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Guido Di Tacco
29-04-02, 20:59
imperdibile..... :D



Gordiano Lupi
Le ultime lettere di Pilvio Tarasconi
Edizioni Il Foglio Piombino, 2002 -




Una storia di fantasia (forse) ambientata nell'immaginario paese di Camelia, dove il capo del governo è il commendator Pilvio Tarasconi, un miliardario padrone di televisioni, aziende e squadre di calcio. Ve lo immaginate un paese come questo? E' difficile, certo. Però dovrete provarci perché le storie di pura fiction si gustano meglio se ci caliamo nella finzione letteraria cercando di pensarla come reale.

Gordiano Lupi ci porta in un mondo incredibile dove una banda di
populisti priva di scrupoli tenta di impedire il sano e corretto governo di Pilvio Tarasconi. Riuscirà il nostro eroe a liberarsi di loro? Lo saprete soltanto leggendo questo noir fantapolitico che abusa fin troppo di creazioni letterarie prese a prestito dalla narrativa fantastica.

Guido Di Tacco
29-04-02, 22:05
ecco il primo capitolo..... ;) :D ;)



Questa storia si svolge nell'isola di Camelia, un paese che può avere vaghe similitudini con altri che conosciamo ma che in realtà non esiste.
Riuscite a immaginare uno stato dove il capo del governo è padrone di tutta l'informazione televisiva e della carta stampata? Oppure una nazione dove il presidente del consiglio è anche il più importante imprenditore nazionale?
Ecco, a Camelia detiene il potere una persona così e non lo ha fatto grazie a un colpo di stato, no davvero. E' stato democraticamente eletto dai cittadini, senza bisogno di brogli o truffe elettorali. E' chiaro che la nostra storia è di pura fantasia, appartiene a quel genere narrativo che si suole definire surreale o fantastico. Ogni riferimento a fatti realmente accaduti e personaggi viventi è più che casuale, quindi. Camelia è un'isola
immaginaria di uno sperduto arcipelago di un non ben definito mare, ha un buon clima mai troppo caldo e mai troppo freddo e da un po' di tempo a questa parte è teatro di strani avvenimenti. Le elezioni politiche hanno portato al potere Pilvio Tarasconi, il personaggio di cui parlavamo prima, un signore un po' calvo, di bassa statura, sorridente e affabile. La sua frase preferita è che la gente deve fidarsi di quello che fa perché chi lo ha fatto non se n'è mai pentito.
Tutti lo chiamano il commendatore, chissà poi perché, pare che questo titolo se lo sia guadagnato lavorando sodo e facendo un po' tutti i mestieri. Adesso è capo del governo di Camelia e in
realtà la sua vita sarebbe tranquilla se non fosse perseguitato da una banda di populisti che non lo lascia lavorare in pace.
I populisti sono spariti ovunque (giusto a Cilindra e in Pina ne sono rimasti un po' ma stanno prendendo la via del libero mercato) ma lui ne vede dappertutto. Pare che a Camelia ce ne siano a frotte. Non si può dubitare della buona fede di quest'uomo che governa solo nell'interesse del popolo.
Questo è quel che dice e se lo dice deve essere vero.

"Chi mi contraddice è populista" è solito affermare.

E il ragionamento non fa una grinza. Visto che lui non è populista neanche un po' coloro che non la pensano come lui debbono per forza esserlo.

Il partito che lo ha nominato premier è un partito che non c'è, come l'isola di Peter Pan. E infatti ha ottenuto un visibilio di voti in un paese come Camelia che tutti dicono ci sia ma che nessuno ha mai visto. Il partito si chiama Viva Camelia e fa leva sui sentimenti sportivi di un popolo che quando sente suonare l'inno nazionale si ricorda che per ben tre volte ha vinto i campionati di calcio dell'arcipelago. E scusate se è poco.

La nostra storia l'abbiamo costruita così, in modo un po' arbitrario
forse, ma non ha importanza perché è una storia di pura fantasia, un gioco, un divertimento per bambini che amano le storie di buoni (il commendator Pilvio) che lottano contro i cattivi (i populisti) e che poi vincono. E'una storia che piacerà agli ingenui, quella gente un po' strana che ancora crede agli ideali e che ogni tanto dice ai nipoti: "Ai miei tempi.". A Camelia il tasso di età delle persone che dicono: "Ai miei tempi." si è notevolmente abbassato. Prima dell'avvento del commendator Pilvio era una frase riservata a chi andava per i sessanta. Adesso sono soprattutto i quarantenni che ne abusano. Pilvio dice perché tra i quarantenni ci sono un sacco di populisti, gente inaffidabile, sporca e cattiva. E se lo dice lui.

Dicevo della storia (perché perdo sempre il filo?). L'abbiamo costruita così. Il diario di Pilvio, che lui ha cominciato a comporre dopo quasi un anno dall'ascesa al potere, e le considerazioni personali della voce narrante, che poi sarei io.
Non ci sono date precise. La storia si svolge durante un'immaginaria primavera e si consuma nell'arco di un mese importante che modificherà radicalmente la vita politica di Camelia. Il mio ruolo è quello di fare da raccordo, di spiegare le cose che devo spiegare, di dire quello che c'è da dire. Tanto per far capire che la storia ha una morale, che voi la condividiate o meno. Certo è una morale un po' dura, difficile da digerire. Di sicuro però una morale c'è. Ve lo posso assicurare. Il nostro personaggio riassume in sé tutti i pregi possibili del buon governante che si sforza di far progredire il suo paese. Tutti gli
altri, che lo contraddicono ogni giorno e gli rendono la vita dura, sono soltanto dei populisti di merda un po' rompicoglioni. Non sto semplificando.
No davvero. E' la storia che è così. E' una storia semplice, in fondo.
Scusate, ma poi perché protestate tanto? Non sarete mica populisti anche voi?

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