PDA

Visualizza Versione Completa : Tobin Tax



Red River
11-05-02, 21:31
In una quasi indifferenza prosegue la raccolta di 50.000 firme per presentare una legge di iniziativa popolare al Parlamento che se approvata potrebbe istituire la Tobin Tax in Italia.

Oggi io ed altri amici abbiamo raccolto altre 110 firme.

Voi avete firmato? Nelle vostre zone avete notizia di qualche cosa che si stia facendo? Sapete quante firme si sono raccolte fino ad adesso?

Alberich
12-05-02, 01:49
la tobin tax è una pia speranza... totalmente inutile. Andrebbe stabilita a livello globale, non in un solo paese. In caso contrario avrebbe come unico risultato di spostare le transazioni altrove. Lo stesso Tobin si rese conto di questo. Non conosco bene i termini della questione, ma temo sia così davvero.

yurj
12-05-02, 02:41
Originally posted by Rosa rossa
In una quasi indifferenza prosegue la raccolta di 50.000 firme per presentare una legge di iniziativa popolare al Parlamento che se approvata potrebbe istituire la Tobin Tax in Italia.

Oggi io ed altri amici abbiamo raccolto altre 110 firme.

Voi avete firmato? Nelle vostre zone avete notizia di qualche cosa che si stia facendo? Sapete quante firme si sono raccolte fino ad adesso?

Si, un po' ne abbiamo raccolte in due iniziative. Luca tornatore di Attac Italia ha tenuto una conferenza illustrandoci molte delle condizioni di contorno alla TT. Ci ha detto anche che si sono raggiunte le 70.000 firme, anche se l'obiettivo delle 150.000 non sara' probabilmente raggiunto.

P.S: Lo sapevate che la CGIL vuole gestire lei i fondi pensione, e quindi e' in contrasto con il governo? Mica si oppone alla privatizzazione... doppiogiochista :P

yurj
12-05-02, 02:45
Originally posted by Alberich
la tobin tax è una pia speranza... totalmente inutile. Andrebbe stabilita a livello globale, non in un solo paese. In caso contrario avrebbe come unico risultato di spostare le transazioni altrove. Lo stesso Tobin si rese conto di questo. Non conosco bene i termini della questione, ma temo sia così davvero.

Non e' inutile pero' discuterne.

Come mai ad esempio, i vari FMI, BM, WTO e G8 si mettono sempre d'accordo e noi siamo sempre in difficolta' a contrastare le loro politiche globali?

La proposta della TT serve anche a cominciare a far discutere sui motivi per cui si vogliono limitare gli speculatori finanziari.

Se e' vero che, dell'intera volumi di operazione valutarie mondiale, solo il 5% e' destinato a transazioni commerciale ed il restante 95% e' solo speculazione sulle monete, ce n'e' da discutere :)

Considera che gli speculatori muovono in 3 giorni a livello mondiale una quantita' di denaro pari all'intero PIL del mondo *30.000 miliardi di dollari*. Sostanzialmente possono distruggere qualsiasi economia...

Alberich
12-05-02, 03:10
sul discuterne siamo -ovviamente- d'accordo. Spero di ritrovare alcuni vecchi articoli che avevo.

Red River
12-05-02, 09:33
Ma per presentare la legge al Parlamento occorrono 50.000 firme o 500.000?

yurj
12-05-02, 11:01
Originally posted by Rosa rossa
Ma per presentare la legge al Parlamento occorrono 50.000 firme o 500.000?

50.000, ma per il tipo dio controllo statistico in pratica se ne devono raccogliere almeno 70.000 .

:P

Red River
12-05-02, 13:28
Ma quindi sarebbero già state raccolte?

Quindi ci possiamo fermare e passare a raccogliere firme per i referendum contro le leggi del governo Berlusconi?

Alberich
12-05-02, 13:38
io credo che siano 500.000

Red River
12-05-02, 14:46
Io so che per presentare i referendum occorrono almeno 500.000 firme.

Ruggero d'Altavilla
12-05-02, 19:46
Originally posted by Rosa rossa
Io so che per presentare i referendum occorrono almeno 500.000 firme.

Per richiedere una legge in Parlamento occorrono 50.000 firme; per richiedere un referendum (che viene indetto dal Presidente della Repubblica) ne occorrono 500.000.
C'è scritto sulla Costituzione.

Informauro

Alberich
12-05-02, 19:53
Art. 71.
L'iniziativa delle leggi appartiene al Governo, a ciascun membro delle Camere ed agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale.
Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli.

Alberich
12-05-02, 19:53
Di Adolfo Battaglia. da www.democraziarepubblicana.org


TOBIN TAX E AIUTO ALLO SVILUPPO
Sembra questo un quadro lievemente più complesso degli schemi in bianco e nero degli anti-global. E perciò vi si collocano anche due problemi che essi tendono a considerare isolatamente. Il primo è la Tobin-tax: che non sembra propriamente una sorta di magia antiglobale atta a finanziare taumaturgicamente il terzo mondo Il prof. Tobin è infatti un illustre accademico di Yale, premio Nobel per l’economia, che naturalmente non si mai sognato di contestare nessuno; e la cui proposta era anzi ispirata dall’esigenza di far funzionare meglio la finanza globale. Come che sia, egli ha prospettato un problema di cui il mondo scientifico ha discusso e continua a discutere con interesse. Nel dibattito scientifico si è fatta strada una certa esitazione ad accogliere la sua idea. Molti economisti altrettanto importanti e indipendenti quanto il prof. Tobin la giudicano negativamente. I governatori delle Banche centrali europee vi sono anch’essi contrari, dal loro punto di vista. I dissensi complessivamente superano i consensi. Si pensa che l’ effetto di una tassa sui movimenti di capitale “a breve” sarebbe comunque quello di creare un vincolo inutile; che non sono le transazioni finanziarie “andata e ritorno” a ritmo quotidiano quelle che producono danni; che il suo gettito, se fosse introdotta, non sarebbe probabilmente cospicuo; che è difficile stabilire chi pagherebbe realmente la tassa; che è verosimile la possibilità che a finanziarla realmente non sarebbe lo speculatore ma l’aumento dei tassi di interesse, con danno generale; che esistono strumenti più semplici per colpire operazioni speculative; ecc. Ma la Tobin-tax sembra così facile a comprendere e così bella, ha un appello elementare così immediato, che attrae anche i migliori. Nella politica francese Jospin ha rilanciato la proposta all’Unione Europea. Schroeder ha preso le distanze ma ha consentito a esaminarla. Fabius e tutto il mondo si sono infine trovati d’accordo che questa “idea generosa”, per poter essere tecnicamente introdotta, avrebbe bisogno di un “accordo universale”. Non è chiaro quale sia la sede di questo accordo universale. Si spera che nessuno proponga l’ONU. E’ possibile che un raccordo tra le grandi aree economiche rappresenti un luogo dove esaminare l’utilità effettiva della tassa per il terzo mondo e convenire un’intesa fra tutti i paesi per introdurla contemporaneamente. Sembra da tutti i punti di vista un affare non semplice. E se è così, la magia non esiste, e una concezione taumaturgica della Tobin-tax , la visione di essa come un punto di svolta nelle politiche di disuguaglianza, è solo infantile. E nella misura in cui il movimento anti-global non riesce ad inquadrarla in una visione matura e articolata dei problemi nasce inevitabilmente l’impressione che esso strumentalizzi una proposta non sua che esige per serietà non propaganda ma analisi.
Il secondo problema da inquadrare è quello dell’aiuto finanziario allo sviluppo. Esso è oggi terribilmente basso rispetto alle necessità. Ma è anche due volte più basso dello 0,7 per cento del PIL che era stata convenuta per ogni paese sviluppato. Per fare passi avanti pare chiaro che bisogna affrontare una serie di problemi che in materia sono emersi.
Una questione che si pone è per esempio se l’attuale congegno dell’aiuto finanziario determini un. reale contributo allo sviluppo. Studi molteplici dimostrano in effetti che esso o è irrilevante o è piuttosto basso. Inefficienza delle strutture locali, corruzione, sprechi, molti elementi contribuiscono a questo negativo risultato. Un’altra questione è quella della scelta dai paesi destinati a ricevere l’aiuto. L’analisi dei flussi compiuta nel ‘98 da A. Alesina e D. Dollar ( in un Paper del National Bureau of Economic Research, “Who gives Foreign Aid to Whom and Why?”, in Internet) dimostra che l’aiuto dei governi poco dipende da ragioni di carattere economico e molto da considerazioni politiche e strategiche, dal rapporto ex-coloniale tra paesi donanti e paesi riceventi, dall’ adesione dei secondi alle posizioni dei primi in sede ONU, dalle alleanze politiche: con una distorsione delle finalità dell’aiuto che è comprensibile in certi limiti ma non oltre quei limiti, come oggi avviene. Una terza questione è che, curiosamente, come dimostra un rapporto di A. Alesina e B. Weder (“Do Corrupt Governments Receive Less Foreign Aid?”, Paper del medesimo NBER, in Internet) i governi più corrotti dei PVS ricevono più aiuto di quelli meno corrotti, avendo come canali privilegiati della corruzione le licenze di esportazione e importazione, i controlli sugli scambi commerciali, la definizione degli accertamenti fiscali, le politiche protezioniste e i prestiti.. Un quarto problema è che i paesi che ricevono più aiuto tendono ad essere i più corrotti ma i più corrotti sono anche i più poveri e per questo dovrebbero ricevere più aiuto, in una sorta di circolo vizioso. Un quinto è che la disponibilità di risorse naturali, che consentirebbe di sfruttare al meglio l’aiuto finanziario, crea essa stessa la condizione favorevole a un aumento della corruzione (cfr. il rapporto all’IMF di C. Leite e J. Weidmann, in Internet). Un quinto è che nei PVS è ancora più difficile che nei paesi sviluppati assicurare nella finanza e nell’apparato di governo quella trasparenza, quelle regole e quella stabilità politica che richiedono ampie e generali riforme (cfr. il Paper della World Bank di T. Vishwanath e D. Kaufmann, in Internet).
Si tratta, come si vede, di nodi assai complicati, per il cui scioglimento non basta l’orientamento della World Bank teso a fondare l’aiuto su progetti precisi. E’ chiaro che nasce l’esigenza che il flusso di aiuti sia soggetto a criteri di priorità, e che essi siano fondati sull’efficacia di rendimento dell’aiuto in termini di sviluppo e perciò sulle caratteristiche delle istituzioni di governo dei paesi riceventi. Un po’ come avviene per gli investimenti privati diretti, i quali non solo non sono strumento di fantasiose egemonie ma risultano i più produttivi per lo sviluppo reale del mondo povero. In questa chiave, emerge la necessità di risposta ad alcuni interrogativi che nascono dalle analisi. Il trend di privilegio dei paesi corrotti deve essere abbandonato o no? Quale attenzione deve ricevere la qualità democratica del paese? Quale priorità debbono avere i paesi riceventi che privilegiano il problema centrale dello sviluppo, cioè la qualità del capitale umano? Quale i paesi che non fanno passi avanti sulla strada della trasparenza ?
Sono domande che si risolvono in altre anche più esplicite. Che fare se l’aiuto accresce la corruzione? Se la corruzione intralcia la crescita dell’economia? Se ostacola la garanzia dei diritti ? Se malgrado l’aiuto le iscrizioni a scuola non salgono, la spesa governativa per tecnologia, salute ed educazione non cresce, la vaccinazione generale non è raggiunta, le infrastrutture per l’agricoltura sono trascurate, la spesa in armamenti aumenta? E’ evidente come tutto ciò finisca inevitabilmente con legarsi alla questione della sostenibilità politica di un più ampio volume di aiuti da parte dei paesi sviluppati; alle reazioni delle loro opinioni pubbliche di fronte allo stato presente delle cose; alla serpeggiante sensazione, nei paesi i quali sono i maggiori donatori, che il denaro dei contribuenti possa essere impiegato per i medesimi fini, o per altri, in maniera assai più produttiva dell’attuale.

Red River
12-05-02, 22:39
Basta leggere il testo della legge di iniziativa popolare per capire quali sono i limiti e i modi in cui la Tobin Tax andrebbe applicata.

Alberich
12-05-02, 22:43
se riesci posta il testo, io non lo ho mai visto.

Red River
12-05-02, 22:50
Da www.attac.org:

Articolo 1
(Istituzione di una commissione atta alla elaborazione di una proposta
per una imposta europea sulle transazioni valutarie)
1. Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è istituita una commissione incaricata di elaborare una
proposta per l’istituzione di un’imposta europea sulle transazioni valutarie.
2. La commissione di cui al comma 1 è presieduta dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, o un suo
delegato, ed è composta da:
- un rappresentante del Ministero degli Affari Esteri;
- un rappresentante del Ministero delle Politiche Comunitarie;
- un rappresentante della Banca d’Italia;
- un rappresentante della Consob;
- un rappresentante dell’Ufficio italiano cambi;
- due esperti scelti dal Ministro dell’Economia e delle Finanze.
3. I componenti della commissione sono nominati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.
4. Fanno altresì parte della commissione di cui al comma 1 tre rappresentanti del comitato promotore della
presente legge e due esperti nominati dal medesimo comitato.
5. Entro il termine di sei mesi dalla data di insediamento, la commissione deve concludere i suoi lavori con
la presentazione di una proposta redatta in articoli per l’introduzione di un’imposta europea sulle transazioni
valutarie, le cui caratteristiche devono corrispondere ai criteri indicati all’articolo 2 della presente legge.
Articolo 2
(Caratteristiche dell’imposta)
1. L’imposta si applica a tutte le transazioni valutarie effettuate nei mercati dell’Unione europea.
2. Ai fini della presente legge, costituiscono transazioni valutarie i contratti, sia a contanti che a termine, gli
swap e tutti i contratti derivati, da qualunque soggetto e a qualunque titolo effettuati, aventi per oggetto
scambio di valute.
3. L’aliquota dell’imposta è fissata, per ciascuna delle parti, in misura non inferiore allo 0,1% del valore
della transazione effettuata.
4. Dal pagamento dell’imposta sono esenti le banche centrali e le altre autorità di politica economica
nazionale e internazionale.
Articolo 3
(Destinazione del gettito)
1. Il gettito dell’imposta è destinato al finanziamento di programmi realizzati in concerto con enti,
associazioni, organismi di rappresentanza sociale e organizzazioni non governative, per il perseguimento dei
seguenti obiettivi:
- aumento dei fondi per la cooperazione allo sviluppo e loro riallocazione al fine del miglioramento delle
condizioni delle categorie socioeconomiche più deboli e svantaggiate dei paesi assistiti, calcolate in base agli
indici di sviluppo UNDP: indice di sviluppo umano, indice di sviluppo di genere, indice di povertà umana,
indici di sopravvivenza e sviluppo dell’infanzia;
- riduzione del debito estero dei paesi a più basso reddito, con particolare riguardo verso i paesi che
abbiano avviato programmi di riconversione e disinvestimento nel settore degli armamenti;
- finanziamento della ricerca tecnologica dell’Unione europea orientata al risparmio energetico, allo
sviluppo di fonti energetiche non inquinanti, al riciclaggio dei materiali, alla razionalizzazione delle procedure
di raccolta e smaltimento dei rifiuti e alla riduzione delle emissioni di agenti inquinanti, in conformità con le
disposizioni del protocollo di Kyoto e delle successive modifiche;
- incremento dei fondi destinati allo sviluppo delle aree depresse dell’Unione europea, ai fini dell’aumento
delle dotazioni infrastrutturali, dell’occupazione e dei servizi di assistenza sociale pubblica.
Articolo 4
(Redazione di uno studio su alcune misure complementari all’istituzione dell’imposta)
1. Entro il termine di sei mesi dalla data di insediamento, la commissione di cui all’articolo 1 deve altresì
redigere uno studio riguardante misure finalizzate ai seguenti obiettivi:
- definire il criterio ottimale di accertamento delle transazioni e di riscossione dell’imposta;
- stabilire una procedura per la revisione periodica dell’aliquota, entro il limite previsto dal comma 3
dell’articolo 2, al fine di individuare la misura corrispondente al migliore risultato conseguibile in termini di
aumento del gettito e di riduzione delle transazioni;
- prevedere meccanismi di disincentivo nei confronti delle transazioni effettuate con operatori situati nei
Paesi a regime fiscale privilegiato nei quali l’imposta non sia applicata, eventualmente attraverso
l’applicazione di un’aliquota maggiorata;
- stabilizzare i movimenti di capitale in entrata e in uscita e in particolare le fughe di capitale conseguenti
a situazioni di crisi valutaria, eventualmente attraverso temporanei aumenti dell’aliquota di cui al comma 3
dell’articolo 2;
- promuovere l’adozione dell’imposta di cui all’articolo 2 anche da parte dei Paesi terzi nei quali siano
ubicati i mercati valutari più importanti;
- promuovere l’istituzione presso l’ONU di un fondo internazionale che veda la partecipazione di
rappresentanti dei Governi, di organizzazioni di rappresentanza sociale e di organizzazioni non governative,
per la raccolta e la distribuzione del gettito derivante dall’imposta ai fini del finanziamento della
cooperazione allo sviluppo, della riduzione del debito estero dei Paesi a più basso reddito, dell’assistenza
pubblica e delle misure per l’aumento dell’occupazione nelle aree depresse.
Articolo 5
(Trasmissione al Parlamento)
1. Il Presidente del Consiglio dei Ministri trasmette al Parlamento la proposta e lo studio elaborati dalla
commissione, corredati da una relazione del Ministro dell’Economia e delle Finanze, per l’espressione, entro i
successivi 30 giorni, di un parere da parte delle competenti Commissioni ai fini dell’adozione di un’iniziativa
in sede comunitaria nell’ambito del Consiglio dei Ministri dell’Unione europea.
Articolo 6
(Istituzione di un’imposta nazionale sulle transazioni valutarie)
1. Trascorsi 18 mesi dall’entrata in vigore della presente legge, in mancanza di un’iniziativa legislativa da
parte della Commissione europea, è istituita un’imposta sulle transazioni valutarie effettuate nei mercati
italiani.
2. Ai fini del presente articolo, costituiscono transazioni valutarie, se effettuati nei mercati italiani, i
contratti indicati al comma 2 dell’articolo 2.
3. L’aliquota è stabilita, per ciascuna delle parti, nella misura dello 0,02% del valore della transazione
effettuata.
4. Dal pagamento dell’imposta sono esenti le banche centrali e le altre autorità di politica economica
nazionale e internazionale.
5. E’ previsto, ai sensi del comma 6, un allineamento semestrale dell’aliquota alla media delle aliquote
contenute in eventuali provvedimenti legislativi di Paesi membri dell’Unione europea.
6. In concerto con le autorità competenti degli altri Paesi membri dell’Unione europea, il Ministro
dell’Economia e delle Finanze provvede con decreto a disciplinare le variazioni dell’aliquota previste dal
comma 5.
7. Sentita la commissione di cui all’articolo 1 e tenuto conto dei risultati dello studio di cui all’articolo 4, il
Ministro dell’Economia e delle Finanze provvede con decreto a disciplinare le modalità di accertamento e
riscossione dell’imposta.
Articolo 7
(Destinazione del gettito dell’imposta nazionale)
1. Il gettito dell’imposta di cui all’articolo 6 è suddiviso in parti uguali tra due fondi, da istituirsi presso la
Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e presso lo stato di
previsione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
2. I Ministeri di cui al comma 1 provvedono a destinare i fondi al finanziamento di programmi realizzati in
concerto con enti, associazioni, organismi di rappresentanza sociale e organizzazioni non governative, per il
perseguimento dei seguenti obiettivi:
- aumento dei fondi per la cooperazione allo sviluppo e loro riallocazione al fine del miglioramento delle
condizioni delle categorie socioeconomiche più deboli e svantaggiate dei paesi assistiti, calcolate in base agli
indici di sviluppo UNDP: indice di sviluppo umano, indice di sviluppo di genere, indice di povertà umana,
indici di sopravvivenza e sviluppo dell’infanzia;
- riduzione del debito estero dei paesi a più basso reddito, con particolare riguardo verso i paesi che
abbiano avviato programmi di riconversione e disinvestimento nel settore degli armamenti;
- incremento dei fondi destinati allo sviluppo del Mezzogiorno, ai fini dell’aumento dell’occupazione e dei servizi di assistenza sociale pubblica.

yurj
13-05-02, 13:01
Originally posted by Rosa rossa
Ma quindi sarebbero già state raccolte?

Quindi ci possiamo fermare e passare a raccogliere firme per i referendum contro le leggi del governo Berlusconi?

No, ne servono ancora ovviamente, per sicurezza :P

E' un'iniziativa di legge popolare, quindi 50.000 firme.

Se ti va, ci son anche i Referendum di Rifondazione su Art 18, Buoni Scuola e altro :)

http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?s=&threadid=9204

yurj
13-05-02, 13:05
Originally posted by Alberich
se riesci posta il testo, io non lo ho mai visto.

www.attac.it :)

Cmq, la proposta di legge chiede l'istituzione di una commissione che valuti l'introduzione della legge in ambito nazionale ed europeo.

Il motivo e' che per la nostra costituzione, il parlamento NON puo' fare leggi che diano indicazioni all'Europa.

L'importanza della proposta e' che riporta la discussione sui meccanismi finanziari internazionali a d un livello piu' democratico.

Red River
13-05-02, 14:12
La legge precisamente chiede l'istituzione di una commissione europea che valuti la posssibilità di applicare una Tobin Tax a livello europeo. Se l'Europa non fa niente per 18 mesi dall'approvazione della legge, automaticamente si istituisce una Tobin Tax in Italia.

Per quanto riguarda gli altri referendum, era pressappoco per quello che chiedevo a che punto di raccolta siamo. Secondo me subito dopo la Tobin Tax dobbiamo raccogliere firme per promuovere quei referendum.

Secondo me dobbiamo portare un forte attacco democratico al governo tramite i referendum, ma referendum importanti, non fatti su leggine sconosciute o pezzi di leggi sconosciute.

Su temi importanti come quelli toccati dal governo Berlusconi subito dopo la raccolta firme per la Tobin Tax dovremo cominciare a raccogliere firme.

swaption
26-05-02, 22:26
Vengo dal sito finanzaonline.com e vedendo un argomento che mi riguarda da vicino , dico cosa ne penso. Per chi fosse interessato ad andare oltre il discorso generico e discorsivo che possiamo fare qua , propongo di andare alla sezione "macroeconomia" sul FOL o anche in altre per sapere cosa ne pensano gli addetti ai lavori.
Io ho una mia precisa opinione. La tobin tax è uno strumento tutto ideologico e , come dire , utopistico. Non solo non è possibile implementare una misura del genere , ma anche non sarebbe giusto. Speigo il perchè ; premetto che io non ho nessuna parte politica , destra , sinistra , non mi interessa molto ; mi ritengo un pò yankee e tutto qua:) .

I noglobal propongono questa tassazione. Non credo che chi abbia steso il testo di legge sia la stessa persona che carica i carabinieri alla manifestazione ; anche se è un movimento osteggiato , do loro una credibilità e ritengo che ci siano file di economisti a supportare le loro tesi. Però mi duole vedere che non si tiene conto di certi elementi molto importanti ; il che mi fa capire come questa TT sia una misura ideologica ; l'ideologia è qualcosa di assolutamente negativo che in un mondo pragmatico come la finanza non deve entrare. In finanza non c'è destra o sinistra, ma solo meglio e peggio. In pratica , cosa vuole fare la TT ? Vuole limitare le speculazioni su cambi , che rendono altamente volatili gli stessi ; questo a danno dei paesi che li subiscono che sono spesso i più poveri , o i pvs ( emerging market ). Per limitarle impone una aliquota ( 0.01% fino a 0.1% ) sulle transazioni in cambi. Detta così , sembrerebbe anche positivo , in realtà dovè il problema? Il problema è che non esistono solo speculazioni sui mercati dei cambi ; le speculazioni dovrebbero essere un elemento più eccezionale che di routine in una normale operatività. Speculare significa aprire una posizione per prendere un profitto , cosa c'è di male ? Nulla. Se qualcuno risponde : "qualcosa c'è" , allora i suoi problemi sono più grandi e non c'è più niente da dire. Quello che voglio dire è che non tutte le speculazioni sono negative. Faccio un esempio per essere chiaro : nel 92 la lira subì un grosso attacco speculativo che la fece uscire dallo Sme , che servì perchè il mercato si accorse della divergenza tra interessi nominali tra valuta italiana ed estere , quindi la parità non era rispettata e procedette ad operazioni che fecero appunto svalutare la vecchia lira. Fu un processo duro e veloce , ma necessario ; uno shock speculativo buono di breve ad evitare problemi di altro tipo nel lungo.
Ok , però parliamo dell'Italia ; quando si parla di , che ne so , lo zambia , è diverso e certe speculazioni non producono utile per loro laggiù. Ne sono convinto , e di questo parlerò alla fine.
Ora voglio dire a chi sostiene la TT che questo su cui vuole agire è un mondo ben più complesso e articolato di quello che crede ,e non perchè io sia un guru , figuriamoci , solo perchè studiando capisco sempre di più quanto ancora ho da conoscere. Su lmercato dei cambi non si fa solo speculazione , ma anche:
- copertura ( cosiddetta hedging )
- arbitraggio
La prima è una grande invenzione dei mercati che consiste nel coprire il rischio riguardo alla posizione in una valuta ( = stabilità ) la seconda è una operazione che genera un profitto in assenza di rischio che serve a riequilibrare un mercato in disequilibrio ( = profitto con scopo positivo ).

Le speculazioni , poi , non è che tutte distruggano delle città intere....forse c'è un pò troppa politica in mezzo a queste cose , ed è qui che proprio non va bene.
L'utopia risiede nel fatto che tutti la dovrebbero applicare oppure i capitali si sposterebbero laddove non la produttività è maggiore ma laddove costano meno ( cosiddetto problema di nrb , di regolamentazioni diverse ) . La Ue non si mette ancora d'accordo sull'iva , ho un pò di dubbi per la TT nel mondo intero. Alle isole Cayman?;)
Non c'è nulla da fare : la tecnologia rende sbagliate queste battaglie. Con un click sul pc sono in un altro continente, è veramente impossibile nel 2002 bloccare la tecnologia , che potrebbe comunque trovare mille modi per evadere la TT ( mi immagino già le schiere di avvocati ).
C'è un libro , credo il migliore : " riformare la finanza internazionale" di Eichengreen , massimo studioso e partecipante a quei forum internazionali di economisti interpellati per migliorare il capitalismo nel mondo. Questo autore lioquida la TT con le ragioni che ho dato io in pratica e spiega che non sulla TT bisogna concentrarsi , ma su altre tipologie di tassazioni .
TT = tassa che colpisce indiscriminatamente = iniquità , anche se di piccolo importo , ma non importa:D perchè è questione di principio : non voglio certo pagarla se devo cambiare un pò di € per andare in USA ( che speculazione:) ).

Sono in cantiere altri tipi di tasse ; es. : in entrata o uscita dai pvs : così è selettiva , soprattutto se colpisce se i soldi sono rimasti lì per un tempo limitato ( = speculazione ). Queste sarebbero tasse selettive , che già ( ricordo ) andrebbero ad aggiungersi a tassazioni nazionali già esistenti. Cosa i pvs facciano poi con quei soldi di tasse , altro problema...
Tra l'altro i noglobal dicono : i cambi sono troppo volatili. D'accordo. Ma non esiste neanche uno studio serio e scientifico che speighi quanto lo siano : è assolutamente fondamentale capire quanta è la volatilità che si vuole togliere , se no si va ad implementare una misura fiscale al buio , cosa che non è certo bella. Prima si deve capire , gli esperimenti al buio possono rovinare qualcosa.

Sono perciò d'accordo su tassazioni volte allo scopo ma la TT non lo è proprio. Perchè i noglobal la appoggiano dunque ? Due le risposte :
- o conoscono solo quella ; in effetti le altre proposte sono recenti e ancora allo studio . Però se ci tengono potrebbero studiare qualcosa loro invece che acquistare il pacchetto predefinito.
- o non ci sono motivazioni pratiche ma solo politiche , tipo i soliti deliranti discorsi dei comunisti contro il capitale . Mi sembra di crescere ma mi sembra che ci sia gente al mondo che ha ancora le idee molto confuse o forse che predica in un modo ma poi vive in un altro ( più o meno il contario delle utopiche parole ).

swaption

yurj
27-05-02, 01:08
Originally posted by swaption
Vengo dal sito finanzaonline.com e vedendo un argomento che mi riguarda da vicino , dico cosa ne penso. Per chi fosse interessato ad andare oltre il discorso generico e discorsivo che possiamo fare qua , propongo di andare alla sezione "macroeconomia" sul FOL o anche in altre per sapere cosa ne pensano gli addetti ai lavori.
Io ho una mia precisa opinione. La tobin tax è uno strumento tutto ideologico e , come dire , utopistico. Non solo non è possibile implementare una misura del genere , ma anche non sarebbe giusto. Speigo il perchè ; premetto che io non ho nessuna parte politica , destra , sinistra , non mi interessa molto ; mi ritengo un pò yankee e tutto qua:) .

I noglobal propongono questa tassazione. Non credo che chi abbia steso il testo di legge sia la stessa persona che carica i carabinieri alla manifestazione ; anche se è un movimento osteggiato , do loro una credibilità e ritengo che ci siano file di economisti a supportare le loro tesi. Però mi duole vedere che non si tiene conto di certi elementi molto importanti ; il che mi fa capire come questa TT sia una misura ideologica ; l'ideologia è qualcosa di assolutamente negativo che in un mondo pragmatico come la finanza non deve entrare. In finanza non c'è destra o sinistra, ma solo meglio e peggio. In pratica , cosa vuole fare la TT ? Vuole limitare le speculazioni su cambi , che rendono altamente volatili gli stessi ; questo a danno dei paesi che li subiscono che sono spesso i più poveri , o i pvs ( emerging market ). Per limitarle impone una aliquota ( 0.01% fino a 0.1% ) sulle transazioni in cambi. Detta così , sembrerebbe anche positivo , in realtà dovè il problema? Il problema è che non esistono solo speculazioni sui mercati dei cambi ; le speculazioni dovrebbero essere un elemento più eccezionale che di routine in una normale operatività. Speculare significa aprire una posizione per prendere un profitto , cosa c'è di male ? Nulla. Se qualcuno risponde : "qualcosa c'è" , allora i suoi problemi sono più grandi e non c'è più niente da dire. Quello che voglio dire è che non tutte le speculazioni sono negative. Faccio un esempio per essere chiaro : nel 92 la lira subì un grosso attacco speculativo che la fece uscire dallo Sme , che servì perchè il mercato si accorse della divergenza tra interessi nominali tra valuta italiana ed estere , quindi la parità non era rispettata e procedette ad operazioni che fecero appunto svalutare la vecchia lira. Fu un processo duro e veloce , ma necessario ; uno shock speculativo buono di breve ad evitare problemi di altro tipo nel lungo.
Ok , però parliamo dell'Italia ; quando si parla di , che ne so , lo zambia , è diverso e certe speculazioni non producono utile per loro laggiù. Ne sono convinto , e di questo parlerò alla fine.
Ora voglio dire a chi sostiene la TT che questo su cui vuole agire è un mondo ben più complesso e articolato di quello che crede ,e non perchè io sia un guru , figuriamoci , solo perchè studiando capisco sempre di più quanto ancora ho da conoscere. Su lmercato dei cambi non si fa solo speculazione , ma anche:
- copertura ( cosiddetta hedging )
- arbitraggio
La prima è una grande invenzione dei mercati che consiste nel coprire il rischio riguardo alla posizione in una valuta ( = stabilità ) la seconda è una operazione che genera un profitto in assenza di rischio che serve a riequilibrare un mercato in disequilibrio ( = profitto con scopo positivo ).

Le speculazioni , poi , non è che tutte distruggano delle città intere....forse c'è un pò troppa politica in mezzo a queste cose , ed è qui che proprio non va bene.
L'utopia risiede nel fatto che tutti la dovrebbero applicare oppure i capitali si sposterebbero laddove non la produttività è maggiore ma laddove costano meno ( cosiddetto problema di nrb , di regolamentazioni diverse ) . La Ue non si mette ancora d'accordo sull'iva , ho un pò di dubbi per la TT nel mondo intero. Alle isole Cayman?;)
Non c'è nulla da fare : la tecnologia rende sbagliate queste battaglie. Con un click sul pc sono in un altro continente, è veramente impossibile nel 2002 bloccare la tecnologia , che potrebbe comunque trovare mille modi per evadere la TT ( mi immagino già le schiere di avvocati ).
C'è un libro , credo il migliore : " riformare la finanza internazionale" di Eichengreen , massimo studioso e partecipante a quei forum internazionali di economisti interpellati per migliorare il capitalismo nel mondo. Questo autore lioquida la TT con le ragioni che ho dato io in pratica e spiega che non sulla TT bisogna concentrarsi , ma su altre tipologie di tassazioni .
TT = tassa che colpisce indiscriminatamente = iniquità , anche se di piccolo importo , ma non importa:D perchè è questione di principio : non voglio certo pagarla se devo cambiare un pò di € per andare in USA ( che speculazione:) ).

Sono in cantiere altri tipi di tasse ; es. : in entrata o uscita dai pvs : così è selettiva , soprattutto se colpisce se i soldi sono rimasti lì per un tempo limitato ( = speculazione ). Queste sarebbero tasse selettive , che già ( ricordo ) andrebbero ad aggiungersi a tassazioni nazionali già esistenti. Cosa i pvs facciano poi con quei soldi di tasse , altro problema...
Tra l'altro i noglobal dicono : i cambi sono troppo volatili. D'accordo. Ma non esiste neanche uno studio serio e scientifico che speighi quanto lo siano : è assolutamente fondamentale capire quanta è la volatilità che si vuole togliere , se no si va ad implementare una misura fiscale al buio , cosa che non è certo bella. Prima si deve capire , gli esperimenti al buio possono rovinare qualcosa.

Sono perciò d'accordo su tassazioni volte allo scopo ma la TT non lo è proprio. Perchè i noglobal la appoggiano dunque ? Due le risposte :
- o conoscono solo quella ; in effetti le altre proposte sono recenti e ancora allo studio . Però se ci tengono potrebbero studiare qualcosa loro invece che acquistare il pacchetto predefinito.
- o non ci sono motivazioni pratiche ma solo politiche , tipo i soliti deliranti discorsi dei comunisti contro il capitale . Mi sembra di crescere ma mi sembra che ci sia gente al mondo che ha ancora le idee molto confuse o forse che predica in un modo ma poi vive in un altro ( più o meno il contario delle utopiche parole ).

swaption

Ottimi spunti.

Fatta la tassa, trovato il modo di aggirarla da chi e' potente. La TT serve proprio ad evidenziare questo. Il succo del tuo discorso e' infatti: NULLA SI PUO' FARE.

Non e' una questione ideologica, te lo assicuro. E' una questione di causa ed effetto. La TT segue l'idea dell'hacking, cioe' infilare un granello nell'ingranaggio. Tocca smontarlo per pulirlo. E quindi lo si comprende (rendere democratico il mondo finanziario. La finanza mondiale, improduttiva nell'economia reale, ha o no degli aspetti inumani?

La tua risposta e' si. Ma sembra che non ti preoccupi il fatto che le politiche dei grossi numeri possano dettare legge sulle nostre vite. Probabilmente perche' per te e' normale restare dietro al PC e vedere tutti quei numeri che cambiano, infilarci miliardi e tirarne fuori di piu'.

I soldi spesso arrivano dai debiti degli stati. I tagli sono imposti, ormai si e' perso ogni controllo sul modello di societa' che si vuole.

seurosia
27-05-02, 01:22
Ben arrivato swaption e grazie per il tuo intervento molto bello e molto chiaro. Mi piacerebbe che tu ne facessi altri, perchè la tua competenza in questa materia mi sembra decisamente alta.
Ho visto che di regola scrivi su un altro sito. Qui, nella sezione Club, troverai quello Economia e Politica:

http://www.politicaonline.net/forum/forumdisplay.php?forumid=69

Dai un'occhiata e vedrai che ti interesserà.

Buona permanenza.

swaption
27-05-02, 12:04
Grazie per i complimenti , in realtà io non sono certamente un grande esperto , anche se cerco di diventarlo ( sto per laurearmi e il mio sbocco lavorativo sarà la gestione di fondi d'investimento e patrimoni ).
Tra l'altro ho una mia idea : a volte le speculazioni di breve periodo nascondono una forte miopia ; senza speculazioni ma con investimenti mirati nel lungo periodo il profitto sarebbe molto maggiore , sia per la parte attiva che per la parte passiva ( che spesso sono i pvs ) che andrebbe a beneficiare di un investimento serio. Comunque , il discorso sulla globalizzazione è così grande , è molto difficile parlarne con veramente la coscienza di ciò che si dice ; spesso vedo che si ragiona con dati parziali. A mio avviso ci sono zone del pianeta dove la globalizzazione ha funzionato molto bene e altre dove la globalizzazione c'è stata solo dal lato negativo e quindi ha mantenuto i paesi in situazioni di povertà .

yurj
27-05-02, 13:04
Originally posted by swaption
Grazie per i complimenti , in realtà io non sono certamente un grande esperto , anche se cerco di diventarlo ( sto per laurearmi e il mio sbocco lavorativo sarà la gestione di fondi d'investimento e patrimoni ).
Tra l'altro ho una mia idea : a volte le speculazioni di breve periodo nascondono una forte miopia ; senza speculazioni ma con investimenti mirati nel lungo periodo il profitto sarebbe molto maggiore , sia per la parte attiva che per la parte passiva ( che spesso sono i pvs ) che andrebbe a beneficiare di un investimento serio. Comunque , il discorso sulla globalizzazione è così grande , è molto difficile parlarne con veramente la coscienza di ciò che si dice ; spesso vedo che si ragiona con dati parziali. A mio avviso ci sono zone del pianeta dove la globalizzazione ha funzionato molto bene e altre dove la globalizzazione c'è stata solo dal lato negativo e quindi ha mantenuto i paesi in situazioni di povertà .

Almeno adesso se ne parla, no ?:)

swaption
27-05-02, 20:35
Originally posted by yurj


Ottimi spunti.

Fatta la tassa, trovato il modo di aggirarla da chi e' potente. La TT serve proprio ad evidenziare questo. Il succo del tuo discorso e' infatti: NULLA SI PUO' FARE.

Non e' una questione ideologica, te lo assicuro. E' una questione di causa ed effetto. La TT segue l'idea dell'hacking, cioe' infilare un granello nell'ingranaggio. Tocca smontarlo per pulirlo. E quindi lo si comprende (rendere democratico il mondo finanziario. La finanza mondiale, improduttiva nell'economia reale, ha o no degli aspetti inumani?

La tua risposta e' si. Ma sembra che non ti preoccupi il fatto che le politiche dei grossi numeri possano dettare legge sulle nostre vite. Probabilmente perche' per te e' normale restare dietro al PC e vedere tutti quei numeri che cambiano, infilarci miliardi e tirarne fuori di piu'.

I soldi spesso arrivano dai debiti degli stati. I tagli sono imposti, ormai si e' perso ogni controllo sul modello di societa' che si vuole.


Il problema non è certo che tutti questi soldi girino , ma solo che siano distribuiti meglio. Negli USA ci sono Borse , come il nyse o quella di chicago che capitalizzano 10.000 volte di più del bilancio italiano , mi pare. Credo che ci vorrebbe poco per distribuire un pò meglio tutti i soldi che la finanza crea , non sarebbe molto difficile e chi è bravo a investire continuerebbe a guadagnare come prima. L'immane progresso della finanza negli ultimi decenni ha portato innumerevoli nuovi strumenti , ha amplificato gli scambi perchè si è aperta indirettamente al grande pubblico , i corsi di laurea e i corsi di formazione si moltiplicano .
Il problema è quindi contenere speculazioni che ora possono andare a svantaggio del cosiddetto "pacro buoi" :) ( i motivi per questo nomignolo però sono reali , quasi quasi se la cercano sempre :) ) , in una era in cui ogni cittadino sposterà i suoi soldi sempre più sui mercati e sempre meno negli originari conti bancari ( o sotto il materasso ). La speculazione è un pericolo per i redditi finanziari , che sempre più integreranno e forse anche supereranno i redditi da lavoro .
Se consideriamo il futuro prossimo decollo ( deciso , finalmente ) dei fondi pensione , l'unica misura per pagare le pensioni in un contesto di crescita 0 , l'argomento assume maggiore importanza.

Ruggero d'Altavilla
29-05-02, 08:11
Premetto che sono a favore della proposta, per principio: tant'è che se ne parla, delle speculazioni. Ed ovviamente mi riferisco solo agli arbitraggi (chi potrebbe oggi accanirsi contro l'esportatore che vende dollari a termine "outright"?).

Il tema è proprio la distribuzione del reddito, connessa alla limitazione dell'ondivago reddito finanziario. Ma è appunto per limitare che vengono introdotte imposte, la raccolta delle quali deve essere concretamente indirizzata alla redistribuzione in favore di chi
1) preserva e salvaguardia l'ambiente;
2) al reddito finanziario non ha e non avrà accesso.

Informauro

yurj
29-05-02, 10:00
Originally posted by swaption



Il problema non è certo che tutti questi soldi girino , ma solo che siano distribuiti meglio. Negli USA ci sono Borse , come il nyse o quella di chicago che capitalizzano 10.000 volte di più del bilancio italiano , mi pare.


Entri in contraddizione. Come puoi distribuire una massa monetaria del genere, virtuale perchè non ci sono abbstanza cose da comperare (detta in parole povere)?

Una massa monetaria del genere, è la fine dell'autonomia degli stati ad esempio. Ed è in mano al massimo a 1000 persone. 1000!

Il problema del capitalismo è che, accumulando il capitale, crea delle bolle di disponibilità che prima o poi esplodono.

Ti faccio un esempio: ci sono talmente tanti soldi in giro che chi non sa che farne, costruisce case. Senza che ci sia nessuno dentro! Siamo al paradosso di una società con 2 case pro capite (è una media, quindi ci saranno agenzie con decine di migliaia di appartamenti sfitti e altrettante persone in cerca di casa), con tantissime persone senza casa e affitti altissimi. Per forza la gente viene spinta ad abitare nelle grandi città, infatti i costruttori tendono a costruire nelle grandi città per sfruttarne il mercato.

E' uno schifo :) Un sistema impazzito.

yurj
29-05-02, 10:02
Originally posted by informauro
Premetto che sono a favore della proposta, per principio: tant'è che se ne parla, delle speculazioni. Ed ovviamente mi riferisco solo agli arbitraggi (chi potrebbe oggi accanirsi contro l'esportatore che vende dollari a termine "outright"?).

Il tema è proprio la distribuzione del reddito, connessa alla limitazione dell'ondivago reddito finanziario. Ma è appunto per limitare che vengono introdotte imposte, la raccolta delle quali deve essere concretamente indirizzata alla redistribuzione in favore di chi
1) preserva e salvaguardia l'ambiente;
2) al reddito finanziario non ha e non avrà accesso.

Informauro

Ma c'è un problema. Se tu redistribuisci reddito, meno gente farà lavori pericolosi. E chi si manda in miniera, in fabbrica all'Enichem?

Vi rendete conto che c'è stata pochissima ricerca su come rendere migliore il lavoro, mentre si sono fatti passi da gigante per limare ogni centesim dalla produzione di selle, viti, auto?

Ruggero d'Altavilla
29-05-02, 12:52
Originally posted by yurj


Ma c'è un problema. Se tu redistribuisci reddito, meno gente farà lavori pericolosi. E chi si manda in miniera, in fabbrica all'Enichem?

Vi rendete conto che c'è stata pochissima ricerca su come rendere migliore il lavoro, mentre si sono fatti passi da gigante per limare ogni centesim dalla produzione di selle, viti, auto?


Stimato yurj, con questa osservazione si intrecciano le tematiche Tobin Tax e "giù le tasse". Quando parlo di redistribuzione in favore di chi non ha accesso al profitto, non immagino certo un tizio che dalla finestra lanci al popolo bove azioni e mazzette di soldi.
Penso alla remunerazione del volontariato, al finanziamento per la ricerca, all'arte ed alla cultura: è quel che manca alla stretta logica del profitto.

Informauro

yurj
29-05-02, 13:14
Originally posted by informauro



Stimato yurj, con questa osservazione si intrecciano le tematiche Tobin Tax e "giù le tasse". Quando parlo di redistribuzione in favore di chi non ha accesso al profitto, non immagino certo un tizio che dalla finestra lanci al popolo bove azioni e mazzette di soldi.
Penso alla remunerazione del volontariato, al finanziamento per la ricerca, all'arte ed alla cultura: è quel che manca alla stretta logica del profitto.

Informauro

Il terzo settore. Infatti ci si sta muovendo giàin questa direzione, ma c'è un problema politico. Mentre i finanziamenti alla Fiat (continui, inutili) vengono percepiti come "necessari" (ma non faceva un utile di 5000 miliardi all'anno, dove sono finiti?), quelli per il terzo settore sono legati alla politica.

Ad esempio il terzo settore ha un pò di sfiducia nella Cdl (legge fini bossi, sui minori, obiettori di coscienza dopo la non obbligatorietà del servizio militare), e si sono visti anche brutti episodi (appalti per servizi sociali tolti alla caritas percheè "siete andati a Genova").

Dobbiamo creare un sistema (o meglio favorire quello già esistente nella società) per svincolare il finanziamento del 3 settore dallo stato, che comunque necessita dei suoi servizi, alla società.

Mi chedo ad esempio perchè la gente dia soldi a pavarotti and friends. I soldi raccolti sono un decimo del costo dell manifestazione. Idem accade per l'Unicef, che spende l'80% per costi interni e poi fanno le pubblicità con i bambini che muoiono di fame.

Infatti ricordo a Civitas che c'erano molti stand in fiera su come raccogliere i finanziamenti.

E' un bel tema, complesso, sul quale la sinistra dovrebbe avanzare delle sue proposte, non ideologiche, ma basandosi sulla sua esperienza nel territorio.

Creo comunque che il nodo fondamentale sia l'investimento in processi produttivi migliori, che migliorino le condizioni di lavoro specialmente in fabbrica, campi e miniere. Ciò aprirebbe delle dinamiche e dei meccanismi nuovi nella società.





P.S: (Ca**o, sono il solito comunista rivoluzionario :))

swaption
29-05-02, 15:27
Originally posted by yurj


Entri in contraddizione. Come puoi distribuire una massa monetaria del genere, virtuale perchè non ci sono abbstanza cose da comperare (detta in parole povere)?

Una massa monetaria del genere, è la fine dell'autonomia degli stati ad esempio. Ed è in mano al massimo a 1000 persone. 1000!

Il problema del capitalismo è che, accumulando il capitale, crea delle bolle di disponibilità che prima o poi esplodono.

Ti faccio un esempio: ci sono talmente tanti soldi in giro che chi non sa che farne, costruisce case. Senza che ci sia nessuno dentro! Siamo al paradosso di una società con 2 case pro capite (è una media, quindi ci saranno agenzie con decine di migliaia di appartamenti sfitti e altrettante persone in cerca di casa), con tantissime persone senza casa e affitti altissimi. Per forza la gente viene spinta ad abitare nelle grandi città, infatti i costruttori tendono a costruire nelle grandi città per sfruttarne il mercato.

E' uno schifo :) Un sistema impazzito.

Non devi mica spenderli tutti , quei soldi : li puoi risparmiare e tenere da parte se ti serviranno in futuro o dargli agli eredi.E poi , di soldi ne vanno via sempre , basta che ti volti e spendi :)
Scherzi a parte ,
per me , se ci sono soldi in giro , molto meglio. Il problema è solo rendere accessibile al maggior numero di persone possibile , senza imbrogli , cioè in modo del tutto trasparente e regolamentato , i mercati finanziari , questo sta avvenendo e avverrà sempre di più. Non ho colto il discorso sull'autonomia degli stati , per queste cose gli stati non centrano, sono le Banche centrali che magari ne perdono un pò Per favore , teniamo fuori la politica da queste cose...... :)
Detto questo , se c'è tanta ricchezza in giro , è perchè c'è un sottostante sotto , e su questo sottostante si creano strumenti finanziari che fanno funzionare il sistema. Si chiama semplicemente progresso ; è logico che dal progresso possono sempre nascere nuovi benefici certo , ma anche nuovi rischi . Infatti di questo si occupa il risk management , i cui modelli le autorità di vigilanza internazionali ( non centrano nulla con gli Stati ma sono indipendenti ) elaborano. Non credo ci sia pericolo di bolle per questo , se c'è significa che la statistica o l'econometria sono scienze che improvvisamente diventano errate.
Io comunque posso avere delle idee precise o meno , ma ritengo che sia quasi impossibile fare ragionamenti compiuti su tutto ciò. Personalmente , credo che ognuno di noi debba fare a livello micro il suo ; solo cos' si riesce a costuire il "macro " . Posso ragionare molto a livello micro e con discorsi concreti , però sui problemi atavici del capitalismo yankee ci vorrebbero degli espertoni......e non i retorici appassiti del forum di là....

:)

Non ho mai visto un loro studio :) chissà perchè...

yurj
29-05-02, 15:36
Originally posted by swaption


Credo un pò ipocrita dire che c'è "politica" quando si parla di stati e politica monetaria. Gli stati c'entrano, tramite il loro debito, perchè sono condizionabili fortemente da attacchi monetari, che fanno più danni dell'11 Settembre, ma che nessuno può riprendere in Tv.

www.attac.it

swaption
29-05-02, 15:49
Un'altra mia idea è questa.
Si dice : girano troppi soldi in rapporto al fondamentale : non posso dire che ciò sia sbagliato , anzi questo è vero . Nell'immediato siamo tutti più contenti di avere la possibilità di guadagnare di più , ma se poi si blocca tutto ?
Io conosco dei traders di covered warrant , futures , derivati vari che si pongono loro stessi queste questioni . Per dire che non c'è ideologia politica , basta proprio avere a che fare con qualcosa che funziona ma che inizia a sembrarti un pò.....drogato?
Secondo me la soluzione è un ingente spostamento di liquidità . Ovvero? Ovvero fare finalmente ciò che non si è fatto finora , dare i soldi ai paesi poveri . Ma quelli veri , non quelli finti o pochi di iniziative di pavarotti o partite del cuore ( con cui non si combinerà mai nulla ) , ma quelli di Wall Street , per dirla in breve.
Il problema è il come ; se glieli si presta , non ci tirano fuori un ragno dal buco , non si sa che stati abbiano ( penso ci sia una corruzione enorme ) , si mangiano tutto e i poveri rimangono tali.
E poi non riescono a pagare le neanche le cedole , vanno in default , i pensionati italiani perdono soldi etc etc.
Insomma , questa per me non è la strada. L'unica vera cosa a cui posso pensare è questa : iniziative di private equity e di venture capital . Non so se ne esistano già , ma se ne esistono significa che o non hanno funzionato o potevano funzionare ma qualche grosso interesse non ha voluto.
Certo , questo è un discorso che sembrerebbe così semplice , ma in realtà così difficile da applicare......tra il dire e il fare. Penso che l'uomo occidentale da sempre abbia ragionato con la logica della conquista e del dominio sullo sottosviluppato. E così continua a fare. Se dal lato animale questo non sarebbe neanche sbagliato ( pesce grande mangia pesce piccolo , la legge della giungla insomma ) dal lato umano forse ( forse ) non siamo come gli animali e quindi dovremmo ragionare in modo diverso. Cioè non ragionare con la logica : egli è povero e ignorante = lo sfrutto e lo frego e mi arricchisco dandogli solo poche bricioline _________

ma con la logica : " egli è povero , ma so che se lo faccio lavorare diventa meno povero , forse ricco , e io ancora di più ; divento il suo capo e ci sviluppiamo insieme "

Non ho mai fatto dei conti , ma ricordando qualche legge economica , credo proprio che la seconda strategia sarebbe più profittevole . Sarebbe come "usare" la mano invisibile di Adam Smith per soddisfare propri interessi in un ottica di :

- lungo periodo , perchè investo e non speculo con sfruttamento
- aiuto , perchè lo faccio per fini umanitari , non esistono solo i soldi. Se la Nike guadagna 100 mln $ in meno ( cifra a caso ) ma toglie poveri dal disagio , è molto meglio. Pensando anche che alla lunga il mondo se ne accorgerà che lo ha fatto , e quando se ne accorgerà la premierà e molto. Probabile però che lo faccia quando i suoi attuali ceo e president siano nell'aldilà , quindi non gliene importa molto perchè la loro carriera si basa sui risultati mentre sono in vita.
:)

Quando l'uomo avrà raggiunto questa ottica , si dovrà iniziare un lavoro , come dicevo , di investimento da parte delle istituzioni finanziarie mondiali , in start up di aziende africane ,o investimento in aziende esistenti per aiutarle nello sviluppo . Parallelamente a questo però è fondamentale a mio avviso che ci siano nuove regolamentazioni , che siano riviste radicalmente le leggi....Ci vorrebbero regimi democratici ovunque che permettessero di scrivere regolamentazioni , o meglio di recepire le già eistenti internazionali.
A quel punto , solo a quel punto , quando la massa di liquidità in eccesso si sarà spostata lì, quando anche l'angola avrà la sua Borsa regolamentata e trasparente , con i suoi investitori istituzionali , trader e aziende , si potrà dire che i problemi del mondo saranno risolti.

Questo è il mio pensiero , e se dite che vi sembr apiù utopico di quelli del forum di là......ci va vicino! :)

Dimenticavo di dire che quando saranno risolti tutti questi problemi arriveranno gli alieni e spaccheranno tutto :)
E noi a dire : "tanto lavoro per nulla! ma non era meglio se dicevamo ; chi ha dato ha dato ha dato.....e scurdammuce u passato...."
:)
scherzo

swaption
29-05-02, 15:54
Originally posted by yurj


Credo un pò ipocrita dire che c'è "politica" quando si parla di stati e politica monetaria. Gli stati c'entrano, tramite il loro debito, perchè sono condizionabili fortemente da attacchi monetari, che fanno più danni dell'11 Settembre, ma che nessuno può riprendere in Tv.

www.attac.it

Per questo il debito va mooolto ridotto e gestito non dallo stato ma da un ente sovranazionale indipendente ( UE , commissione ) con il patto di stabilità.
Ciao

yurj
29-05-02, 15:58
Originally posted by swaption
Un'altra mia idea è questa.
Si dice : girano troppi soldi in rapporto al fondamentale : non posso dire che ciò sia sbagliato , anzi questo è vero . Nell'immediato siamo tutti più contenti di avere la possibilità di guadagnare di più , ma se poi si blocca tutto ?
Io conosco dei traders di covered warrant , futures , derivati vari che si pongono loro stessi queste questioni . Per dire che non c'è ideologia politica , basta proprio avere a che fare con qualcosa che funziona ma che inizia a sembrarti un pò.....drogato?
Secondo me la soluzione è un ingente spostamento di liquidità . Ovvero? Ovvero fare finalmente ciò che non si è fatto finora , dare i soldi ai paesi poveri .

Si, ma che ingenuità!

E noi da chi le compriamo le materie prime a basso prezzo, manod'opera a qualsiasi condizione?

Gli dai i soldi, quelli vengon in occidente a spendere, ma non trovano nulla perchè le facevano loro :D

Si potrebbe invece togliere l'embargo a paesi come Cuba e Iraq, visto che tral'altro è anche dannoso per le economia in generale.

Ovviamente semplifico, è solo per farti capire che dobbiamo cambiare modello di sviluppo, che usi meno risorse.

Ad esempio, con la permacultura, si può essere autosufficienti dal punto di vista di ortaggi e pesci per 3 persone tutto l'anno, con solo 2 mq di terreno. Altro che prezzo delle zucchine alto! :)

MZT!

Movimento per le Zucchine a Tutti

swaption
29-05-02, 16:06
Io non ho fatto riferimento alle politiche ambientali e di non spreco delle risorse che sicuramente sono un'altro punto fondamentale per non fare implodere il mondo.
Ma qua , a mio avviso , servono :
- la scienza che ci viene incontro con nuove forme di energia
- ridurre il consumismo in occidente , e qua hai detto niente :)

guarda , facciamo in tempo a crepare io , te e sto forum e ancora è tutto così. :(

yurj
29-05-02, 16:18
Originally posted by swaption
Io non ho fatto riferimento alle politiche ambientali e di non spreco delle risorse che sicuramente sono un'altro punto fondamentale per non fare implodere il mondo.
Ma qua , a mio avviso , servono :
- la scienza che ci viene incontro con nuove forme di energia
- ridurre il consumismo in occidente , e qua hai detto niente :)

guarda , facciamo in tempo a crepare io , te e sto forum e ancora è tutto così. :(

Già :)

sul punto 1) il problema è che non esiste un incentivo ne alla ricerca, ne tantomeno all'adozione di forme alternative di energia che necessariamente all'inizio saranno difficoltose (difficoltà simili al passaggio dal treno all'auto)

sul punto 2) diamo fiducia alle nuove generazioni, e smettiamo di dire che i giovani non vogliono fare nulla etc etc, ma dobbiamo dare loro la libertà di cambiare in meglio il mondo.

swaption
30-05-02, 10:02
E' il mio obiettivo , prima però cerco di laurearmi decentemente , se no chi mi assume ? ;)

La finanza è la disciplina che più di tutte le altre potrebbe distribuire in maniera equa i redditi ; con equo intendo dare di più a chi merita di più ( in sostanza a chi è più bravo a lavorarci su ) e di meno a chi merita meno , in base all'unico e universale principio meritocratico e non in base alla consistenza iniziale del capitale investito.
Forse , piano piano ci arriveremo. Ora del lavoro da fare ce n'è , l'impianto è quello giusto però.

yurj
30-05-02, 10:31
Originally posted by swaption
E' il mio obiettivo , prima però cerco di laurearmi decentemente , se no chi mi assume ? ;)

La finanza è la disciplina che più di tutte le altre potrebbe distribuire in maniera equa i redditi ; con equo intendo dare di più a chi merita di più ( in sostanza a chi è più bravo a lavorarci su ) e di meno a chi merita meno , in base all'unico e universale principio meritocratico e non in base alla consistenza iniziale del capitale investito.
Forse , piano piano ci arriveremo. Ora del lavoro da fare ce n'è , l'impianto è quello giusto però.

Però la natura non ci ha fatti meritocratici. Chi non mangia, crepa. Che sia meritorio o meno.

swaption
30-05-02, 10:46
Certamente con il cibo discorsi sul merito non se ne fanno . Sul merito inerente alla bravura , ovviamente , perchè poi c'è anche il merito inerente alla dignità , alla persona. Un criminale non ha merito e se crepa di fame meglio.
Ma non è questo il merito che intendo io.
Ora vado a studiare , ciao yurj.