PDA

Visualizza Versione Completa : Vegetarianesimo e Tradizioni Spirituali



Orazio Coclite
03-05-02, 02:43
Spinto da una discussione dipanatasi su di un altro forum, ho ritento opportuno aprire qui un 'thread' che tratti l'argomento dell'astinenza volontaria dai cibi animali nelle tradizioni spirituali. Avrò premura di aggiornare il tutto con una certa regolarità.

Inizio col postare qualcosa trovato in rete relativamente alle tradizioni spirituali vegetariane dell'India. Ma cercherò di postare anche materiale relativo alla tradizione classica, al pitagoreismo e all'orfismo, al cristianesimo delle orgini, all'ebraismo, al nazirismo, alle culture animiste, al jainismo e generalmente alle tante manifestazioni dello spirito che hanno trattato la questione cruciale dell'astinenza dal sangue.

Da: http://www.veganitalia.com/article.php?sid=149


Il ruolo degli animali nel pensiero induista

Gli esseri viventi, in qualsiasi corpo materiale si trovino, sono tutti di origine spirituale. Cadono in questo mondo fenomenico a causa dei loro desideri perversi e, secondo la natura di questi desideri, assumono diversi tipi di corpi.

I Veda dicono che ci sono 8.400.000 diverse classificazioni di "involucri" materiali, creati appositamente per soddisfare tutti i desideri materiali immaginabili. I corpi animali sono tra questi. All'interno c'è una scintilla di energia personale spirituale, che è l'individuo eterno. Dopo aver trascorso un certo periodo di tempo in quel corpo, quando questo per l'azione del Tempo (kala) diventa inutilizzabile, l'anima lo abbandona e ne assume un altro. Infatti l'anima spirituale è eterna, e la morte è un fenomeno che non lo riguarda. La morte è il momento in cui l'anima lascia un corpo per assumerne un altro.

Il "pensiero induista" sostiene l'esistenza dell'anima. Dunque gli animali hanno pari dignità rispetto alla vita di qualsiasi altra forma vivente. Gli animali sono sempre stati rispettati da tutte le scuole spiritualistiche indiane. L'uccisione di animali e il consumo di carne è una barbarie, inutile e anzi dannosa. Uccidere un uomo o uccidere un animale è lo stesso. Sempre di violenza inutile si tratta.

Gli animali sono esseri che hanno vita, che deve sempre essere rispettata. Questa è la visione filosofica delle scuole indiane.

[da Isvara.it]


Da: http://www.sfairos.it/parama2.htm#LA%20TRADIZIONE%20BUDDHISTA

Vegetarianesimo e spiritualità
di Parama Karuna


- Il sanatana dharma
- La tradizione induista
- La tradizione buddhista
- La tradizione giainista
- La tradizione ebraica
- La tradizione cristiana
- La tradizione islamica

Tutte le religioni del mondo si basano sui principi universali di compassione, bontà, austerità, sincerità, pulizia, rettitudine, armonia e amore. Non c'è dunque da stupirsi se all'interno delle diverse tradizioni religiose esistono così tanti riferimenti incoraggianti al vegetarianesimo come scelta morale di vita.

======================



IL SANATANA DHARMA

In lingua sanscrita, sanatana dharma significa "l'eterna qualità inerente" e indica la natura permanente dell'essere, la sua tendenza spontanea e vera, e il suo dovere autentico. Il concetto di sanatana dharma si contrappone dunque al concetto di gruppo religioso, cioè dharma materiale e limitato, che può essere modificato per molti motivi (conversione, perdita di fede, eccetera). Nella Bhagavad gita, il testo sanscrito che espone la conoscenza del sanatana dharma, Krishna (il Signore Supremo) dice: sarva dharman parityajya mam ekam saranam vraja, aham tvam sarva papebhyo moksayisyami mah sucah, "Abbandona ogni genere di religiosità materiale e affidati completamente solo a Me; non temere, Io ti libererò da ogni male." E' quindi inesatto identificare il sanatana dharma, la naturale relazione di amore e servizio dell'anima individuale per il Signore Supremo, con qualche particolare religione o tradizione sociale o filosofica -- dharma materiali e temporanei, limitati al corpo materiale o all'appartenenza a un gruppo ben definito.

Tutte le religioni della storia, comprese quelle più diffuse ai nostri giorni, costituiscono una specie di "traduzione" di questo eterno e trascendentale sanatana dharma in un linguaggio specifico destinato a un gruppo particolare di persone distinto per livello di evoluzione, cultura, luogo e tempo; ogni religione si basa sui quattro principi fondamentali di austerità, compassione, pulizia e sincerità e ha lo scopo di collegare l'essere individuale con il Tutto Supremo, che deve essere servito con amore e dedizione.

La tradizione del sanatana dharma è stata trasmessa ininterrottamente da una catena di maestri spirituali che hanno predicato gli insegnamenti esposti così chiaramente da Sri Krishna nella Bhagavad gita. Per saperne di più invitiamo i nostri lettori a consultare la Bhagavad gita nella traduzione in italiano.

A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, l'acharya fondatore dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna e grande maestro in questa catena di successione disciplica del sanatana dharma, era vegetariano dalla nascita, essendo nato e cresciuto in una famiglia di puri devoti del Signore, anzi, mangiava soltanto il cibo offerto al Signore Supremo, Sri Krishna. In effetti per diventare puri devoti del Signore, il semplice fatto di astenersi dal mangiare carne non è sufficiente. Bisogna seguire le istruzioni di Krishna nella Bhagavad-gita: "Tutto ciò che fai, mangi, sacrifichi e dai in carità, offrilo a Me. Se qualcuno Mi offre con amore e devozione un frutto, una foglia, un fiore o dell'acqua, Io accetto la sua offerta con piacere." Srila Prabhupada spiega nel commento a questo verso che Krishna non accetterà mai un'offerta di cibo non vegetariano.



Dati i limiti di spazio di questo libretto, rimandiamo il lettore interessato a consultare in questa stessa collana gli altri libretti "Il karma degli alimenti", con la spiegazione del meccanismo del karma e della reincarnazione e del collegamento tra modo di mangiare e risultati karmici, "Perché vegetariani", con la spiegazione delle motivazioni igieniche, mediche, ambientali, economiche e sociali della scelta vegetariana, e "Oltre il vegetarianesimo", con una raccolta di citazioni tratte dai testi fondamentali del sanatana dharma e una trattazione di alcuni punti di particolare interesse per gli spiritualisti, come: yoga e alimentazione, il cibo spirituale, come si prepara e si offre il cibo al Signore.



Ricorderemo qui soltanto brevemente i principali problemi di salute causati dal consumo di sostanze non vegetariane:

1) I batteri amici della normale flora intestinale, invece di agire come fermenti, provocano la putrefazione del bolo alimentare che è già in fase di decomposizione; ciò comporta l'infiltrazione di sostanze tossiche nei vasi sanguigni; ad esse si aggiungono le sostanze tossiche e i batteri estranei provenienti dalla decomposizione stessa dei tessuti, non eliminati sufficientemente con la cottura perché la carne è un buon isolante termico. Per eliminare queste tossine l'organismo dovrà spendere una maggiore quantità di energia, tolta a quella destinata ad alimentare altre funzioni vitali, tra cui l'attività del cervello.

2) La sintesi della vitamina B12 risulta ostacolata, con conseguente rischio di anemia; il fabbisogno di calcio aumenta, con conseguente rischio di decalcificazione (anche dentale) e osteoporosi.

3) Le tossine di origine animale hanno la tendenza ad impedire il metabolismo dei carboidrati, di qui il pericolo di diabete; l'eccesso di colesterolo animale e grassi saturi aumenta il rischio di arteriosclerosi e malattie cardiache.

4) Le sostanze non assimilabili prodotte durante la digestione della carne e le sostanze in putrefazione non espulse abbastanza velocemente dall'intestino e possono accumularsi e causare tumori anche maligni; la mancanza di fibre alimentari contenute nella carne provoca stitichezza e aumenta le probabilità di intossicazione, colite, diverticolite, infezioni intestinali e cancro.

5) I rifiuti provenienti dai vasi sanguigni dell'animale ucciso, soprattutto tracce di composti chimici iniettati precedentemente nell'animale sotto forma di antibiotici, vaccini, medicinali, le tracce di metalli pesanti, pesticidi e altri prodotti inquinanti accumulati nell'organismo dell'animale attraverso i mangimi, l'acqua e l'esposizione all'ambiente inquinato, oltre ai coloranti e conservanti aggiunti alla carne, entrano nell'organismo di chi mangia la carne e lo inquinano. Tutte queste sostanze sono accumulate dall'organismo animale e umano, specialmente nel fegato, nei reni e nelle cellule di grasso.





LA TRADIZIONE INDUISTA

Il Padma Purana (1.31.27) afferma: ahimsa paramo dharmo, "La non violenza è il più alto dovere." La dottrina dell'ahimsa, "non portare danno a nessun essere senziente" è stata esposta originariamente negli antichi libri sacri dell'India, i Veda, compilati migliaia di anni fa. Un altro concetto basilare della conoscenza vedica è riassunto negli aforismi aham brahmasmi ("io sono spirito, anima spirituale, e non il corpo materiale"), e tat tvam asi ("anche tu sei parte di quello stesso spirito universale e divino").

La tradizione vedica accetta ogni essere vivente come un'anima spirituale individuale e quindi sostiene che la non violenza costituisce la più alta forma di religione. Ogni anima nel mondo materiale sta compiendo un viaggio di evoluzione per giungere alla liberazione finale (moksha), perciò ostacolare tale evoluzione uccidendo un altro essere per un personale profitto personale è un grave peccato.

La Manu smriti (5.48-49), uno dei testi più antichi, afferma: "Non è possibile procurarsi la carne senza uccidere un essere vivente, e poiché l'uccisione di esseri viventi è contraria ai principi dell'ahimsa, bisogna asternersi dal consumare carne. Avendo ben considerato qual è l'origine dei cibi carnei e la crudeltà del macellare gli esseri incarnati, l'uomo deve astenersi completamente dal consumo di carne," e ancora (6.60): "Chi non uccide alcun essere vivente diventa degno della liberazione."

La Manu smriti suggerisce dei palliativi per soddisfare la propria golosità senza nuocere agli animali: "Se una persona ha un forte desiderio di mangiare carne, può modellare un animale fatto con farina o burro, ma non deve mai attentare alla vita di un essere vivente" (5.37.174)

I quattro Veda originali sono molto espliciti sul consumo di alimenti non vegetariani: "Chi persiste nel mangiare carne umana, carne di cavallo, di mucca o di altri animali nonostante si sia cercato di dissuaderlo con altri mezzi, deve essere ucciso" (Rig Veda, 10.87.16), "Non dovete usare il corpo che vi è stato dato da Dio per uccidere le creature di Dio, siano esse umane, animali o altro" (Yajur Veda, 12.32), "Quelle anime nobili che praticano la meditazione e altre discipline yoga, che sono sempre attente e benevole verso tutti gli esseri, che proteggono tutti gli animali, sono i veri spiritualisti" (Atharva Veda, 19.48.5).

Il significato del termine ahimsa è definito negli Yoga Sutra di Patanjali (2.30): "Ahimsa è non violenza, cioè non avere nessun sentimento negativo verso qualsiasi essere vivente, nessun desiderio di nuocere in nessun modo, in nessun momento. Questo è lo scopo che gli aspiranti allo yoga devono raggiungere."

I Veda affermano che il consumo di carne è un crimine, in cui ugualmente colpevoli sono coloro che permettono l'uccisione di animali, maneggiano gli animali stessi, acquistano, vendono, cucinano o servono la carne (Mahabharata, An. 115.40).

Anche nella tradizione induista c'è però spazio per aiutare la graduale evoluzione delle persone più degradate, che non riescono a fare a meno di mangiare carne. In alcune parti delle scritture vediche ci sono descrizioni di rituali specifici di sacrifici animali; era ammissibile soltanto sacrificare una capra una volta al mese, nella notte di luna nuova, davanti alla Divinità di madre Kali; il celebrante, prima di sacrificare l'animale, doveva pronunciare delle preghiere specifiche per diventare consapevole della gravità del suo atto, e la formula "mamsa", termine che nelle lingue indiane indica ancora oggi la carne animale. Questa formula sanscrita è composta da due pronomi, mam ("io") e sah ("lui" o "lei"); il significato è: "Ora io uccido questo animale, e accetto di essere ucciso da lui nel futuro per pagare il mio debito", come illustra il verso originale, mamsa sa bhakshayitamutra yasya mamsam ihadmy aham, etan mamsaya mamsatvam pravadanti manisinaha. Secondo il vocabolario sanscrito, il termine pasu-ghna ("uno che uccide il corpo") si può riferire sia a chi mangia carne che a chi commette assassinio o suicidio.

Le Scritture vediche e le Scritture specifiche del sanatana dharma, come la Bhagavad gita e il Bhagavata Purana (Srimad Bhagatavam) contengono moltissime istruzioni molto chiare sull'importanza del vegetarianesimo; consigliamo dunque al lettore di esaminarle leggendo il libretto "Oltre il vegetarianesimo".





LA TRADIZIONE BUDDHISTA



Le scritture vediche hanno profetizzato l'avvento di Buddha, definendolo un'incarnazione divina: tatah kalau sampravritte sammohaya sura-dvisam, buddho namnanjana-sutah kikatesu bhavisyati, "All'inizio dell'età di Kali, il Signore apparirà nella provincia di Gaya come Buddha, figlio di Anjana, per confondere gli esseri demoniaci che sono sempre invidiosi dei devoti di Dio" (Srimad Bhagavatam, 1.3.24). Nel XII secolo, il poeta Jayadeva Goswami, famoso maestro spirituale e studioso dei Veda, scriveva: nindasi yajna-vidher ahaha sruti-jatam, sadaya hridaya darsita-pasu-ghatam, kesava-dhrita buddha-sarira, jaya jagadisa hare, "Tutte le glorie al Signore Supremo! Mosso da profonda compassione alla vista dell'uccisione di animali compiuta in nome dei sacrifici vedici, a causa di una errata interpretazione delle scritture, Tu sei apparso nella forma di Buddha, l'Illuminato."

Il buddhismo moderno è costituito da una serie di scuole molto diverse, sviluppate dai seguaci di Siddhartha Gautama (563-483) applicando gli insegnamenti fondamentali del Buddha ("l'illuminato) a diversi contesti culturali e religiosi. Abbiamo così forme di buddhismo diverse come il Lamaismo (vajrayana) cioè il buddhismo tibetano, il buddhismo Zen, il buddhismo hinayana (che considera il Buddha come un grande maestro), il buddhismo mahayana (che adora il Buddha al livello di una divinità) e così via. I due pilastri fondamentali dell'insegnamento del Buddha sono però presenti in tutte le diverse scuole: maha-prajna (grande saggezza) e maha-karuna (grande compassione).

Nel Mahaparinirvana Sutra è detto: "Mangiare carne distrugge il seme della grande compassione."

Il buddhismo cominciò a diffondersi nel mondo grazie all'opera missionaria dell'imperatore indiano Ashoka (268-223 a.C.), che sconvolto dalla terribile battaglia di Dhauli, nell'antica Kalinga (nei pressi di Bhubaneswar, Orissa, India), decise di abbracciare la dottrina della non violenza predicata dal Buddha. Ashoka emanò dei famosi editti per proibire l'uccisione di animali nel suo impero.

La tradizione Mahayana, sostenuta anche da molti studiosi del sanatana dharma, offre parecchi testi e citazioni del Buddha a sostegno del vegetarianesimo, come il Lankavatara, il Surangama e il Brahmajala. Nel Lankavatara leggiamo: "Per mantenere la sua purezza, l'anima illuminata deve astenersi dal mangiare carne, nata dallo sperma e dal sangue. Chi segue la disciplina per raggiungere la compassione deve astenersi dal mangiare carne per non causare terrore agli altri esseri viventi. Non è ammissibile mangiare carne di animali uccisi da qualcun altro o uccisi per altri motivi. Il consumo di carne, in qualsiasi forma, è proibito una volta per tutte, senza eccezioni. Non ho permesso a nessuno di mangiare carne, non lo permetto ora e non lo permetterò mai."

Il Surangama Sutra afferma: "La ragione per praticare la meditazione e cercare la perfezione mistica è quella di sfuggire alle sofferenze della vita. Dovremmo dunque infliggere tali sofferenze ad altri? Non riuscirete a sfuggire ai legami della vita materiale finché non avrete eliminato completamente ogni violenza dai vostri pensieri, tanto da inorridire all'idea della brutalità e dell'uccisione."





LA TRADIZIONE GIAINISTA



I giainisti sono probabilmente i vegetariani più stretti e coscienziosi dell'area culturale indiana; seguaci di una catena di maestri (tirthankara) che risale a Rishabha, i giainisti ebbero una grande diffusione a cominciare dai tempi di Mahavira, coetaneo del Buddha. Gli insegnamenti di Mahavira sono molto simili a quelli di Buddha, ma più radicali. Il termine "giainista" deriva da jina, conquistatore: lo scopo della vita spirituale è per loro quello di vincere la propria natura inferiore e purificarsi fino a raggiungere la perfezione. Per ottenere questo scopo, il primo e più importante precetto è quello della non violenza (Ahimsa), che definiscono "fratellanza universale": i giainisti si astengono persino dal lavorare la terra, fabbricare la seta e intraprendere attività commerciali di preparazione del cibo, sempre per evitare di danneggiare gli insetti, indossano spesso una garza davanti alla bocca, filtrano sempre accuratamente l'acqua, non mangiano radici o cibi avanzati, non mangiano dopo il tramonto per evitare che insetti alati attirati dall'illuminazione finiscano nel piatto e spesso vanno in giro con uno scopino speciale per allontanare eventuali formiche dal loro cammino prima di calpestarle inconsapevolmente. I monaci giainisti non indossano mai scarpe per evitare di usare cuoio e pelle. Fu un monaco giainista, Hiravijaya Suri, che convinse l'imperatore musulmano Akbar (1556-1605) a proibire l'uccisione di animali in certi giorni; Akbar stesso finì con il rinunciare alla caccia e diventare fondamentalmente vegetariano.

za del ventesimo secolo, Mohan Das Karamchand Gandhi (il Mahatma) era rigidamente vegetariano. Essendo i suoi genitori fedeli giainisti, non aveva mai mangiato carne, pesce o uova, ma sotto il governo britannico, quando gli antichi principi della cultura indiana venivano derisi come arretrati e incivili, Gandhi si lasciò convincere dai compagni di scuola ad assaggiare la carne, perché si diceva che ciò "avrebbe accresciuto la sua forza e il suo coraggio." L'esperienza fu per lui terribile, e lo convinse definitivamente della validità della scelta vegetariana: "Bisogna correggere la falsa credenza che la dieta vegetale ci renda deboli, passivi e abulici. Io davvero non credo che la carne sia assolutamente indispensabile, per nessun motivo." Gandhi scrisse cinque libri sul vegetarianesimo; in uno di essi, "Moral Basis of Vegetarianism", afferma: "Sono convinto che la carne non sia alimento adatto alla nostra specie, il nostro errore è di imitare gli animali inferiori, perché noi siamo superiori." Cosciente che i motivi morali costituiscono una spinta più forte di quelli esclusivamente igienici, scrisse: "Sento che il nostro progresso spirituale ci porterà inevitabilmente a smettere di uccidere gli altri animali per soddisfare esigenze materiali." Un'altra citazione famosa di Gandhi afferma: "La grandezza di una nazione e il suo progresso morale si possono misurare dal modo in cui sono trattati i suoi animali."





LA TRADIZIONE EBRAICA



Nella Genesi (1:29) Dio dice: "Guarda, Io ti ho dato ogni erba con il suo seme, e su tutta la terra ogni albero con il suo frutto, che contiene il seme di ogni albero: questo sarà il tuo cibo." All'inizio della creazione, secondo quello che afferma la Bibbia, sembra che neppure gli animali si cibassero di carne (1:30): "E a ogni animale della terra, a ogni uccello del cielo, a ogni essere che striscia sul suolo, dovunque ci sia una forma di vita, a tutti Io ho dato ogni erba per nutrirsi, e così sia." Sempre nella Genesi (9:4) troviamo un comandamento specifico contro il consumo di carne: "Ma non mangerai carne con la sua vita dentro, con il suo sangue... E sicuramente il sangue della tua vita richiederò: lo richiederò per mano di ogni bestia." Negli ultimi libri della Bibbia, anche i profeti condannano l'uso della carne. Isaia (1:5) afferma: "Dice il Signore: Mi avete sacrificato un gran numero di ovini e di bovini, ma a me non dà piacere il sangue dei manzi, degli agnelli o dei capretti; quando voi alzate le mani, io distolgo gli occhi da voi e quando pregate non vi ascolto, perché le vostre mani sono sporche di sangue". Secondo Isaia (66:3-4) è particolarmente grave uccidere le mucche e gli altri animali miti e generosi: "Colui che uccide un bue pecca come chi uccide un uomo, chi sacrifica un agnello è un assassino. Ho parlato, ma non mi hanno dato ascolto, hanno fatto ciò che è male ai miei occhi e hanno preferito ciò che mi dispiace." "Io vi destino alla spada, poiché avete preferito ciò che mi dispiace." (Isaia 61.12, 66.3) "Perché io amo e voglio la pietà e non i sacrifici, e la conoscenza di Dio anziché gli olocausti" (Osea 6.6)

"Io vi ho condotto in un paese che è un frutteto perché ne mangiaste i frutti e i buoni prodotti, ma quando voi vi siete entrati avete contaminato il mio paese e avete fatto della mia eredità un abominio. I depositari della legge non mi hanno conosciuto." (Geremia 2.7-8) "Per la malvagità degli abitanti, le bestie e gli uccelli sono sterminati." (Geremia, 12.4) "E farò mangiare la carne dei loro figlioli e la carne delle loro figliole e mangeranno la carne gli uni degli altri." (Geremia 19.9) "Si converta ciascuno di voi dalla sua via e dalla malvagità delle sue azioni. Non mi provocate con l'opera delle vostre mani." (Geremia, 25.5-6) "Fabbricate delle case e abitatele, piantate dei giardini e mangiatene i frutti, cercate il bene e non il male e pregate l'Eterno, abbiate pensieri di pace e non di male. Mi cercherete e mi troverete." (Geremia, 29.5, 11, 13). "Non essere crudele in alcun modo verso gli animali, perché soltanto gli empi lo sono" (Esodo, 23.12), "In verità io non parlai mai, né diedi comandi sull'olocausto e sul sacrificio ai vostri padri, quando li feci uscire dal paese d'Egitto" (Geremia 7.22), "Nel giorno di sabato non farai alcun lavoro, né tu né i tuoi figli, né i tuoi schiavi né alcuno dei tuoi animali" (Deuteronomio, 5.13-14), "Il giusto si prende cura dei suoi animali, ma il cuore del malvagio non ha compassione" (Proverbi, 12.10), "Ecco gli animali che io ho creato al pari di te mangiano l'erba come il bue" (Giobbe 40.15, 19), "Sai cosa odia il Signore... mani che versano sangue innocente" (Proverbi, 6.16, 17), "Non essere tra quelli che si inebriano di vino né tra coloro che sono ghiotti di carne" (Proverbi 23.20), "La misericordia dell'uomo riguarda il prossimo, la misericordia del Signore ogni essere vivente" (Sir. 18.12), "Mi glorificheranno gli animali selvatici, sciacalli e struzzi, perché avrò fornito acqua al deserto" (Isaia, 43.20), "In quel tempo farò per loro un'alleanza con le bestie della terra e gli uccelli del cielo e con i rettili del suolo" (Osea 2.20), "Io stabilisco la mia alleanza con voi, con ogni essere vivente che è con voi, uccelli, animali domestici e selvatici, con tutti gli animali che sono usciti dall'arca" (Genesi, 9.9, 16) Isaia profetizza un tempo benedetto, l'era messianica, in cui "il leone mangerà fieno accanto al bue e non ci sarà violenza o danno su tutto il mio monte santo." (11.8)

La tradizione racconta con quale criterio il Signore scelse Mosé per guidare il suo popolo. Un giorno, mentre Mosé stava conducendo al pascolo il gregge di Jethro durante i primi anni dopo la sua fuga dall'Egitto, un capretto corse via e si allontanò dagli altri animali. Mosé lo inseguì e vide che era scappato per andare a bere ad un'oasi lontana. Preoccupato che il capretto fosse stanco, se lo mise sulle spalle per tornare al gregge. Il Signore disse: "Tu sei compassionevole nel condurre i greggi che appartengono all'uomo; nello stesso modo io ti dico che tu diventerai il pastore del mio gregge, Israele." (Esodo, 2.2)

Nello stesso modo Dio scelse Davide come re di Israele perché si prendeva amorevolmente cura del suo gregge, favorendo gli animali più giovani. Rebecca fu giudicata adatta come moglie di Isacco proprio per la gentilezza che aveva mostrato verso gli animali offrendo dell'acqua ai cammelli assetati (Genesi, 24.11-20). Il patriarca Giacobbe scelse di viaggiare alla stessa velocità dei suoi greggi per potersene prendere cura senza spingerli in una marcia faticosa (Genesi, 33.12-14), e Noè si prendeva cura amorevolmente di tutti gli animali sull'arca, tanto da non poter prender sonno finché tutti non erano stati nutriti e accuditi.

Nel libro di Daniele, gli animali vengono invitati a lodare il proprio Creatore (Daniele 3.52-82). Talvolta il Signore si serve degli animali nei suoi piani di salvezza: nel caso dell'asina di Balaam, del pesce di Giona, dei corvi di Elia e via dicendo. Altre volte gli animali vengono presentati come esempi di comportamento: "Va' a vedere la formica, pigro, osserva i suoi costumi e diventa saggio" (Proverbi, 6.6). La Bibbia (Genesi, 1.21, 24) usa lo stesso termine nefesh chaya (anima vivente) per indicare sia gli animali che gli esseri umani, e afferma che "Il Signore è buono con tutti, e la sua gentilezza e la compassione sono su tutte le sue creature" (Salmi, 145.9).

"Il destino dei figli degli uomini è lo stesso di quello degli animali, perché sono destinati tutti alla stessa fine, poiché gli uni muoiono come gli altri. Sì, tutti hanno uno stesso respiro, uomini e animali. L'uomo non è dunque superiore all'animale, perché ogni corpo è vanità." (Ecclesiaste, 3.19)

Il Levitico afferma: "Questa è una legge perpetua per tutte le vostre generazioni, e in tutti i luoghi dove abiterete: non mangerete né grasso animale né sangue. Parla ai figli di Israele e di' loro: Non mangerete alcun grasso, né di bue, né di pecora, né di capra. Non mangerete affatto alcun sangue, né di uccelli, né di quadrupedi, in tutti i luoghi dove abiterete. Chiunque mangerà sangue di qualunque specie sarà sterminato di fra il suo popolo." (3.17, 7.23, 26, 27).

Il consumo di carne è sempre stato considerato dalla Bibbia e dalla tradizione ebraica come un peccato di gola. Quando gli israeliti erano vicino al Mishcon, il santuario, era loro proibito consumare carne (Orlah 2, Misnah 17). La legge ebraica è molto esplicita: secondo la legge della Torah è proibito far soffrire qualsiasi creatura viventi, anzi, è doveroso alleviare il dolore di qualsiasi creatura, anche se non ha padrone o se appartiene a un Gentile. E' proibito legare le zampe di un animale o di un uccello in modo da causare dolore, e quando un cavallo fa fatica a trascinare il suo carico a causa della pendenza o delle cattive condizioni della strada, bisogna aiutarlo, se un asino non riesce a proseguire sotto il suo carico, bisogna alleviarlo senza indugio (Esodo, 23.5). La caccia è proibita, e gli animali sperduti devono essere curati e riportati al proprietario (Deuteronomio, 22.1)

La Bibbia impone: "Non metterai la museruola al bue quando trebbia il grano" (Deuteronomio, 25.4) "Non aggiogherai il bue e l'asino insieme (cioè un animale più debole insieme a uno più forte" (Deuteronomio, 22.10). Inoltre non bisogna mettersi a mangiare o bere prima di aver provveduto al nutrimento dei propri animali. Secondo Rabbi Eleazer ha-Kapar, nessuno dovrebbe acquistare un animale se non ha la possibilità di nutrirlo adeguatamente. Gli animali devono essere lasciati riposare nel giorno di sabato. Secondo la tradizione ebraica, è uso benedire con un augurio chi indossa abiti nuovi; ma non chi indossa scarpe nuove di cuoio o abiti nuovi fatti di pelle o pelliccia. Un trattato medioevale, Sefer Chasidim, raccomanda: "Siate gentili e compassionevoli verso tutte le creature che il Signore ha creato in questo mondo. Non picchiate e non fate soffrire nessun animale, non tirate sassi a cani e gatti e non uccidete mosche e vespe."

In tutto l'antico testamento -- Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio, Giosuè, Ruth, Samuele I e II -- sono offerti continui insegnamenti alimentari. I cibi prescritti sono pane, pane azzimo, pane all'olio, verdura, latte e miele, manna, olive, capperi, cetrioli, meloni, lenticchie, aglio, cipolle, porri, erbe di prato, farro, frumento, orzo, avena, miglio, coriandolo, aneto, cumino, cannella, senape, melagrane, fichi, uva, uva secca, carrube, datteri, mandorle, pistacchi, noci, acqua, vino, acqua e aceto, succhi di frutta. La manna è la linfa del frassino, che è bianca e dolce. Non esiste alcuna benedizione (b'racha) da recitare sulla carne o il pesce, come invece è prevista per il pane, i dolci, il vino, la frutta e la verdura. La Bibbia riporta anche la storia di Daniele che, prigioniero in Babilonia, rifiutò di mangiare la carne offertagli dai carcerieri, preferendo nutrirsi di erbe, verdure, lenticchie e acqua; dopo diversi giorni le ottime condizioni di salute di Daniele e degli altri giovani ebrei che avevano condiviso la sua scelta convinse il re di Babilonia della validità dell'alimentazione vegetariana.

Il grande rabbi Hillel, vissuto ai tempi di Gesù, predicava: "Non fate alle altre cose ciò che non vorreste che loro facessero a voi." Molti commentatori della Torah hanno sostenuto il vegetarianesimo prescritto dall'inizio della Genesi (1.29): Rashi (1040-1105), Abraham Ibz Ezra (1092-1167), Maimonides (1135-1214), Nachmanides (1194-1270), Rabbi Joseph Albo (morto nel 1444), Rabbi Samson Raphael Hirsch (1808-1888), Moses Cassuto (1883-1951) e Nechama Leibowitz (nato nel 1905).

In realtà, il permesso temporaneo, dato da Dio agli esseri umani, di mangiare la carne di una ristretta varietà di animali, secondo un rituale ben preciso e complicato inteso a scoraggiarne il consumo, fu accordato soltanto perché gli esseri umani si erano degradati in modo eccessivo, tanto da prendere l'abitudine di mangiare pezzi del corpo di animali ancora vivi e berne il sangue. "E Dio vide che la terra era corrotta" (Genesi, 6.12), "Il Signore amplierà i vostri confini come vi ha promesso, e direte, io mangerò carne, perché il vostro spirito desidera mangiarne. Così potrete mangiare carne e qualsiasi cosa accenda la vostra cupidigia." (Deuteronomio 12.20)

Questa stessa abitudine era molto diffusa tra gli arabi del periodo anteriore a Maometto (il quale diede una proibizione sul consumo di sangue simile a quella della legge ebraica) ed è normale tuttora tra molte popolazioni africane. Infatti, l'uso di mangiare gli animali vivi staccando pezzi di carne e cauterizzando i moncherini, o prelevarne una certa quantità di sangue senza ucciderli, consente di avere carne e sangue freschi per lungo tempo senza troppa difficoltà o fatica. Ovviamente tale pratica non prende in alcuna considerazione la sofferenza, la disperazione e il terrore degli animali.

La tradizione ebraica racconta la storia del Rabbi Yehudi, il Principe, che incontrò un giorno un vitello che veniva trascinato al macello. L'animale, disperato, si rivolse al rabbi per chiedere soccorso, ma questi gli disse: "Non aggrapparti all'orlo della mia veste, perché sei stato creato per questo scopo." Subito dopo, il rabbi fu colpito da un tremendo mal di denti che durò tredici anni, dal quale fu guarito solo dopo che ebbe mostrato compassione a un verme impedendo a sua figlia di schiacciarlo.

Anche nei tempi moderni l'ebraismo ha molti illustri difensori del vegetarianesimo, tra cui Shmuel Yosef Agnon (Premio Nobel per la letteratura), Isaac Bashevis Singer (Premio Nobel per la letteratura), Rabbi Pinchas Peli, Solomon Efraim Lunchiz, Joseph Albo, Melech Ravitch, Rabbi Abraham Isaac Hacohen Kook (il primo rabbino del rinato popolo di Israele), Rabbi Harav David Cohen (il Nazireo), Rabbi Shear Yashuv Cohen, Aaron David Gordon, Rabbi Shlomo Goren, Alter Kacyzne, Franz Kafka, Leftwich, Chaim Zundel Maccoby (Kamenister Maggid), Isaac Leib Peretz, Melech Ravitch, Rabbi David Rosen (primo rabbino d'Irlanda), Rabbi Shlomo Riskin, Rabbi Joseph Rosenfeld, Rabbi Ben-Shemer, Rabbi Everett Gendler, S. Clayman, Jonathan Wolf, Leon Beer, Aviva Cantor, Rabbi Alfred Cohen, Irving Davidson, Jeanne Deutsch, Rabbi Chaim Feuerman, Emilio Fischman, Rabbi Stanley Fogel, Martin Garfinkle, Rabbi Everett Gendler, Dudley Giehl, Sally Gladstein, Rabbi Yaakov Goldberg, Hyman Goldkrantz, Robert Greenberg, Teddy Gross, Joseph Harris, Rabbi Fischel Hochbaum, Roberta Kalechofsky, Mel Kimmel, Zvi Kornblum, Deborah Korngold, dr. Freud Krause, Rabbi David Lazar, Rabbi Joseph Lazarus, Celia Lubianker, Yvette Mandel, Rabbi Jay Marcus, dr. Shoshana Margolin, Arlene McCarthy, Philip Pick, Vivian Pick, Murray Polner, prof. Margery Robinson, Rabbi H. Rose, Stanley Rubens, Rabbi Murray Schaum, Rabbi Gerry Serotta e innumerevoli altri.





LA TRADIZIONE CRISTIANA



Il cristianesimo ha una tradizione vegetariana ben definita, dai primi discepoli (Pietro e Matteo, Giovanni "fratello del Signore", Giacomo "fratello del Signore") a Clemente di Alessandria (150-210), Tertulliano (155-222), San Giovanni Crisostomo (IV secolo), San Basilio e San Benedetto (350 e 530), San Bruno e i suoi figli, San Enda, tutti i vescovi dal 300 al 500, Sant'Alberto e tutti i carmelitani, Santa Teresa d'Avila, i cistercensi trappisti dal mille in poi, i cartusiani, Tatian e i suoi seguaci, gli Aquarians, i Manichei, i Montanisti, gli Ebioniti, gli Apostolici, gli Albigesi, i Bogomili dal tredicesimo al quindicesimo secolo. Più recenti sono i Doukhobor, William Booth fondatore dell'Esercito della Salvezza, gli Avventisti del settimo giorno, i francescani, gli appartenenti all'ordine della Croce, alla Liberal Catholic Church, alla Edenite Society, alla Biogenic Society, alla tradizione Rosacrociana, al Movimento Gnostico Universale. Personaggi di grande rilievo nella cristianità moderna che furono accesi sostenitori del vegetarianesimo sono Ellen G. White (co-fondatrice della Chiesta Avventista del Settimo Giorno), John Wesley (fondatore dei Metodisti), Sylvester Graham (sacerdote Presbiteriano inventore dei cracker Graham), William Metcalfe (pastore della Chiesa cristiana biblica d'Inghilterra).

San Pio V condannò le corride considerandole spettacoli sanguinosi e vergognosi, più degni dei demoni che degli uomini, e Paolo VI non concesse alcuna udienza speciale ai toreri. Giovanni XXIII disse che se per realizzare un suo piano avesse dovuto uccidere una formica non lo avrebbe mai fatto. Anche Giovanni Paolo II ha affermato che l'uomo non deve mai maltrattare o torturare gli animali perché sono creature dotate di capacità di soffrire e di sensibilità; in una lettera dell'11 nov. 1981 scrive "La vostra opera ecologica e zoofila francescana è nobile, preziosa e meritoria, ed io la sosterrò". Nell'enciclica "Sollicitudo Rei Socialis" (cap 34) afferma, "Non si può fare impunemente uso delle diverse categorie di esseri viventi o inanimati -- animali, piante, elementi naturali -- come si vuole, a seconda della proprie esigenze economiche... Il dominio accordato dal Creatore all'uomo non è un potere assoluto... Nei confronti della natura visibile siamo sottoposti a leggi non solo biologiche ma anche morali, che non si possono impunemente trasgredire". Nel suo libro "Amore e responsabilità", edizioni Marietti, Torino 1980, si legge "Si esige che la persona umana e ragionevole non distrugga né sperperi le ricchezze naturali e ne usi con moderazione. In particolare, quando si tratta del suo atteggiamento verso gli animali, questi esseri dotati di sensibilità e capaci di soffrire, si esige dall'uomo che non li sottoponga a sevizie e non li torturi fisicamente quando li mette al proprio servizio. Abbiamo doveri morali verso il soggetto costituito da persona, ma li abbiamo anche verso gli esseri viventi capaci di soffrire."

In diverse lettere indirizzate ai francescani, Giovanni Paolo II scrive: "Chi lo ha compreso non può non guardare con riverente riconoscenza alle creature della terra e trattarle con la responsabile attenzione che gli impone un doveroso riguardo verso il Divino Donatore," (27/5/84) "San Francesco sta dinanzi a noi come esempio di inalterabile mitezza e sincero amore nei confronti degli esseri irragionevoli, che fanno parte del Creato. Egli guardava il Creato con gli occhi di chi sa riconoscere in esso l'opera meravigliosa della mano di Dio. La sua voce, il suo sguardo, le sue cure premurose, non solo verso gli uomini ma anche verso gli animali e la natura in genere sono un'eco fedele dell'amore con cui Dio ha pronunciato all'inizio il fiat che li ha fatti esistere. Ad un simile atteggiamento siamo chiamati anche noi. Creati a immagine di Dio, dobbiamo renderlo presente in mezzo alle creature come padroni e custodi intelligenti e nobili della natura e non come sfruttatori e distruttori senza alcun riguardo." (12/3/82). "Mi fa piacere incontrarmi con voi e volentieri esprimo il mio incoraggiamento per l'opera che prestate per la protezione degli animali, nostri fratelli più piccoli come li chiamava il Poverello di Assisi." (11/11/82)

Ricordiamo qui che Francesco d'Assisi scrisse il famoso "Cantico delle Creature", benediva e parlava agli animali (lupi, agnelli, pecore, lepri, conigli, pesci, colombe, rondini, cornacchie, gazze, falchi, tortore, allodole, cicale). Sant'Uberto era stato cacciatore, ma si dedicò completamente alla vita spirituale dopo aver avuto la visione di Cristo in un cervo che stava per uccidere.

Famosi vegetariani cattolici come padre Mariano da Torino, Bruna d'Aguì, Franco Libero Manco, don Mario Canciani, il quarto ordine francescano, e molti altri, stanno conducendo da molti anni una battaglia non violenta per aiutare i fedeli e le autorità ecclesiastiche a diventare consapevoli di questa importante verità.

Molti cristiani sono stati tratti in inganno da alcuni passi del Nuovo Testamento, dove si dice che Cristo mangiò carne o consigliò di mangiare carne. Dopo il Concilio di Nicea (325 d.C.) voluto e controllato da Costantino in cambio dell'apertura del potere politico al clero cristiano, il nuovo Testamento fu alterato dalle autorità ecclesiastiche di allora con lo scopo di stabilire la dottrina "ortodossa" ed eliminare la reincarnazione e il vegetarianesimo come pilastri della fede cristiana. I primi cristiani (i cristiani delle origini) erano infatti strettamente vegetariani: lo dimostrano le cronache del tempo. Nel 177, una donna di nome Biblis protestava contro le accuse rivolte ai cristiani (alcuni sostenevano che mangiavano i bambini) dicendo: "Questa gente non può consumare nemmeno il sangue di animali irrazionali, come potrebbe mangiare bambini?" Nel 1947 furono ritrovati i famosi Rotoli del Mar Morto, risalenti ai primi secoli dell'era cristiana, che testimoniano l'entità delle manipolazioni successive sui testi sacri originari. Un altro importante reperto è un manoscritto esseno ritrovato in un monastero buddhista tibetano, dove era stato nascosto per preservarlo dai corruttori. Questi documenti archeologici sono stati studiati da Martin Larson, Edmond B. Szekely, Millar Burrows, G.J. Ousley, John M. Allero e Frank J. Muccie, e sono stati definiti dalle gerarchie ecclesiastiche come "vangeli apocrifi".

Studi accurati sugli antichi manoscritti originali dei Vangeli, scritti in greco, hanno rivelato che le parole tradotte come carne sono in realtà "trophe", "phago" e "brome", che significano semplicemente "cibo" o "atto del mangiare" in senso lato. Ad esempio, in alcune edizioni del Vangelo di San Luca (8.55) si legge che Gesù resuscitò una donna dalla morte e "ordinò di darle della carne". La parola greca originaria tradotta con "carne" è in realtà phago, che significa semplicemente "da mangiare". Quindi Gesù ordinò semplicemente che alla donna resuscitata fosse dato del cibo. La parola greca usata per indicare la carne è "kreas", che non compare mai nei Vangeli in riferimento a Cristo. Le parole greche usate dai vangeli sono broma (cibo), brosimos (ciò che può essere mangiato), brosis (nutrimento o atto di mangiare), prosphagion (qualcosa da mangiare), trophe (nutrimento), phago (mangiare).

Per quanto riguarda il pesce, è interessante sapere che fin dai tempi dei Babilonesi, nella zona della Palestina era molto popolare un alimento preparato con delle alghe chiamate "pianta pesce". Queste alghe venivano fatte seccare, polverizzate in un mortaio e impastate per farne una specie di pane. Ai tempi di Gesù costituivano un cibo molto diffuso e apprezzato e ancora oggi viene raccomandato ai fedeli musulmani.

Neanche nel nuovo Testamento viene dunque consigliato di mangiare carne. Questo d'altronde coincide con la famosa profezia di Isaia sull'avvento di Gesù: "Una vergine concepirà e darà alla luce un figlio, e il suo nome sarà Emanuele ("Dio è con noi"). Burro e miele saranno il suo cibo, perché saprà rifiutare il male e scegliere il bene." Matteo (9.13 e 12.7) riporta due volte il comando di Gesù, già affermato dal profeta Osea: "Voglio misericordia e non sacrifici."

San Giovanni Battista, che faceva austerità nel deserto, mangiava carrube e miele. Alcune traduzioni de nuovo Testamento riportano l'errata dizione "locuste" a causa di una svista (le carrube sono chiamate anche "fagioli della locusta" perché molto apprezzate dagli insetti).

E' senz'altro più facile mangiare carrube, visto che nelle zone aride gli alberi di carrube crescono forti e rigogliosi, spesso spontanei e sono molto longevi, e le loro bacche sono facilmente reperibili, tanto che ancora oggi sono usate come mangime per i cavalli, pur essendo molto nutrienti. Il carrubo nell'antichità fu venerato nel mondo islamico e nella chiesa primitiva. In alcune zone d'Italia, le carrube sono chiamate "pane di San Giovanni". Alcuni commentatori della Bibbia sono dell'opinione che il "miele selvatico" mangiato da Giovanni sia stato lo sciroppo che si ottiene spremendo i frutti molto maturi del carrubo, che ha sapore di miele. Le locuste sono invece un po' più difficili da acchiappare, e soprattutto non sono mai state considerate un cibo dalla cultura ebraica, non essendo elencate tra gli animali "commestibili" nella Bibbia (Levitico), che è estremamente precisa su queste cose. Venticinque anni dopo la predicazione di Giovanni Battista, Flavio Giuseppe rimase per tre anni presso un solitario di nome Banno, che viveva nel deserto "con vestito ricavato dagli alberi e nutrendosi di cibo cresciuto spontaneamente".

Un gruppo di religiosi ebraici, gli Esseni, menzionati da Flavio Giuseppe (Guerra Giud. II, 119-161), Filone, Plinio, Epifanio e altri, erano strettamente vegetariani e non celebravano sacrifici animali, erano chiamati "meditativi", "terapeuti", "silenziosi". Da molti episodi risulta chiaro che Gesù e sua madre Maria appartenevano al gruppo degli Esseni. Gesù, in particolare, aveva fatto voto di Nazireato, che comporta l'astensione da bevande alcoliche e cibi non vegetariani, oltre all'uso di non tagliarsi mai né capelli né barba e di indossare abiti senza cuciture. Il vino bevuto dagli Esseni era una specie di mosto bollito o succo d'uva dolce. Il Vangelo Esseno della Pace afferma: "La carne dell'animale ucciso diventerà la sua tomba nel suo stesso corpo, perché in verità vi dico, chi uccide, uccide sé stesso, e chi mangia la carne di animali uccisi mangia il corpo della morte."

San Pietro, in una delle sue omelie, tuonava: "Il consumo innaturale di carne contamina quanto l'adorazione dei demoni che fanno i pagani, con i suoi sacrifici e i suoi festini impuri, che vedono gli uomini compagni di banchetto dei diavoli." San Tommaso (l'apostolo che andò a predicare in India, non Tommaso d'Aquino!) era anch'egli vegetariano.

Clemente di Alessandria, un padre della Chiesa, cita l'esempio dell'apostolo Matteo che "si cibava di semi, noci e vegetali, senza mangiare carne" e commenta: "Non vi è forse in una temperata semplicità una completa varietà salutare di cibi? Vegetali, radici, olive, erbe, latte, formaggio, frutta e noci. Non dobbiamo trasformare il nostro corpo in un cimitero di animali."

San Gerolamo, un altro padre dell'antica chiesa cristiana, che autorizzò la versione latina della Bibbia tuttora in uso, scrisse: "Cucinare vegetali, frutta e legumi è facile ed economico" e suggeriva questa dieta a chi voleva diventare saggio.

San Giovanni Cristostomo considerava il consumo di carne innaturale e crudele da parte dei Cristiani: "Ci comportiamo come lupi, come leopardi... anzi peggio di loro, perché la natura ha previsto che essi si nutrissero in quel modo, ma noi, ai quali Dio ha dato la parola e il senso della giustizia, siamo diventati peggio di belve feroci. Noi capi della cristianità dobbiamo praticare l'astinenza dalla carne degli animali per controllare il nostro corpo... il consumo innaturale della carne animale è una contaminazione."

San Benedetto, fondatore dell'ordine dei Benedettini, prescrisse ai suoi monaci una dieta essenzialmente vegetariana. Anche ai trappisti era vietato, fin dalla fondazione nel diciassettesimo secolo, mangiare carni e uova, e benché con il Concilio Vaticano nel 1960 il divieto sia stato tolto, ancora oggi molti frati trappisti si attengono alla regola originale.

"Colui che mangia di tutto non sprezzi colui che non mangia di tutto. Non perdere, con il tuo cibo, colui per il quale Cristo è morto! Non disfare per un cibo l'opera di Dio. E' bene non mangiare carne né bere vino. L'intera creazione anela ansiosamente alla manifestazione gloriosa dei figli di Dio. Anch'essa verrà affrancata dalla schiavitù della corruzione per partecipare alla libertà della gloria dei figli di Dio. " (Romani, 2, 3, 15, 18, 19, 20, 21)

Nel Concilio di Trullano, svoltosi a Costantinopoli nel 692, fu stabilita questa regola: "Le sacre scritture proibiscono il consumo di sangue animale. Un chierico che commette questo peccato sarà sconsacrato, un laico sarà scomunicato."

Tommaso d'Aquino (1125-1274), che i suoi biografi dicono famoso per essere un ghiottone (non l'unico nella Chiesa di quei tempi) elaborò la famosa dottrina secondo la quale gli animali non avevano anima -- e neppure le donne e i negri (sebbene in seguito, a causa di notevoli pressioni, dovette ammettere che donne e negri avevano sì un'anima, ma di livello inferiore).





LA TRADIZIONE ISLAMICA



L'Islam è forse la religione più giovane sul pianeta, ed è strettamente imparentata con ebraismo e cristianesimo; infatti i musulmani si considerano figli di Adamo, Noè ed Abramo (Ibrahim è un nome molto diffuso) in quanto discendenti di Ismaele fratello di Israele, e onorano tutti i profeti e grandi personaggi religiosi della storia ebraica (Mosé, Giuseppe ecc.) e anche Gesù come grandi profeti e santi inviati da Dio. Gli studiosi musulmani citano la Bibbia (Deuteronomio 18.17-18) dove il Signore preannuncia l'avvento di Maometto (sallallàhu alàihi ua sàllam): "Il Signore disse: io susciterò loro un profeta come te di mezzo ai loro fratelli e metterò le mie parole sulla sua bocca e annunzierà loro tutto ciò che gli avrò comandato; se uno non ascolterà le parole che egli dirà in nome mio, io stesso gliene chiederò conto." (abbiamo scelto di osservare la tradizione di rispetto e affetto secondo la quale ogni volta che viene nominato il profeta, il suo nome viene glorificato con la frase "che Iddio lo benedica e gli dia pace e gloria", riportata qui in arabo e più avanti tra parentesi come iniziali della frase araba, SAUS.)

Possiamo quindi concludere che tutte le istruzioni date da Dio nella Bibbia attraverso i profeti e da Gesù, a proposito della compassione e della gentilezza verso gli animali, siano valide anche per i musulmani, dato anche l'esempio personale del profeta stesso. Il Corano afferma: "Gli animali che vivono sulla terra e gli uccelli che volano nel cielo non sono veramente tali, sono persone come voi" (sura 6.38)

Secondo la tradizione islamica nessuna creatura può essere uccisa nella città santa della Mecca. I pellegrini devono fare particolare attenzione a non calpestare nemmeno un insetto: "vi è proibito cacciare e uccidere per tutto il tempo del pellegrinaggio; ricordate bene il vostro dovere verso Allah, al quale dovrete tornare" (Corano, sura 5.96)

Il profeta Maometto (SAUS) disse: "Chiunque è buono verso le creature di Dio è buono verso se stesso." Margoliuth, uno dei principali biografi di Maometto (SAUS), scrive: "La sua umanità si estendeva anche alle creature inferiori. Proibì l'uso del tiro al piccione e rimproverava coloro che maltrattavano i cammelli. Quando alcuni dei suoi seguaci diedero fuoco a un formicaio, li costrinse a spegnerlo."

Un giorno, Maometto (SAUS) raccontò ai suoi seguaci: "C'era in paese una prostituta; stava sulla porta in attesa di clienti e vide un cane che stava morendo di sete perché aveva attraversato il deserto. Impietosita entrò in casa, riempì la scarpa d'acqua e la portò al cane. Iddio perdonò tutti i suoi peccati per questo atto di amore verso l'animale."

Nelle Hadith arabe tradotte da M. Hafiz Syed, leggiamo: "Il profeta passò accanto a delle persone che tiravano frecce a un ariete, e li condannò dicendo: non fate del male agli animali. Un giorno alcune persone videro il profeta che asciugava il muso del suo cavallo con il proprio scialle; alle loro domande rispose: Stanotte Dio mi ha rimproverato per il modo in cui tratto il mio cavallo. Un giorno, un uomo aveva rubato delle uova da un nido; il profeta gli ordinò immediatamente di rimetterle dove le aveva trovate, e aggiunse: temete il Signore negli animali e cavalcateli quando sono in forze, ma lasciateli riposare quando sono stanchi. Un altro giorno, i suoi discepoli gli chiesero se ci fosse qualche ricompensa per chi trattava bene i propri animali e si preoccupava di dar loro da bere; il profeta rispose: ci sono ricompense per chi fa del bene a qualsiasi animale vivente."

Un pomeriggio, dopo essersi svegliato da un sonnellino, Maometto (SAUS) trovò un gattino malato che si era addormentato sul suo mantello. Per non disturbarlo, il profeta tagliò il lembo del mantello prima di alzarsi. I primi biografi indicano che preferiva cibi vegetariani, come il pane d'orzo, il latte allungato con l'acqua, lo yogurt con il burro o le noci, cetrioli e datteri, melagrane, uva, fichi o datteri schiacciati nell'acqua. Le sue abitudini alimentari erano estremamente modeste, come testimoniano stupiti i suoi contemporanei e biografi.

Altri biografi, come M. Hafiz Syed, sottolineano che Maometto (SAUS) ordinò a coloro che mangiavano carne di lavarsi la bocca prima di pregare; nell'ordine viene specificata la carne e non altri cibi. Come mai il profeta, così benevolo e misericordioso verso tutti gli esseri, non diede ordini più chiari e rigidi ai suoi seguaci contro il consumo di alimenti non vegetariani?

Maometto (SAUS) conosceva bene il suo popolo. Prima dell'avvento dell'Islam, gli arabi adoravano con un atteggiamento idolatrico una grande quantità di dei, demoni e spiriti, ai quali sacrificavano spesso e volentieri. Non avevano alcuna pietà o riguardo per gli animali, neppure per i cammelli che costituivano il maggiore sostegno della loro esistenza. Come abbiamo già detto più sopra, era uso normale tagliare con una lama rovente pezzi del corpo degli animali per mantenerli in vita più a lungo senza doverli uccidere per mangiarli. Inoltre, date le condizioni ambientali particolarmente difficili del deserto, carne e sangue erano gli alimenti principali del popolo. Lo stesso atteggiamento era diffuso nella società anche nei confronti degli altri esseri umani, e specialmente verso le donne, che erano considerate una merce di scambio e di consumo. Gli arabi potevano avere tutte le mogli che volevano e quando si stufavano potevano ucciderle o rivenderle senza nessuna restrizione (da qui la legge coranica che permette al marito di ripudiare la moglie con una semplice parola, ma non di ucciderla o rivenderla). Le relazioni sessuali tra madri e figli erano così normali che il Corano contiene delle proibizioni specifiche (sura 6, versi 19-24). Le figlie femmine non erano considerate degne di venire allevate, tanto che per la maggior parte le bambine venivano sepolte vive alla nascita, ma trattavano "molto rudemente" tutti i bambini in generale (la violenza sessuale sui bambini maschi e la diffusissima omosessualità sono tuttora un grave problema dei paesi musulmani). Un giorno un beduino vide il profeta comportarsi gentilmente con un bambino e lo rimproverò aspramente per il suo atteggiamento "poco virile". Maometto (SAUS) rispose: "Chi non ama i bambini non riceverà amore da Dio!"

Gli arabi si guadagnavano da vivere soprattutto con il commercio degli schiavi, le scorrerie e le rapine ai danni dei viaggiatori (oppure l'esazione di tasse e pagamenti per la "protezione" alle carovane). Poiché il succo di datteri fermenta facilmente, gli arabi amavano molto ubriacarsi. Possiamo dunque comprendere il valore degli insegnamenti di Maometto (SAUS), che a persone più evolute e di costumi più puri e religiosi potrebbero sembrare limitati.

Nonostante le condizioni morali disastrose del suo popolo, il profeta cercò di stabilire, con il suo esempio e con la predica, un modello di compassione e non violenza. Alcuni studiosi hanno mostrato che persino con la sua morte, Maometto (SAUS) volle sottolineare i danni del consumo di carne: una donna non musulmana aveva invitato a pranzo il profeta e alcuni suoi compagni e servì loro della carne avvelenata. Benché non fosse sua abitudine mangiare carne o cibi preparati da non-musulmani (il Corano contiene la proibizione di mangiare carne sulla quale non sia stato invocato il nome di Allah) Maometto (SAUS) mangiò, ordinando ai suoi compagni di non mangiare quella carne. Dopo due anni di grave malattia che lo costrinse a letto per tutto il tempo, il profeta morì, nel 632.

Il Corano raccomanda di mangiare cibi sani e non violenti: "Che l'uomo rifletta sul cibo che mangia, su come noi abbiamo fatto scendere la pioggia e fatto crescere il grano, la vite e le erbe, gli olivi e le palme e i giardini e i frutteti per il suo piacere e i pascoli per il piacere del suo bestiame. Anche nel bestiame c'è un segno per voi: vi abbiamo dato da bere ciò che è contenuto nel loro corpo, in mezzo al sangue e alla sporcizia -- il latte puro, dolce da bere. E il Signore ispira le api dicendo, costruite la vostra casa nelle montagne, negli alberi e nelle radici, poi nutritevi secondo il volere del vostro Dio. Così dal loro ventre esce un liquido di vari colori che è molto salutare per l'uomo. In verità, questi sono segni sui quali la gente deve riflettere." (Sura 16, versi 65-69) Uno dei pilastri dell'Islam è il digiuno, che deve servire ad allenare i fedeli al controllo dell'avidità. Gli altri sono la preghiera 5 volte al giorno, la fedeltà all'adorazione regolare a Dio e al rispetto per il profeta Maometto (SAUS) e la meditazione sui nomi e sulle qualità del Signore infinitamente misericordioso; la pratica della carità e dell'assistenza sociale attraverso il pagamento dell'imposta coranica e il pellegrinaggio alla Mecca (durante il quale, come abbiamo già detto, i fedeli devono esercitare estrema attenzione per non fare del male a nessuna creatura vivente).

Uno dei filosofi più brillanti dell'Islam, Al-Ghazzali (1058-1111) scrive nel suo libro Ihya Ulum ul-Din: "Mangiare la carne della mucca porta malattia (marz), il suo latte è salute (safa) e il suo burro chiarificato è medicina (dava). La compassione nel mangiare porta alla compassione nel vivere."

I mistici islamici, come i Sufi, considerano il vegetarianesimo come un alto ideale spirituale. Una santa sufi, Hazrat Rabia Basri, meditava in una foresta per non essere disturbata, e gli animali selvatici le si avvicinavano senza paura. Un giorno un altro sufi andò a trovarla e gli animali fuggirono terrorizzati. Sorpreso, l'uomo chiese come mai, e Rabia gli chiese cosa avesse mangiato quel giorno. Il sufi confessò di aver mangiato delle cipolle fritte in grasso animale. "Hai mangiato il loro grasso! Perché non dovrebbero fuggire al tuo arrivo?"

Un grande maestro sufi contemporaneo, Muhammad Rahim Bawa Muhaiyaddin, racconta nel libro "Il giardino segreto" la parabola del cacciatore che impara la compassione dal cerbiatto.

Nella tradizione islamica, quando un animale viene ucciso è necessario guardarlo negli occhi e recitare la preghiera conosciuta come kalimah, che esorta gli esseri umani a purificarsi dalle qualità inferiori e a sviluppare compassione. Il macellaio (sia chi uccide l'animale che chi lo tiene fermo) deve essere inoltre un fedele musulmano e osservare rigidamente le cinque preghiere quotidiane; tra un'uccisione e l'altra deve fare un bagno e purificarsi. Prima della macellazione, eseguita con un coltello estremamente affilato dalla lunghezza adeguata, l'animale deve essere nutrito e dissetato, e se durante il processo rigurgita o si lamenta la sua carne diventa inadatta al consumo (cioè il macellaio deve fare bene attenzione a trattare l'animale con la massima delicatezza possibile). La recitazione delle preghiere deve continuare dal primo istante fino a dopo la morte dell'animale per dissanguamento (sono necessari da 15 a 20 minuti per ciascun animale). Questa cerimonia della qurban è così complessa e lunga da scoraggiare la macellazione degli animali. "Allah disse: con questo qurban uccideranno molti meno animali, perché mentre prima ne uccidevano 1000 o 2000 in un giorno, ora potranno ucciderne solo dieci o quindici."

Il Corano stesso esalta la compassione e la misericordia in 113 dei 114 capitoli che lo compongono, con la frase di apertura Bismillahir-rahmanir-rahim, "Allah è misericordioso e compassionevole." Il nome con il quale il Signore viene definito più frequentemente è al-Raham, "infinitamente misericordioso", o anche Arham al-Rahimin "il più misericordioso tra i misericordiosi".

Tomás de Torquemada
04-05-02, 01:32
E' un argomento che reputo di prioritaria importanza, carissimo Orazio Coclite... Grazie per il profondo e pregevole contributo... :)

Anzi, facendo un'eccezione alle mie consolidate "abitudini" da moderatore, metto in rilievo il thread per qualche giorno.

Orazio Coclite
04-05-02, 23:28
Ringrazio Tòmas per aver posto in rilievo questa discussione, e dunque profitto dell'occasione per arricchire il 'thread' del materiale che ho a disposizione. Purtroppo molti testi di particolare importanza non sono reperibili in rete, oppure sono in inglese, e sarebbe per me impossibile tradurre o trascriverne anche solo le parti salienti di ognuno. Cercherò così di inserire, quando possibile, gli adeguati riferimenti bibliografici per un approfondimento della materia.

Intanto leggetevi questo estratto dall'ultimo libro di Paulo Coelho, "Il diavolo e la signorina Prym" (pagg. 90-91):


Un uomo , il suo cavallo ed il suo cane camminavano lungo una strada. Mentre passavano vicino ad un albero gigantesco, un fulmine li colpì, uccidendoli all'istante. Ma il viandante non si accorse di aver lasciato questo mondo e continuò a camminare, accompagnato dai suoi animali. A volte, i morti impiegano qulche tempo per rendersi conto della loro nuova condizione..."

Il cammino era molto lungo; dovevano salire una collina, il sole picchiava forte ed erano sudati e assetati. A una curva della strada, videro un portone magnifico, di marmo, che conduceva a una piazzapavimentata con blocchi d'oro, al centro della quale s'innalzava una fontana da cui sgorgava dell'acqua cristallina. Il viandante si rivolse all'uomo che che sorvegliava l'entrata.

"Buogiorno"

"Buongiorno" rispose il guardiano.

"Che luogo, è mai questo, tanto bello?"

"E' il cielo"

"Che bello essere arrivati in cielo, abbiamo tanta sete!"

"Puoi entrare e bere a volontà" Il guardiano indicò la fontana.

"Anche il mio cavallo ed il mio cane hanno sete"

"Mi dispiace molto" disse il guardiano, "ma qui non è permesso l'entrata agli animali".

L'uomo fu molto deluso: la sua sete era grande, ma non avrebbe mai bevuto da solo. Ringraziò il guardiano e proseguì.

" Dopo avere camminato a lungo su per la collina,il viandante e gli animali giunsero in un luogo il cui ingresso era costituito da una vecchia porta, che si apriva su un sentiero di terra battuta, fiancheggiato da alberi. All'ombra di uno di essi era sdraiato un uomo che portava un cappello; probabilmente era addormentato.

"Buongiorno" disse il viandante.

L'uomo fece un cenno con il capo.

"Io, il mio cavallo ed il mio cane abbiamo molta sete".

"C'è una fonte fra quei massi" disse l'uomoe , indicando il luogo, aggiunse:"Potetebere a volontà".

"L'uomo, il cavallo ed il cane si avvicinarono alla fonte e si dissetarono.

Il viandante andò a rignraziare. "Tornate quando volete" rispose l'uomo.

"A propostio, come si chiama questo posto?"

"Cielo"

"Cielo?Ma il guardiano del portone di marmo ha detto che il cielo era quella là!"

"Quello non è il cielo, è l'inferno".

Il viandante rimase perplesso. "Dovreste proibire loro di utilizzare il vostro nome! Di certo, questa falsa informazione causa grandi confusioni!

"Assolutamente no. In realtà, ci fanno un grande favore. Perché là si fermano tutti quelli che non esitano ad abbandonare i loro migliori amici...."

Orazio Coclite
04-05-02, 23:38
Da: http://www.estovest.org/ecosofia/vegetarianesimo.html


Vegetarianesimo e ricerca spirituale

di Giuseppe Gorlani

pubblicato in forma ridotta nel n. 26 di «Ellin Selae - Raccolta illustrata di pensieri, tracce, armonie e disarmonie umane», Murazzano (CN) ora in G. Gorlani, Il Segno del Cigno. Sulle tracce dell'ineffabile, Rimini, Il Cerchio, 1999, pp. 15-22.


Nei tempi passati il vegetarianesimo veniva praticato esclusivamente dagli asceti, da certi monaci e studiosi o prescritto come terapia. Oggi, tuttavia, la situazione sociale è cambiata: il polo da cui si dipana e intorno a cui si raccoglie il vivere è il dio Denaro, non il Sacro, e l'uomo che non abbia perso l'aspirazione al Vero --laico o religioso che sia-- è chiamato ad un maggior impegno.

Il vegetarianesimo va dunque rivisto: esso non è solo da considerarsi alla stregua di un valido strumento di purificazione, ma anche come una possibile testimonianza di umile comunione con la vita e di emacipazione dal plagio del "Signore degli Inganni".

Persino Shri Ramana Maharshi, il grande saggio dell'India moderna, riconosciuto dall'Hinduismo tradizionale e notoriamente poco incline ai facili sentimentalismi, scrisse in Chi sono io?, una delle sue rare opere: «Di tutte le regole restrittive quella che concerne l'assunzione di cibo sattvico [equilibrato n.d.r.] in quantità moderate è la migliore. Osservando questa norma si aumenta la qualità sattvica della mente, e ciò è di aiuto nella ricerca del Sé»1.

Il cibo sattvico (cereali, verdure, frutta, latte) è il cibo che, nutrendo senza eccitare, favorisce lo spontaneo manifestarsi dell'Intelligenza del Cuore2; il cibo rajasico alimenta le passioni e l'attività; il cibo tamasico nutre l'inerzia, l'indifferenza, la crudeltà3.

Rispetto al cibo vi sono due prospettive fondamentali: una tecnica --ed è quella a cui si riferisce Shri Ramana nel passo sopracitato--, l'altra etica e morale, che non può e non deve essere trascurata4.

In questi momenti di particolare confusione e disordine, ci si chiede come mai in alcuni uomini sorga spontaneo il rifiuto di aberrazioni quali la miseria del Terzo Mondo, la vivisezione, l'ecatombe industrializzata di milioni di animali, il commercio di organi umani che si trincera dietro alibi di ipocrita umanitarismo5, la fecondazione in vitro, l'aborto generalizzato, la clonazione, ecc., e come mai, invece, per molti altri tutto ciò sia normale o, tutt'al più, espressione d'un male trascurabile e necessario. A tal proposito, per esemplificare l'atteggiamento che l'ipocrisia assume nei confronti del male, non si può non ricordare la teoria del «Destino Manifesto» che i politici di Washington, nel secolo scorso, inventarono per giustificare il genocidio dei popoli Pellerossa. Essi, sentendosi portatori di una civiltà numericamente e pragmaticamente superiore, ritenevano che gli Europei e i loro discendenti fossero «chiamati dal destino a governare tutta l'America»6.

C'è un nesso, sembra, tra il cibarsi di carne prodotta innaturalmente, satura di dolore, la miopia di chi considera la caccia moderna uno sport nobile ed "ecologico", il fruire della svariata gamma di beni superflui e spesso nocivi che la società "progredita" offre, e la violenza e l'irriflessiva mancanza di saggezza che conducono all'ingiustizia, allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e infine alla guerra: ultimo stadio di un male che inizia nella disarmonia dei piccoli gesti quotidiani.

D'altra parte, se "intelligenza" significa, come l'etimo suggerisce, «capacità di cogliere i nessi esistenti tra i vari momenti dell'esistenza» (Vocabolario etimologico Zanichelli), se ne deduce che l'uomo è tanto più intelligente quanto più comprende che ogni aspetto della Manifestazione è in relazione con la totalità, per il tramite dell'etere, il quinto elemento. Ciò non equivale a credere che la Manifestazione sia in un rapporto di interdipendenza con Shunyata o Immanifesto, il quale comprende e vivifica i tre mondi (fisico-grossolano, sottile, causale), pur restando incondizionato. Tale "intelligenza", dunque, non elimina la gerarchia, ma ne restaura il vero significato di linguaggio relativo basato sulle differenti capacità degli enti di riflettere l'Assoluto.

Shunyata7 è un termine buddhista che può, se non spiegato, dar adito a fraintendimenti; esso si riferisce all'Assoluto in quanto vacuità di tutto ciò che ha nome, forma e limite dal punto di vista della Bodhi, la Conoscenza pura. Personalmente, in linea con la Tradizione hindu, ritengo più corretto sostituirlo con termini quali: Parabrahman, Assoluto ineffabile, Purna, la Pienezza, Paramatman, il supremo Sé, ecc.8.

Un buon esempio di intelligenza ci viene dal grande poeta e drammaturgo William Shakespeare che mise in relazione l'incapacità di apprezzare la musica col ladrocinio e l'omicidio. E come non citare il celebre pensiero di Confucio: «Se c'è pace nel cuore, c'è pace nella famiglia, nel villaggio, nella nazione, nel mondo»?

Nella tradizione Sikh v'è un episodio che illustra in modo significativo come l'occhio dell'Intelligenza del Cuore sappia vedere connessioni e implicazioni precluse all'occhio profano, tutto volto all'utile e al sensibile. Si narra che Baba Nanak --il Sat Guru fondatore della fede Sikh--, giunto all'antica città di Saidabad, preferì l'umile accoglienza del falegname Bhai Lalu all'ospitalità sfarzosa del governatore Malik Bhago; questi, dopo aver inoltrato reiterati inviti, spazientito ed offeso, decise di andare di persona ad invitare il Saggio e ad interrogarlo circa il suo irrazionale comportamento. Ma, nonostante ciò, Baba Nanak rimase fermo nel suo rifiuto e, affinché se ne comprendesse il motivo, chiese che gli venisse contemporaneamente portato un po' di cibo del governatore e del suo amico falegname. Con una mano prese la carne di Malik Bhago e con l'altra un pezzo di pane di Bhai Lalu, poi strinse: dalla prima scese sangue, dalla seconda latte. Con voce soave, il Sat Guru disse: «Ora sapete perché non potevo mangiare il cibo del governatore: in esso c'è il sangue dei poveri e lo sprezzo per la creazione, mentre è dal lavoro umile e onesto di chi ama la vita e il Creatore, che sgorga il nutriente latte della devozione»9.

Dovremmo tutti chiederci, di fronte al nostro cibo quotidiano, quale liquido ne spremerebbero le sante mani di Guru Baba Nanak: sangue o latte?

Essere vegetariano oggi è quindi anche un modo per prendere consapevolezza delle comuni radici e dell'unico tronco dei vari rami, foglie e frutti dell'Albero della Vita; il che implica che noi non potremo mai essere in pace se non includeremo in ogni nostro gesto o pensiero le diverse decine di migliaia (o forse milioni) di bambini, uomini e donne che ogni giorno, nel mondo, muoiono di fame, di aborto, di sevizie o per torture, incidenti stradali (sacrifici al dio Macchina), inquinamento, etc. L'uomo delle ricche città d'Europa e degli Stati Uniti dovrebbe sapere che per produrre la carne di cui egli si ciba vengono disboscati migliaia di ettari di foreste (fonti preziose di sostentamento per gli indigeni e di ossigeno per l'atmosfera) da adibire a culture foraggifere. Chi indossa una costosa pelliccia dovrebbe informarsi su quali atroci sofferenze debbono subire gli animali affinché egli possa soddisfare le proprie egoistiche e superflue esigenze di benessere10. I beneficiari di trapianti è necessario che sappiano come un organo vitale, per essere utilizzabile, debba essere strappato ad un uomo "vivo", il quale viene dunque torturato ed ucciso proprio nel momento in cui andrebbe maggiormente rispettato.

Occorre infine rammentare che in soli due casi all'uomo è consentito uccidere: per legittima difesa o necessità di sopravvivenza e per assolvere al proprio dharma, come nel caso dello kshatriya Arjuna nella Bhagavad-gita11. La carne di oggi non è la stessa di cui si cibava, considerandola sacra, l'Indiano d'America, per il quale la caccia era un'attività sacrificale e necessaria, e nemmeno può essere considerata la stessa di cui si cibavano parcamente le nostre popolazioni contadine di cinquant'anni fa; essa è, per lo più, il cibo del piacere e dell'incoscienza di un Occidente spiritualmente decaduto, ricco e indifferente, che si finge cieco di fronte all'orrore dell'evidenza di un'abbondanza fondata sulla miseria di due terzi del mondo.

Purtroppo una deviata tradizione antropocentrica --contrapposta all'autentica Tradizione teocentrica-- ci ha abituati a fraintendere il nostro retaggio di custodi della vita, e così, invece di soccorrere i più deboli e di favorire la giustizia, abbiamo finito col trasformarci in despoti. Di certo assai più saggio è l'atteggiamento di chi, dal punto di vista relativo dell'individualità, si considera una molecola in un organismo, o una creatura attenta a rispettare le leggi del Creatore, e dal punto di vista esoterico, dell'Essenza, sa di non essere estraneo all'Assoluto12.

D'altra parte bisogna considerare che, paradossalmente, chi si proclama non violento è spesso, in buona o cattiva fede, più violento di chi lo è manifestamente. C'è infatti un fanatismo del vegetarianesimo che può essere tanto deleterio quanto il fanatismo di chi antepone la consuetudine e il piacere di mangiare carne a qualsiasi considerazione13. E c'è una retorica del bene che è forse peggiore del male dichiarato.

È inoltre del tutto inaccettabile il sentimentalismo irrazionale di molti vegetariani che assolutizzano la non-violenza perché, essendosi esclusivamente identificati con gli involucri corporeo e psichico, temono di morire. Essi confondono la violenza con l'uso legittimo della forza, e dimenticano che basta andare nel proprio orto a vangare per sterminare migliaia di esseri viventi. Vita e morte sono dunque due facce della stessa medaglia (la Manifestazione o Creazione) che non sta nelle nostre mani; ma riguardo all'uccidere bisogna attenersi all'indispensabile14.

Oggi persino i cibi più semplici --integrali, biologici e vegetariani-- sono divenuti oggetto di speculazione economica e trasformati in moda. Spesso tale speculazione si cela dietro le parole altisonanti e vuote del "missionario" naturista che predica come supremo valore il raggiungimento di un fragile ed egoistico pseudo-benessere.

Chi vuole convincere e ottenere, direbbe un taoista, non convince e non ottiene; e chi, in nome dello "Spirito", antepone il guscio all'Onnipervadente, assomiglia al cieco che pretende di poter guidare i vedenti. Se ne deduce che il modo migliore di beneficiare se stessi e gli altri con la pratica del vegetarianesimo sia, innanzitutto, quello di viverlo senza astio e senza aspettative nei confronti di chicchessia, come un'espressione spontanea della propria intrinseca sensibilità, o come un utile supporto all'ascesi.

Dovremmo sempre ricordare che amare la Fonte implica amare e comprendere tutto ciò che da questa scaturisce.
Ecco un altro paradosso: amare il "nemico", rispettare ed accettare il diverso da sé, pur senza perdere le proprie caratteristiche distintive. Questa rispettosa accettazione della diversità è ben lontana dai concetti profani di unità, uguaglianza, democrazia, o da utopie quali governo e ordine mondiali, stati uniti del mondo, ecc. Quelli e queste fanno leva su emozioni che non reggono ad un approfondito esame dell'intelligenza.

L'Amore «che move il sole e l'altre stelle» non è, come superficialmente si è portati a credere, un'emozione o un mero sentimento umano (in tal caso sarebbe cosa effimera, incompleta e di poco conto), ma il raggio di Luce che unisce il cuore dell'ente all'incorruttibile Cuore del Sole: il Centro, l'axis mundi, senza la memoria del quale tutto è destinato a perire. Se ci lasceremo guidare dall'Amore, non potremo mai deviare dal retto cammino e la pace (shanti) regnerà in noi. Saper riconoscere la Sua Voce è l'impegno di tutta una vita.


----------------------------------------------------------------

Note

1- Chi sono io? - Nan Yar?, Bhagavan Shri Ramana Maharshi, a c. dello scrivente, Rimini, Il Cerchio, 1995.

2- Cuore viene qui scritto con la maiuscola poiché non ci si riferisce all'organo fisiologico, ma, in accordo con la Tradizione sapienziale universale, al Centro dell'Ente, la sede dell'Io ontologico, il Divino. In questo Centro (anahata-cakra) risuona la Voce del Supremo (Shabda-Brahman) ed è quindi esatto parlare di Intelligenza del Cuore. Esso viene raffigurato graficamente da un esagramma (Sigillo di Salomone), poiché qui si incontrano e si fondono il Brahman e l'Atman, Shiva e Shakti.

3- Sattva, rajas e tamas sono i tre guna, ovverosia le tre qualità fondamentali per mezzo delle quali, secondo il darshana Vedanta (utilizzante la cosmogonia Samkhya), si manifesta l'Uno, il Principio Primo (Ishvara, Brahman saguna, il Dio con attributi). I tre guna corrispondono anche ai tre mondi, corpi o stati dell'Essere: causale (prajna), sottile (taijasa), grossolano (vishva). Per riassumere: nutrendosi con cibi sattvici, si favorisce il passaggio della coscienza dal manas grossolano a quello sottile, sino al risveglio della stessa nel corpo causale, dove, essendosi tutte le facoltà umane raccolte in un silenzio adorante, si può più facilmente essere toccati dalla Grazia del Trascendente. È ovvio che il cibo ed altre pratiche ascetiche non possono condizionare in modo assoluto l'intervento della Grazia (da alcune scuole shivaite detta «discesa di Potenza»), né, per dirla in altro modo, condurre di per sé alla Realizzazione; e tuttavia esse appartengono a quel sacrum-facere, o a quel "bussare" evangelico che dà valore alla vita dell'uomo.

4- «Per essere vegetariani bisogna credere anzitutto in certi valori etici e metafisici, piuttosto estranei a questa cultura, e adeguarvi una disciplina igienica, uno stile personale di vita. [...] Il vegetarianesimo familiare è un'incrinatura sensibile dell'uniformità sociale, una piccola porta chiusa al male, in questa universale condanna a essere tutti uguali a servirlo» (da Giovanni Marinangeli, Guido Ceronetti il veggente di Cetona, Isola del Piano 1997, Fondazione Alce Nero, p. 147).

5- Non sarà superfluo sottolineare che gli organi vitali per essere utilizzati debbono essere espiantati ad uomini vivi, cioè ad uomini in cui il cuore batta e il sangue circoli. Con l'intento di superare questo "cavillo", certe lobby medico-politiche premono perché venga approvata una definizione di morte ad usum delphini, come se la morte fosse un concetto da definire e non una realtà. Riguardo alla cosidetta "morte cerebrale" irreversibile, il Dr. David W. Evans, scienziato di chiara fama, in un testo presentato al Comitato ristretto della Commissione Affari Sociali del Parlamento italiano, sostiene: «[...] non esistono prove o serie di prove che possano stabilire con il necessario grado di certezza che il cervello sia veramente morto in un qualsiasi momento prima della cessazione definitiva della circolazione corporea [...]. Il concetto che la morte del cervello si possa stabilire prima dell'arresto cardiaco definitivo non ha validità scientifica». Nonostante il parere contrario di emenineti scienziati, due «Testi unificati», detti del «silenzio-assenso» e della «privatizzazione e import-export» stanno per essere sottoposti al voto del Senato. Se verranno approvati, l'inesistente "morte cerebrale" assumerà veste "legale" e chiunque non dissentirà anticipatamente diverrà un potenziale donatore, che lo voglia o meno. Gli uomini-fantasmi del Kali-yuga avranno così fatto un ulteriore passo in avanti verso la barbarie totale.

6- Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, pp. 22-23, Oscar Mondadori 1985. La storia recente rigurgita di violenze e genocidi; nell'acefala opinione pubblica (che secondo molti autori è pilotata da un'oligarchia occulta) alcuni, però, sono orripilanti --quello nazista--, altri meno: quello stalinista, quello cinese in Tibet, quello americano perpetrato sui popoli nativi, quello russo in Afghanistan, per non nominarne che pochi. Cfr. Yves Ternon, Lo Stato criminale. I genocidi del XX secolo, Corbaccio 1997.

7- Scrive Guenther, cit. in La Tradizione Tantrica di A.Bharati, Ubaldini ed., Roma 1977: «Di solito, shunya si traduce 'vacuità, vuoto'. Ma molte ragioni si oppongono a questa traduzione. 'Vuoto' ha, per noi, un sapore concettuale di cavità, qualcosa di prevalentemente negativo. Ma shunya significa esattamente il contrario, lo si potrebbe soltanto descrivere come né suscettibile di ulteriore empimento né suscettibile di diminuzione [...]. È dunque un plenum».

8- Si può ipotizzare che non vi fossero vere e proprie differenze tra l'insegnamento del Buddha e il pensiero delle Upanishad, ma sfumature prospettiche sull'Assoluto. Nel primo il Trascendente è Shunya, il Vuoto in cui svanisce la transitorietà degli aggregati e delle idee-cose; nel secondo, pur essendo ammessa la relativa realtà della Manifestazione (Maya) e accettato il "vuoto" come momento dialettico sulla via dell'ascesi, l'Assoluto è concepito quale Intelligenza, Pienezza e Bene infiniti, contemporaneamente immanenti e trascendenti. Il Buddhismo --sia realistico che idealistico-- sviluppatosi in seguito viene reputato dall'Hinduismo tradizionale: «untenable from every point of view » (Brahma Sutra II.ii.33, a c. di Swami Gambhirananda, ed. Advaita Ashrama, Calcutta 1993); e inoltre, avendo esso rifiutato l'ordine sociale tradizionale, lo si considera alla stregua di una deviazione. Ciò non impedisce che nel Buddha si sia riconosciuta la nona incarnazione (Avatara) di Vishnu. Indipendentemente dalla tradizione riguardante le dieci incarnazioni di Vishnu sulla terra, anche Gesù è per gli Hindu un Avatara : discesa del Divino svincolata dal karma.

9- L'episodio viene riportato nei volumi: Guru Baba Nanak - il profeta della luna piena di Baba Bedi (Cremona, La Nuova Via, 1972) e Guru Nanak e il Sikhismo di Stefano Piano (Fossano, Esperienze, 1971). Le variazioni da una versione all'altra sono minime.

10- Riguardo alla questione dei diritti degli animali, desidero consigliare la lettura di Etica e diritti degli animali di Luisella Battaglia (Bari, Laterza, 1997) e, di Piero Fenili, una notevole recensione allo stesso volume comparsa in «Politica romana», n. 5/1998-1999 (Quaderni dell'Associazione di Studi Tradizionali "Senatus", Messina).

11- Kshatriya è la seconda casta (varna) in ordine d'importanza dopo quella dei Brahmana ; seguono i Vaishya e gli Shudra. Alla seconda casta appartengono i guerrieri, i principi e i re il cui compito consiste nel custodire l'ordine sociale e preservare l'integrità della Tradizione; sulla base di ciò si capisce perché Krishna incitasse Arjuna a combattere. Il cibo dev'essere commensurato alle attività che un uomo svolge e alle finalità che il suo svadharma gli impone. È dunque naturale che vi sia per ogni casta un cibo adatto; ma anche all'interno di ogni casta --in particolare delle prime tre-- il cibo varia a secondo dei momenti coscienziali o stadi di vita, detti ashrama , in cui l'individuo si trova: studente, capofamiglia, anacoreta, rinunciante totale.

12- Riguardo al punto di vista esoterico, non sarà vano ricordare che chi lo abbia realizzato non lo potrà mai superficialmente e indiscriminatamente divulgare. E ciò nemmeno oggi, nonostante la tanto sbandierata democrazia. I presunti maestri che, in questa seconda metà di secolo, si sono prodigati e si prodigano per rendere i Misteri metafisici accessibili a tutti, diffondono in realtà solo confusione.

13- Personalmente non condivido pienamente uno dei motti dell'A.V.I.: «Sette milioni di vegetariani»; lo considero espressione di una sorta di violenza: volere che tutti siano come noi. Inoltre, trovo estremamente contradditorio e crudele che molti vegetariani "ufficiali" difendano a spada tratta --e ovviamente con tutte le ragoni-- i diritti degli animali e non quelli dei bambini che, a migliaia ogni giorno nel mondo, vengono uccisi con l'aborto. Le forze oscure, il cui scopo principale consiste nel defraudare l'uomo della sua precipua facoltà di riflettere in termini spirituali, sono abilissime nello sfruttare i buoni sentimenti che non siano orientati e sostenuti dall'Intelletto.

14- Particolarmente calzanti, al riguardo, ci sembrano alcuni versi del poeta Juan Ramón Jiménez, tratti dalla poesia Nocturno:

«Che facciamo ogni giorno
se non uccidere? Ogni gesto
nostro non è un'uccisione? La nostra vita
non è mettere bare
nei forellini degli istanti?
Che cimitero è il tuo, vita mia! [...]

Morire è solo chiudersi
come un fiore nella notte,
ritrovare il profumo della vita,
essere intero, non sparso,
essere solo uno per sempre»

(da I canti di Coral Gables, Parma, Guanda, 1974, pp. 83, 85).

Orazio Coclite
05-05-02, 00:04
Da: http://www.veganitalia.com/article.php?sid=37

CIBO PER LO SPIRITO
a cura de AHL-i Allah, Il Popolo di Allah (http://www.peopleofallah.org/italy/)


prima parte

ADAM... ISLAM... MASIH...

"Tutte le creature rappresentano la famiglia di Allah: e Hu ama principalmente coloro che sono compassionevoli verso la famiglia di Hu" - Il Santo Profeta Muhammad (sal)

Sin dall'inizio, l'umanità si è messa a cercare la ragione e lo scopo dell'esistenza. Sin dal momento in cui è stato mangiato il frutto dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male, i figli di Adam hanno avuto come scopo il capire le nostre origini come specie e come esseri spirituali incarnati dentro l'involucro della pelle.


Ma questa domanda di conoscenza e sicurezza si è dimostrata più semplice da esser detta che portata avanti da molti cercatori sinceri. Così, come uno potrebbe inconsciamente sonnecchiare dimenticando molto quando è conscio da sveglio, l'umanità ha dimenticato molto di ciò che ha preceduto la nostra discesa lungo la Scala della Creazione.

Comunque la nostra caduta in questi involucri di pelle fu sia un assopimento dell'Adam Primordiale, sia la manifestazione della Realtà risvegliatasi nella coscienza di se stessa. Lo stato dell'eden nel quale ci siamo addormentati, nella nostra discesa divenne la pura Realtà nella quale l'umanità iniziò lentamente a svegliarsi. In verità, l'inizio è nella fine, e la fine nell'inizio...

"Come era all'inizio, così sarà alla fine..." - 'Isa al-Masih (as)

Per molti anni gli antropologi hanno presentato una visione idilliaca della vita nelle società più semplici facendole sembrare quasi le ultime rimanenti dell'Eden. Come molti studiosi hanno notato, una delle più grandi ironie dell'evoluzione è che il progresso nella tecnologia e nell'organizzazione sociale sia sempre collegato ad una regressione da un punto di vista etico. Quindi è falso dire che le evoluzioni tecnologiche non implicano necessariamente progresso morale. In realtà è vero soprattutto il contrario. Se noi studiamo la storia e la vita dei nostri predecessori edenici, l'ultima cosa che troviamo è un popolo illuminato e moralmente troppo avanzato per partecipare ad un progresso tecnologico. In realtà ciò che vediamo è una specie con modi semplici proveniente da un tempo molto più semplice. Il tempo e la ricerca hanno provato che molti dei loro modi hanno prevalso nella loro semplicità su maniere più moderne di raggiungere gli stessi scopi. E ancora altri aspetti della loro vita sociale sono risultati nient'altro che una dimostrazione di ignoranza. Questo perché i nostri antenati ominidi non hanno scelto di vivere secondo certi principi e tendenze del mondo di cui erano parte ma semplicemente non conoscevano nessun'altra maniera di vivere. Tentativi senza successo di altri modi di vivere produssero nient'altro che distruzione per coloro che l'intrapresero e questo perché l'ignoranza era dettata a quel tempo. L'Eden è una storia dello stato umano perso di felicità perfetta e libertà. In verità il motivo era solo questo poiché l'ignoranza tende a lasciare in uno stato di Sottomissione inconscia a una forza più grande di quella individuale.

Esiste comunque uno stato oltre l'Eden: uno stato che non necessita l'ignoranza per assicurare il funzionamento della società così come dell'individuo e lo stato dell'illuminazione. Se il mito dell'Eden è giusto, non ci sarà nessun modo per tornare al Paradiso perduto. Noi siamo ora come l'Elohim, capaci di conoscere il bene e il male. Abbiamo mangiato il frutto dell'Albero della Conoscenza del Bene e del male, l'Albero della Vita è ora nascosto alla vista. Ci è stato inviato il libro come istruzione nel nostro esodo da Babilonia come guida per il Giardino del Paradiso.

Alcuni hanno percepito in maniera ironica questo mondo come nient'altro che un sistema di crudeltà e severità: un mondo che niente perdona e niente cura dove il fallimento è la morte e la debolezza di un crimine capitale. Per queste persone, questa verità primaria è abbracciata come uno stato idilliaco di vita. Per questi individui; il cosiddetto "alto rafforzamento" è tutto quello che è necessario e tutto ciò che importa. Questa è la via carnale.

Altri vedono queste tendenze primitive e si piegano incapaci di affrontare la dura realtà del mondo inospitale. Non sanno perché si sentono così, e nemmeno comprendono il perché così gran parte del mondo opera su principi così animaleschi. Loro immaginano un mondo dove i bambini giocano nella tana del serpente e dove i leoni si sdraiano con gli agnelli. Irritati, si lamentano della natura fredda, insensibili di ciò che li circonda. Lottano per un mondo che mai potrà essere.

Dopo falliscono nel chiedersi come mai si sentono in questa maniera, come mai provano compassione mentre altri provano al massimo apatia, e a volte addirittura brutalità incalcolata. E' per un qualcosa in più rispetto al loro e proprio benessere che essi cercano di portare un miglioramento nell'intero sistema. Il cacciatore li chiama deboli, il soldato mancanti di disciplina. Tuttavia essi percepiscono una verità più alta, una percezione di un ordine cosciente dal quale tutto è emerso e al quale tutto ritornerà.

"A tutte le creature è stata data libertà e un possibile posto dove vivere. Gli è stata data acqua, aria, fuoco e una connessione con etere e terra. Ma l'uomo prende per sé ciò che Allah ha creato come cosa comune a tutti. Pretende le case degli altri per sé, sostiene che l'acqua è sua, sostiene che l'aria è sua. Tratta il sole come suo. Tratta la terra come sua. Cerca di rendere proprietà privata ciò che è stato fatto comune. Questa è la causa di ogni battaglia e di ogni guerra. E' a causa di tutto questo che Dio ha mandato il Rasul (sal). Dio disse:- I figli di Adamo stanno combattendo per la proprietà comune e stanno perendo. Ma Allah è Uno. L'uomo può avere solo me come cosa di sua proprietà. Tutto il resto è comune a tutti per far capire questo all'umanità. Dio ha inviato 124.000 Profeti, le Luci di Dio, coloro con la Saggezza Divina (Qutb) e i Santi (Awliya) come Testimoni per dimostrare che Allah è Uno" - M.R. Bawa Muhaiyaddeen (ra)


seconda parte

LE COMUNITA' NEL LORO PROPRIO

"Ognuno è membro dello stesso corpo creato da un'unica essenza. Se il destino porta sofferenza ad un membro, gli altri non possono restare indifferenti. Colui che rimane indifferente al peso della sofferenza di un altro non merita di essere chiamato umano" - Sa'di (ra)


Il Puro Islam è sempre stato coinvolto con la sofferenza di ogni forma di vita senziente. Anche gli Hadith sono pieni di compassione sia per umani che non umani. La grande sufi Rabi'ah al-Adawiyah (ra) di Basrah fu un'antica musulmana vegetariana. In tempi più moderni, il rinomato M.R. Bawa Muhaiyaddeen (ra) fu molto chiaro e vemente riguardo a quello che lui denominava "il vero significato della prima Kalimah" in relazione al vegetarianesimo e alla compassione per OGNUNO.

Il Corano ci dice che gli animali sono comunità e nazioni proprie e sono più di misere risorse. Invece oggi gli animali sono trattati solamente come macchine nei moderni allevamenti industriali. Più di 8 miliardi di animali sono macellati ogni anno per cibo solo negli Stati Uniti. Questi miliardi di animali sono confinati in spazi estremamente piccoliin maniera tale che i produttori possano allevare quanti più animali possibile. Questa sistematica e non islamica crudeltà sta divenendo in modo sempre più frequente per la produzione di carne, uova e latte in tutto il mondo.

Ai polli viene tagliato il becco con ferri caldi, ai bovini vengono tagliate le corna, vengono castrati, marchiati e li viene tagliata la coda senza anestesia. Le mucche da latte sono confinate in minuscole stalle e sono tenute sempre in cinta attraverso un'inseminazione artificiale e dolorosa.

Il sovraffollamento degli allevamenti porta molti animali a psicosi e ad automutilarsi a causa della tensione o della noia. Per combattere le malattie che inevitabilmente seguono tale affollamento, gli allevatori spruzzano periodicamente gli animali con pesticidi e iniettano antibiotici per farli ingrassare velocemente ed economicamente. Questi animali sono riempiti di ormoni sin dalla prima crescita. I residui di questi prodotti chimici passano poi su coloro che consumano la carne.

Queste pratiche violano gli insegnamenti del Profeta Muhammad (sal) di non causare sofferenza agli animali prima di macellarli. In più, Muhammad (sal) proibì il taglio della coda e le altre mutilazioni, così come il marchiare gli animali sulla faccia (pratica allora seguita da qualche allevatore). Nel trasporto, agli animali allevati per cibo viene spesso negato sia cibo che acqua, non viene data loro protezione dalle intemperie e si struggono per giorni prima di essere uccisi. A molti polli si rompono le ali durante il trasporto e molti animali soffocano sui camion da trasporto. Tutte queste sofferenze continuano giorno dopo giorno nonostante il fatto che Allah abbia dichiarato tramite il Sigillo dei 124.000 Profeti (sal) che uno non possa tenere un animale nell'aspettativa di essere macellato.

Perfino le carni dichiarate halaal (permissibili) sono spesso in violazione diretta delle regole halaal su come la macellazione debba esser fatta. La carne proveniente dagli allevamenti non solo non è halaal, ma spesso bovini, pecore e polli sono periodicamente nutriti con i corpi di maiali, galline e bovini con aggiunta di escrementi di pollo e altri prodotti insalutari di scarto. Questa pratica diffusa rende la carne haraam (proibita) perché questi animali hanno mangiato maiale e perché questi animali potrebbero essere considerati carnivori e gli animali carnivori sono generalmente proibiti per cibi nell'Islam. Il semplice fatto di ciò è che la compassione è incoraggiata nell'Islam. E il fatto che molte regioni del mondo oggi non abbiano bisogno di prodotti animali per mantenere la salute sembra indicare che essi stanno spacciatamente ignorando lo spirito e il significato interiore di cosa sia veramente haraam e halaal.


terza parte

MANGIARE CIO' CHE E' HALAAL

"Se gli animali sono stati soggetti a crudeltà nell'allevamento, nel trasporto, nella macellazione, o più in generale nel loro benessere, la carne proveniente da loro è da considerarsi impura e proibita per cibo. La carne degli animali uccisi con metodi crudeli (al-Muthia) è corrotta (al-Mujathamadh).E anche se questi animali sono stati macellati nella maniera più stretta, ma li è stata inflitta crudeltà, la loro carne è proibita" - L'ultimo Imam B.A. Hafiz Al.-Masri della Moschea Shah Jehan di Woking in Gran Bretagna


Non è abbastanza tagliare la gola di un animale nella maniera halaal per considerare la carne halaal. Come sostenuto dal Corano e dagli Hadith, la cura e il benessere degli animali prima che essi siano uccisi è importante nella stessa maniera di come essi sono uccisi. Il Corano non vede gli animali come misere risorse ma li vede come individui e comunità dotate di propri diritti.

"Non c'è animale sulla Terra e nemmeno uccello che voli con le sue ali che non appartenga ad una comunità come voi. Non abbiamo dimenticato nulla del Libro. Poi tutti saranno ricondotti presso il loro Signore" - Corano 6:38

Fisicamente l'uomo è stato messo nella stessa categoria di ogni altra specie. Non vi è niente, solo Allah, ed ogni senso di divisione o ogni percezione dualistica è un prodotto del nafs (ego) che rifiuta di vedere oltre il velo di Dunya. Le parole seguenti non lasciano ambiguità sul senso della parola "comunità" nel Corano:

"Non hai visto che è ad Allah Colui a cui vanno tutte le preghiere di tutti gli esseri in Paradiso ed in Terra e che persino gli uccelli con le ali piegate celebrano? Ognuno ha il suo modo di pregare, e Allah sa ciò che uno fa".

Il Corano ci dice che Allah comunica realmente con gli animali come la seguente sura dice:

"Ed il tuo Signore ispirò alle api:- Dimorate nelle montagne, negli alberi e negli edifici degli uomini-" Corano 16:68

Il Corano usa la stessa parola arabica "Wahy" per indicare la Rivelazione di Allah a tutti i Profeti così come agli animali, come dimostra il caso dell'ape. Ciò dimostra il fatto che gli animali hanno un sufficiente livello di possibilità conscia per comprendere e seguire il messaggio di Allah, una facoltà superiore ai propri istinti.

L'essenza degli insegnamenti islamici sui diritti e sulle libertà della vita degli animali è tale che privare gli animali della loro giusta parte delle risorse della natura è un così serio peccato agli occhi di Allah da poter esser punito con un castigo tremendo. Il Corano descrive come la gente di Tahmud chiese al Profeta Saleh (as) di mostrargli qualche segno per provare di essere effettivamente un Profeta di Allah.

Al tempo di quest'avvenimento, la tribù stava passando attraverso un periodo di penuria sia sotto il punto di vista del cibo, che dell'acqua. E stava quindi di conseguenza trascurando il suo bestiame. E' stato rivelato al profeta Saleh (as) di scegliere un cammello come simbolo e di chiedere al suo popolo di dare lei una giusta porzione di cibo e foraggio. Il popolo di Tahmud gli promise di farlo ma più tardi uccise il cammello. Come ricompensa la tribù fu annientata. Questo fatto è stato menzionato molte volte in contesti differenti (Corano 7:73, 11:64, 26:155, 156; 54:27-31).

Una volta stabilito che ogni specie animale è una comunità come la comunità umana e insieme alla comunità umana, sta solo alla ragione capire che ogni e ognuna creatura ha il diritto di vivere e dividere le risorse naturali. Nessun animale sta portando una minaccia diretta alla vita di un individuo o se questo risiede in una regione dove il consumo di carne è necessario per il sostentamento, allora la sofferenza che procura ad ogni animale è per definizione eccessiva allo Spirito della Legge. Capire questo è quello che M.R. Bawa Muhaiyaddeen (ra) ci riferisce come la "conoscenza della vera differenza tra halaal e haraam".

"Ci sono delle persone che hanno solo questi cinque livelli (di coscienza). Essi hanno studiato i testi religiosi e hanno un alto grado formale di studio ma sebbene abbiano studiato molto, non sono in grado di distinguere ciò che è sbagliato da ciò che è giusto. Essi non distinguono quello che è permesso da quello che non è permesso (halaal e haraam) o ciò che è bene da ciò che è male (khair e sharr). Essi non hanno imparato a trattare le loro vite come la propria, e non hanno nemmeno capito attraverso la loro coscienza (unarchi) che tutte le vite sono una vita, che tutte le vite appartengono a una famiglia e che tutti i figli sono della stessa famiglia" - M.R. Bawa Muhaiyaddeen (ra)


quarta parte

NEL NOME DI ALLAH

Tutte le 114 sure del Corano, tranne una, iniziano con la frase: "Nel nome di Allah, il Clemente, il Misericordioso". E' il compito di un musulmano di conoscere la fratellanza dell'uomo e di trattare tutti, sia musulmani che non, come fratelli e sorelle. Tutti i musulmani accettano questa comprensione e carità essendo essi al servizio di Allah. Infatti il Profeta Muhammad (sal) dichiarò:


"Nessun uomo è vero credente a meno che non desideri per suo fratello ciò che desidera per sé. Allah non amerà di quell'uomo che non amerà le creature di Allah. Assisti ogni persona che è oppressa , sia che sia musulmana e sia che non lo sia"

Muhammad (sal) ripetutamente proibì la crudeltà verso gli animali di Allah dicendone nella tradizione popolare attraverso un Hadith: "Chiunque è buono con le creature di Allah, è buono verso sé stesso".

Similmente, Muhammad (sal) disse ancora:

"Una buona azione fatta verso una bestia è come una buona azione fatta a un essere umano così come una cattiva azione fatta verso una bestia è un atto di crudeltà fatto verso un essere umano".

E' inoltre compito di un musulmano badare all'ambiente. Il Corano dice:

"In verità proponemmo ai cieli, alla terra e alle montagne la responsabilità ma rifiutarono e ne ebbero paura, mentre l'uomo se ne fece carico" - Corano 33:72

Consumare prodotti dell'allevamento industriale porta direttamente alla distruzione della Terra e dell'ambiente. Esaurisce la Terra fertile, usa vaste quantità d'acqua e inquina sia la Terra che l'acqua con gli scarichi dei rifiuti. Più del 70% del grano serve a nutrire gli animali d'allevamento. Servono tra le dodici e le 16 libbre di grano per produrre una libbra di carne.

Nutrire gli animali d'allevamento cambia l'uso della terra minacciando la biodiversità attraverso la perdita dell'habitat e il danneggiamento dell'eco-sistema. Il pascolo improprio ha causato un danno ambientale esteso e una degradazione del terreno negli Stati Uniti occidentali. L'erosione del terreno è un problema serio ed è dovuto in maggior parte alla monocoltura del mais e dei fagioli di soia per le industrie agricole collegate agli allevamenti industriali.

L'agricoltura animale contribuisce significativamente al riscaldamento globale. "Scientifican American" ha riportato che l'agricoltura che serve per l'allevamento industriale richiede un uso intensivo di fertilizzanti sintetici rilasciando ossido di nitroso, un fattore dell'effetto serra più forte dell'anidride carbonica. Produrre questa quantità di cibo e riscaldare i capannoni implica l'uso di benzine fossili che emettono anidride carbonica. La decomposizione del concime liquido rilascia grandi quantità di metano nell'atmosfera ed aiuta la formazione dell'ossido di nitroso.

Gli allevamenti intensivi hanno reso l'aria irrespirabile in molte comunità rurali; alcuni residenti devono indossare delle maschere quando sono fuori di casa. Le emissioni di ammoniaca provenienti dal concime si possono depositare sulle piante e nel terreno portando come conseguenza tossicità e perdita di biodiversità. Il concime può accumulare metalli pesanti contaminando raccolti e aumentando i rischi della salute. Spargere il concime sulla terra può portare alla formazione di nitrati nell'acqua del terreno causando una minaccia alla salute.

Gli escrementi animali hanno causato malattie attraverso la crescita di organismi patogeni nei corsi d'acqua.
Nel giro di due soli anni dal 1995 al 1997 è stato riportata la morte di più di undici milioni di pesci nei corsi d'acqua.

La natura stessa dell'agricoltura animale causa lo spreco delle risorse ambientali così come un uso superiore delle piante commestibili esistenti e dell'acqua. Il fattore centrale di questo problema è che l'umanità non è stata disegnata per consumare prodotti animali. Allah ci ha creato nello stato dell'Eden come erbivori, non come onnivori e certamente neanche come carnivori. Così non dovrebbe essere una sorpresa che quando noi consideriamo i prodotti animali come un fattore normale della dieta umana, allora noi falceremo il raccolto distruttivo delle nostre azioni sia che sia un raccolto di distruzione ambientale o di impoverimento della salute umana e dell'anima.

"Nell'inferno c'è un immenso cilindro come quelli usati per spianare le pietre sulle strade in pavé. Questo rullo è lungo 250 miglia e il fusto dal quale è trascinato è della stessa lunghezza. Qualcuno sta vicino al fusto con una lunga frusta nella mano e forza le persone a stare sul terreno come pietra sul sentiero. Da 200 a 250, altre persone sono incatenate al fusto e obbligate a tirare il cilindro sopra le persone che stanno sul terreno. Mentre tirano sono frustate. Loro stanno urlando e le persone schiacciate stanno gemendo e piangendo. C'è sangue dappertutto e questo va avanti da mattina a sera. Coloro che sono stati schiacciati riprendono forma nuovamente e sono fatti ridistendere e schiacciare un'altra volta. Sono allora raccolti in un fuoco che brucia alto come una montagna.

Io ho visto tutto ciò, e ho visto persone differenti là: un uomo che aveva macellato una capra, un uomo che aveva macellato bovini, un uomo che aveva pesato e venduto la carne degli animali. Gli chiesi cosa avevano fatto e loro me lo dissero. Ho visto tutto ciò con i miei occhi" - M.R. Bawa Muhayiaddeen (ra)


quinta parte

I PRODOTTI ANIMALI E LA SALUTE UMANA

"Colui che si ingrassa uccidendo divorando altre vite, ha dimenticato di uccidere gli animali i quali giorno dopo giorno lo stanno uccidendo e mangiando dall'interno" - M. R Bawa Muhaiyaddeen (ra)


"Secondo l'America Diet Ethic Association", l'autorità nazionale sull'alimentazione, le diete vegetariane sono associate con un rischio ridotto di obesità, malattie coronarie, ipertensione, diabete mellito, cancro e problemi di reni" - La posizione dell'ADA sulla dieta vegetariana

I musulmani sono esortati a mangiare cibi buoni, puri ed integrali. Ormai sappiamo che mangiare prodotti animali implica una serie di malattieLe persone che consumano prodotti animali sono 10 volte più suscettibili a problemi di cuore, il 40% in più a problemi di cancro e a un rischio maggiore di molte altre malattie incluso infarto, obesità, appendiciti, osteoporosi, diabete e avvelenamento da cibo. Inoltre la carne contiene una quantità di pesticidi e altri prodotti chimici 14 volte più concentrate che quelle trovate nei cibi vegetali.

I vegetariani hanno percentuali più basse per morte da cancro al colon e al polmone. Probabili fattori sono:

- le diete vegetariane tendono ad essere superiori in fibre
-i cibi vegetali sono ricchi di elementi nutritivi (come la vitamina C, E, carotenoidi) i quali è stato dimostrato che inibiscono il cancro
-le piante contengono fitochimici che sono stati scoperti essere inibitori del cancro e della crescita tumorale. I fitochimici si trovano solo negli elementi vegetali.

Il rischio per le malattie di cuore è collegato a diete alte in grassi saturi trovati principalmente in cibi animali e processati. Le malattie di cuore sono molto meno comuni tra i vegetariani e ancor meno tra i vegan. In aggiunta ai bassi livelli di grassi saturi, i cibi vegetali contengono anti-ossidanti i quali proteggono direttamente l'irrigidimento arterioso. In più, i cibi vegetali non contengono colesterolo.

Molti fattori incidono sulla salute delle ossa incluso esercizio, adeguata assunzione di calcio e vitamina D, alta assunzione di sodio e il fumo. Mangiare troppe proteine da fonti troppo concentrate rende il sangue più acido. Questo causa spesso che il calcio si dissolva dalle ossa aumentando così il rischio di osteoporosi. Le diete vegan tendono ad essere meno concentrate in proteine e di conseguenza risultano più salutari.

Alcuni prodotti vegetali ricchi di calcio come il tofu e il latte di soia rafforzati col calcio sono anche ricchi di isoflavoni. Questi si trovano solo in cibi provenienti dalla soia e aiutano a rendere le ossa più forti. Una porzione di latte di soia fortificato col calcio, che contiene tanto calcio quanto un bicchiere di latte di mucca, è un eccellente sostituto etico del latte di vacca e di capra che è stato designato da Allah per i giovani della specie.

"Con tutto il rispetto, i vegan sembrano avere uguale o miglior salute sia che dei vegetariani che dei non vegetariani" - Colin Campbell, Professore di nutrizione della Cornell University

"Il corpo umano non ha più bisogno del latte di mucca, né del latte di cane, cavallo o giraffa" - Michael Klapper

A differenza di altre specie su questo pianeta, l'umanità mangia la carne avendo i denti frontali piatti come quelli in possesso di cavalli, mucche, conigli e il resto. Nessun carnivoro o onnivoro ha i denti frontali piatti. E nessun onnivoro o carnivoro ha un tratto digestivo minimamente vicino come lunghezza al nostro. Questo è perché gli erbivori impiegano meno tempo a scomporre e processare la materia vegetale tramite il loro apparato. Infatti le conseguenze di questa digestione umana. Infatti le conseguenze di questa lenta digestione umana è una delle più grandi cause di malattia e morte pre-matura degli esseri umani.

A differenza degli animali che Allah ha designato essere onnivori o carnivori, gli esseri umani non possono correre o prendere la preda e nemmeno salivare alla vista dell'animale vivo che consumiamo. Associamo il concetto di cibo solo alla forma processata o cucinata di carne mentre classifichiamo l'animale vivo come animale. Inoltre, noi sudiamo come fanno gli erbivori mentre onnivori e carnivori ansimano. Questi sono chiaramente segnali per coloro che vogliono riflettere.

Persino se l'umanità potesse correre e prendere gli animali che cerca di uccidere e mangiare, noi non avremmo artigli affilati nei denti acuminati coi quali strappare la carne dell'animale. Di nuovo, questo non è il caso degli animali che sono stati designati da Allah per mangiare carne. In verità Allah è il più grande Programmatore, il miglior Creatore il cui disegno è senza macchia. Nella stessa maniera noi non vediamo nessuna specie di Allah bere latte da animali di altre specie designati per nutrire i loro piccoli.

"Quando la saggezza spunta dentro di te, l'Uno che ti ha creato ti darà il latte che non devi bere, latte che non è fatto dal sangue, latte che mai si asciuga e né odora, latte che ti nutrirà. E' il latte della saggezza, il latte dell'amore, il latte dello gnanam. Quando tu bevi il latte che viene dal tuo Creatore, la fame della tua nascita sarà soddisfatta e te crescerai in tre mondi: quello dell'anima, questo e quello prossimo" - M.R. Bawa Muhaiyaddeen


sesta parte

IL CONSUMO DI CARNE NON E' RACCOMANDATO NELL'ISLAM

"Di':- In quello che mi è stato rivelato non trovo altri interdetti a proposito del cibo se non l'animale morto, il sangue effuso e la carne di porco..." - Corano 6:145

Il Corano, l'Injil e la Torah insegnano la Compassione verso chiunque. L'Islam insegna che uno deve capire il significato della prima Kalimah. Uno deve capire che non c'è niente, c'è solo Allah. Solo allora avremo le basi fondamentali per costruire una nazione di Compassione e giustizia. Il Corano è rivelazione per tutti i popoli in tutti i contesti alcuni dei quali avranno bisogno di consumare dei prodotti animali per sostentamento, alcuni altri no.


Il Corano dice solo che le carni sono permesse quando ve ne è un'effettiva necessità. Ma da nessuna parte nell'Islam, ai musulmani è richiesta di mangiare carne come regola. Il consumo di carne non è né incoraggiato, né raccomandato. Né la gentilezza raccomandata dal Profeta (sal), né il posto speciale degli animali descritto nel Corano sono riflessi nei metodi moderni di allevamento. Adottare una dieta vegan libera dalla carne, prodotti di caseificio e uova è la più facile e consistente via per un musulmano per vivere in accordo con i precetti etici, ambientali e salutari dell'Islam.

"Il Corano permette l'uso di carne ma incoraggia anche i cibi salutari (nei quali molti musulmani non includono prodotti animali). Date queste tradizioni, molti musulmani sciiti e mistici islamici come i sufi vedono il vegetarianesimo come l'ideale islamico e scelgono questa dieta" - Karen Armstrong

Il Corano dichiara che l'uomo ha dominio sopra gli animali: "Hu vi ha fatto vice-reggenti sulla Terra" (Corano 35:39). Comunque è chiaro che questo non si tratta di un permesso atto a soggiogare, ma piuttosto implica la responsabilità dell'umanità verso tutte le creature di Allah su cui noi abbiamo un certo controllo.

"Elohim disse:- Facciamo l'uomo secondo la nostra immagine, come nostra somiglianza, affinchè possa dominare sui pesci del mare e sui volatili del cielo, sul bestiame e sulle fiere della terra e su tutti i rettili che strisciano sulla terra-. Elohim creò gli uomini secondo la sua immagine; a immagine di Elohim li creò; maschio e femmina li creò. Quindi Elohim li benedisse e disse loro:- Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, e abbiate dominio sui pesci del mare, sui volatili del cielo, sul bestiame e su ogni essere vivente che striscia sulla terra-. Poi Elohim disse:- Ecco, vi do ogni sorta di graminacee produttrici di semenza che sono sulla superficie di tutta la terra, e anche ogni sorta di alberi in cui vi sono frutti portatori di seme: essi costituiranno il vostro nutrimento" - Torah 1:26:29

L'obbligo dell'umanità come Khilafah o rappresentanti di Allah nel mondo manifesto di Dunya non è incondizionale. Il Corano dichiara inequivocabilmente cosa succede a coloro che fanno un cattivo uso del loro potere e non vivono secondo le loro responsabilità di esseri umani.

"Invero creammo l'uomo nella forma migliore, quindi lo riducemmo all'infimo dell'abiezione" - Corano 95: 4-5

Ci sono persone che prendono il concetto di dominio dell'uomo sugli animali come una libertà concessa per rompere tutte le regole morali stabilite e designate per proteggere i diritti animali. Il Grande Imam 'Ali (ra) disse questo circa coloro che sfruttano la loro autorità sui deboli e i vulnerabili:

"Una bestia selvaggia e feroce è meglio di un governo tiranno e debole".

Di nuovo, il Corano afferma:

"Non siate come quelli che dicono:- Noi ascoltiamo- quando invece non ascoltano affatto. In verità di fronte ad Allah le peggiori bestie sono costoro: sordi e muti che non comprendono" - Corano 8:21-22


settima parte

ISLAM: DA ADAM A DAWUD AL MASIH

Una cosa che bisogna sempre aver chiaro in mente in ogni discussione di prospettiva islamica o di esempio profetico è la Realtà del Corano, il quale non è stato rivelato per rimpiazzare ciò che è stato rivelato agli altri 123.999 Profeti mandati all'umanità. Niente di tutto ciò è stato dichiarato all'interno del Corano.


Piuttosto il Corano è collegato e paragonato al pinnacolo di una piramide costruita sopra una base molto larga. Quando il Corano parla delle storie dei primi Profeti non ricolloca interamente gli eventi perché si aspetta che l'individuo debba avere conoscenza di tali storie o che comunque acquisisca tale conoscenza delle precedenti parti del Libro. Il Corano corregge i passaggi che sono stati corrotti nel tempo e aggiunge porzioni che non sono mai state scritte o che furono perse nell'antichità così che noi possiamo avere una migliore percezione di questi racconti e della Legge Superiore.

"Di':- Crediamo in Allah e in quello che ha fatto scendere su di noi e in quello che ha fatto scendere su Ibrahim, Isma'il, Ishaq, Yaqub e le Tribù, e in ciò che dal parte del Signore è stato dato a Musa, 'Isa e ai Profeti: non facciamo alcuna differenza tra loro e a Lui siamo Sottomessi" - Corano 3:84

"Ha fatto scendere su di te il Libro con la Verità, a conferma di ciò che era prima di esso. E fece scendere la Torah e l'Injil come guida per le genti, e fece scendere il Furqan" - Corano 3:3

"coloro che credono in ciò che è stato fatto scendere su di te e in ciò che è stato fatto scendere prima di te e che credono fermamente nell'altra vita" - Corano 2:4

In questa base del Libro Primordiale c'è la Torah rivelata al profeta Musa (as). All'inizio della Genesi ci è detto che Allah ha piazzato l'Adam Primordiale in involucri di pelle sia maschili che femminili in un Giardino perfetto che era un riflesso del Giardino Celestiale del Paradiso. In questo Giardino ci era dato solo vegetazione per cibo e ci era stato raccomandato di mangiare solo quella per il nutrimento del corpo.

Dopo che il Diluvio Universale ha portato via molta vegetazione e molti animali annegati furono cosparsi sulla faccia della Terra è stato rivelato al Profeta Nuh (as) che era possibile mangiare la carne animale che era rimasta, ma solo in quel contesto. L'uomo fu avvertito nuovamente che gli animali con il sangue all'interno non dovevano essere mangiati poiché il sangue è presenza di vita.

Più tardi, mentre la gente del libro vagabondava nel deserto, al Profeta Musa (as) fu detto che in tale contesto era possibile uccidere e mangiare animali solo per la sopravvivenza. Dopo, quando stabilito come popolo, le tribù continuarono questa tradizione di uccidere gli animali per cibo. Molti profeti insorsero per parlare contro ciò. Tra loro ci fu Isaiah, Daniel, Shadrak, Meshak, Abedneggo, Amos, Sulaiman, Judah Maccabee e gli altri (pace sia su tutti loro).

Presto, dopo il movimento rivoluzionario di Judah Maccabee (as), Yahya (as) e 'Isa al-Masih (as) arrivarono sulla scena parlando dell'abrogazione del consumo di carne. Perfino i libri canonici del Nuovo Testamento in greco sostengono la Verità che Yahya (as) era vegetariano sebbene in italiano sia spesso tradotto che mangiava locuste invece della vera parola che significa che mangiava dolci fatti con baccelli di carruba.

Così come nell'Injil, il Vangelo in Aramaico inalterato, il quale fu trasmesso esotericamente per 2000 anni, ci dice che 'Isa (as) si opponeva assolutamente al consumo di carne quando non era necessario alla sopravvivenza. Arrivò persino al punto di reprimere fisicamente coloro che abusavano e uccidevano gli animali senza bisogno.

Molti testi apocrifi (scritture che non coincidevano con lo status quo nel 325 d.C.) dichiaravano che Maryam (as), la madre di 'Isa (as) era una nazarena vegetariana così come tutti i nazareni. Queste stesse fonti apocrife, ci dicono anche di qualche racconto coranico di 'Isa (as) e parlano dei "Golem" (o uccelli di creta).

Più tardi il profeta Muhammad (sal) venne parlando di compassione per tutta la vita. Lui stesso mangiava molti pochi cibi animali; lo faceva solo come lo faceva Musa (as) perché era un abitante del deserto.

"Yahya mi riferì tramite Malik che Yahya Ibn Said disse:- Ho sentito che il Messaggero di Allah, possa Allah benedirlo e garantirgli la pace, ha fatto una festa di matrimonio in cui non c'era né carne e né pane-" - Muwatta di Malik 28:48

Muhammad (sal)ci disse che c'è una ricompensa per la compassione verso ogni essere vivente. Abd Allah Ibn Mas'ud ha riportato:

"Stavamo viaggiando con il Messaggero di Allah. Sulla strada egli si allontanò da noi per un certo bisogno. In sua assenza, vedremmo un uccello con i suoi piccoli. Prendemmo i due piccoli e li portammo con noi. Ma la loro madre ci seguì lamentandosi e urlando sulle nostre teste. Quando il profeta tornò vide la madre degli uccelli lamentarsi sopra di noi. Realizzò cosa era successo e disse:- Chi tormenta questo uccello col portargli via i piccoli? Ridategli i suoi piccoli".

Muhammad (sal), come Musa (as) attuò i metodi Kosher o Halaal di macellazione in tali condizioni così che l'animale sentisse meno sofferenza possibile. E'chiaro che l'ideale era ridurre la quantità di sofferenza che l'individuo musulmano portava all'essere vivente.

Recentemente M. R. Bawa Muhaiyaddeen (ra), rimanifestò verso la fine della sua lunga vita la realtà dell'abrogare il consumo di carne. Ci sono profezie e profezie nel Nev'im del vecchio Testamento che parlano di un Messia Vegan. Perfino testi pre-diluviani, pre-egiziani del Libro dei Morti, alludono a un Messia Vegan. Questo non è un qualcosa che uno deve truccare. La fluidità e la conformità del Messaggio Divino è una Realtà fondamentale dell'Uno e il Solo vero Din attraverso la storia dell'umanità. Questa comprensione dell'Unità di Fede è una Realtà che Shaitan, nel corso cella storia, ha cercato lungamente di nascondere. Questa è la Verità Finale per Una Salvezza Globale.

''Allah ci ha dato determinate leggi e per questo disse:- Tu desideri questo animale per la sua carne ma devi capire che questa è una vita come te. Tu non hai capito ciò e per questo ti do certe condizioni o leggi dalle quali spero che tu lo capisca" - M.R. Bawa Muhaiyaddeen (ra)


ottava parte

IL VEGANESIMO NEL VECCHIO TESTAMENTO

Secondo la Genesi, il primo libro della Torah, la dieta iniziale dell'uomo era vegan:

"Dio disse:- Ecco, vi do ogni sorta di graminacee produttrici di semenza che sono sulla superficie di tutta la Terra e anche ogni sorta di alberi in cui vi sono frutti portatori di seme: essi costituiranno il vostro nutrimento. Ma a tutte le fiere della Terra, a tutti i volatili del cielo e a tutti gli esseri striscianti sulla Terra nei quali vi è l'alito di vita, io do come nutrimento l'erba verde-. E così avvenne" - Genesi 1:29-30


Questo è il primo comandamento dato nella Torah riguardante le restrizioni alimentari. Ciò che potrebbe sembrare bizzarro è il fatto che non era un comandamento tramandato ai Profeti con lo scopo di una riforma sociale. Questa è semplicemente la registrazione di come i primi esseri umani hanno mangiato.

Inoltre, alcuni hanno dato oscure interpretazioni di questo passaggio per giustificare la loro dieta convenzionale notando che questo passaggio dichiara che anche gli animali non umani si sostentavano con la vegetazione. In verità, per una per una mente contemporanea che non vede nient'altro che una comprensione ellenizzata e letterale della Torah, il riconciliare ogni cosa con le proprie vedute superstiziose si rivelerebbe impossibile poiché sicuramente i leoni non si astenevano dalla carne nello stato dell'Eden. Ma il punto è che nello stato dell'Eden, così come poca sofferenza era inflitta, poca sofferenza dovrebbe essere inflitta.

"Il lupo abiterà insieme all'agnello e la pantera giacerà insieme con il capretto. Il vitello e il leone pascoleranno insieme, un bambino li guiderà. La vacca e l'orso pascoleranno, i loro piccoli giaceranno insieme. Il leone, come il bue, si nutrirà d paglia. Il lattante si divertirà sulla buca dell'aspide, e il bambino porrà la mano nel covo della vipera. Non si commetterà il male, né guasto alcuno su tutto il mio Santo Monte, poiché il paese è pieno della conoscenza di YHVH come le acque ricoprono il mare" - Isaia 11:6-9

Venire a questo verso con una visione occidentalizzata condurrà inevitabilmente al fallimento. Sfortunatamente per i moderni cristiani e i cosiddetti ebrei, la loro religione ha virtualmente bandito gli aderenti dall'accettare ogni scritto diverso da quelli approvati dal Concilio di Nicea del 325 d.C. (nel caso della cristianità) o quelli che sono sostenuti dall'élite rabbinica (nel caso del giudaismo). Contrariamente, non è un segreto tra i figli di Ishaq (as) che c'era una Torah scritta data a Musa (as) sulla Santa Montagna e che ce n'era un'altra, quella della tradizione esoterica, che è stata tramandata solo oralmente.

Per molti anni questi insegnamenti furono solo non scritti. Alcuni dei libri del Vecchio Testamento, seguendo il Pentateuco, contengono tracce testuali addizionali di questa tradizione orale. Comunque, i nazareni furono tra i primi ad affidare in maniera scritta nell'Injil originale, nei Rotoli del Mar morto e in molti dei testi gnostici di Nag Hammadi in Egitto.

Allo tesso tempo, molti dei più esplicativi e accettati libri di quella che ora è chiamata "Cabala" (letteralmente "Il Ricevere", i quali erano alcuni scritti ripresi dalla tradizione orale), furono trascritti da autori in Provenza (Francia) e Cordoba (Spagna). Tutte e due queste regioni erano aree dove gli asili politici nazareni si rivolsero principalmente dopo la Caduta di Gerusalemme nel 70 d.C., l'ultima, divenendo più tardi un centro fluorescente del Sufi-Islam.

In testi coma la Zohar è spiegato che l'Eden è sia il nostro punto d'origine che la nostra destinazione dell'evoluzione. Questo spiega che c'è un Eden superiore e un Eden inferiore. L'Eden superiore è il punto finale, la destinazione, l'ultimo stadio dell'evoluzione verso il quale tutta la vita nel mondo manifesto si sta manifestando. Ciò è letteralmente quella che è chiamata l'Era del Masih o l'Età Messianica.

Con questo in mente in maniera allegorica, lo stato dell'Eden superiore illuminato è la destinazione di tutta la vita quindi, nel contesto della dieta, se l'inconscio o Eden inferiore richiede che l'umanità sussista con alimenti vegetali non conoscendo altra maniera di vivere, contrariamente l'Eden conscio o superiore necessiterà ed implicherà che tutti gli esseri che si evolvono ai cancelli del cosiddetto Eden superiore, scelgano coscientemente di sussistere nutrendosi con cibi vegetali.

Questo non significa che tutte le forme di vita si evolveranno a tale stadio ma piuttosto tutte quelle che lo faranno, per definizione avranno "ogni sorta di graminacee produttrici di semenza che sono sulla superficie della terra e anche ogni sorta di alberi in cui vi sono frutti portatori di seme" come loro cibo.

Comunque, dopo il Diluvio, molti teologi giudei e cristiani credono erroneamente che fu permesso in ogni contesto possibile uccidere e mangiare un animale.

"Ogni essere che si muove e ha vita sarà vostro cibo: tutto questo vi do come già l'erba verde. Soltanto non mangerete la carne che ha in sé il suo sangue perché il sangue è vita" - Genesi 9:3-4

Molti riferiscono tale passo a una vicenda puramente storica come il "Permesso Divino" per sfruttare gli animali non umani per ogni mezzo per cui potrebbero essere usati. Ma la verità è totalmente diversa da questa percezione.

Dopo il Diluvio globale che la Torah ci dice successo millenni fa, è detto che Nuh (as) prese ogni animale non acquatico a bordo di un'arca che costruì con legno di citello. Così, dobbiamo visualizzare bene la situazione: l'acqua è iniziata ad asciugarsi, la famiglia di Nuh (as) e tutti gli animali furono illuminati finalmente dall'essere fuori dalla cupa e scura barca, Nuh (as) si guarda attorno e vede il terreno coperto dei corpi degli animali affogati ed in più anche molti pesci erano morti rimanendo sulla terra asciutta durante il ritiro delle acque.

Avendo chiaro questo in testa, supponiamo ipoteticamente che questo fu il momento in cui la caccia ordinata da Elohim iniziò. Secondo le moderne false interpretazioni della Torah, i soli animali viventi che Nuh (as) poteva uccidere e mangiare erano quelli che Allah gli aveva appena detto di salvare due a due.

Se fosse stato importante per queste specie essere preservate dalla distinzione del Diluvio, ora che tutto era stato detto e fatto, Allah potrebbe aver deciso che era lecito per Nuh (as) danneggiare ogni e qualsiasi specie con l'estinzione che sarebbe avvenuta se lui avesse deciso di uccidere e mangiare tali animali? Se uno di questi animali fosse stato ucciso, allora la riproduzione sarebbe stata impossibile. Perfino i pochi animali extra, "puliti" e halaal che ci hanno detto furono portati a bordo sarebbero stati insufficienti per quella macellazioni perpetua a cui noi siamo condizionati a credere avvenuta dopo che le acque furono ritirate.

Ma ora, torniamo indietro all'immagine che abbiamo lasciato un momento fa. L'acqua si è asciugata, i corpi erano depositati tutt'attorno, le razioni di cibo della famiglia di (Nuh) stavano scarseggiando... E' solo in questo momento che i versi 9:3-4 entrano in ballo.

"Soltanto non mangerete la carne che ha in sé il suo sangue perché il sangue è vita" - Genesi 9:4

E' un fatto archeologico e scritturale che i nostri antenati umani erano totalmente vegetariani (vegan). Più tardi, dopo l'esodo dai Giardini del Congo dell'Africa Centrale, essi sono migrati verso la zona dove vi è la moderna Etiopia. E' in questo momento che i primi arnesi umani si svilupparono; comunque non erano per cacciare ma per scavare. Per migliaia di anni questo fu il modo in cui i nostri antenati vissero come scavatori e raccoglitori. Inoltre, vivere in una regione vicino all'equatore ai tempi dell'ultima supposta Era Glaciale (la quale avvenne nel momento esatto in cui i nostri antenati divennero scavatori) da' definitivamente la percezione che l'interno mondo ha percepito il Diluvio.

Più di ogni altro, il primo libro della Torah è una storia mistica di come le cose si evolsero al tempo dell'esodo (il quale è il punto di riferimento storico dell'originale pubblico della Torah). La cristianità ha condizionato molti nell'ovest a pensare a Musa (as) e ai suoi predecessori islamici nella stessa maniera in cui noi percepiamo quei bigotti ipocriti che hanno dichiarato di continuare oggi il legame spirituale con vestiti, cravatte, 24 ore e il resto.

Rimane ancora il fatto che il popolo della Genesi è esattamente quello che Musa (as) disse che era: delle "Tribù". Lo stile narrativo, allegorico, mistico-interpretativo nel quale il primo libro della Torah è esposto, è esattamente la maniera in cui uno si aspetterebbe di ascoltare una storia genealogica breve tuttavia mistica del mondo. Questo non implica che la storia della Genesi non fosse divinamente ispirata, infatti ciò prova molto che in effetti lo era. Comunque dimostra che: i grandi lavori spirituali sono sempre processati o filtrati attraverso la prospettiva umana e il contesto dell'individuo.


nona parte

LA QUESTIONE STORICA DEI SACRIFICI

"-Voi credete che Moshe comandò che tali creature fossero uccise e offerte in sacrificio e mangiate. E così voi lo fate nel tempio ma sappiate che uno più grande di Moshe è qua dentro e viene per spazzare i sacrifici sanguinosi fatti nel nome della Legge, e le feste fatte su essi, per rimettere il puro dovere dei sacrifici non sanguinosi come all'inizio, come il grano e la frutta della Terra.


Di ciò che offrite a YHVH, dovrete mangiare ma di ciò che non offrite puramente non dovrete mangiare. Sta venendo il momento di quando i vostri sacrifici e le vostre feste di sangue dovranno cessare e voi dovrete adorare YHVH con un'Adorazione Santa e un Obbligo Puro.

Lascia che queste creature vadino libere, che possano riunirsi con YHVH senza portare così nessuna colpa agli uomini-. E il giovane uomo le liberò e Yehoshuah ruppe le loro gabbie e i loro vincoli" - Al-Injil 28:3-5

Quando consideriamo l'argomento del sacrificio, siamo spesso veloci nel mettere i primi musulmani delle prime tribù antiche ebraiche nelle nostre scarpe piuttosto che nell'altra via attorno. E' facile per uno presumere che se il sacrificio era totalmente sbagliato e collegato strettamente con i riti pagani primitivi, allora uno sarebbe stato strettamente disprezzato da tutti i Profeti, in tutti i contesti e ciò sarebbe stato dichiarato senza spazio per un compromesso in tutte le manifestazioni del Libro.

I primi casi che saranno giudicati nel Giorno del Giudizio sino quelli dello spargimento di sangue" - Il Profeta Muhammad (sal)

Comunque, dobbiamo sempre avere in mente il ruolo essenziale del contesto nell'intraprendere gli scritti antichi sia che essi siano di natura religiosa che semplicemente storica. Prima di tutto considerare quante poche persone in quest'era illuminata, dove disponiamo di ogni informazione, abbiano accettato lo stile di vita vegan sebbene il fatto che gli studi scientifici abbiano provato di volta in volta che esso non è solo lo stile più salutare per gli uomini ma anche per l'ambiente. Ora, dobbiamo considerare che quasi tutti i Profeti sono stati disprezzati o rifiutati dalla maggioranza in qualche momento della loro missione se non addirittura in tutta l'interezza di essa. Era solitamente dopo, nella propria retrospettiva, che le masse guardavano indietro e realizzavano che la natura di causa-effetto delle loro azioni erano state previste dai Profeti a cui la maggioranza non prestò attenzione. Infatti era un compito difficile per i Profeti tenere le masse lontane dal ritornare alle culture pagane circondanti. Questo appare essere un grande problema nel nostro contesto moderno.

La legge Mosaica è piena di riferimenti a tempi, occasioni e circostanze sotto le quali era considerato appropriato offrire sacrifici di ogni tipo. Dall'altra parte però ci sono numerosi passaggi nella Bibbia, nell'Injil e nel Corano i quali degradano l'importanza, o completamente rifiutano, il sacrificio animale. E' comunque importante ricordare che la tradizione antica dell'Islam fu la prima a rinunciare al sacrificio umano (come riportato nella storia di Ibrahim (as) e il suo primo figlio).

Messo da parte ciò, alcuni ancora credono che ci sia un permesso legittimo per il consumo di carne in ogni contesto dopo il Diluvio. Queste persone sostengono che Nuh (as) desiderasse mangiare carne. Ma se Nuh (as) aveva scarsità di cibo dopo che le acque si erano ritirate, è ovvio che esso avrebbe desiderato mangiare qualsiasi cosa. Il permesso di mangiare la carne post-Diluvio significò solo che Allah non avrebbe impedito agli umani di mangiare carne e che non avrebbe visto come peccato ciò che era fatto per necessità. Questo però non significa che Allah intendesse mangiare carne come una dieta duratura per l'umanità e ciò non cambia la Realtà che la prima e ultima dieta escludono la carne.

Comunque, passando oltre, come menzionato prima, la ragione primaria per il cambio da una stretta dieta vegetariana d dopo il Diluvio fu che le acque avevano distrutto totalmente la vegetazione terrestre quindi non c'era alternativa in quel momento. Se noi consideriamo che Nuh (as) e i suoi discendenti avevano ancora voglia di carne ma anche che non c'era altro cibo disponibile in quel momento, allora possiamo concludere che una dieta basata sulla carne è solo temporanea. A prova di questo è la continua condanna che Allah, attraverso i Profeti di Hu, del sacrificio animale e del mangiare carne. Molti dei Profeti di Israele sapevano ciò, al loro tempo e nel loro contesto ambientale, sapevano che il permesso temporaneo di mangiare carne era finito.

"Lui (Dio), il quale era dispiaciuto della macellazione degli animali, non volendo che questi fossero uccisi, non ordinò i sacrifici come essi desideravano e nemmeno dall'inizio lui li richiese" - L'apostolo Pietro (as), Omelie Clementine


decima parte

L'ISLAM E IL SACRIFICIO ANIMALE

"Il qurban (il comandamento di dire la terza kalimah quando si macellano gli animali) fu mandato anche per interrompere questa uccisione. E così, la differenza tra haraam e halaal fu inviata a tutti. Tutti i Profeti vennero col fine di cambiare gradatamente il numero degli omicidi, per ridurre gradatamente il numero del ladocinio, per ridurre quello che è haraam, per ridurre le azioni contro i comandamenti di Dio, per ridurre gradatamente i sacrifici e per ridurre gradatamente l'arroganza. Gradatamente, poco a poco, essi furono stati ridotti" - M.R. Bawa Muhaiyaddeen (ra)


E' un fatto autenticamente registrato che il sigillo dei Profeti, il Santo Muhammad (sal), mangiasse pochissima carne sebbene vivesse in una regione fondamentalmente desertica. Quello che dobbiamo chiederci è perché il Profeta Muhammad (sal) mangiasse poca carne. Infatti la carne che mangiò poco prima della morte è quasi l'unica carne che le persone abbiano mai testimoniato che lui abbia mangiato (con poche eccezioni).

La vegetazione è quasi totalmente assente in quella regione dove Muhammad (sal) ha principalmente risieduto. Una dieta libera da cibo animale avrebbe portato alla malnutrizione o addirittura alla morte in tale scenario. Là, l Terra è tutt'altro che fertile, e siccome il terreno fertile non poteva essere importato a quel tempo, la sola scelta reale era quella che un abitante del deserto dovesse mangiare carne. In questa stessa regine, il Profeta Musa (as) parlò di abrogare la carne come ideale nazareno anche se, ovviamente, la mangiava nel deserto quando le Tribù girovagarono per 40 anni.

Al Profeta Muhammad (sal) fu chiesto:

"O Profeta, siamo ricompensati per la gentilezza verso gli animali?".

Muhammad (sal) rispose:

"C'è una ricompensa per la gentilezza verso ogni essere vivente".

La questione del peccato è puramente una funzione di ciò che non funziona. L'anatomia umana non è stata disegnata per mangiare carne. C'è stata data spiritualmente una saggezza superiore per realizzare sia che il consumo di carne non è necessario nel nostro ambiente, sia che esso causa sofferenza agli altri che sono parte della Totalità: l'Unicità di Allah.

Il veganesimo fu lo standard dato da Allah al primo Profeta umano Adam (as), e molti Profeti hanno previsto che nell'Era del Masih sarà lo standard edenico verso cui ci stiamo nuovamente muovendo sebbene in natura super-conscia.

Il contesto è importante per la comprensione del significato dell'Islam e la natura della Rivelazione. Ciò è mostrato in molte circostanze. Per esempio, il Profeta Muhammad (sal) disse che "una casa senza datteri non ha cibo". Considerando questo da una prospettiva contestuale, è perfettamente logico e giusto visto che i datteri sono un cibo estremamente completo e una fonte vitale di nutrimento per gli abitanti del deserto.
Comunque, possiamo credere che attualmente una regione mancante di datteri abbia realmente mancanza di cibo? Ovviamente no.

Così, in relazione al consumo di carne, dobbiamo capire che il profeta Muhammad (sal) fu inviato in un posto in cui migliaia di animali erano uccisi ogni giorno per cibo. Essendo questa una condizione pre-esistente al suo arrivo, Allah rivelò a Muhammad (sal) una "soluzione". Questa soluzione non poteva essere eliminare totalmente il consumo di carne, siccome ciò sarebbe stato impossibile, ed inoltre una dieta vegetariana non sarebbe stata un mezzo sufficiente di sostentamento in una regione infertile come l'Arabia Saudita.

Quindi, ciò che poteva essere migliorato era il numero degli omicidi per giorno (che effettivamente diminuì da un numero di migliaia di cadaveri a meno che 10) ma anche la maniera in cui gli animali venivano uccisi. E' per questo che il Profeta Muhammad (sal) costituì il metodo halaal di macellazione. Il metodo halaal era una forma di sacrificio che coinvolgeva non solo preghiere dichiaranti che Allah è il Solo che ha il potere di prendersi una vita, ma che necessitava che uno guardasse negli occhi dell'animale, guardando le sue lacrime lungo la faccia, guardando lo spirito lasciare il corpo. Questo era un processo designato non solo a rimuovere il desiderio prr la carne così riducendo la macellazione a un atto che veniva fatto esclusivamente per una necessità reale, ma anche per incoraggiare una connessione tra l'uomo e il suo fratello che è stato obbligato ad uccidere.

Questo metodo halaal è simile a quello "kosher" portato dal Profeta Musa (as) millenni fa. Il messaggio di Hu è Eterno e immutevole. Vivi in Sottomissione ad Allah e rispetta tutta la vita come se fosse te stesso.
Infliggi dolore soltanto quando non esiste alternativa.

"Questa terza Kamilah è la stessa Kalimah data ai seguaci del Profeta (sal) da essere usata durante la macellazione degli animali per cibo durante il qurban. E' solo dopo aver recitato questa Kalimah che un animale può essere ucciso per cibo. Questo è detto affinchè le qualità animali, le qualità sataniche dentro l'animale, il sangue di Shaitan dentro di esso, le intenzioni di Shaitan e tutte le altre maligne e bestiali qualità presenti nel sangue e nella bile possano essere eliminate e distrutte. La terza Kalimah fu anche rivelata e spiegata al Profeta Muhammad (sal) allo scopo di distruggere le qualità bestiali dentro il Qalb dell'uomoE' stato dato e recitato per sacrificare il male e le qualità bestiali presenti nei loro Qalb

Quando un uomo uccide un animale per cibo, questa preghiera significa distruggere le qualità bestiali dentro esso che causano la sua voglia di uccidere un animale. Sebbene sia comunemente accettato che questa Kalimah significhi rimuovere le qualità dentro l'animale , se uccidi le qualità animali interne all'uomo, allora esso non vorrà più uccidere alcun animale.
Davanti alla bestia che è dentro l'uomo che uccide un altro animale, questa preghiera è stata mandata affinchè entrambe le bestie possano elevarsi. E' per questo che la terza Kalimah è stata data agli uomini" - M.R. Bawa Muhaiyaddeen (ra)

Con questa comprensione, e da numerose ayat coranici che richiedono la più alta compassione per ogni vita, possiamo veramente vedere che l'ideale edenico è certamený quello di una dieta vegan (tutti i Profeti che potevano esserlo, lo furono). Le eccezioni sono nuovamente basate su circostanze contestuali, e in tali casi, essi cercavano il più alto livello di Compassione.

In quest'era, la comunicazione di massa e lo scambio internazionale hanno indotto a una situazione in cui una dieta vegetale può essere diffusa in maniera maggiore. (anche in regioni antiche dove formalmente non ci potrebbe essere).

Allah ci ha detto di mangiare quello che è "buono" e "lecito" e non soltanto o l'uno o l'altro. Questo è il motivo per cui dobbiamo come prima cosa sapere ciò che è permesso mangiare. E allora dobbiamo decidere contestualmente se sia una giusto mangiare qualcosa e se questo qualcosa è halaal solo per coloro per cui è fondamentale allo scopo della sopravvivenza. Quando è in gioco la reale sofferenza di un altro essere senziente, e anche l'ambiente e le risorse naturali, l'unica scelta giusta è una dieta a base di vegetali. Così, in un clima come il nostro, dove il veganesimo è totalmente plausibile e pragmatico, mangiar carne non può esser considerato veramente halaal.

"Il qurban non è macellare polli, mucche e capre. Ci sono quattrocento trilioni e diecimila bestie nel cuore che devono essere uccise. Devono essere uccise nel Qalb. Dopo che queste sono state uccise, quello che è mangiato può essere allora distinto come halaal (permesso) o haraam (proibito). Tutto ciò che è visto nel mondo è haraam. Mentre quello che è visto in Allah è halaal, ti pregIUdi mangiare quest'ultimo" - M.R. Bawa Muhaiyaddeen (ra)


undicesima parte

MUSA E LA LEGGE

Anche Musa (as) sapeva che una dieta basata sulla carne fosse temporanea e che la Legge di Allah includeva una dieta vegetariana. Comunque, il cuore dell'umanità era divenuto così incallito ed egoista che, a quel tempo, Musa (as) non poteva professare il puro vegetarianesimo alle tribù ebree, poiché essi non l'avrebbero ascoltato e si sarebbero allontanati del tutto da Allah.

Oltre ciò, è importante notare che quando la Torah fu ricevuta, le 12 Tribù furono esiliate nel deserto. In quel contesto la vita vegetale era scarsa se non peggio. Nessuno degli ebrei esiliati avrebbe detto che la sua era una situazione ideale. Allora, Musa (as), in accordo col piano di Allah, permise il sacrificio animale e il mangiare carne. Questo era comunque un compromesso per guidare l'umanità a tornare ad una vita di pura Compassione. Così, ci viene detto che Allah diede a Musa (as) il compito di istituire una serie di regole per l'uccisione e il sacrificio degli animali. L'apostolo Pietro (as) ci dice:

"Mosè, quel fedele e saggio servitore, sentì che il vizio di sacrificare gli idoli si era profondamente inserito nella gente dopo il contatto con gli egiziani e che la radice di questo male non poteva essere estratta da loro. E permise il sacrificio, ma a condizione che fosse fatto solo a Dio, rendendo così possibile l'estirpazione di metà del male, lasciando l'altra metà esser corretta da un altro in un tempo futuro" - Riconoscimento di Clemente

Le ultime parole si riferiscono a 'Isa al-Masih (as)), quando venne per abolire il sacrificio animale. Infatti, a proposito di questo, 'Isa (as) disse:

"Sono venuto per distruggere i sacrifici e se non cesserai il sacrificio, l'ira di YHVH non cesserà su di te" - Al-Injil (Matteo Aramaico)

Solo durante questo periodo di oscurità (dal Diluvio fino a circa il 700 a.C.), Dio permise alla gente di Giudea di mangiare carne. Questo è il motivo per cui troviamo certi passaggi come nel Levitico 11:3-22 e il Deuteronomio 14:4-9 che dicono agli ebrei quali animali potevano mangiare e quali no. Queste leggi dietetiche, insieme alle strette procedure di macellazione, furono date per educare l'umanità ad allontanarsi dalla carne come alimento. (una volta lontani dal deserto e ormai stabilitisi come nazione). Non furono mai intesi per servire come esempio a tutti i tempi e contesti.

Siccome i sacrifici erano l'espressione universale della religione in quel periodo, se Musa (as) avesse tentato di eliminarli, la sua missione di diffondere il Puro Islam, muovendosi verso l'Eden, avrebbe fallito e sarebbe scomparsa, o non sarebbe comunque mai emersa. Il parallelo tra la sua situazione e quella di Muhammad (sal) è identica.

I sacrifici animali furono confinati ad un unico luogo centrale e la pratica allora comune dei sacrifici umani e altre pratiche idolatre dei pagani furono eliminate. I Profeti del Tanukh spesso parlano di sacrifici come abominevoli verso YHVH. Dopo la distruzione del tempio, i rabbini dichiararono che i sacrifici sarebbero stati rimpiazzati da preghiere e buone azioni e che non tutti i sacrifici avrebbero comportato il mangiare un animale. Le "offerte intere" erano pienamente donate, e niente veniva lasciato, mentre le "offerte divise", comprendevano il sacrificio di parti di animali, mentre le altre erano mangiate. L'evidenza della Bibbia dimostra una relazione tra i sacrifici e il consumo di carne. Mentre non tutti i sacrifici comportavano la macellazione per cibo, tutte le macellazioni per cibo (in accordo con le specificazioni halaal apportate per ridurre la sofferenza) implicavano il sacrificio. Nel Levitico 17:3-4 è detto che:

"Chiunque nella casa di Israele uccida nel campo un toro o un agnello o una capra o chiunque li uccida fuori dal campo e non lo porti all'ingresso della tenda del convegno per farne un'offerta a YHVH davanti alla Sua dimora, quell'uomo sarà considerato reo di sangue: ha sparso sangue e sarà eliminato dal suo popolo"

La sostanza di ciò è che ogni macellazione non fatta per legittimo sostentamento, causa spargimento di sangue.


dodicesima parte

LA RABBIA DEI PROFETI

Quando i tempi lo permisero, Allah parlò contro i sacrifici animali e il mangiare carne attraverso i Profeti di Hu.
Sebbene altri vennero prima, questi Profeti iniziarono a predicare attorno al 700 a.C. Non solo Allah mandò Profeti Isaia, Amos, Osea (pace sia su di loro) agli ebrei durante questo periodo ma mandò Profeti anche alle nazioni vicine.


Possiamo notare che non troppo tempo dopo arrivò Pitagora (570-500 a.C.), così come Mahavira (nato nel 599 a.C.) fondatore di quella che è chiamata la religione giainista, e Budda (563-483). Tutti questi Profeti (pace sia su di loro parlarono contro la violenza sugli animali e il mangiarne. Questi erano tutti fra i 124.000 Profeti dell'Islam dell'Islam e noi, come Allah dice nel Corano, non facciamo nessuna differenza tra loro.

Inoltre, si allude nella Torah che l'avvento della macellazione ritualista in sé discende dai giorni delle comprensioni (incomprensioni) spirituali più primitive. E si allude qui che il sacrificio ha le sue radici nel paganesimo.

"Non faranno più i loro sacrifici ai satiri ai quali essi si prostituiscono. Legge eterna sarà questa per loro e le loro generazioni" - Levitico 17:7

E' interessante notare che, allo stesso tempo, questa cose furono scritte in altre regioni come l'India e la Grecia dove c'era un'identificazione crescente tra il consumo di carne e il sacrificio religioso. La carne può essere consumata solo se è parte del sacrificio. Questo porta a una prospettiva interamente nuova sulla discussione del sacrificio animale nella Bibbia. Non è solo una discussione di rito sacrificale ma è anche un discorso sul consumo di carne. Similmente, in molti scritti profetici i sacrifici, e conseguentemente il consumo di carne, sono duramente attaccati.

"Odio, respingo le vostre festività, non odorerò il profumo delle vostre assemblee solenni. Anche se mi offrirete olocausti e oblazioni, non li gradirò. A sacrifici pacifici di grasse vittime non svolgerò il mio sguardo. Via da me il tumulto dei tuoi canti: il suono delle tue cedre non ascolterò" - Amos 21-23

Similmente, tale linguaggio forte può essere trovato in Isaia 1:11-16, Osea 6:6, Michea 6:6-8, i quali dichiarano che i sacrifici sono definitivamente non necessari.

"Perché io voglio l'amore, non i sacrifici; la conoscenza di YHVH, non gli olocausti. Già in Adam hanno violato l'alleanza" - Osea 6:6-7

"Con che mi presenterò davanti a YHVH, mi incurverò davanti all'Altissimo Elohim? Mi presenterò a lui con olocausti, con giovenchi di un anno? Può YHVH gradire migliaia di montoni, miriadi di rivoli d'olio? Dovrò offrire il mio primogenito per il mio delitto, il frutto del mio seno per il mio peccato? Ti è stato annunziato, o uomo, ciò che è bene e ciò che YHVH cerca da te: nient'altro che compiere la giustizia, amare con tenerezza, camminare umilmente con YHVH Elohenu" - Michea 6:6-8

Sicuramente sarà la prima reazione pre-programmata e automatica di ogni mangiatore di carne supporre che tali versi sono soggetti a interpretazione. Stavano i Profeti attaccando la pratica del sacrificio in sé, o stavano semplicemente opponendosi al comportamento del popolo della loro cultura dichiarando che i loro sacrifici erano ipocriti, nulli o vuoti a causa dei loro stili di vita contrari? Per uno che è insistente verso la religione sfruttante per giustificare i propri desideri edonistici, la sua sarà una cosa molto difficile da provare. Comunque la rabbia del notoriamente vegetariano Isaia deve provare ad un minimo parzialmente convincente che era la pratica del sacrificio in sé ad essere attaccata.

"L'odore dei sacrifici è per me un'abominazione"- Isaia 1:13

"Le vostre mani sono piene di sangue. Lavatevi e purificatevi" - 1:15-16

In passaggi come Ezechiele 20:21-26 c'è l'insinuazione che Allah stava avendo secondi pensieri riguardanti alcuni degli "statuti mosaici". Una più realistica interpretazione di ciò evidenzierebbe che non era Allah la cui mente cambiò ma piuttosto la comprensione profetica moderna di tal giorno che stava iniziando a vedere il Volere Divino in una luce più oggettiva e chiara. Così stavano iniziando a vedere che c'era qualcosa di differente delle pratiche storiche della gente.

Comunque, non ci appare nessun verso in così chiarezza e mancanza d'ambiguità di quella della misteriosa aggiunta trovata nei primi manoscritti greci di Daniele tra i versi 3:23 e 3:24. Sotto il governo pagano di Costantino (che ancora adorava il sole), al Concilio di Nicea, fu considerata eretica. Da quel momento è stata più facilmente accessibile nell'apocrifia trovata tra i Vecchi e i Nuovi Testamenti della bibbia cattolica sotto il nome "Canzone dei Tre" o "Canzone dei Tre Santi".

In questa parte Daniele era lontano da Babilonia in un viaggio per il re Nabucodonosor. Durante la sua partenza, i suoi seguaci vegan nazareni (Sadrach, Mesach e Abdenego - pace sia su di loro) furono condannati come esempio per chi si opponeva alle forza babilonesi. Durante la loro esecuzione nella fornace i tre nazareni sono detti aver pregato e alla fine essere salvati dalla Divina Presenza di Allah nella forma del Messia Primordiale Al-Khidr. Così, molto di ciò è stato tagliato dai censori e non rimane nel libro di Daniele. Comunque la sezione che fu levata parlava di ciò che fu detto nelle loro preghiere e meditazioni tra le fiamme dalle quali loro emersero incolumi.

"Non c'è nessun offerta al fuoco, nessun sacrificio, nessuna oblazione, nessun incenso, nessun posto, dove fare offerte e trovare pietà. Ma siccome noi veniamo con cuori contriti e spiriti umili, accettaci. Accetta la nostra prova di lealtà verso di Te poiché nessuna vergogna cadrà su di coloro che Ti rimettono fiducia" - La canzone dei Tre, linee 15-17

Dopo che le preghiere furono udite e loro furono levati dalle fiamme, i tre nazareni si allietarono istruendo la Terra a rigioire e a dare le loro preghiere ad Allah ta'ala. Continuarono con l'istruire anche gli animali non-umani. Con tali contenuti controversi è con poca difficoltà perché capiamo che lo Stato romano si oppose a tali dottrine. Inoltre, guardano tale passaggi, è chiaro sia da fonti eretiche che di maggioranza che questi esiliati non parteciparono al sacrificio ma le loro preghiere furono ascoltate non fallendo dunque a compiere il Volere Divino.

Di nuovo, la Torah fu messa per iscritto da un popolo che girovagava nel deserto. La Torah proclama che noi dobbiamo infliggere sofferenza solo quando è assolutamente necessario. Per individui che vivono nel deserto non era sempre certo poter sussistere su una dieta totalmente vegetale quindi la Torah contiene molte leggi riguardanti le regolazioni kosher di come sacrificare un animale e mangiarlo. Così fa il Corano diretto a coloro che dimorano in regioni desertiche come Musa (as) e Muhammad (sal) per insegnare questi metodi halaal e kosher di macellazione. Queste leggi, erano portate allo scopo di ridurre sofferenza in una situazione dove il veganesimo non era un'opzione.

Comuqnue molti in quest'era non vivono nel deserto, e nemmeno siamo schiavi fuggiaschi che non possono tornare a una terra dove ci si poteva basare su una dieta vegetale. Viviamo in un mondo dove possiamo ridurre facilmente la sofferenza degli animali non-umani e dell'ambiente essendo vegan. Tale stile di vita è esattamente in sintonia con lo spirito della Torah nonostante il fatto che ci sono esempi dove il mangiar carne è perdonato, cioè laddove non c'è abbastanza vita vegetale presente.

Riguardo all'uccidere Muhammad (sal) dichiarò inequivocabilmente: "Non siate eccessivi!". Se dobbiamo prendere questo Hadith seriamente, allora dobbiamo rifiutare ogni cibo che è prodotto di morte e violenza a meno che non sia assolutamente necessario per la sopravvivenza. Quando esso sia necessario per la sopravvivenza allora i Profeti hanno rivelato certi metodi halaal/kosher di macellazione per tenere la sofferenza animale a un minimo assoluto.

"Quando macelli un animale, fallo nel miglior modo possibile. Uno dovrebbe affilare il proprio coltello per ridurre la sofferenza dell'animale" - Il Profeta Muhammad (sal)

Non c'è nessun dubbio che Allah volesse che l'umanità si elevasse da tali pratiche barbariche quando attraverso il Profeta Osea (as) Allah disse:

Amano i sacrifici, li offrano pure! La loro carne, la mangino pure! Ma YHVH non li gradisce" - Osea 8:13

Riferendosi ai sacrifici animali, Allah disse attraverso il Profeta di Hu Isaia (as):

"Che m'importa dell'abbondanza dei vostri sacrifici? Sono pieno degli olocausti degli arieti e del grasso dei vitelli. Il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri non lo gradisco. Quando venite a presentarvi davanti a me, chi richiede da voi che calpestiate i miei atri? Cessate di portare oblazioni inutili" - Isaia 1:11-13


tredicesima parte

UN'ACCURATA DESCRIZIONE DEI NAZARENI

Sebbene al tempo di 'Isa (as) ci fossero molte sette nel Din, queste potevano essere divise in due settori. Prima di tutto c'erano i gruppi sacerdotalmente centrati sul tempio.


Tra questi c'erano i gruppi che credevano nei sacrifici animali come i Sadducei e i Farisei. L'altra parte era invece composta di ebrei, più spirituali, che seguivano gli insegnamenti dei Profeti e che lottavano contro il sacrificio animale. Questi ultimi gruppi pro-Profeti includevano piccole sette sconosciute come gli, ora per la chiesa, infami Esseni.

Da questi gruppi pro-Profeti venne 'Isa (as), Profeta e Messia di Allah, insieme ai suoi seguaci ai quali ci si riferisce come gli "ebioniti" (i poveri) o come "Nazareni". Una volta che questo gruppo fu infine scacciato e ucciso da chi gli si opponeva, fu presto rimpiazzato da un altro gruppo conosciuto come "Cristiani", iniziati da Paolo.

I nazareni composero la chiesa del primo secolo e precedettero le chiese cattoliche romane, le copte e le ortodosse dell'est di quasi 300 anni. Questo fatto è attestato dalla storia trovata negli scritti dai primi padri della chiesa del Nuovo Testamento. La precedenza della chiesa nazarena serve a dimostrare che la dottrina di stretto vegetarianesimo era parte degli insegnamenti originali di 'Isa (as) e dei Profeti che vennero prima di lui.

"E a tutti, egli parlò dicendo: Tenetevi lontano dal sangue e dalle cose strangolate e dai corpi morti degli uccelli e dalle bestie, da tutte le azioni di crudeltà e da tutto ciò che macchiato di sbagliato. Credi che il sangue delle bestie degli uccelli laverà i tuoi peccati? Ti dico di no! E dico la Verità. Sii giusto, sii pietoso verso ogni altro e verso tutte le creature che vivono e camminano umilmente con Elohim" - Yahya (as), Al Injil 7:10

Secondo sia 'Isa (as) che Santo Stefano (as), il Sinedrio durante il tempo di 'Isa (as) era corrotto. Le così chiamate autorità ebraiche, soprattutto il Sinedrio, erano composte principalmente da Sadducei. Questi, insieme ai Farisei erano pro-sacerdoti e anti-Profeti e favorivano il sacrificio animale. 'Isa (as) e Santo Stefano (as) invece erano pro-Profeti e si opponevano al sacrificio animale. 'Isa (as) disse alle autorità farisee del Sinedrio: "Così annullate la parola di Dio per la tradizione che voi stessi vi siete tramandata" - Marco 7:13

E 'Isa (as) aggiunse:

"Il diavolo è il padre da cui voi siete e volete compiere i desideri del vostro padre" - Giovanni 8:44

Anche Santo Stefano (as) parlò alle autorità ebraiche dicendo: "Testardi e incirconcisi di cuore e d'orecchi, voi sempre resistete allo Spirito Santo: come i vostri padri così anche voi. Qual'è quel Profeta che i vostri peccati non hanno perseguitato?" Atti 7:51-52

Oltre ciò, Yahya (as), conosciuto come Giovanni il Battista, è descritto dagli scrittori di Vangeli e documentato da Giuseppe come il "Giusto" o "Tzaddik". Yaqub (as), il fratello di 'Isa (as), è anche detto essere stato consacrato dal grembo di sua madre descritto come astenente dal vino, dalle bevande forti e dai cibi animali. Noi leggiamo specificatamente che Yaqub (as), non indossava lana bensì lino.

Spesso il vegetarianesimo di Yaqub (as) e le abitudini di dieta di molti di questi rivoluzionari carismatici o innovatori, come il famoso e storico Giuseppe disse, furono prese come nient'altro che ascetismo. Quant'è ironico questo in questi giorni in cui i fondamentalisti Wahabi spesso dichiarano cose simili verso i musulmani che sono vegan. Da quello che possiamo vedere attraverso le documentazioni storicamente valide di Yaqub (as) e dei Nazareni questo non è il caso. Ha più a che fare con ciò che ora è chiamato "Giustizia" o "Santità".

Così Giuseppe si riferisce a una figura politica prominente dei suoi tempi alla quale si riferisce con il nome di "Banus". Le sue descrizioni di quest'uomo coincidono completamente con le sue descrizioni del fratello di 'Isa (as) Yaqub (as) nei suoi ultimi lavori. Giuseppe lo descrive come uno che vive in "selvaggezza" (un termine popolare per la comunità essena). Ci è anche detto che egli mangiava solo ciò che cresceva in essa, indicando ovviamente che consumava solo prodotti non animali.

Giuseppe, in riferimento ai rivoluzionari e insorgenti Ananias (da non confondersi con l'Ananias del Nuovo Testamento della storia di "Ananias e Safira" e Ananus dichiara che essi furono arrestati: "Per una piccola e insignificante accusa furono messi in catene e mandati a Roma per il processo del loro caso di fronte a Cesare quando Felix era procuratore della Giudea".

Sfortunatamente qui Giuseppe non ci dice quali furono queste accuse insignificanti per i quali questi uomini furono incarcerati per qualcosa come cinque anni o più. Comunque il suo silenzio è abbastanza esplicito considerando che Giuseppe fomentò la rivolta ebrea nella quale così tanti uomini furono arrestati e giustiziati in connessione ad essa. Nonostante ciò, Giuseppe fa menzione ugualmente che Yaqub (as), Ananias e Ananus erano eccellenti uomini e, in base alla loro "pietà verso Dio", erano vegetariani.

E' sotto questa citazione della "pietà verso Dio" che Giuseppe, nella sua lunga dissertazione degli Esseni in "guerra", descrive come essi si alzarono "davanti al sole" e pregarono mentre questo si innalzava, bagnando i loro corpi nell'acqua fredda. Proprio come è detto dei Nazareni e 'Isa (as), i quali non indossavano nient'altro che lino bianco quando si bagnavano e mangiavano.

Gli uomini incarcerati sono descritti come seguaci del precedentemente menzionato "Banus". Ogni persona, con una media conoscenza dei lavori di Giuseppe e della prima storia nazarena, riconoscerà "Banus" istantaneamente come Yaqub (as) che condusse la setta rivoluzionaria dopo il tentato assassinio del fratello. Similmente, Giuseppe dice che tutti gli uomini incarcerati, non solo Ananius (ra) e Ananus (ra) ma anche tutti coloro che furono arrestati e incarcerati in simili circostanze, erano Esseni o Preti Recabiti della stirpe "giacomina" i quali scelsero di non mangiare nient'altro che noci e datteri durante il tempo della loro incarcerazione. Così rappresentarono il "Giusto". O "Tzaddik", nuovamente associato con Nuh (as), il primo Tzaddik menzionato nel Libro della Genesi. Così vediamo una spedizione come descritta nella Zohar:

"Nuach era un Giusto. Sicuramente dopo il modello paradisiaco è scritto:- Il Giusto è la fondazione del mondo- e la Terra è basata su egli. Questo è il pilastro che regge il mondo. Così Nuach fu dichiarato Giusto in questo mondo e agiva come copia perfetta dell'ideale paradisiaco cioè incorporazione del Patto di Pace del mondo" - Zohar 1:59 su Nuh (as)

La proscrizione della Genesi sul "sangue", una caratteristica integrale del primo accordo base con Musa (as) nella Santa Montagna e il leggendario "Noachid" che lo precedette, costituisce il primo e fondamentale elemento delle proibizioni di Yaqub (as) alle comunità oltremare alle quali Paolo sembra rispondere nella prima lettera ai Corinzi 6:11.

La proscrizione sul sangue ci porta al nazarenitismo di Yaqub (as) e al vegetarianesimo. Questa avrà a che fare con nuovi gruppi incorporanti molti tratti nazareni. I biblici recabiti, conosciuti anche per la loro proscrizione sul vino,il quale è un altro tratto che le fonti della prima Chiesa attribuiscono a Yaqub (as).

In ebreo la parola "Nazir" significa "Consacrato" o "Separato" ed è basata su una radice che significa "Accantonare" o "Tenere alla larga da". Uno dovrebbe rimarcare il ruolo di questa parola rappresentato dalla designazione nazarena applicata ai seguaci di 'Isa (as) e di suo fratello Yaqub (as). In ebreo "Nazirene" ha una radice leggermente diversa che significa "Tenere" o "Colui che tiene". Questo titolo è insinuante del verso delle Genesi dove Caino (l'incorporazione della razza ariana totalmente agriculturista delle montagne caucasiche) cinicamente chiede ad Allah se Egli è il suo "Fratello Reggente".

"Gli uomini bianchi e le donne di amore e giustizia che credono nel tuo Dio ricordino Caino e suo fratello Abele. Oh, quando Dio ci chiamerà per la resa dei conti, cosa dirai? Quale sarà la tua risposta quando ti sarà chiesta la resa dei conti di tuo fratello Abele? Noi neri siamo i figli di Abele. Perché ci uccidi quando c'è così tanto per ognuno? Ti appoggerà il Dio della Giustizia e dell'Amore infinito nella vile uccisione della razza nera d'Africa e lo sfruttamento universale di popolazioni ovunque? Sicuramente no, poiché se tu continuerai a stare nel peccato dell'ingiustizia e della corruzione perfino la Sua vendetta ti visiterà nella terza e quarta generazione. Te, uomo bianco, ci hai insegnato l'Amore di Dio, ci hai detto di vederlo in tutta la sua bontà e perfezione. E' uno scherzo per te? Deve essere reale. Dobbiamo noi, tramite le tue azioni negare la Sua bontà e il Suo amore per tutti noi e negare la ricerca del Dio d'Africa, Allah l'Altissimo, Nobile e Onnipotente?" - Marcus Garvey (ra)

Quindi se noi visualizziamo l'antitesi di Caino (cioè Abele), allora vediamo un popolo che ha un'attitudine più forte verso l' "Essere Reggente". Il fatto che il termine nazareno trascuri di quale faccia dell'esistenza questo cerchi di essere "reggente" conduce a credere che, come le azioni hanno dimostrato, un vero nazareno che si separa dalla debolezza deve lottare per essere il "reggente" o lo "tzaddik" del mondo. Lungo questa stessa linea si dovrebbe notare che Set (as)ereditò il diritto di nascita di Abele (as) rappresentando così una sorta di raffinazione o resurrezione di Abele (as).I Vangeli Gnostici di Nag Hammadi non cessano mai di riferirsi a 'Isa (as) e a Set (as).

Inoltre questo insinua la nozione di "Colui che si prende cura" così spesso attribuita ai versi della Genesi sul dominio da molti ambientalisti moderni spirituali. E non c'è nessuna differenza tra questa terminologia e i concetti attribuiti ad essa e le concettualizzazioni riferite alla nozione di "Tzaddikim" o "Giusti" (i Giusti sono la fondazione della Terra).

Uno dovrebbe notare il ruolo rappresentato dal termine ebraico "Nazir" in quest'ideologia nazarena. La Corona o il "diadema" è indossato da uomini che portano inscritto le parole "Santo YHVH".

Sia il diadema che le altre parole hanno importanti notizie registrate nella tradizione della prima chiesa riguardo a Yaqub (as). In ebreo "Nazir" ha il secondario significato del ricciolo non tosato del nazareno. cioè la "Corona" la quale tradizione dice che è stata indossata anche da Yaqub (as). Il simbolismo inerente in ciò potrebbe avere particolare rilevanza riguardante l'atto di sostituzione della flagellazione di Stefano (as), un nome che porta il significato di "Corona" in greco per l'attacco e la flagellazione su Yaqub (as) fratello di 'Isa (as).

Sfortunatamente, quando Roma distrusse le rimanenze delle prime chiese di Gerusalemme e le loro comunità rivoluzionarie, vennero tagliate anche le basi originali della futura cristianità per una vera comprensione della Torah e del messaggio islamico di 'Isa (as). Nelle scritture maltradotte il termine "nazareno" viene spesso riformulato in traduzioni come di o da Nazareth.

Per gli storici della Chiesa come Eusebio, Epidemio e Geremia, Yaqub (as) fu detto avere una lunga vita "nazarena" e "vegetariana": termini che sono sinonimi uno con l'altro nella Bibbia. C'è comunque una notevole eccezione a tale regola, quando Sansone è descritto bere latte, mangiare carne e bere sostanze inebrianti. Ciò è stato portato per dimostrare l'ipocrisia che stava vivendo prima di essere tradito da Delila. Come Eusebio sostiene riferendo Egesippo riguardo al nazarenitismo di Yaqub 8as): "Non beveva vino, né bevande forti, e né mangiava carne".


quattordicesima parte

LE PERVERSIONI ELLENISTICHE DI AL-MASIH

"Allora Maryam disse all'angelo:- Come può esser ciò dato che non conosco un uomo-. E l'angelo rispose:- il Ruach HaKodesh (Spirito Santo) verrà su Yusuf tuo sposo e la potenza dell'Altissimo verrà su di te. O Maria, poi quel Santo essere che nascerà da te sarà chiamato Mashiach, il figlio di YHVH, e il suo nome sulla Terra sarà chiamato Yehoshuah poiché salverà il popolo dai propri peccati. Chiunque si pentirà, lo seguirà nella Via della Legge.


Inoltre non mangerà carne, né berrà bevande forti poiché il figlio sarà consacrato in YHVH, un nazareno dal grembo di sua madre. Né carne e né bevande forti prenderà e nessuna lama toccherà la sua testa" - Al-Injil 6-7

Molti rimangono nell'impressione che molti animali non umani sono mandati sulla Terra da Allah per usarli come più ci conviene. Per questa gente ciò include inutili test per prodotti casalinghi, per ridere della loro bellezza nei circhi, per mangiarli, per cacciarli, per sport o per cibo quando altre opzioni di nutrizione esistono oggigiorno nella maggior parte delle regioni. Contrariamente all'opinione popolare, tali nozioni sono diametralmente opposte a ciò che Allah ha comandato.

"E mentre Yehoshuah stava andando con qualche suo discepolo incontrò un uomo che allevava cani per cacciare altre creature e disse all'uomo:- Perché fai ciò?-. E l'uomo disse:- Con questo io vivo e quale profitto c'è per ognuna di queste creature? Queste creature sono deboli ma i cani sono forti-. E Yehoshuah disse:-Ti manca la saggezza e l'amore. Ogni creatura che YHVH ha fatto ha un suo fine e scopo. E chi può dire cosa c'è di buono in essa o quale profitto per te stesso o per l'umanità?

E per il tuo vivere guarda i campi che cedono le loro migliorie e gli alberi che portano i frutti e le erbe. Di cosa hai bisogno più che di questi e dell'onesto lavoro che le tue mani ti possono dare? Dolore al forte che usa male la sua forza, dolore ai cacciatori poiché loro saranno cacciati-. E l'uomo si meravigliò e abbandonò l'addestramento dei cani e insegnò a loro a salvare la vita piuttosto che a distruggerla. Imparò le dottrine di Yehoshuah. e divenne suo discepolo" - Al-Injil 14:6-8

Quando facciamo del conforto personale lo scopo della nostra vita piuttosto che il risveglio nella mente di Al-Masih, allora la compassione esce e subentrano avarizia e apatia. Al Masih stesso abrogò questa maniera non scrupolosa di vivere e ci disse di essere nel mondo ma non del mondo. Noi siamo tutti il Popolo di Allah e le Scritture ci dicono che Allah lavorerà tutte le cose nella pienezza del tempo.

E' una tragedia che le organizzazioni secolari sono oggi spesso quelle che conducono nella strada dei movimenti di liberazione animale quando nel 1800 e nei millenni precedenti erano state invece quelle dedicate a servire il Volere Divino. Estendere l'etica dell'amore e della redenzione al resto della Creazione è abbastanza semplice mentre il prossimo passo logico dovrebbe ricondurre al Din dell'Islam.

E se noi ci siamo realmente ricondotti alla Pace e all'Amore di Allah, il Compassionevole, il Misericordioso, allora come non possiamo raggiungere i puri esseri che Hu creò cercando così di infliggere sofferenza solo quando è necessario? Ogni sofferenza inflitta in eccesso oltre al limite che è necessario per la sopravvivenza è chiaramente una trappola del nafs, dell'io inferiore basato sull'ego.


quindicesima parte

COSA FECE GESU'?

"Yusuf e Maryam, i suoi genitori, andavano a Gerusalemme ogni anno alla festa della Pasqua ebraica e osservavano la festa nella maniera dei loro fratelli i quali si astenevano dallo spargimento di sangue e del mangiare carne e bere bevande forti.


E quando egli ebbe vent'anni andò a Gerusalemme con loro, con i costumi della festa" - Al-Injil 6:1

"E un giorno, il bambino Yehoshuah arrivò in un posto dove una trappola era piazzata per gli uccelli e c'erano alcuni ragazzetti attorno. E Yehoshuah disse loro:- Chi ha messo questa trappola per le innocenti creature di YHVH? Essi dovrebbero esser presi nella stessa maniera-. Ed egli vide dodici uccelli come se fossero morti e mosse le sue mani verso loro e disse:- Andate, volate via. E mentre vivete, ricordatemi-. Questi fuggirono via facendo rumore. E le persone, vedendo ciò, rimasero sbalordite. Poi lo dissero ai preti. " - Al Injil 6:7-8

Molti cristiani, da tutte le parti, tendono a descrivere 'Isa (as) con un'immagine contraria alla realtà. Attraverso la storia, è stato descritto come un uomo bianco con una barba tagliata pienamente sviluppata con caratteristiche fortemente europee e non la più debole deformazione fisica se non le stigmate sopra le mani e piedi. Molta evidenza, nella storia recente, ha provato che al contrario il personaggio conosciuto come 'Isa (as) era molto differente dalla descrizione eurocentrica di esso.

Documenti da Roma indicano che il governo romano aveva una taglia per l'arresto di un uomo con tale nome, era descritto come basso, con una pelle marroncina, un naso pronunciato e una barba frastagliata non sviluppata e con un monosopracciglio. Similmente la storia di Zaccheo dichiara solo che Zaccheo non poteva vedere 'Isa (as) perché era troppo basso. Storicamente ci è detto che quello basso in questa storia era Zaccheo quando in realtà non è chiaro a ch si riferisce come troppo basso.

Insieme a queste incomprensioni e malinterpretazioni, scopriamo ora che la credenza storica che 'Isa (as) mangiasse carne non ha precedenza in nessuna parte della Bibbia. Studenti del misticismo esoterico ebraico riconoscono il fatto base che differenti concetti allegorici furono utilizzati attraverso la tradizione orale e scritta per portare significati nascosti e più profondi. Nozioni che 'Isa (as) nutrì le moltitudini col pasto di un ragazzo di pesce e pane sono molto improbabilmente da essere prese alla lettera dai vari cercatori. Prima di tutto, questa credenza tradizionale e letterale sfida le parole di 'Isa (as) stesso poiché quando egli era da solo a meditare e digiunare in "selvaggezza" ci è detto che egli era tentato di trasformare una pietra in pane cosicché potesse mangiarla. Questa era la fine del suo digiuno secondo il passaggio, così noi possiamo solo presumere che ciò non può essere totalmente sbagliato siccome stava digiunando. Ma 'Isa (as) è descritto come essersi sottomesso alle afflizioni della massa affamata che stava ascoltando la sua lettura e "magicamente" moltiplicò pesce e pane dal pasto di un ragazzo. Se prese letteralmente, queste due storie sono in profonda contraddizione.

Prima di tutto, se queste fossero con il loro valore di facciata, ciò non prova ancora niente riguardo quello che 'Isa (as) mangiò dato che nel passaggio non viene detto in nessun modo che egli mangiò. Ma soprattutto vediamo che 'Isa (as) non ruppe il digiuno quindi la storia di "nutrire" le moltitudini non indicherebbe in maniera maggiore che egli mangiò pesce piuttosto che non rompere il digiuno. Similmente questo forzerebbe l'uso di cibo che qualcun altro ha ucciso e che altre persone (che presumibilmente mangerebbero tali cose)stava mangiando. Dunque il passaggio non indica in nessun modo che 'Isa (as) mangiasse carne. Secondo un Frammento Copto (gli Atti di Tommaso), la storia di Yahya (as) e gli scritti del padre della prima Chiesa Ireneo, 'Isa (as) non serviva pesce alle masse bensì solo pane.

Infatti i Vangeli canonici dicono che egli chiamò via i suoi discepoli dalla vita di pescatori dicendo "Seguitemi e vi renderò pescatori di uomini". Il fatto che i suoi discepoli erano pescatori pone più evidenza sul contrario piuttosto che 'Isa (as) mangiasse carne.

"E la carne degli animali uccisi nel suo corpo diventerà la sua stessa tomba. Perché in verità vi dico, colui che uccide, uccide se stesso, e coloro che mangiano la carne degli animali uccisi, mangiano il corpo della morte" - 'Isa (as), Il Vangelo Esseno della Pace

All'ultima cena, quando molte altre famiglie ebree stavano mangiando l'agnello, 'Isa (as) e i suoi discepoli ci viene detto che mangiarono solo matzo e vino. Da notare che nel contesto di questo passaggio il vino era succo annacquato e fermentato che conteneva abbastanza alcool solo per distruggere i batteri dell'acqua.

Infatti è abbstanza ironico che il solo riferimento in tutto il Nuovo Testamento dichiarante che 'Isa (as) mangiò carne ' Luca 24:42. Qui, 'Isa (as) è tradizionalmente creduto essere stato ucciso, poi risorto, e poi descritto come chiedente ai suoi discepoli del cibo. Fu scritto che i suoi discepoli gli diedero del pesce. Al di là del dubbio che 'Isa (as) avesse fame pur non essendo in vita, noi sappiamo che egli non è né morto e né risorto in una figura parafantasma descritta negli Atti, e nemmeno mai fu affamato di pesce. Tutti i musulmani non credono che ci sia una verità qualsiasi nelle storie post-resurrezione letterali dei giorni moderni.

Come opposto all'Ascensione di Idris (as), Ilyas (as) e Musa (as), la supposta ascensione fisica di 'Isa (as) è registrata o è comunque creduta essere avvenuta:
- dopo che era morto
- quando era relativamente giovane
- quando decise che era stata compiuta la sua missione sulla Terra

Se la vera natura di questa "morte" portata e dell'Ascensione sono da essere confrontate allora non c'è nessuna logica nell'accettare questi singoli versi. Non è nello scopo di questa discussione scavare in tutto ciò che il simbolismo esoterico di questi passaggi dei Vangeli canonici significano comunque dovrebbe essere sufficiente dire che è universalmente riconosciuto dagli studiosi biblici che i passaggi greci precedenti dei Vangeli non contenevano alcun riferimento a ciò che è successo dopo la crocifissione di 'Isa (as). Infatti molte Bibbie notano ciò nella loro traduzione del Vangelo di Marco. Inoltre, se noi dobbiamo credere che Allah si preoccupa anche per il più debole animale non umano e per le più deboli risorse in questo mondo allora è positivamente sciocco credere che 'Isa (as), descritto come essere un corpo spirituale, mangiasse qualcosa di cui non aveva assolutamente bisogno. Questo è un altro esempio prominente della contraddizione logica della credenza letteralistica cristiana che 'Isa (as) morì e andò in Paradiso all'età di 33 anni.

Così come il caso dei Testi Scritturali lungo le ere, specialmente quelli riportati in un formato storico, dobbiamo sempre guardare al valore simbolico di ciò che è detto. Con l'emergere della Chiesa cristiana ci fu l'alba dell'età dei Pesci. Similmente, la Chiesa usò ICTHUS a descrizione illustrata di un pesce come simbolo dell'Unità nella loro fede. Inoltre, così come nel Libro della Genesi quando due angeli sono detti essere stati nutriti con cibo fisico, la comprensione esoterica di tali passaggi rivela una lingua differente tuttavia costantemente allegorica nel complesso.

Finalmente, l'idea che convince molti vegan e vegetariani ad adottare un sentiero pienamente tracciato di Comprensione, è per impiegare loro stessi nel cercare e seguire la Verità come è presentata. 'Isa (as) stesso disse: "Io sono la Via, la Verità e la Via". Guardando agli enormi dati di ricerca che indicano che una dieta vegetale è migliore di una contenente prodotti animali, una dieta vegan salutare permetterà probabilmente a noi tutti di vivere meglio, più salutarmente e più pienamente. Tutto ciò indica chiaramente che la via vegan ci porta nella direzione della Verità così come fece 'Isa (as).

"Un giorno, quando stava passando lungo un lato della montagna del deserto incontrò un leone e molti uomini che lo stavano inseguendo con pietre e giavellotti per ucciderlo.

Ma Yehoshuah gli rimproverò dicendo:- Perché cacciate tali creature che sono più nobili di voi? Con la crudeltà di molte generazioni essi sono stati fatti nemici degli uomini i quali dovrebbero essere invece loro amici.

Se la forza di YHVH è mostrata in loro, è mostrata la lunga sofferenza e compassione. Cessate di perseguitare quelle creature che non vogliono danneggiarvi. Non vedete come fuggono da voi e sono terrificate dalla vostra violenza?" - Al-Injil 6:23-25

Se uno vuole seguire il Din di 'Isa (as) nella vita di tutti i giorni allora dovrebbe seguire le idee logiche che sono state mostrate dalla scienza essere corrette ed essere i modi migliori di vita per vivere sia da un punto di vista ecologico che nutrizionale, che etico. In una via reale è fondamentale che le idee riconducano a ricerche scientifiche accurate e non deviate. Anche la scienza può essere uno strumento per guidarci verso la stessa Verità Assoluta che figura spiritualmente come 'Isa (as) rappresenta.

In quanto musulmani, non dobbiamo negare le parole di 'Isa (as) come furono dette in forma inalterata 2000 anni fa. Allora cosa ci dovrebbe far presumere di credere alle sue parole che sono state dette nell'era di Dajjal? Quando 'Isa e Al-Mahdi emergeranno come Testimoni della Realtà perfetta ed immutevole di Allah sarai tra coloro che lotteranno, braccio a braccio con essi o sarai tra la maggioranza di quelli che dichiarano di essere musulmani in quest'era che secondo Muhammad (sal) saranno i più lontani dal vero Spirito dell'Islam?

"Dovunque ci siano sette incatenati assieme nel Santo Nome, io sono là nel mezzo di essi così come se ce ne sono solo due o tre. E se ce ne è solo uno che prega in segreto, io sono con quell'uno.

Alza la pietra e lì mi troverai. Spacca il legno, e lì ci sono io. Poiché nel fuoco e nell'acqua, e perfino in ogni forma vivente, YHVH è manifesto come sua Vita e sua Sostanza." - Al Injil 19:5-6


sedicesima parte

L'INIZIO E LA FINE

La competizione per produrre carne, uova e prodotti caseari economici ha portato inevitabilmente all'agri-businesse a trattare gli animali come mezzi piuttosto che come esseri viventi e senzienti.


Le leggi sulla crudeltà verso gli animali normalmente evidenziano le pratiche standard di agricoltura. Ma queste pratiche standard sono risultate essere tremende sofferenze per le forme di vita di cui tutti i 124.000 Profeti ci hanno detto di essere i protettori.

L'Islam perdona e considera halaal o permissibile il consumo di prodotti animali se questo consumo è fatto a causa di un bisogno genuino per tale cibo e per il sostentamento umano. Quando gli animali soffrono solo per soddisfare il nostro desiderio del gusto della loro carne o per il latte che Allah ha dato a loro come dono per i loro figli, allora noi non stiamo agendo per la Sottomissione al Volere Divino ma solo alla sottomissione all'ego e al nafs.

"Durante il trasporto tutti gli animali perdono come minimo il 3% del loro peso principalmente nella prima ora tramite orinazione e defecazione dovute a stress. Devono stare nei loro escrementi e sono esposti alle condizioni esterne del clima nei camion aperti, a volte gelando addirittura" - USDA

Il Sigillo dei Profeti, il Santo Muhammad (sal), ci ammonì di proteggere, difendere e guardare come sacra la vita di tutti gli esseri senzienti. Muhammad (sal) ci ha detto che Allah ci ricompensa per la gentilezza verso ogni essere vivente, tuttavia molti continuano a promuovere ancora la sofferenza verso le creature di Allah non per la propria sopravvivenza come nei casi dei Profeti con Musa (as) e Muhammad (sal) ma piuttosto a causa dei loro nafs. Essi devono ancora spezzare i condizionamenti culturali delle pratiche e delle società pre-islamiche concernenti il guardare solo l'umanità come una forma valida di vita.

Secondo Steve Cockerham, un ispettore USDA dei macelli del Nebraska, e secondo Lester Friedlander (un veterinario dell'USDA), alcuni macelli americani spellano periodicamente bovini vivi e abusano di animali ancora coscienti per tenere la produzione veloce. I due uomini hanno dichiarato che la legge federale richiedente ai macelli di uccidere animali umanamente è stata sempre più ignorata e il consumo di carne cresce sempre di più. Cockerham ha dichiarato di aver visto i lavoratori dei macelli tagliare i piedi, le orecchie e le mammelle a bovini che erano ancora consci nella linea di produzione dopo che le pistole avevano fallito nel funzionare propriamente. "Stavano ancora muovendo gli occhi e muovendosi. E' una cosa mortificante da vedere" ha detto.

La carne e i prodotti animali veramente halaal sono molto vari rari poiché la maggior parte della carne e del latte che vengono ai negozi con stampato "halaal" non sono in realtà molto differenti dai normali prodotti commerciali. Molto cibo è detto essere halaal non è tenuto in accordo con le leggi islamiche di macellazione o del trattamento pre-macellazione degli animali.

Tutta la carne prodotta esportata dall'India è venduta come halaal. Molti di coloro che hanno cercato di investigare sulla verità di tale affermazione sono rimasti trasaliti nello scoprire che il trasporto, la macellazione delle mucche e dei bufali usati per la carne dell'India del Sud non è halaal ma bensì haraam.

Le delegazioni di investigatori hanno testimoniato tali orrendi abusi animali che non solo erano scioccanti in sé per sé ma anche mette in risalto l'inefficienza delle molte leggi strette anti-crudeltà vigenti in India e gli ammonimenti della Costituzione Indiana di mostrare pietà per gli animali. Per i musulmani tali scoperte dovrebbero disturbare poiché gli insegnamenti islamici di gentilezza verso gli animali e la stretta aderenza ai metodi halaal sono ignorati manifestatamente. Inoltre si può dire che tutti i prodotti considerati halaal, così come ogni prodotto animale di allevamento industriale, debba essere evitato da tutti i musulmani coscienti e desiderosi di seguire lo Spirito del Giusto Esempio di Muhammad (sal).

Eccetto che l'individuo stia testimoniando la pietà verso l'animale e la maniera di uccisione in prima persona, allora non ci può essere nessuna certezza che l'animale sia stato ucciso in accordo con le leggi halaal. A meno che i macellai non fissino negli occhi dell'animale e dicano "La ilaha ill-Allahu" e recitino la Terza Kalimah con la vera conoscenza del suo significato spirituale, allora la carne è haraam.

A meno che l'uccisore guardi le lacrime provenire dalla faccia dell'animale e lo ascolti piangere in agonia mentre muore, allora la carne è haraam. E se queste cose possono essere fatte dal macellaio, se questo veramente capisce il significato di haraam e halaal, se questo sa il significato della Kalimah, allora sceglierà per definizione di non infliggere tale pena e sofferenza a meno che non ve ne sia reale bisogno. Se egli infligge tale sofferenza quando non è necessario, allora è chiaro che egli non comprende la Kalimah e neanche arriva alla comprensione del Qurban. Questa è una realtà molto distante da ciò che è considerato halaal in questa era moderna dove cos' tanti hanno dimenticato il vero Spirito dell'Islam.

Seguire una dieta vegan o una dieta ital a cui Allah ha predestinato l'umanità è il modo per evitare la complicità nelle crudeltà inerenti dell'allevamento animale. Alcuni malinterpretano l'empatia per gli animali considerandola come debolezza. Ironicamente lottare contro la loro crudeltà specialmente quando la maggior parte delle persone segue la folla non gli sembra un atto di forza.

Invece, è un atto di coraggio spirituale e di grande forza respingere ciò che uno compra, indossa o mangia dove sia stata adempiuta crudeltà. Questo è mostrare compassione verso i propri fratelli e sorelle nella Creazione di Allah. Molti si accontentano di guardare la sola lettera della Legge, vedendo permissibile il consumo di prodotti animali mentre ignora il contesto di ciò. Comunque il vero Popolo di Allah è quello di coloro che sinceramente piazzano loro stessi in Sottomissione non ristretta al Volere di Allah. Questi solo coloro che marciano verso l'Era dell'Eden condotta e adempiuta dal Santo Imam Al-Mahdi. Il Popolo di Allah è quello di coloro che guardano oltre all'esteriore e penetrano il velo della dualità e divisione tra "te" e "io", tra l'animale e l'uomo, per vedere e praticare l'ultima realtà che nulla esiste fuorché Allah.

''Non pensare di uccidere e mangiare gli animali del mondo per nutrire il proprio corpo. Sarebbe meglio per te cercare di uccidere gli animali nel tuo corpo, che vivono uccidendoti, mangiandoti e bevendo il tuo sangue" - M.R. Bawa Muhaiyaddeen (ra)

Allah solo è il Padrone. La pancia non è padrona dell'uomo, la lingua non è padrona dell'uomo, i condizionamenti sociali non sono padroni dell'uomo. Se Allah ci dice, attraverso i Profeti di Hu, che noi dobbiamo rispettare le vite degli animali, allora faremo tutto ciò che ci è possibile per assicurare che nessuna sofferenza sia data ad ogni vita innocente. Quando i contesti ambientali necessitano che qualche prodotto animale venga consumato, allora seguiremo i metodi halaal di tale sostentamento e seguiremo la Sunna di Muhammad (sal) di mangiare meno carne possibile. Comunque, quando non è necessario noi non causeremo sofferenza quando questa sofferenza non è necessaria. Le nostre azioni possono essere una forte dichiarazione pubblica contro il trattamento corrente verso gli animali Questo è il vero significato di essere servitori della Creazione e Khilafah di Allah sulla Terra come in Paradiso.

"Il più alto stadio dell'evoluzione dell'umanità senza dubbio è il veganesimo..." - Shahid 'Ali Muttaqi

Orazio Coclite
05-05-02, 00:08
Signore, le mille voci della creazione cantano a Te in cielo, sulla terra, nelle acque. Oggi in particolare Ti preghiamo per i gabbiani, gli storni, i colombi, gli uccelli, che vagolano sui tetti e nelle piazze di questa nostra Roma; per i nostri compagni di vita, cani e felini che dividono con noi la casa e i giardini. Nella contemplazione della Tua incomparabile Armonia divina, aiutaci ad essere francescanamente buoni e accoglienti verso tutti gli animali. Fa' che possiamo guardarli come se uscissero al presente dalle Tue mani. Per intercessione di San Francesco benedici loro e noi perche' possiamo cantare le laudi della Tua splendida Creazione.
Amen

Mons. Mario Canciani, vegetariano dichiarato (preghiera pronunciata durante la messa del 4-10-88 in presenza di varie specie animali).

Orazio Coclite
05-05-02, 00:11
Da: http://www.armonics.net/civilta/veg_ini.html


Vegetarianesimo ed Iniziazione
di Stefano Rex

Fin dall'antichità moltissimi grandi uomini sono stati spinti ad adottare una dieta vegetariana da considerazioni di carattere morale. Essi avevano intrapreso la via iniziatica e molti sono conosciuti nel mondo profano, all'interno delle principali credenze religiose, come profeti. Quasi tutte le religioni, infatti, hanno sempre predicato di astenersi dalla carne, a cominciare da alcuni sacerdoti egizi che, con la dieta vegetariana, mantenevano più facilmente il voto di castità. Essi rifiutavano anche le uova, che definivano "carne liquida".
Per quanto riguarda l'Antico Testamento, esso contiene qualche accenno al consumo della carne, ma in più parti chiarisce tuttavia che la situazione ideale è il vegerarianesimo. Nella Genesi (1.29) Dio dice: "Ecco, io vi do ogni sorta di graminacee produttrici di semenza, che sono sulla superficie di tutta la terra, ed anche ogni sorta di alberi in cui vi sono frutti portatori di seme: essi costituiranno il vostro nutrimento". All'inizio della creazione, come appare nella Bibbia, sembra che neppure gli animali si cibassero di carne; ancora nella Genesi (1.30) Dio dice: "Ma a tutte le fiere della terra, a tutti i volatili del cielo e a tutti gli esseri striscianti sulla terra e nei quali vi è l'alito della vita, io do come nutrimento l'erba verde". Sempre la Genesi (9.4) vieta anche direttamente la carne: "Non mangerete la carne che ha in sé il suo sangue. Certamente del sangue vostro, ossia della vita vostra, io domanderò conto: ne domanderò conto ad ogni animale".
Negli ultimi libri della Bibbia anche i profeti condannano l'uso della carne. Isaia (1.11) afferma: "Ascoltate la parola del Signore: perché a me l'abbondanza dei vostri sacrifici? Sono sazio degli olocausti degli arieti e del grasso dei vitelli. Il sangue dei tori, degli agnelli e dei capri non lo gradisco". Secondo Isaia (66.3) è particolarmente grave uccidere le vacche: " Chi immola un bue, uccide anche un uomo". La Bibbia riporta anche la storia di Daniele che, prigioniero in Babilonia, rifiutò di mangiare la carne offertagli dai carcerieri, preferendo nutrirsi di legumi.
Molti cristiani sono stati tratti in inganno da alcuni passi del Nuovo Testamento dove si dice che Cristo mangiò carne. Ma studi accurati sugli antichi manoscritti greci hanno rivelato che le parole tradotte con "carne" sono trophe e brome che significano solo "cibo" o "atto del mangiare" in senso lato. Ad esempio, nel Vangelo di San Luca (8.55) in alcune traduzioni si legge che Gesù resuscitò una donna dalla morte e "ordinò di darle della carne". La parola greca originale tradotta con "carne" è phago, che significa solo "cibo". Quindi ciò che Cristo disse, in realtà fu "e datele da mangiare". La parola greca "carne" è kreas e non viene mai usata in riferimento a Cristo; quindi neanche nel Nuovo Testamento è mai detto che Cristo mangiò carne. Questo, del resto, coincide con la famosa profezia di Isaia sulla comparsa di Gesù: "Una giovane donna concepirà e partorirà un figlio e gli porrà nome Emmanuele. Egli mangerà panna e miele fino a quando egli saprà rifiutare il male e scegliere il bene". L'apostolo Matteo si cibava di semi, noci e vegetali, senza carne.
Anche nei Dieci Comandamenti è scritto: "Non uccidere". Una legge che l'uomo interpreta a suo modo, pensando: "Io non ucciderò nessun uomo, ma potrò uccidere gli animali".
Le antiche scritture vediche dell'India, che risalgono a tempi precedenti il buddismo, sottolineano la non violenza come principio fondamentale del vegetarianesimo.
Tra i grandi iniziati, Pitagora ebbe a dire: "Amici miei, evitate di corrompere il vostro corpo con cibi impuri; ci sono campi di frumento, mele così abbondanti da piegare i rami degli alberi, uva che riempie le vigne, erbe gustose e verdure da cuocere; ci sono il latte e il miele odoroso di timo; la terra offre una grande quantità di ricchezze, di alimenti puri, che non provocano spargimento di sangue né morte. Solo gli animali soddisfano la loro fame con la carne, e neppure tutti: infatti cavalli, bovini e ovini si nutrono di erba". Diogene scrive che Pitagora era solito mangiare pane e miele al mattino e verdura fresca la sera, e che pagava i pescatori perché gettassero in mare i pesci appena pescati. In un saggio dal titolo "Sul mangiare carne" l'autore latino Plutarco scrisse: "Vi state chiedendo perché Pitagora si astenesse dal mangiare carne? Io, da parte mia, mi domando piuttosto per quale ragione e con quale animo un uomo, per primo abbia potuto avvicinare la sua bocca al sangue coagulato e le sue labbra alla carne di una creatura morta; come abbia potuto mettere sulla propria mensa dei cadaveri di animali e definire cibo e nutrimento quegli esseri che fino a poco tempo prima muggivano o belavano, si muovevano, vivi. Come abbia potuto sopportare la vista di un massacro, la gola squarciata, la pelle scuoiata, gli arti staccati, sopportare il cattivo odore come abbia fatto a non provare ribrezzo a contatto delle piaghe degli altri esseri succhiandone addirittura succhi e siero dalle ferite! L'uomo non si nutre certo di leoni e di lupi, per autodifesa ma, al contrario, uccide creature innocue, mansuete, prive di pungiglioni o zanne. Per un pezzo di carne, l'uomo le priva del sole, della luce, della durata naturale della vita alla quale hanno diritto per il fatto di essere nate". Plutarco lanciò infine questa sfida ai carnivori: "Se sostenete che la natura vi ha destinato questo tipo di nutrimento, ebbene, allora uccidete voi stessi, da soli, quel che volete mangiare, ma fatelo con le sole vostre forze, senza clava, senza mazza o altre armi".

Orazio Coclite
05-05-02, 00:17
Da: http://www.veganitalia.com/article.php?sid=84


Gesù era Vegetariano?
di Franco Libero Manco

Stando a quanto riportato dai Vangeli sinottici Gesù, in sintonia con la visone antropocentrica del V. T. non era vegetariano perché in molte circostanze dimostra indifferenza verso la sorte degli animali, come nel miracolo dei pani e dei pesci; in quello della pesca miracolosa;

nell’episodio in cui, in attesa dei discepoli sulla spiaggia, sta arrostendo dei pesci; nell’episodio riportato da Luca in cui dopo la resurrezione, per convincere gli apostoli increduli, mangia del pesce che era a tavola; nell’episodio in cui scaccia i demoni facendoli entrare in un branco di porci che vanno a scaraventarsi in un precipizio; nell’episodio in cui fa seccare un albero di fico per non aver trovato frutti (in un periodo in cui i frutti non ci potevano essere); e poi ancora quando dice: “Non si vendono forse 2 passeri per 4 soldi? In verità vi dico voi valete molto di più di questi passeri…” Gesù celebrò complessivamente 3 pasque con i suoi discepoli in cui, secondo la tradizione ebraica, era usanza mangiare l’agnello, anche se ciò non è esplicitato.
Ma se Gesù fosse stato indifferente alla sofferenza degli animali e non fosse stato vegetariano, come comandato da Dio in Gen. 1,29 (“Ecco, io vi do ogni erba che produce seme ed ogni albero in cui è frutto saranno il vostro cibo…” avrebbe accettato di vivere nella condizione posteriore al peccato originale, mentre Gesù vuole restaurare l’antico rapporto tra Dio e gli uomini, caratterizzato dal Paradiso terrestre in cui Adamo vegetariano, vive in armonia con tutte le creature, e non le uccide per cibarsene.
Ma stando ai Testi canonici Gesù, soggetto rivoluzionario, si discosta dalla ufficiale religione ebraica ma conserva la tradizione per ciò che riguarda l’alimentazione carnea. Quindi il credente si trova a dover scegliere: vivere in conformità al precetto dato da Dio ad Adamo prima della caduta o accettare di vivere nella condizione del peccato. La Chiesa cattolica ha scelto di vivere questa seconda condizione.
Ma vediamo i punti salienti del Vecchio e Nuovo Testamento che riguardano il vegetarismo, e che vengono in genere citati dai cattolici per giustificare la loro legittimità a mangiare la carne o a sfruttare gli animali come oggetti ad uso e consumo dell’uomo.
In Gen. 1,28 troviamo:“…riempite la terra, soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra.” In questa circostanza il verbo in aramaico usato da Dio per qualificare l’atteggiamento dell’uomo nei confronti degli animali, è ARCHEUO, cioè essere guida e CATAKURIEUO, che significa reggere come un governante, che invece viene di solito tradotto con il verbo “soggiogare” che invece Dio usa solo quando parla della terra, affinché sia lavorata e dia frutti. A conferma di ciò in Gen. 2,15 troviamo: “Il Signore Iddio prese l’uomo e lo pose nel giardino perché lo coltivasse e lo custodisse.” In Gen.2,18 troviamo: “Non è bene che l’uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia SIMILE. Allora il Signore Iddio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e le condusse all’uomo per vedere come le avrebbe chiamate.” In questo contesto viene usata la parola BARA’, cioè creazione diretta sia per l’uomo che per gli animali, e la parola NEFESCH per indicare l’unico spirito infuso sia negli uomini che negli animali. Poi dopo il Diluvio Dio dice a Noè: “…Il timore ed il terrore di voi sia in tutte le bestie selvatiche, in tutto il bestiame e in tutti gli uccelli del cielo. Quanto striscia sul suolo e tutti i pesci del mare sono messi in vostro potere. Quanto si muove ed ha vita vi servirà di cibo. Soltanto non mangerete la carne con la sua vita, cioè il suo sangue.” In questa circostanza il termine “terrore” equivale a sommo rispetto e non ciò che comunemente viene inteso. Inoltre, se “quanto si muove ed ha vita” dovrebbe servirci da cibo dovremmo mangiare anche gli scorpioni, le serpi e le pulci, non solo gli agnelli ed i fagiani, come dirà più tardi lo stesso S. Girolamo. E dopo in Gen. 9,8-10 troviamo: “Quanto a me, ecco io stabilisco la mia alleanza con voi e con tutti gli animali che sono usciti dall’Arca.” Come Dio stabilire un’alleanza con gli animali se autorizza l’uomo a schiavizzarli e a massacrarli?
La religione ebraica, che nasce con Abramo il quale sacrifica a Dio un animale al posto del figlio, è costellata di continui olocausti che, ad un certo punto, Dio non gradisce più e chiede invece misericordia: (“Misericordia io voglio e non sacrificio.)-Osea. Gesù certo aderisce alla legge della compassione non certo a quella cruenta del sacrifico. Infatti sostituisce se stesso alla vittima sacrificale.
Al tempo di Gesù la Palestina pullulava di movimenti e sette religiose. Tra queste gli Esseni, un movimento spirituale di derivazione ebraica tra i più conformi ai dettami della legge dei grandi profeti. Gli Esseni vivevano, pensavano, pregavano ed operavano allo stesso modo di Gesù per per questo è plausibile pensare che Gesù abbia seguito o abbia risentito di questo movimento.
Nella comunità degli Esseni non vi erano né ricchi né poveri, tutto era messo in comune; abolivano ogni distinzione di rango e privilegiavano la virtù sopra ogni cosa. Erano asceti, venivano considerati i”puri”; compivano rituali che simboleggiavano la discesa dello Spirito Santo e rituali con la benedizione del pane e del vino; condannavano la schiavitù; erano esperti di profezia alla quale si preparavano con digiuno prolungato; consumavano il loro pasto frugale in silenzio precedendolo e terminandolo con la preghiera; non mangiavano carne né bevevano liquidi fermentati; erano rigorosi nella fede, cercavano la conoscenza diretta e personale di Dio più che la scrupolosa osservanza dei dogmi. Intendevano attuare la vera fede mosaica in contrapposizione alla religione ufficiale; professavano la carità verso gli indigenti. Significativo era il giuramento che alla fine l’adepto doveva pronunciare: “Giuro di adorare ed onorare Iddio, di serbare giustizia e carità alle sue creature, di non nuocere a nessuno…” Venivano chiamati misericordiosi, poveri in spirito. La loro casa era aperta a tutti.
Disdegnavano il matrimonio ma adottavano i figli altrui. Quando viaggiavano non portavano nulla ma erano armati a motivo dei briganti. Mandavano offerte al tempio ma non compivano sacrifici. Non odiavano nessuno, sia ingiusto o nemico, ma pregavano per essi. Affermavano che la carne resusciterà e sarà immortale come l’anima. Analogie con lo spirito del Vangelo: la santificazione dei pensieri, la povertà, l’abbandono in Dio. Come Pietro avevano un arma per difendersi dai briganti. Non potevano possedere denaro. Il celibato e la mancanza di procreazione li obbligava ad accettare fanciulli orfani. Essere benevoli verso gli animali era una regola di vita. Erano guaritori, esorcisti per imposizione delle mani,. Si chiamavano i poveri in spirito. Molti divennero cristiani col nome di Ebioniti e Nazorei. S. Epifanio dice che gli Esseni erano vegetariani. Egisippo dice che Pietro essendo Nazireo era di conseguenza vegetariano come Giovanni, Giacomo e Stefano. Filone, storico contemporaneo, afferma che prestavano gratuitamente i loro locali per la Pasqua a patto che si rispettassero le loro regole. Da studi archeologici il Cenacolo era nel cuore del quartiere Esseno. Gesù, secondo Matteo, disse al discepolo Giovanni di seguire un uomo con un’otre colma di acqua sulla testa e lì avrebbe chiesto al padrone di concedergli un locale dove celebrare la Pasqua. Di solito erano le donne a portare l’acqua. Quell’uomo doveva essere un esseno, perché celibe doveva provvedere da solo a questo approviggionamento. Filone scrive: “Sono votati interamente al servizio di Dio e non sacrificano animali.” Simone, prima di essere discepolo di Gesù, era discepolo di un certo Dositeo che era Esseno. Luca dice che il Bambino cresceva e viveva nel deserto fino al giorno della sua manifestazione. Il deserto, per gli Esseni, era la regione in cui abitavano. Pare che Giovanni Battista abbia avuto contatti con gli Esseni e che lo stesso Giovanni l’evangelista prima di essere discepolo di Gesù sia stato discepolo di Giovanni Battista . Il Vangelo di Giovanni è completamente imperniato sul tema della lotta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, come gli scritti di Qumran in cui vi sono evidenti influssi di dottrina gnostica.. Gli Esseni avevano uno straordinario culto degli Angeli e ritenevano imminente la fine del mondo.
Per quanto suddetto appare evidente l’analogia tra il pensiero di Gesù con quello degli Esseni e se questi erano vegetariani è ragionevole supporre che anche Gesù lo fosse, anche perché diversamente gli Esseni incarnerebbero un sentimento di rispetto, carità e compassione più vasto di quello di Gesù che limita tale sentimento ai soli membri della specie umana.
La conferma a questa logica e giusta deduzione viene dai Vangeli apocrifi. Nel Vangelo Esseno della Pace Gesù dice: “Chi uccide un animale uccide suo fratello e la carne degli animali uccisi nel suo corpo diventerà la sua stessa tomba. Chi si nutre della carne degli animali uccisi mangia un corpo di morte. Non uccidete e non mangiate la carne delle vostre prede innocenti se non volete diventare schiavi di Satana: questo è il sentiero che conduce alla morte attraverso la sofferenza. Poiché la vita viene solo dalla vita e dalla morte viene solo la morte. Non uccidete dunque né uomini né animali perché i vostri corpi diventano ciò che mangiate e il vostro spirito ciò che pensate. Io vi chiederò conto di ogni animale ucciso come di ogni uomo. Nell’aramaico “Vangelo della vita perfetta” si legge: “Maledetti siano i cacciatori perché saranno a loro volta cacciati.” Nel Vangelo dei 12 Aspostoli sta scritto: “Ecco che quest’uomo ha cura di tutte le creature. Perché egli le ama tanto?” E nelle pergamene del Mar Morto, scoperte nel 1947 in una località dove vissero gli Esseni, l’Angelo dice a Maria: “Tu non mangerai carne né berrai bevande forti perché il bambino sarà consacrato a Dio dal ventre di sua madre.” Negli stessi testi Gesù dice: “Siate rispettosi e compassionevoli non solo verso i vostri simili ma verso tutte le creature poste sotto la vostra tutela.” E troviamo ancora Gesù che rimprovera aspramente i pescatori: “Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la terra e i suoi frutti?” Lasciate le reti e seguitemi, farò di voi pescatori di anime.” E, inoltre, condanna duramente i cacciatori avvisandoli che saranno ripagati con la stessa ferocia.
Un altro aspetto interessante viene dal fatto che nel tempo di Gesù e dopo la sua morte il problema dell’astinenza dalla carne era molto dibattuto. I Padri della Chiesa Latina e Greca affermavano che Gesù, come tutti gli uomini spirituali del tempo, si astenevano dal mangiare carne. S. Girolamo dice: “Dopo che Cristo è venuto non è più consentito mangiare carne. Il permesso dato a Noè di mangiare carne è un’interpolazione ai Testi antichi aggiunta tardivamente in un periodo di basso profilo spirituale. Se gli animali servono per la mensa dell’uomo non solo le lepri ed i fagiani dovrebbero imbandire le nostre tavole ma anche i vermi, le cimici e le serpi.” Porfirio, considerato da S. Agostino il più grande dei filosofi dice: “Gesù ci ha portato il cibo divino, il cibo carneo è nutrimento per i demoni.” S. Giovanni Crisostomo dice: “Noi capi cristiani ci asteniamo dal mangiare carne di animali per sottomettere il corpo…Mangiare carne è innaturale ed impuro.” Lo stesso S. Pietro, nel Celemente Umilis dice: “Il consumo di carne è innaturale e contaminante quanto la pagana adorazione dei demoni: quando l’uomo vi prende parte diviene compagno di tavola dei diavoli.” E S. Clemente Romano afferma che Pietro si nutriva solo di pane, ulive ed erbe; Eusebio che Giacomo e Matteo fossero vegetariani; Clemente d’Alessandria e Tertulliano, tra i più influenti pensatori della prima chiesa cristiana, erano ferventi sostenitori dell’alimentazione incruenta. Lo stesso S. Ambrogio più tardi affermerà: “La carne fa cadere anche le aquile che volano.”
Ma allora perchè la Chiesa cattolica nonostante il pensiero dei grandi Padri della Chiesa d’Oriente e d’Occidente a favore della dieta vegetariana non vive il precetto dell’astinenza della carne? Il distacco da tale precetto viene principalmente a causa di S. Paolo il quale, conforme zelante al rituale ebraico e forte mangiatore di carne, riesce a spostare l’attenzione dagli Apostoli sulla sua persona. Inizia a predicare per proprio conto senza consultarsi con i discepoli istruiti direttamente da Gesù, anzi con questi e con gli stessi parenti di Gesù entra in aperto contrasto. Significativa è la risposta epistolare di S. Paolo nella prima lettera ai Corinzi che gli chiedono come debbono comportarsi in merito all’astinenza della carne: Risposta: “Continuate a mangiare tutto quanto si vende al macello senza informarvi a motivo della vostra coscienza. Se qualcuno dei pagani vi invita, mangiate di ogni cosa che vi viene posta davanti. Colui che mangia di tutto non giudichi colui che non mangia di tutto.Ma se un cibo scandalizza mio fratello io non mangerò più la carne per non scandalizzare mio fratello.” E ancora in Crinzi 9,9: “Che vuoi che Dio si prenda cura dei buoi?”
La posizione di S. Paolo riesce ad avere il sopravvento e gradualmente viene accolta e fatta sua dal cattolicesimo. Più tardi con l’uccisione del vescovo Priscilliano ed i suoi seguaci nel 385 si pone fine agli sforzi di conservare il vegetarismo in seno alla cristianità. S. Agostino e S. Tommaso concordano perfettamente con S. Paolo i quali considerano giusto e lecito nutrirsi di carne perché gli animali creati da Dio per i vantaggi dell’uomo. Però sostengano la necessità di astenersi dalla carne a vantaggio dell’elevazione spirituale, e raccomandano di non essere crudeli nei confronti degli animali perché questo potrebbe inclinare l’uomo alla violenza verso i propri simili.
La dottrina ufficiale della Chiesa cattolica è imperniata in modo preponderante sul pensiero di S. Paolo. Infatti nelle omelie raramente si sente parlare del pensiero degli Apostoli, cioè di coloro che furono ammaestrati direttamente da Gesù, mentre inevitabilmente si parla …”Dalla lettera di S. Paolo apostolo ai…”
Ma vi è un altro determinante aspetto: quello della manomissione dei Testi Sacri di cui parla lo stesso S. Girolamo riferendosi certamente al Concilio di Ankara del 325 quando prelati e politici incaricarono una commissione di esperti e con la scusa dell’ortodossia alterarono i Vangeli in modo da renderli accettabili all’imperatore Costantino che voleva fare del cristianesimo la religione di stato ma che non voleva rinunciare alla tradizione pagana del piacere della carne. Anzi pare che Costantino facesse colare piombo fuso nella gola di chi s i rifiutava di mangiare la carne. Per ben 19 volte il termine “cibo” fu sostituito con il termine “carne”, alterando di conseguenza il significato del messaggio. Per esempio, il tanto conclamato miracolo dei pani e dei pesci pare che in realtà si trattasse di pani e di una sorta di polpette fatte con una pianta marina chiamata appunto “pianta del pesce” e che ancora oggi si coltiva in Palestina. Tra l’altro più facile da conservare in una cesta in quei climi torridi. Così per la dieta di Giovanni Battista che si dice mangiasse miele e locuste. In questo caso è stata fatta confusione tra due identiche parole greche, una che indica appunto locusta e l’altra focaccia. E’ più logico pensare che il Battista mangiasse focacce con il miele piuttosto che locuste con il miele. Da considerare anche che i Testi in ebraico, nel corso della storia sono stati trascritti ben 6.000 volte e quelli in greco 5.000 volte. I trascrittori manuensi sono stati tutti all’altezza del compito o si sono lasciati trascinare da interpretazioni soggettive?
Gregorio VII, che si era creato intorno una schiera di falsari che gli sfornavano ogni sorta di documento a seconda delle esigenze, ritoccò gran parte degli scritti originali e Sisto V intervenne sulla versione latina della Bibbia detta Vulgata scritta da S. Girolamo nel 4° secolo: quando incontrava punti oscuri non si faceva scrupolo di aggiungere o levare parti del discorso nell’intento di renderlo più chiaro.
E se i primi cristiani, gli apostoli e lo stesso Gesù non fossero stati vegetariani da dove viene la regola che ha caratterizzato per molti secoli, e che ancora caratterizza, molti ordini religiosi dalla nascita del cristianesimo in poi’? I Nazorei, i Terapeuti, i Montanisti, gli Gnostici, i Manichei, i Nicolaiti, i Càtari, i Trappisti, i Quacheri, i Mormoni, i Monfortini, i Mennoniti, la Chiesa Avventista del 7° Giorno ecc. Anche la regola dei Benedettini, dei Camaldolesi, dei Certosini, dei Carmelitani, l’Ordine dei Trinitari, dei Domenicani, dei Frati Minori, delle Clarisse avevano o hanno ancora l’obbligo dell’astinenza della carne. Inoltre. Se la regola dell’astinenza della carne messa in atto da molti Santi (S:Basilio di Poiana fa un elenco di tutti i Santi che si astennero dalla carne) non venisse da Gesù o dagli apostoli i Santi che l’hanno messa in atto non avrebbero peccato di presunzione dimostrando maggiore sensibilità ed umanità dello stesso Maestro?
I papi che si sono succeduti sul soglio di S. Pietro non tutti erano santi, anzi molti di loro erano uomini di mondo, parecchi furono assassini, guerrafondai miscredenti, eretici, sadici, sodomiti, molti si comprarono o vendettero la carica a suon di talenti, almeno uno di loro era adoratore di Satana (Giovanni XII), molti furono fornicatori ed adulteri fino all’inverosimile (Alessandro VI Borgia concupiva con tre generazioni di donne contemporaneamente: la figlia Lucrezia, la madre e la nonna di costei). Considerando che sono tre i vizi capitali dell’uomo: potere, sesso e gola e che i primi due sono stati, da Costantino in poi, caratteristiche peculiari della Chiesa cattolica (basti ricordare il periodo, e non solo, della “pornocrazia papale”), sperare nel ripristino, da parte dei papi,della regola dell’astinenza della carne sarebbe pura illusione (Giulio II usava mangiare gamberetti, tonno e del miglior caviale anche nel periodo quaresimale) In ben 4 differenti concili la Chiesa cattolica ha sentito la necessità di rinnovare l’obbligo per il clero di nutrirsi di carne pena la scomunica e la destituzione dall’ordine religioso: il Concilio di Ankara nel 314, il Concilio Gangrense nel 324, il Concilio di Braga nel 577 e nel Concilio di Aquisgrana nell’ 816. Perché il problema dell’alimentazione carnea era così dibattuto ed osteggiato dalla Chiesa al punto da organizzare vere e proprie crociate contro coloro che si rifiutavano di mangiare la carne? Bernardo Gui, frate domenicano e feroce persecutore degli eretici, insegnava a riconoscere un càtaro (vegetariani votati alla nonviolenza): “mettergli in mano un animale ed intimargli di ucciderlo”: se si rifiutava veniva accusato di eresia e condannato a morte.
Ma c’è un ultimo aspetto. Gesù nasce in una stalla, cioè un luogo dove ci sono animali; istituisce l’Eucaristia con il pane e il vino, non con il pane e la carne; insegna a pregare dicendo “dacci il pane quotidiano; il fulcro del messaggio evangelico sta nel discorso della Montagna in cui Gesù dice: “Beati i misericordiosi, i miti, i puri di cuore…” Possono forse essere misericordiosi, miti e puri di cuore coloro che uccidono un agnellino per divorarne le carni?
Quindi è più giusto e logico credere che Gesù fosse vegetariano anche se questo non è confermato dai testi canonici. Ma se Gesù non fosse stato vegetariano, come conciliare il fatto che S. Francesco, Gandhi e tutti coloro che hanno rifiutato e rifiutano di mangiare la carne per un sentimento d’amore e di rispetto verso ogni essere vivente, dimostrino un senso di giustizia, di pietà e compassione più vasto e profondo che non quello dello stesso figlio di Dio?

Orazio Coclite
05-05-02, 00:26
Da: http://www.storiadellereligioni.it/pastorino2.htm


Jainismo e non-violenza

di Claudia Pastorino


E’ con molta gioia che vi parlo del Jainismo.

Purtroppo, in Italia non vi sono né Monaci né Comunità Jainiste.

Mi occupo della divulgazione del Jainismo, essendo in contatto con la Comunità dei laici americani ed avendo dedicato gli ultimi due anni alla traduzione italiana della Raccolta delle Scritture Jainiste, pubblicate nel maggio 2001 per la Collana “Uomini e Religioni” (Arnoldo Mondadori Editore), col titolo "SAMAN SUTTAM, il Canone del Jainismo, la più antica Dottrina della Non-violenza".

L’incontro con il Jainismo è stato, per me, estremamente carico di significato.

Fin da piccola, infatti, ho sentito pulsare nel mio cuore la voce inequivocabile dell’AHIMSA, la Non-violenza attiva nei confronti di ogni Creatura.

Questo mio “sentire” naturale mi fece spesso sperimentare un senso forte di dissonanza, di diversità, talvolta perfino di emarginazione, rispetto ai miei coetanei, così che, in età adulta, mi misi alla ricerca di una condivisione più grande, al di fuori dell’immanenza della mia realtà.

Uno degli àmbiti spirituali dove ho potuto rispecchiare e condividere il mio “sentire” istintivo in modo completo e totalizzante è il Jainismo, la Dottrina della Non-violenza universale.

Il Jainismo non è una vera e propria religione. Al suo interno non vi sono sacerdoti, gerarchie, un organismo centrale, un papa, né si trovano dogmi, sacramenti o intermediari. Il fatto che qui non vi sia la possibilità di delegare le proprie responsabilità e le proprie mancanze ad un confessionale, ad un intermediario, o ad un qualunque rituale religioso, sottende un impegno nella condotta e nella fede estremamente più rigoroso, tutto personale, individuale, in prima linea con sé stessi e con la propria coscienza.

Il Jainismo è una Dottrina Spirituale ateista. Qui non vi è un dio, né più dei; non vi è un creatore, né un primo motore immobile.

La Divinità è nella Vita, anzi E’ la Vita stessa.

Ovunque vi sia un’Espressione Vivente, animale o vegetale, così come anche la terra, l’acqua, il vento, la rugiada, ……… lì si trova Dio, senza bisogno di cercarlo altrove, e chissà dove…

La proposizione dottrinale Jainista è:

“Vivi e lascia vivere. Ama tutti, servi tutti.”

Per questo, il fondamento della Spiritualità Jainista è tutto nella Regola Aurea dell’AHIMSA, cioè nel rispetto attivo nei confronti di ogni singola Energia Vivente, che è divina e sacra, e contiene un’anima individuale eterna, potenzialmente perfetta e santa, che aspira a liberarsi dai vincoli con la materia.

Ne deriva che la condotta del Jaina sia estremamente rigorosa nell’osservanza del vegetarismo, del pacifismo, della tolleranza, della protezione della Creazione e delle Creature, dell’altruismo.

La metafisica Jainista attribuisce grande importanza alla logica sul piano cognitivo; viene data una spiegazione scientifica, codificata nei minimi particolari, dell’origine e del divenire degli universi, in cui si dimostra che l’anima non nasce e non muore, ma migra di corpo in corpo fino alla Liberazione, che può essere ottenuta soltanto disgregando i propri karma (sia i karma auspicali che i karma nefasti), emancipandosi, cioè, in modo autentico, dagli attaccamenti e dalle avversioni.

Oltre all’AHIMSA, altre due regole fondamentali per il Jaina sono: la “Teoria del Non-assolutismo” (“Anekantavada”) e la “Costante Vigilanza”.

La “Teoria del Non-assolutismo” insegna ad allargare il proprio punto di vista, la propria prospettiva di giudizio, e a vedere l’oggetto di ogni affermazione, di ogni pensiero e di ogni credo, contemporaneamente come: vero, non vero, descrivibile ed indescrivibile. L’adozione di questa Teoria apre la mente ed il cuore dell’individuo ad un totale ecumenismo e ad un reale superamento di ogni differenza di religione, di pensiero, di appartenenza.

La prescrizione della “costante vigilanza”, richiede al Jaina di non allentare mai la propria attenzione nei confronti del rispetto per le altre Vite e nei confronti dell’applicazione dell’AHIMSA. E’ detto che un individuo costantemente vigile è sempre non-violento, anche quando, per una circostanza imponderabile, causa involontariamente una violenza; mentre un individuo disattento è sempre violento nel suo cuore, anche quando non causa una violenza.

Il rispetto attivo per gli animali e per la natura è, quindi, il fondamento stesso dell’etica Jainista.

Presso le comunità ed i templi Jainisti, gli animali non devono temere per la propria incolumità; anzi, accanto ai templi si trovano spesso rifugi per animali anziani o feriti e centri veterinari, sovvenzionati dalle comunità dei laici, che si occupano, inoltre, del mantenimento e della protezione dei monaci e degli asceti, dei templi, delle biblioteche e degli ostelli.

Non di rado, i Jaina acquistano animali dai macelli per dare loro salvezza e ricovero.

Un aspetto interessante della devozione Jainista è che questa non è concepibile per l’ottenimento di miglioramenti spirituali o materiali; per i devoti Jaina non è pensabile un’adorazione volta all’ottenimento di un qualsiasi beneficio, grazie o miracoli; la riverenza ai ventiquattro Saggi è fine a sé stessa. I Tirthankara non possono essere toccati dalle umane sollecitazioni; loro compito è essenzialmente quello di Indicatori della giusta Via verso la Liberazione. Ogni progresso personale può avvenire unicamente grazie agli sforzi, alla condotta ed all’impegno del singolo devoto.

Contrariamente a quanto accade presso altre religioni, dove il salire nelle gerarchie ecclesiastiche comporta un sempre maggiore prestigio, maggiore ricchezza di paramenti, e vistosi miglioramenti esteriori, nel Jainismo, con il progredire dell’evoluzione sul piano spirituale, aumentano le rinunce e le restrizioni.

Infatti, i monaci e le monache (“Swetambara” o “Saddhi”) possiedono solo un abito bianco, una ciotola per elemosinare il cibo e l’acqua, un bastone, una scopa per rimuovere gli insetti dal loro cammino e prima di sedersi e coricarsi, ed una pezzuola sulla bocca per non nuocere ai batteri dell’aria.

Gli asceti (“Digambara” = “Vestito di cielo”), che sono generalmente i più anziani, i più eruditi sulle Scritture, i più perfetti sul piano della condotta, della fede e della conoscenza, non possiedono nulla: né abito, né dimora, né lavoro, né famiglia, né amici, né ciotola, ma solo la scopa e la pezzuola sulla bocca; essi elemosinano il cibo e l’acqua nel cavo delle mani.

I monaci e gli asceti, oltre a non cibarsi di alcun animale, non si cibano neppure di tutte quelle creature vegetali che contengono princìpi di vita, e quindi l’anima: bulbi, germogli, radici, frutti ricchi di semi, e neppure miele, prodotto mettendo in pericolo la vita delle api.

Per l’asceta, il digiunare fino a morire (“Sallekhana”) è la massima espressione del rispetto nei confronti delle altre vite.

Il termine “Jaina” significa “Vittorioso” e designa coloro che hanno vinto sugli attaccamenti, sulle avversioni, sull’egoismo, sul materialismo e sulle passioni.

L’origine del Jainismo si perde nella notte dei tempi; sono noti al mondo solo gli ultimi ventiquattro Saggi “Tirthankara” ( = “Costruttori del ponte”) che reiterarono i fondamenti della Dottrina, il più recente dei quali, Mahavira, visse in India nel 600 a.C..

Mahavira era contemporaneo di Siddhartha Gautama; come lui figlio di un raja, decise di ritirarsi per meditare sulla natura dell’anima, raggiungendo il Nirvana, pare, con vent’anni di anticipo sul Buddha.

Sia Buddha che Mahavira si opposero al vedismo a causa della divisione in caste e dei sacrifici animali. A differenza del Buddismo (dove esiste un’Anima universale “Anatman”, “io-Tutto”), nel Jainismo ogni vivente è dotato di un’anima individuale (“Atman”); inoltre, per il Jainismo è indispensabile rinunciare completamente al corpo per compiere il proprio processo di Liberazione, mentre il Buddha, dopo aver seguito per molti anni il modello ascetico, scelse poi la “Via di mezzo”.

Attualmente il Jainismo conta circa dieci milioni di aderenti, fra laici, monaci ed asceti, quasi tutti in India e negli Stati Uniti d’America.

So che l’impatto con la Dottrina del rispetto universale per ogni Vita, è molto forte e può apparire, ad un primo giudizio, come un estremismo o una perdita di contatto con la realtà.

Credo però che, in tempi di indifferenza e di lassismo dell’etica, dello spirito e della morale, questo messaggio possa scuotere le coscienze dal torpore colpevole in cui sembrano ristagnare ed indicare un attivismo nobilitante ed ottimista, in profonda sintonia con la Creazione e con le Creature.

Mi sento istintivamente contraria ai formalismi delle religioni esteriori.

Non sono portata a credere alle dichiarazioni di appartenenza (specie se all’ultima moda, come: “sono buddista”, “io sono sufi”, o “sai la novità? sono diventato taoista”).

Credo che ciascuno possa diventare nel proprio cuore un Jaina, ma non senza quel radicale cambiamento di natura che l’adesione al comandamento dell’AHIMSA comporta!!

Del resto, non è necessario accettare la Dottrina delle Reincarnazione per accostarsi al vegetarismo. E’ sufficiente far visita ad un macello……

Maria Luisa Tornotti, nel suo “La non violenza nella cultura indiana dai Veda a Gandhi” afferma che “il Giainismo rappresenta il massimo tentativo che sia mai stato messo in atto per ridurre o annullare la violenza”.

Con l’avvento dell’industrializzazione dello sfruttamento e della violenza sugli animali, i Jaina si sono spinti ancora oltre compiendo un passo deciso nella direzione di una Non-violenza pratica ancor più rigorosa.

Da circa un anno i Jaina hanno pubblicato, in India e in U.S.A., uno straordinario volume di aggiornamento dottrinale jainista, nel quale viene evidenziata la necessità irrinunciabile di abolire il consumo non solo delle carni degli animali, ma anche di tutti quei prodotti derivanti da grande violenza sugli animali, come il latte, le uova, i formaggi, il burro.



Le già severe restrizioni alimentari prescritte dalla Dottrina Jainista sono state così sottoposte ad una revisione critica nell’ottica di una attualizzazione dell’adesione alla Regola dell’Ahimsa, tutta calata nei nostri giorni.

La grande maggioranza dei gruppi religiosi, a causa del dilagante degrado della morale e della spiritualità, allenta la propria dottrina al fine di meglio adattarla alle modernità, alla società tecnologica e al rapido susseguirsi di cambiamenti sociali, culturali e di costume.

Coraggiosamente, con il rigore che da sempre li contraddistingue, i Jaina, in seguito alla creazione dell’”animale-macchina”, stanno adottando per sé stessi e per la propria condotta quotidiana regole sempre più rigorose.

E’ così che, attualmente, i monaci Jainisti stanno, per esempio, sostituendo il latte (utilizzato in alcuni rituali all’interno dei Templi) con il latte di soja e il latte di riso.

A chi si stupisse di ciò, probabilmente non è ancora capitato di vedere o di leggere che cosa accade alle bovine da latte all’interno degli allevamenti intensivi.

Tali restrizioni valgono anche e soprattutto per la dieta quotidiana sia dei monaci che dei laici.

Se scrutiamo la realtà più nascosta dell’industria del latte e dell’industria delle uova, vediamo quanto questo modello di comportamento – che, a mio parere e per esperienza personale, è solo apparentemente estremo o di difficile attuazione – sia, all’atto pratico, l’unico modo possibile per vivere pienamente e fino in fondo la Regola d’oro dell’Ahimsa, oggi.

Mi risulta che, attualmente, tra tutti gli àmbiti spirituali, il Jainismo sia l’unico a suggerire così decisamente l’alimentazione Vegan (altrimenti detta Vegetaliana) quale massima espressione di una Non-violenza pienamente vissuta.

http://www.claudiapastorino.it/samanhome.gif

Riporto qui di seguito alcuni significativi versetti tratti dal ‘SAMAN SUTTAM’, la Raccolta dei Canoni della Spiritualità Jainista composta di 756 versetti, di cui ho curato la traduzione che è stata pubblicata nel maggio 2001 per la Mondadori:

(147) E’ caratteristica essenziale di ogni uomo saggio che non uccida alcun Essere Vivente! Senza dubbio, un individuo dovrebbe comprendere semplicemente i due principi chiamati Non-violenza ed Eguaglianza verso qualsiasi Essere Vivente.

(148) Tutti gli Esseri Viventi vogliono vivere e non morire; per questo le persone completamente prive di attaccamenti (Nirgranthas) proibiscono l’uccisione degli Esseri Viventi.

(149) In tutti i casi, sia consapevolmente che inconsapevolmente, un individuo non dovrebbe mai uccidere gli altri Esseri Viventi -mobili o immobili- di questo mondo, né permettere ad altri di ucciderli.

(150) Come il dolore non ti è gradevole, ugualmente non lo è per gli altri. Conoscendo questo principio di Eguaglianza, tratta sempre gli altri con Rispetto e Compassione.

(151) Uccidere un Essere Vivente è come uccidere sé stessi; mostrare compassione ad un Essere Vivente è come mostrarla a se stessi. Colui che desidera il proprio bene, dovrebbe evitare di causare qualsiasi tipo di danno ad un altro Essere Vivente!

(152) L’Essere Vivente che vorresti uccidere è uguale a te stesso; l’Essere Vivente che vuoi tenere sottomesso è uguale a te stesso.

(154) Anche la sola intenzione di uccidere causa la schiavitù del karma, sia che tu uccida sia che tu non uccida; dal punto di vista reale, la natura di chi manifesta l’intenzione di uccidere è schiava del karma.

(155) Sia il non astenersi dalla violenza, che l’intenzione di commetterla, è himsa (violenza).
Anche il comportamento non costantemente vigile a causa delle passioni, equivale a himsa.

(156) La persona saggia è quella che lotta sempre per sradicare i suoi karma e che non è attratta da himsa. Uno che si sforza fermamente di rimanere non-violento è, dal punto di vista reale, ‘uno che non causa uccisioni’.

(157) Secondo le Scritture l’individuo è sia violento che non-violento. Quando l’individuo è attento e vigile sulla propria condotta, è non-violento; quando si distrae, è violento.

(158) Non esiste una montagna più alta del Meru; non esiste niente di più esteso del cielo; ugualmente, si sa che non esiste in questo mondo una religione più grande della Religione dell’Ahimsa!

Orazio Coclite
06-05-02, 21:18
Questo articolo purtroppo ce l'ho solamente in inglese, ma dal momento che approfondisce teorie e tematiche di grande interesse, ho pensato di renderlo comunque disponibile a quanti siano in grado di comprendere l'esecrato albionico idioma:



The Biblical Basis of Veganism

Most Christians remain under the impression that non-human animals were put on Earth - by God - for us to use as we see fit. In their minds, this includes testing household products on them, making a mockery of their pristine beauty in circus’, eating and hunting them for sport or food when other viable options of nutrition exist. Contrary to popular opinion, such notions are diametrically opposed to what God has commanded.

It is not surprising that today's Christians rarely show compassion towards animals. In recent years there has been an influx of theology from TV vangelists, and those seeking status and financial gain; who seem to have sold their souls in exchange for a theology other than the one revealed by Jesus. This notion is what some term "prosperity theology." This theology has proven through practice, that it is more concerned with financial gain and worldly success, than it is with the message of Jesus the Messiah.

This prosperity theology is new, for throughout the history of Christianity – and human history itself, though there have been other problems - most people have been taught the evils associated with the desire for money rather than a quest for Truth in Christ. For when we make personal comfort the goal of our life, rather than the mind of Christ, then compassion goes out the window, with greed and apathy taking its place.

Jesus himself abrogated this unscrupulous manner of living. Rather he called us to be in the world but not of the world. We are all the People of God and scripture tells us that God will work all things out in the fullness of time. When we analyze the "prosperity theology" we can see why it is so common for Christians not only to forget our Biblical obligations to animals, but also to end up using them in the most abominable ways.

It is a tragedy that secular organizations are today often the ones leading the way in the Animal Liberation movement, when in the 1800’s and millennia prior, it had been those dedicated to serving the Divine Will. Extending the Christian ethic of love and redemption to the rest of creation, is quite simply the next logical step from conversion. If we have really been converted to the love of God, then how can we not reach out to the very living beings that He created; thus seeking only to inflict suffering when it is absolutely necessary?

I am not seeking to write an autobiographical synopsis of my progression into the vegan lifestyle and the understanding of the "New Ethic." However, it must be put in perspective - for the reader who might not be aware of the background this information was derived from - that these references are the result of years of struggle against those who use perverted, distortions of scripture as excuses for apathy and brutality.

Accordingly, I have chosen to base this study specifically upon the precepts of Judeo-Christian ideology: as the verdict in this tradition on animals has not always been favorable. The aim of this article is not only to demonstrate that Veganism is a definite aspect of the Judeo-Christian tradition, but also that Hebrew sects of the early church - such as the Nazirenes, whose teachings later endured a difficult translation into Roman mindset - were actually quite dogmatic in insisting that true followers of "the Way" adhere to a lifestyle abstinent from animal products.

Veganism In the "Old Testament"

According to Genesis, the first book of the Torah, the initial diet of humanity was a vegan diet:

"I give you all plants that bear seed everywhere on Earth, and every tree bearing fruit which yields seed: they shall be yours for food. All green plants I give for food to the wild animals, to all the birds of heaven, and to all reptiles on Earth, every living creature, it shall be theirs for food." (Genesis 1:29-31)

This is the first commandment given in the Torah, regarding dietary restrictions. What might strike one as somewhat odd, is the fact that this was not a commandment that was being handed down to the prophets of a religious denomination, for the purpose of social reform. This was simply how all of the first human beings are recorded as having eaten, according to the Torah.

Furthermore, one might concoct some obscure interpretation of this passage to justify their conventional diet; noting that this passage states that even the non-human animals subsisted upon vegetation. In Truth, to the contemporary mind that sees nothing but a Hellenized, overly-literal understanding of the Torah, reconciling anything with their superstitious views would prove impossible. For surely lions did not abstain from flesh consumption in the state of Eden.

To come at this verse with a Romanized outlook will invariably doom us to failure. Unfortunately for modern Christians who actually seek out the Truth, our religion has virtually bared adherents from accepting any writings other than those approved by the Council of Nicea in 325 a.d. Conversely, it is no secret among Judaism, that there was a written Torah given to Moses in Mount Sinai and their was also the, esoteric tradition that was only to be passed down orally, and not trusted to the inevitable distortions and mistranslations that tend to occur over time.

For many years these teachings went virtually unwritten. Some of the books of the Old Testament, following the Pentatuch, contain additional textual drafts of this oral tradition. However, the Nazirenes were some of the first people to actually commit such teachings to writing in the Gospel of Aramaic Matthew, the Dead Sea Scrolls, and many of the Gnostic "Christian" texts compiled and buried out of the censors’ reach in Nag Hammadi, Egypt. At the same time, many of the most explanatory and accepted books of Kabbalah, (literally: "The Receiving," which were also some of the writings transcribed from oral tradition), were penned by authors in Province, France and Spain. Both of these regions were areas where prominent Nazirene political exiles fled to after the fall of Jerusalem.

In these Kabbalistic texts, (namely, the Zohar), it is expounded that "Eden" is both our point of origin and also our evolutionary destination. This meaning that there is a "Superior Eden," ("Pardes"), and an "Inferior Eden," ("Gan Eden"). Accordingly, the Superior Eden is the endpoint, the destination, the final stage in all evolution, to which all life in the manifest world is evolving towards. Bearing this in mind - in an allegoric manner -the state of superior, enlightened Eden is the destination of all life. Accordingly if the unconscious, or "Inferior Eden" entails that mankind subsist off of vegetables by not knowing any other manner in which to live, then conversely, the conscious, or "superior" Eden would necessitate and imply that all beings, which evolve to the gates of said superior Eden, consciously choose to subsist upon vegetative life as well. This is not to say that all forms of life will necessarily evolve to that stage, rather that all which do will, by definition, have "all plants that bear seed everywhere on Earth, and every tree bearing fruit which yields seed," as theirs for food.

However, after the flood, many Judaic and Christian theologians believe, erroneously, that it was "permissible" to kill and eat a non-human animal.

"Every creature that lives and moves shall be food for you; I give you them all, as once I gave you all green plants. But now you must not eat the flesh with the life, which is the blood, still in it. For the blood is the life."(Genesis 9:3-4)

Many site the above reference, to a purely historic occurrence, as their "Divine Permission" to exploit non-human animals for whatever means they might happen to contrive. The Truth of this matter is nothing of the sort that such people perceive.

After the global deluge that the Torah records happening millennia ago, it is said that Noah had taken every non-aquatic animal indigenous to his region, aboard an ark that he constructed out of gopher wood. So allow us to visualize this for a moment...The water has begun to dry up, Noah’s family and all of the animals are delighted to finally get off the dark and dingy boat. Noah looks around only to find the ground covered with the corpses of drowned animals. Similarly, many fish had probably remained on the dry land, dying after the deluge had subsided.

With this image being held in mind, let us suppose, hypothetically, that the traditional belief, that this was when "Elohim-ordained" hunting began, is correct. According to modern misinterpretations of the Torah, the only living animals Noah could kill and eat would be those that God had just told him to save "Two by two." Taking this case in point, are we to suppose that although it was important for these species to be preserved from the destruction of the deluge, now that everything was said and done, God decided that it was a alright for Noah to damn any and every species he chose to kill and eat from, to extinction? For, if one of these animals "two by two," were killed then reproduction would have been impossible. Even the few extra "clean" animals that we are told were taken aboard would have hardly made up for the perpetual slaughter that we are conditioned to believe occurred after the waters subsided.

Now, come back to the image that we left just a paragraph before. The water had dried up, corpses were left scattered all about, Noah’s family’s food rations were running low. It is at this time that verse 9:3 and 4 come in to play.

But now you must not eat the flesh with the life, which is the blood, still in it. For the blood is the life."(Genesis 9:3-4)

It is an archeological, and Biblical fact that our earliest human ancestors were complete vegetarians, (or vegans). Later, after their exodus from the Congo "Gardens" of Central Africa they migrated up towards where modern Ethiopia is today. It is at this point that the first human tools were developed. However, these were not tools for hunting, they were tools for scavenging! For thousands of years this is how our ancestors lived; as scavenger-gatherers. Furthermore, living in such an equatorial region around the time of last ice-age, (which occurred at the exact same time that our ancestors began scavenging), would definitely give the perception that the entire world had flooded.

More than anything else, the first book of the Torah is a mystical history of how things came to be as they were at the time of the Exodus, (which is the historical reference point of the Torah’s original audience). Often times we think of Moses or his Enochian predecessors in the same way that we perceive those who carry on their spiritual legacy today, (with suits, ties, briefcases and the like). However, the fact still remains that the people of Genesis were exactly what Moses claimed they were: "Tribes." The allegorical, mystical-interpretative story-telling style in which the first book of the Torah is relayed is exactly the manner in which one would expect to hear a genealogical, brief history of the world told. This does not imply that the history in Genesis was not Divinely inspired, in fact it proves much to the contrary, that it was. However, it does demonstrate that great religious works are always channeled through the human perspective of the individual.

The Purpose of Animal Life

Without a doubt one of the chief responses given by those ignorant of the Judaic sanctions for animal welfare is the statement that "animals were created for us to use." A famous Talmudic passage along these lines tells of one Rabbi Judah who felt much the same way. The story told in Baba Mezia 85a tells of a calf being taken to slaughter when it broke away and hid its head under the Rabbi’s skirt, crying out in terror. The Rabbi then said: "Go, for you were created for this purpose." The heavenly response to the Rabbi’s indifference was: "Since he has no pity, let us bring suffering upon him." After this, the Rabbi suffered from disease for thirteen years. Not coincidentally, 13 is the number symbolizing unity in Hebrew geomatria, (the numeric equivalents of the Hebrew "alef-bet"). However, one day the Rabbi’s maid-servant was sweeping the house and was about to sweep away some baby weasels lying before her. Yet, the plagued Rabbi intervened, instructing the woman to leave them be. He qualified his instruction by quoting from Psalms 145:9: "And his tender care rests upon all his creatures." After this his attitude had changed towards non-human animals and his disease was lifted.

The Question of Sacrifice

"He [God] then who at the first was displeased with the slaughtering of animals, not wishing them to be slain, did not ordain sacrifices as desiring them; nor from the beginning did He require them." (St. Peter the Apostle, 1st Bishop of Rome: Clementine Homilies)

Again, when we consider the topic of sacrifice, we often are quick to put the ancient Hebrew tribes in our shoes rather than the other way around. It is easy for one to presume that if sacrifice was altogether wrong and closely linked with primitive pagan rites, then it would have been boldly rejected by the Hebrew people and declared accordingly, with no room for compromise, in the Torah.

However, we must bear in mind the essential role of context in interpreting ancient writings whether they are religious in nature, or simply historical. First of all, consider just how few people in this "enlightened" day and age - where information is right at our fingertips - have accepted the vegan lifestyle, despite the fact that scientific studies have proven time and time again that it is not only the most healthy lifestyle for them, but also for our environment. Now consider that nearly every prophet in Biblical times was rejected by the majority at some point in their ministry, (if not throughout the entirety thereof). It was usually in retrospect that the masses would look back and realized that the "cause and effect" nature of their actions had been foretold by those they paid no mind to. In fact, it was a difficult task - throughout the books of the Old Testament - for the prophets to simply keep the masses from reverting to the surrounding pagan cultures. This appears to be a problem in our modern context as well.

The early nation of Israel was indeed the cultural-ideology "chosen" to initiate and spread the new paradigm in socio-spiritual thought. However, it is without a doubt that they were at a much lower stage of ethical evolution than we are now, or that even those who followed after them millennia ago, were at. Our capacity for accepting the Truth to such a heightened degree in these latter days is undoubtedly due to the drastic influence of various messengers and prophets throughout the years. However, nonetheless, the reality that we now have access to such knowledge and understanding must be acknowledged.

The Mosaic Law is full of references to the times, occasions and circumstances under which it was considered appropriate to offer sacrifices of all kinds. On the other hand, there are numerous passages - in the Bible and Talmud - which downgrade in importance, or completely reject, animal sacrifice altogether. It is helpful, however, to remember that the Hebrew tradition was likely the first to forego human sacrifice, (as relayed in the story of Abraham and Isaac).

All of this aside, some still believe that there was a legitimate allowance made for flesh consumption after the flood. They hold that Noah desired to eat flesh. However, if Noah was lacking food after the flood waters subsided, then he would obviously desire to eat just about anything. The fact still remains that though God had wiped out all the purely evil people from the face of the Earth, within the heart of Noah there still remained the evil urge; the "Yetzer haRa," a result of the fall, which manifested in a lust for flesh meats. This post-flood allowance only meant that God would not out right stop humans from eating meat, it did not mean that God intended meat eating to be an ongoing diet for humanity.

However, beyond that, as mentioned earlier, the primary reason for the change from a strict vegetarian diet after the flood, was that the waters had destroyed all of the earth's vegetation. Therefore, there was no alternative at the time. If we consider that Noah and his descendants still had a lust for flesh and that there was no other food available at the time, then we can conclude that a meat-based diet was only temporary. Proof for this is the ongoing condemnation, by God, through His Prophets, of animal sacrifice and meat eating. Obviously, the Prophets knew that, by their time, the temporary allowance for flesh eating was over.

Moses and the Law

Moses, long before the time of the Prophets, also knew that the meat diet was temporary and that the intended laws of God included a vegetarian diet. However, mankind's heart had become so callused and selfish - resultant of the fall – that, during his time, Moses could not have introduced pure veganism to the Hebrews, for they would not have listened to him and would have turned from God altogether. Beyond that, it is important to note that when the Torah was received, the Hebrews were exiled in the desert wilderness. Plant life would have been scarce to say the least. Not one of the Hebrew exiles would have claimed that their situation was ideal at all. Therefore, Moses, in accordance with God's plan, allowed animal sacrifice and meat eating. This however, was a compromise to help guide mankind back to a life of compassion. Thus, we are told that God had Moses institute a very strict set of rules for the killing of and sacrificing of animals. St. Peter Tells Us the Following:

"Moses, that faithful and wise steward, perceived that the vice of sacrificing to idols had been deeply ingrained into the people from their association with the Egyptians, and that the root of this evil could not be extracted from them, he allowed them indeed to sacrifice, but permitted it to be done only to God, that by any means he might cut off one half of the deeply ingrained evil, leaving the other half to be corrected by another, and at a future time." (Recognitions of Clement)

This last line refers to Jesus, when he came to abolish animal sacrifice. Jesus was successful, for today Christians see animal sacrifice as inappropriate. Jesus said the following: "I came to destroy the sacrifices, and if ye cease not from sacrificing, the Wrath of God will not cease from you." (Aramaic Matthew)

It was only during this time of darkness, (from the flood, up to about 700 BC), that God "allowed" humans to eat meat. That is why we find certain passages, such as Leviticus 11:3-22 and Deuteronomy 14:4-9 telling the Hebrews which animals they could eat and which ones they could not. These dietary laws, along with the strict slaughtering procedures, were designed to wean mankind from meat altogether, (once they were out of the wilderness and were established as a nation). They were never intended to serve as an example for all times.

Since sacrifices were the universal expression of religion in that period, if Moses had tried to eliminate them, his mission would have failed and Judaism would have disappeared, (or rather, never have emerged). However, animal sacrifices were confined to one central location and the then common practice of human sacrifices and idolatrous practices of the neighboring pagan peoples were eliminated. The prophets often spoke of sacrifices as an abomination to the Lord. After the destruction of the Temple, the rabbis stated that sacrifices should be replaced by prayer and good deeds. Rabbi Abraham Isaac Hakohen Kook was one of the greatest philosophers of the 20th century, and the first chief rabbi of pre-Israel. He not only believed that the future Earthly reign of Messiah, would be one of vegetarianism. He also claimed that when the Temple is rebuilt in that age, that only grain offering will be advocated, according to the teachings of the prophets.

However, what specific relevance does this discussion of animal sacrifice have to do with veganism? Not all sacrifices involved eating animals for food. "Whole-offerings" were entirely given up, with nothing left behind, but the "shared-offerings" involved a sacrifice of parts of the animal, while the rest was eaten.

The evidence in the Bible does demonstrate a relationship between sacrifice and flesh consumption. While not all sacrifices involved slaughtering for food, all slaughtering for food, (in accordance with Talmudic specifications purported to "reduce suffering"), implied sacrifice. In Leviticus 17:3-4 it is stated that:

"Any Israelite who slaughters an ox, a sheep, or a goat, either inside or outside the camp, and does not bring it to the entrance of the Tent of the Presence to present it as an offering to the Lord shall be guilty of bloodshed: that man has shed blood and shall be cut off from the people."

The gist of this is that any slaughtering exclusively for the sake of food was bloodshed. This realization alone would necessitate that all who consider themselves to believe in the "New Covenant" sacrifice of Jesus must cease to consume animal flesh. For if Jesus’ death is the reason why even the most apathetic of Christians view sacrifice as invalid then they must be consistent and realize that there is no other way proscribed for them to "lawfully" consume flesh. Furthermore, remember that Jesus emphasized that he did not intend to "take away" so much as "one letter," (or "Yud" ), of the Law.

The Rage of the Prophets

When the time was right, God spoke out against animal sacrifice and flesh eating through His prophets. Though others came before them, these Prophets began to be raised up around the 700s BC. Not only did God send Prophets, such as Isaiah, Amos and Hosea, to the Hebrews during this time, but God also sent Prophets to the gentile nations as well. We find arriving not too long afterwards, Pythagoras (570-500b.c); as well as Mahavira (born 599b.c), founder of the Jain religion; and Buddha (563-483b.c.), founder of the Buddhist religion. All these Prophets spoke out against the harming of and or eating of Animals.

It is important not to be misguided by those pastors who erroneously claim that all other religions are "of the devil," for this could never be true. When the Bible speaks ill of a religion, it is due to some abominable behavior of its adherents, such as sacrificing children to a mythological god or worshipping idols, etc. Many religions do nothing of the sort. Ultimately it is important to bear in mind the words of the Apostle Paul in Romans 1:20:

"The wrath of God is being revealed from heaven against all the godlessness and wickedness of men who suppress the truth by their wickedness, since what may be known about God is plain to them, because God has made it plain to them. For since the creation of the world God's invisible qualities-external power and divine nature-have been clearly seen, being understood from what has been made, so that men are without excuse."

This implies that the "higher moral law" that religions and faiths seek to discover and follow, is actually universal truths and laws that can be observed through the empirical senses. Thus, "enlightenment" is a product of deduction and scientific reasoning (SEEKING), with God subsequently allowing us to come to a holistic conclusion about the Divine Will pertaining to matters of life and socio-spiritual awareness (FINDING). While the Hebrew nation was the first to spread the universalistic revelation that there is only One God, it is clear that others have now begun to follow suit; just as God promised Abraham that through him all nations would be blessed.

Contrary to what we might otherwise expect, St. Clement of Rome, a friend of the Apostle Peter, tells us in the Clementine writings that the Hindu Brahmans worship the same God that the Christians do.

"There are likewise amongst the Bactrians, in the Indian countries, immense multitudes of Brahmans, who also, themselves, from the traditions of their ancestors, and peaceful customs and laws, neither commit murder nor adultery, nor worship idols, nor are ever drunk, never do anything maliciously, but always fear God." (Anti-Nicene Fathers Vol. 8 page 187) It is furthermore alluded to in the Torah, that the advent of ritualistic slaughter itself was descended from the days of more primitive spiritual understanding, (or misunderstanding). Likewise, it is herein alluded that sacrifice has its roots in paganism.

"They shall no longer sacrifice their slaughtered beasts to the demons whom they wantonly follow. This shall be a rule binding on them and their descendants for all time." (Leviticus 17:7).

It is interesting to note that at the same time that these things were being written, in other regions of the world, such as India and Greece, there was an increasing identification between meat consumption and religious sacrifice; flesh could only be consumed if part of sacrifice. This brings an entirely new perspective to the discussion of animal sacrifice in the Bible. It is not only a discussion of the sacrificial rite; it is also a discussion of flesh consumption as well. Similarly, in many of the prophetic books, sacrifices and subsequently, flesh consumption, are strongly attacked:

I hate, I spurn your pilgrim feasts; I will not delight in your sacred ceremonies. When you present your sacrifices and offerings I will not accept them, nor look on the buffaloes of your shared offerings. Spare me the sound of your songs; I cannot endure the music of your lutes." (Amos 5:21-23)

Similarly, such strong language can be found in Isaiah 1:11-16. Verses such as Hosea 6:6, Micah 6:6-8 and Makkoth 10a of the Babylonian Talmud, state that sacrifices are definitely unnecessary. Of course it will be the first pre-programmed, knee-jerk reaction of any devout flesh eater to suppose that such verses are subject to interpretation. Were the prophets attacking the practice of sacrifice itself, or were they simply opposing the behavior of the people of Israel; stating that their sacrifices were hypocritical or null and void due to their contrary lifestyles? To one who is insistent upon exploiting religion to condone their hedonistic desires, this will be a difficult case to prove. However, the rage of the notorious vegetarian Isaiah, must prove at least partially convincing that it was the practice of animal sacrifice itself that was being assaulted:

"The reek of sacrifice is abhorrent to me" (Isaiah 1:13), "There is blood on your hands; wash yourselves and be clean." (1:15-16).

In passages such as Ezekiel 20:21-26 there is insinuation that God was having second thoughts concerning some of the Mosaic statutes. A more realistic interpretation of this would point out that it was not God whose mind changed, but rather the modern prophets of that day, like Ezekiel, who were beginning to view the Divine Will in a more objective light. Thus, they were beginning to see that it was somewhat different than the historic practices of the people.

However, no verse appears to us in as much clarity and unambiguity than the mysterious addition found in early Greek manuscripts of Daniel, between chapters 3:23 and 3:24. When it was ruled by the pagan, sun-worshipping Emperor Constantine and his "Council of Nicea," to be "heretical," it was removed. Since then it has been most readily accessible in the Apocrypha, found in between the Old and the New Testaments in the Catholic Bible under the title of "The Song of the Three," or "The Song of the Holy Three."

In this section, Daniel was away from Babylon, embarked on a journey for King Nebuchadnezzar. During his departure, his fellow vegan Nazirites; "Shadrach, Meshach and Abedneggo," were to be made an example of by the Babylonian forces that opposed their righteous ways. To make a long story short, they wound up being sentenced to death in the huge furnaces that were used to bake bricks for the Babylonian empire. During their purported execution in the furnace, the three Nazirites were said to have prayed, finally being saved by the Divine presence of God in the form of the primordial Messiah. So far, this much passed the censor’s knife and remains in the book of Daniel today. However the section that was removed details just what was said in their prayers and meditations amidst the flames from which they emerged unscathed.

"There is no burnt-offering, no sacrifice, no oblation, no incense, no place to make offering before thee and find mercy. But because we come with contrite heart and humbled spirit, accept us...Accept our pledge of loyalty to thee, for no shame shall come to those who put their trust in thee. (Song of the Three, Lines 15-17)

After their prayers were heard and they were delivered from the flames, the three Nazirites rejoiced, instructing the Earth, (as an entity), to rejoice and give praises to the Most High. They continue on instructing the same to non-human animals. With such controversial contents it is with little difficulty that we can understand why the Roman State opposed such doctrines. Furthermore, regardless of one’s take on this passage, it is clear from both "heretical" and mainstream sources that these Babylonian exiles did not partake in sacrifice, yet nonetheless their prayers were heard and they did not fail to enact the Divine Will.

Again, the Torah was penned by a people wandering in the desert. The Torah proclaims that we must only incur suffering when absolutely necessary. For individuals living in the desert it was not always certain that they could subsist upon a vegetable based diet. Accordingly the Torah contains many laws pertaining to Kosher regulations of how to sacrifice an animal and then eat it. These laws were purported to reduce suffering in a situation where veganism was not an option. However, we do not live in a desert, nor are we fugitive slaves who can not turn back to another land. We live in a world where we can easily reduce the suffering of non-human animals and the environment by eating a vegan diet. Such a lifestyle is exactly in tune with the Spirit of the Torah despite the fact that there are instances where meat eating is condoned when no vegetable life is present.

There can be no doubt that God wanted humanity to elevate itself above such barbaric practices, for the Prophet Hosea says: "They love sacrifice, they sacrifice flesh and eat it, but the Lord has no delight in them." (Hosea 8:13) Referring to animal sacrifices, God Himself says through His Prophet Isaiah: "...I will hide my eyes from you: yea, when you make your prayers, I will not hear: your hands are full of blood...put away the evil of your doings from my eyes; cease to do evil." (Isaiah 1:11-16)

Do Non-Human Animals Have Souls?

A Midrash (Rabbinic commentary on the Torah) states: "Because the dogs of Egypt did not bark when the Children of Israel fled to the desert, The Holy One, blessed be He, rewarded them with the traif [unkosher] hindquarters of cattle. Therefore, when one who has transgressed the Law of Kashrut approaches the Gates of Heaven the dogs standing there say to him, 'You may not enter because you ate our portion,' and he is turned back."

Now, obviously this means that we are to obey God's commandments; but it has an even deeper meaning. First, it means that dogs (i.e., non-human animals), must have a soul, (called "Nefesh" in Hebrew, "Nafs" in Arabic) – or else how could they be "standing at the Gates of Heaven?" Secondly, it means that the Lord has given even dogs the authority to judge us for our actions – or else how could they say who may and may not enter into heaven?

It is for this reason that St. Francis of Assisi preached to the animals, that the Baal Shem Tov, (the founder of Hasidism), spoke the language of birds, and Balaam's donkey was capable of apprehending The Angel of the Lord (Numbers 22:23). Therefore, the Baal Shem Tov could say, "All that man has . . . [even] his ANIMALS all conceal sparks that belong to the roots of his soul and wish to be raised by him to their Origin." For example, consider the following portion of Old Testament scripture (Numbers 22:21-34):

"So Balaam rose in the morning, saddled his donkey, and went with the princes of Moab . . . Now the donkey saw the Angel of the Lord standing in then way with His drawn sword in His hand, and the donkey turned aside out of the way and went into the field. So Balaam struck the donkey to turn her back onto the road . "And when the donkey saw the Angel of the Lord, she pushed herself against the wall and crushed Balaam's foot against the wall; so he struck her again . . . And when the donkey saw the Angel of the Lord, she lay down under Balaam; so Balaam's anger was aroused, and he struck the donkey with his staff...Then the Lord opened the mouth of the donkey, and she said to Balaam, ‘What have I done to you, that you have struck me these three times?’ . . . And Balaam said to the donkey, ‘Because you have abused me. I wish there were a sword in my hand, for now I would kill you’...So the donkey said to Balaam, ‘[Am] I not your donkey on which you have ridden, ever since [I became] yours, to this day? Was I ever disposed to do this to you?’ And he said, ‘No’…Then the Lord opened Balaam's eyes, and he saw the Angel of the Lord standing in the way with His drawn sword in His hand; and he bowed his head and fell flat on his face…. And Balaam said to the Angel of the Lord, ‘I have sinned, for I did not know You stood in the way against me.’ (Numbers 22:21-34)

It is important to note several things about this passage. First of all, Balaam's donkey, (a non-human animal), not only could SEE the Angel of the Lord, but understood his intention to prevent Balaam from cursing the Children of Israel and, therefore, refused to go past him. Balaam himself, (a human), neither saw the Angel of the Lord nor understood his intention, and in fact punished his donkey three time for bowing to the Will of the Divine.

Therefore, Balaam's donkey, (a non-human animal), clearly had a soul - else how could she have "seen" and "heard" - on a level of awareness, consciousness and cognition - the Angel of Lord, and followed His Will, even to the extent of suffering punishment for it? The Bible tells us that animals have a soul (Gen. 1:20), and that they possess also a spirit, (Eccles. 3:19). The original Hebrew word used in this second passage is Ruach, (or "Ruh" in Arabic), and according to 'Strong's Complete Dictionary of Bible Words', Ruach is used to represent spirit, "but only of an intellectual being." If we add this to the fact that God said; "He that killeth an ox is as if he slew a man; he that sacrifices a lamb, as if he cut off a dog's neck;" then we must conclude that, according to God, the killing of animals is wrong.

The difference between this animal soul, ("Nefesh"), and the human soul ("Neshumah"), is that the latter is capable of perfecting itself and others, while the former is not, but requires the intervention of a human to do so. In all other respects, (and according to King Solomon), they are equal. Thus, it is relayed in Judaism that the lowest level of the human soul is the "Nefesh." Again, in Islam this is referred to as our "Nafs." Nonetheless, though this level of Enlightenment is not as aware of the Reality of the Most High, it is still the animal level of the soul which we all start on our path to perfection from.

Moreover, we are clearly shown in this passage that Balaam's donkey, (a non-animal), was in a state of Grace while Balaam was in a state of sin from which the donkey was attempting to redeem him. This entire passage of Scripture, like the Midrash discussed earlier, clearly shows both that non-human animals possess a soul, and also that God has given them the power to judge us for our sins against them.

Nazirite Obligations

A Nazirite is one who expresses their consecration by abstaining from cutting their hair, and drinking products from food that can be used to make intoxicating beverages. They are also forbidden to handle dead bodies, including the corpses of non-human animals purported for food.

"A Nazirite shall separate himself from wine and strong drink, and shall drink no vinegar of wine, or vinegar of strong drink, nor shall he drink any liquor of grapes, nor eat moist grapes, or dried. All the days of his separation shall he eat nothing that is produced from the grape vine, from the seeds to the grape skin..

"All the days of the vow of his separation no razor shall come upon his head; until the days are fulfilled, during which he separates himself for the Lord, he shall be holy, and shall let the locks of the hair of his head grow.

"All the days that he separates himself for the Lord he shall not come near a dead body. He shall not make himself unclean for his father, or for his mother, for his brother, or for his sister, when they die; because the consecration of his God is upon his head. (Numbers 6:3-7)"

"Neither shall he go to any dead body, nor defile himself for his father or mother. (Leviticus 21:11)

Maimonides, the infamous Judaic author of the Middle Ages, warns us against the tendency to conclude that all forms of bodily pleasure lead to sin, and therefor should be avoided. However, in the end, the debate turns on whether or not the institution of the Nazirite is seen as helpful for achieving self-control while still avoiding excessive asceticism.

This debate mirrors our society’s struggle to establish norms and boundaries. Often people seem to lurch from one extreme to the other. In one period, we engage in excessive self-indulgence and permissiveness. In such times, anything is permissible if it is pleasing. During another period, we tend towards repression and total control of other’s lives. Such people perceive all physical sources of enjoyment with suspicion, seeing only the potential for abuse and self-destructive indulgence that they know they, themselves are capable of.

The traditional "Jewish" answer, has tended to be a rejection of either extreme; standing instead, in the middle of either extreme. However, what should the response of the devout be when living in oppressive societies that tend to view any form of true balance and empathy as an "extreme" ideology? The Nazirites believed that it was the duty of all who sought to enact the Divine Will, to "separate" themselves from the surrounding society.

During stages of Jerusalem’s occupation by foreign forces, Naziritism flourished. Hence, we have Daniel, "Shadrach, Meshach, and Abedneggo," who abstained from wine and animal products even under penalty of death:

"Daniel resolved not to defile himself with the royal food and wine, and he asked the chief official for permission not to defile himself in this way. Now the Lord had caused the official to show favor and sympathy to Daniel, but the official told Daniel, ‘I am afraid of my lord the king, who has assigned your (plural), food and drink. Why should he see you looking worse than the other young men of your age? The king would then have my head because of you.

"Daniel then said to the guard whom the chief official had appointed over Daniel, Hananiah (Shadrach), Mishael, (Meshach), and Azariah, (Abednego), ‘Please test your servants for ten days: give us nothing but vegetables to eat and water to drink. Then compare our appearance with that of the young men who eat the royal food, and treat your servants in accordance with what you see. So he agreed and tested them for ten days.

"At the end of the ten days they looked healthier and better nourished than any of the young men who ate the royal wine and meat. So the guard took away the royal wine and meat and gave them vegetables instead.

"To these four men the Lord gave knowledge and understanding of all kinds of literature and learning." (Daniel 1:8-18)

In those days, such extremism was the avenue through which their point was driven home. Anyone who observed a lifelong Nazirite could see the statement that they were making concerning the wicked ways of the Godless, who often surrounded them. Similarly, one could discern from the length of their locks, how long they had adhered to such a belief system.

However, the hair and such were merely outward manifestations of their inner purity. Two-faced individuals such as Samson were portrayed as having quite long hair that had never been cut in his entire life time, yet still he ate corrupt food, drank intoxicants and milk as he lived a life of debauchery. In the same vein, the story of resistance in the book of Daniel tells not of the four teenage Nazirites’ utter concern for their hair or beards. It spoke only of their inner purity and concern for the defilement that intoxicants and animal products would bring upon them. Some erroneously state that this food would only have defiled them because it was "sacrificed to idols," yet there is no reference to this belief anywhere! Similarly, wine cannot be sacrificed and furthermore, if it was common practice for the Babylonians to sacrifice their food, then would not the vegetable and the like have been offered up as well, as not all sacrifices where burned?

The answer is that yes they would have. However, the fact that this food was considered "defiled" by the very nature of what it was, is no Biblical secret. However, this is a Truth that many would like to keep veiled behind two thousand years of cultural assimilation and perverted dogmatic misinterpretations.

There are certainly more references in the Bible concerning Nazirites and their oaths of separation from the world. However, our clearest and most accurate portrayal of this ancient Judaic sect stems from the happenings from a few centuries prior to the "common era," on up until the Fall of Jerusalem and the Nazirene Uprising around 70 a.d.

An Accurate Portrayal of the Nazirenes

Though there were many sects of Judaism at the time of Jesus, these groups can be divided into two camps. First of all there were the Temple and Priestly centered groups; i.e., the groups that believed in animal sacrifice, such as the Sadducees and Pharisees. The other camp was made up of more spiritually minded Jews who followed the teachings of the Prophets, who in turn spoke out against animal sacrifice. These latter, pro-prophet groups included a number of unknown small sects, as well as the now infamous Essenes.

Out of these pro-Prophet groups came Jesus, the ultimate Prophet and Messiah of the Lord, along with his followers, the referred to throughout church history as the Ebionites, ("the Poor") or as the Nazirenes, ("Nazirite-Essenes"). Once this later group was eventually hunted down and murdered by their opposition, they were soon be replaced by a group known as the Christians, who were started by Paul.

The Nazirines made up the first century church and pre-date the Roman Catholic, Coptic and Eastern Orthodox Churches by almost 300 years. This fact is attested to by history as found in the writings of the Early Church Fathers and the New Testament. The precedence of the Nazirene church serves to show that the doctrine of vegetarianism was a part of the original teachings of Jesus, (and the Prophets before him for that matter), and should be re-established in our churches today.

According to both Jesus and St. Stephen, the Jewish Sanhedrin during Jesus' time was corrupt. The Jewish authorities, the Sanhedrin in particular, were made up of mostly Sadducees. They, along with the Pharisees were pro-Priestly and anti-Prophet and therefore, favored animal sacrifice. Jesus and St. Stephen, on the other hand, were of the pro-Prophet lineage and thus, opposed animal sacrifice. Jesus says to the Jewish authorities of his day: "Thus by your own tradition, handed down among you, you make God's word null and void." (Mark 7:13) Also, Jesus says: "Ye are of your father the devil, and the lusts of your father ye will do." (John 8:44)

St. Stephen, talking to the Jewish authorities, says: "You stubborn and stiff-necked people, still heathen and uncircumcised in heart and ears, you are always actively resisting the Holy Spirit. As your forefathers [were], so you [are and so you do]! Which of the prophets did your forefathers not persecute?" (Acts 7:51 & 52)

Beyond that, John the Baptist is described by the Gospel writers, and Josephus, as a "Righteous One" or "Tzaddok." James too is depicted as being consecrated from his mother’s womb, depicted as abstaining from wine, strong drink, and animal foods. We also read specifically that James did not wear wool but only linen.

Often James’ vegetarianism and the peculiar dietary habits of many of these charismatic Revolutionaries or "innovators," as Josephus said, was taken to be nothing more than asceticism. From what we can see through the valid historical documentation of James and the "Nazirite-Essenes," (or "Nazirienes"), this is not the case. It has more to do with the demands of what is termed "all Righteousness" and "perfect Holiness."

As well, Josephus refers to a prominent political figure of his time who is referred to under the title "Banus." His descriptions of this man completely matches his descriptions of Jesus’ brother James in later works. Josephus describes him as living "in the wilderness," (a popular pseudonym for the Essenic "Qumran community"). He was also said to eat only "what grew of its on accord," meaning obviously that he consumed no animal products.

Josephus, in reference to the revolutionary insurgents Ananias (not to be confused with the Ananias of the New Testament Ananias and Saphira story), and Ananus, states that the two were arrested:

"On a small and trifling charge...put in bonds and sent to Rome to plea their case before Caesar when Felix was procurator of Judea."

Unfortunately Josephus does not tell us what these "trifling charges" were for which these "certain priests" were being held for as long a five years or more. However, his silence, in and of itself is quite telling, (considering Josephus had sold out the Hebrew Uprising that so many "priests" were being arrested and executed in connection with. He does, in fact, mention that like James, Ananias and Ananus we "very excellent men" and, on account of "their Piety towards God" they were vegetarians.

It is under this heading of "piety towards God" that Josephus - in his lengthy dissertation of the Essenes in the "War" - describes how they "rose before the sun" and prayed toward "the rising sun...bathing their bodies in cold water." Like the priests and Jesus himself, they were said to have worn nothing but white linen when they bathed and ate.

The incarcerated priest were described as followers of the previously mentioned "Banus." Any one with a mild knowledge of the works of Josephus and early Nazirene history, will recognize Banus instantly as James the brother of Jesus, who lead the revolutionary sect after the resurrection of his brother. Similarly, Josephus relays that all of the incarcerated priests, not only Ananius and Ananus but all who were arrested and held under similar charges, were "Essene"-types or "Rechabite Priests" of the Jamesian stripe, choosing to eat nothing but nuts and dates throughout the duration of their incarceration. Taking up the "Righteous One" or Tzaddok theme again, where it is associated with Noah, the first "Tzaddok" mentioned in the book of Genesis. We see an expedition as follows in the Zohar:

"Noah was a Righteous One. Assuredly so after the Heavenly pattern, for it is written: "the Righteous One is the foundation of the world" and the Earth is established thereon. For, this is the Pillar that upholds the world. So Noah was called Righteous in this world...and acted so as to be a perfect copy of the Heavenly ideal...an embodiment of the world’s Covenant of Peace. (Zohar 1:59 on Noah)

The Genesis 9:4 proscription on "blood," - an integral feature of the basic "First covenant" with Moses in mount Sinai and the legendary "Noachid" one preceding it - also constitutes the first and most fundamental elements in James’ prohibitions to overseas communities, to which Paul seems to be responding in I Corinthians 6-11, (which will be discussed later).

The proscription on blood also relates to James’ extreme Naziritism and vegetarianism. In turn, these will have to do with a new group embodying many of such Nazirite traits, the Biblical "Rechabites," known also, for their proscription on wine, which is another trait early Church sources will ascribe to James.

In Hebrew, the word "Nazirite," meaning "Consecrated or separated," is based on a root meaning "set aside" or "keep away from." One should remark the play on this word represented by the designation "Nazirene" applied in Jacob of Kfar Sechania’s story to Jesus and, it would appear, to James followers as well. In Hebrew "Nazirene," (also spelled Nazoraean, or Nazarean), has a slightly different root, meaning "keeping" or "Keeper." This title is insinuative of the verse in Genesis where Cain, (the embodiment of the totalitarian agriculturist "Aryan" race from the Caucus mountains), cynically questions his Creator if he is his "brother keeper."

Accordingly, if we visualize the antithesis of Cain, (that being Abel), then we see a people who have a stronger leaning towards being "Keepers." The fact that the term Nazirene neglects specification of which facet of existence they seek to be "keepers" in leads one to believe that, as their actions demonstrated, a true "Nazirite," one separating from wickedness, must strive to be the "Keeper" or "Tzaddok" of the world. Along these same lines one might note that Seth was to inherit the birthright of Abel and thus be a sort of refinement or resurrection of Abel. The Nag Hammadi "Gnostic" Gospels never cease in relating Jesus to Seth.

Furthermore, this insinuates the notion of "caretaker," so often ascribed to the verse on dominion by many modern Christian environmentalists. Furthermore, there is absolutely no difference between this terminology and the concepts ascribed to it and the conceptualizations ascribed to the notion of Tzaddikim, or Righteous Ones, ("The Righteous are the foundation of the Earth").

Not only is this "Nazirite" ideology sometimes expressed as "Nazirene," but one should also note the play on it represented by the Hebrew term "Nazir," the "Crown" or "diadem" worn by high priests, which bore a plate inscribed with the words, "Holy to God." Both "the Diadem" and these words have important notices recorded in early church tradition about James. In Hebrew, "Nazir" also has the secondary meaning of the unshorn lock of the Nazirite - their "crown," so to speak - which tradition also says was worn by James. The symbolism inherent in this may have particular relevance regarding Act’s substitution of the stoning of Stephen, a name also bearing the meaning of "Crown" in Greek, for the attack on or stoning of James the brother of Jesus.

Unfortunately, when Rome slaughtered the remnants of the early Jerusalem church and their revolutionary communities, they also cut future Christianity’s original cord to the true Hebrew understanding of the Torah, and the message of Jesus. In mistranslated scripture, the term "Nazirene" often gets rephrased, particularly in translations as "of" or "from Nazareth," when in fact, it is quite doubtful that there was a definitive city known a Nazereth in those days.

For Church historians such as Eusebius, Epiphanius and Jerome, James was perceived as a life-long Nazirite and vegetarian; terms that are synonymous with each other in the Bible. There is, however, one notable exception to that rule; where Samson is depicted as drinking milk, eating meat and drinking intoxicants. This was purported to demonstrate the hypocrisy he was living in before being betrayed by Delila. As Eusebius puts it quoting Hegesippus in regards to James’ Naziritsm: "He drank no wine or strong drink, nor did he eat meat."

"What Would Jesus Do?"

Many Christians everywhere tend to depict Jesus in an image contrary to reality. Throughout history he was depicted as a white man with a fully-developed trim beard, strong European features and not the slightest physical blemish aside from the stigmata upon his hands, and feet, (when he was pierced during the crucifixion). Much evidence in recent history has proven, that on the contrary, the historical personage known as Jesus, was very different than the Euro-centric depiction of him.

Documents from Rome indicate that the Roman government had a warrant for the arrest of a man going by that name. He was depicted as short, dark-skinned, with a pronounced nose, a uni-brow and an undeveloped, scraggly beard. Similarly, the story of Zacheus states only that Zacheus could not see Jesus because "he was too short." Historically we have been told that the "he" in this story was Zacheus, when there is no clear evidence from that passage who is being referred to as too short.

Along this same vein misunderstandings and misinterpretations, we are finding out now that the historical belief that Jesus ate meat has no precedence anywhere in the Bible. Students of esoteric Hebrew mysticism acknowledge the basic fact that different allegoric concepts were utilized throughout oral and written tradition, to convey hidden and deeper meanings. Notions that Jesus fed the multitudes with one boy’s lunch of fish and bread was very unlikely intended to be taken literally by true seekers. First of all, this traditional, literalist belief defies the very words of Jesus himself. For when he was alone, meditating and fasting in the "wilderness," it is said that he was tempted to turn a stone into bread so he could eat. This was at the end of his fast, according to the passage, so we can only presume that this would not have merely been wrong because he had been fasting. Regardless, Jesus is depicted as submitting to the gripes of the hungry masses who were listening to his lectures, by magically multiplying the fish and bread of a boy’s lunch. If taken literally, these two stories stand in stark contradiction.

First of all, if this were to be taken at face value, then this still proves nothing about what Jesus ate, for the passage never says that Jesus ate of it. Similarly, this would merely be stretching the use of food that someone else had killed and other people, (who presumably would eat such things), were eating. Accordingly, this passage does not, in any way, indicate that Jesus ate meat. According to a Coptic fragment, the Acts of Thomas; the History of John, and the writings of the Early Church Father Irenaeus, Jesus did not serve fish to the masses, but rather, he served only bread.

In fact, the Gospels record him as calling his disciples away from lives as fishermen; "Follow me and I will make you fishers of men." Accordingly, the fact that his disciples were fishermen provides more evidence to the contrary, than for the notion that Jesus ate meat. At the last supper, when many other Jewish families were eating lamb, Jesus and his disciples are recorded only as eating matzo and wine. Note that in the context of this passage this was watered- down, fermented juice that contained only enough alcohol to destroy the bacteria of the region’s water

In fact, ironically enough, the only reference throughout the entire New Testament, that states that Jesus ate meat, is in Luke 24:42. Herein, Jesus is traditionally understood to have been murdered, then resurrected, and now he is portrayed as asking his disciples for food. Again, it is said that they gave him fish. Before delving any further, one can not have their cake and eat it too. Either Jesus had died and come back to life, being the same para-ghostly figure described in Acts, or he had not and was literally hungry for literal fish. However, Christians do not believe that. Instead we believe that Jesus died and was resurrected in a more spiritual form than what he had been in before the crucifixion. He is believed to be able to disappear, pass through walls, etc. In this form, when he was done talking to his disciples, he is stated to have ascended to heaven. As opposed to the Ascensions of Enoch, Elijah and Moses, Jesus’ Ascension is recorded or at least commonly believed to have occurred: 1). After he had already died, 2) When he was relatively young in age and 3). When he decided that he was done on Earth. It is not within the scope of this discussion to delve into what all of the esoteric symbolism of these Gospel accounts mean. However, it should suffice to say that it is universally recognized by Biblical scholars that the earliest Greek accounts of the Gospels did not contain any reference to what happened after the crucifixion of Jesus. In fact many Bibles still note this in their translations of the Gospel of Mark. Furthermore, if Christians are to belief that God, cares even the slightest bit about non-human animal life, or of the resources of this world, then it is positively foolish to believe that Jesus (who is depicted as being in a spiritual body), would eat anything at all when he did not need to.

Again, just as is the case with Kabbalistic writings throughout the ages, especially those relayed in a story format, we must always look for the symbolic value of what is being said. With the emergence of the Christian church, was the dawning of the age of Pisces. Similarly, the early church used the ICTHUS, or pictorial depiction of a fish as the symbol of unity in their faith. Furthermore, just like in the book of Genesis, when two "Angels" are said to have been fed physical food, the esoteric understanding of those passages reveals a different, yet constant allegorical language altogether.

Finally, the idea that convinces most vegans and vegetarians to adopt such a rarely treaded path of compassion, is by committing themselves to seeking and following Truth as it is presented. Jesus himself said: "I am the Way, the Truth and the Life." Looking at the massive amounts of nutritional research that indicates that eating a plant-based diet is better than eating animal products and accordingly a healthy vegan diet will likely enable us all to live happier, healthier and fuller lives. All of this clearly indicates that the vegan way points us in the direction of Truth, just as Jesus does. If one wishes to follow Jesus in their everyday life then foremost of their concerns should be to follow logical ideas that have been shown by science to be correct and the best way for us to live, ethically ecologically, and nutritionally. In a very real and fundamental way, the ideas that we glean from accurate, unbiased scientific research can be tools to guide us towards the same Absolute Truth that spiritual figures like Jesus represent.

After The Fall

After the fall of Rome there were many branched directions in which Judaism evolved. The Jewish historian Josephus described the basis of all Hebrew laws as that of mercy. Beyond that he stated; "Ill treatment of even a brute beast is with us a capital crime."

Furthermore, the Tanchuma, a set of fifth century a.d. homilies penned by Tanchum Bar Abba, details the highest of Divine ethics as including equal concern for all life:

"If men embark on a sea voyage and take cattle with them, and should a storm arise, they throw the cattle overboard, because people do not love animals as they love human beings. Not so is the Lord’s love. Just as he is merciful to man, so is he merciful to beasts. You can see this from the story of the flood. When men sinned the Lord decided to destroy the Earth. He treated both man and beast alike. But when he was reconciled, he was reconciled to both man
and beast alike."

In the middle ages Yehudah Ha-Chassid wrote that, "The greatest sin is ingratitude. It must not be shown even to the brute. That man deserves punishment who overloads his beast, or beats or torments it, who drags a cat by the ears, or uses spurs to his horse."

Probably one of the most remarkable tales of Judaic concern for animals pertains to the Kabbalist Rabbi Isaac Luria, one of the foremost developers of modern Kabbalistic theory. Rabbi Luria only lived into his thirties, yet his writings have proven most influential. It is said that during his 16th century life, he showed such infinite respect for all life that he would avoid treading upon insects or even up grass, when it was avoidable. (Akers, pp. 167)

In the nineteenth century Rabbi Shalom Rabinowitz (1859-1916) penned "Cruelty to Living Creatures;" a story devoted to a child’s sorrow at the fate of a little fish which is to be eaten shortly. References such as these have evoked the highest respect among devout Jews. The late Rabbi M. Kossowsky, stated that vegetarianism was "the highest pinnacle of ethical achievement."

Furthermore, in modern times, one needs to look no further than the philosophy and aims of Rabbi Avraham Kuk, the first chief rabbi of the reinstated Nation of Israel. Rabbi Kuk wrote a pamphlet entitles, "A Vision of Vegetarianism and Peace." One of the most exemplary passages contained therein is as follows:

"...the free movement of the moral impulse to establish justice for animals generally and the claim of their rights from mankind are hidden in a moral psychic sensibility in the deeper layers of the Torah."

While in many cases it appears that Judaism is indifferent towards the notion of non-human animal suffering, the above cases, along with many others that space would not permit delving into, demonstrates that veganism is revered as the highest ethical ideal.

Man’s Dominion

To drive the final nail into the coffin of oppression and tyranny, we must first seek to understand the reasons for its existence. We have offered ample evidence to demonstrate that veganism has historically been held as the ideal for ethical living in a Judeo-Christian context. Where then, has this perplexing notion that everything within the manifest world came into existence for the use and exploitation of humanity; the supposed pinnacle of existence, originated?

Western attitudes towards animals have two roots: Judaism and Ancient Greece. These two roots unite in Christianity which prevailed such ideas through its European spread. More enlightened perspectives on our relationship with non-human animals and the world around us only truly emerges when thinkers broke free from the chains of unquestioned church dogma and began to examine the evidence in an unbiased, empirical, and objective manner. However, in the most fundamental respects, oppressive views towards non-human animals are resultant of the attitudes that were blindly swallowed in Europe until the eighteenth century.

To understand the opposing side of this reality we must return to Eden. The Genesis account is clearly one of the most striking examples of myth echoing reality. The first chapter of the first book of the Torah basically describes the physical process of evolution. In essence, it is describing how a suitable animal form emerged for the primordial "Adam Kadmon" or the second chapter, to inhabit. Yet, in the middle of this description, modern apostate scholars have falsely concluded verses 1:26-28 to be justification for the exploitation of the Natural World, (a term usually referring to reality minus human beings).

"Then the Elohim said, ‘Let us make man in our image, in our likeness, and let them rule over the fish of the sea and the birds of the air, over the livestock, over all the Earth, and all the creatures that move along the ground.’

"So the Elohim created man in their own image, in their image they created them, male and female they created them both.

"The Elohim blessed them and said to them, ‘Be fruitful and increase in number; fill the Earth and subdue it.’" (Genesis 1:26-28)

Ironically enough, these verses have nothing at all to do with exploiting the Earth, and especially not eating flesh. For the very next verse is Genesis 1:30:

"I give you all plants that bear seed everywhere on Earth, and every tree bearing fruit which yields seed: they shall be yours for food. All green plants I give for food to the wild animals, to all the birds of heaven, and to all reptiles on Earth, every living creature, it shall be theirs for food." (Genesis 1:29-31)

Clearly, if we are going to conclude that this dominion of "subduing the Earth" included exploiting animals, we must be consistent with the text and admit that this exploitation can not include consumption of animal products. Similarly, since Adam ("Man") was a gatherer in their state of Eden then it seems foolish to believe that these verses have anything to do with exploiting animals for any purpose, including slavery, at all.

Rather, what these verses are referring to is the internal drive of all "higher" evolutionary forms of life, to master their surroundings rather than being mastered by them.

"sub-due, 1. To control, restrain, overcome..." (Webster’s Collegiate Dictionary)

Certainly given this context, no one in their right theological mind, could conclude that this passage refers to anything other than surviving and creating a sustainable culture, (rather than empire).

The "Skin" Issue

So now that the myth of "Man’s dominion" has been debunked, let us move on to another biblical misinterpretation...

Bearing in mind that the majority of the first chapters in Genesis are written in allegoric, poet prose, we must realize that most of the text herein is merely the proverbial "tip of the iceberg." The stories in the Torah, especially those of the book of Genesis, are expanded upon and interpreted in Talmudic and Kabbalistic literature. Therein, many of the preconceived, Hellenized distortions are stripped away to reveal the true beauty of the passages that Western "culture" has been so quick to pervert into excuses for pathological and exploitative practices. Verses 3:21-22 continue on:

"The Elohim made garments of skin for Adam and his wife and clothed them. And the Elohim said, "The man has now become like one of us, knowing good and evil. He must not be allowed to reach out his hand and take also from the Tree of Life and eat, and live forever."

It is stated in the Zohar that there are several accurate dimensions to the interpretations of the Torah. The fact that one story describes both physical and spiritual occurrences at the same time is merely a testimony to the Divine inspiration of the sacred text. The two parallel meanings of the above text are as follows. Spiritually, Kabbalistic literature describes this process of the "Elohim making garments of skin for Adam and his wife" as the primordial spiritual reflection of the Divine being divided into male and female halves, (detailed earlier on in 2:21-24). It is said that they were separated at their rib, or side, rather than the woman being of separate origins and merely a product of one bone. One must bear in mind the esoteric meaning of terminology in Hebrew when considering such verses. They incarnated into separate genders in the manifest world. These bodies, these genders, were the "coats made of skin," that God crafted for them.

On the other hand, a parallel explanation in the realm of the manifest world may refer simply to a historical occurrence in our hominid ancestry. For reasons unknown to archeologists, humanity left the "Gardens" of the Congo region of Africa and slowly migrated to the regions where the first civilizations emerged in Mesopotamia, between the "Tigris and Euphrates rivers," (thus creating a suitably evolved physical context for the primordial being "Adam Kadmon" to inhabit in "Hu-man" form). Before they got to Mesopotamia, (also before man was Hu-man; like the Elohim, "able to know good and evil"), but before they left the Congo region of Africa, ("Eden"), they began clothing themselves in the skins of dead animals. Like the story of Cain and Abel, this passage has a very real aspect of simply recording historic occurrences surrounding humanity’s origins.

"But What About Paul?"

No matter how many times I demonstrate the ethical soundness of the vegan lifestyle to typical modern day Christians, the response I get is always the same. First they claim that "God" told us to eat meat. Then they claim that it is all right because "animals have no souls." Finally, when the invalidity of their stance, from a Biblical perspective, has been demonstrated, they turn to Paul.

Paul was the self-proclaimed "Apostle of Jesus Christ," who didn’t really arrive on the scene until after the resurrection of Jesus. He began his ministry after spending years persecuting members of the Hebrew Uprising that Jesus was a part of. In fact, Paul was an active conspirator in the assault on "Stephen," in Acts 7:58.

Nonetheless that began to change when, in Acts chapter 9 Paul claims to have been visited by the Ascended Jesus. St. Paul was a late comer to the Nazirene Way and somewhat slow at adhering to Jesus' teachings. The fact that Paul, at first, hunted down Nazirenes and killed them is a testimony to this. The Bible tells us that Paul had a hand in the death of St. Stephen. After Paul had a conversion experience on the road to the Damascus community, he desired to change his ways and adhere to the True Path. Unfortunately, as mentioned, at first Paul did not adhere to the rules set down by Jesus and James. Paul is found disagreeing with James on issues such as dietary rules throughout the New Testament.

Paul eventually does become a vegetarian, although he does so very reluctantly. Since most scholars agree that it was Paul who wrote 1st Timothy or at least one of his followers, then the anti-vegetarian passage in 1st Timothy can be ignored. For obviously, this book was written before Paul decided to become a vegetarian as stated in Romans 14:21 and 1st Corinthians 8:13. Further to this we have a non-biblical source which quotes Paul as saying:

"Jesus commanded me not to eat meat and not to drink wine, but only bread, water, and fruits so that I will be found pure when he wants to talk to me" (Toldot Jeschu, Ms. Vindobona; ed Samuel Drauss, Berlin 1902, p. 113)

Paul’s reluctant proclamation of his vegetarianism, to the Hebrew Nazirene community is chock full of last minute verbal "jabs" at James the brother of Jesus.

"Food does not bring us near to God; we are no worse if we do not eat [meat], and no better if we do. Be careful, however, that the exercise of your freedom does not become a stumbling block to the weak. For if anyone with a weak conscious sees you who have this knowledge, eating in an idol’s temple, won’t he be emboldened to eat what has been sacrificed to idols? So this weak brother, for whom Christ died, is destroyed by your knowledge. When you sin against your brother in this way and wound their weak conscious, you sin against Christ. Therefore, if what I eat causes my brother to fall into sin, I will never eat meat again, so that I will not cause him to fall."

In the above passage some have claimed that Paul is merely contending with other "believers" over the fact that he was advocating flesh which had been sacrificed to idols. This is traditionally believed to have been the only point of debate. However, in the Book of Revelation 2:14 it is relayed directly from the Angel of the Lord that eating food sacrificed to idols is definitely wrong. So if we are to believe that Paul was aware of this fact then - although he certainly was referring to this as one facet of James’ contentions with him - the conclusion of the passage; "I will never eat meat again," demonstrates that the issue was being taken up on many levels. Following that passage, in regards to his anthropocentric Roman view of animal welfare, Paul states in 1 Corinthians 9:9-10:

For it is written in the Law of Moses: ‘Do not muzzle an ox while it is treading out the grain.’ Is it about the ox that God is concerned? Surely he says this for us doesn’t he?"

Similarly he says much of the same thing, as he does in 1 Corinthians, in Romans 14:1-4:

"Accept him whose faith is weak, without passing judgment on disputable matters. One man’s faith allows him to eat everything, but another man, whose faith is weak, eats only vegetables. The man who eats everything must not look down on him who does not, and the man who does not eat everything must not condemn the man who does, for God’s has accepted him. "

This is not intended as a diatribe against the early misuderstandings of the Apostle of Paul, one need only look to 1 Corinthians 13:4, for that. Therein he claims that the insane Roman emperor Nero, who ruthlessly slaughtered Jews and those whom the Church would later define as "Christians," was "God’s servant." Rather this is intended to give you a peer into the reality that such beliefs are not authentically Biblical in origin, nor do they stem from the Hebrew tradition, (though many modern Jews tend to have assimilated the cultural garbage of European culture now more than ever before). Furthermore, it is ridiculous for us to completely abrogate the teachings and revolutionary life of Jesus simply because of issues that Paul said were eventually reconciled between the Nazirene community and him anyway.

For there are many simple questions that one must ask themselves in order to burst the bubble of some of Paul’s earlier contentions. First of all, why does "eating only vegetables" make on "weak" when the book of Daniel claimed that it made both the consecrated and the profane alike strong? Furthermore, modern science accurately demonstrates, time and time again, the nutritional superiority of the vegan diet. Spiritually Judaism as well as every other mystical tradition of that time, practiced at least vegetarianism in one form or another. At best all advocated it as an ideal. Secondly, since Paul was sincere in his statements then he was bound by his word to abstain from meat as well.

According to the writings of the Early Church Fathers, Jesus, his brother James, the Apostle Peter, and the other disciples were vegetarians. We read also in Aramaic Matthew, that Jesus would not eat the traditional Passover meal, which of course contained meat. According to the church historian "Hegesipppus", St. James, the brother of Jesus, was, "holy from his mother's womb; and he drank no wine nor strong drink, nor did he eat flesh."

In the "Clementine Homilies": St. Peter wrote "I live on bread alone, with olives, and seldom even with pot-herbs; and my dress is what you see, a tunic with a pallium: and having these, I require nothing more."

Further, one ancient church writing containing the teachings of St. Peter, states: "The unnatural eating of flesh meats is as polluting as the heathen worship of devils, with its sacrifices and its impure feasts, through participation in it man becomes a fellow eater with devils." We should also note, that Clement of Alexander said: "The apostle Matthew partook of seeds, and nuts, and vegetables, without flesh."

St Basilius the Great claimed: "The body which is burdened with meat is afflicted with diseases. A moderate way of living makes the body healthier and stronger and cuts off the root of evil. The stream of meat meals darkens the light of the spirit. One can hardly have virtue if one enjoys meat meals and feasts." St. Gregory of Nazianzen says: "The debauchery in meat meals is an infamous injustice." The apostle Thomas was also a vegetarian as we see when we read the following from the Acts of Thomas: "That which he eateth is bread and salt, and his drink is water from evening unto evening,..." Other apostles are recorded as having also been vegetarians. In fact, the evidence reveals that all the early Christians were vegetarians. Paul, as said earlier, was of course reluctant at first, according to scripture, though he finally came around to accept and understand the rational behind this consistent Nazirene doctrine.

Conclusion

Moses, the greatest ancient Hebrew teacher, was selected for leadership according to the Jewish tradition because as a shepherd he showed great compassion for the animals he cared for. The same was said to hold true in regards to King David. Rebecca was deemed suitable to be a wife for Isaac because she rushed to provide water to ten thirsty camels. According to the Talmud, in Pesachim 109A, after the destruction of the Temple, it was no longer "necessary" to eat meat to celebrate any holiday or festival, and as Christians we also believe that the New Covenant abrogates the outdated practice of physical sacrifice.

The Torah not only permits breaking the Sabbath if it will save a life, it commands it. Jesus showed this connection between saving a human and saving a non-human life on the Sabbath in his teachings. According to him both were obvious justifiable actions. The Torah also forbids us to waste or destroy anything of value unnecessarily. The modern animal agri-business has proven time and time again to run counter to this commandment. The Torah teaches about sharing with hungry people. However, to raise cattle today as much as 70% of the grain in the U.S. is fed to animals destined for slaughter. An estimated 20 million people die from hunger each year while the meat industry wastes 16 pounds of grain to produce just one pound of flesh. A switch to a nutritious plant-based diet is far more consistent with these and other basic Hebrew values.

Vegans are often asked why they exhibit so much concern for non-human animals in the face of so much human suffering. However, no issue stands by itself. It is not an either or situation, nor could it ever be. We are not posed with the question of concern for human or non-human animals, for many of the most famous humanitarians were at the forefront of helping non-human animals. As it turns out, when we exploit non-human animals, there are generally negative effects for human as a result of these practices.

We are trying very respectfully to challenge people to live up to the Judeo-Christian tradition’s beautiful and powerful teachings related to taking care of our health, showing compassion for animals, protecting the environment, conserving resources, helping the hungry, and also seeking out and actuating a more just and harmonious world.

If we believe that Jesus came to reconcile God's creation to God, and if we believe that by so doing, Christ is bringing creation back to its original state prior to the fall, then, it only makes sense that a Christian try to live the same way that Adam and Eve did. We want to ask all Christians to study their Bibles and Church history, search their hearts and ask themselves if they think killing animals, for fun (hunting), for furs and leather, for entertainment (circus’s, zoo’s and their ilk), or for food, unless ABSOLUTELY NECESSARY is something they think Jesus would really want them to do. If we are to ever begin to evolve into a society of true and lasting enlightenment, all spiritual revelations and teachings must be thoroughly tempered with the empirical evidence that we can, or will be able to, gather in support or opposition of it. Ideas that reject fundamental basis’ of reality should never be condoned, nor should they be held as an ideal to "win" over another, more permissive society or people. It is in our hopes and prayers that the light of Truth within this message will shine through into this darkened and spiritually numb world. For more information feel free to write to: The Nazirite Movement, 1232 W. Kemper Rd. #260 Cincinnati, OH 45240 or E-mail us at: TheNaziriteMovement@yahoo.com

antimes(88)
12-05-02, 12:14
grande!
concordo su tutto,essendo membro della LAV, attivista ALF e vegetariano convinto!!
ho un video del movimento UNA (uomo-natura-animali) che spiega proprio il rapporto tra animali e tradizioni religiose...
ovvero induismo,buddhismo,ebraismo,islamismo,cattolicesim o,testimoni di Geova...spiega anche molti rapporti tra pratiche "tradizionali" quali la macellazione senza anestesia ed i sacrifici animali nel passato...
Ciao!:D :D

Tomás de Torquemada
12-05-02, 23:18
Originally posted by antimes(88)
grande!
concordo su tutto,essendo membro della LAV, attivista ALF e vegetariano convinto!!
ho un video del movimento UNA (uomo-natura-animali) che spiega proprio il rapporto tra animali e tradizioni religiose...
ovvero induismo,buddhismo,ebraismo,islamismo,cattolicesim o,testimoni di Geova...spiega anche molti rapporti tra pratiche "tradizionali" quali la macellazione senza anestesia ed i sacrifici animali nel passato...
Ciao!:D :D

Grandissimo antimes(88)... :)

Anch'io, come dicevo all'amico Orazio Coclite, ho da tempo fatto sparire la carne dalla mia alimentazione... Anzi, proprio stasera, pensavo di trascorrere almeno un certo periodo da vegan... :)

Salutoni.

antimes(88)
13-05-02, 18:09
Originally posted by Tomás de Torquemada


Grandissimo antimes(88)... :)

Anch'io, come dicevo all'amico Orazio Coclite, ho da tempo fatto sparire la carne dalla mia alimentazione... Anzi, proprio stasera, pensavo di trascorrere almeno un certo periodo da vegan... :)

Salutoni.

Tomas!! Ciao,sono Helios!
ti ricordi,no?
Beh,sono contento di essere ancora tra voi!!
Guarda,io adesso mangio ancora uova e latte,però le uova le ho emarginate a qualche frittata ed ai dolci ( nn le mangio + alla cocque o fritte) ed il latte,beh,quello cerco di limitarlo un pò,ma è difficile così di punto in bianco. Penso cmq che nn appena andrò a vivere da solo, diventerò vegan!
Saluti animalisti!
Ciao:D :)

antimes(88)*Helios*

Tomás de Torquemada
13-05-02, 23:04
Originally posted by antimes(88)


Tomas!! Ciao,sono Helios!
ti ricordi,no?
Beh,sono contento di essere ancora tra voi!!
Guarda,io adesso mangio ancora uova e latte,però le uova le ho emarginate a qualche frittata ed ai dolci ( nn le mangio + alla cocque o fritte) ed il latte,beh,quello cerco di limitarlo un pò,ma è difficile così di punto in bianco. Penso cmq che nn appena andrò a vivere da solo, diventerò vegan!
Saluti animalisti!
Ciao:D :)

antimes(88)*Helios*

Certo che mi ricordo di te, carissimo Helios... Felice di ritrovarti... :)

Io sono, più o meno, nella tua situazione... Ho intrapreso gradualmente la strada del vegetarianesimo, qualche anno fa... Una volta eliminata, man mano, la carne, adesso ho pressoché escluso dal mio regime alimentare anche le uova (salvo quanto specificato sotto...) e diversi tipi di formaggio...

In tutta sincerità, il vero ostacolo è, per me, rappresentato dal cappuccino e dai dolci... Agli altri alimenti ho rinunciato con piacere e soddisfazione, ma l'idea di fare a meno anche di questi, ora come ora, mi "angoscia", e temo che non potrei evitare poco nobili ricadute... :) Vorrei, comunque, iniziare col trascorrere un breve periodo da vegan...

Salutoni.

antimes(88)
14-05-02, 18:23
Originally posted by Tomás de Torquemada


Certo che mi ricordo di te, carissimo Helios... Felice di ritrovarti... :)

Io sono, più o meno, nella tua situazione... Ho intrapreso gradualmente la strada del vegetarianesimo, qualche anno fa... Una volta eliminata, man mano, la carne, adesso ho pressoché escluso dal mio regime alimentare anche le uova (salvo quanto specificato sotto...) e diversi tipi di formaggio...

In tutta sincerità, il vero ostacolo è, per me, rappresentato dal cappuccino e dai dolci... Agli altri alimenti ho rinunciato con piacere e soddisfazione, ma l'idea di fare a meno anche di questi, ora come ora, mi "angoscia", e temo che non potrei evitare poco nobili ricadute... :) Vorrei, comunque, iniziare col trascorrere un breve periodo da vegan...

Salutoni.

eh,infatti credo che i dolci siano lo scoglio più arduo nella scelta vegan..cmq si può fare e ce la farai ad' secur!!!
Io sono vegetariano da 4 anni (adesso ne ho 18) e non ho mai avuto ricadute,cosa invece possibile se eliminassi come hai fatto te, i formaggi...che qui in Piemonte abbondano sia quantitativamente sia qualititivamente...
Ciao.
:D

Orazio Coclite
15-05-02, 16:51
Innanzitto un saluto ad antimes(88) e a Tomás de Torquemada.

Però, chi l'avrebbe mai detto che da un argomento proposto quasi per caso su di un altro 'thread' (http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=8314), e che consiglio a antimes(88) di andare a leggere, nel caso non l'avesse già fatto, sarebbero scaturite tante belle sorprese?

http://www.veganpower.iwarp.com/h8.jpg

Mi fa enormemente piacere constatare come con il passare del tempo sono sempre più le persone che scelgono coscientemente di far qualcosa per eliminare la crudeltà contro esseri viventi innocenti dalla propria esistenza. Sarà forse che qui sui forum di POL l'utenza è maggiormente selezionata, ma ciò non fa che regalarmi un piccolo spiraglio di sole in un cielo tempestato da nuvole nero pece. Il nostro numero cresce giorno dopo giorno, non si può fermare la forza di un'idea di cui sia finalmente giunto il momento!

Non si può pretendere di cambiare il mondo se prima non si è cambiati noi stessi dall'interno. Come Corneliu Zelea Codreanu scriveva ne 'La Guardia di Ferro':

"Per questo la pietra angolare da cui muove la Legione è l'uomo, non il programma politico; la riforma dell'uomo, non fa riforma dei programmi politici. «La Legione Arcangelo Michele» sarà, per conseguenza più una scuola e un esercito che un partito politico.

Il popolo romeno in questi tempi non ha bisogno di un grande uomo politico, come erroneamente si crede, ma di un grande educatore, di un condottiero, che vinca le forze del male e schiacci la cricca dei malvagi. Ma per far ciò, egli dovrà prima vincere il male che è in lui e nei suoi.

Da questa scuola legionaria uscirà fuori un uomo nuovo, un uomo con le qualità di eroe, un gigante in mezzo alla nostra storia, che sappia combattere e vincere tutti i nemici della Patria; e la sua lotta e la sua vittoria dovranno estendersi anche al di là, sui nemici invisibili, sulle forze del male. Tutto quello che la mente nostra può immaginare di più bello spiritualmente parlando, tutto quello che la nostra razza può dare di più fiero, di più alto, di più giusto, di più potente, di più saggio, di più puro, di più laborioso e di più eroico, ecco che cosa deve produrre la scuola legionaria! Un uomo nel quale siano sviluppate al massimo grado tutte le possibilità di grandezza umana che sono state seminate da Dio nel sangue della nostra stirpe."

http://www.veganpower.iwarp.com/h1.jpg

Comunque certe transizioni alimentari, al pari di un serio progresso dello spirito, abbisognano solitamente di transitare gradualmente attraverso diversi livelli. Pochi individui di tempra speciale sono in grado di fare cambiamenti repentini e duraturi. Per cui, per chi volesse indirizzare in senso superiore la propria alimentazione, consiglio una meticolosa programmazione dei propri pasti, dove con il tempo vengano mano a mano eliminati tutti i cibi maggiormente nocivi e di origine animale (carne, latte, uova, junk-food, bibite gassate, caffè, zucchero bianco, ecc.).

Ad ogni modo, se aveste bisogno di aiuto, materiale o consigli vari, non esitate a contattarmi e farò il possibile. Come lo stesso Barone Evola scriveva: oggigiorno esistono uomini che vanno oltre il senso di appartenenza meramente territoriale o nazionale, ma che anzi si sentono accomunati con altri uomini totalmente differenti che vivono in località lontane, con cui però li unisce un comun sentire ed un comun essere. Autentici fratelli di Fede. E cosa potrebbe unire più della scelta spirituale della rinuncia al sangue degli innocenti fatta da uomini in piedi fra le rovine di un mondo in mano alle forze più retrive e devastanti del materialismo e del borghesismo? Materialismo è anche rifiuto dello spirito e insensibilità nei confronti di altri esseri viventi i quali, se un tempo venivano visti come 'sacri' (ossia 'inviolabili'), oggigiorno sono retrocessi al ruolo di oggetti di cui l'uomo, in tutta la sua arroganza, possa disporre come meglio crede. Borghesismo è anche conformismo, consuetudine, paura dei disagi che la rinuncia all'alimentazione correntemente praticata dalla massa, e da quest'ultima ritenuta l'unica possibile per l'uomo, porti ad emarginazione e attriti.

L'uomo sano apre gli occhi e affronta le avversità che la vita gli pone sulla strada, certo di perseguire un ideale di giustizia e rispetto. L'uomo moderno invece, al pari delle tre scimmiette, si copre gli occhi, la bocca e le orecchie e introduce quell'hamburger nella bocca, incurante della morte e della miseria che questa sua scelta implica.

Un progresso dello spirito è imprescindibile da un serio progresso igienico della vita di tutti i giorni. Igiene della mente, purificazione dei sentimenti e del corpo.

http://www.veganpower.iwarp.com/image017.jpg

Ancora saluti allora, ai Fratelli di Fede.

VEGAN POWER

Tomás de Torquemada
15-05-02, 22:31
Caro Orazio Coclite,

grazie per questo ulteriore, bellissimo intervento...

Quando, alcuni anni addietro, ho imboccato consapevolmente un certo percorso interiore, mi sono reso conto che pretendere anche solo di aspirare a certe mete senza compiere una scelta di vita che fosse, innanzitutto, rispettosa delle creature innocenti - alle quali il degradatissimo Occidente infligge attimo per attimo sofferenze gratuite ed efferate... - sarebbe stata un'assurdità insanabile... Senza contare la ripugnanza, anche igienica e perfino gastronomica, insita nell'addentare cadaveri in putrefazione (molti non sanno cosa sia la frollatura, altrimenti non metterebbero più piede in macelleria... :D)...

Notavi acutamente che anche l'instaurazione di un sano regime alimentare è, di solito, il risultato ultimo di un percorso ascetico, e quindi, il più delle volte, è graduale... Si va incontro a disagi, fastidi, tentazioni, ricadute seguite da pentimenti... Ma ci si rialza e si continua... Per certi aspetti invidio i pochi, straordinari, individui capaci di saltare questo periodo intermedio... Tuttavia, credo che la lotta lunga e dura aiuti poi a gustare meglio il trionfo del guerriero... Perché le più belle vittorie sono quelle che si conseguono contro la parte peggiore di se stessi, in un progressivo cammino di autoformazione... :)

Detto questo, se permetti approfitto subito della tua disponibilità... Hai un prospetto degli alimenti contemplati - oltre che di quelli esclusi... - dalla dieta vegan?

Con immensa stima.

Tomás de Torquemada
15-05-02, 23:24
Dal sito site:www.mclink.it

La storia di una bistecca

La fettina di vitello, la bistecca alla brace, l'arrosto di maiale.... questi cadaveri programmati come arrivano nei nostri piatti?


Allevamenti intensivi

Negli allevamenti intensivi dei bovini si comincia con la fecondazione artificiale della mucca. Il toro prolifico viene stabulato mentre gli altri tori vengono castrati.
Il vitellino: stabulazione

Quando il vitellino nasce viene separato dalla madre dopo pochi giorni e sistemato in angusti box con
1) pavimentazione artificiale (grigliato di cemento o metallo)
2) illuminazione artificiale 3) ventilazione artificiale
Alimentazione

Resterà nel box fino a 6 mesi cioè fino alla macellazione. Nutrito con latte in polvere ricostituito e privato di complesso B, senza foraggio (fino all'artrofia del rumine), beve acqua deferizzata addizionata con resine a scambio ionico e dolcificata.
Queste pratiche servono a mantenere la carne bianca (poco nutriente) che sarà la ricercata "fettina".


La mucca da latte

Il latte naturalmente destinato al vitello viene consumato da noi.
La mucca viene allevata in BOX sempre con
1) illuminazione artificiale
2) ventilazione artificiale
3) mungitrice meccanica
4) sincronizzazione dei calori con trattamento ormonali che producono poliovulazioni (gli embrioni vengono trapiantati in altre bovine: embriotransfert).
Quando la lattazione diminuisce la mucca viene abbattuta.


Il bovino da latte

Viene riunchiuso in un box angusto da solo o con altri coetanei finchè non sarà macellato.


I suini

Anche i maiali passano la loro breve vita in batteria. I maschi vengono castrati a circa 25 giorni (spesso senza anestesia) per evitare uno sgradevole odore nei prosciutti.


Le scrofe

Le scrofe in gravidanza in alcuni allevamenti CEE sono immobilizzate in box e legate a catena corta.


I polli

Le galline ovaiole vivono la loro vita in gabbie sovraffollate, stimolate da mangimi , ricchi di proteine e ormoni di sintesi, a deporre ininterottamente uova fino a prolasso dell'utero.
Nei capannoni vi è costantemente 1) illuminazione artificiale 2) ventilazione artificiale.
Anche i polli da carne vivono ammassati in batterie fino alla morte.
I pulcini in sovrappiù vengono triturati vivi in apposite macchine per essere trasformati in mangime oppure soffocati in massa in sacchi di polietilene.


Animali tecnologici

Negli allevamenti intensivi , temperatura, alimentazione, farmaci , controlli sono regolati dal computer.
Si parla di "ANIMALI TECNOLOGICI ", di "MACCHINE" perchè non sono rispettati i principi della biologia, della fisiologia, dell'etologia nei confronti degli animali rinchiusi negli allevamenti intensivi.
Il fine unico degli allevatori è esclusivamente la maggior produzione possibile.
Le condizioni di vita innaturali come
l'impossibilità di movimento
la privazione della luce solare
la privazione di un ambiente naturale
la privazione di una vita naturale
producono aggressività, alterazione del comportamento, della sessualità e dell'equilibrio psico-fisico.


Patologie animali

L'alimentazione a base di mangimi composti da farine di carne (anche per gli erbivori), scarti di macellazioni, zuccherifici, oleifici chimicamente inquinati, da riciclaggio di deiezioni, arricchiti da minerali, vitamine sintetiche e additivi chimici puo' provocare patologie: aterosclerosi, ulcere, tumori, anemie, tossicosi, turbe gastro-intestinali, infezioni dismetaboliche.
Per prevenirle o curarle vengono somministrati agli animali farmaci, in particolare antibiotici e cortisonici che aprono la strada ad altre patologie come la peste suina, l'encefalopatia spongiforme dei bovini, la tubercolosi, la brucellosi , l'idatidosi (le ultime tre sono zoonosi cioè malattie trasmissibili all'uomo).


Pratiche, tecniche e strumenti di tortura

Contenzione per tenere immobilizzati gli animali si usano:
torcilabbro per i cavalli
mordecchia per i tori
anelli nasali per i tori
bloccamuso per i suini
Identificazione per riconoscere gli animali si usano:
marche auriculari
marcature a fuoco o azoto liquido
pinze a trancia per numerare le orecchie.
taglio delle corna
nel vitello si usa la causticazione chimica.
nei tori si usano anelli dolorosi alla base del corno oppure seghe elettriche o a filo.
taglio dei denti
si pratica nei suini per evitare che si mordano (con seghe o tenaglie).
repressione dell'aggressività
debeccaggio dei polli e occhiali di plastica per polli per impedire il cannibalismo.
castrazione del maialino.


Trasporti

I viaggi
Se in alcuni allevamenti industriali gli animali vengono macellati sul posto, in molti casi sono soggetti a commerci, compravendite, mostre, quindi a spostamenti mediante brevi o lunghi viaggi da nord a sud, da est a ovest, per essere uccisi in paesi diversi e lontani da luoghi di origine.
Carichi di farmaci e di stress,trascinati via dall'allevamento al veicolo e imprigionati in camion, treni, aerei, navi partono per viaggi anche di settimane subendo nuovi stress, traumi, lesioni, ferite, malattie e morte.
* le specie più suscettibili di sofferenza sono: equini, suini, pollame, bovini giovani, bovini adulti, caprini.
* nei suini il 70% dei decessi avviene per shock cardiogenico e nei polli per collasso cardiocircolatorio.


Principali cause di sofferenza

Spostamento, carico e scarico
modi bruschi e violenti del personale fino a bastonate violente sui garretti,sugli stinchi, sugli occhi e sul naso (proibite dalla legge)
rampe ripide e sdrucciolevoli
cadute
densità di carico
sovraffollamento, sottoaffollamento, prolungata stazione eretta
modalità di viaggio
pavimento difettoso
stabbi sprovvisti di lettiera
guida negligente, accelerazioni, frenate
eccessiva durata del viaggio
rumori, vibrazioni
fattori metabolici
mancata e/o insufficiente abbeverazione e alimentazione
fattori ambientali
sbalzi di temperatura
insufficiente ventilazione
gas nocivi


Fiere e mercati

Sono luoghi in cui gli animali allevati (quasi un miliardo di capi all'anno in Italia), provenienti da tutte le zone del nostro paese, a fine carriera,vengono esposti, contrattati e poi ritrasportati a vari mattatoi.


Macellazioni

Avvio

L'avvio alla morte e l'attesa nei recinti sono momenti di grande sofferenza spesso aggravata da mezzi e modi violenti da parte del personale (calci, bastonate, uso di pungoli elettrici) per bovini, suini, ovini e ancor più massacranti per polli e conigli che viaggiano in gabbie anguste le quali spesso cadono pesantemente. Immobilizzazione
Poi c'è l'immobilizzazione degli animali con mezzi meccanici nei macelli industriali e con mezzi manuali nei casi di mattazione familiare.


Stordimento

Lo stordimento è la pratica fondamentale per evitare all'animale la coscienza e il dolore della morte.
La legge prevede per lo stordimento:
a) la pistola a proiettile captivo per bovini,equini, bufalini, ovini e in parte suini
b) l'elettronarcosi per suini, ovini e caprini
Iugulazione

Subito dopo la stordimento deve essere eseguita la iugulazione cioè il taglio che interrompe l'affluso del sangue al cervello.


Sofferenza, paura, angoscia

Ma è ovvio che in tutte queste fasi la sofferenza, paura e angoscia non possono essere eliminate totalmente.
Esistono deroghe più o meno legali come per la macellazione familiare degli ovini in particolare degli agnelli e per la macellazione rituale in cui la iugulazione secondo i riti islamico e ebraico avviene senza stordimento.
Effetto carni

La carne dopo la macellazione è infestata dai batteri in putrefazione.
Lo stress prolungato, la paura degli animali vivi producono sulle loro carni "macellate" notevoli quantità di adrenalina.
Nelle carni passano sostanze tossiche: residui di pesticidi, antibiotici, ormoni, metalli e additivi chimici.
Quindi si tratta di cadaveri di animali malati e inquinati.
Anche nel latte si trovano egualmente residui di farmaci e ormoni, spesso fluoruri e stronzio 90.

Il cibo "prelibato", il famoso "patè de fois gras" non è altro che un fegato malato.
Anatre ed oche sono costrette a mangiare 1300 grammi di granoturco, tutti i giorni, per un periodo di un mese (come se un uomo fosse forzato a mangiare più di 12 Kg di spaghetti).


La pesca

Guerra al mare

10 miliardi di animali pescati ogni anno in Italia.
6 milioni di quintali di pesce importati dall'estero.
Crostacei, aragoste, balene, delfini, tonni, pesci di ogni tipo e misura trasportati vivi, surgelati o inscatolati in tutto il mondo: questa è l'industria della Pesca.


"Flotte da pesca"

Ogni paese che si affaccia sul mare trae gran parte della propria ricchezza dal mare, ma oggi con mezzi sempre più sofisticati e pericolosi.
La pesca intensiva usa sistemi distruttivi di varie specie animali: ad es. in Giappone le enormi reti pescano oltre ai pesci, milioni di uccelli e animali marini.


La "flotta italiana"

Nel nostro paese nel Mar Ligure e nel Mar Tirreno la reti pelagiche lunghe decine di chilometri e alte circa 30-40 metri colpiscono, oltre ai pescispada, anche delfini, tartarughe, capidogli e persino balene (che vengono trovati mutilati delle pinne e della coda), nonchè esemplari giovani di molte altre specie ittiche, nonostante le proteste di ambientalisti e animalisti.

In Sicilia persiste la tradizionale e sanguinaria mattanza dei tonni che vengono uccisi in un angusto spazio d'acqua.
La sofferenza e l'atroce morte dei mammiferi marini e dei pesci di grossa mole non ci deve far dimenticare la stupida e crudele pesca sportiva e tutte le agonie dei pesci presi all'amo o con le reti per scopi commerciali o ludici.
Anche i pesci soffrono il modo migliore per evitare l'agonia è la surgelazione subito dopo la pesca.


Acquacoltura

L'acquacoltura tende a fare della pesca ciò che si fa con i vitelli: un allevamento programmato di merce viva da cui trarre il massimo del profitto, stimolandone l'aumento di peso e la proliferazione.

Tomás de Torquemada
16-05-02, 02:19
"Adesso posso guardarti in pace. Non ti mangio più"
(Franz Kafka, guardando una mucca negli occhi)

Orazio Coclite
30-05-02, 03:35
Originally posted by Tomás de Torquemada
Caro Orazio Coclite,

grazie per questo ulteriore, bellissimo intervento...

Quando, alcuni anni addietro, ho imboccato consapevolmente un certo percorso interiore, mi sono reso conto che pretendere anche solo di aspirare a certe mete senza compiere una scelta di vita che fosse, innanzitutto, rispettosa delle creature innocenti - alle quali il degradatissimo Occidente infligge attimo per attimo sofferenze gratuite ed efferate... - sarebbe stata un'assurdità insanabile... Senza contare la ripugnanza, anche igienica e perfino gastronomica, insita nell'addentare cadaveri in putrefazione (molti non sanno cosa sia la frollatura, altrimenti non metterebbero più piede in macelleria... :D)...

Notavi acutamente che anche l'instaurazione di un sano regime alimentare è, di solito, il risultato ultimo di un percorso ascetico, e quindi, il più delle volte, è graduale... Si va incontro a disagi, fastidi, tentazioni, ricadute seguite da pentimenti... Ma ci si rialza e si continua... Per certi aspetti invidio i pochi, straordinari, individui capaci di saltare questo periodo intermedio... Tuttavia, credo che la lotta lunga e dura aiuti poi a gustare meglio il trionfo del guerriero... Perché le più belle vittorie sono quelle che si conseguono contro la parte peggiore di se stessi, in un progressivo cammino di autoformazione... :)

Detto questo, se permetti approfitto subito della tua disponibilità... Hai un prospetto degli alimenti contemplati - oltre che di quelli esclusi... - dalla dieta vegan?

Con immensa stima.
Caro Tomás, grazie per l'ottimo contributo alla discussione. A breve aggiornerò questo 'thread' con nuovo materiale. Per l'intanto vorrei dare risposta al quesito posto in chiusura da Tomás, ovvero: "Hai un prospetto degli alimenti contemplati - oltre che di quelli esclusi - dalla dieta vegan?"


Perché diventare vegan?

La ragione fondamentale per decidere di diventare vegan è il rispetto per tutti gli animali. Chi segue questo stile di vita considera gli animali non dei semplici oggetti, ma esseri sensibili con un loro valore intrinseco. Un vegan, quindi, evita di consumare prodotti di origine animale come carne, uova, latticini, pelle, lana, prodotti testati o prodotti che ne contengono. Si rifiuta di tenere gli animali in gabbia, di comprarli, non visita zoo o acquari, non va al circo, non assiste a palii e feste che utilizzano animali. Evita tutto quello che comporta la sofferenza e/o la morte per gli animali. Ogni anno miliardi di animali sono trasformati in prodotti alimentari e questo comporta per loro una esistenza fatta solo di sofferenze, una esistenza che somiglia molto più ad una lunga morte che ad una seppur breve vita.Chi compie la scelta vegan rifiuta di essere causa di tutto ciò.


Per la salute

I dati epidemiologici parlano chiaro: i vegan godono di salute migliore rispetto agli onnivori (Barnard et al., 1995; Chang-Claude et al., 1992; Kahn, et al., 1984; McMichael, 1992; Messina e Burke, 1997; Thorogood et al., 1992). In particolare la dieta che elimina (completamente) i cibi animali è in grado di ridurre considerevolmente l'incidenza di numerose patologie, in primo luogo quelle cardiache e tumorali che sono le prime cause di morte nei paesi industrializzati e le più difficili da curare. I vegan si ammalano meno di tumore, ipertensione, infarto, ictus, diabete, obesità, osteoporosi, calcoli.


Per la possibilità di nutrire tutti

Se diventassimo tutti vegan si potrebbero coltivare i vegetali necessari a soddisfare le esigenze alimentari di tutta la popolazione della Terra. Il perché è molto semplice: la produzione di alimenti animali necessitano di quantità molto elevate di prodotti vegetali da destinare all'alimentazione degli animali allevati. Se tali prodotti vegetali fossero direttamente destinati al consumo umano si potrebbero nutrire molte più persone. Il cibo vegetale con cui sono nutriti gli animali viene trasformato in "cibo animale" (carne, latte, uova) per gli umani. Tuttavia durante il processo di trasformazione si ha una notevole perdita delle proteine e dell'energia contenute nei vegetali dato che parte dei nutrienti vegetali serviranno semplicemente a sostenere il metabolismo degli animali e a produrre anche tessuti non commestibili. Destinando un ettaro di terra all'allevamento bovino otterremmo in un anno 66 chilogrammi di proteine. Invece, destinando lo stesso terreno alla coltivazione della soia otterremmo nello stesso tempo 1848 chilogrammi di proteine, cioè 28 volte di più (Lorenzi, 1998; OCSE, 1982).


Per l'ambiente

Non ci sono dubbi: la produzione di alimenti vegetali è molto più ecologica della produzione di carne, latte, uova. Se è necessaria meno terra per sfamare un vegan rispetto ad un onnivoro è chiaro che l'impatto ambientale di miliardi di esseri umani che mangiano carne sarà nettamente superiore rispetto ad un'umanità vegan perché non dovranno essere abbattute le foreste per lasciare spazio ai pascoli, si dovrà utilizzare meno energia sotto forma di combustibili fossili per coltivare i campi (e questo a sua volta ridurrà l'emissione di gas che provocano effetto serra), meno pesticidi e meno fertilizzanti (entrambi prodotti estremamente inquinanti). Alcuni dati possono confermare quanto sopra: nella foresta dell'Amazzonia l'88% dei terreni disboscati è adibito a pascolo (WWF Report, 1997), quasi il 70% delle zone disboscate del Costa Rica e del Panama sono state trasformate in pascoli (Caulfield, 1985), a partire dal 1960 oltre un quarto delle foreste del centro America sono state abbattute per ottenere spazio per gli allevamenti (Caulfield, 1985); per ottenere un chilogrammo di farina è necessario utilizzare circa 22 grammi di petrolio, per produrre un chilogrammo di carne è necessario impiegare 193 grammi di petrolio: quasi nove volte tanto (OCSE, 1982), tant'è vero che secondo Ernst U. Weizäcker del Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy, il contributo all'effetto serra dato dagli allevamenti è circa pari a quello dato dalla totalità del traffico degli autoveicoli nel mondo (Weizäckher,1992). Inoltre, ogni anno in Italia l'inquinamento che viene direttamente dagli allevamenti genera circa cento milioni di quintali di deiezioni animali. Le deiezioni sono caratterizzate da una alto contenuto di metalli pesanti, quali zinco e rame, che sono somministrati artificialmente agli animali e che possono raggiungere nel terreno concentrazioni notevoli, al limite della fitotossicità; inoltre sono causa di una vera e propria "fecalizzazione ambientale" delle falde acquifere, sempre più contaminate da nitrati e nitriti (Marchesini, 1996). Oltre al contenuto organico e al contenuto di metalli pesanti degli escrementi animali esiste il problema dei residui dei farmaci somministrati agli animali (soprattutto antibiotici ed ormoni) (Marchesini, 1996).


A cosa dice NO chi e' vegan

Un vegan dice no a tutto ciò che significa sfruttamento e sofferenza degli animali: fra l'altro dice no a carne, pesce, uova, latticini, miele, pelle, seta, piume, lana. La quasi totalità della carne che gli uomini mangiano deriva da animali cresciuti in allevamenti intensivi, rinchiusi in ambienti incompatibili con le loro esigenze fisiologiche, privati di qualunque libertà di movimento, alimentati al solo fine di produrre il massimo nel più breve tempo possibile e infine uccisi sistematicamente e senza pietà in quelle macabre "catene di smontaggio" che sono i macelli. La morte degli animali d'allevamento è preceduta dal trasporto lungo ed estenuante verso il mattatoio. Stipati nei camion, senza potersi muovere, senza poter bere o mangiare, gli animali arrivano al macello in gravi condizioni di stress, spesso così debilitati da non riuscire nemmeno ad alzarsi.


Perché NO al latte

Nonostante la credenza comune, le mucche, e anche i vitellini, vengono uccisi nel ciclo produttivo del latte e dei suoi derivati. Se le mucche fossero libere vivrebbero venti o più anni, negli allevamenti invece vengono macellate a tre/cinque anni quando iniziano a produrre meno latte; i loro vitellini sono destinati al macello a poche settimane di vita (carne di vitella) o fatti ingrassare e macellati dopo circa due anni (carne di manzo). Il latte viene prodotto da mucche inseminate artificialmente, se non fossero ingravidate e quindi non mettessero al mondo i vitelli destinati al macello, non produrrebbero latte (Bittante et al., 1993). Inevitabilmente, chi consuma latte e/o i suoi derivati, incentiva la produzione di carne. Le mucche sono geneticamente selezionate per produrre quanto più latte possibile, sebbene questo induca negli animali delle tare genetiche che sono causa di immani sofferenze per tutta la loro vita. I vitelli vengono strappati a poche ore dalla nascita alle loro madri perché non ne bevano il latte. Quelli destinati a produrre "carne di vitella"(bianca e tenera come la richiedono i consumatori) sono spesso isolati e imprigionati in box, e alimentati con una dieta che li rende anemici. Per questi motivi i vegan rifiutano il latte e i derivati. Non importa sapere se il formaggio possa contenere o no caglio animale (preso dallo stomaco dei vitelli macellati): anche senza caglio animale il formaggio deriva dallo sfruttamento e dalla morte degli animali che servono al suo ciclo produttivo.


Perché NO alle uova

Nonostante la credenza comune, le galline, e anche i pulcini maschi, vengono uccisi nel ciclo produttivo delle uova. Le galline libere vivrebbero circa quindici anni, mentre negli allevamenti (nei capannoni ma anche all'aperto) vengono sgozzate a circa due anni, per diventare carne di seconda scelta, non appena la loro produttività diminuisce sotto un livello fissato dall'allevatore. Inevitabilmente, chi consuma le uova, incentiva la produzione di carne. Appena nati i pulcini vengono separati: i maschi vengono avviati all'allevamento di polli da carne o buttati vivi in un tritacarne per diventare mangime o ancora vengono uccisi soffocandoli con del gas., Le femmine invece sono avviate alla produzione di uova (Bittante et al., 1993). Le uova finiranno sul mercato o serviranno a far nascere altri pulcini. A tutti viene tagliato il becco, senza anestesia, per evitare che si feriscano a morte.


Perché NO al pesce

La morte dei pesci, sia di allevamento che pescati nei mari, avviene sempre per soffocamento: una sofferenza lunga e atroce. Solo perché si tratta di una sofferenza silenziosa non viene tenuta in nessuna considerazione, al punto che passare del tempo in compagnia di pesci agonizzanti è considerato un'attività piacevole e rilassante. La carne del pesce non è poi così sana come viene pubblicizzato. I nutrienti potenzialmente utili che il pesce fornisce a chi lo consuma sono essenzialmente proteine e ferro, contenuti entrambi in quantità adeguate in una dieta vegan (Craig, 1994; Messina e Burke, 1997). Mentre qualcuno afferma che alcuni acidi grassi della famiglia degli omega-3 (il DHA e l'EPA), contenuti soprattutto nel pesce, ridurrebbero l'incidenza di malattie cardiovascolari, altri studi hanno rilevato che chi mangia spesso pesce ha una maggiore incidenza di patologie cardiache (Ascherio et al.,1995) o, comunque, che il pesce non ha effetti protettivi (Mann et al.,1997). è ampiamente dimostrato che nei vegan l'incidenza di queste patologie è decisamente inferiore rispetto agli onnivori (Messina e Burke, 1997) e i cibi vegetali (in particolare l'olio di lino, le noci, il germe di grano, la soia e suoi derivati) contengono un tipo di acido grasso della famiglia degli omega-3 (l'acido alfa-linolenico) che l'organismo umano è in grado di convertire in DHA ed EPA (Davis, 1998). Inoltre il pesce contiene anche altri grassi saturi (molto ridotti nei cibi vegetali) e colesterolo (del tutto assente nei prodotti vegetali), sostanze che sicuramente aumentano l'incidenza di patologie cardiovascolari. Infatti la dieta elaborata dal medico statunitense Dean Ornish, l'unica in grado di apportare, senza l'uso di farmaci, sostanziali miglioramenti nelle persone affette da malattie cardiovascolari, è praticamente vegan e non prevede il pesce (né, ovviamente, la carne) (Ornish et al., 1990). Un altro problema è l'elevato contenuto di inquinanti tossici del pesce che è tra le prime cause dell'esposizione umana alla diossina, come evidenziato da Environmental Protection Agency (1994) e al mercurio, come riportato da Mahaffy e Rice (1997), sostanze che ne rendono sconsigliabile il consumo per via dei loro accertati effetti cancerogeni e neurotossici, specie per i bambini. A conferma di ciò uno studio giapponese ha dimostrato un aumento dell'incidenza di cancro e patologie neurologiche nei consumatori di pesce (Acta Pathologica Japonica, 1982). La dieta migliore per limitare al massimo l'assunzione di queste sostanze tossiche è quella vegan (Hall, 1992). Inoltre gli allevamenti di pesci non sono una soluzione ecologicamente ed economicamente valida perché gran parte dei pesci allevati sono alimentati con farine proteiche spesso ottenute triturando altri pesci "di scarto" (Safina, 1995) pescati a maggiori profondità. Questo non fa che aumentare lo sfruttamento dei mari dato che viene favorito il mercato dei pesci meno pregiati, contribuendo così a danneggiare gli ecosistemi marini anche a maggiori profondità. Inoltre gli allevamenti ittici sono altamente inquinanti (per via delle grosse quantità di liquami prodotti -fino ad una tonnellata di rifiuti solidi per ogni tonnellata di pesce prodotta- e dei farmaci utilizzati) (McGinnn, 1998), necessitano di ampi spazi lungo le coste o di enormi quantità di acqua dolce.


Perché NO al miele

Alcuni sostengono che le api, a differenza di altri animali, vivono in libertà‚ e non vengono uccise per la produzione del miele. In realtà il miele soprattutto quello industriale (la maggior parte di quello in commercio) viene prodotto in maniera alquanto crudele. E a causa dell'apicoltura muoiono molte api. Per questo i vegan non mangiano miele né utilizzano i prodotti degli alveari. Il miele è il "vomito" dell'ape: ingoiato il nettare, essa lo rigetta e vi aggiunge enzimi mescolandolo con le proprie secrezioni digestive. La mistura viene poi rigurgitata, per essere ulteriormente digerita da altre api. Non contiene sostanze nutritive rilevanti per l'alimentazione umana. L'Apis mellifera possiede un sistema nervoso sviluppato (Snodgrass, 1956) e quindi la capacità di provare dolore. L'industria sfrutta e uccide le api per sottrargli miele, propoli, cera e le sottopone a manipolazioni continue, regimi alimentari forzati e innaturali, inseminazione artificiale e vivisezione. Gli apicoltori non si limitano a sottrarre alle api il miele prodotto in eccesso; al contrario, spesso si estrae tutto quello immagazzinato nel periodo estivo e si nutrono le colonie con sciroppo di zucchero per tutto l'inverno (Tew, 1996). Non essendo esso l'equivalente adeguato della dieta naturale, espone le api a diverse malattie e quindi abbassa la loro durata di vita. Per questo motivo, allo zucchero vengono spesso aggiunti diversi antibiotici (tetraciclina, terramicina) che espongono le colonie selvatiche ad un maggior rischio di epidemie. Per evitare che la colonia consumi il miele immagazzinato prima dell'inverno, che può superare i 25 chilogrammi, gli apicoltori distruggono gli alveari e acquistano una nuova colonia a fine inverno (Shimanuki e Sheppard, 1992). Fra i metodi che vengono usati per intervenire negli alveari possiamo citare scuotimento, getti d'aria, infumicazione, surriscaldamento. Per confinare le api lontano dall'area nella quale hanno raccolto il miele, vengono usate apposite trappole. Nel processo di verifica delle condizioni dell'alveare e di estrazione del miele, anche il più attento degli apicoltori non potrà fare a meno di calpestare e uccidere un buon numero di api. Le regine vengono soppresse ogni due anni (in natura vivono fino a cinque), quando la loro capacità di deporre uova declina, rendendone il mantenimento economicamente svantaggioso. La loro inseminazione artificiale provoca la morte del maschio; il metodo più diffuso per ottenere lo sperma, infatti, consiste nella decapitazione del maschio (quando la testa viene staccata, il sistema nervoso centrale riceve un impulso elettrico, che provoca eccitazione sessuale). A volte, testa e torace del maschio vengono schiacciati per provocare l'uscita dell'endofallo. Lo sperma di diversi esemplari viene raccolto e l'inseminazione della regina, anestetizzata con ossido di carbonio, avviene all'interno di un apposito contenitore tubolare. Per aprire la vagina ed iniettarvi il seme, vengono adoperati microscopici uncini.
Così come non consumano il miele i vegan non utilizzano nessun altro prodotto ricavato dalle api:
- cera: la secrezione con la quale le api costruiscono gli alveari viene usato nella produzione di cosmetici, farmaci, vernici, candele e alcuni tipi di carta;
- veleno: per raccoglierlo viene stesa una membrana elettrificata di fronte all'alveare che dà una scossa alla quale le api reagiscono, pungendola (e così morendo); il veleno che depositano viene commercializzato per le sue indimostrate virtù curative;
- polline: questa sostanza può risultare più nutriente di altri cibi soltanto se ingerito in quantità dell'ordine di qualche chilo;
- pappa reale: la pappa reale costituisce la sola fonte di sostentamento dell'ape regina e ciò che le permette di diventare tale. Rispetto a 500 milligrammi di pappa reale, 30 grammi di fiocchi di mais contengono 30 volte più tiamina e riboflavina, 90 volte più niacina e circa 400 volte più acido folico; non esiste seria ricerca medica che abbia dimostrato effetti terapeutici nel consumo di pappa reale (Schmidt e Buchmann, 1992);
- propoli: questa resina che le api raccolgono dagli alberi viene da loro usata per tappare i buchi dell'alveare. Per le api è anche un antibiotico, un antivirale e un funghicida naturale, per gli umani viene adoperato per le infezioni gengivali e mal di gola o come integratore alimentare.


Si può ovviare comprando uova, latte e carne dal contadino?

C'è chi pensa che i contadini non provochino sofferenze agli animali che allevano e quindi che il consumo di uova, latte e carne del contadino siano tollerabili. Ma quasi sempre questo preconcetto non corrisponde alla realtà. Spesso i contadini, abituati da sempre ad uccidere i loro animali, trattano questi senza molti scrupoli e a volte l'uccisione dei maiali, conigli, polli... in barba alla legge, avviene all'interno delle mura domestiche senza anestesia.


I prodotti "biologici"

Il termine "biologico" indica solamente un tipo di agricoltura praticata senza l'uso di sostanze chimiche; non costituisce una garanzia né per vegan né per animali. Chi compra le uova biologiche contribuisce comunque all'uccisione dei maschi (polli) e delle galline ovaiole quando non sono più produttive. Agli animali poco importa se vengono ospitati in una fattoria di prodotti biologici se i "prodotti" sono loro stessi. Anche in una fattoria biologica esiste lo sfruttamento e l'uccisione degli animali. Sarebbe impensabile mantenere a vita tutti i vitelli nati dalle mucche per avviare la produzione del latte. I vitelli occuperebbero una quantità di terreno enorme e "sfrutterebbero" il suolo per la durata di tutta la loro vita. Quanto verrebbe a costare il latte prodotto così? Non c'è scampo: bere latte (anche biologico) significa mandare i vitelli al macello.


Abiti e accessori

Non esiste un look vegan. Quello che ci accomuna è solo la scelta etica. Fortunatamente, nella moda di oggi non c'è che l'imbarazzo della scelta: dalle borse di Mandarina Duck che hanno fatto tendenza lanciando il prodotto realizzato con tessuto alle scarpe di Vegetarian Shoes (disponibili al sito www.vegetarian-shoes.co.uk) nate appositamente per soddisfare le esigenze degli animalisti. Realizzate in materiali confortevoli, traspiranti a prova di pioggia e indistruttibili. Fra questi Vegetan e Lorica (prodotta in Italia), materiale utilizzato anche nell'industria dell'arredamento per divani e per gli interni di automobili. Il pile, caldo e morbido (non pizzica!) indispensabile in un abbigliamento sportivo ha reso caldo l'inverno dei vegan. Quello utilizzato da Patagonia per realizzare maglioni deriva materiali innovativi e dal riciclo delle bottiglie di plastica. I tessuti "man-made" ottenuti in laboratorio sono ingualcibili e piacevoli al tatto, vantano qualità antistress, sono traspiranti e antibatterici e il loro utilizzo è vantaggioso rispetto alle fibre di origine animale: il Fibrefill, che sostituisce le piume per i giacconi invernali, li rende superiori per praticità e prestazioni. L' Alcantara, la ciniglia di cotone, la viscosa rendono la vita facile ad animali e vegan. (Altro posto dove reperire in Italia scarpe, cinte e portafogli in materia sintetica è http://www.lescarpedilinus.com)


Perché NO alla pelle

La pelle viene generalmente considerata un sottoprodotto dell'industria della carne ma giudicando dall' enorme giro d'affari che essa muove non può essere definito un prorotto di secondaria importanza. La pelle è in stretto collegamento con l'industria della carne e del latte. Se si smettesse di mangiare la carne di animali la loro pelle non sarebbe disponibile per farne scarpe, borse, divani. Ma se si smettesse di usare la pelle il mercato della della carne ne risentirebbe. L'unico modo per rompere questo ciclo di sofferenza è di smettere di mangiare carne e di usare pelle (Animal Amnesty, 1994)


Perché NO alla lana

L'allevamento. La lana fa parte di quei prodotti che a prima vista non sembrano particolarmente cruenti, ma come in tutti gli altri casi di prodotti animali, lo sfruttamento e la sofferenza sono una costante, determinati dalla costante ricerca del profitto. La maggior parte della lana, a livello mondiale, proviene dalla Australia; essendo un mercato grande e proficuo, le greggi sono composte da migliaia di pecore, e quindi, come diretta conseguenza, l'attenzione per le necessità ed i problemi del singolo animale diventa anti-economico. Come negli altri tipi di allevamenti intensivi, un alto livello di mortalità, soprattutto nelle prime settimane di vita, viene considerato normale, ed è compensato economicamente appunto dal gran numero di animali presenti nel gregge. Per gli animali sopravvissuti, la vita nel gregge non è facile. Poche settimane dopo la nascita, vengono tagliate le code, senza anestesia, e per gli agnelli si procede alla castrazione (anch'essa praticata quasi sempre senza anestesia). In seguito, si procede con un'altra barbara mutilazione, che consiste nello strappare ampie strisce di pelle dalle zampe posteriori, attorno alla zona dell'ano. In Australia, la razza di pecore più comunemente allevata è la merinos, appositamente cresciuta con la pelle grinzosa, cioè dotata di molte pieghe, grazie alle quali la lana prodotta è maggiore rispetto ad una pecora normale. Questo sovraccarico innaturale di lana causa spesso problemi durante i periodi più caldi, poiché gli animali sono sfiniti dalla calura, e nelle pieghe della pelle si accumulano facilmente urine e feci. Sono quest'ultime che attirano le mosche a deporre le loro uova, causando notevoli problemi agli animali quando nascono le larve. Ed è appunto per cercare di prevenire questo che gli allevatori strappano larghi brandelli di pelle alle pecore; nonostante ciò, spesso le mosche arrivano a deporre le uova sulle ferite sanguinanti, prima che abbiano il tempo di guarire. Benché ci sia il sospetto che questa pratica possa causare la morte di più animali di quanti non ne salvi, la pratica di questa barbara mutilazione continua. La tosatura. La tosatura è spesso una attività violenta. Le pecore vengono tosate in primavera; i tosatori vengono usualmente pagati per volume e non per ora, e questo significa che lavorano il più veloce possibile, usualmente senza la benché minima cura per l'animale. Inoltre, risulta molto importante il momento in cui viene effettuata la tosatura, dato che se viene fatta troppo tardi si perde lana, e quindi soldi; perciò, nell'affrettarsi generale, ogni anno un gran numero di pecore muore perché esposta alle intemperie dopo una tosatura prematura. Infine, mostrando ancora una volta la perfetta analogia con gli altri tipi di allevamento moderni, le pecore, quando iniziano a diventare "improduttive", vengono immediatamente mandate al macello per essere sostituite con animali più giovani e redditizi. è inutile sottolineare come prima di arrivare al macello, le pecore siano quasi sempre costrette ad un lungo ed estenuante viaggio, durante il quale spesso non hanno neanche la possibilità di bere e mangiare; inoltre si deve anche tener conto che le pecore sono animali timidi per loro natura, e si spaventano facilmente, per cui soffrono molto dello stress del viaggio, oltre di quello causato dalla vita nell'allevamento.


Perché NO ai piumini e alla seta

I piumini. Le piume per le imbottiture vengono strappate senza anestesia alle oche. Queste vengono prese per il collo e poi legate per le zampe o semplicemente immobilizzate tra le ginocchia dell'addetto. Una volta terminata l'operazione, la pelle delicata dell'oca, terrorizzata e dolorante, viene spolverata di disinfettante fino al prossimo spiumaggio. Lo spiumaggio inizia all'età di otto settimane e di solito viene ripetuto ogni due mesi per ancora due o tre volte. Dopo di ché l'oca viene uccisa per la carne d'oca o alimentata forzatamente e poi uccisa per produrre paté de foie gras. Una parte di piume deriva invece dall'uccisione delle oche. Ma a prodotto finito è impossibile sapere se il piumaggio viene da oche vive o morte. Poco cambia per un consumatore etico che non comprerebbe comunque un prodotto che comporta la sofferenza o l'uccisione di animali. La seta. Anche la seta è un prodotto della morte. La seta deriva dal bozzolo di una farfalla; occorrono 1500 bachi per fare 100 grammi di seta. Per impedire che il baco possa uscire dal bozzolo mangiando la parete e quindi rompendo i fili di seta, le larve sono uccise con l'ebollizione, oppure nel forno a microonde.


Ingredienti nascosti

Leggendo attentamente le etichette e informandoci possiamo evitare di acquistare prodotti insospettabili che contengono invece componenti di origine animale. Per fare qualche esempio: le pellicole fotografiche contengono gelatine animali, molti contraccettivi sono testati su animali o contengono sostanze animali, la birra e il vino possono essere prodotti con l'uso di sostanze animali, le candele vegan sono solo quelle di paraffina...

white_rage
30-05-02, 04:04
Cari Amici, vi ringrazio per le interessanti riflessioni volendo aggiungere che la questione della dieta puo' essere soggetta di notevoli sviluppi che vanno ben al di la' della sfera fisica.

Innanzitutto occorre dire che non vi e' una dieta adatta per tutti.
La medicina tradizionale distingue gli esseri umani in vari tipi, a seconda delle preponderanze di certe forze particolari sulle altre. La risultante equazione personale detterebbe una dieta ideale che l'essere umano dovrebbe segiure per conseguire uno stato ottimale di salute.

A cio' si riferiva la dottrina degli Umori della Medicina Occidentale.
Oggi, e' la Medicina Cinese a preservare residui di tali nozioni. Essa distingue cinque forze determinanti che sono associate ai cinque organi primari di Cuore, Polmoni, Reni, Fegato e Milza.

La cucina tradizionale cinese pertanto segue la regola dei Cinque Elementi: il cuoco tradizionale mescolera' gli alimenti in maniera e proporzione tale da ottenere un equilibrio neutro delle forze. Pertanto, la cucina tradizionale cinese fa uso della carne, ma combinata opportunamente con altri alimenti in modo da smussarne gli effetti estremi tossici.

Una dieta quale la Vegan sarebbe indicata da un punto di vista medico per individui ad es. deboli di reni. Se ci si accorge che ci si sente fisicamente meglio seguendo una dieta puramente vegetariana (cereali, legumi, vegetali, frutta, ne' carne ne' latticini ne'uova ne' pesce) si deve sospettare una debolezza dei reni, ed e' importante seguire strettamente la dieta vegetariana pura per evitare future potenzialmente serie complicazioni.

D'altro canto, individui con una maggiore componente Fuoco (in India si direbbero Rajasici) necessitano di maggire quantita' di alimenti animali, in particolare carne. Tali individui avvertiranno un senso di spossatezza se forzati ad una dieta esclusivamente vegetariana.

Ad un piano superiore, la dieta si adatta a particolari vie ascetiche. Una via contemplativa si associa quindi ad una dieta piu' vegetale, mentre una via piu' guerriera o tantrica sinistra fara' uso di carne. In vie alchemiche estreme e pericolose, si contempla l'uso di sostanze metalliche velenose (l'uso e' tutt'oggi vivo in certi ambienti taoisti ristretti).

La dottrina fondamentale qui, e' quella della Unita' del Tutto: tutto si trasforma in tutto per gradi, per cui e' errato prendere posizioni assolutamente dualistiche quali quelle dei vegetariani ideologici o dei carnivori ad oltranza.

A seconda delle situazioni e delle condizioni, l'una dieta sara' piu' appropriata dell'altra date le presenti circostanze.

E' chiaro che la gratuita crudelta' nei confronti degli animali e' un errore: fra l'altro, l'animale in stato di sofferenza cronica secerne enzimi tossici che poi vengono ingeriti dal consumatore.
Tuttavia si noti bene che anche in questa direzione esiste una via rituale, quella del sacrificio di sangue, nella quale la vittima viene portata ad un parossismo di terrore prima di venire sacrificata: in questo caso il sacrificatore sa come trasformare opportunamente in cibo il potenziale di angoscia e di terrore della vittima.

Tradizionalmente invece quando era necessario uccidere animali per il proprio sostentamento (non ci si dimentichi che la sopravvivenza dell'essere umano giustifica la uccisione dell'animale per legge universale di gerarchia, benche' non la detti), ci si disponeva in un atteggiamento di ringraziamento rituale nei confronti dell'ente di specie colpito.

Per passare ad un piano piu' simbolico-interno, la dieta varia coll'avanzare delle fasi ascetiche: nello yoga e nel taoismo operativo, si considera lo stato dell'asceta che fa a meno di alimenti grossolani per nutrirsi esclusivamente di sottili essenze cosmico-stellari.

Vi era nei dintorni di Roma, un discepolo dell'Evola che pare si nutrisse delle dolci essenze dei fiori del suo eremo di campagna.

Cordiali saluti.

Tomás de Torquemada
31-05-02, 02:30
Originally posted by white_rage
Tradizionalmente invece quando era necessario uccidere animali per il proprio sostentamento (non ci si dimentichi che la sopravvivenza dell'essere umano giustifica la uccisione dell'animale per legge universale di gerarchia, benche' non la detti), ci si disponeva in un atteggiamento di ringraziamento rituale nei confronti dell'ente di specie colpito.

Se non ricordo male, ad esempio, gli Indiani d'America cacciavano solo in stretto rapporto alle esigenze di sopravvivenza della tribù (mai per "sport"...) e poi si scusavano con lo spirito dell'animale ucciso... Cosa "giustificata" in quel contesto, anche economico, e ben diversa dagli squallidi e orridi macelli contemporanei, ennesima spia inequivocabile del gravissimo squilibrio uomo occidentale/natura...

Grazie, come sempre, per le sue profonde riflessioni, caro white_rage... E' davvero un piacere leggerle... :)

Tomás de Torquemada
31-05-02, 02:39
Originally posted by Orazio Coclite

Caro Tomás, grazie per l'ottimo contributo alla discussione. A breve aggiornerò questo 'thread' con nuovo materiale. Per l'intanto vorrei dare risposta al quesito posto in chiusura da Tomás, ovvero: "Hai un prospetto degli alimenti contemplati - oltre che di quelli esclusi - dalla dieta vegan?"

Proprio quello che desideravo... :)

Domani lo leggerò con calma, caro Orazio Coclite... Grazie e scusami se non ho ancora riposto al tuo pvt di qualche giorno fa... Conto di provvedere già in nottata... :)

Lisetta
02-08-02, 14:21
Originally posted by Tomás de Torquemada


Se non ricordo male, ad esempio, gli Indiani d'America cacciavano solo in stretto rapporto alle esigenze di sopravvivenza della tribù (mai per "sport"...) e poi si scusavano con lo spirito dell'animale ucciso... Cosa "giustificata" in quel contesto, anche economico, e ben diversa dagli squallidi e orridi macelli contemporanei, ennesima spia inequivocabile del gravissimo squilibrio uomo occidentale/natura...

Grazie, come sempre, per le sue profonde riflessioni, caro white_rage... E' davvero un piacere leggerle... :)

Hai perfettamente ragione; le tribù nordamericane, spesso impossibilitate a coltivare la terra da uno stile di vita nomadico, andavano a caccia solo lo stretto necessario per sfamare la tribù. Inoltre, dimostravano sempre un grande rispetto per gli animali che davano loro da mangiare, di che costruire i tepee, di che coprirsi: nulla di quello che veniva considerato un dono della madre terra veniva sprecato. E soprattutto, il responsabile della battuta di caccia individuava l'animale da abbattere seguendo alcune semplici regole: non doveva essere un'animale giovane, ne' una femmina gravida o con cuccioli, ne' il maschio dominante del branco; in sostanza, cacciavano quegli animali la cui perdita avrebbe arrecato il minor danno al branco. E non dimentichiamo che il bisonte era un Animale Medicina...

antimes(88)
16-08-02, 22:19
il fatto è che le culture tradizionali, non ancora corrotte dal consumismo tipico dell'età borghese, mantengono un grande rispetto per i frutti della Terra, perchè ne sentono il profondo legame...questo è dunque tratto comune agli indiani d'america come per i grandi popoli dell'età passata.

Saluti animalisti.