PDA

Visualizza Versione Completa : Una prospettiva cattolica sullo gnosticismo



Mjollnir
11-04-02, 16:44
Lo gnosticismo del II sec. è l’insieme dei sincretismi filosofico-religiosi che, incontrando in quel momento la nuova fede cristiana, hanno tentato di assimilarla; tali dottrine hanno avuto come scopo, partendo dalla fede in una rivelazione, di trasformarla in una conoscenza capace di unire l’uomo a Dio. Tutta questa storia poggia dunque su di un dialogo tra la fede religiosa e la conoscenza intellettuale. Si tratta principalmente di sapere se si può o no concepire la fede come sapienza. È ciò che ha fatto dire ad uno dei suoi storici che la gnosi è il primo tentativo d’insieme di una filosofia del cristianesimo (Lipsius) o anche che essa fu l’ellenizzazione acuta del cristianesimo (Harnack). Queste formule non sono tuttavia del tutto esatte, perché lo gnosticismo fu piuttosto un tentativo di certe mitologie filosofiche per assorbire il cristianesimo a proprio vantaggio. Nulla è + cristiano dell’ambizione di approfondire la fede attraverso la conoscenza, a condizione che la conoscenza si ponga all’interno della fede; ma non è cristiano considerare la fede come una struttura provvisoria dalla quale, fin da questa vita, la conoscenza razionale potrà dispensarci. Per questo nel II sec. incontriamo 2 distinte concezioni della conoscenza accessibile al cristiano, quella che vuol sostituirsi alla fede e quella che vi si sottomette per scrutarne il mistero. La 1° di queste concezioni è caratteristica dello gnosticismo propriamente detto. (…)

La perdita dei testi originali non permette di ricostruire con certezza i particolari delle dottrine gnostiche, ma i loro caratteri generali sono abbastanza evidenti da far sì che gli storici si accordino sull’interpretazione d’insieme che conviene proporne. Il loro nome generico ne indica bene la natura: una “gnosi” è un sapere il cui possesso assicura la salvezza per liberazione da un errore originario legato alla storia del mondo. Tutte queste dottrine si rifanno anzitutto al cristianesimo per il ruolo che attribuiscono a Gesù, ma tendono a ridurre la sua opera alla semplice trasmissione della conoscenza che salva. Il ruolo della sua passione e morte è lasciato in ombra, o anche soppresso. Esse dipendono ancora dal cristianesimo, in un certo senso, per un antigiudaismo per ora estraneo al cristianesimo stesso. Gli gnostici subordinano deliberatamente JHWH al Dio di cui credono di trovare la nuova rivelazione nel vangelo. Il motivo cui si richiamavano per appoggiare le loro dottrine non è senza portata filosofica : si trattava per loro di risolvere il problema del male. (….) Una simile impresa era tanto + possibile in quanto gli elementi cristiani dello gnosticismo erano estranei alla sua essenza. Queste ingegnose mitologie non sono nate dall’insegnamento di Gesù Cristo; esse hanno voluto soltanto assimilare a proprio vantaggio, con il maestro e la sua dottrina, la Chiesa già formata dai suoi fedeli. Contemporaneamente a questi tentativi di assimilazione, i primi apologisti greci li hanno nettamente disapprovati. Nella 2° metà del II sec. divenne necessario impegnare direttamente la lotta contro queste dottrine e definire il cristianesimo autentico contro le contraffazioni gnostiche con le quali esso rischiava di confondersi.


Tratto da: E. Gilson, La filosofia nel Medioevo. La nuova Italia, Firenze, 1973. I,2

Ichthys
27-09-03, 21:21
He he he :D ... proprio i cattolici parlano di "contraffazioni", che con la loro fantasia ne hanno inventate di cotte e di crude.
Comunque grazie per questo contributo... molto istruttivo :rolleyes:

Otto Rahn
30-09-03, 20:46
In merito allo gnosticismo ci sono molti nodi problematici sui quali ancora gli studiosi non sanno mettersi d' accordo.
Personalmente contesto l' affermazione che lo gnosticismo sia un insieme di sincretismi che abbia tentato di assimilare il cristianesimo.
Certo è che i fondamenti di esso sono anteriori e risentono probabilmente di influenze orfiche e platoniche ma rimane il fatto che anche per il cristianesimo delle origini si può parlare di una Gnosi vera e propria corredata di simboli e insegnamenti iniziatici.

Dev' essere esistito un momento storico durante il quale tra sette cristiane e sette gnostiche non esisteva alcuna differenza e vi si celebravano riti e misteri poi successivamente ritoccati dai padri della chiesa.

Quindi la conclusione cui perviene l' analisi sopra riportata è a mio giudizio inaccettabile e, in particolare


Nella 2° metà del II sec. divenne necessario impegnare direttamente la lotta contro queste dottrine e definire il cristianesimo autentico contro le contraffazioni gnostiche con le quali esso rischiava di confondersi.

Per come la vedo io quello è invece il momento in cui degli uomini ( fallibili ) arbitrariamente decidono di epurare il cristianesimo di certi suoi aspetti "troppo" esoterici per farne una religione di massa e segnano così per sempre il destino della spiritualità
dell' Occidente.

Mjollnir
30-09-03, 23:44
Ohibò, ragazzi, da dove avete tirato fuori questo post :eek: :confused:
Quasi non mi ricordavo di averlo postato... :D
Ebbene sappiate comunque che proviene dal testo che funge da manuale di filosofia medievale a Mi, quindi lo studente medio che non abbia un interesse particolare esce dall'università con questa idea sullo gnosticismo della "manipolazione"...

Otto Rahn
01-10-03, 08:12
:D
Ora tutto si spiega! E' un manuale a uso universitario.


Ohibò, ragazzi, da dove avete tirato fuori questo post

Ehehe ogni tanto andiamo a scavare negli strati preistorici di POL...
;)