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Visualizza Versione Completa : Gradirei che tutti coloro che si definiscono pagani si presentassero in questo thread



Ichthys
27-04-02, 00:22
Grazie.

Felix (POL)
28-04-02, 01:39
generalmente mi definisco AGNOSTICO, ma forse è una definizione riduttiva e puramente negativa. Cresciuto nel seno della religione cattolica, vi rimango afferrato più negli affetti che nelle credenze. Il cattolicesimo è parte della mia identità, un'eredità ancestrale.
Il paganesimo dunque? Mi attira, e mi attira moltissimo. Per due ragioni: una intellettuale (fascino per le antiche religioni indoeuropee, che è un aspetto in fondo del fascino per il passato remoto che ho sempre avuto), ed una spirituale. Questa seconda ragione rimette a sensibilità pre-razionali o meta-razionali che ho sempre avuto sin da piccolo. Un senso di "sacro" provato di fronte ai fenomeni naturali (acqua, fuoco, aria, terra; montagne, mare, fiumi, vegetazione). Questa esperienza del sacro l'ho provata e la provo tutt'ora in modo del tutto spontaneo e "naturale", ed è, oltre un certo limite, indescrivibile. Può avvicinarsi ad un senso di comunione e potenza. Comunione con altri enti ed esseri che sento vicini, e potenza di questi di fronte alla fragilità dell'uomo.
Allora, sono pagano? io direi che NATURALITER sì, in quanto religiosità sentita spontaneamente, ma mi manca la re-ligio, l'organizzazione di tutto ciò in un sistema di culto/rituale coerente. Non ho ancora deciso di fare un passo in tale direzione e forse non lo farò. Me lo impedisce, tra l'altro, il forte scetticismo che pure sento e l'agnosticismo che considero fondamentale. I miei figli li educo liberalmente (cioè in modo non troppo rigoroso) nella religione cattolica tradizionale.

saluti

Orazio Coclite
28-04-02, 18:21
Mi considero un seguace della Via Romana agli Dei. Il cui suggello d'appartenenza mi scorre nelle vene. Quella Via del Sangue degli Avi che mi indica la retta strada, che mi porta instancabilmente alla ricerca della verità nel pieno rispetto della Tradizione Aria dei miei antenati. Ritengo senza dubbio che quella speciale dignità spirituale, prerogativa di noi italiani in quanto eredi di Roma, sia ancora ben viva entro la Saturnia Tellus, e possibile di un rapido ritorno allorchè venga restaurata la Pax Deorum; il favore degli Dei che rese eterne le gesta dei nostri Avi.

Inde lupae fulvo nutricis tegmine laetus
Romulus excipiet gentem et mavortia condet
Moenia Romanosque suo de nomine dicet.
His ego nec metas rerum, nec tempora pono,
Imperium sine fine dedi. (1)

E' l'essenza stessa alla base dell'idea di Roma: l'Imperium sine fine, promesso da Giove all'Urbe, a essere fondamento della sua aeternitas, della sua gloria sempiterna. Presto Roma tornerà a manifestare fatalmente e in modo visibile il suo Imperium. Il segreto delle possibilità italiche risiede tutto nella perpetuità degli eterni ed immutabili princìpi della Tradizione metafisica pagana, affinchè possa ridestarsi e pienamente manifestarsi l'anima antica della Stirpe.


http://www.ips.it/scuola/concorso/peano/AUGUSTOPRIMA.JPG


(1) "Allora lieto del fulvo manto della lupa nutrice, / Romolo accoglierà la gente e fonderà marziali / mura, e dal suo proprio nome li chiamerà romani. / Ad essi non pongo limiti né durata di potenza; / ho assegnato dominio infinito." (Virgilio, Eneide, p.10)

Ichthys
29-04-02, 23:05
Due soli? Ma dai sondaggi dovevano essere molti di più!

Comunque il neopaganesimo crede anche alla presenza di dèi? Di spiriti che abitano i boschi e le foreste?

Skepto
29-04-02, 23:22
Beh, a dire il vero si parlava di tre persone (contro a due che hanno risposto... la terza sarà arrivata al sondaggio tramite Seggio Elettorale). Per quel che ne so, il neopaganesimo ammette sia dei che spiriti, anche se forse in alcuni casi è la natura stessa ad essere venerata direttamente (d'altra parte, è un movimento piuttosto eterogeneo, da quel che ho letto)

Orazio Coclite
30-04-02, 01:50
Cercare oggigiorno di intavolare una discussione riguardo ad una generica "spiritualità pagana", può purtroppo farci incorrere in diversi fraintendimenti ed equivoci. Principalmente a causa del recente proliferare di personaggi e situazioni che, spesso a fronte di pure invenzioni personali o ad estrapolazioni del tutto aleatorie, si richiamano alla tradizione pagana europea. Ne consegue che ad oggi, con il termine 'paganesimo' si possano designare manifestazioni di ogni sorta, spesso antitetiche e lontanissime da quello che fu il fulcro e l'essenza autentica del sentire spirituale dei nostri padri. Nel termine 'paganesimo' viene così incluso di tutto e di peggio: dallo sciocchezzaio consumista d'impronta new age al satanismo d'accatto a base di sacrifici di galline e riti orgiastici.


Per quel che ne so, il neopaganesimo ammette sia dei che spiriti, anche se forse in alcuni casi è la natura stessa ad essere venerata direttamente (d'altra parte, è un movimento piuttosto eterogeneo, da quel che ho letto)

Lo stesso Evola metteva in guardia dai pericoli di un 'neo-paganesimo' che non aveva alcun fondamento concreto nelle radici della Tradizione europea. Proprio in un suo scritto del 1936, in cui criticava le basi ideologiche del nascente paganesimo pangermanista d'impronta hitleriana, mettendone a nudo la natura plebea e modernista, che grazie ai contributi teorici di un Rosemberg, contrapponeva un'arianità nordica allo spirito romano delle genti italiche, presentandola addirittura quale antitesi e nemesi storica di quest'ultimo. Dove nel concetto massificante e plebiscitario di Volk veniva identificato il presupposto unico ed essenziale per assurgere all'appartenenza di razza. Tesi avversata da Evola proprio in ragione di quel 'razzismo dello spirito' che pone l'appartenenza di razza su piani metafisici e non solo meramente biologici.

Evola scriveva: "[...] che la scelta del termine "pagano" per designare in genere visioni del mondo e tradizioni estranee ai quadri del cristianesimo è tutt'altro che felice, onde noi stessi ci rammarichiamo di aver precedentemente usato questa espressione. Paganus, infatti, è un termine essenzialmente dispregiativo se non ingiurioso, adoperato ad uso polemico dalla prima apologetica cristiana. Senonché non solo come termine, cioè come parola, bensí anche come contenuto e come concetto esiste un "paganesimo", che è una escogitazione polemica e che trova ben poco riscontro nel mondo pre-cristiano e non-cristiano quale veramente fu, prescindendo da periodi di palese decadenza. Per affermare e glorificare la nuova fede, una certa apologetica cristiana procedette ad una deformazione e ad una svalutazione spesso sistematica di quasi tutte le dottrine e le tradizioni precedenti, alle quali poi si fece corrispondere la designazione complessiva e dispregiativa di "paganesimo". Orbene, noi ci troviamo di fronte più o meno al seguente paradosso: un tale "paganesimo" mai esistito, generato polemicamente dell'apologetica cristiana militante, minaccia proprio oggi di esistere per la prima volta, appunto per opera dei neopagani e degli anticristiani della nuova Germania. Quali sono i tratti principali della visione pagana della vita, così come detta apologetica l'ha supposta e l'ha diffusa? Anzitutto: naturalismo. La visione pagana della vita avrebbe ignorato ogni trascendenza. Essa sarebbe rimasta in una promiscuità fra spirito e natura. Il suo limite, sarebbe stato una mistica delle forze naturali (é la vecchia storia della "Selva" opposta al "Tempio") e una divinificazione superstiziosa delle energie delle razze, allevate da altrettanti idoli. Da cui, in primo luogo, un particolarismo e un politeismo condizionato dalla terra e dal sangue. In secondo luogo, l'assenza del concetto di personalità e di libertà, uno stato di innocenza, che è semplicamente quello proprio agli esseri di natura, a coloro che ancora non si sono destati a nessuna aspirazione veramente sovranaturale. Di contro al determinismo e al naturalismo "pagano" sorge per la prima volta col cristianesimo un mondo della libertà sovramondana, cioè della grazia e della personalità; un ideale "cattolico", vale a dire, etimologicamente, universale; un sano dualismo, che permette la subordinazione della natura ad un ordine superiore, ad una legge dall'alto."

[Julius Evola, L'equivoco del nuovo paganesimo, da "Bibliografia fascista" n.2/1936]


Comunque il neopaganesimo crede anche alla presenza di dèi? Di spiriti che abitano i boschi e le foreste?

La spiritualità 'pagana' nasce in seno alla Tradizione delle popolazioni europee, e ne riflette lo stretto rapporto coi cicli eterni della Natura e della Vita, rapporti che l'uomo moderno, troppo preso a rincorrere un tecnologismo esasperato, ha purtroppo volutamente obliato.

Vale.