Guelfo Nero
13-04-02, 17:30
RISPOSTE AD UN QUESTIONARIO MODERNISTA
CARI AMICI,
HO RITROVATO PROPRIO OGGI IN UN VECCHIO DISCHETTO UNO SCRITTARELLO SIMPATICO.
UN PAIO DI ANNI FA, UN CONOSCENTE, MEMBRO DI UNA ASSOCIAZIONE NEO-MODERNISTICA DENOMINATA "SENTINELLE DEL MATTINO" (UN'ASSOCIAZIONE NATA AI TEMPI DEL "GIUBILEO" WOJTYLIANO E LEGATA, CREDO, ALLE DIOCESI OCCUPATE DAI NEO-MODERNISTI) MI DIEDE UN QUESTIONARIO E MI CHIESE DI COMPILARLO.
QUELL'ANIMA CANDIDA ME LO DIEDE, IGNARO DEL MIO ESSERE CATTOLICO INTEGRALE E QUANDO GLIELO RESTITUì COMPILATO, NON LO VIDI MAI PIù.
CHIEDO SCUSA PER L'ELEMENTARITà E QUASI BANALITà DELLE MIE RISPOSTE MA SI TRATTA DI UN QUESTIONARIO GIOVANILE, NON DI UN TRATTATO DI TEOLOGIA.
CHIEDO SOPRATTUTTO SCUSA PER LE GREVI DOMANDE CHE GRONDANO PESSIMA "SOCIOLOGIA RELIGIOSA" DA TUTTI I PORI: SE LE RILEGGO, PENSO SEMPRE CHE PER QUESTE BENEDETTE "SENTINELLE" LA NOTTATA SARà PIUTTOSTO LUNGA.
LO POSTO PERCHè CREDO POSSA ESSERE PICCOLO STIMOLO PER DARE SEMPRE UNA PIù FORTE E MASSIVA IDENTITà CATTOLICA A QUESTO FORUM NELL'OTTICA DI UNA NUOVA E PROVVIDENZIALE "INTRANSIGENZA" CUI NOI GIOVANI NON POSSIAMO NON DARE IL NOSTRO CONTRIBUTO.
GLI ALTRI SI "CONFRONTANO", QUI SI FA CATTOLICESIMO.
UN CARO SALUTO E A PRESTO
GUELFO NERO
che cosa conta di più nella tua vita di giovane?
Quali sono le cose più importanti e belle di cui come giovane pensi di essere portatore in questo tempo? Che cosa ti rallegra o ti disturba di più del tempo in cui vivi?
Quali sono le domande di senso di cui sei portatore come giovane? Quali sono gli interrogativi che ti mettono in discussione?
-----
Se devo essere sincero : il Dovere. Ci penso sempre, ci penso quasi da sempre.
Fare il mio Dovere è questo che conta più di tutto per me.
Qual è in questa o in quella circostanza il mio Dovere ? L’ho compiuto ieri, oggi, lo compirò domani ? Perché non l’ho compiuto? Se l’ho compiuto, in quale sua parte non è stato completo o efficace? Quali erano le mie intenzioni quando l’ho compiuto, erano in sintonia o dissonanti rispetto al Dovere stesso? Non l’ho compiuto per mia colpa oppure per dimenticanza? Quali sono le ripercussioni di questa mancanza in sé e per me? Ho indugiato a compierlo: questo cosa ha comportato? Come fare per fare meglio e DI PIU’ ?
Questo Dovere non è una cosa astratta ma molto concreta: è la mia vita, è il mio “senso”, io non ho altro senso se sono qui, se non quello di compiere il mio “dovere”, portare a termine il compito, eseguire la consegna che mi è stata affidata.
Questi “ordini” Dio li incide a lettere fiammeggianti nel cuore di ognuno. Basta fermarsi, leggerli e pensarli: sono innanzi tutto i dieci comandamenti, i precetti e, se uno vuole, i consigli evangelici, i precetti e le leggi ecclesiastiche, poi il proprio dovere personale e specialissimo.
Questo “marchio a fuoco” cristiano cioè cattolico è la cosa più importante che porta un giovane su di sé, "HERI HODIE SEMPER".
Un segno distintivo che non si può nascondere perché in fondo è come una divisa, ti fa essere pienamente quello che sei: un’interiorità, che sia priva di questa visibile e anche “fragorosa” esteriorità, non ha ragion d’essere.
E’ un’INTERIORITA’ TIEPIDA come una minestra indigesta. Dio non sa che farsene dei tiepidi. Vuole essere amato con forza e passione totalizzante.
Se uno porta una divisa, è immediatamente riconoscibile, o si è dalla sua parte o si è contro di lui (con la variante non significativa dell’indifferenza che in fondo è solo un’ostilità velata).
O L’amicizia o lo scontro: è questa una forma di “martirio” cioè la testimonianza che divide, che separa, che genera il contrasto, la guerra giusta, l’irriducibile (fin quando l’altro non cambia) diversità. Questa è in assoluto la cosa più importante che può portare un giovane oggi.
Cosa mi disturba? Il fatto che oggi tanta gente si vanti di quello di cui si dovrebbe solamente vergognare, il fatto che l’illecito morale sia diventato non solo lecito ma anche doveroso, la violenza non punita contro gli innocenti, la giovinezza gettata nel gorgo del Nulla, un analfabetismo religioso ora inebetito, ora tronfio, ora francamente ridicolo, il confinamento della Religione nel “privato” o peggio nella sfera del “soggettivo”, dell’“irrazionale”, dell' “opinabile”, dell’“esistenziale”, del “personale”…. Si potrebbe continuare per intere facciate.
Cosa mi rallegra? Che nonostante tutto Nostro Signore è morto per noi e ci ha riscattato col suo sangue: abbiamo dunque una possibilità di farcela, malgrado noi, nonostante il diavolo e nonostante il “mondo” che ci circonda e, diciamolo francamente, ci assedia.
Mi rallegra il fatto che in un mondo marcio come il nostro, che da solo non combinerà e non ha mai combinato nulla di veramente buono, sussista e resista ancora la Chiesa cattolica, bella e splendida in mondo di brutture, coi suoi santi, coi suoi preti, coi suoi Sacramenti senza i quali non si potrebbe vivere, al massimo sopravvivere.Una Chiesa per cui è bello vivere e sarebbe bello anche morire.
---
Per che cosa ritieni importante impegnare il tuo futuro?
Quali sono le cose che chiedono giustizia e come te ne fai carico?
---
Al primo punto ho già risposto nella domanda precedente.
Solo una precisazione sul punto due. Non c’e’ qualcosa che chiede giustizia; c’e’ qualcuno che chiede giustizia: è DIO. Dio vuole tutto e vuole tutti, vuole i cuori e le menti, tutti i nostri istanti, tutti i nostri sentimenti, vuole le famiglie, le parrocchie, vuole tutta la società, vuole le leggi, l’economia, la politica, la cultura, le scienze. Tutto ciò che riguarda l’uomo appartiene a Dio. Prima Gli appartiene perché l’ha creato e perché l’ha redento. E’ giustizia ridarglieLo, è ingiustizia incommensurabile negarglieLo. Dio non vuole che siamo una “parte”, vuole che noi siamo “tutto” perché Lui è Tutto. Cerco nel mio piccolo di agire di conseguenza, con tutti i limiti e le debolezze mie proprie.
---
La fede in Gesù che spazio ha nella tua vita?
Che rapporto hai con le comunità cristiane presenti nella tua città o nel tuo paese? Come vedi la Chiesa?
Per te queste comunità cristiane sono vicine o lontane? Se sono vicine o lontane, perché e in che cosa?
---
La “fede in Gesù” figlio di Dio e Redentore non può essere che Totale e pervasiva : in effetti mi dona un nome, un cognome, un’ identità, mi “tiene insieme”, non permette che mi dissolva, sostanzia e anima tutto quello che dico, quello che faccio, quello che penso; è in questa piena e il più possibile assoluta dipendenza che si caratterizza il mio "essere" uomo e il mio "esistere" come uomo. Ogni volta che commetto un peccato , specialmente se mortale, mi sento profondamente “ateo”, sento veramente la vertigine del nulla, il fatto che avevo in mano TUTTO ed ora per un misero atto della mia volontà, non ho più niente, non sono più niente. Per un egoistico gesto di ingratitudine verso chi mi ha dato TUTTO e mi darà un giorno TUTTO, io perdo ogni cosa e sono condannato a essere un nulla eterno che si nullifica ogni istante di più all’infinito (è una minima “pregustazione” dell’inferno).
Solo la fiducia nella misericordia sovrabbondante di Dio e la confessione sacramentale annullano in me il “nichilismo” del peccato. Ovviamente la “fede in Gesù” dovrebbe avere TUTTO lo spazio e TUTTO il tempo, dovrebbe possedere INTERAMENTE la mia intelligenza, la mia memoria, la mia volontà, i miei averi in genere. Purtroppo non è sempre così.
2) Anche se da tantissimi anni assolvo al precetto domenicale altrove, AMO molto la mia Chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia, i suoi mosaici, gli affreschi sulla vita dei patroni, la sagrestia seria e ordinata, gli altari laterali, i marmi dell’abside, i busti dei santi con le reliquie, il tabernacolo aurato, le tovaglie con il pizzo riposte negli armadi, il coro ligneo scuro e levigato, il crocefisso cinquecentesco, la volta barocca che si apre sull’Infinito e l’Eterno, le acquasantiere, i confessionali logori ma ancora belli. Tutto mi ricorda le generazioni innumerevoli che ci hanno preceduto, ricchi e poveri, signori e contadini, uomini e donne, che hanno pregato, adorato, venerato, pianto e sorriso in questa chiesa. Penso ai tanti sacerdoti che da sempre hanno consacrato, battezzato, benedetto nozze o salme, estremizzato, amministrato la Penitenza, predicato, pregato nell’ombra il Divin Prigioniero del tabernacolo davanti alla rossa lanterna. Ricordo, mentre cammino solo, nella mia vecchia parrocchiale, e penso che questa storia continua e continuerà per sempre, nonostante tutto. Questo è il rapporto che mi lega e mi vincola alle “comunità cristiane”(per usare la vostra espressione) del mio paese. Un rapporto forte ed indissolubile proprio perché non è legato assolutamente all’oggi ma è legato al SEMPRE. In questo io sento la mia parrocchia non solo vicina ma presente, ovunque io vada.
:) :) :)
CARI AMICI,
HO RITROVATO PROPRIO OGGI IN UN VECCHIO DISCHETTO UNO SCRITTARELLO SIMPATICO.
UN PAIO DI ANNI FA, UN CONOSCENTE, MEMBRO DI UNA ASSOCIAZIONE NEO-MODERNISTICA DENOMINATA "SENTINELLE DEL MATTINO" (UN'ASSOCIAZIONE NATA AI TEMPI DEL "GIUBILEO" WOJTYLIANO E LEGATA, CREDO, ALLE DIOCESI OCCUPATE DAI NEO-MODERNISTI) MI DIEDE UN QUESTIONARIO E MI CHIESE DI COMPILARLO.
QUELL'ANIMA CANDIDA ME LO DIEDE, IGNARO DEL MIO ESSERE CATTOLICO INTEGRALE E QUANDO GLIELO RESTITUì COMPILATO, NON LO VIDI MAI PIù.
CHIEDO SCUSA PER L'ELEMENTARITà E QUASI BANALITà DELLE MIE RISPOSTE MA SI TRATTA DI UN QUESTIONARIO GIOVANILE, NON DI UN TRATTATO DI TEOLOGIA.
CHIEDO SOPRATTUTTO SCUSA PER LE GREVI DOMANDE CHE GRONDANO PESSIMA "SOCIOLOGIA RELIGIOSA" DA TUTTI I PORI: SE LE RILEGGO, PENSO SEMPRE CHE PER QUESTE BENEDETTE "SENTINELLE" LA NOTTATA SARà PIUTTOSTO LUNGA.
LO POSTO PERCHè CREDO POSSA ESSERE PICCOLO STIMOLO PER DARE SEMPRE UNA PIù FORTE E MASSIVA IDENTITà CATTOLICA A QUESTO FORUM NELL'OTTICA DI UNA NUOVA E PROVVIDENZIALE "INTRANSIGENZA" CUI NOI GIOVANI NON POSSIAMO NON DARE IL NOSTRO CONTRIBUTO.
GLI ALTRI SI "CONFRONTANO", QUI SI FA CATTOLICESIMO.
UN CARO SALUTO E A PRESTO
GUELFO NERO
che cosa conta di più nella tua vita di giovane?
Quali sono le cose più importanti e belle di cui come giovane pensi di essere portatore in questo tempo? Che cosa ti rallegra o ti disturba di più del tempo in cui vivi?
Quali sono le domande di senso di cui sei portatore come giovane? Quali sono gli interrogativi che ti mettono in discussione?
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Se devo essere sincero : il Dovere. Ci penso sempre, ci penso quasi da sempre.
Fare il mio Dovere è questo che conta più di tutto per me.
Qual è in questa o in quella circostanza il mio Dovere ? L’ho compiuto ieri, oggi, lo compirò domani ? Perché non l’ho compiuto? Se l’ho compiuto, in quale sua parte non è stato completo o efficace? Quali erano le mie intenzioni quando l’ho compiuto, erano in sintonia o dissonanti rispetto al Dovere stesso? Non l’ho compiuto per mia colpa oppure per dimenticanza? Quali sono le ripercussioni di questa mancanza in sé e per me? Ho indugiato a compierlo: questo cosa ha comportato? Come fare per fare meglio e DI PIU’ ?
Questo Dovere non è una cosa astratta ma molto concreta: è la mia vita, è il mio “senso”, io non ho altro senso se sono qui, se non quello di compiere il mio “dovere”, portare a termine il compito, eseguire la consegna che mi è stata affidata.
Questi “ordini” Dio li incide a lettere fiammeggianti nel cuore di ognuno. Basta fermarsi, leggerli e pensarli: sono innanzi tutto i dieci comandamenti, i precetti e, se uno vuole, i consigli evangelici, i precetti e le leggi ecclesiastiche, poi il proprio dovere personale e specialissimo.
Questo “marchio a fuoco” cristiano cioè cattolico è la cosa più importante che porta un giovane su di sé, "HERI HODIE SEMPER".
Un segno distintivo che non si può nascondere perché in fondo è come una divisa, ti fa essere pienamente quello che sei: un’interiorità, che sia priva di questa visibile e anche “fragorosa” esteriorità, non ha ragion d’essere.
E’ un’INTERIORITA’ TIEPIDA come una minestra indigesta. Dio non sa che farsene dei tiepidi. Vuole essere amato con forza e passione totalizzante.
Se uno porta una divisa, è immediatamente riconoscibile, o si è dalla sua parte o si è contro di lui (con la variante non significativa dell’indifferenza che in fondo è solo un’ostilità velata).
O L’amicizia o lo scontro: è questa una forma di “martirio” cioè la testimonianza che divide, che separa, che genera il contrasto, la guerra giusta, l’irriducibile (fin quando l’altro non cambia) diversità. Questa è in assoluto la cosa più importante che può portare un giovane oggi.
Cosa mi disturba? Il fatto che oggi tanta gente si vanti di quello di cui si dovrebbe solamente vergognare, il fatto che l’illecito morale sia diventato non solo lecito ma anche doveroso, la violenza non punita contro gli innocenti, la giovinezza gettata nel gorgo del Nulla, un analfabetismo religioso ora inebetito, ora tronfio, ora francamente ridicolo, il confinamento della Religione nel “privato” o peggio nella sfera del “soggettivo”, dell’“irrazionale”, dell' “opinabile”, dell’“esistenziale”, del “personale”…. Si potrebbe continuare per intere facciate.
Cosa mi rallegra? Che nonostante tutto Nostro Signore è morto per noi e ci ha riscattato col suo sangue: abbiamo dunque una possibilità di farcela, malgrado noi, nonostante il diavolo e nonostante il “mondo” che ci circonda e, diciamolo francamente, ci assedia.
Mi rallegra il fatto che in un mondo marcio come il nostro, che da solo non combinerà e non ha mai combinato nulla di veramente buono, sussista e resista ancora la Chiesa cattolica, bella e splendida in mondo di brutture, coi suoi santi, coi suoi preti, coi suoi Sacramenti senza i quali non si potrebbe vivere, al massimo sopravvivere.Una Chiesa per cui è bello vivere e sarebbe bello anche morire.
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Per che cosa ritieni importante impegnare il tuo futuro?
Quali sono le cose che chiedono giustizia e come te ne fai carico?
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Al primo punto ho già risposto nella domanda precedente.
Solo una precisazione sul punto due. Non c’e’ qualcosa che chiede giustizia; c’e’ qualcuno che chiede giustizia: è DIO. Dio vuole tutto e vuole tutti, vuole i cuori e le menti, tutti i nostri istanti, tutti i nostri sentimenti, vuole le famiglie, le parrocchie, vuole tutta la società, vuole le leggi, l’economia, la politica, la cultura, le scienze. Tutto ciò che riguarda l’uomo appartiene a Dio. Prima Gli appartiene perché l’ha creato e perché l’ha redento. E’ giustizia ridarglieLo, è ingiustizia incommensurabile negarglieLo. Dio non vuole che siamo una “parte”, vuole che noi siamo “tutto” perché Lui è Tutto. Cerco nel mio piccolo di agire di conseguenza, con tutti i limiti e le debolezze mie proprie.
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La fede in Gesù che spazio ha nella tua vita?
Che rapporto hai con le comunità cristiane presenti nella tua città o nel tuo paese? Come vedi la Chiesa?
Per te queste comunità cristiane sono vicine o lontane? Se sono vicine o lontane, perché e in che cosa?
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La “fede in Gesù” figlio di Dio e Redentore non può essere che Totale e pervasiva : in effetti mi dona un nome, un cognome, un’ identità, mi “tiene insieme”, non permette che mi dissolva, sostanzia e anima tutto quello che dico, quello che faccio, quello che penso; è in questa piena e il più possibile assoluta dipendenza che si caratterizza il mio "essere" uomo e il mio "esistere" come uomo. Ogni volta che commetto un peccato , specialmente se mortale, mi sento profondamente “ateo”, sento veramente la vertigine del nulla, il fatto che avevo in mano TUTTO ed ora per un misero atto della mia volontà, non ho più niente, non sono più niente. Per un egoistico gesto di ingratitudine verso chi mi ha dato TUTTO e mi darà un giorno TUTTO, io perdo ogni cosa e sono condannato a essere un nulla eterno che si nullifica ogni istante di più all’infinito (è una minima “pregustazione” dell’inferno).
Solo la fiducia nella misericordia sovrabbondante di Dio e la confessione sacramentale annullano in me il “nichilismo” del peccato. Ovviamente la “fede in Gesù” dovrebbe avere TUTTO lo spazio e TUTTO il tempo, dovrebbe possedere INTERAMENTE la mia intelligenza, la mia memoria, la mia volontà, i miei averi in genere. Purtroppo non è sempre così.
2) Anche se da tantissimi anni assolvo al precetto domenicale altrove, AMO molto la mia Chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia, i suoi mosaici, gli affreschi sulla vita dei patroni, la sagrestia seria e ordinata, gli altari laterali, i marmi dell’abside, i busti dei santi con le reliquie, il tabernacolo aurato, le tovaglie con il pizzo riposte negli armadi, il coro ligneo scuro e levigato, il crocefisso cinquecentesco, la volta barocca che si apre sull’Infinito e l’Eterno, le acquasantiere, i confessionali logori ma ancora belli. Tutto mi ricorda le generazioni innumerevoli che ci hanno preceduto, ricchi e poveri, signori e contadini, uomini e donne, che hanno pregato, adorato, venerato, pianto e sorriso in questa chiesa. Penso ai tanti sacerdoti che da sempre hanno consacrato, battezzato, benedetto nozze o salme, estremizzato, amministrato la Penitenza, predicato, pregato nell’ombra il Divin Prigioniero del tabernacolo davanti alla rossa lanterna. Ricordo, mentre cammino solo, nella mia vecchia parrocchiale, e penso che questa storia continua e continuerà per sempre, nonostante tutto. Questo è il rapporto che mi lega e mi vincola alle “comunità cristiane”(per usare la vostra espressione) del mio paese. Un rapporto forte ed indissolubile proprio perché non è legato assolutamente all’oggi ma è legato al SEMPRE. In questo io sento la mia parrocchia non solo vicina ma presente, ovunque io vada.
:) :) :)