriali, centrali termo e idroelettriche, bonificate le paludi arginati i fiumi, nacquero intere nuove città dal nulla. Si sviluppò un sistema diffusissimo di scuole elementari e medie che assicurava l'istruzione a tutti i bambini, fu elettrificato tutto il paese. Enver Hoxha sapeva benissimo che l'Albania non era il paradiso terrestre, che era ancora molto lontana dai paesi più progrediti dell'Europa. Gli ultimi anni cinquanta furono contrassegnati dalle crescenti divergenze con la dirigenza sovietica. Il Partito del Lavoro d'Albania e personalmente Enver Hoxha nutrivano molte riserve sul nuovo corso ufficialmente applicato da Krusciov dopo il XX° Congresso del P.C.U.S. Per Enver Hoxha non c'era solo la questione di Stalin, ma soprattutto la politica verso gli U.S.A. e l'imperialismo mondiale, ed ancora le tendenze egemonistiche della nuova U.R.S.S. verso i paesi socialisti. Enver Hoxha in diverse occasioni a Mosca, nel Dicembre del 1956, Aprile '57, Gennaio 1960, ed anche a Tirana nel Maggio del 1959 nei contatti avuti con Krusciov presentò le sue riserve. Sino a giungere alla Conferenza degli 81 partiti fratelli tenutasi a Mosca il 16/11/1960 dove Enver Hoxha con un discorso coraggioso rese pubbliche le sue riserve e le sue accuse verso il nuovo corso sovietico. Questo atto segnò la rottura, anche ufficiale, tra l'Albania e l'U.R.S.S. Da questo momento Enver Hoxha, affiancato per un breve periodo di tempo dai cinesi, diventa l'unico arduo combattente contro il revisionismo moderno. Per tutto la sua vita difenderà la teoria e i principi nei quali credeva, il marxismo-leninismo. Respinse ogni deviazione dallo spirito rivoluzionario di questa teoria. Iugoslavi, Sovietici, Cinesi, Eurocomunisti, tutti erano per lui il cavallo di Troia nel movimento comunista e operaio mondiale.

Enver Hoxha voleva conservare le vittorie del socialismo in Albania e la stessa indipendenza del paese. Negli anni '70 si aprono nuovi fronti di lotta, smacherare e individuare all'interno del Partito e dello Stato tutti coloro che erano contro il socialismo. Un infarto al miocardio lo colse nel 1973, anche se riuscì a superarlo abbastanza bene, non poté più dedicare il massimo di sé stesso in questa nuova lotta. Di fatto da quel momento in poi l'attività di Enver Hoxha nel Partito e nello Stato tende sempre più a diminuire. Inizia da parte dei nemici infiltrati nel Partito e nello Stato l'opera di demolizione metodica, sistematica di tutto ciò che era stato realizzato sulla via del socialismo in Albania. Tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80 inizia un periodo di intensa attività teorica di Enver Hoxha. Tutta la sua esperienza, tutta la sua vita, da militante a leader comunista è racchiusa nei diversi volumi da lui scritti. Tra questi abbiamo: "L'autogestione iugoslava" teoria e pratica capitaliste (1978), Imperialismo e rivoluzione (1978), Riflessioni sulla Cina (1979), Con Stalin (1979), L'eurocomunismo è anticomunismo (1980), I Kruscioviani (1980), Il pericolo angloamericano in Albania (1982), I titisti (1982), Riflessioni sul medio oriente (1984), Quando si gettavano le basi della nuova Albania (1984), Due popoli amici (1985), Le superpotenze (1985). Questa è solo una parte della sua intensa attività teorica, attraverso la quale Enver Hoxha ha arricchito il bagaglio universale della esperienza della teoria per la quale ha dedicato tutta la sua vita. Negli anni '80 lo stato di salute di Enver Hoxha peggiora, soffriva di diabete e nel 1983 fu colpito da una ischemia cerebrale, ripetutasi nel 1984. Il 9 Aprile 1985 ebbe un arresto cardiaco, i medici riuscirono a riattivare il suo cuore, ma era privo di conoscenza. l'11 Aprile del 1985 muore Enver Hoxha. Di fatto la sua morte fu sentita dal popolo come una grandissima perdita. Fu un dolore nazionale sincero e sentito. Il popolo albanese lo amava e lo adorava. Enver Hoxha nella sua attività cinquantennale aveva dato al popolo albanese, libertà e dignità nazionale, aveva trascinato il suo popolo dal buio del feudalesimo, verso una società, anche se non ideale, più giusta e più progredita, aveva dato al suo popolo un ideale per cui valeva la pena lottare, sacrificarsi, vivere. Enver Hoxha riuscì a dare al suo popolo tutto ciò che non ha più.

Tirana,1995
Tom Kastrioti

http://www.linearossage.it/partizani.jpg
http://www.linearossage.it/5_a.jpg

Tirana (Albania) - Cimitero degli eroi della Resistenza al nazifascismo

http://www.linearossage.it/ehoxha.jpg

Gloria eterna al Compagno Enver Hoxha, il grande dirigente Comunista Albanese, eroico comandante Partigiano, strenuo difensore del Marxismo Leninismo, intrasigente accusatore del revisionismo moderno.

Tovarish
10-04-02, 18:14
Ho inserito questo post in quanto ritengo sia doveroso rendere omaggio a questo grande, illuminato Comunista!

Links ad opere di E.Hoxha

http://www.linearossage.it/collana.htm

Tovarish
10-04-02, 22:26
da http://members.xoom.virgilio.it/criticacom/articoli/attualita_di_enver.htm

Accade sempre di vedere nelle manifestazioni politiche, ritratti di eroi rivoluzionari, spesso molto romantici, ma perdenti. Ad alimentare tali miti sono spesso intellettuali di "sinistra", organici però alla borghesia.

E' raro vedere ritratti di Stalin o di Enver Hoxha il leader comunista albanese scomparso nel 1985.
Ma tutto ciò non è un caso, costoro hanno vinto e costruito il socialismo, facendo fronte per decenni al capitalismo, e la cosa certo -per gli sfruttatori- va rimossa. I buoni esempi potrebbero fare scuola.
Verso poi Enver Hoxha non manca la supponenza di certi nanerottoli "rivoluzionari" che più che partorire giornali che nessuno legge e graffiti sui muri e scambiare le vetrine per il Palazzo d'Inverno, non sanno fare.

Ma i giovani debbono sapere che se oggi l'ideale, la teoria e la politica del comunismo sono vivi, lo si deve -dopo la morte di Stalin- all'opera del comunista albanese che seppe affrontare l'imperialismo e la dilagante controrivoluzione kruscioviana, pur essendo a capo del più piccolo Paese socialista.

Cosa ci insegna Enver?

Che il più alto senso alla nostra vita lo si da con la coerenza fino in
fondo alla causa dei lavoratori, degli sfruttati, degli oppressi. Altrimenti si annega nel laghetto dei problemi personali, o si diventa giullari dei "potenti".

Che solo la rigorosa adesione alla scienza del comunismo, il maxismo-leninismo, ci consente di affrontare le situazioni più difficili e complicate, di vincere contro qualsiasi nemico.

Che bisogna essere ottimisti, avendo fiducia nella lotta di classe ( la forma più alta di democrazia), nel destino comunista dell'umanità proletaria.

Che bisogna basarsi sulle proprie forze ( "mangeremo anche l'erba pur di non cedere all'imperialismo") per far avanzare la rivoluzione nel proprio Paese e nel mondo.

Che si deve essere intransigenti contro ogni sintomo di opportunismo, di deviazione ideologica di destra e di "sinistra".

Enver Hoxha ha dimostrato che si può costruire il socialismo lottando contemporaneamente su tutti i fronti, utilizzando tutte le congiunture.

La Storia dimostra che chi viene meno a questi principi porta alla disfatta il socialismo.

Krusciov, attaccando il leninismo ( dietro la maschera della critica al "culto" della personalità di Stalin) promise entro 10 anni il comunismo e ora vediamo com'è andata.

Il clan di Ramiz Alia affermò che "entro 10 anni saremo come l'Italia" e la tragedia del popolo albanese non ha bisogno di commenti.

Per gli opportunisti di ogni latitudine la globalizzazione imperialista è divenuta l'alibi per i loro fallimenti, ( "ci presero per fame") mentre per i "rivoluzionari" piccolo borghesi la messianica rivoluzione planetaria che ineluttabile verrà a portarci il comunismo, è la scusa per stare alla larga dalla lotta di classe, dura, spietata, lunga e difficile.

Viaggia per il mondo (comprese Cina, Albania, Cuba, ecc.) la tesi che in questa epoca non è possibile ne la rivoluzione, ne il socialismo in uno o più paesi. E' questa l'ultima viscida e più meschina frontiera dei falliti e dei traditori della classe operaia. Costoro hanno molte responsabilità da nascondere.

Sabotaggio
14-01-08, 23:46
riporto su.
cosa ne pensate?

danko (POL)
15-01-08, 01:35
da http://members.xoom.virgilio.it/criticacom/articoli/attualita_di_enver.htm

Accade sempre di vedere nelle manifestazioni politiche, ritratti di eroi rivoluzionari, spesso molto romantici, ma perdenti. Ad alimentare tali miti sono spesso intellettuali di "sinistra", organici però alla borghesia.

E' raro vedere ritratti di Stalin o di Enver Hoxha il leader comunista albanese scomparso nel 1985.
Ma tutto ciò non è un caso, costoro hanno vinto e costruito il socialismo, facendo fronte per decenni al capitalismo, e la cosa certo -per gli sfruttatori- va rimossa. I buoni esempi potrebbero fare scuola.
Verso poi Enver Hoxha non manca la supponenza di certi nanerottoli "rivoluzionari" che più che partorire giornali che nessuno legge e graffiti sui muri e scambiare le vetrine per il Palazzo d'Inverno, non sanno fare.

Ma i giovani debbono sapere che se oggi l'ideale, la teoria e la politica del comunismo sono vivi, lo si deve -dopo la morte di Stalin- all'opera del comunista albanese che seppe affrontare l'imperialismo e la dilagante controrivoluzione kruscioviana, pur essendo a capo del più piccolo Paese socialista.

Cosa ci insegna Enver?

Che il più alto senso alla nostra vita lo si da con la coerenza fino in
fondo alla causa dei lavoratori, degli sfruttati, degli oppressi. Altrimenti si annega nel laghetto dei problemi personali, o si diventa giullari dei "potenti".

Che solo la rigorosa adesione alla scienza del comunismo, il maxismo-leninismo, ci consente di affrontare le situazioni più difficili e complicate, di vincere contro qualsiasi nemico.

Che bisogna essere ottimisti, avendo fiducia nella lotta di classe ( la forma più alta di democrazia), nel destino comunista dell'umanità proletaria.

Che bisogna basarsi sulle proprie forze ( "mangeremo anche l'erba pur di non cedere all'imperialismo") per far avanzare la rivoluzione nel proprio Paese e nel mondo.

Che si deve essere intransigenti contro ogni sintomo di opportunismo, di deviazione ideologica di destra e di "sinistra".

Enver Hoxha ha dimostrato che si può costruire il socialismo lottando contemporaneamente su tutti i fronti, utilizzando tutte le congiunture.

La Storia dimostra che chi viene meno a questi principi porta alla disfatta il socialismo.

Krusciov, attaccando il leninismo ( dietro la maschera della critica al "culto" della personalità di Stalin) promise entro 10 anni il comunismo e ora vediamo com'è andata.

Il clan di Ramiz Alia affermò che "entro 10 anni saremo come l'Italia" e la tragedia del popolo albanese non ha bisogno di commenti.

Per gli opportunisti di ogni latitudine la globalizzazione imperialista è divenuta l'alibi per i loro fallimenti, ( "ci presero per fame") mentre per i "rivoluzionari" piccolo borghesi la messianica rivoluzione planetaria che ineluttabile verrà a portarci il comunismo, è la scusa per stare alla larga dalla lotta di classe, dura, spietata, lunga e difficile.

Viaggia per il mondo (comprese Cina, Albania, Cuba, ecc.) la tesi che in questa epoca non è possibile ne la rivoluzione, ne il socialismo in uno o più paesi. E' questa l'ultima viscida e più meschina frontiera dei falliti e dei traditori della classe operaia. Costoro hanno molte responsabilità da nascondere.
Hai perfettamente ragione compagno.Costruire il comunismo.Qui in Italia.

Ronin89
15-01-08, 23:51
da http://members.xoom.virgilio.it/criticacom/articoli/attualita_di_enver.htm

Accade sempre...
Quoto senza esitazioni.

LEONIDA (POL)
16-01-08, 14:40
Inutile dire che cosa ne pensi ; vi è qualcosa di sbalorditivo al mio sguardo, influenzato sicuramente da chi sotto una dittatura ci è nata ; questi flirt con l' eccesso, in nome dei "grandi destini", soprattutto quelli sulla pelle di altri che non hanno avuto facoltà di scegliere. Questione di gusti e pulsioni ; senza nessuna polemica con chi ha iniziato la discussione. Su questo punto, personalmente non vedo possibilità di retromarcie

LEONIDA (POL)
16-01-08, 14:45
...volevo dire che li sopporto sempre meno i flirt...( gli ammiccamenti, le giustificazioni, le "contestualizzazioni" ).......la libertà ( in senso asssoluto ), la libertà anche di sbagliare ......