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tziku
21-04-02, 11:49
www.unionesarda.it

Per la prima volta l’entourage di Karim non si tira indietro e rilancia il progetto per la Costa Smeralda

Pili prepara il ritorno dell’Aga Khan
Il presidente: il Master Plan può riprendere il suo cammino

Dal nostro inviato
Porto Cervo L’ombra dell’Aga Khan si allunga sulla Costa Smeralda in un’affollata mattina di primavera. Si parla di turismo e il presidente Pili garantisce che «il master plan può riprendere il suo cammino», l’assessore all’Urbanistica Biancareddu si spinge più in là promettendo «ponti d’oro» con tanto di «rapida approvazione in Giunta della nuova legge urbanistica, questione di giorni». E per la prima volta l’entourage del Principe non storce il naso. Enzo Satta, cioè l’architetto che oltre ad avere ideato il progetto fa incidentalmente parte della maggioranza che governa la Regione, medita a voce alta: «Dopo 18 anni di attesa a livello regionale forse c’è la volontà di andare avanti», ovviamente «a patto che chi subenterà alla Starwood garantisca una certa continuità».
Tra gli aspiranti successori c’è il gruppo Colony Capital di Tom Barrack e l’avvocato Renzo Persico ne è il plenipotenziario sardo. A scanso di equivoci spiega che «l’Aga Khan è il passato e il futuro della Costa Smeralda». In cinque parole: «Il suo progetto va recuperato».
C’erano tutti, al ”Sardinia board” organizzato da Meridiana e Regione. Spiccavano i fedelissimi dell’Aga Khan, di nuovo protagonisti del dibattito sul turismo che verrà. Sono lontani i tempi degli scontri con la giunta regionale, delle accuse reciproche, adesso la parola d’ordine è collaborare. L’amministratore delegato di Meridiana Giovanni Sebastiani invita tutti «ad essere più aggressivi», a «costruire la voglia di Sardegna». Vietatissimo «aspettare sistematicamente che su ogni iniziativa si apra un ombrello politico», è tempo che «le imprese facciano il loro mestiere».
Il Governo ha spedito a Porto Cervo il sottosegretario leghista alle Attività produttive Stefano Stefani. Che, con cravatta e fazzoletto verde d’ordinanza , regala alla platea perle tipo «tutta l’Italia, da nord a sud, deve fare un’unica promozione turistica. E se lo dice uno come me...». Non ama i francesi, questo è chiaro: «Mi scuso con gli amici presenti in sala, ma come dice sempre l’assessore al Turismo del Veneto ci sono più opere d’arte nella nostra regione che in tutta la Francia, Parigi compresa. Questa è storia». Brusio in sala, qualcuno si alza e punta dritto verso il giardino.
L’altro assessore al Turismo, quello sardo, si lascia andare alle ipotesi. Dice Roberto Frongia «Paradossalmente se domani il master plan arrivasse al voto in Consiglio avrebbe, oltre al voto della maggioranza, anche quello di una larga fetta del centrosinistra». Più realista Mauro Pili: «Il nuovo progetto deve avere le caratteristiche della Costa Smeralda e l’unico garante possibile è l’Aga Khan». Sarà per questo che l’assessore Andrea Biancareddu ripete che tutto è possibile «se si riesce a rendere più snello l’accordo di programma». Fin qui le dichiarazioni d’intenti, poi ci sarà la prova del fuoco del Consiglio. La maggioranza, si sa, è già stata battuta più volte dai franchi tiratori e il pericolo è sempre dietro l’angolo.
Ieri Gianfranco Miozzi, uno degli esperti che valuta gli investimenti pubblici per conto del ministero dell’Economia, ha calcolato che «nei prossimi 5 anni la Regione avrà a disposizione 8-9mila miliardi per sciogliere i nodi strutturali dell’Isola». Poco prima il sovrintendente dell’Ente lirico di Cagliari, Mauro Meli, sosteneva che Cagliari ha le carte in regola per diventare il fulcro del turismo culturale. E il professor Salvatore Messina, uno dei massimi esperti europei di industria delle vacanze, ha individuato la nuova sfida della Sardegna: «Riuscire a fare andare via tutti i turisti soddisfatti». Nel frattempo, in sala una domanda teneva banco: tornerà l’Aga Khan o finirà con l’ennesimo buco nell’acqua?

Paolo Paolini