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Scapigliato"
03-09-09, 14:17
Pubblico qui di seguito la traduzione di un Appello, che ritengo interessante, diffuso negli scorsi mesi da Prospettiva Internazionalista, un'organizzazione appartenente all'area della sinistra comunista tedesco-olandese (consiliarista), presente negli Stati Uniti ed in Belgio, già nota quale "frazione esterna" della CCI.
E' oltremodo significativo che tale appello all'unità d'azione ed al superamento del settarismo - in un momento storico come quello odierno caratterizzato da una crisi economica che potrebbe essere sistemica - provenga da un'organizzazione dell'area della sinistra comunista, area politica molte altre volte caratterizzata invece proprio da un estremo settarismo.


Appello al Milieu Filo-Rivoluzionario

Osservando l'attuale mondo, constatiamo un urgente bisogno di rivoluzione che è in contrasto con una profonda debolezza e divisione dei filo-rivoluzionari. Alcuni dei loro disaccordi sono seri. Ma i filo-rivoluzionari hanno anche qualcosa di essenziale che li accomuna, le posizioni rivoluzionarie ed internazionaliste, che li separano da coloro la cui prospettiva pseudo-rivoluzionaria, in definitiva, non è nient'altro che una scusa per la perpetuazione della forma-valore. Utilizziamo qui deliberatamente il termine "filo-rivoluzionario", dal momento che solo la Storia sarà in grado di giudicare se quello che facciamo, di cui discutiamo, che scriviamo, pubblichiamo, come interveniamo, eccetera, abbia un impatto rivoluzionario o meno. Sicuramente noi lo desideriamo. Ma agiamo coerentemente a tal fine?

1) L'attuale crisi non è solamente un impasse congiunturale, non è solo il risultato di una voracità senza controllo. Non è una crisi del neo-liberismo, ma è una crisi dello stesso capitalismo. Essa dimostra l'obsolescenza storica del capitalismo, l'urgente bisogno di sopprimerlo nel suo stesso nucleo e di sostituirlo con un mondo in cui la soddisfazione dei bisogni umani, non il profitto, sia la forza guida, un mondo non più guidato dalla legge del valore, non più diviso in nazioni, razze e religioni, in cui l'autoemancipazione collettiva degli sfruttati renderà per la prima volta la libertà individuale una cosa reale.

2) Le conseguenze di questa crisi sono e saranno sempre più devastanti. Nei suoi disperati tentativi di tagliare i costi al fine di restaurare il suo tasso di profitto, la classe capitalista infligge disoccupazione di massa, tagli ai salari ed all'assistenza sociale per la classe lavoratrice, fame, malattia e perdita della casa per tutti gli spossessati. Per la stessa ragione, prosegue il suo assalto all'ambiente naturale. Inoltre, la crisi spalanca le porte alla guerra. Quando le ordinarie vie economiche per ottenere il profitto si bloccano, l'uso della violenza diventa sempre più attrattivo, mentre la necessità del processo di produzione di procedere all'abbattimento dei costi (devalorizzazione) porta ad una sempre maggiore distruzione.

3) L'unica forza in grado di bloccare il capitalismo dal trascinare l'umanità nell'abisso è la rivoluzione internazionale della classe lavoratrice. L'unico modo attraverso cui questa rivoluzione può avere successo è attraverso lo sviluppo dell'autorganizzazione collettiva della classe lavoratrice in lotta, superando tutte le divisioni che il capitalismo impone ad essa. Da questa autorganizzazione della lotta sorgerà l'autorganizzazione del mondo post-capitalista.

4) La crisi provoca inevitabilmente convulsioni sociali. In ciascuna di esse operano forze contraddittorie. In ogni lotta vi saranno istanze miranti all'attenuazione ed alla cessazione della battaglia. Vi saranno coloro che difenderanno la particolarità di ogni singola lotta, mantenendola isolata. Vi saranno coloro che cercheranno di allontanare la rabbia dal capitalismo riorientandola contro i lavoratori di altri paesi o contro gli immigrati, o contro altri capri espiatori. Ma in ogni lotta ci sarà anche l'impulso ad andare oltre, a far avanzare il movimento fin dove esso possa spingersi; vi saranno istanze che si pronunceranno per l'estensione della lotta, per l'unità degli sfruttati, per l'autorganizzazione collettiva, contro la sudditanza alle leggi ed alle istituzioni capitaliste. E vi saranno sempre più voci che dichiareranno chiaramente che il reale nemico è lo stesso capitalismo.

5) Quale sarà il risultato del confronto di queste forze contraddittorie non è predeterminato. I filo-rivoluzionari riconoscono di essere parte di questa dialettica. La forza sociale che si adopera per il superamento del capitalismo prende molte forme, ed essi sono una di queste. Essi partecipano quindi nella lotta degli sfruttati ovunque possano, dalla parte di coloro che puntano a radicalizzarne gli sviluppi.

6) La chiarezza teorica può risultare un importante catalizzatore nello sviluppo della comprensione, all'interno della classe lavoratrice e perfino oltre, rispetto a cosa è in gioco. Ma per poter svolgere il proprio ruolo il milieu filo-rivoluzionario deve superare la propria frammentazione unendosi nella difesa delle posizioni rivoluzionarie fondamentali con una voce chiara e forte.

7) E' ora che il milieu filo-rivoluzionario riconosca chiaramente che la crisi del capitale, sia per profondità che per ampiezza, ha toccato un punto cruciale. Deve soppesare le proprie differenze d i propri disaccordi con i propri oneri in questo momento di urgente necessità. Sicuramente i gruppi ed i circoli nel milieu sono profondamente divisi, ma se ciascuno ha l'aspirazione a difendere posizioni rivoluzionarie, allora questa è per noi la base su cui essi possono unirsi. Trovare la nostra strada nelle sfide che abbiamo di fronte richiede che noi disseminiamo le nostre idee in modo pubblico e il più possibile attraverso discussioni, incontri, dichiarazioni ed interventi svolti in comune. Se il milieu filo-rivoluzionario non porrà come centrale la prospettiva rivoluzionaria, chi altri potrà farlo? Chi discuterà apertamente all'interno della classe lavoratrice sia del significato storico delle sue lotte nel quadro di questa crisi, sia delle conseguenze nel lasciare il campo libero alla classe dominante?

8) I disaccordi teorici non sono d'ostacolo ad agire congiuntamente, ma sono parte del bagaglio della vita rivoluzionaria del proletariato; l'ostacolo è il settarismo. Il milieu si trova di fronte ad una scelta decisiva. Essere d'accordo con quanto sopra sarebbe solo un primo passo; allo stato attuale dobbiamo realizzarlo. E non abbiamo davanti l'eternità per riflettervi. Il capitalismo non morirà da solo. Nel fare la nostra parte noi siamo determinanti.

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testo originale: http://internationalist-perspective.org/blog/2009/03/02/appeal-to-the-pro-revolutionary-milieu/

davide75
12-10-09, 20:00
compagno scapigliato, a chi è rivolto questo appello? :ciaociao: