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15-04-02, 18:27
Il fondatore del Media Lab boccia la "terza generazione"
della telefonia cellulare: "Non è un miglioramento sufficiente"

Negroponte: "L'Umts?
Esisterà... purtroppo"


di RICCARDO STAGLIANO'

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ROMA - "L'Umts alla fine esisterà... purtroppo". Nicholas Negroponte non ce la fa a celare la sua delusione, non ne ha mai fatto segreto d'altronde: la cosiddetta "terza generazione" della telefonia cellulare non lo convince affatto, almeno non nella varietà su cui l'Europa ha già investito così tanti soldi e una quantità ancora maggiore di aspettative. A Roma come relatore d'eccezione all'"European Telecoms Forum 2002" si trova a fare il guastafeste proprio nel convegno in cui l'industria delle telecomunicazioni - come dichiara il sottotitolo della manifestazione - si interroga su come "re-indirizzare le proprie strategie per venire incontro alle nuove richieste del mercato". E pensare di usare il ponte dell'Umts per traghettare le telecomunicazioni nel loro futuro è, per il fondatore del Media Lab di Cambridge, Massachusetts, il frutto di una pericolosa miopia.

Mister Negroponte, l'Umts diventerà mai una "cosa vera"?
"Sì, lo diventerà, ma c'è poco da festeggiare. Le compagnie telefoniche vi hanno investito così tanto che non possono permettersi di abbandonarlo anche se si tratta di una tecnologia che non è buona abbastanza e, di fatto nasce vecchia".

In che senso?
"Che una vera 'terza generazione', che alcuni infatti chiamano 'quarta' per significare il vero salto tecnologico che comporterebbe, sarebbe quella che ha una velocità di trasmisione dati nei dintorni dei 2 megabit al secondo, che si basa su un protocollo Internet e che ha una adattabilità sul versante software tale da renderla utilizzabile in tutto il mondo, rendendo reale la promessa dell'accesso universale. Caratteristiche che, malauguratamente, mancano tutte nell'Umts e che fanno sì che non si tratti di un vero salto significativo come fu, invece, quello dalla prima (Tacs, analogici) alla seconda generazione (Gsm, digitali) di cellulari". Per di più è una tecnologia che nasce schiacciata, costretta tra altre due tendenzialmente contemporanee e per certi versi concorrenziali come la cosiddetta 'seconda generazione e mezzo' del Gprs e l'802.11 che usa lo spettro radio non utilizzato per realizzare reti di dati ubique e ad alta velocità".

Ma come è possibile che tante importanti telecom abbiano puntato così tanto su una tecnologia così sbagliata?
"Intanto c'è un motivo psicologico. Lo straordinario successo che il Gsm ha avuto in Europa ha fatto sì che gli operatori fossero tendenzialmente convinti che lo stesso straordinario appetito nei confronti dei servizi di telefonia si trasferisse tale e quale nei confronti della nuova generazione; il che è tutto da dimostrare. In più il meccanismo di aste per aggiudicarsi il diritto a utilizzare le nuove licenze ha funzionato da fattore distorcente del mercato, facendo lievitare i prezzi in maniera anomala e spingendo così le varie compagnie partecipanti, per cercare di rientrare degli investimenti fatti, ad esigere di utilizzare la nuova tecnologia al più presto, anche se non è ancora pronta".

Insomma, errori su errori. Le pare che in Giappone, dove la "terza generazione" è già una realtà grazie a un protocollo diverso dall'Umts, le cose vadano molto meglio?
"Niente affatto. Intanto, secondo i parametri definitori di cui parlavamo prima, riferendosi al sistema Ntt-DoCoMo non è neppure possibile parlare èpropriamente di 'terza generazione'. E poi, se è vero che funziona già, è un sistema molto burocratizzato, centralista e gestito dall'alto, dove alla telecom nazionale è attribuito troppo potere. Insomma un sistema che, a mio modo di vedere, funziona per l'ubbidiente cultura dei giapponesi ma non funzionerebbe affatto nel contesto culturale latino e italiano in particolare. Forse in Germania, dove stanno tentando di esportarlo, potrebbe avere più fortuna, non qui".

Eppure le immagini di vita quotidiana che ci arrivano da Tokyo descrivono una realtà apparentemente di successo, con orde di giovanissimi che scaricano musica e brevi video dai loro telefonini. E' perché hanno puntato sui contenuti giusti?
"Alla fine gli utenti della terza generazione non sono ancora così tanti e comunque credo che i contenuti non abbiano un gran ruolo nel determinare il successo di una tecnologia. Prima bisogna pensare qual è la tecnologia giusta, poi i contenuti seguiranno, non il contrario. Anche con gli sms è andata così: all'inizio nessuno sapeva che farsene, ma furono saggiamente inclusi con il Gsm e dopo in moltissimi fornitori di servizi hanno pensato di usarli per veicolare i più diversi tipi di informazione. Ma non sono stati i contenuti a sancirne il successo. Valutare le prospettive di una tecnologia di telecomunicazione a partire dai contenuti che potrà veicolare è un errore di prospettiva".

Da qualsiasi parte la si guardi, questa dell'Umts sembra la storia di un grande, costosissimo pasticcio...
"Mi ricorda un po' la vicenda della tv ad alta definizione, a metà edgli anni '80. Le case produttrici avevano deciso a tavolino che i tempi erano pronti, che doveva essere un gran successo, nonostante che la realtà dimostrasse chiaramente che si trattava di una tecnologia acerba e sbagliata. Mi sembra che le analogie con l'Umts siano molte, purtroppo..."


http://www.repubblica.it/online/tecnologie_internet/negroponte/negroponte/negroponte.html