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Shaytan (POL)
16-04-02, 11:41
Andreotti replica a Dellai e Durni. Martedì le deleghe: giorno della verità

di Gianpaolo Tessari

TRENTO. Il presidente della Regione Andreotti ha parecchio da ridire sulla visione dell'ente espressa nel nostro forum da Dellai e Durnwalder. «Non è accettabile che l'ente venga visto come una sorta di intralcio. Io sono per un rafforzamento delle potestà delle due Province, ma con un ruolo politico preciso affidato alla Regione».
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TRENTO. Si dice "perplesso". E convinto che la nuova Regione debba scaturire da uno Statuto condiviso, «non riformato a colpi di maggioranza». Il presidente della Regione Andreotti ha parecchio da ridire sulla visione dell'ente espressa nel nostro forum da Dellai e Durnwalder.
I presidenti delle due Province hanno assicurato di poter collaborare benissimo tra loro anche senza la Regione.
«D'accordo, ma non è accettabile che l'ente venga visto come una sorta di intralcio. Nei ragionamenti di Durnwalder, "se vado a Bruxelles per un problema mi basta fare prima un colpo di telefono per mettermi d'accordo con Dellai", la Regione è considerata del tutto inutile. Intendiamoci, la visione del presidente altoatesino è coerente con quello che ha detto nel passato, ma se l'impostazione di fondo è concordata a livello di maggioranza, non c'è dubbio che alla Regione debba essere riservato un ruolo preciso, con precise competenze».
Lei le ha già individuate?
«Sì, come credo che la Regione possa sviluppare un suo ruolo ben definito. Per quanto riguarda le materie di competenza ritengo che l'ente debba rimanere autonomo sui giudici di pace, la previdenza integrativa e gli ordinamenti».
Presidente Andreotti che ruolo dovrebbe affidare alla Regione il prossimo Statuto?
«L'ideale sarebbe un ente che diventi per le Province quello che l'Unione Europea rappresenta per gli stati nazionali. Trento e Bolzano governino in piena sovranità, ma la Regione sia un ente di raccordo che garantisca le politiche comuni. Una posizione che a Bruxelles darebbe ancora più forza alle nostre autonomie. In sintesi io sono per un rafforzamento delle potestà delle due Province, questo è uno dei paletti messi alla riforma, ma con un ruolo politico preciso affidato alla Regione».
Durnwalder dice che, sin dall'inizio della prossima legislatura, chi amministra a Trento e a Bolzano, dovrebbe governare anche in Regione. Giusto?
«Ha senso formulare impianti governativi nuovi solo a Statuto variato. E' ben vero che, in teoria, nulla vieta di anticipare giunte e presidenze di derivazioni provinciali, ma tratteggiare soluzioni in una direzione che poi potrebbe non essere confermata dal nuovo Statuto, sarebbe inutile. E costituirebbe un pericoloso salto in avanti».
A Roma ci sono già tre disegni di legge sulla riforma in questione. Ma la Svp, e anche la Margherita, ribadiscono che il futuro della Regione debba prenda le mosse da qui.
«Guardi io sono autonomista come Durnwalder e più di Dellai e non posso che essere d'accordo sul fatto che il nuovo statuto debba prendere forma a Trento e a Bolzano. Ma sarà poi il Parlamento, che ne ha la potestà, a decidere. E' perciò assolutamente necessario che si aggreghi il maggior consenso possibile, che la riforma abbia uno substrato molto condiviso. Questo ci darà tranquillità che Roma potrà, semmai, apportare alla legge poche correzioni. Muoversi a colpi di maggioranza sarebbe estremamente pericoloso».


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