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Roderigo
09-05-02, 22:49
Il ministro Tremonti presenta la riforma fiscale: premiati i redditi più alti che risparmieranno migliaia di euro
Robin Hood, ma alla rovescia

Fa. Seba.

«Una riforma per i ricchi». Ulivo e Rifondazione non hanno dubbi: l'intervento del governo sulla rimodulazione delle aliquote serve solo a dare un taglio sostanzioso alle tasse sui redditi più elevati. L'effetto sui medi e bassi redditi, invece, quasi non si fa sentire. Senza contare, poi, che il costo netto per le casse dello Stato sarebbe non meno di 100mila miliardi di lire. Per la cronaca, l'aula ha bocciato un emendamento sulla Tobin tax. L'emendamento - presentato da una settantina di deputati da Rifondazione comunista alla Margherita, passando per i Ds, i Verdi e i Comunisti italiani - era pensato come alternativa alla ''de-tax'', proposta dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti.
Come intende rimpiazzarle il governo tutte le risorse che verranno a mancare con la riforma?

Nonostante queste evidenti falle la Camera, ieri, ha dato il via libera all'articolo 3 del disegno di legge delega sulla riforma del fisco.

La norma, che rappresenta il punto centrale della riforma, riduce a due le aliquote dell'imposta del reddito, rispettivamente del 23% fino a 100.000 euro e del 33% oltre tale soglia. Nuovo anche il sistema delle deduzioni, che sostituiranno progressivamente le detrazioni e saranno concentrate sui redditi medio-bassi, allo scopo, spiegano al ministero, di «meglio garantire la progressività dell'imposta». Sarà inoltre identificato «un livello di reddito minimo personale escluso da imposizione», che verrà individuato in funzione della soglia di povertà.

Quanto sia squilibrato l'intervento di Tremonti lo dimostra una simulazione presentata ieri da tutte le opposizioni, Ulivo e Rifondazione comunista.

La simulazione-esempio (calcolato in vecchie lire) parte da un reddito lordo annuo di 30 milioni, prodotto da lavoro dipendente. In base alle attuali aliquote l'Irpef ammonterebbe a 5,05 milioni. Con le nuove aliquote scenderebbe a 4,14 milioni con uno sgravio, quindi, di 910 mila lire. Senonché - avverte la tabella - questo risparmio si riduce drasticamente e potrebbe trasformarsi addirittura in un aggravio di imposta, tenendo conto delle agevolazioni fiscali già esistenti per la famiglia e i figli a carico. Le tasse si abbatterebbero così di 516.000 lire per il primo figlio, di 616.000 lire per i figli successivi al primo più 240.000 lire di detrazioni per ogni figlio di età inferiore ai 3 anni.

Per il calcolo della nuova aliquota dell'imposta sul reddito - visto che la delega non fornisce indicazioni concrete sulla natura e l'entità delle deduzioni - la simulazione delle opposizioni parte da un'ipotesi di "no tax area" (la fascia di esenzione totale dalle tasse) pari a 15 milioni e deduzioni progressive fino a 40 milioni. Un reddito medio da 50 milioni lordi all'anno paga in base alle aliquote attuali 11,55 milioni di Irpef e verrebbe a pagare 11,50 milioni con la nuova Irpef, cioè 50.000 lire in meno.

Il vantaggio diventa molto più consistente per i redditi alti. Con 350 milioni all'anno la vecchia Irpef è di 141,6 milioni, mentre la nuova Irpef è di 95,5 con un risparmio di 46,1 milioni. Per un reddito di 500 milioni la vecchia Irpef è di 209,1 milioni; la nuova è di 145,0 con uno sgravio di 64,1.

Per Franco Giordano, capogruppo di Rifondazione comunista alla Camera, Tremonti è «un Robin Hood alla rovescia», che toglie ai poveri per dare ai ricchi. La riforma - aggiunge - «è il cuore della politica economica di destra» e genera «un meccanismo perverso», di cui «si avvantaggiano soltanto i redditi alti e il sistema delle imprese». La riforma, inoltre, «pone un problema drammatico di tenuta e di qualità dello stato sociale».

Giorgio Benvenuto, deputato Ds ed ex presidente della commissione finanze della Camera nella passata legislatura, non crede nella possibilità di attuazione della riforma.

«C'è uno slittamento dei tempi», osserva Benvenuto. «Sono passati dalla politica dei primi cento giorni alla politica dell'infinito. Non c'è un punto di arrivo, aspettando Godot. Tutte le domande volte a precisare i contenuti della riforma son state eluse. Tremonti si limita a dire: "Fidatevi di me. La faremo"».

E proprio da Tremonti, in serata, arrivano "precisazioni" che non rassicurano affatto. La nuova Imposta sul reddito avrà due aliquote e un numero di deduzioni «al servizio della progressività» e l'abbattimento del prelievo fiscale darà forte efficienza allo sviluppo della società economica. La riforma partirà dai redditi bassi e un primo modulo sarà già inserito nella prossima Finanziaria.

Liberazione 9 maggio 2002
http://www.liberazione.it