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Visualizza Versione Completa : Le "tecniche" della preghiera di Gesù



Qoelèt
14-04-02, 20:24
Possiamo racchiudere le tecniche della preghiera di Gesù in cinque categorie principali che potrebbero costituire anche un percorso graduale e progressivo:
-Chiedo a p.Silvano un ulteriore approfondimento ...-

1. Preghiera vocale/mentale semplice: senza sincronizzazione col respiro

Consiste nella continua ripetizione dell'invocazione "Signore Gesù Cristo Figlio di Dio, abbi pietà di me peccatore"fatta, all'inizio, per un certo periodo di tempo. Nel primo periodo di pratica si può stabilire un programma graduale e progressivo di ripetizioni secondo il metodo indicato nei Racconti del Pellegrino, ma tenendo presente che la nostra attuale condizione di vita non ci permette, perlomeno agli inizi, di andare oltre un certo numero. All'uopo si possono programmare anche dei ritiri individuali di pratica intensiva per impadronirci della pratica ed assaporarne i primi benefici.

2. Preghiera vocale/mentale semplice: sincronizzata col ritmo respiratorio
Di questo secondo metodo esistono diverse varianti: noi suggeriamo, per esperienza, quello più semplice e naturale, senza trattenuto respiratorio:
I fase - abbinamento dell'inspirazione con la prima parte dell'invocazione di Gesù:
"Signore Gesù Cristo Figlio di Dio"
II fase - abbinamento dell'espirazione con la seconda parte dell'invocazione di Gesù:
"Abbi pietà di me peccatore".
Nella prima fase ci "riempiamo" del Nome e iniziamo a portare la nostra attenzione al cuore.

Nella seconda fase ci "svuotiamo" dei nostri peccati ed iniziamo a "riposarci" e rilassarci, nella consapevolezza commossa e gioiosa della misericordia che ci viene donata da Gesù.

Questa tecnica ci sembra la più naturale ed equilibrata in quanto non altera il processo naturale del ritmo respiratorio e si integra perfettamente con il nostro funzionamento fisiologico. Anzi, portando la nostra attenzione sul respiro, permette una maggiore consapevolezza e controllo delle fasi inspiratorie ed espiratorie e l'eventuale correzione dei difetti. A lungo andare diventa spontanea e automatica.

3. Preghiera del cuore diretta
TECNICA DIRETTA, FONDAMENTALE
TECNICA DIRETTA, FONDAMENTALE

Consiste nella sequenza:
INTELLIGENZA> DISCESA NEL CUORE > TRATTENIMENTO DEL RESPIRO > PREGHIERA DI GESU'
Due Maestri ce la fanno conoscere nei loro scritti : San Gregorio Il Sinaita, che, al XV secolo, introdusse la Preghiera di Gesù al monte Athos e ne fu l'instancabile propagatore; e San Simeone il Nuovo Teologo che fu il maestro eminente dell' XI secolo.
San Gregorio il Sinaita:
"Siedi su di un seggio basso, fa discendere la intelligenza dalla testa nel cuore e mantienila in questo luogo; poi, penosamente inclinato fino a risentire un vivo dolore nel petto, nelle spalle e nel collo per la tensione dei muscoli, grida di cuore e di spirito : Signor Gesù Cristo, abbi pietà di me ! Ciò facendo, trattieni il respiro, non respirare con troppo ardire, in quanto ciò può dissipare il pensiero. Se pensieri sopravvengono , non prestarvi attenzione quand'anche fossero semplici e buoni, e non solo vani ed impuri. Trattenendo la respirazione per quanto puoi, imprigionando la tua intelligenza nel cuore e moltiplicando pazienemente i tuoi appelli al Signore Gesù, tu spezzerai e annienterai rapidamente questi pensieri con i colpi invisibili che infligge loro il Nome Divino. San Giovanni Climaco dice : " Colpisci i tuoi avversari col Nome di Gesù ; non esiste arma più; potente sulla terra o nei cieli". Quando il tuo pensiero verrà meno, quando il tuo corpo e il tuo cuore saranno divenuti doloranti a forza di piantare in essi con frequenza il nome di Gesù, sicchè ogni occupazione avrà cessato di apportar loro il calore e la gioia necessari per sostenere lo zelo e la pazienza di colui che vi si dedica, allora (soltanto) alzati e solo o col tuo discepolo, salmodia o esercita il pensiero su tale passaggio delle Scritture o rifletti alla morte oppure leggi o dedicati al lavoro manuale o a qualche altra occupazione che faccia penare il tuo corpo
San Simeone il Nuovo Teologo:
Devi in primo luogo vegliare a tre cose : prima, a non avere alcuna preoccupazione, buona o cattiva; in secondo luogo, devi avere una coscienza pura in tutto che nulla ti rimproveri; e per terzo, ad avere un distacco perfetto in modo tale che il tuo pensiero non inclini verso alcuna attrazione di questo mondo. Avendo fortemente stabilito tutte queste disposizioni nel tuo cuore, stai in un luogo ritirato, solo, in un angolo; chiudi la porta, concentra la tua intelligenza, allontana da essa ogni oggetto temporale o vano, appoggia fortemente la barba contro il petto; trattieni un po' la respirazione, fa discendere la tua intelligenza nel cuore mentre dirigi al tempo stesso su di esso gli occhi del corpo tuo, e presta attenzione a ciò che avviene ; costringi 1' intelligenza a restarvi legata e cerca col pensiero di trovare il luogo dove si trova il cuore affinchè la tua intelligenza vi si fissi completamente. Dapprima vi incontrerai le tenebre e la pena ; ma poi, se perseveri in questo esercizio d'attenzione notte e giorno, tu ne ricaverai una gioia incessante. L'intelligenza, a forza di sforzarvisi, troverà il luogo del cuore, ed allora vedrà presto cose che mai ha visto e di cui non ha nozione : si vedrà luminosa, piena di saggezza e di discernimento. Ed allora, da qualsiasi parte possa venire un pensiero illegittimo, prima ancora che penetri nel cuore e vi introduca una qualsiasi immagine, l' intelligenza lo scaccerà e 1' annienterà dicendo : Signore Gesu' Cristo, abbi pietà' di me! È a partire da questo momento che essa comincia ad avere risentimento ed odio per i demoni, li insegue, li colpisce e li annienta. In merito alle altre cose che avvengono nello stesso tempo, tu apprenderai a conoscerle più tardi con l'aiuto di Dio, da te stesso, con la tua propria esperienza, nella misura stessa in cui custodirai nel tuo cuore Gesù, vale a dire la preghiera indicata: " Signor Gesù, abbi pietà di me!".

4.Preghiera del cuore mediata
TECNICA MEDIATA ACCESSORIA

Sequenza:
RACCOLTA DELLO SPIRITO/MENTE NELLE NARICI > DISCESA-INALAZIONE NEL CUORE > TRATTENIMENTO-RIPOSO-GIOIA > PREGHIERA DI GESU'
In questo caso la discesa della mente nel cuore non è diretta, ma mediata, appunto, dall'inalazione. Non dobbiamo però fare dei raffronti inopportuni con le tecniche yogiche di meditazione tantrica (tibetane e induiste) che "pretendono" di guidare/controllare le "energie sottili" dell'essere umano. L'aiuto nel nostro caso è solo psicologico-immaginativo, quindi strumentale, in quanto è impensabile che lo spirito possa veramente raccogliersi nelle narici.Esiste d'altra parte un ricco parallelismo simbolico-spirituale di biblica matrice che rimanda al "soffio-spirito" e che andrebbe maggiormente sviluppato a livello pratico oltre che teologico.
A proposito di questa tecnica, San Niceforo l' Astinente ci dice:
"Prima di tutto, che la tua vita sia libera da ogni agitazione, da ogni preoccupazione, sii in pace con tutti. Poi, ritirati nella tua cella, 'chiudi la porta dietro di te; siedi in qualche angolo e fai quanto ti dirò. Concentra il tuo spirito e fai seguire, per raggiungere il cuore, il cammino che segue l'aria, e costringilo a discendere nel cuore con l'aria che inspiri. Abitualo a non abbandonare questo luogo" troppo presto, in quanto al principio esso soffre molto di restare così rinchiuso ed allo stretto, ma quando vi si abitua non vuol più errare al di fuori".
Tu sai che la respirazione consiste nell'inspirare e nell'espirare aria. L'organo che a tale scopo serve è il cuore, esso è il principio della vita e del calore. Il cuore attira a sè il fiato per diffondere all'esterno il suo calore con l'espirazione e assicurarsi una temperatura ideale. Il principio o più precisamente lo strumento di questo ritmo sono i polmoni. Costruiti dal Creatore con un tenue tessuto, introducono ed estromettono l'aria come un soffietto, così che il cuore assorbendo nel respiro l'aria fredda ed emettendola riscaldata, mantiene intatta quella funzione che gli è stata affidata per l'equilibrio del corpo vivente.
1) Come già ho detto, mettiti seduto, raccogli il tuo spirito e introducilo nelle narici; è il cammino che l'aria segue per andare al cuore. Spingilo, forzalo a discendere nel cuore, insieme con l'aria inspirata Quando vi sarà giunto, vedrai la gioia che eromperà: nulla avrai da rimpiangere. Come uno che torna a casa dopo una lunga assenza non sa frenare la gioia di aver ritrovato la moglie e i figli; così lo spirito quando si unisce all'anima, è colmo di gioia e di ineffabile allegrezza. A questo punto, abituati a non fare uscire lo spirito con impazienza, le prime volte si sentirà smarrito in questa interiore reclusione e prigione. Ma, quando si sarà ambientato, non avrà alcun desiderio di sortire nelle consuete divagazioni; il regno dei cieli è dentro di noi.
Chi volge nel suo intimo lo sguardo, e con pura preghiera cerca di dimorarvi, considera le cose esteriori prive di valore e di pregio.
2) Se fin da principio riesci a discendere nel cuore nel modo che ti ho descritto, ringrazia Dio! A lui dà gloria, esulta e sii fedele a questo esercizio, ti manifesterà le cose che ignori. A questo punto hai bisogno di un altro insegnamento: mentre il tuo pensiero dimora nel cuore, non stare silenzioso e ozioso, ma costantemente sii impegnato a gridare "Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio abbi pietà di me", e non ti stancare. Questa pratica tenendo lontano il tuo pensiero dalle divagazioni, lo rende invulnerabile e inattaccabile alle suggestioni del nemico, e ogni giorno lo eleva all'amore e alla nostalgia di Dio.
5.PREGHIERA DEL CUORE MISTA

TECNICA MISTA
E' questa una tecnica più avanzata e difficile.
Consiste nella sincronizzazione di un certo numero di battiti del cuore con ognuna delle fasi della respirazione, e nell'adattamento, ad ogni battito del cuore, di uno dei termini della Preghiera di Gesù: "Signore Gesù Cristo Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore ".
Anche su questa tecnica si trovano preziose indicazione nei Racconti del Pellegrino:
"Bene. Allora immagina nella stessa maniera il tuo cuore e rivolgi ad esso i tuoi occhi, come se lo guardassi. Ascolta attentamente con la mente i suoi battiti, l'uno dopo l'altro. I santi Padri chiamano quest'operazione ' portare la mente dalla testa al cuore '. Quando ti sarai abituato a questo, comincia allora, sempre guardando interiormente il cuore, a far coincidere a ogni suo battito una parola della preghiera:
- Al primo battito dirai o penserai: "Signore;
- al secondo: Gesù;
- al terzo: Cristo;
- al quarto: abbi pietà
- al quinto: di me peccatore".

Dopo aver dato questo insegnamento, il Pellegrino dice ancora al cieco che lo ascoltava:
"Ripeti molte volte questo esercizio; per te sarà facile, perchè conosci già la preghiera del cuore e sei preparato ad essa. Poi, quando ti sarai abituato anche a questo, comincia ad inspirare ed inspirare dal cuore tutta la preghiera di Gesù insieme con il respiro, così come insegnano i Padri.
- Inspirando devi dire o pensare: Signore Gesù Cristo;
- espirando: abbi pietà di me.
Ripetendo sempre più spesso questo esercizio, presto sentirai nel cuore un piacevole dolore, poi una specie di sensazione di sensazione di tepore. E in questo modo, con l'aiuto di Dio, farai tua la dolce e spontanea preghiera interiore del cuore. Ma sta bene attento a non coltivare figure o fantasie nella tua mente, chè i santi Padri raccomandano con forza di evitare la presenza di immagini nella preghiera interiore, e questo per non cadere in tentazione."

Queste raccomandazioni sembrano apparentemente rimandare alla tecnica semplice di sincronizzazione con le fasi di inspiarzione-espirazione che abbiamo descritto all'inizio; ma riflettendo attentamente scopriamo che rispetto alla tecnica semplice da noi indicata c'è un elemento in più: il raccoglimento nel cuore. Questo la pone quindi tra le forme più avanzate e complesse che integrano l'attenzione, la postura, il respiro, la mente, il cuore e la preghiera di Gesù.


ULTERIORI CONSIGLI e

RACCOLTA DI METODI DEI MAESTRI DELL'ESICASMO


Altri Consigli di Niceforo

A coloro che non ottenessero accesso al luogo del cuore con i mezzi precedenti, San Niceforo l'Astinente dà questo consiglio: "La facoltà d'elocuzione risiede nella laringe. Utilizzala dunque a ripetere incessantemente la preghiera di Gesù. Al principio, l'attenzione vi resterà estranea : a poco a poco tuttavia l' intelligenza presterà ascolto alle parole, l'attenzione si fisserà su di esse; poi il cuore ne sarà commosso e la preghiera ti introdurrà da se stessa, senza sforzo da parte tua, nel suo santuario”.

Questa tecnica è essenzialmente differente dalle precedenti; scandalizza spesso coloro che ne sentono parlare, per ciò che vi è in essa di deliberatamente meccanico; come ammettere, come accettare, anche al1' inizio, l'assenza cosciente e consentita di attenzione; come questa preghiera fatta senza prestarvi attenzione può essere o divenire un atto pio? Noi ci troviamo qui di fronte al realismo senza reticenze dei Padri e alla loro straordinaria penetrazione: agli incapaci essi offrono una via che li condurrà alle più autentiche realizzazioni dello spirito ed essi sanno lottare contro ogni nostro nemico spirituale con le sue proprie armi: agli automatismi del pensiero, oppongono un automatismo che potrà vincere i suoi avversari, in quanto è ancora più semplice di loro; al concatenamento anarchico voluto dalle circostanze della vita di relazione, essi oppongono un ritmo autonomo poiché libera dall'ambiente colui che lo mette in moto, ma anche personale, poiché ognuno si sceglie il proprio e lo installa sui ritmi profondi del suo essere fisiologico e psicologico. La nostra esperienza, pur così povera, malgrado la sua apparente complessità, non ci insegna forse che l'attenzione analitica del nostro intelletto, molto spesso, dissipa la concentrazione, ne spezza l'unità profonda, disperdendone 'lo sforzo su una moltitudine di oggetti? Invece la ripetizione monotona, ritmica, senza fretta e senza splendore, di una formula unica, breve ma possente in virtù delle rappresentazioni mentali che vi si legano e della Presenza reale di Dio, fa il silenzio nell' intelletto, unifica l'attenzione sul piano timico e realizza in fin dei conti la piena concentrazione. È da questa esperienza che è nata l’ORAZIONE GIACULATORIA.




CONSIGLI DI TEOFANE IL RECLUSO

Teofane il Recluso, nei consigli che dà a chiunque voglia intraprendere là vita spirituale, insegna che una delle, condizioni 'indispensabili al successo è di non ammettere mai il lasciar andare corporeo : " Sii, egli dice, come una corda di violino regolata su di una nota giusta. Senza illanguidimento nè tensione : il corpo eretto, le spalle in giù, il, portamento della testa comodo, la tensione di tutti i muscoli orientata verso il cuore”.

È particolarmente interessante notare il giudizio che dà questo grande maestro di vita interiore sui metodi classici dell'esicasmo. Essi sono, egli dice, in sostanza, il frutto e la prova di una esperienza spirituale autentica. Hanno portato ad una conoscenza preziosa delle regole e delle vie della vita interiore, e hanno mostrato in particolare con evidenza l’importanza della dignità del corpo fin da questa vita nel nell’opera della salvezza e nella via di unione. "Tuttavia, in regola generale essi sono divenuti superflui sotto il loro aspetto athonita, e costituicono un pericolo per i novizi senza maestro poichè potrebbero soppiantare in essi l'opera spirituale stessa e indurli a prendere per carismatici stati naturali divenuti inabituali per noi.

Le tecniche classiche possono tuttavia, secondo lui, essere consigliate a coloro il cui cuore si è disseccato e chiuso nel formalismo dei riti e delle regole, e che non conoscono più che la forma senza vita della religione. La concentrazione dell'attenzione al cuore, per tutto ciò che comporta come ripercussioni somato-psichiche può far loro ritrovare l'emozione naturale e la vita, e condurli, - sotto una direzione molto sicura, - ai sentimenti apassionali della vera vita interiore.

É necessario dire una volta di più che 'tutte queste tecniche non costituiscono la vita in Dio, come non lo sono nemmeno la preghiera e la meditazione : esse fanno parte di una ricca ascesi liberatrice che abbraccia tutto l'essere e che è per natura negativa. Quando l'attenzione è stata unificata nel luogo di perfetta concentrazione e pronta a ricevere e ad elevare la sua preghiera, allora soltanto comincia l'opera spirituale.





Metodo di Giovanni Climaco

Senza alcun dubbio, fra tutti i metodi il primo posto spetta a quello raccomandato da Giovanni Climaco. Tale metodo, infatti, è particolarmente pratico e non presenta alcun pericolo: è necessario e addirittura indispensabile per l'efficacia della preghiera; esso è alla portata di tutti i cristiani che vivono con pietà e cercano la salvezza, siano essi monaci o laici. Giovanni Climaco, grande guida dei monaci, parla di tale metodo in due punti della sua Scala che conduce dalla terra al cielo: nel gradino che tratta dell'obbedienza e in quello sulla preghiera. Il fatto stesso che egli esponga il primo metodo nel capitolo consacrato alla dottrina riguardante l'obbedienza dei monaci cenobiti, mostra chiaramente che esso è concepito anche per i monaci. L'esposizione di tale metodo è poi ripresa nel lungo capitolo consacrato alla preghiera, dopo le istruzioni concernenti gli esicasti; è rivolta quindi anche ai monaci più avanzati nel cammino spirituale. Lo ripetiamo: il suo grande merito consiste nel fatto che esso dà piena soddisfazione evitando qualsiasi pericolo.

“Rinchiudi il tuo pensiero nelle parole”

Nel gradino sulla preghiera Giovanni Climaco dice: “Sforzati di ricondurre o esattamente di rinchiudere il pensiero nella preghiera. Se, dato il suo stato d’infanzia, il tuo pensiero viene a mancare e si disperde, riconducilo. La mente tende all'instabilità. Ma colui che mette ordine in tutte le cose può darle stabilità. Se tu perseveri in questa attività e la custodisci costantemente, colui che stabilisce in te dei limiti al tuo mare verrà e le dirà durante la tua preghiera: “Fin qui giungerai e non oltre”(Gb 38.11). Non è possibile legare lo spirito; ma là dove si trova il creatore di tale spirito, tutto si sottomette a lui".

La fase iniziale della preghiera consiste nel respingere i pensieri fin dal loro nascere, mediante la preghiera; la fase centrale si ha invece quando la mente rimane esclusivamente nelle parole pronunciate vocalmente o mentalmente; il coronamento, infine, è il rapimento della mente verso Dio. Nel gradino sull'obbedienza, Giovanni afferma: "Lotta costantemente con il tuo pensiero e fallo ritornare a te ogni volta che prende il volo. Dio non esige dai novizi una preghiera totalmente libera dalle distrazioni; non affliggerti se derubato, ma resisti e fai costantemente ritornare la mente verso di te.



Pregare con attenzione

Il metodo esposto qui consiste nel pregare con attenzione, sia che lo si faccia vocalmente che mentalmente. Quando si prega con attenzione, il cuore non può estraniarsi, come ha detto Marco l'Asceta: "La mente che prega senza distrazione rende il cuore contrito".Così, dunque, colui che prega secondo il metodo esposto da Giovanni Climaco pregherà con le labbra, con la mente e con il cuore; e chi avrà progredito in questo modo di pregare possiederà la preghiera della mente e de cuore e attirerà su di sé la grazia divina, come si può vedere dalle parole del grande maestro dei monaci. Che desiderare di più? Nulla, certamente.


Lo ieromonaco Doroteo

Lo ieromonaco Doroteo, asceta e autore spirituale russo, ha proposto un metodo eccellente per imparare la preghiera di Gesù: "Colui che prega con le labbra", scrive questo autore, "ma trascura la sua anima e non custodisce il suo cuore, fa salire le sue preghiere in aria, ma non verso Dio, e s'affatica invano, perchè Dio è attento allo spirito e allo zelo e non alla molteplicità delle parole. Bisogna pregare con grande fervore: con tutta l'anima, con tutto lo spirito, con tutto il cuore, con timor di Dio e con tutte le proprie forze. L'orazione mentale non permette di entrare nella cella interiore nè alle fantasie nè ai cattivi pensieri. Vuoi imparare a praticare la preghiera della mente e del cuore? Te la insegnerò. Stà bene attento, amico e obbediscimi. Per cominciare, devi dire la preghiera vocalmente, cioè con le labbra, la lingua e la voce, forte quanto basta perchè tu possa udire te stesso. Quando le labbra, la lingua e i sensi saranno sazi della preghiera detta vocalmente, la preghiera vocale cessa e si comincia a dirla in un sussurro. Dopo di ciò si deve imparare a fissare costantemente la propria attenzione sulla zona della gola. Allora, a un segno, la preghiera della mente e del cuore comincerà a sgorgare spontaneamente e incessantemente: si presenterà da sè e agirà in ogni momento, durante qualsiasi attività e in qualsiasi luogo".



L'insegnamento di Serafim di Sarov

Il beato starec e ieromonaco Serafim di Sarov prescrive al principiante, in conformità a un costume già stabilito nel "deserto" di Sarov, di dire incessantemente la preghiera: "SIGNORE GESU' CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA' DI ME, PECCATORE". "Durante la preghiera", insegna lo starec, "sii presente a te stesso, cioè raccogli la tua mente e uniscila alla tua anima. All'inizio, per uno o due giorni o anche più, fà questa preghiera con la sola mente, staccando le parole e fissando la tua attenzione su ciascuna di esse in particolare. Quando il Signore riscalderà il tuo cuore con il calore della sua grazia e unificherà il tuo essere in un solo spirito, questa preghiera si metterà a sgorgare in te incessantemente: essa sarà sempre con te e ti porterà gioia e nutrimento". E' proprio questo il senso delle parole pronunciate dal profeta Isaia: 'La rugiada che è con te è guarigione per loro' (Is 26.19). [...] Taci, custodisci costantemente il silenzio, ricordati sempre della presenza di Dio e del suo Nome. [...] Quando sei seduto a tavola [...] sii attento a te stesso e nutri la tua anima con la preghiera".



Il metodo suggerito da Nil Sorskij

Nil Sorskij prescrive di far silenzio interiormente, proibendo a se stessi non soltanto di pensare a qualcosa di peccaminoso o di vano ma anche a qualcosa di apparentemente utile o di spirituale. Invece di pensare, bisogna guardare incessantemente nelle profondità del proprio cuore e dire: "SIGNORE GESU' CRISTO, FIGLIO DI DIO, ABBI PIETA' DI ME, PECCATORE". Si può pregare in piedi, seduti, coricati. Coloro che sono robusti e in buona salute preghino stando in piedi; i deboli, invece, possono pregare anche stando coricati, perchè in questa preghiera l'ascesi spirituale prende il sopravvento su quella del corpo. Bisogna dare al corpo una posizione che procuri allo spirito ogni libertà per l'attività che gli è propria. Tuttavia, è da tenere presente che qui si parla del modo di agire dei monaci che, mediante un'ascesi corporale adeguata, hanno messo ordine nelle proprie inclinazioni corporali e che, in seguito ai progressi già compiuti, sono passati dall'ascesi del corpo a quella dell'anima.

Controllo del respiro

Nil Sorskij raccomanda di rinchiudere la mente nel cuore e di controllare, per quanto è possibile, il respiro, per non respirare troppo spesso. In altre parole, bisogna respirare molto adagio. In generale, bisogna reprimere tutti i movimenti del sangue e mantenere il corpo e l'anima in uno stato di tranquillità, di silenzio, di adorazione, di timor di Dio; altrimenti l'attività propriamente spirituale non può manifestarsi in noi: essa lo fa quando tutti i movimenti e i ribollimenti del sangue si sono placati. L'esperienza insegnerà che il controllare il fiato, cioè il respirare con minor frequenza e lentamente, contribuisce molto a farci entrare in uno stato di calma e a ricondurre la mente dal suo vagabondare. " Vi sono molte opere virtuose", dice Nil, "ma sono tutte parziali; LA PREGHIERA DEL CUORE, invece, E' LA SORGENTE DI TUTTI I BENI: essa irriga l'anima come fosse un giardino. Quest'opera, che consiste nel mantenere la mente nel cuore senza nessun pensiero, è estremamente difficile per coloro che non hanno imparato a praticarla; [...]. Ma quando l'uomo riceve la grazia, allora prega senza sforzo e con amore, perchè è da essa consolato. Allorchè sopraggiunge l'attività della preghiera, essa attira a se la mente, la riempie di allegrezza e la libera dalle distrazioni.

Per abituarsi al metodo raccomandato da Nil Sorskij è molto utile combinarlo con quello di Giovanni Climaco e pregare senza nessuna fretta.

nadda
15-04-02, 01:23
Grazie Qoeleth - a proposito ti ho poi risposto privatamente l'altro ieri forse non hai visto - per la bella ed ampia panoramica sulle principali declinazioni della preghiera di Gesù. Potrebbero costituire un ottima premessa anche per un dibattito con l'amico Icthys sulle affinità e divergenze con le tecniche meditative gnostiche. Resta implicito che la preghiera di Gesù dovrebbe essere intesa, dialetticamente, - ma credo di fatto lo sia - tanto in senso oggettivo quanto soggettivo, tanto come la preghiera che io rivolgo a Gesù quanto l'adesione alla sua stessa preghiera in noi, al suo Spirito che geme in noi con gemiti inenarrabili, inaccessibili al linguaggio del raziocinio duale ed oppositivo umano decaduto, al suo stesso essere rivolto al Padre nel respiro di una sola Vita seminata in noi dall'incarnazione deificante, partecipazione in noi di tutto il nostro essere all'essere di Dio stesso come preghiera, lode ed eterna liturgia triunitaria. La preghiera di Gesù poco infatti ha a che vedere con le tecniche, con l'attitudine prensile e passionale di chi pretende di sondare l'abisso del proprio cuore, spalancato sull'abisso divino, come un fondo a disposizione da cui trarre energia, serenità, beni spirituali e fosse pure la salvezza al di là della previa e liberante presa di consapevolezza della propria vacuità di fronte alla inaccessibilità del Santo (penthos). La preghiera di Gesù procede da e conduce all'approfondimento dell'esistenza personale in comunione, all'incontro vivo con il Dio vivente ed indisponibile ad ogni cattura oggettivante e proiettiva e non ad un fondo impersonale. Come in Dio la natura è ipostatizzata, posseduta nel paradossale mutuo dono che ciascuna Persona attua, attuandosi verso, nelle , alle "altre" ,così nulla di oggettivo, nessuna natura impersonale è incontrata dall'uomo che proprio nell'esercizio della preghiera apprende l'arte della comunione, attua l'esodo mai compiuto dall'individuo separato alla persona in comunione. Ma il Padre Silvano senza dubbio avrà preziose puntualizzazioni non nate dalla teoria ma da un esercizio continuo di tale passaggio.

vescovosilvano
15-04-02, 15:18
Ringrazio Luva per aver riportato il bel florilegio di padri neptici sulla preghiera del cuore.
Mi sento però, come pastore di anime e padre spirituale, di dover fare alcune precisazioni, perchè un accostamento tout court a questo tipo di "tecniche" può anche non essere favorevole alla vita spirituale.
Mi spiego:
una vita spirituale cristiana deve avere una serie di presupposti indispensabili, Essi sono:
1 - La fede: riconoscere Cristo Gesù come il Verbo di Dio venuto in carne umana animata, presa nell'integrità della natura dalla Tuttasanta Deipara e semprevergine Maria. Credere che per la sua incarnazione, la sua croce e la sua gloriosa resurrezione siamo salvati e che senza fede non c'è salvezza.
2: la risposta umana alla Grazia:
a - l'ortodossia. La fede deve essere integra e pura come è stata trasmessa nei suoi contenuti. "Se qualcuno vi annuncia un Vangelo diverso da quello che vi annunciato sia anatema!" dice san Paolo.
b - l'iniziazione sacramentale. Essere Cristiani vuol dire essere stati battezzati con la triplice immersione di tutto il nostro corpo a somiglianza della morte e resurrezione del Salvatore in una vera morte e resurrezione mysterica, ossia sacramentale, simbolica e reale al tempo stesso, che ci fa rinascere nuove creature.Romani 6:3 "O ignorate forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?" e quel che segue del testo.
Inoltre occorre essere stati cresimati con sacro e santo Myron per ricevere il dono dello Spirito Santo e aver partecipato dei Mysteri intemerati del Corpo e del Sangue del Signore.
Occorre inoltre continuare nella vita sacramentale attraverso la partecipazione, per quanto possibile assidua, della Divina Liturgia e degli altri atti di culto della Chiesa. Ricevere nella Liturgia la Santa Comunione , che della Liturgia è parte integrante, a meno che non ne siamo stati esclusi dal Vescovo o dal nostro padre sirituale per motivi medicinali a seguito di qualche grave colpa. Accostarci al Sacramento della Penitenza per ricevere l'assoluzione ogni qualvolòta qualche colpa grave ci abbia separato dalla Chiesa e dalla Comunione. Questa pratica del culto rende efficace per tutta la vita la iniziazione sacramentale ricevuta.
c - la paternità spirituale. Ogni cristiano deve avere un padre spirituale sotto i cui occhi egli cresce, si sviluppa spiritualmente, da cui viene ripreso nel momento dell'errore e corretto, consolato nei momenti dell'afflizione, guidato nelle vie di Cristo.
d- la preghiera personale. Occorre dedicare alla preghiera personale un certo spazio di tempo della nostra giornata. In questa preghiera personale deve trovar posto la Santa Scrittura, in specie il Nuovo testamento.
d - La venerazione delle sante Icone.
La camera di un Cristiano avrà sempre almeno una icona dalla quae riceve la "memoria" di Dio e verso la quale rivolge la sua preghiera al Signore, che bacia mattina e sera facendole "metania". Davanti a questa icona è bene che arda perennemente una lampada.
e - il digiuno. Il cristiano osserva i digiuni prescritti dalla Chiesa e , qualora ne sia impedito per gravi e legittimi motivi, non se ne dispenserà mai da se stesso ma sempre chiederà la bendizione previa del suo padre spirituale, a cui sta sottomesso in obbedienza ed umiltà in tutto come Cristo ci ha insegnato con la sua sottomissione alla volontà del Padre celeste. La rinunzia alla volontà propria è un gradino fondamentale verso la salvezza, anche se non è la stessa - nella modalità - per il laico e per il monaco, è invece la stessa per l'essenza.
f.- La pratica della carità. Nessuno può dire di amare Dio che non vede se non ama il fratello che vede. Senza amore non c'è vita cristiana. Senza amore non c'è crescita spirituale. Il Cristiano legge 1 Cor. 13, assieme alle Beatitudini, come la "Costituzione" della sua vita.

Questo detto si può poi parlare di ciò che è "in più" anche se può essere molto importante per la crescita spirituale di un cristiano. Un posto privilegiato tra questo "in più" c'è la preghiera del cuore, detta anche "preghiera pura". Decantata di alcuni elementi eretici (ad esempio la totale assenza di immagini è di derivazione dall'iconoclasmo evagrano condannato dal VI Concilio Ecumenico - anzi il pregare davanti ad una icona e con gli occhi fissi in essa deve essere consigliato ai principianti che così evitano occasioni di distrazioni interiori oltre che esteriori e l'affacciarsi alla fantasia di altri immagini che non siano il volto del Redentore o della Tuttapura....) è la preghiera personale che ha sempre trovato nel mondo Ortodosso la preferenza dei fedeli e la raccomandazione dei Padri Spirituali.
Bisogna però fare attenzione, la Preghiera del Cuore non è solo tecnica, anzi la tecnica è all'ultimo posto e per la generalità dei fedeli va benissimo la prima forma, tra quelle elencate da Luca, senza addentrarci in aspetti complicati. Anche perchè l'esperienza dei Padri spirituali insegna che, se uno pratica assiduamente la Preghiera, la interiorizza anche senza fare uno sforzo voluto (che spesso può essere anche superbia, sopravvalutazione delle proprie capacità, illusione, "prelest" come dice lo slavo), anzi sappiamo che questo avviene più spesso di quello che non sembri.
Ma la Preghiera del cuore, senza che prima si sia adempiuto a tutte le condizioni che sopra elencavo, a nulla serve, anzi è molto pericolosa, perchè diviene una pratica "materiale" che si pensa possa sostituire la Grazia Divina, i Santi Mysteri, la pratica dei digiuni e delle celebrazioni della Chiesa, l'esercizio della carità fraterna. I veri padri spirituali non insegnano agli eterodossi la preghiera e non hanno avuto per nulla piacere della sua divulgazione in mezzo alle tante pratiche "new age" quasi che fosse una forma psicofisica di realizzazione interiore. Quello che dà forza alla Preghiera di gesù è l'invocazione del Nome salvifico "Signore Gesù Cristo" che attua in noi la sua presenza mystica, se noi siamo uniti da un vero Battesimo e dalla Comunione dei Santi Mysteri, alla sua Santa Chiesa che è il suo Corpo e la sua Sposa.
Questo è indispensabile da dirsi ed integrazione al bell'intervento di Luca.

Ho scritto un piccolo opuscolo con uno stile che si consiglia oggi ai laici per la pratica della Preghiera di gesù in forma di Officio. Questo stile è particolarmente adatto per chi, lontano da una Chiesa, ha difficoltà di partecipare alla vita liturgica regolare, ai ritmi dei giorni e delle feste.
Lo manderàò volentieri a chi me lo chiede personalmente mandandomi la sua casella E.Mail.
Il mio se non lo sapete è ortodossi@tiscali.it

nadda
15-04-02, 19:43
Precisazione importante quella di Silvano mirata a sottrarre la preghiera di Gesù da ogni esclusivismo o carattere di eccezionalità rispetto alla "normalità" della vita di fede, della partecipazione ai divini Misteri di cui rappresenta una preziosa integrazione ed approfondimento. La pratica della preghiera di Gesù, il graduale processo di interiorizzazione e di unificazione di tutto l'essere nella Presenza del Risorto ed in Lui della Triunità - di qui il carattere sacramentale di tale preghiera che non va mai messo tra parentesi - non esclude ma anzi include la dilatazione dellla persona nella comunione ecclesiale. L'ascesi rende l'uomo non eccentrico ma concentrico al tutto, un "essere ecclesiale" che solo nella Chiesa vive e respira in pienezza, un essere liturgico capace di offrire nella potenza del Nome i logoi, i nomi, le energie divine strutturanti il cosmo e l'umanità liberati dall'opacità passionale e ricondotti, riconosciuti, resi eucaristicamente alla divina Origine in un'esistenza dossologica. Egli, per dirla con san Massimo il Confessore, offre il mondo a Dio sull'altare del proprio cuore. In tal senso mi piacerebbe sapere dal Padre Silvano quanto e come la preghiera di Gesù possa favorire l'emergere di quel monachesimo interiorizzato, "quel monachesimo universale dei credenti in Cristo che l'Occidente ha ancora da riscoprire accanto all'universale sacerdozio" (S.Livi "La dimensione monastica del cristianesimo ortodosso" )

vescovosilvano
15-04-02, 23:00
Caro Nadda,
mi fa piacere anzitutto che ricordi quel mio piccolo scritto sul monachesimo interiorizzato di cui mi ero dimenticato quasi.
Le mie perplessità sulla Preghiera del cuore non nascono daslla Preghiera stessa, che è una cosa ottima, ma dall'uso che se ne fa in occidente. Ti faccio una domanda, e la faccio anche a Luca: come mai il libro "Racconti di un Pellegrino" ha avuto un numero enorme di ristampe in tutte le lingue occidentali, la Filocalia ugualmente, non si contano i libri (buoni e meno buoni, qualcuno molto cattivo) pubblicati sull'argomento... ebbene tutto questo ha portato pochissimi ritorni (nulla al confronto della profusione di stampe e di discorsi) alla Santa Chiesa Carrolica ed Apostolica, ossia alla Chiesa Ortodossa. Tutto questo fa pensare che la Preghiera di gesù ha costituito per molti eterodossi l'alibi di sentirsi unito in quella fumosa "Chiesa Universale" per cui San Serafino è un santo universale "al di là dei confini confessionali" "San Silvano un mistico grande per tutti i credenti"... (dimenticando completamente che essi non davano ad "universale" altro significato che "cattololico" ed a "cattolico" nessun altro significato che "ortodosso") e sciocchezze simili. Questo dovrebbe far riflettere molto. Non si arriva all'Ortodossia attraverso un "metodo" o una "tecnica" ma attraverso la conversione del cuorer e della mente, il bisogno di essere fedeli a Cristo. Dopo, se ci sarà la Preghiera del Cuore sarà una bella cosa, se non ci sarà ci saranno altri mezzi di salvezza. Si sa che san Giovanni di Cronstad non la praticava e riteneva che la vita ecclesiale e sacramentale fosse, specie per i laici, una via di salvezza più adatta. Nell'antichità analoga posizione hanno molti grandi Vescovi, basta pensare a San Giovanni Crisostomo. S si dice "Signore Gesà Cristo" come si può dire "Hare Crisma" questo non solo non salva ma precipita nell'inferno sotto il peso della bestemmia, perchè "tu non nominerai il Nome del Signore Dio tuo invano!". Cosè la Preghiera di Gesù in un cuore non ortodosso, in un cuore senza battesimo, senza Eucaristia, senza Chiesa... solo una illusione sentimentale: preelest.
Vorrei che non vi sembrassero troppo severe le mie parole ma ho avuto dolorose esperienze, a partire dai fedeli che eran divenuti tali partendo dalle posizioni di Guenon e che - senza mai abbandonarle in profondità - eran divenuti ortodossi perchè il Cristianesimo è "la via dell'occidente".... poi si sono accorti che il 2Buddismo era via più preziosa" ed hanno cambiato religione senza mai cambiare il cuore, perchè quello era preso dall'eresia diabolica della "unità trascendente di tutte le religioni". Esiste un unica unità trascendent, quella del Padre e del Figlio e del Santo Spirito: Triade coessenziale ed inseparata, e quella (un tutt'uno con la prima) della Theantropia dell'Unico Cristo Signore e Salvatore nostro, all'infuori del quale non c'è Via, nè Verità, nè Vita. Per questo mi muovo molto circospetto. Credo che vorrete comprendermi.
Spero di mandarvi presto un testo di p.Serafim Rose.

Qoelèt
15-04-02, 23:30
Non posso che essere totalmente d'accordo con p.Silvano!
Io ho conosciuto la preghiera di Gesù già prima di convertirmi alla chiesa di Roma e all'ortodossia poi: quando durante l'adolescenza praticavo Yoga kundalini la mia insegnante amava usare la preghiera del cuore come un mantra ...
Il grande successo dei Racconti di un pellegrino è in buona parte dovuto a quei numerosi ambienti cattolici che io definisco "borderline" (e che spesso tengono seminari e corsi del tipo "Iniziazione alla preghiera profonda" nelle parrocchie e perfino in Istituti Religiosi e Monasteri!) come il Movimento di Yoga Cristiano o la First International Church of Christian Yoga:un miscuglio diabolico di sincretismo ed eresie a cui spesso partecipano anche monaci buddisti e vari yogi indiani.In fondo una delle tante aberrazioni ecumeniche del network new-age!
La preghiera del cuore praticata da un eterodosso non solo è vuota ma può addirittura essere spiritualmente pericolosa per chi si accosta con spirito "gnostico" alla ricerca di avventure esoteriche(non dimentichiamoci dei numerosi inganni che un'anima spiritualmente impreparata può subire!).
Ringrazio p.Silvano per le importantissime precisazioni.
Luca

vescovosilvano
16-04-02, 00:47
Ed io ringrazio profondamente Luca.. di aver compreso il cuore delle mie parole. Il che è la prova che non ha abbracciato il cristianesimo ortodosso come un vestito ma come la veste camdida della Vita nuova in Cristo... a differenza di quella sua "maestra" che aveva abbracciato la preghiera del cuore come un qualunqie "mantra".
I lettori di questo forum non possono comprendere come un sacerdote si rallegra quando le sue parole dure sono comprese. E' facile infatti trovare chi ti ascolta se sei "allettante" e comprensivo... tanto più difficile quando ti sforzi di essere "testis fidelis" dell'unica Verità e dell'unica Via.

tsarskoe
16-04-02, 13:46
Anch'io non posso che essere d'accordo con voi. Fra l'altro, anche come ricercatore instancabile di testi ortodossi nel mondo letterario italiano, faccio notare che nei testi di argomenti spirituali " ufficiali", figurano i Racconti del Pellegrino con delle prefazioni scandalose che ne stravolgono il senso profondo. Se non si entra nello specifico, i testi veramente ortodossi nelle varie collane si contano sulle dita di una mano e, quando accade di trovarli, o vengono purgati, come succede con Ivan di Cronstadt, o vengono pubblicati con prefazioni e commenti totalmente estranei alla tradizione e alla luce che li ha creati. Ma si sa, la verità è una qualità rara avis...
Cari saluti

vescovosilvano
16-04-02, 22:38
Per non ripetermi invito gli interlocutori del forum di andare a leggere il testo contenente la testimonianza di padre Serafim Rose al forum del sito Orthodoxia, dove la ho postata in traduzione dal Russo.

www.geocities.com/danielemarletta

nadda
17-04-02, 02:11
Troppo frequentemente si ha difficoltà a coniugare carità e verità e non si riesce a comprendere come l'apparente "intransigenza" del Padre Silvano non sia altro che forma suprema di carità. Non si comprende che non si tratta di difendere personalismi vari ma al contrario di distacco da sè, oblazione di sè di fronte alla Verità rivelata, trasmessa e contenuta nella purezza della Tradizione in cui ogni punto dogmatico comunica con tutti gli altri in una circolarità perfetta e tale che cedendo tale tessuto solo in un punto, lasciandosi andare a facili concessioni di comodo, politicamente corrette, apprezzabili agli occhi del mondo come atteggiamenti comprensivi, dialogici, se ne infragilisce il disegno unitario che altro non è che il Cristo stesso che perennemente si forma e si rigenera nell'attualità delle energie deificanti. Solo comprendendo che la Tradizione, la dogmatica e la simbolica ortodossa, è realmente il Cristo e non qualcosa di opinabile ed intercambiabile, adattabile a misura del mondo e dei suoi tempi, si potrà leggere nel rifiuto dei "resistenti" di adattarsi alla mentalità del mondo, nel rifiuto di crocifiggere Cristo alle nostre attese piuttosto che le nostre attese a Cristo, la forma più alta di carità, la compassione trepida per il destino eterno dell'umanità, per la sua salvezza e deificazione.