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Visualizza Versione Completa : Confindustria: Stato assente in SRD, W Forza Paris



tziku
08-05-02, 00:57
www.unionesarda.it

Appello del presidente di Confindustria Riccardo Devoto

«Lo Stato è assente, serve un Patto per la Sardegna»


«Serve un Patto per la Sardegna, oltre le parole, i proclami, le visite ufficiali e i riflettori. La nostra Isola ha bisogno di una corsia preferenziale, perché è completamente diversa dalle altre regioni d’Italia». È l’appello che Riccardo Devoto, presidente della Confindustria, rivolgerà al ministro dell’Interno. Chiederà, a nome degli imprenditori delle quattro province, un impegno concreto, «perché il nostro coraggio non basta più e lo Stato continua a brillare per la sua assenza».
Nei giorni scorsi qualcosa si è mosso. C’è stato l’interesse del presidente del Consiglio, Casini è andato a Lula, mercoledì arriverà Scajola.
Ben vengano tutti, se però alle belle dichiarazioni seguiranno i fatti. Di ministri ne ho visto tanti, passare, promettere e lasciare tutto come prima. Purtroppo a Roma si decidono le cose a tavolino, senza avere la più pallida idea delle realtà sarde e di quello che si dovrebbe fare. E la Regione non si batte a sufficienza.
Cosa intende?
Un po’ di tempo fa ero nella capitale per risolvere una questione di crediti Iva. Incontrai i sindaci di Macomer e Isili che protestavano per la chiusura degli uffici finanziari nei loro paesi. La risposta? Lo abbiamo fatto in Trentino Alto Adige, perché non in Sardegna? Loro certo non hanno idea delle condizioni in cui sono le nostre strade.
Cosa chiedete al ministro?
Che cosa ha intenzione di fare concretamente. Da un punto di vista economico, delle infrastrutture, e della sicurezza. Dove non c’è benessere e occupazione nasce la criminalità.
E Forza Paris?
Noi siamo favorevoli e se lo sono anche le comunità locali, come hanno detto, sarebbe una soluzione auspicabile. Quando c’erano i militari sono diminuiti i reati e si è creato un clima di scambio culturale e sociale. In più i militari spendevano tanti soldi nei paesi in cui operavano.
Due parole su Lula.
Azzeriamo i toni, tutta questa enfasi non può che disturbare i lulesi. A chi dice “non vi lasceremo soli” non dovremo fare sconti dopo le elezioni. E alla popolazione vorrei dire: andate a votare, non lasciatevi sfuggire quest’occasione di ritorno alla democrazia.

tziku
12-05-02, 21:26
www.lanuovasardegna.it

Scajola, la protesta dei sindaci
«Il ministro non ha affrontato i problemi dei Comuni»
In preparazione il «manifesto» delle Autonomie sarde
ZONE INTERNE La sicurezza e le riforme


CAGLIARI. «Il futuro della Sardegna non può che partire dal rinascimento dei municipi» e per questo motivo un gruppo di sindaci della Sardegna sta elaborando il «Manifesto delle Autonomie sarde». Lo comunica il coordinatore di Rinascimento sardo, Federico Palomba, in un documento che parte dalla recente visita del ministro dell'Interno, Scajola, per arrivare appunto alla stesura del Manifesto. «Non vogliamo interloquire sul metodo della visita del ministro dell'Interno Scajola, anche se la protesta espressa dai sindaci deve avere una fondata ragione».
«Riteniamo che la visita non abbia minimamente affrontato né tanto meno risolto i gravi problemi non solo delle zone interne, ma più in generale delle autonomie locali e dei loro amministratori», si legge nella nota di Rinascimento sardo. «Dato per scontato che le violenze e le intimidazioni in loro danno esigono una pronta risposta sul terreno dell'ordine pubblico, anche per evitare che si strutturi il senso di impunità degli autori, non è pensabile che una risposta repressiva, ammesso che potesse essere efficace, possa adeguatamente affrontare il problema del disagio dei cittadini».
Il documento che è aperto ad altre adesioni è firmato da Tarcisio Agus (sindaco di Guspini); Carlo Balloi (Loceri); Giancarlo Boi (Seulo); Tomaso Cordoni (Tula); Gianni Deidda (Solarussa); Antonio Deiosso (Pattada); Antonello Dessì (Arbus); Enrico Lai (Lanusei); Fedele Melas (San Gavino); Antonio Pala (Serdiana); Antonello Pilloni (Nuxis); Paolo Pisu (Laconi); Pasquino Porcu (Mores); Gianni Rassu (Siligo); Giovanni Antonio Re (Nughedu S:Nicolò); Giovanni Satta (Buddusò).
«Abbiamo sempre rifiutato un approccio giustificazionista di ogni azione di violenza, che va punita in quanto reato. Ma i comuni sono l'avamposto della democrazia e dello Stato: come tali li percepiscono i cittadini - continua il documento - che ai loro amministratori chiedono risposte ai loro diritti sociali. Pertanto, le violenze vanno prevenute la dove si annidano i disagi: perché se è vero che la sicurezza è condizione dello sviluppo, è anche vero che lo sviluppo e l'efficienza sono condizioni per la sicurezza. Per queste ragioni i municipi esigono un immediato intervento strutturali che parta dalla dignità loro riconosciuta dal nuovo Titolo V della Costituzione, che li pone allo stesso rango della Regione come soggetti di primordiale importanza nell'organizzazione della convivenza umana e nei rapporti con i cittadini».
Quando, ad esempio, da una parte si scaricano su di loro sempre nuove competenze, ma dall'altra essi non vengono finanziariamente dotati in maniera adeguata attraverso i necessari trasferimenti - conclude il documento di Rinascimento sardo - i comuni non possono che ricorrere all'aumento dell'imposizione tributaria: e anche questo contribuisce a generare profondo malcontento e senso di abbandono, soprattutto da parte dei cittadini più deboli».