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Visualizza Versione Completa : Dibattito: divieto di fumo nei condomini



Österreicher
09-05-02, 14:12
Dopo il caso "Manhattan", dove si è arrivati ad imporre il divieto di fumare dentro casa, pena l'obbligo a vendere l'appartamento, anche in Italia inizia ad affacciarsi il divieto di fumo nelle aree comuni: scale, portinerie, sottotetto, androne dei garage.
Che ne pensate?

Presto se ne discuetrà online nel sito SCINTILLA2, ma il dibattito è aperto anche qui!

Österreicher
09-05-02, 14:18
Dal Corriere.it: http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2002/05_Maggio/09/fumo.shtml

In ogni palazzo c’è almeno un diverbio che finisce in tribunale

Condomini, scattano i primi divieti di fumo

Gli amministratori: «Ma valgono solo per le parti comuni»
Ecco i sei casi delle liti più frequenti tra vicini
MILANO - Può un regolamento condominiale imporre il divieto di fumare dentro casa? Succede a Manhattan, potrebbe accadere anche da noi, dove, pur senza arrivare a questi eccessi, in qualche regolamento comincia ad affacciarsi il divieto di fumo nelle aree comuni: scale, portineria, sottotetto, persino l’androne dei garage. L’ascensore fa discorso a sé: il fumo è già proibito, anche se in pochi lo sanno. Il solo fatto che qualcuno abbia pensato a mettere dei divieti apre inevitabilmente un altro fronte di dibattito: la sigaretta sta diventando un terreno di scontro fra condòmini che ormai litigano su tutto. La proibizione di fumare dentro casa è scattata in un grattacielo newyorkese e la trovata, anche se un po’ annacquata, sta facendo proseliti. In Svizzera l’inquilino può chiedere una riduzione dell’affitto, se è costretto a respirare il fumo che penetra da fuori. I casi italiani di divieto di fumo nelle parti comuni dei condomìni (non negli appartamenti), sono invece ancora pochi, ma ci sono: tutti concentrati nelle grandi città e, soprattutto, negli edifici di pregio.
«Siamo riusciti ad imporli, ma che fatica», dice Umberto Anitori, segretario nazionale dell’Anaci, l’associazione degli amministratori condominiali. Ma quanto è fondato il divieto di fumo in condominio? Augusto Cirla, avvocato dell’Assocond, l’associazione dei condòmini, è perplesso, ma ammette: «Può rientrare nelle modalità d’uso delle parti comuni, se ci si appella al diritto alla salute». Un fenomeno distinato ad allargarsi per Eugenio Antonio Correale, direttore del Centro studi Anaci: «Segue un principio che conosciamo bene, lo stesso che regola le piscine condominiali: quando ne va della salute comune, è lecito intervenire anche sui comportamenti individuali». Ma bisogna essere d’accordo proprio tutti: «Un regolamento di questo tipo - chiosa Cirla - sembra fatto per essere impugnato»

IN TRIBUNALE - Ci manca solo di finire in tribunale anche per le sigarette. Il contenzioso fra condòmini sta crescendo: l’Anaci ha calcolato che non esiste condominio, almeno nelle grandi città, che non abbia almeno una vertenza aperta davanti ai giudici. E i condomìni, in Italia, hanno sfondato il tetto del milione. Il centro studi dell’Anaci ha steso una casistica: «Una controversia su due - dice l’avvocato Correale - riguarda i rapporti fra un singolo condòmino e il condominio». Tradotto: si va dall’impugnativa delle delibere dell’assemblea al corposo capitolo del risarcimento danni, per esempio per le infiltrazione dell’acqua piovana. Con l’arrivo dell’estate, poi, il contenzioso s’impenna: condizionatori d’aria, gioco dei bambini in cortile, biciclette lasciate nel vialetto, tende da sole, panni stesi sul balcone, ogni scusa è buona per litigare.

IN ASSEMBLEA - Il periodo è caldo: maggio e giugno sono i mesi delle assemblee condominali. Due i temi da affrontare: il rendiconto dei costi sostenuti durante l’anno, «motivo continuo di liti perché oggi le spese condominiali incidono sul bilancio famigliare molto più di prima, 1.500-2.000 euro di media per appartamento, il 20% in più rispetto a cinque anni fa», spiegano all’Assocond, e le decisioni in tema di gestione futura. Meglio prepararsi: ci sarà da litigare. Premesso che «è raro vedere un consuntivo con conguaglio positivo per il condominio», avverte Cirla, cosa bisogna aspettarsi? Il rendiconto è il biglietto da visita dell’amministratore: se è bravo, deve far quadrare i conti e rispettare il preventivo. Ma non sempre accade: un po’ per elementi oggettivi (quest’anno l’inverno è stato freddo, il conto per il riscaldamento sarà più alto); un po’ perché qualche imprevisto capita sempre, tipo il cornicione da aggiustare. Non basta come giustificazione: «Un amministatore oculato sa distinguere fra una spesa urgente e una che non lo è: se sta spendendo di più per il riscaldamento - dicono ancora all’Assocond - farà slittare interventi non essenziali».

CONSIGLI - Se non succede? Pensateci due volte prima di imbarcarvi in un contenzioso giudiziario. «Per l’impugnazione di una delibera - avverte Cirla - si deve considerare una spesa media di 1.500 euro». Il consiglio: cercare di appianare le divergenze con il buon senso e, soprattutto, prevenire le contestazioni. «Ogni condòmino ha il diritto di andare dall’amministratore anche durante l’anno e controllare le pezze giustificative. Più ci si documenta e meno sorprese si avranno in assemblea».


Daniela Monti

ARI6
09-05-02, 16:38
Originally posted by Österreicher
Dopo il caso "Manhattan", dove si è arrivati ad imporre il divieto di fumare dentro casa, pena l'obbligo a vendere l'appartamento, anche in Italia inizia ad affacciarsi il divieto di fumo nelle aree comuni: scale, portinerie, sottotetto, androne dei garage.
Che ne pensate?

Se sono divieti imposti per legge mi fanno schifo.
Se invece sono decisioni prese a maggioranza condominiale (tipo quella di non far vedere i panni tesi) mi dispiace per chi ci abita ma posso ritenerle ammissibili.

alonehusky
09-05-02, 17:35
Originally posted by ARI6


Se sono divieti imposti per legge mi fanno schifo.
Se invece sono decisioni prese a maggioranza condominiale (tipo quella di non far vedere i panni tesi) mi dispiace per chi ci abita ma posso ritenerle ammissibili.







comunque per questo tipo di decisioni ci vuole l'unanimità

ARI6
09-05-02, 18:17
Originally posted by alonehusky

comunque per questo tipo di decisioni ci vuole l'unanimità

Meglio ancora.

giovanna (POL)
09-05-02, 19:49
Originally posted by ARI6


Se sono divieti imposti per legge mi fanno schifo.
Se invece sono decisioni prese a maggioranza condominiale (tipo quella di non far vedere i panni tesi) mi dispiace per chi ci abita ma posso ritenerle ammissibili.

Sono d'accordo. Così pure per i divieti nei locali notturni, nei ristoranti ecc. Basterebbe affidarsi al mercato: i clienti chiedono di non respirare fumo? Il gestore provvederà (pena la perdita di clienti) ad approntare sale per non fumatori e aspiratori. E tutto questo senza bisogno di essere trasformato per legge in un questurino proibizionista.
Diverso a mio modo di vedere il discorso in alcuni luoghi di lavoro dove il datore di lavoro dovrebbe essere obbligato a separare i fumatori dai non fumatori (anche qui dunque no al divieto totale imposto per legge).
E questo ve lo dice un'accanita fumatrice passiva :)

g

Free
09-05-02, 23:00
E i diritti dei fumatori nessuno li tutela? Io non ho mai fumato un sigaretta ma non mi piacciono queste crociate contro i fumatori.

ARI6
10-05-02, 02:25
Originally posted by Free
E i diritti dei fumatori nessuno li tutela? Io non ho mai fumato un sigaretta ma non mi piacciono queste crociate contro i fumatori.

Sei da monumento... :tk

Sir Demos
12-05-02, 04:33
E i diritti dei fumatori nessuno li tutela?


Fino ad oggi sono state tutelati solamente quelli dei fumatori, vuoi per le forti entrate tributarie e vuoi per la forza delle multinazionali del tabacco...

Si deve adesso trovare un compromesso che tuteli ambedue gli interessi e i diritti...




Basterebbe affidarsi al mercato


E invece no e provo a spiegartelo in due parole...

Il beneficio di non respirare fumo passivo, è molto protratto nel tempo e neanche probabilmente avvertito dai cittadini non dotati di particolare sensibilità, mentre il beneficio scaturente dal fumare una sigaretta è immediato e impellente è il bisogno di assimilare nicotina...

Da ciò due forze contrattuali di intensità molto differenze; in parte queste due righe dovrebbero spiegarti anche perchè fino ad adesso c'è sempre stata scarsa attenzione per i non fumatori nei luoghi pubblici...

Ciao.

ARI6
13-05-02, 14:43
Originally posted by Sir Demos



E invece no e provo a spiegartelo in due parole...

Il beneficio di non respirare fumo passivo, è molto protratto nel tempo e neanche probabilmente avvertito dai cittadini non dotati di particolare sensibilità, mentre il beneficio scaturente dal fumare una sigaretta è immediato e impellente è il bisogno di assimilare nicotina...

Da ciò due forze contrattuali di intensità molto differenze; in parte queste due righe dovrebbero spiegarti anche perchè fino ad adesso c'è sempre stata scarsa attenzione per i non fumatori nei luoghi pubblici...

Ciao.

Cioè, siccome i non fumatori sono fessi e non si incazzano come dovrebbero quando respirano il fumo altrui, lo Stato con la esse maiuscola e a caratteri cubitali deve far sì che essi diventino intolleranti a dovere.
Mi vengono i brividi.
E comunque lasciami nutrire seri dubbi sul "bisogno di assimilare nicotina". Serie ricerche danno esiti diversi, liberando i fumatori dall'etichetta di tossici.

Skepto
14-05-02, 23:18
Premesso che bisogna vedere le serie ricerche da dove sono finanziate, trovo comunque inammissibile che si debba imporre il divieto di fumo in casa propria o in un locale pubblico.
Faccio inoltre notare che se ci fosse la decisione unanime di non fumare nei condomini, avrebbe poco senso formalizzarla in un divieto.

Sir Demos
18-05-02, 15:28
"bisogno di assimilare nicotina". Serie ricerche danno esiti diversi, liberando i fumatori dall'etichetta di tossici.

Sono un fumatore e so come mi sento se una giornata decido di non fumare... Ricerche scientiche serie dimostrano proprio tale dipendenza...




siccome i non fumatori sono fessi e non si incazzano come dovrebbero quando respirano il fumo altrui, lo Stato con la esse maiuscola e a caratteri cubitali deve far sì che essi diventino intolleranti a dovere.


E' un problmea di intensità diversa di bisogni; il bisogno di star bene è dato come acquisito e ce accorgiamo in genere solamente quando la salute viene meno; il bisogno di fumare deve essere soddisfatto entro intervalli di tempo di ampiezza non troppo elevata... E' un ragionamento un po' compleso, ma da come te l'ho esposto nno credo sia così difficile da capire...

Allora uno Stato, deve dare una sistemazione di interessi che tenga conto di ambedue i bisopgni e i diritti, considerando che fino a questo momento gli unici ad essere tutelati sono i fumatori che esercitano il proprio diritto in ogni dove...

Arrivare ad un divieto a casa propria, mi sembra inconcepibile; pensare ad un divieto serio nei pubblici uffici ( dove debbono lavorare fumatori e non ) non mi sembra così sbagliato, creando magari anche degli spazi e dei tempi per chi vuole fumarsi una sigaretta.


Ciao.

ARI6
18-05-02, 15:43
Originally posted by Sir Demos

pensare ad un divieto serio nei pubblici uffici ( dove debbono lavorare fumatori e non ) non mi sembra così sbagliato, creando magari anche degli spazi e dei tempi per chi vuole fumarsi una sigaretta.

Ribadisco: se il fumo passivo non fa male (e nessuno ha mai dimostrato il contrario), non si devono imporre divieti.
Resta il fatto che può dare fastidio, ma ciò lo pone sullo stesso piano di molte altre abitudini che è compito della buona educazione controllare.

Skepto
19-05-02, 22:27
Però faccio notare che in caso di ragionevole dubbio di tossicità è perlomeno corretto permettere che i non-fumatori non siano esposti al fumo passivo.

ARI6
20-05-02, 01:36
Originally posted by Skepto
Però faccio notare che in caso di ragionevole dubbio di tossicità è perlomeno corretto permettere che i non-fumatori non siano esposti al fumo passivo.

In ragionevole dubbio di tossicità sarebbe corretto anche permettere che i pedoni non fossero esposti ai gas di scarico delle macchine. :K

Skepto
20-05-02, 22:30
Al di là di considerazioni sulla praticità, forse dimentichi che tutti vogliono utilizzare le automobili o i mezzi pubblici.

ARI6
20-05-02, 22:35
Originally posted by Skepto
Al di là di considerazioni sulla praticità, forse dimentichi che tutti vogliono utilizzare le automobili o i mezzi pubblici.

Tutti o forse la maggioranza?
si ritorna alla tirannia democratica... :fru

Skepto
20-05-02, 22:57
Situazione delle automobili: una fetta della popolazione vuole usarle; l'altra non vuole perchè le considera nocive. Soluzione 1: non si usano; Soluzione 2: si usano. Siccome tertium non datur, si decide a maggioranza.
Situazione delle sigarette: una fetta della popolazione vuole fumare; l'altra non vuole perchè lo considera nocivo. Soluzione 1: è lecito fumare; Soluzione 2: non è lecito fumare; Soluzione 3: è lecito fumare, ma solo in alcuni posti. Siccome esiste un modo per accontentare entrambe le esigenze, lo si segue.

ARI6
21-05-02, 14:48
Originally posted by Skepto
Situazione delle automobili: una fetta della popolazione vuole usarle; l'altra non vuole perchè le considera nocive. Soluzione 1: non si usano; Soluzione 2: si usano. Siccome tertium non datur, si decide a maggioranza. Situazione delle sigarette: una fetta della popolazione vuole fumare; l'altra non vuole perchè lo considera nocivo. Soluzione 1: è lecito fumare; Soluzione 2: non è lecito fumare; Soluzione 3: è lecito fumare, ma solo in alcuni posti. Siccome esiste un modo per accontentare entrambe le esigenze, lo si segue.


Chi ha detto che per le automobili esistono solo due soluzioni? si potrebbe indirizzarle solo su percorsi specifici.
Suvvia, un po' di fantasia: non ci sono limiti al compromesso democratico... :D :D :D
E comunque prendiamo un altro esempio: una larga fetta della popolazione, convinta dalla televisione cattiva cattiva che fa il lavaggio del cervello (non si dice così ai congressi dell'Ulivo?), comincia a credere che l'odore del pane sia nocivo (mettiamo il Berlusca si dia al commercio di surrogati e voglia guadagnarci parecchio): che si fa, si proibisce anche l'alimento base (o si destina solo ad appositi spazi)?
Il "ragionevole dubbio di tossicità" non esiste: se una ricerca non è dimostrata non si può derivarne leggi proibizioniste o comunque seriamente lesive della libertà individuale.

Skepto
21-05-02, 21:28
Innanzitutto, se esiste una ricerca, vuol dire che ciò che essa dice è "dimostrato" (la parola è scientificamente un abominio, ma vabbè... :rolleyes: ).
Qualora per assurdo ci fossero seri studi scientifici che provano che il pane produce sostanze nocive, sarei d'accordo a confinarlo entro appositi spazi.

ARI6
22-05-02, 01:01
Originally posted by Skepto
Innanzitutto, se esiste una ricerca, vuol dire che ciò che essa dice è "dimostrato"

Non credo.
Hai letto o no i documenti di Forces sulla truffa del fumo passivo?

DVD (POL)
22-05-02, 12:32
il condominio, di per se', è una piccola "comunità", in cui vivono e convivono persone. Premesso questo, se è una legge a vietare il fumo nei condomini sono profondamente contrario.
Sarebbe più ragionevole auspicare che i condòmini (anche a maggioranza) decidessero o meno di vietare il fumo, stabilendo anche in quali aree, comunque, si possa invece fumare liberamente.

Sir Demos
27-05-02, 19:19
Ribadisco: se il fumo passivo non fa male (e nessuno ha mai dimostrato il contrario), non si devono imporre divieti.

Ari, sono un esperto di dati Statistici; controllando ho notato c'è una forte correlazione tra alcune malattie e l'esposizione abituale al fumo passivo. Quello che forse manca, è una spiegazione del perchè (e non ne sono sicuro, vedrò di controllare... ) ma non credo sia indispensabile per capire che il fumo passivo ha effetti dannosi sul nostro organismo. A tal proposito, ricorda che la Statistica, come la matematica, è una scienza esatta...

Sir Demos
27-05-02, 19:21
Il "ragionevole dubbio di tossicità" non esiste: se una ricerca non è dimostrata non si può derivarne leggi proibizioniste o comunque seriamente lesive della libertà individuale.

Ma se ci sono riscontri statistici importanti, come in questo caso, sarebbe quantomeno imprudente non adoperarsi...

Ciao.